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Festa di fine stagione
Fine estate 1914. La spia austro-ungarica Stephen Tinner è in missione sotto copertura con la falsa identità di Renato, un commerciante in viaggio per affari. Durante il soggiorno nella località balneare di Falconara, l'uomo conosce Maria, cameriera timida e sognatrice. Fra Renato, il tombeur de femmes, e Maria, moglie e madre di famiglia, scoppia una passione proibita, vissuta tra desideri e conflitti interiori. Sullo sfondo d'intrighi, gelosie, segreti, l'amore tra Renato e Maria brucia e si consuma nello spazio di pochi giorni. La festa di fine stagione vede presenti entrambi i protagonisti: Renato come ospite, Maria come cameriera. Tra pettegolezzi, discussioni politiche e riflessioni filosofiche, il lettore s'immerge nello spirito contraddittorio del tempo e avverte il presagio di una tragedia imminente. La festa diventa la rappresentazione della fine di un'epoca e l'epilogo di una storia impossibile. -
Chi mi ha ucciso?
Diciannove personaggi, uomini e donne, di età e provenienza diverse, si ritrovano in una misteriosa villa settecentesca, situata in un luogo indefinito; sono stati invitati a trascorrervi un breve soggiorno da un chimerico personaggio: ""l'Autore"""". Nessuno di loro è riuscito a rifiutare l'invito, pur non conoscendone il motivo. Ma prima della cena rivelatrice di verità annunciate, in un clima ai confini della realtà, un delitto oscuro sconvolge le esistenze di tutti e provoca drammatici interrogativi. Saranno il maresciallo Luigi Braschi e il suo amico giornalista Giorgio Catanese a condurre le indagini, mentre gli altri personaggi intrecciano trame d'amore e di risentimento: una lotta per la verità e una maggior consapevolezza interiore in un """"gioco delle parti"""" che mette in scena la """"commedia umana"""" dei personaggi. E non è casuale il riferimento al teatro, di pirandelliana memoria, perché questo libro, thriller metafisico sospeso tra reale e fantastico, è il romanzo giallo """"Chi mi ha ucciso?"""" di Giancarlo Trapanese in una nuova edizione realizzata appositamente per """"accompagnare"""" la tournée teatrale della commedia in tre atti liberamente tratta dal romanzo stesso, interpretata dagli attori del Teatro del Sorriso di Ancona per la regia di Giampiero Piantadosi, che l'ha scritta e diretta. Nota di Giampiero Piantadosi."" -
Fuori forma
Un matrimonio forse finito male, un autolavaggio alla fine di una strada, una periferia di città, un fonico che dimentica di spegnere il microfono della radio, un rovistatore di rifiuti all'alba, un venerdì mattina sotto casa, l'incontro con il tempo perduto in un giorno di fine estate, l'incontro con uno scrittore, un viaggio in treno, il senso del dovere, un colloquio telefonico per un nuovo lavoro e altri racconti e altre poesie. Ecco che cos'è “Fuori forma”: un insieme di attimi, storie brevi disconnesse e diverse tra loro. Apparentemente. Spiare, ascoltare e osservare con occhi muti ma attenti, giorno dopo giorno e notte dopo notte, passanti, conoscenti e sconosciuti, luoghi mai visiti e altri ben noti; il tutto attraverso le immagini riflesse di uno specchio rotto dove l'insieme dei frammenti dalle forme più diverse di attimi di vita (vita vissuta o perduta o sognata) assumono la forma di una quotidianità complessa all'interno di un'unica cornice, il tempo. Questo è “Fuori forma”. -
Piccola antologia di anonimi contemporanei
"La poesia è come il sale, l'alcol o lo zucchero: non è indispensabile per vivere, eppure l'uomo continua in vari modi ad abusarne."""" (Anonimo III)" -
L'ora del lupo
Sara è una di noi, una donna qualunque: giovane e bella, con un marito e due figli. Ma è anche una creatura sensibile e curiosa che concentra in sé, intensamente, il malessere di tutto l’universo femminile, oppresso dal perbenismo e dall’ipocrisia. Come la donna di oggi, cerca le sue rivincite e i suoi appagamenti attraverso un vivere intenso, una visione della vita disincantata, frenetica, quasi forzata, esasperata e assetata di novità. L’annoiano la quotidianità, il piatto conformismo, gli atteggiamenti ipocriti, chiusi, ovattati e coercitivi. Lei è passionale, intensa e profonda. La sua forza vitale è l’amore, sacro o profano che sia; l’ha inseguito, consumato in modo rabbioso, quasi ossessivo. Sara ha succhiato la sua vita con la tenace laboriosità dell’ape e la spensieratezza gioiosa di una farfalla che danzano di fiore in fiore senza sosta, per assaporare ogni emozione, ogni possibile novità, bere da ogni calice, gustare ogni nettare. In questa sua frenetica danza ha sfiorato molte altre vite, ma una in particolare ha condizionato la sua. L’ha costretta a guardare allo specchio la sua anima rendendola capace di vedersi finalmente per quello che era. -
Frammenti lunari e solari
"Il discorso poetico di questi """"Frammenti lunari e solari"""" di Lucia Nardi propone una scommessa: aderire a un registro piano, quasi prosastico, lineare, descrittivo, lontano sia dalle guglie liriche, sia da forzosi sperimentalismi. In questo caso l'effetto o la conseguenza di tale """"linearità"""" consiste in una facile, palmare accessibilità e lettura. Il che non significa affatto """"piattezza espressiva"""", semmai un tentato gioco (in alcune parti ambizioso e riuscito) capace di far emergere come un eros scalpitante che si agita al fondo. Il corpo è il soggetto più o meno occulto di questa raccolta. Il corpo e le sue molteplici vicende."""" (Dalla Prefazione di Guido Garufi)" -
Solitudinario. Alfabeto d'un poeta
"Solitudinario Alfabeto d'un poeta"""" è una silloge di ventuno componimenti. Uno per ogni lettera dell'alfabeto: ogni lettera una parola, ogni parola una poesia. Poesie molto diverse tra loro per lunghezza, per metrica e anche per stile, dietro le quali si può però ravvisare una filosofia comune a fare da filo conduttore dei differenti nuclei tematici. Il disincanto e la solitudine intrinseca dell'uomo celano, spesso e volentieri, una speranza di fondo: speranza che può essere data dalla forza salvifica della poesia e dall'arte, dalla ricerca di sé, da una coscienza più alta del mondo. Vengono, poi, dedicate poesie agli uomini, agli umani sentimenti, al periodo gioioso e perduto dell'infanzia. Una breve silloge, dunque, ma che pur nella sua brevità riesce a raccontare del mondo e di ciò che, in particolare, per il poeta è vita." -
Francesco
«Gli uccelli stavan fermi, concentrati, sotto quel grande sole, ora bollente, come incantati, Francesco fece il segno della croce e a braccia aperte, poi, per congedarli, sorrise, quieto, e disse sottovoce, nel salutarli: ""Andate su nel cielo, ora, fratelli, e sempre ricordate di lodare colui che vi creò leggiadri, belli, e di volare v'ha dato il dono tanto affascinante"""".»"" -
La città della luna
Napoli è una città in travaglio, il cui figlio continua a non venire alla luce; la Luna, indifferente, riflette la sua luce stanca sulla città, mentre Partenope si tuffa nell'azzurro del mare; Caracciolo, alunno di Zeus, apre la rotta alla concava nave del re sul pescoso Mar dei Tirreni, ma non sgrava il popolo dai suoi oppressori; Sharon, il femminiello, muore in una pozza di sangue che sembra il Flegetonte; Monica indossa una maschera che non può esserle tolta: ogni donna cela un mistero e svelarlo significherebbe usarle violenza; l'alfiere nero va incontro volontariamente sulla scacchiera al suo destino mortale, mentre l'avo del barone Barracci osserva la scena dal quadro che lo ritrae; Giorgio Vasari e Leonardo da Pistoia si fronteggiano sulle rispettive tele a Capodimonte, mentre Luca Vitiello e Guido Cacciavecchi si rivelano alla fine pedine di un gioco più grande di loro... -
La meraviglia inconsolabile
"Seduto al centro di questa carreggiata che chiami vita prendi appunti e lasci che ti piova questa pioggia sulla faccia sul cuore sugli anelli che indossi e che sei. Solo una delle tue solite maschere solo un'altra poltrona di dentista l'ennesimo abbagliato personaggio di Wes Anderson.""""" -
Occasioni mancate
Un amore percorre due intere vite a intermittenza, nasce durante l'infanzia, riaffiora negli anni della giovinezza, si ripresenta nella maturità, accompagna i protagonisti fino alla morte in un crescendo di emozioni. Ogni volta che si presenta, questo sentimento, così potente e irrinunciabile, assume aspetti diversi, perché le circostanze scoprono i nervi tesi dell'anima. I personaggi principali, Joseph e Alexandra, crescono, cambiano, invecchiano, accompagnati da questo sentimento di amore reciproco che cresce ed evolve con loro, si libera nei momenti in cui può gridare al mondo la propria presenza, si sottomette ai vincoli e alle costrizioni che la vita impone, imbrigliata com'è nelle regole sociali e nelle catene che noi stessi ci costruiamo, per dotarci d'una corazza che ci difenda dalla solitudine o dalla fatica quotidiana. Questa è la storia di una ricerca: di un viaggio e di una scoperta. Si parte inconsapevoli, poi si comprende. La comprensione passa attraverso le peripezie della vita, quelle più eclatanti, come l'essere sopravvissuto a un naufragio per Joseph, quelle più sottili, come la routine di un matrimonio insoddisfacente per Alexandra. Avere la morte di fronte, così come la fatica quotidiana del proprio ruolo, sono come torce elettriche puntate sul fondo dell'animo, per scoprirne il senso più vero. E questo senso è l'amore di un'intera vita: come una falda acquifera sorge gaio, poi scorre latente, riaffiora voluttuoso poi s'inabissa. Emerge di nuovo, non più zampillo vivace, ma fiume lento e potente che scorre ormai con la piena consapevolezza di sé. -
Nickname Kennedy
Tom, un giornalista italo-americano, è stato incaricato di recarsi in Italia, più precisamente in Ancona, per realizzare un articolo sulle tipicità del luogo. Allo svolgimento del suo lavoro avrebbe conciliato una ""missione"""" per eseguire le ultime volontà di suo padre, che ai tempi della guerra è stato salvato da una famiglia di fornai anconetani. Tra una specialità enogastronomica e l'altra, tra uno scorcio mozzafiato sul mare e uno sguardo disteso sulla collina, riesce a risalire a Gianfranco, ultimo reduce della suddetta famiglia. L'uomo è un senza tetto, ed è conosciuto in città come """"il presidente"""" o """"Kennedy"""", data la sua incredibile somiglianza con il presidente americano JFK. Nonostante abbia buttato al vento tutto ciò che di buono c'era nella sua vita, grazie a Romolo, il suo barista di fiducia, decide di voltare pagina in modo inaspettato e bizzarro. Tom, una volta focalizzato l'obiettivo, inizia così la sua """"caccia al tesoro"""", che lo porterà a percorrere le vie della città dorica, ma anche la sua storia."" -
L' opera poetica. La pagina bianca del possibile e del necessario
A dieci anni dalla sua prematura scomparsa, oggi più che mai la voce di Antonio Santori, attraverso la sua poesia, continua a parlarci, a interrogarci, a emozionarci. Questo volume raccoglie l'intero corpus poetico di Santori, costituito dai quattro poemi Infinita (la conca) (1990), Albergo a ore (1992), Saltata (1996, 2000), La linea alba (2007). Nel titolo, La pagina bianca del possibile e del necessario, si è voluto sintetizzare, con un verso emblematico dell'autore, l'essenza profonda della sua scrittura poetica che si caratterizza per essere insieme 'possibilità' e 'necessità' di dialogare costantemente con il mistero che fonda l'esistenza stessa delle cose finite. In effetti, tutta l'opera di Santori può essere considerata come un tentativo di scavalcare l'orizzonte, oltre il quale una alterità fondante chiama incessantemente il poeta per nome. L'opera in versi di Santori si muove sullo sfondo dell'ermeneutica teorizzata da Heidegger e Gadamer, in cui il dialogo del poeta con il mondo prende la forma di un'epica del quotidiano. Il percorso - letterario, filosofico ed esistenziale a un tempo - viene caratterizzandosi come una chiarificazione del 'volto' dell'infinito del quale il poeta si pone costantemente in ascolto. Dal principio indeterminato di Infinita (1990) si arriva al volto del Padre de La linea alba (2007). Il tema della ricerca di un senso universale delle cose, un mistero al quale l'uomo cerca di avvicinarsi e che tenta enigmaticamente di decifrare nel suo evento fondativo è il filo rosso che assume, nello svolgimento della sua opera, aspetti diversificati, i quali trovano una sintesi stilistica ed ermeneutica nella ripresa del racconto biblico di Giona, dall'alto valore simbolico e sapienziale, che Santori ripercorre ne La linea alba, suo ultimo testo poetico. In quest'opera colui che scrive, come un cavaliere postmoderno, attraversa un'avventura che è una perigliosa, quanto necessaria, scoperta di un tesoro divino: ossia il dire in versi, assai meglio di quanto non ci dica la vita con ciò che ci succede, il significato del nostro essere qui: ""Perché essere in questo luogo / è molto, e certo dire / dove siamo / è il nostro compito""""."" -
Azzurrità
Silvia e Diego sono amici da tempo, da quell’ormai lontano viaggio in Sud America. Si sono conosciuti tra i colori vivaci di Valparaiso, in Cile, incrociandosi per puro caso, o forse per un segno del destino, in un punto preciso del tragitto che stavano percorrendo. Lei, alla ricerca di sensazioni forti e di istantanee poetiche. Lui, aspettando rivelazioni interiori che solo paesaggi così sconfinati sapevano evocare. Ora, a distanza di anni, si trovano in una camera d'albergo, sullo sfondo i fumi e le luci di Londra, la sera prima del matrimonio di una loro amica. A notte inoltrata si lasciano andare ai ricordi dei viaggi, degli incontri, delle esperienze che hanno segnato le loro vite. Tra una confidenza e l'altra, fumando di continuo ""l'ultima sigaretta"""", corrono i minuti, le ore, le parole dette e non dette. I racconti si fanno sempre più intimi e le anime sono sempre più vicine, fino a quando, alle prime luci dell'alba, un terzo elemento non sospende quella perfetta sintonia che si era creata tra loro, proprio come la luce del sole che sorgendo irrompe dalla finestra nella camera d'albergo, che fino a un secondo prima sembrava ancora avvolta nel buio."" -
Geronimo è pazzo di nuovo e altri racconti
I racconti che compongono la presente raccolta s'ispirano deliberatamente a persone e a fatti veramente accaduti o che potrebbero ancora accadere. Tuttavia il loro sviluppo è di pura invenzione e libertà. Infatti, nel libro si alternano personaggi conosciuti come Carlo Giuliani, Vittorio Arrigoni, Peppino Impastato, vittime della violenza e dell'odio, ad altri più anonimi con le loro storie di disagio sociale o esistenziale. Luoghi come Genova, Gaza, Cinisi, Parigi, Milano, oppure L'Havana, Caracas, Rio de Janeiro e tanti altri di cui non si fa menzione precisa, sempre inseguendo con piglio critico ed insieme umano, la verità di vite precarie e utopiche, solitarie e vagabonde, straniere e anarchiche, nel loro fragile equilibrio. Non ne abbiano quindi a male tutti coloro che hanno ispirato questo lavoro se non ritroveranno in queste pagine la loro storia e le vicende personali così come si sono realmente svolte. Del resto non è detto che alla fine non possano apprezzare la libertà che l'autore si è voluto prendere in nome dell'invenzione letteraria. Con stile teso, asciutto, talvolta vorticoso, Geronimo è pazzo di nuovo si propone come un ritratto corale del nuovo millennio, un percorso ad ostacoli, lineare eppure kafkiano, nello sfacelo politico e morale di un paese, il nostro, che non risparmia niente e nessuno, lasciando tuttavia spazio a forme di resistenza politica, umana, a sprazzi di fantasia utopica destinati a risolversi nel nulla. -
Le strade, gli inferi, la madre, il cane
Terza silloge poetica di Ada Sirente. -
Il sogno di Istwan
"C'era una volta un ragazzo di 14 anni che sognava di diventare un pilota di aerei. Viveva in un piccolo villaggio dell'Africa ed ogni sera prima di dormire guardava le stelle e sperava di raggiungerle. Alcune di quelle che osservava non esistevano più, ma non glielo diciamo perché se fosse partito verso una di quelle che avrebbe fatto? Iniziare un viaggio verso una stella che non esiste, che effetto gli avrebbe fatto? E a voi? Provate a immaginare che i sogni provengono dalle stelle e che alcune di esse sono sparite già da anni luce. Che significa, che i sogni non sono più reali? O che alcuni di essi possono sopravvivere alla morte di alcune stelle? Forse alcuni sono sogni, altri illusioni."""" Istwan è un ragazzo africano con un grande sogno in fondo al cuore: diventare un pilota di aerei. Ogni sera prima di dormire guarda le stelle e sente che un giorno le potrà raggiungere. La sua famiglia non ha i soldi per farlo partire verso l'Europa o l'America. Nessuno lo può aiutare. Deve anche affrontare la sua cultura, così legata alla terra e così distante dal cielo. Così, decide di partire da solo verso Akkra, attraversando la Savana per inseguire il sogno di volare, di guidare un aereo e di raggiungere le stelle." -
Kalopatia
Samuele Calabrese nasce a Lecce il 19 aprile del 1998. Cresciuto in una famiglia di matematici sviluppa inaspettatamente un interesse per la letteratura. Colpito dal Narciso e Boccadoro di H. Hesse, letto all'età di 16 anni, si innamora della scrittura. Successivamente, partecipando attivamente alla vita politica dei collettivi studenteschi, legge autori come Pasolini, Sartre e Marx. Pubblica un saggio breve sulla rivoluzione siriana nel progetto scolastico ""Scuola e Ricerca"""". Questa è la sua prima raccolta poetica."" -
Cane magro
"Il cane magro è qui l'espressione di un moto dell'anima che svela vissuti riconoscibili in ogni vita, provocando quasi immediatamente fenomeni catartici nel lettore. Là, in quel non-luogo ove la poesia risuona nel profondo, diviene efficace l'utilizzo di un linguaggio spoglio, quasi crudo, nel passaggio dell'essere che, da tronfio, si fa dimesso e muto per ferita da abbandono. La fluidità di genere di chi scrive emerge nelle considerazioni soggettive ed oggettive dei tumulti d'amore, nel sentimento inflitto o subito, nella celebrazione di un'identità queer sempre più consapevole di un sé caleidoscopico, che soggioga il verso e lo porta a sottolineare lo sguardo polimorfo del poeta sul mondo e quello dell'essere umano sulla moltitudine di vite che si trova ad esperire nella simultaneità. Il verso si fa a tratti sorprendente, come nella ripresa dell'iperbole cara ad Eugenio Montale, inscritta in un'immagine di quotidianità mai ermetica, che talvolta si dimostra opprimente, lucidamente sofferta e divorata dalla fame di vita."""" (Dalla prefazione di Francesca Puopolo)" -
Lo specchio della scimmia
1994. La felicità di Carlo va in frantumi con la separazione da sua moglie Hellen, di origine norvegese, che lo pianta in asso improvvisamente, va via da Ancona, la città in cui vivono, e torna a Oslo portando con sé Ivano, il loro unico figlio di 7 anni. Un dolore forse troppo grande da sopportare, che ""deforma"""" la sua esistenza e la sua mente """"trasformando"""" perfino la sua immagine allo specchio in una scimmia che si fa beffe di lui; e Carlo, dopo due anni di sofferenze, quasi sull'orlo della follia, arriva al punto di tentare il suicidio. La sua salvezza però ha un volto e un nome: Emma, una donna giovane e perspicace, con la quale inizia una relazione sentimentale. Anche lei ha una storia di dolore alle spalle, ma con una volontà fuori dal comune, e ora frequentando Carlo, riesce nonostante molte difficoltà a superare i propri limiti. In un andirivieni di situazioni che mettono a dura prova la loro riconquistata serenità, contrariamente a quello che spesso normalmente avviene, il finale di questo romanzo è ostinatamente e coraggiosamente ottimista, anche se il semplice dirlo, di questi tempi, è come infrangere un tabù.""