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L' uomo al muro. Fenoglio e la guerra nei «Ventitre giorni della città di Alba»
A oltre cinquant'anni dalla sua scomparsa, Beppe Fenoglio (Alba 1922 - Torino 1963) ha ottenuto piena consacrazione e viene reputato un classico del nostro Novecento. Ma non è stato sempre così. Un quadro ben diverso prese forma nel 1952 intorno alla pubblicazione del suo primo libro, ""I ventitre giorni della città di Alba"""", accompagnata da incomprensioni ed equivoci, oltreché dai feroci attacchi di una parte della critica, ostile per motivi ideologici alla rappresentazione che Fenoglio dava della Resistenza. Questi nodi problematici sarebbero perdurati fino a diventare costitutivi della figura dell'autore, condizionando lo sviluppo della sua opera come anche la valutazione a cui essa sarebbe stata sottoposta. Uno dei principali intenti del presente testo consiste proprio nel rilevare la ricaduta negativa che l'accidentata fase dell'esordio ha avuto sull'attività di Fenoglio, e quanto egli ne sia stato deviato e penalizzato, anche rispetto al suo destino di scrittore postumo. Larga parte delle sue opere ha visto infatti la luce soltanto dopo la precoce scomparsa, dando il via all'estenuante querelle sulla loro datazione che per decenni ha monopolizzato l'attività critica. Anche a ciò si deve che alcune di esse non siano state ancora sottoposte a uno studio mirato e approfondito, come appunto """"I ventitre giorni della città di Alba"""", a cui per la prima volta è qui dedicata un'intera monografia."" -
Mappe di posti che devono ancora esistere
Un attento osservatore compie un lungo viaggio attraversando luoghi remoti e desolati, avvolti da un alone di nebbia e di mistero, non sapendo se sia stato l'uomo o la natura a produrre tali scenari. Luoghi in cui il tempo pare essersi fermato nel momento dell'impatto con la catastrofe e abbandonati a loro stessi. Da Tangeri all'Indocina, da Napoli al Messico, l'osservatore incontra volti senza nomi, ormai sottomessi alle leggi della sopravvivenza, ma che in fondo nutrono ancora un forte desiderio di speranza in una vita migliore. Vicenzi passa di racconto in racconto per documentare i fatti, e per tracciare e ridefinire i confini di questi posti che, svuotati della loro anima, devono essere riportati alla vita, e quindi essenzialmente ""devono ancora esistere""""."" -
Matteo e il tappo. Favola per adulti
Caterina Felici ritorna con quella che si può definire una favola originale e divertente, che sa indurre con leggerezza a profonde riflessioni sull'essere umano e sulla vita. Più in particolare si tratta di un racconto che vede, come indica il titolo, un uomo, Matteo, economicamente indipendente ma schiavo del lavoro e della routine, alle prese con la sua coscienza sotto le vesti fantasiose di un tappo di sughero che prende vita e che, a volte con invadenza, a volte con simpatia, lo mette di fronte a problemi che inconsapevolmente ostacolano la sua felicità e sui quali è necessaria un'accurata riflessione. -
Racconti per «insognia»
Vivere il passato, il presente e il lontano futuro attraverso dei viaggi nel tempo. Alternare stati di sonno-veglia e di sogno-veglia nei quali accartocciare una donna come fosse una bottiglia di plastica sembra essere la pura normalità. Assistere alla realtà che si fa finzione e la finzione che torna ad essere realtà: fatti quotidiani apparentemente ordinari nei quali però possono irrompere come se niente fosse degli uomini-pesce. La soglia tra i momenti di lucidità e quelli di follia è talmente sottile che il pensiero di staccare la testa ad un ragazzino invadente sorge quasi spontaneo. L'introspezione, il guardarsi dentro e scorgere in lontananza un grande bisogno di libertà. Ed è proprio questa necessità di liberarsi, di evadere, che Mauro Mogliani compie costruendo una realtà altra dove tutti questi elementi si intersecano inesorabilmente dando forma a quelli che sono i racconti che compongono la sua raccolta. L'autore a volte ci prende per mano e ci accompagna passo passo e altre volte ci dà una bella spinta e ci scaraventa nel bel mezzo dei labirintici strati della realtà: realismo e finzione, surrealismo e immaginazione, ma anche emotività e fantascienza. Avventurandoci nelle svaniate scene narrative, a tratti idilliache e a tratti grottesche, ci sentiamo costantemente in bilico, sospesi tra queste dimensioni all'apparenza inconciliabili, avvertendo un senso di vertigine ma anche un desiderio di saperne di più... -
Poesie d'amore e di fiducia
"A volte sintetici, a volte più diffusi, i versi di Giovanni Rotolo esprimono una loro forza simbolica e rappresentativa, dando luce e vibrazioni a un sotteso spessore esistenziale che lascia trasparire l'universalità dei suoi riferimenti: l'amore, il cibo, il tempo, la speranza, la genitorialità."""" (dalla prefazione di Carlo Albanese)" -
Miracoli ed effetti
Miracoli ed effetti, la quarta raccolta di poesia in lingua italiana di Mobili, continua l'indagine, affrontata dall'autore da diverse angolazioni nella produzione precedente, sul raggio d'azione ed espressione, sulle possibilità (residue) di esistenza del soggetto nella temperie culturale postideologica, commercializzata e depoliticizzata instaurata dal tardo capitalismo. Eventi salienti della nostra Storia (politica, religiosa, letteraria... ), inframmezzati all'esperienza personale-psicologica dell'autore, attraversano i testi in forma di frammenti-detriti: luoghi comuni straniati, repentine epifanie, tasselli e rigurgiti di memoria collettiva, disattivati e in cerca di risemantizzazione entro un nuovo orizzonte eventuale. -
E questa terra
E questa terra che per me è Ancona, che abbraccia il cielo e sopra il mar dirupa e vede il sole da mattina a sera e l'altra sponda sopra la scalea che dal Passetto e via per l'alto Faro, sempre la vista all'amator rinnova vive in segreto una segreta storia che per le vie, i palazzi, i canti, i cori su dal passato lentamente affiora e intenerisce dolcemente il core. Pria che la modernità la renda muta. -
A questa vertigine
Qual è esattamente la genesi di una vertigine? I Greci avevano una parola, 'kairos', che specificava un istante, unico e irripetibile, all'interno del fluire incessante del tempo (kronos) ma che dal dominio di questo, in un certo modo, si sottraeva. Era loro intenzione infatti designare l'attimo in cui lo spazio e il tempo normalmente percepiti collassano e, senza più nessun appoggio di riferimento, frana la misura umana delle cose: l'attimo della vertigine. Questo, e non altro. Ora e qui. Solo in questo ab-saluto si esperisce, in tutto il suo fulgore e dramma, l'attrito del corpo e dell'intelletto con il reale. A questa vertigine tutto ci appare indubitabile; l'evidenza intangibile dell'universo come di quelle relazioni fragili che ogni giorno intessiamo come ragni laboriosi e che noi solitamente chiamiamo storia. -
Voce interrotta
Una presenza si aggira come un fantasma tra i sentieri desolati delle periferie di un tempo presente, rassegnata davanti al vuoto disarmante del mondo ormai in rovina. Il grido di dolore per la perdita di un'epoca che non esiste che nella memoria, della nostalgia di una luce che fu, lascia il posto al sibilare e al lamento del vento e al silenzio, dove il rimbombare dei pensieri si fa spesso assordante: ""questa fanciullezza dei morti / come un vento lieve / che passa tra i boschi, / o l'eternità / muta del cielo insieme / agli anni, a tutti / i ricordi come / nuvole disperse, / ai passi / quasi a mezz'aria, / senza più carne, / soli / sul breve sentiero"""". Mauro Germani, ricostruendo una sorta di genealogia dei ricordi e dell'oblio, in Voce interrotta raccoglie le parole chiave di una poetica della dissolvenza, dello svanire, dell'offuscarsi."" -
Il leone che non voleva morire e altre storie
C’è chi vuole essere riconosciuta più bella delle compagne (La rosa senza spine), chi si annoia e vuole conoscere il mondo (La fragola curiosa) o chi è pigro oltre ogni misura (Il canto del gallo). Poi c’è chi non si rassegna al proprio destino (Il leone che non voleva morire), chi vuole esibirsi a tutti i costi (Miss Dodipetto e il pianoforte stonato) o chi si crede invincibile (La tartaruga veloce). E infine chi – pur saggio – non riesce a vedere in maniera obiettiva quanti lo circondano (Il consigliere del re), chi finge di avere poteri magici (Strega per finta) e chi lo nasconde per quieto vivere (Il segreto di Piera). I personaggi di queste storie – cristallizzati in un difetto, in un tratto della personalità, in un talento vero o presunto – vi trasporteranno nel loro mondo incantato e vi faranno sorridere, divertire o commuovere. Com’è ovvio, queste fiabe sono destinate a lettori in erba, piccini o grandicelli, ma si rivolgono anche agli adulti, che hanno il potere – questo sì, magico – di coltivare nei propri figli l’amore per le buone letture. -
Il vento i giorni
Il luogo è Ancona, da dove, come su un'isola, si vede sorgere e tramontare il sole sul mare. Il protagonista è Cosimo, solitario pilota portuale. Il racconto ruota attorno al suo difficile rapporto con due donne delle opposte rive dell'Adriatico, un mare d'oriente screziato dal vento. Nell'arco di tre stagioni, Anna e Vesna metteranno in crisi le scelte fatte da un uomo che ha cercato di attraversare da solo il luccicante vuoto italiano e le tragiche vicende balcaniche di fine Novecento. Storie collettive e difficoltà personali si intrecciano in un noir dell'animo, l'animo dei marinai. Sullo sfondo la ""piccola Marsiglia"""", con odori, sapori e colori di un antico porto mediterraneo. Immagini limpide e sentimenti evanescenti compongono pagine di luci e ombre. Il tutto cadenzato dal rumore delle onde, nell'infinito orizzonte marino."" -
L' albero genealogico della luna
Lei, Anna, una giovane donna che ha alle spalle un matrimonio fallito. Lui, Rocco, poco più che un ragazzo, ha da poco lasciato il seminario. Entrambi mettono in discussione ciò in cui credevano di più: da una parte la vocazione, dall'altra il rapporto con un uomo ""impermeabile ai sentimenti"""". Due vite, due percorsi paralleli che ad un certo punto si intersecano. Anna e Rocco si incontrano per motivi di lavoro. Hanno ben poco in comune, se non lo stesso desiderio di amare - e di essere amati - senza riserve. In quello che inizialmente sembra essere solo un rapporto basato sulla stima reciproca, scocca la scintilla dell'attrazione, accendendo una fiamma alla quale i due, intimoriti, cercano di sottrarsi, ma che divamperà presto in un fuoco dei sensi difficile da estinguere. Durerà, questo amore, a dispetto della differenza di età, della religiosissima famiglia di lui, dell'uomo che lei non riesce a lasciare, del figlio che non vuole perdere? Il duplice diario segreto - e incrociato - di un uomo e una donna, nel quale si alternano riflessioni, dialoghi, descrizioni, flashback, a volte veri e propri flussi di coscienza, sullo sfondo di un periodo che va dagli anni Settanta fino ai giorni nostri."" -
Notte d'estate
Eros è un giovane e sfaccendato insegnante di matematica, che, finita la scuola e nell'attesa di partire per le vacanze estive con gli amici, vaga alla ricerca di un modo per riempire quelle giornate piatte e afose. Gli viene in mente per puro caso di dedicarsi a un passatempo un po' particolare: entrare in chiesa e confessare peccati tutt'altro che convenzionali al fine di destare scandalo nel prete di turno. Ma presto si annoia, sente di dover dare un'ulteriore svolta a quella monotonia estiva; decide quindi di intraprendere il passo successivo e, con tanto di abito e messale, finisce per recitare lui stesso la parte del prete confessore, concedendo il perdono a coloro che cercano in lui una parola di conforto: una donna che si è concessa senza alcun freno al marito, una ragazzina che ha disobbedito alla nonna e ha rubato una matita, e la sacrestana che ha per l'ennesima volta litigato con la sorella. Queste sono solo alcune delle anime ""colpevoli"""" con le quali Eros ha a che fare, e il gioco fila liscio e indisturbato finché non incontra una parrocchiana di nome Anna, che gli farà trascorrere il resto delle vacanze in modo molto diverso da quelle che erano le sue aspettative iniziali."" -
Una relazione pericolosa
Dal cuore di Positano a Praga; attraverso una crociera lungo i fiordi norvegesi fino a Capo Nord. Fuori scenari in continua trasformazione; dentro una vita sempre in bilico tra passione e distacco. Gregor Läkla, emerito dell'Università di Praga, intrattiene una relazione con Josephine, donna matura ed elegante. Ma vicino a sé ha anche Christine, la figlia sedicenne di un suo collega d'accademia, che tenta in ogni modo di provocarlo, di sedurlo; sempre pronta a mostrare una sensualità capace di metterlo alia prova. Sicché ciò che ogni volta riesce a salvarlo è il saper vedere in lei l'innocenza e l'insicurezza di una ragazzina che ha bisogno di attenzioni. Se nell'intimità ci si può mostrare senza veli e i sentimenti sorgono spontanei, in pubblico bisogna difendere la forma per salvare le apparenze. Così che solo l'amore per la musica gli è pubblicamente concesso, in particolare per l'opera di Antonin Leopold Dvorák, compositore boemo, che riesce a risvegliare in lui le passioni profonde della nazione e dell'eros. Il significato che assume la crociera, allora, è quello di una lunga attesa del concerto finale tra i fiordi, per potersi abbandonare alle emozioni più autentiche senza bisogno di nascondersi dietro la maschera dell'autorità e del potere accademico. Solo lì Gregor avrà modo di attingere a quel mondò tutto al femminile che, cercato per una vita, sembrerà diventare finalmente possibile. -
Disarmare il nome
La raccolta poetica ""Disarmare il nome"""" è un tentativo di rappresentare la difficoltà di conoscere e di comprendere, di mostrare i limiti della parola e del nostro sguardo sulla realtà. Di fronte alle cose e al mondo che non tornano, che sfuggono alla conoscenza e al possesso, c'è un soggetto incerto dal quale queste poesie vogliono partire, con gli strumenti del dubbio e dello spaesamento, per cercare le tracce di una condizione etica, di un atteggiamento che nella mancanza di punti di riferimento (o di soluzioni) possa ancora considerarsi consapevole, autonomo, responsabile. Nelle poesie di Roberto Ariagno entrano in gioco la memoria, i ricordi, le sensazioni dell'autore ma anche dipinti di """"nature morte"""" che evocano invece un qualcosa di ben preciso, ovvero i sentimenti che scaturiscono da esperienze di vita, o da ciò che ancora si deve vivere."" -
Gli avamposti dell'oceano o Il canto della crisalide
"Grancini decolla dal pianeta miocardico. Lui che sa tutto del cuore, della sua sismicità fertile e minacciosa, sentimentale e crudele. Nel suo lavoro poetico trascorso sopra questo pianeta parkinsoniano si muoveva un evangelio, come un presepe realisticamente d'invenzione, vicinissimo o molto lontano. Ora, in questa raccolta, è come passato attraverso gli stati di aggregazione della materia: solido, liquido e gassoso. I corpi lasciano posto alle anime e queste, a loro volta, all'infinito dello spazio e al riposizionamento del tempo. Come nei libri antichi, dopo la fisica compare, giustapposta ed eterna, la metafisica. È una scrittura, quella odierna di questo autore, che cogliamo in quanto tracciata ma che avrebbe potuto essere solo pronunciata, fino anche a diventare esclusivamente pensata oppure immaginata. I battiti del cuore si possono contare o cantare. E il protagonista disegnato e veritiero di questo scrivere indossa un'armatura esterna, mentre all'interno un usignolo canta impazientemente la sua propria libertà."""" (dalla nota di Guido Oldani)" -
Un mondo da buttare
Stefano Vitti è in balìa di una forma assai particolare di craving: quella legata ai sentimenti. Ha bisogno di calore umano, amicizia, affetti sinceri. Una necessità dura da soddisfare nell'odierna civiltà del fondoschiena, che delega successi e insuccessi alla ""fortuna"""" che si ha nel possedere un bell'aspetto fisico. Dall'altro lato si trova a fomentare tale civiltà per scopi professionali: si occupa di pubblicità, marchi e prodotti relativi alla cura del corpo; a fine giornata però ritorna ad essere quell'uomo qualunque, in cerca di una valvola di sfogo emotiva. Il punto è che lui stesso si sente incapace di affrontare il mondo con quella libertà interiore indispensabile quanto l'aria, obbligandolo a rifuggire i legami duraturi, sentimentali o sessuali. E proprio sotto questa luce che vanno analizzati i suoi rapporti con l'universo femminile: Barbara, la sua vicina di casa, è fissata con l'estetica e vive male il rapporto col suo corpo; Katrina è una ragazza lettone che, pronta a vendere la propria immagine, ha ceduto alla vanità e ai sogni, e si pone alla ricerca di un lavoro in grado di appagarla su entrambi i fronti; Sarah studia psichiatria e si propone di mettere un po' d'ordine nella mente di Stefano; Dalia, infine, è una giornalista grintosa e indipendente che in qualche modo riunisce le caratteristiche delle donne con le quali Stefano entra in contatto."" -
Stucchi di vernice
"La morte celata sui volti la fame sui loro corpi ed il cadavere di chi non volle come in un film in un lampo rimuovono il passato poi il nulla e le loro urla coperte dal silenzio"""" (Trincee )" -
Il viaggiatore delle catastrofi
Un uomo ha visto le torri gemelle crollare davanti ai suoi occhi, moltissimi innocenti morire e improvvisamente la sua coscienza del mondo è cambiata. La moglie è con lui, ma presto tra i due avviene una separazione, dolorosa e inevitabile: l'uomo sceglierà di stare con i più deboli e i più sfortunati, le vittime senza colpa delle catastrofi naturali che subito si trasformano in tragedie collettive e individuali. Architetto in una città mediterranea del nord italiano che ha amato molto, tanto da seguirne attivamente l'evoluzione urbana, egli lascia il suo paese per cercare l'uomo ovunque vi sia una catastrofe, come volontario pronto ad aiutare coloro che soffrono, laicamente, ma anche per aiutare se stesso, sollevarlo dalla propria paura della morte come della vita. Dunque, noi tutti seguiamo il protagonista lungo i suoi viaggi, sorta di Ulisse contemporaneo, a New Orleans dove impazza il grande uragano con un nome di donna, come a Mumbai o in una Palestina segnata dall' odio e dalla violenza. In ognuno di questi luoghi Bruno N. incontra le persone più disparate, vivendo l'esperienza di uno straniero che subito, occupandosi delle vite degli altri, diventa parte di esse, di quelle persone, delle loro paure e delle loro speranze. -
La strada per la città
I protagonisti dei racconti di Saverio De Marco sono studenti meridionali, che per frequentare l'università, dai loro piccoli e sperduti paesini d'origine, si trasferiscono nei quartieri popolari della Capitale. Tra questi spicca Luciano, che seguiamo nelle sue avventure e disavventure fuorisede: gli esami che non finiscono mai, le esperienze politiche, le sbornie selvagge, i lavoretti infimi per mantenersi agli studi, occupazioni, le manifestazioni e scontri di piazza, le ragazze e gli amori difficili, il richiamo della propria terra, i vagabondaggi nella Lucania ancestrale e selvaggia... La politica e i grandi eventi dell'attualità metropolitana restano sullo sfondo, mentre a tenere uniti i fili narrativi sono i rapporti umani e d'amicizia tra studenti con la medesima origine e condizione sociale. Luciano, ormai immerso nella vita della Capitale, mantiene sempre un legame istintivo con la sua terra e comunità d'origine. La sua identità si colloca in ultima analisi tra due mondi estremi: la grande metropoli e un paesino spopolato di montagna, luoghi profondamente diversi, anche se entrambi ""periferici"""". Nel libro, dichiaratamente """"on the road"""", le situazioni di vita quotidiana, ora apparentemente banali, ora inconsuete, a volte ai limiti del grottesco, sono attraversate da uno sguardo ironico e malinconico, in cui prevale sempre la capacità di cogliere in profondità le contraddizioni del diventare adulti.""