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Camminando insieme. Chiacchiere e riflessioni sui cani e sulla nostra relazione con loro
Cercare di scoprire il loro punto di vista, provare a metterci al loro posto per osservarci con i loro occhi: questo è il filo conduttore di queste pagine. Visto il nostro ruolo di ""proprietari"""", prendiamoci le giuste responsabilità nei confronti di una relazione affettiva intensa come quella che ci offrono i cani. Una scelta attenta e consapevole, il riconoscimento di un'individualità, il riconoscimento della dimensione perennemente infantile dei cani, l'importanza del nostro ruolo, la costruzione di un linguaggio comprensibile e di una modalità di comportamento corretta sono temi che meritano una riflessione, per cercare di accostarsi alla relazione con i cani in maniera consapevole e non superficiale."" -
Pietralba. Il santuario degli uomini dei monti
«Una volta all'anno, fin da piccolo, nella vecchia casa del paese di Vigolo Vattaro, sentivo le voci dei genitori e dei nonni preannunciare il vicino pellegrinaggio al santuario della Madonna di Pinè. Bastavano poche parole per gettare noi fanciulli nella gioia più incontenibile – finalmente un viaggio, finalmente l'aranciata al bar di Pergine Valsugana prima di inerpicarsi sulla montagna pinetana – e, nello stesso tempo, nella consapevolezza angosciosa della lunga, stancante e infinita camminata. Perché, a differenza di oggi, il pellegrinaggio consisteva nell'andata ma anche nel ritorno. E le gambe erano quelle che erano e nemmeno molto lunghe vista l'età. Non eravamo così convinti che la “grazia”, a cui noi bambini non riuscivamo ad attribuire contorni e significati chiari, fosse una valida ricompensa per tutta quella fatica. Poi, durante le lunghe serate invernali, quando eravamo tutti in cucina attorno al focolare perché le altre stanze non erano riscaldate – soltanto i nonni avevano una piccola stufa ad ole –, ogni tanto usciva un nome: Baissiston. Su quel luogo magico, perché lontano, le parole si rincorrevano una all'altra. Si raccontava – per sentito dire anche dagli anziani – che il santuario era in mezzo a un bosco, che era pieno di avvenimenti prodigiosi, che lì si otteneva la grazia, che il contadino Leonhard aveva visto la Madonna più volte della pastora Domenica Targa. Che la chiesa era alta, come una muraglia calcinata, e i campanili parlavano con il cielo e le campane “ciarlavano” con i pini e gli abeti. Dicevano, gli anziani, che si doveva prendere la corriera fino a Trento, poi il treno fino a Laives, e poi a piedi per quattro o cinque ore fino al Santuario; quindi il ritorno. Almeno due giorni. Bisognava portarsi il cibo e qualche coperta (...)» -
Egna. Un borgo, una storia
Se il fiume Adige è per i territori soprattutto della Bassa Atesina la metafora del web, della Rete, allora possiamo definire Egna la sua Wikipedia. Ovvero, come il compendio dei saperi, delle memorie passate e dei progetti futuri di una area geografica, culturale e turistica che sta ripensando se stessa. E che è al lavoro per tutto ciò partendo proprio dal Comune di Egna, alla quale la presente pubblicazione è dedicata. L'attenzione, con vigore e passione rinnovati, è rivolta al territorio, alle sue espressioni e al loro principale motore: gli abitanti. Per questo, una ampia sezione del libro è all'insegna di ""Egna parla"""": interviste esclusive ad alcuni protagonisti del borgo, che raccontano tutto o quasi di quanto ancora non sapevamo. Lungo il percorso del fiume Adige si costruiscono culture, si dipanano commerci, si organizzano scambi tra collettività vicine. E il comune di Egna, situato nella zona della Bassa Atesina e carico di storia fin dall'Alto Medioevo (ma con alcune radici legate all'epoca romana), è uno dei grandi crocevia geografici e culturali di questo scenario atesino. Il libro – che tenterà di colmare un inspiegabile vuoto storico-bibliografico, salvo preziose pubblicazioni su temi circoscritti – ripercorrerà per la prima volta in modo sistematico e ragionato la storia di Egna attraverso i reperti, gli edifici storici e il rapporto simbiotico, non sempre facile, tra gli uomini e la natura di questi luoghi. Basti pensare che questo Comune è passato dalla Provincia Autonoma di Trento alla Provincia Autonoma di Bolzano soltanto nel 1946, dopo l'applicazione dell'accordo De Gasperi-Gruber. La cittadina si “nutre” dunque di due culture geografiche ma ha ormai da decenni una decisa e propulsiva identità altoatesina. Di Egna, situata nella valle del fiume Adige alle pendici del Monte Corno e in prossimità del lago di Caldaro, il libro narrerà e documenterà le origini del nome e il suo stemma, la storia e alcuni monumenti preziosi come la chiesa tardo gotica di S. Nikolaus, i portici e poi ancora alcune presenze architettoniche precipue del posto come la Saalhaus (le case a sala), Klösterle und S.Florian (l'Ospizio e la chiesa di S. Florian), il Museo delle tradizioni popolari, la Ballhaus. Non mancherà un """"focus"""" su Albrecht Dürer il suo soggiorno ad Egna e il percorso a lui dedicato. E grande spazio sarà dato alla Egna di oggi, in gran parte """"segreta"""" e dunque poco conosciuta dai suoi stessi residenti, che così potranno riscoprire il proprio Comune e rinnovare il senso di comunità. La cittadina si presenta dal suo lato migliore a chi arriva da sud, lasciando la statale al primo bivio, senza attraversare la zona artigianale e l'ordinata ma anonima periferia di villette e case a schiera. La splendida città storica fondata nel 1189 si delinea in fondo alla campagna, compatta e uniforme, con i suoi portici medievali, le facciate affrescate delle case, i ballatoi e i cortili interni sormontati da grandi prese di luce, delimitata da una strada di circonvallazione che, qui come a Vienna, prende il nome di Ring. A chi arriva... -
Camminando con il cane in Trentino. Itinerari a 6 zampe
Venti itinerari per poter godere l'essenza unica della natura e del nostro territorio con occhi diversi. Poter camminare fianco a fianco con il proprio cane calandosi per una volta in un mondo che è più vicino al loro che al nostro. Escursioni suddivise in difficoltà che possono soddisfare l'appetito di tutti, da chi è alle prime armi con il cane e la montagna, a chi è più esperto e cerca qualcosa di un po' diverso o di nicchia. Ci sono alcuni classici, ma anche qualcosa che non ci si aspetta. -
Bressanone e i suoi dintorni. La porta delle Dolomiti
Bressanone non può vivere senza i suoi dintorni e viceversa. Per scoprire la ricchezza artistica e culturale del territorio, l'ospite deve incamminarsi lungo gli innumerevoli sentieri e – seguendo la direzione in senso orario degli antichi pellegrinaggi da occidente a oriente – visitare gli antichi masi, le chiese con i loro campanili svettanti verso il cielo e i cicli pittorici che si dispiegano sulle loro pareti; deve poi soffermarsi a gustare piatti e vini prelibati negli hof e negli innumerevoli gasthof dove l'autunno è scandito dal törggelen, la merenda a base di castagne, speck e prodotti locali accompagnati dal vino novello. Un patrimonio culturale invidiabile lo accoglie offrendo storie, leggende, architetture ed iconografie che coprono la storia dell'arte dal romanico ad oggi, accompagnate da una ricchezza archeologica (antichi luoghi di culto, scivoli della fertilità e coppelle) tra le più importanti della regione. E questi tesori e luoghi si possono ammirare nel più completo silenzio, interrotto soltanto dai suoni della natura, assaporando i ritmi di una vita ormai dimenticata altrove. Bressanone è la città dalle ricercate architetture del passato e del presente, forme e volumi che affascinano nella loro contaminazione continua. L'anima della città va cercata nei vicoli, sotto i portici mercantili, negli affreschi del chiostro, nelle preistoriche coppelle e nelle soglie consumate dai pellegrini e dai visitatori, nelle antiche osterie, nel continuo incrociarsi di narrazione gotica e di racconto rinascimentale, con evidenti concessioni al rococò e alle suggestioni floreali del secessionismo e del liberty. La presenza di una famosa biblioteca nel vicino monastero agostiniano di Novacella si aggiunge a quella di una delle più importanti collezioni europee di presepi ospitata nelle sale dell'Hofburg, il Museo Diocesano, antica sede del principe-vescovo. Bressanone non è soltanto teatro (da osservare) ma spazio da vivere dove è imperativo il passeggiare lento, perseguendo la ricognizione dello spazio urbano – o quello dei paesi limitrofi – per scoprire, meravigliarsi e interrogarsi sul significato mitico di quanto ci troviamo di fronte. Un territorio mitico, in un certo senso, è l'oggetto del sogno della storia, su cui s'iscrivono o si manifestano sintomi, figure, ""scritture"""", regioni del desiderio. Questa guida nasce da continui e annosi vagabondaggi per paesi, masi, periferie, montagne e acque della conca brissinese, alla scoperta dell'arte e delle mani che l'hanno creata nel corso dei secoli. Una guida che vuole raccontare, per cenni essendo impossibile l'esaustività, il corpo di questa terra, il suo respiro impercettibile, le sue lingue e culture – tedesca, ladina e italiana coniugate sui muri e negli intagli lignei e nella pietra –, i fruscii sonori dei ritmi domenicali e di quelli lavorativi. Per una volta svestiamoci dei nostri panni quotidiani per indossare quelli degli innumerevoli viaggiatori che hanno attraversato questo territorio nel corso dei secoli, pronti ad accogliere ciò che stava fuori da se stessi, predisponendoci alla meraviglia, alla sorpresa, all'irruzione della bellezza della storia."" -
Splendido Sudtirolo dalle mille emozioni. 30 gite a piedi e in auto, a laghetti, borghi e cime dell'Alto Adige
Conoscete il Museo dell'Ape sull'altopiano del Renon / Ritten? Avete visitato Schlöss Prösels, lo splendido Castel Presule in valle Isarco? Sapete che a Schlöss Churburg c'è la più grande armeria privata d'Europa? E ancora: come appassionati di natura sarete conquistati dal canyon del Bletterbach, una gola in cui si può leggere la storia geologica delle Dolomiti, un'escursione che fa assaporare il gusto di un'avventura indimenticabile. Volete grandi panorami? Eccovi celebri vie ferrate, dalla Santner che porta alle Torri del Vaiolet alla Oskar Schüster che sale al Sassopiatto / Plattköfel, fino a quella sulle creste di Masarè ed a quella sulla Roda di Vael. Cercate i laghetti alpini? Scoprite il Gollersee oppure fate una puntata al grande lago di Kaltern / Caldaro. Volete immergervi nel territorio, nelle tradizioni che vengono da un affascinante passato? Ecco: dalla passeggiata Tappeiner a Merano / Meran fino agli affreschi venuti alla luce all'abbazia di Marienberg avrete solo l'imbarazzo della scelta. Infine, consentiteci un suggerimento inconsueto. Esiste anche la possibilità di vedere dall'alto l'intero Sudtirolo in miniatura: è offerta dal museo fermodellistico di MondoTreno, a Rabland / Rablà. E poi … molto altro ancora. Sempre con testi puntuali, fotografie ampiamente descrittive, cartine. -
L'ombra dell'apocalisse. La follia di pochi, una famiglia spezzata, come tante
1924. Un protagonista senza nome, perché non ci sono nomi dentro una guerra, ma solo vittime. Un giovane segnato per sempre nel corpo e nell'anima, come troppi altri che quel massacro non avrebbero mai voluto. Un'apocalisse che sopravvive dolorosamente nei ricordi, legati a scintille di umanità tanto più preziose in quanto scoccate nella più greve oscurità, ma non solo. Un antieroe, imbevuto di una cultura, forse un sogno, fiorente a cavallo del secolo così a Vienna come a Parigi, estranea alle contorsioni della politica e alla becera violenza dei nazionalismi. Una cultura che qualcuno definì antiquata, ma la storia si è incaricata di riconoscere in anticipo sui tempi. A quella, e all'amicizia, si aggrapperà per cercare di sfuggire al dolore e agli incubi, sopravvivere in un mondo sconvolto e ancora preda della stessa violenza e stupidità, che come un'ombra sembrano oscurare anche il futuro. -
Il bibliotecario. Un «topo di biblioteca» che si improvvisa investigatore. Ediz. integrale
Aldo, bibliotecario di Rocciacastello, è un quarantenne dalla vita routinaria, ordinata e fin troppo tranquilla. Si è invaghito di Marika, la figlia del commissario Giacomoni, ma lei lo considera ""SOLO un topo di biblioteca"""", uno che le avventure le vive esclusivamente nei libri. Come fare per stupirla? Zoe, ispettrice di polizia nella squadra del commissario Giacomoni, è una trentacinquenne dalla vita incasinata, disordinata e frenetica alla continua ricerca di un proprio equilibrio. Quando una giovane del posto viene uccisa alla Festa della Musica, questi due mondi opposti si intersecano per la prima volta. A seguire il caso è infatti Zoe. Aldo, da parte sua, nella copia di """"Delitto e castigo"""" che Lara, la vittima, aveva preso in prestito pochi giorni prima del suo omicidio, trova un foglietto, usato probabilmente come segnalibro, su cui la ragazza aveva scritto un misterioso indirizzo. Per il bibliotecario quella può essere una pista da seguire; per l'ispettrice, che sospetta di Sebastiano, il ragazzo di cui Lara era incinta e che è scappato dall'Italia in fretta e furia, no. Ma Aldo non demorde e si improvvisa investigatore per fare colpo su Marika. Tuttavia, il suo interferire nelle indagini, ritrovandosi spesso nei casini, fa infuriare Zoe. Ma nonostante l'incontro/scontro tra queste due visioni e vite all'opposto, tra Aldo e Zoe nasce col tempo una bizzarra amicizia, e mentre lui fa calare un po' di imprevedibilità nella sua vita abitudinaria, lei immette un po' di ordine nella sua vita incasinata. Marika invece cambierà idea su di lui? Il bibliotecario è un giallo coi toni della commedia, ambientato in una cittadina immaginaria del Trentino, con un protagonista goffo ma geniale, un """"topo di biblioteca"""" che si improvvisa investigatore per amore in """"un imprevedibile succedersi di eventi tragici dai sorprendenti risvolti umoristici"""" (dalla motivazione del Premio Papaleoni 2017)."" -
Geological landscape. Paesaggio geologico trentino. Nuova ediz.
"Pareti e pinnacoli che si ergono superbi su scuri boschi di conifere sono i muti testimoni di un tempo dimenticato, scritto nelle rocce e negli strati di terreno. Il loro è il tempo della Terra, dove le nostre unità temporali biologiche (anni) e storiche (millenni) sono sostituite da quelle geologiche (milioni e miliardi di anni). Qui, il tempo profondo è scandito e materializzato dagli strati rocciosi sovrapposti in pile potenti migliaia di metri, a volte regolari, più volte contorte, rotte e crollate. Ogni strato conserva una storia, ogni parete e ogni guglia possiede, in sé, la chiave per capirne l'origine. Le montagne non sono gelose e sono pronte a svelare queste storie a coloro che, con sguardo curioso, vogliano andare oltre le apparenze. Comprendere il linguaggio segreto delle rocce significa saper leggere in esse la storia del paesaggio, percepirne il movimento, persino prevederne la storia futura. È questo che hanno fatto Visintainer e Tomasoni. Hanno cercato di ascoltare ciò che le montagne sussurrano e, attraverso queste immagini, hanno cercato di fissarlo e consegnarcelo. Queste foto ci aprono una finestra su un mondo lontano, ci raccontano di isole sabbiose e mari tropicali, di terribili vulcani e di bianche scogliere, ma anche di boschi e prati, di vaste pareti rocciose e caldi tramonti. Attraverso queste immagini il paesaggio attuale viene descritto come il risultato di una lunga serie di processi la cui origine affonda nel cuore della Terra, mai dimenticando che l'intervento dell'uomo e la modifica della componente geologica ha un effetto diretto sulla sua trasformazione e sugli elementi biotici che trovano in essa caratterizzazione, habitat e sostentamento. È un modo diverso di vedere le nostre montagne. In esso la realtà naturale è fissata da un artista e schizzata dalla penna di uno scienziato; letta col cuore di chi tra queste montagne vive la propria esistenza e cerca ogni giorno stupore e storie nuove da raccontare. Attraverso i loro scatti e le loro descrizioni, gli autori ci fanno capire che gran parte di questa lunga storia è custodita sotto i nostri piedi, in ogni luogo delle nostre Alpi. Antichi popoli di nomadi e cacciatori, animali misteriosi e grandi dinosauri riposano nel cuore della nostra terra. Vulcani, terremoti, frane e ghiacciai hanno plasmato il nostro mondo. Imparare a conoscerne almeno una parte, significa, forse, scoprire le radici più profonde della nostra esistenza."""" (Marco Avanzini)" -
Trento nuova. Le sue strade, le sue storie
Lo scopo di questo lavoro è quello di raccontare le strade della grande parte di Trento che è nata fuori delle mura. Si tratta di una ""guida non turistica"""" di quei nuovi rioni urbani che, dopo avere abbracciato le zone più vicine alla città storica, si sono distesi lungo il fondovalle. L'area di interesse della prima parte è quella verso sud tenendo come asse di separazione via Grazioli e via Verdi, così da illustrare vie e rioni presenti nel ventaglio meridionale della città avendo come limite l'area di Man. Nella seconda parte l'attenzione è rivolta al ventaglio nord arrivando, compreso Piedicastello, fino alla zona di Centochiavi. Perché raccontare queste strade? Perché dal punto di vista storico e urbanistico rappresentano la """"Trento nuova"""", quella che si è buttata fuori delle mura e che nel corso di un secolo e poco più, nel bene e nel male, ha riempito il fondovalle. È anche l'area in cui i tanti trentini vivono, lavorano o comunque dove transitano nello spostarsi dentro la città. Di quelle strade forse non hanno ancora conosciuto il come e il perché sono state tracciate, da quali edifici sono accompagnate, di quali storie si sono sostanziate. Il tentativo è proprio questo, offrire la """"guida non turistica"""" delle strade cittadine che percorriamo tutti i giorni aiutando a pensare che percorrere una strada è come attraversare una storia. È evidente che non si possono raccontare le vie, con quanto in esse è avvenuto, senza tenere in considerazione il contesto geografico e il come la città si è sviluppata..."" -
Racconti kenyoti. Ricordi e suggestioni di viaggio in Kenya
"Con grande sensibilità emotiva, Franca Valenti ci presenta la “sua Africa” che diventa immediatamente la “nostra” perché cogliamo un’emozione in più, preziosa per la nostra mente e per il nostro cuore, un tassello di vita vissuta che stimola la nostra sensibilità e la traghetta verso nuovi traguardi emotivi."""" (Daniela M. Di Giusto)" -
Bolzano scomparsa. La città e i dintorni nelle vecchie cronache. Vol. 10
Iniziata quasi per scommessa nel 2009, la serie libraria ""Bolzano Scomparsa"""", è arrivata al suo decimo appuntamento. Le vicende di cronaca e storia che l'Autore di anno in anno ha raccolto dai giornali stampati a Bolzano nel secolo tra il 1850 e il 1950 hanno avuto ed hanno successo. Sono sempre più numerosi i bolzanini che s'interessano alle cronache, alle curiosità, ai personaggi che hanno animato le vicende di questa città, e non solo. Tanto da suscitare non poche altre iniziative volte a seguire gli stessi percorsi. Attraverso gli articoli e i volumi intonati alla """"Bolzano Scomparsa"""", i bolzanini imparano a conoscere la città, i suoi dintorni, personaggi e persone. A dare un senso più profondo al loro animare queste strade, queste piazze, questi scorci."" -
Forèst ...Allora sognavo d'andare lontano. Ediz. integrale
Forèst è il ritratto di un luogo e delle sue genti. Ambientato in un piccolo paese del Trentino, intreccia le storie di tre personaggi, in un confronto generazionale che coinvolge gli ultimi ottant’anni. La protagonista, una bambina degli anni ‘90 alle prime esperienze di vita, s’immerge curiosa nel passato dei suoi anziani parenti, scoprendone i valori che accompagneranno la sua formazione sino all’età adulta. Le sue prime volte, le piccole questioni che la smuovono sono un pretesto per conoscere le vicende dei veri eroi di questo romanzo: due anziani parenti che conosceremo attraverso le avventure epiche della loro giovinezza. La nonna, figura rassicurante ma anche misteriosa, custodisce una corrispondenza che svelerà alla nipote un insospettabile passato di collaboratrice della Resistenza. Il prozio anarchico e solare racconta il viaggio clandestino per raggiungere la Francia e la sua esperienza travagliata di migrante negli anni ‘50, fino al suo definitivo rientro in paese, dove diventa per parenti e conoscenti un saldo punto di riferimento. Attraverso la vita della protagonista si intersecano universi separati dal tempo, ma accomunati dall’appartenenza ad una solida cultura paesana e alpigiana. Cos’hanno in comune una partenza clandestina, una lettera d’addio datata giugno 1944 e una cassetta dei Nirvana che gira a vuoto? -
Le ricette di TizianaManiInPasta ...E non dimenticate di essere felici
«Quando Tiziana Mazzotta, alias TizianaManiInPasta, mi ha chiesto di presentare il suo primo libro ""Le Ricette Pugliesi e non solo di TizianaManiInPasta"""", confesso di aver provato un po' di timore, ma, anche, tanta curiosità. Le ricette, la cucina in generale, non sono il mio forte. Non amo cucinare, ma amo mangiare bene. Da giornalista, però, ho accettato subito, mi è sembrata una bella sfida. Tiziana mi ha conquistato subito con la sua spontaneità, la dolcezza e la semplicità. Parlando con lei, ho scoperto il suo mondo fatto di amore per la famiglia, per le tradizioni della sua terra, un mondo di valori che, a volte, sembrano non esistere più. È sempre impresso nella sua memoria, il ricordo della nonna Titina, da cui ha """"ereditato"""" la passione per la cucina. Tiziana si commuove se riceve dei complimenti e """"affronta"""" la popolarità che l'ha investita, con semplicità e allegria. Tiziana è popolarissima sui social, un vero fenomeno, ma è proprio con il suo primo libro, che, da virtuale, il rapporto con tutti quelli che la seguono, è diventato reale. Grazie a lei, ho scoperto che esistono, ancora, le tradizioni che vengono tramandate di generazione in generazione. Ed eccomi qua a scrivere la prefazione per il suo secondo libro che, sicuramente, sarà un altro successo. Ovviamente, la curiosità mi ha spinto a leggere alcune sue ricette e, magari, un giorno, cucinerò qualcosa per la mia famiglia, cercando di comunicare lo stesso amore. TizianaManiInPasta, sei veramente speciale.» (Anna Consales)"" -
L'odissea di Abramo. 1914-1918: fatica, paura e morte nel diario di Celli, soldato di Valsugana. Ediz. integrale
Il diario di guerra di un uomo trentino (tirolese italiano all'epoca) che ebbe la ventura di attraversare in armi l'intero conflitto e praticamente su tutti i fronti geografici su cui ebbe a scontrarsi l'Impero austro-ungarico: dalla Galizia, dove fu spedito due volte, alla Romania, dalla sua terra, sia sul lato lombardo che su quello veneto, che in territorio friulano e veneto. Una vicenda particolare quindi, una storia di guerra molto complessa: che portò Abramo Celli di Tezze, in Valsugana, ad essere ferito due volte, a veder morire sui campi di battaglia compaesani ed amici, ad assistere in territorio italiano conquistato ad uno scoppio immane. Simile a quello che durante la stessa Prima guerra mondiale sconquassò la sua Tezze, danneggiando anche la sua abitazione da cui moglie e figli, genitori, erano stati comunque precocemente sfollati. In una delle pagine più violente, indegne ed insensate della storia umana. -
Ottant'allora. Il calcio (e molto altro) nei ricordi e nella cronaca degli anni '80 del Novecento
Gli Anni 80: fuochi artificiali nel cielo della Storia. Una serie di avvenimenti epocali, lieti e drammatici, a caratterizzare un Decennio che ha marcato in modo indelebile la società in tutti i suoi aspetti. Noi, adolescenti di quegli anni, sentivamo dentro un'energia straordinaria, seducente e rischiosa. I germogli sbocciati con armonia e grazia negli Anni 70, esplodevano ora in tutta la loro ridondante fioritura, impazienti di sperimentare il Nuovo che avanzava imperioso. Tecnologia sempre più moderna e irruente, nuovi ideali, l'apparenza che sostituiva l'essenza: ecco gli Anni 80 e la voglia di viverli immergendosi totalmente in quel clima da nuovo ""boom economico"""". La """"Milano da bere"""" diventa il simbolo, frivolo e godereccio, di quel periodo, dove anche la classe politica subiva il rinnovamento generazionale, tra arrivisti spregiudicati senza scrupoli e statisti di spessore che combattevano per la legalità. Tuttavia, tra tanto benessere inseguito e anelato, si incorre in eventi tragici a segnare un periodo denso di drammaticità. Terremoti, attentati, sciagure e, per la prima volta nella storia, le spaventose conseguenze di un disastro nucleare. Il mondo dell'informazione e dell'intrattenimento è sconvolto ma anche arricchito dall'arrivo delle TV private su scala nazionale. Oltre a stimolare il polo pubblico a fornire maggior qualità, si rivelano un'arma formidabile per plasmare le masse ad una comoda ed innocua """"partecipazione sociale da poltrona"""", ad una sorta di disimpegno socio-politico che si è poi concretizzato nei decenni successivi. A noi, che cerchiamo di appassionare coi ricordi legati soprattutto al calcio, rimane un patrimonio immenso e servirebbe ben più di un libro per raccoglierlo compiutamente. Dal ritorno degli stranieri in serie A, al Mundial 82, dalle Coppe europee terra di conquista per le squadre italiane, agli scudetti storici della Roma, del Napoli di Maradona e, soprattutto, dell'Hellas Verona. E il Rovereto che torna a far parlare i tifosi in città..."" -
La grande ruota
Piccoli e grandi lettori vivranno con Michele una magica avventura alla scoperta delle proprie emozioni. Londra, animali esotici, suonatori bulgari e nocciole caramellate: un racconto a dir poco vertiginoso. Età di lettura: da 6 anni. -
Diario familiare. Dalle memorie di Luigi Sartori, storie di famiglia, di comunità, di amicizia e di guerra. Valsugana, Sud Tirolo, Austria 1883-1918
Scoprire in una vecchia cantina un diario ""lungo"""" 35 anni è una circostanza non comune, è un fatto eccezionale, un vero colpo di fortuna se ci accorgiamo che le prime pagine riportano come data, addirittura quella del 1883: un altro mondo. Rinvenuti assieme ad alcune casse di preziose lastre fotografiche della Prima Guerra Mondiale (pubblicate in appendice), i diari di Luigi Sartori narrano vicende di famiglia, di comunità, di vita e di morte ai tempi dell'Impero austro-ungarico e ben poco importa se l'ambientazione è quella di Roncogno, un minuscolo paese della Valsugana, perché le memorie, le sofferenze e le emozioni di questi scritti sono le stesse di tutto il popolo del Tirolo. Un popolo antico che visse in pace per secoli in questa terra di confine, condividendo e mescolando culture del mondo germanico con quello italiano. Nemmeno con il giungere della guerra il racconto di Luigi si interrompe: lui continuerà anche allora, come un cronista della Storia, a documentare i fatti da un punto di vista del tutto privilegiato. Seppur passato più di un secolo da quel torno di tempo, sembra quasi di vederlo ancora oggi, Luigi Sartori, curvo ogni sera sulla sua scrivania, alla luce fioca di una lanterna annotare ininterrottamente sui suoi """"Almanacchi"""" le notizie del giorno trascorso. Notizie a volte sintetiche e frammentate, a volte tristi o liete, ma sempre immagini di vita vissuta da protagonista e mai da spettatore. Notizie che attraversano un'epoca e che assistono attonite a un mondo che cambia e che non tornerà mai più. E se quella di Luigi è certamente la storia di un uomo dell'Ottocento, se la sapremo guardare con altri occhi ci renderemo conto, con meraviglia, che la sua è anche la nostra storia, quello che siamo e ciò che eravamo."" -
La Venere di Hayez
Trento, estate del 1830. Francesco Hayez, primo pittore d'Italia, è in città per eseguire il ritratto della ballerina Charlotte Chabert. Il committente dell'opera è il conte Girolamo Malfatti, ultimo esponente del suo antico casato, che su questo affare mantiene il più stretto riserbo. I conoscitori d'arte locali sono in subbuglio e tentano invano di saperne di più sul dipinto e sulla stessa modella. Il podestà Benedetto Giovanelli si dice convinto che l'avvenimento gioverà alla città, rianimando sulle rive dell'Adige il culto delle belle arti, ma c'è chi giura che non tarderà a scoppiare uno scandalo. Si mormora infatti che la bella Charlotte sia in realtà l'amante di Malfatti, e che per mantenerla egli stia dilapidando il cospicuo patrimonio familiare. Inevitabilmente, nella buona società cominciano a circolare le illazioni più piccanti. Il cavaliere Giovanni de Maffei, che pure frequenta il gruppo dei “conoscitori”, sembra essere l'unico a non appassionarsi del caso. Un tarlo s'insinua tuttavia nei suoi sogni di uomo sposato: un corpo nudo e un nome. -
Il richiamo del male. Accadono cose molto strane nella tranquilla cittadina di Confidence
Che ci fa un cervo imponente a spasso per una tranquilla cittadina americana? E perché si avvicina alle persone e alle loro case, fissandole con uno sguardo intenso, penetrante, affatto intimorito? Una forza ancestrale si va risvegliando, a turbare la placida quotidianità della città di Confidence. Un oscuro potere in grado di manipolare gli esseri viventi, muovendoli a compiere azioni malvagie, talvolta fatali, si va realizzando. Ogni apparizione del cervo misterioso è infatti preludio di avvenimenti indecifrabili, presagio di un male più grande. Animali che impazziscono improvvisamente, donne che scompaiono, persone perbene che stravolgono la propria identità per trasformarsi in pericolosi assassini. La situazione degenera, la polizia si affanna da un capo all'altro della città, in cerca di una spiegazione e soprattutto di un colpevole. In mezzo a tutto questo c'è Mike, un timido giovane dall'esistenza solitaria con un dono speciale che lo contraddistingue. Guidato da forze benefiche si ritroverà, suo malgrado, ad affrontare con coraggio un destino che non avrebbe mai lontanamente immaginato. Ma in fondo non tutto si può capire. Non tutto si può spiegare. Lo scontro tra il bene e il male resiste sin dalla notte dei tempi, convivendo nell'animo umano in un'antitesi talvolta lacerante. Occorre imparare a fronteggiare le contrapposizioni tra forze buone e forze malvagie, senza scardinare il confine della loro convivenza, perché il richiamo del male è sempre in agguato, pronto a risorgere, non appena riesca a trovare qualcuno che lo raccoglie.