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La tana del lupo
"Le pagine scorrono come acqua sorgiva, fresca, nuova. Si rincorrono le parole rotolando come ruscelli in mezzo ai boschi, alla ricerca di un punto di partenza per una nuova vita. Pensieri e sentimenti, paure e riflessioni, corsi e ricorsi della vita, mentre il mondo soffre delle nostre manipolazioni. La mia penna disegna e scrive un percorso di rispetto indirizzato alla natura tutta: persone e animali, ambienti e idee. Posso fare ben poco da sola per la difesa del territorio, per l'educazione alla tutela dell'ambiente naturale, se non dare esempi di convivenza pacifica e produrre piccoli progetti per una vita migliore prima che sia tardi, per passare ai nostri figli il testimone della tutela assoluta del meraviglioso pianeta che ci è stato regalato integro."""" (l'autrice)" -
Forte Belvedere Gschwent. Guida all'architettura, alla tecnica e alla storia della Fortezza Austro-Ungarica di Lavarone
Forte Belvedere Gschwent, la fortezza austro-ungarica di Lavarone, è oggi una delle testimonianze più significative della Prima guerra mondiale sul territorio italiano. Realizzato dal Genio militare asburgico nel triennio 1909-12, il Forte ebbe il compito di arrestare l'avanzata delle truppe italiane dirette verso Trento in un settore del fronte particolarmente delicato. Su questo altipiano, infatti, si scatenò una delle più cruente battaglie della guerra e Forte Belvedere, sebbene sottoposto ai pesanti attacchi dell'artiglieria nemica, seppe resistere e svolse pienamente la sua funzione anche sotto i micidiali bombardamenti dei mortai da 305 mm. Questa pubblicazione si propone di spiegare la storia e gli aspetti tecnici di Forte Belvedere, per far comprendere le particolarità di una delle rare fortezze di moderna concezione ad essere giunte integre fino ai giorni nostri. Il volume riporta anche le vicende del primo anno di guerra attraverso le cronache giornaliere del comandante del Forte ed è corredato da disegni esplicativi e da una ricca documentazione fotografica. -
I fiori più belli del Trentino-Alto Adige
Le passeggiate e le escursioni in Trentino-Alto Adige ci regalano non solo paesaggi e panorami spettacolari ma anche occasioni per incontri ravvicinati con fiori e fioriture che sono parte integrante di tale ""spettacolo"""". Questo libro è dedicato a loro, ai fiori più """"vanitosi"""" delle nostre montagne, quei fiori che sembrano fare di tutto per attirare l'attenzione. Del resto, questo è esattamente il loro scopo."" -
Presepi nel Tirolo storico. Storia delle rappresentazioni natalizie e quaresimali in Trentino, Sudtirolo e Tirolo
Oggi ogni paese e ogni chiesa del Trentino, dell'Alto Adige e del Tirolo allestisce il proprio presepe, utilizzando i più svariati materiali fino a servirsi di persone vere e proprie. È una tradizione ricca, che si rinnova anno dopo anno, che affascina il mondo degli adulti e quello dei fanciulli. La costruzione dello stesso è un atto “famigliare”, comunitario, teso a creare relazioni e consolidare rapporti. Forse per tutto questo il presepe – quello natalizio ma anche quello dei presepi quaresimali, che s'incontrano in Sudtirolo e nel Tirolo – è a tutt'oggi uno degli elementi religiosi e sacrali più importanti dell'anno liturgico e dell'anno famigliare. Il libro vuole raccontare ciò che si è dimenticato, il ruolo, il simbolo, le metafore di ogni personaggio, di ogni scena, di ogni gesto che forma il presepe. Ripercorrendo la storia del presepe natalizio e di quello quaresimale nel Tirolo storico si delinea anche una storia dell'arte poco studiata e poco approfondita, una storia dell'arte popolare e colta che si mescola continuamente, attraversando stili come quello bizantino presente nello stipite della Porta d'Aricarda nel Santuario di San Romedio e quello barocco dei gesuiti della Chiesa di Gesù a Innsbruck, passando per i presepi neoclassici presenti nelle sale dell'Hofburg di Bressanone per arrivare all'arte popolare tirolese dell'Ottocento e del Novecento con lo Storicismo e il Naturalismo. Nella metà del XVIII secolo le riforme anticlericali dell'illuminismo vietarono anche nel Tirolo l'allestimento dei presepi in chiese, monasteri e residenze principesche, dando l'avvio però alla grande stagione dell'arte presepiale privata. -
Hard boiled Bozen. Storia di una vendetta violenta
Nella tranquilla città di Bolzano, un giorno all'improvviso, spariscono due donne: una madre con la sua bella e giovane figlia, giunte da Mantova nel capoluogo bolzanino per ragioni decisamente curiose. Un accadimento misterioso, apparentemente inspiegabile che darà il là ad una serie di inquietanti eventi. Le tracce sono poche, in un crescendo di situazioni losche ed inquietanti – omicidi, inseguimenti, incidenti – a cui il sovrintendente Gino Barrani dovrà dare una correlazione e trovare un senso. Per farlo si avvale dell'aiuto del Kultural, un dotto professore dai curiosi interessi in cui il poliziotto si imbatte casualmente. Oltre ad appassionarsi di filosofia, il letterato si intende anche di cinema horror, voyerismo e pratiche sessuali sadomaso. Coinvolgendo un paio di amici fidati, l'uomo si impegnerà a svolgere delle ricerche parallelamente all'attività della polizia, con un approccio diverso, seguendo piste inusuali e meno ortodosse, ispirate dalla sua conoscenza di rituali sessuali violenti e morbosi. Il percorso però non è esente da rischi, nemmeno per i più coraggiosi ed accorti. -
Destini incrociati. Una storia di coraggio e solidarietà, in Trentino, dopo l'8 settembre 1943. Ediz. integrale
Perché pochi giorni dopo l'8 settembre 1943 arrivarono in Valle di Primiero decine di prigionieri inglesi, alcuni fermandosi, modificando il destino di coloro che diedero loro accoglienza, molti passando oltre, cercando di arrivare in territorio veneto? Arrivarono da soli o li condusse qualcuno? Quanti erano? Quanti riuscirono a sfuggire ai nazisti? Conosciamo i loro nomi? Chi furono i primierotti che li aiutarono, pagando un pesante scotto per tale gesto di umana solidarietà? Quanto accaduto non si sarebbe mai potuto svelare nella sua reale dinamica se Elena Albertini, dopo la morte del padre Remo – Presidente della Provincia autonoma di Trento, Presidente del Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige e Assessore Regionale all'Industria negli anni Cinquanta e Sessanta –, non avesse trovato nell'archivio personale, cinque fogli ingialliti sui quali era raccontato cosa accadde nel campo prigionieri di guerra di Bellamonte quando, nella confusione seguita all'Armistizio, suo padre prese la solitaria iniziativa di salvare gli inglesi dalla furia nazista. Una storia di coraggio e accoglienza. -
La bicicletta rossa
Valentino Stolfi, con la sua inseparabile bicicletta rossa è il filo, mai così appropriato, rosso, di questa storia. Ma non si può parlare di Valentino senza la sua inseparabile moglie Gina, bionda dagli occhi azzurri, dal carattere dolce ma forte nell’ideale come quello del marito, la compagna della sua vita nella gioia e nel dolore. rnUna narrazione che si svolge nell’arco di sessant’anni nel mini rione di Trento della Busa. La bicicletta l’aveva dipinta lui di rosso in pieno fascismo. Valentino è un personaggio reale, lo posso testimoniare, perché era un collega di mio padre alla tipografia Saturnia. Me lo ricordo al suo tavolo di lavoro, avvolto in un acre profumo di piombo, d’inchiostri e in mezzo ai sordi rumori ripetitivi delle stampanti. Sembrava un chirurgo, tanto era veloce e preciso con la pinzetta, a estrarre dal contenitore e riporre i caratteri di piombo delle lettere alfabetiche nella composizione della pagina da stampare. Una persona buona come il pane. Ma non provocatelo sulla politica, perché lui è un sognatore di fede comunista, rossa come il colore della sua bicicletta che non ha mai voluto cancellare. Personaggi reali sono anche il Doro Detassis, il Quinto Battistatta combattente delle Brigate Internazionali in Spagna e i due giovani martiri, Rodolfo Belante ed Enrico Zancanella, picchiati a morte dalle squadracce fasciste. Mentre sono liberamente immaginati quelli di Vasco e Dalia. Nei sedici, brevi ma intensi, episodi-capitoli del libro, le persone sono magistralmente pennellate dall’autore come ritratti espressionisti dai caratteri indimenticabili. -
Le Canarie. «Salvo poi tornarci ogni volta...». Note di viaggio
"Sono stata più volte alle Canarie ed ogni volta mi prefiggevo di non tornare, in base al principio che il mondo è troppo grande da visitare, ma puntualmente vi era un'attrazione - non attrazione un po' subdola e sfuggente.""""" -
Sorrydendo con Frangi. Vol. 3
Ettore Frangipane (Frangi) ha disegnato per ottant'anni. E anche più. Dopo i lontanissimi esordi, la cui eco si è limitata all'ambito familiare, la sua attività si è allargata, inondando infaticabilmente redazioni ed editori. Quante le sue vignette negli anni? Sicuramente migliaia. Forse decine di migliaia. Ma lui non se n'è mai detto soddisfatto. Sostiene che gli è mancato l'acuto, lamenta di non aver saputo raggiungere l'eccellenza di un Jacovitti, il disegnatore che in assoluto predilige. Ma si stupisce anche del fatto che tanti disegnatori di dubbie capacità siano riusciti e riescano tuttora a piazzare i loro disegni su testate prestigiose. Insufficienza colpevole, la sua, di tratto o contenuti? Forse Frangi è stato danneggiato dalla perifericità di Bolzano. Forse dalla sua incostanza nel produrre. Sta di fatto che adesso ha deciso di abbandonare le vignette, per dedicarsi ad altro. È nato così, come un ultimo suo saluto a chi lo ha seguito nei decenni, questa raccolta che nel titolo ricorda altri due volumi precedenti, pubblicati da un altro editore (“Catinaccio”, di Waldimaro Fiorentino, Bolzano): “Sorrydendo con Frangi” (2002 e 2005). Non c'è due senza tre, ed ecco così uscire ora “Sorrydendo con Frangi (3)”. È un lungo sorriso che prende l'avvio dal primo disegno di Frangi ispirato ad un uomo che starnutisce, tracciato quando aveva appena quattro anni. Un'immagine ironica e anticonvenzionale, che già nel 1939 faceva presagire le sue doti ispirative, imbevute di ironia. Poi una lunga sequela di disegni, che illustrano la sua evoluzione stilistica: da figure un po' rigide, un po' legnose, all'accentuarsi del movimento. Da testi un po' ovvii, a battute più articolate. Dall'essenzialità del bianco-nero (dovuta alle scarse risorse tecniche del passato), alla completezza del colore. Nelle pagine di questo volume c'è tutta la parabola ascendente di Frangi. C'è una vita vissuta all'insegno del sorriso. Ma anche la malinconia di un addio. -
Codice Brandis. I castelli della Val d'Adige, della Val di Non e della Val di Sole. Vol. 2
Custodito per secoli in mani premurose, il Codice Brandis è una raccolta di disegni di castelli, città fortificate e residenze nobiliari presenti nella Contea principesca del Tirolo agli inizi del Seicento. Mirabilmente eseguiti da un esperto quanto sconosciuto artista su commissione del barone Jakob Andrä Brandis di Lana, i 105 disegni raccolgono centinaia di vedute suddivise per aree geografiche, ora pubblicate per la prima volta dall'associazione culturale Tangram di Merano. In questo volume vengono presentati 35 disegni con 114 vedute disseminate lungo la Val d'Adige, la Val di Non e la Val di Sole. Se le raffigurazioni possono ridare vita e splendore alle residenze nobiliari, le preziose informazioni fornite dai quattro saggi introduttivi consentono di contestualizzare il Codice Brandis in un periodo storico assai turbolento, caratterizzato dalla Guerra dei Trent'anni e dall'arrivo della peste, tra i drammatici cambiamenti climatici e il persistere di paure collettive ancora fortemente legate alla cultura medievale, tra l'apertura di grandi vie di commercio tra nord e sud Europa e sensazionali scoperte scientifiche. -
Vite nel Kaos. Storie, voci, volti ai tavoli di un bar. Ediz. integrale
Al bar Kaos, si intrecciano le storie di vita di tante persone. Ognuno ha i propri pensieri, ognuno ha i propri problemi. Un crocevia di varia umanità, un affresco di personaggi che lascia intendere che ognuno di loro possiede storie interessanti da raccontare. Sfilate di solitudini umane, di fallimenti, tormenti ma anche sorrisi e speranza, si alternano ai tavoli di un bar, luogo della socialità e dell'allegria, e ci suggeriscono come in realtà molti di noi per la maggior parte del tempo indossino una maschera, per celare un'identità o una ferita con cui si fa fatica talvolta a convivere. Quindici racconti che ci fanno riflettere sulla vita, sui suoi casi tanto vari e diversi, sulle diverse esperienze delle persone, ciascuna con il proprio Kaos dentro di sé. Per la mitologia greca, come spiega il gestore del bar, il kaos indicava infatti lo spazio aperto, il vuoto da cui tutto ha avuto inizio. Un vuoto riempito di storie. -
L'orizzonte dei sogni-Der horizont der träume. Ediz. bilingue
Die Gedichte dieser Lyrikerin kreisen um das Leben, seine Zeitlichkeit und doch zugleich Einmaligkeit, die jeder bewusst und wesentlich gelebte und nicht wiederholbare Augenblick dem Menschen schenkt. Aber sie kennt ebenso die Bürde des Lebens, dass dem Menschen das Sprechen schwer fällt, ja unmöglich wird und dieser sich dann allein durch das Schweigen in eine vor ihm entstehende Welt der Erinnerung zu retten vermag: Le poesie dell'autrice sondano la vita, la sua temporalità e nello stesso tempo la sua unicità, che ogni attimo dona all'uomo se viene vissuto coscientemente nella sua irripetibile essenza. L'autrice conosce altresì quanto possa essere grave il peso della vita che può toglierci la parola, renderci impossibile il parlarne, tanto che a volte ci si può salvare solo in un mondo di ricordi che affiorano alla mente nel silenzio della parola. Hubert Michelis -
La manutenzione dell'universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri. Ediz. integrale
Quanto può restare un essere umano senza mangiare, bere e dormire? Maria Domenica Lazzeri 14 anni di fila, pare. Protagonista ogni venerdì di una morte apparente. Sulle mani, sui piedi e sulla fronte sangue che ignora la forza di gravità. Questo il quadro in cui si svolgono le straordinarie vicende di questa donna vissuta nella prima metà dell'Ottocento in Trentino. Vicende che, nonostante una popolarità di livello continentale, non sono mai riuscite a emergere del tutto. Con questo libro Pino Loperfido porta a compimento una ricerca durata oltre vent'anni. E lo fa con una narrazione quasi in forma di romanzo in cui letteratura, storia e scienza si intrecciano con le sue più intime memorie personali. Tra le pagine, infatti, spunta ben presto una seconda, inattesa protagonista. È Teresa, la madre dell'autore, mancata nel 2008. ""La manutenzione dell'universo"""" è un racconto dai diversi registri letterari. È un libro del lutto, ma è anche una cronaca giornalistica; è un moderno memoir e allo stesso tempo un romanzo gotico."" -
La sera cala senza rumore. Tra le montagne trentine, lasciarsi rapire dall’infinito. Itinerari insoliti in Lagorai e Adamello Brenta
La montagna vissuta come passione, come sfida, come luogo di stupore e di amicizia, con un pizzico di sana incoscienza. Itinerari di fatica, di incontri con personaggi memorabili, a stretto contatto con la natura, armati solo di cartina e bussola. Peso improbo sulle spalle e tanti imprevisti e pericoli da affrontare e vincere. La magia del fuoco e del cielo illuminato da migliaia di stelle, il respiro del silenzio, i sussurri dei monti, i colori che soltanto il sole del primo mattino riesce a regalare... Avventure uniche e vere immersi nelle montagne, in un Trentino ancora incontaminato, nei territori più nascosti e suggestivi del Lagorai, dell‘Adamello Brenta e non solo. Prefazione di Sergio Martini. -
Dalle tradizioni antiche ai giorni nostri di TizianaManiInPasta
"Lo sapete, io mi sento rappresentante della cucina della mia terra, quella pugliese. Una cucina povera, ma ricchissima, con la quale si possono realizzare piatti rustici e, allo stesso tempo, con gli stessi ingredienti, ottenere un piatti molto raffinati. In questo terzo volume, tra le altre cose, ho voluto dare modo a tutti gli appassionati di poter lavorare al meglio, a seconda del proprio gusto e delle proprie priorità. Ad esempio, con i panificati ci sono lavorazioni con lievito madre, lievito di birra, secco e istantaneo... Perciò ognuno potrà procedere a proprio gusto. E questo vale anche per le conserve e le confetture: ci sono delle preparazioni che possono fare a meno del classico bagnomaria, semplicemente coprendo i vasetti con un canovaccio fino al completo raffreddamento... in questo modo si attiva il processo del sottovuoto.""""" -
Il vino dalla parte del cuore
È davvero possibile parlare di un vino sdoganando gli stereotipi classici legati ai tecnicismi che ancora sussistono? Riportare con semplicità un vino per immagini, suoni ed emozioni? Trasmettere quel vino a chi in quel momento non lo ha degustato? I profumi e gli odori che si possono trovare in un calice sono ogni volta paragonabili ad un viaggio unico dove ognuno di noi torna diverso e ricco di esperienza. Chimiche segrete. Non è importante aver bevuto milioni di calici, è più importate averne bevuti il giusto ma nel giusto modo e alla giusta frequenza emozionale. Non è importante aver letto mille libri sulla materia, è più importante portare sempre con sé la curiosità e la leggerezza di non sentirsi mai arrivati. Il vino in fondo è poesia liquida nel calice, tutto il resto verrà da sé. -
Le due apocalissi, gli ultimi. Ciò che rimane dei 30.000 trentino-tirolesi partiti per il Brasile
Per incredibile che possa apparire, a 146 anni di distanza dall'arrivo in Brasile delle prime centinaia di contadini trentino tirolesi, ci si imbatte ancora nel grande paese latinoamericano in persone anziane che come prima lingua hanno appreso un dialetto trentino. Ma forse sarebbe meglio dire un dialetto trentino-brasiliano, viste le logiche entrate nella lingua parlata, di termini portoghesi o portoghesi ""trentinizzati"""", spesso riferentisi ad oggetti e concetti che non esistevano al momento dell'arrivo di quei circa 30.000 contadini. Ma la lingua è un contenuto essenziale di una cultura. E quindi dietro quell'idioma, che ormai tutti definiscono taliàn, vista la forte presenza nel sud del paese di comunità italo-brasiliane (a maggioranza veneta, lombarda, trentina e friulana) si delinea una cultura che porta con sé tratti che ancora ricordano quella che venne dall'Europa. Ecco perché nel 2018 l'autore di questo volume ha cercato, e trovato, delle anziane coppie di trentino-brasiliani, in 5 località che erano o sono ancora definibili trentino-brasiliane. Con loro ha registrato delle lunghe interviste che qui ripropone. Affiancandone una, raccolta ai primordi delle sue indagini, quando credeva, sbagliando, che la memoria trentina in Brasile si stesse definitivamente spegnendo. Qui, quindi, sono riproposte le conversazioni avute con le sei coppie di anziani contadini, ormai da generazioni brasiliani ma con comportamenti, valori e miti che molte volte sono provenienti dalla terra di origine degli avi: lingua, cucina, religiosità, ma anche architettura rurale e strumentistica agricola, tra le altre cose. Per riscoprire un Trentino tropicale e subtropicale ma anche brandelli di tradizioni che da noi sono sparite. O, anche, sono state recuperate da poco tempo in termini di folclore, proprio quando stanno morendo in Brasile. Per i più anziani tra di noi, un tuffo nei ricordi di padri e di nonni. Per gli studiosi della nostra cultura, uno strumento in più per cercare di mettere insieme il puzzle della """"trentinità"""". Per molti una lettura appassionante, con quel sentimento del tempo che ha i colori della dolcezza e della malinconia."" -
Da Hofer a Klotz nel segno dell'Heimat. Dall'Anno Nove alla Notte dei fuochi
Sappiamo come il dettato della politica abbia modificato la ricostruzione degli eventi storici e lo continuò a fare per via di quell’errore che si propaga, si moltiplica e non viene cancellato. Colpa, forse, dell’indifferenza di personaggi indicati come storici e dei giornali che, pressati dalla necessità di informare il più rapidamente possibile – e in quel passato diventato improvvisamente remoto per l’avanzare della tecnologia – non ebbero il tempo di porsi troppe domande. Perché si doveva raccontare l’attentato, la sparatoria, il rastrellamento, i posti di blocco, gli arresti e non c’era il tempo, e in qualche caso la voglia, per domandarsi perché il popolo del Tirolo si era ribellato – o comunque con il silenzio aveva coperto i partigiani (o ribelli, o terroristi) – agli Italiani. -
Alto Adige o Südtirol? Storia di un rapporto difficile
Gli anni compresi tra il 1957 e il 1969 e ancora, quelli che vanno dal 1978 al 1988, in Alto Adige vengono ricordati come gli anni delle bombe. Il secondo dopoguerra, infatti, fu segnato, in quella regione, da uno scontro esasperato a tal punto da causare una forte ondata di violenza. Al termine della Seconda guerra mondiale, il governo austriaco e quello italiano, assieme alle Potenze vincitrici, si ritrovarono a dover regolare la questione dei confini: la Grande guerra, infatti, aveva lasciato in eredità un territorio abitato in prevalenza da persone appartenenti, per lingua e cultura, al mondo tedesco, che neppure i vent'anni di dittatura fascista erano riusciti ad azzerare. Una minoranza che, in quella parte del Paese rappresentava una maggioranza preponderante: questa l'eredità che il governo di Roma si trovò a dover gestire una volta deposte le armi. Il grande lavoro diplomatico, che portò all'Accordo Degasperi-Gruber, vide schierate due posizioni diametralmente opposte: quella italiana, che mirava al mantenimento dei confini, e quella austriaca che sperava in un ritorno, del Sudtirolo o almeno di una parte di esso, al proprio territorio. -
La terra fra i monti. Alto Adige: una storia illustrata nelle tavole di Giorigio Trevisan. Ediz. illustrata
Grazie al fascino delle tavole di un vero maestro dell'illustrazione qual è Giorgio Trevisan, il volume invita a conoscere le più importanti vicende di un territorio (corrispondente all'attuale Alto Adige-Südtirol) che sin dalla preistoria ha svolto un ruolo di ""cerniera"""" per i contatti, le influenze e gli incontri tra Nord e Sud dell'Europa. Un racconto illustrato in cui sfilano i più famosi personaggi e avvenimenti, riguardo ai quali talvolta storia e leggenda si sono intrecciate: dall'uomo del Similaun (alias Ötzi) ai “misteriosi” Reti e alle imprese di Druso, dai Longobardi e Bavari alle figure di principi vescovi, conti e contesse di Tirolo, duchi e arciduchesse d'Asburgo, dal """"ribelle"""" Michael Gaismayr all'eroe tirolese per eccellenza Andreas Hofer, fino alle drammatiche vicende della storia contemporanea, tra guerre, annessioni e contese nazionali. Il libro è corredato da testi introduttivi e di approfondimento di Osvaldo Pallozzi, Carlo Romeo, Luca Pozza e si è avvalso della collaborazione della Biblioteca provinciale in lingua italiana """"Claudia Augusta"""" di Bolzano, che promuove diversi progetti di valorizzazione della storia e cultura del territorio.""