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La leggenda della rosa di Natale
La Svezia delle antiche fiabe rivive in questi racconti di Selma Lagerlöf: quella dei miti e delle leggende, delle storie tramandate al lume di candela nelle lunghe notti nordiche.Una foresta innevata che si trasforma a Natale in un meraviglioso giardino, impervie montagne che rivelano miniere d'argento, schiere di anime perdute che penano tra i ghiacci eterni, accudite da una vecchietta abbandonata che non si rassegna alla solitudine: è la Svezia delle antiche fiabe che rivive in questi racconti di Selma Lagerlöf, quella dei miti e delle leggende, delle storie tramandate al lume di candela nelle lunghe notti nordiche. Ma come nei suoi grandi romanzi, lo sfondo fantastico serve a raccontare i desideri, le passioni, le grandi domande morali. La fede nella bellezza di un vecchio abate che fa nascere un fiore nel buio inverno del Nord, la giovane che perde il suo amore in mare e trova nei sogni come riportarlo in vita, il violinista presuntuoso che impara l'umiltà dalla musica di un ruscello. Dietro un'apparente semplicità emerge una sottile indagine dell'animo umano: non c'è mai un «vissero felici e contenti» nelle sue storie, ma il lieto fine è segnato da una redenzione, l'accettazione di un limite, il superamento di una paura, una ritrovata fiducia nella fantasia. E quasi sempre il «miracolo» avviene attraverso un racconto nel racconto, quell'inesauribile potere dell'immaginazione di far vedere la realtà con altri occhi o di ricrearla, di trasformare uno scrigno nascosto nel tesoro dell'imperatrice Maria Teresa, e di insegnare a re Gustavo come il valore degli uomini superi ogni ricchezza. -
Storie di Amsterdam
"Fu un'epoca meravigliosa. Anche se, a pensarci bene, è un'epoca che deve durare ancora adesso, durerà sempre finché ci saranno ragazzi di diciannove, vent'anni"""". È la voglia di rivoluzionare il mondo che i bohémien di Nescio hanno in comune con i ragazzi di tutti i tempi, hippy ante litteram in un'Amsterdam di inizio 900, in rivolta contro un sistema che esige routine, lavoro e successo. Sono """"giovani Titani"""" che inseguono i propri sogni, come Japi """"lo scroccone"""", che non vorrebbe fare altro che guardare il mare, ma ama troppo i piaceri mondani per non tuffarcisi quando sono gli altri a pagare il conto; Koekebakker, giornalista ormai famoso, che finisce per perdere ogni idealismo; Bavink, artista affermato, che capisce di essere uguale ai ricchi borghesi da lui detestati. Sono queste le storie di Amsterdam, vite che si accendono in dialoghi essenziali, con una brillante leggerezza che maschera la malinconia di fondo, non solo per l'inevitabile sconfitta e i sogni traditi, ma per quel senso di totale disincanto che comunica Nescio: con una sconvolgente modernità, come dice il suo pseudonimo, l'autore non sa, interroga l'inspiegabile assurdità del vivere." -
Laxdæla saga
Come scrive Borges, è nelle saghe islandesi che nasce il romanzo moderno, in quel mondo di eroismi, intrighi, epiche famigliari e vicende intime. E fra tutte la ""Laxdæla saga"""" occupa un posto di assoluto rilievo per la bellezza poetica e le passioni che rappresenta. Coprendo 150 anni, narra le tormentate sorti di un clan norvegese che alla fine del IX secolo è il primo colonizzatore dell'Islanda dell'ovest, la valle del Laxá, il Fiume dei Salmoni, restituendoci un potente affresco del Medioevo vichingo in un'età di transizione, quando il cristianesimo fa breccia nell'antico universo pagano. Ma questa saga deve la sua speciale fama e unicità anche al ruolo dominante che hanno le donne: la grande matriarca Unnr, che conduce la famiglia dalla Scozia alle Orcadi alle Faroe prima di prendersi la sua terra sul suolo islandese; la schiava Melkorka, che si finge muta per non rivelare al padrone e amante di essere la figlia di un re d'Irlanda; e soprattutto Gudrún, """"la donna più bella che fosse mai nata in terra d'Islanda"""", fiera, passionale, femme fatale e """"femminista"""", una delle eroine più popolari e affascinanti delle antiche saghe. Protagonista di un dramma di amore e vendetta che porterà Kjartan e Bolli, amici fraterni, a combattersi fino alla morte, Gudrún si chiuderà in una dolorosa e algida solitudine, finendo i suoi giorni come suora eremita."" -
L'arte di collezionare mosche
"Nessuna persona sensata si interessa alle mosche"""", e soprattutto non le ragazze. Ma sono questi screditati insetti ad aver cambiato la vita di Fredrik Sjöberg, o meglio, la curiosa famiglia dei sirfidi, che abbondano nell'idilliaca isoletta svedese dove si è trasferito. Sono loro il suo ironico punto di partenza per osservare la vita da un'altra ottica. La lentezza; la poesia dell'attesa; il collezionismo come bisogno di controllare il caos dell'esistenza; gli altri grandi irrequieti, Chatwin, Lawrence, Kundera: attraverso divagazioni e aneddoti si resta presi nella rete di un'incantata affabulazione, fino a scoprire che """"tutti nell'intimo siamo collezionisti di mosche"""". Un romanzo-conversazione in cui all'esperienza dell'autore fa da controcanto l'avventurosa vita di René Malaise, geniale inventore della trappola che ha permesso di scoprire migliaia di nuove specie, l'uomo degli eccessi che diventa per Sjöberg il suo inafferrabile alter ego. Sarà poi così vero, allora, che la felicità è a portata di mano, che l'arte di porsi limiti è forse il suo segreto?" -
Operazione Fritham
Maggio 1942, sull'Artico splende il sole di mezzanotte quando due navi alleate si avventurano tra i ghiacci. Un piccolo gruppo di minatori norvegesi e due ufficiali inglesi, soli, inesperti e male equipaggiati, si lanciano alla riconquista delle isole Svalbard, il luogo abitato più a nord della terra, ora in mano tedesca. Ha inizio così l'Operazione Fritham, una missione impossibile eppure voluta da Londra: un fallimento, un bagno di sangue. Cinquant'anni dopo i reduci di entrambi i fronti si ritrovano alle Svalbard per ricordare e riconciliarsi, ma c'è chi è deciso a scoprire la verità: che cosa c'era dietro quella spedizione e il suo tragico fallimento? Chi sapeva? Chi ha tradito? Con l'aiuto di un giovane storico, l'ispettore Knut recupera l'indagine di un coraggioso poliziotto dell'epoca, che nel clima claustrofobico dell'occupazione tedesca, tra soldati, spie, ribelli e collaborazionisti, si è battuto per proteggere i civili inseguendo un pericoloso assassino. Un omicida che non è mai stato trovato e ora si nasconde tra i veterani, e le cui tracce conducono nella terra di un indomito popolo lappone, dimenticato da chi ha scritto la Storia. Monica Kristensen racconta un volto inedito delle Svalbard, ricostruendo il loro ruolo strategico, sul fronte tra Russia e Germania, durante il secondo conflitto mondiale. -
Il piccolo Virgil
Benvenuti nell'universo di Ole Lund Kirkegaard! Un mondo pieno di storie divertenti e personaggi strani, bizzarri e barbuti, da quasi cinquant'anni amati da adulti e bambini.rnrnIl piccolo Virgil abita in un pollaio, insieme a un gallo con una zampa sola che lo sveglia tutte le mattine. Vive da solo, si sente libero e non ha nessuno che decide per lui, tranne ogni tanto il maestro di scuola. I suoi amici più stretti, Oskar e Carl Emil, hanno invece delle mamme piuttosto esigenti. Insieme, i bambini cercano di seguire i propri sogni e vivono molte avventure – ognuna un episodio del libro – raccontate in un linguaggio pieno di humour e nonsense. E tra una cicogna solitaria, che in realtà non è una cicogna, un tesoro nascosto, la festa di compleanno di Carl Emil e un drago a due teste e otto zampe che decidono di portare a scuola, Virgil e i suoi amici sentono di non aver bisogno degli adulti e sono spesso in conflitto con le loro regole strane e noiose. Uscito nel 1967, Il piccolo Virgil è il primo libro di Ole Lund Kirkegaard e lo ha immediatamente consacrato come uno degli autori per ragazzi più amati della Danimarca e del Nord Europa. -
La via del bosco. Una storia di lutto, funghi e rinascita
Per alcuni raccogliere funghi è un rilassante passatempo autunnale. Per Long Litt Woon è una forma di guarigione, un modo per tornare alla vita. rn«Long Litt Woon si muove con eleganza e sicurezza, senso pratico e spirito di iniziativa: questo è il carattere della sua scrittura, lo stile della sua opera prima, in cui, a cuore aperto, con slancio e genuina sincerità, ha intrecciato una storia di lutto e rinascita.» – La LetturarnrnLa vita cambia in fretta, e questa è la storia di un viaggio iniziato bruscamente quando l’esistenza di Long Litt Woon, una cinquantenne norvegese di origini malesi, viene stravolta dalla scomparsa del marito Eiolf. Nel mezzo di un lutto paralizzante, in cui si rende conto che la morte è un evento al di là di ogni controllo, inciampa nel meraviglioso reame della micologia e dei funghi. E da quel momento si apre per lei un mondo completamente nuovo e una scoperta della natura che allo stesso tempo diventa un percorso verso la vita. L’autrice non aveva mai compreso appieno il piacere degli scandinavi di camminare nelle foreste, ma ora è completamente rapita dalla magia del sottobosco e dalla gioia della ricerca. La via del bosco racconta la storia di due viaggi paralleli: uno interiore, attraverso il paesaggio del lutto, dove la tristezza e la necessità di silenzio si confondono, e uno esterno nell’affascinante regno dei funghi – flessibile, adattabile, vertiginosamente vario e fondamentale per i cicli di morte e rinascita della natura. Il processo di ricerca e di studio portano l’autrice a fare amicizia con i raccoglitori di funghi, una tribù accogliente, talvolta ossessiva, persino eccentrica con le sue regole non dette e i suoi affascinanti riti di passaggio, e a viaggiare da idilliache foreste norvegesi ad anonime aiuole urbane, dalle spiagge sabbiose della Corsica fino a Central Park per scoprire meraviglie naturali spesso nascoste allo sguardo comune: funghi gelatinosi che sembrano usciti dai calderoni delle streghe; sanguinelli color rosa salmone che emettono liquido rosso quando si tagliano; deliziose spugnole apprezzate per il loro sapore terroso e delicato; funghi bioluminescenti che illuminano la foresta di notte. Lungo la strada Long Litt Woon scoprirà che il gesto di dare la sua piena attenzione al mondo naturale può trasformarla, dandole un modo per sopravvivere alla morte di Eiolf e sentirsi di nuovo viva. -
Il libro dei vulcani d'Islanda. Storie di uomini, fuoco e caducità
Una raccolta di 47 storie legate in vario modo ad altrettanti vulcani, che spaziano dalle avventure dei primi colonizzatori dell'isola alle imprese di esploratori estremi, dalle antiche saghe norrene alle missioni della NASA nei canyon «lunari» degli altipiani interni, alternando scienza, poesia, cronaca e leggenda.rn«Così è l'Islanda: un tentativo di convivenza forzata. Gli uomini non hanno intenzione di andarsene; i vulcani si astengono dal rivendicare il legittimo possesso dell'isola»rn«Qui da noi ogni dieci anni in media compare una nuova montagna o un nuovo campo di lava a cui tocca trovare un nome. È il Paese stesso a renderci creativi.» Così lo scrittore Hallgrímur Helgason ha spiegato quella ricchezza letteraria e quel gusto del narrare che accompagnano l'intera storia d'Islanda, e che sono all'origine di questo libro. Una raccolta di 47 storie legate in vario modo ad altrettanti vulcani, che spaziano dalle avventure dei primi colonizzatori dell'isola alle imprese di esploratori estremi, dalle antiche saghe norrene alle missioni della NASA nei canyon «lunari» degli altipiani interni, alternando scienza, poesia, cronaca e leggenda. Il viaggio di William Morris nella mitica Snæfellsnes, il «match del secolo» tra Bobby Fischer e Boris Spassky nella Reykjavík del '72, il mistero che avvolge la spedizione Von Knebel nel cratere di Askja si affiancano all'epopea dello schiavo caraibico che divenne il primo islandese nero della storia, alle attuali sfide dei vulcanologi per prevedere le eruzioni, allo studio dei tunnel di lava che potrebbero aprirci una strada verso Marte. «Il libro dei vulcani d'Islanda» è un viaggio curioso intorno all'unicità geologica di un'isola che conta trenta diversi sistemi vulcanici attivi, di tutte le tipologie conosciute. È il ritratto di un Paese che è «un esperimento, prima naturale e poi umano», e che per questo ha attirato attraverso i secoli studiosi, avventurieri e poeti, diventando un bacino inesauribile di storie. Grandiosi protagonisti o impassibili spettatori delle vicende narrate, signori di una terra in cui il creato si crea, si distrugge e si trasforma ogni giorno, i vulcani ci ricordano che il suolo su cui camminiamo non è eterno, che non c'è eternità negli sforzi umani, nell'arte e nella scienza. Ma al tempo stesso ci offrono un contatto vivido con la «creazione», con l'imprescindibile guerra tra gli elementi che è all'origine della vita sul nostro pianeta, e racchiudono forse la nostra via d'accesso all'universo. -
Storia delle letterature scandinave. Dalle origini a oggi
Questo volume è l'opera collettiva di un gruppo di docenti universitari, studiosi e traduttori tra i massimi esperti delle letterature scandinave in Italia. Un ampio racconto storico-letterario rivolto sia agli studenti in materia sia ai lettori interessati a orientarsi meglio nel panorama delle lettere nordiche.rnrnRispondendo alla necessità di un manuale completo e aggiornato in lingua italiana, e all'interesse sempre più vivo nel nostro Paese per il Nord Europa, «Storia delle letterature scandinave» ricostruisce un millennio di storia letteraria scandinava, soffermandosi sulle voci e i movimenti più significativi di ogni epoca, inquadrando autori e opere all'interno delle dinamiche culturali e socio-politiche: dalle origini nell'età vichinga e delle saghe medievali alla grande stagione ottocentesca dei maestri Henrik Ibsen e August Strindberg, Hans Christian Andersen, Selma Lagerlöf e Knut Hamsun; dal Novecento di Karen Blixen, Halldór Laxness, Ingmar Bergman, Astrid Lindgren, ai contemporanei Per Olov Enquist, Dag Solstad, Peter Høeg, Karl Ove Knausgård. Protagoniste sono le letterature nazionali danese, faroese, islandese, norvegese e svedese, con le loro varianti antiche tra le quali spicca, per prestigio letterario, il norreno dell'Edda, e con l'aggiunta dell'attiva minoranza svedese di Finlandia, in cui figurano classici come Tove Jansson. Dedicando largo spazio alla contemporaneità, dal secolo scorso a oggi, Storia delle letterature scandinave abbraccia anche la vivace narrativa infantile e il cosiddetto «giallo nordico», esportati con successo in tutto il mondo, così come un'interessante letteratura della migrazione, rappresentata da autori di origine straniera di prima e seconda generazione che stanno arricchendo lo scenario culturale nordeuropeo di nuovi temi e prospettive. -
Il bambino mannaro
Finalista Premio Scelte di Classe – Leggere in circolo 2020. Categoria 8-10 annirnrnIl piccolo Ulf è convinto di essere un lupo mannaro, e per non rischiare di divorare la sua famiglia decide di uscire da solo di notte… Un libro tenero, profondo e irresistibile sulla paura e su come riuscire a superarla. Ovviamente con la giusta dose di risate e di ironia.rnrn«Che cos'è un lupo mannaro?» chiede un giorno il piccolo Ulf, quando sente il fratello maggiore pronunciare quella parola con i suoi amici. Janne non perde occasione per spaventarlo: i lupi mannari morsicano! E chi viene morsicato diventa uno di loro. Di giorno sono persone normalissime, ma nelle notti di luna piena si trasformano in grossi lupi e vanno in giro a morsicare a più non posso. Proprio quella notte c'è la luna piena e qualcosa di peloso morde il braccio di Ulf. Un lupo mannaro! Adesso anche lui lo è diventato! Cosa farà? E se gli venisse voglia di mangiare la sua famiglia? Ma se uno diventa un lupo mannaro, dev'esserlo per forza per sempre? Dopo «Il bambino dei baci», una nuova storia della serie sul piccolo e intraprendente Ulf, che con avventure piene di humour e fantasia affronta le sue paure e cerca di conquistarsi un posto nel mondo dei ragazzi grandi. -
Tuono
La divertentissima storia di come il piccolo Ulf ha scoperto il valore dell'amicizia, della fiducia e del coraggio, rendendosi conto che spesso le apparenze possono ingannare...rnIl coraggio e l’amicizia sono i grandi protagonisti di questa storia di Ulf Stark, che accompagna con delicatezza, intelligenza e divertimento i suoi piccoli personaggi nella grande avventura della vita: crescerernNon lontano da casa del piccolo Ulf vive un uomo gigante soprannominato Tuono: è grande, peloso, ha la barba nera e la voce tonante, e tutti i piccoli ne sono terrorizzati. Ulf e il suo migliore amico Bern sono certi che mangi gli animali del quartiere e ogni tanto persino i bambini! Gli unici momenti in cui Tuono sembra vagamente umano è quando di sera, arrampicati su un grande abete, lo sorprendono ad ascoltare la mamma di Ulf suonare il pianoforte. Quando un giorno la mamma perde ogni gioia per la vita e per la musica, tutto si incrina: in casa di Ulf tira una brutta aria, la mamma suona solo musiche strappalacrime, non fa che pulire la casa, e non è mai allegra. Ulf deve fare del suo meglio per renderla di nuovo felice e ci riuscirà grazie alla sua specialissima ostinazione ma anche all'aiuto inaspettato e sorprendente del temibile Tuono, scoprendo così che le cose raramente sono come sembrano. Con il suo stile inconfondibile, e un linguaggio fresco, diretto e pieno di ironia, Ulf Stark affronta in un altro spassoso e tenero racconto autobiografico, temi importanti come l'amicizia, la fiducia in sé stessi, l'ambiguità delle apparenze e l'importanza di dedicare del tempo alle proprie passioni. -
Katitzi e il piccolo Swing
Katarina Taikon ha scritto 13 libri sulla piccola Katitzi e la sua famiglia rom. Sono storie piene di allegria, vivacità e inventiva che raccontano le piccole ingiustizie, l’ignoranza e l’esclusione attraverso gli occhi di un bambino. Katitzi e il piccolo Swing è il secondo volume della serie.rnrnrnAllegra, avventurosa e piena di curiosità per il mondo, Katitzi è una bambina rom di otto anni. È cresciuta in un istituto ma ha da poco ritrovato la sua grande famiglia rom che vive in un carrozzone e gestisce un vero luna park! In questo secondo volume della serie la piccola Katitzi vive una vita allegra e avventurosa: tra raduni familiari a cui partecipano quasi cento parenti di ogni ordine e grado, trasferte in città con la sorella Lena per vendere i catini zincati di casa in casa (salvo poi dimenticarsi del loro compito e passare le serate al cinema), incendi sventati, incidenti vari, ragazzini scappati di casa da aiutare, la bambina non ha tempo di annoiarsi. Riesce persino a convincere il padre ad adottare un cucciolo di cane chiamato Swing, che diventa subito il suo inseparabile amico. Rosa, la sorella tredicenne, è il punto di riferimento di Lena e Katitzi, e quando scoprono che andrà in sposa al cugino Milo le due bambine sono terrorizzate all’idea di non averla più con loro. Ma alla fine si rassegnano e il matrimonio, che dura ben tre giorni, porta anche qualcosa di buono: la zia Klara si prende Katitzi sulle ginocchia e le spiega che la vecchia nonna Mami vorrebbe tanto incontrarla, ma è ricoverata in una casa di riposo a Uppsala. Katitzi la rassicura: Uppsala è lontana ma un modo per andarci ci sarà di sicuro, lei non si fa spaventare da nulla! -
L' uccellino rosso
Dalla penna della grande scrittrice svedese una raccolta – inedita in Italia – di quattro racconti dolci e commoventi. Un capolavoro senza tempo che colpisce il lettore dritto al cuore.rnrn""Astrid Lindgren è un'autrice con una fantasia prodigiosa"""" - Chiara Gamberale, Tuttolibri, La Stamparnrn""""Gli scandinavi usano i libri di Astrid Lindgren per spiegare ai figli la morte, il coraggio, l'indipendenza, l'amicizia, il vero valore delle cose"""" - La RepubblicarnrnPubblicati per la prima volta nel 1959 queste quattro storie sono ambientate in una Svezia di tempi lontani, in contesti rurali di grande povertà. Due bambini orfani, Anna e Mattias, sfuggono al loro destino di lavoro e sofferenza seguendo un uccellino rosso attraverso una porta nascosta, oltre la quale si trova Sunnanäng, un luogo magico dove è sempre estate, i bambini possono giocare sereni tutto il giorno e dove c'è una donna, madre di tutti i bambini, che prepara cibi deliziosi. Malin, una bambina che ha perso i genitori durante un'epidemia di tubercolosi, vive nella casa dei poveri e, convinta che se avesse un tiglio suonante e un usignolo canterino fuori dalla finestra la sua vita sarebbe finalmente bella, decide di donare la sua anima a un albero per far avverare il suo sogno. Il giovane Nils, costretto a letto da una brutta malattia, fa un sogno ispirato dal castello disegnato nella sua stanza in cui riesce a salvare il proprio re dalla condanna a morte per mano del rivale, facendolo scappare attraverso un passaggio segreto. La piccola Stina Maria, dopo che le sue pecore sono state uccise da un lupo, visita il popolo magico del «sottosuolo» con la promessa di un nuovo gregge per la sua famiglia. Nonostante questi racconti affrontino temi duri come la povertà, l'infanzia rubata, la malattia e la sofferenza, Astrid Lindgren si conferma una delle più grandi scrittrici del Novecento e con il suo inconfondibile humor sottile riesce a parlare anche di speranza, felicità, magia e libertà. Infatti i piccoli protagonisti dell'«Uccellino rosso» non si perdono mai d'animo e attraverso il loro coraggio, la loro forza di volontà e la loro intraprendenza riescono sempre a cambiare il loro destino."" -
Il bambino che partì per il Nord alla ricerca di Babbo Natale. Ediz. a colori
Una bella storia di Natale, una fiaba senza tempo ambientata durante la lunga notte polare in un villaggio groenlandese. rnStrano papà, quello del piccolo Andreas: il Natale non solo non gli piace, lo detesta. Ed è proprio un peccato che non voglia saperne di festeggiarlo. Meno male che Andreas abita in Groenlandia e la sua famiglia ha una comoda slitta e dodici bei cani che non vedono l’ora di tirarla. Per convincere il papà di quanto è magica questa festa basterà fare un viaggetto con lui su al Nord, dove di sicuro incontreranno Babbo Natale, visto che vive là. Così, quando la Vigilia è ormai vicina, Andreas saluta la mamma e la sorellina Sofie per iniziare la sua avventura col papà. Mentre al villaggio è tutto un luccicare di candeline e stelle natalizie alle finestre, loro se ne vanno in slitta su e giù per i pendii ghiacciati, dove gli alberi non crescono e nelle poche ore di chiaro l’unico colore è il bianco accecante della neve. E quando cala il buio, padre e figlio trovano un po’ di tepore in un capanno incassato nella neve. Chissà se lì troveranno anche il simpatico barbuto rossovestito, pronto a salutarti con la sua tipica risatona che fa oh oh. Una fiaba dolce e tenera che, intrecciando l’incanto del Natale con la storia del legame tra un bambino e il suo papà, ci porta in volo nella natura semplice ed estrema delle latitudini subpolari. -
Katitzi nella buca dei serpenti
Katarina Taikon ha scritto 13 libri sulla piccola Katitzi e la sua famiglia rom. Sono storie piene di allegria, vivacità e inventiva che raccontano le piccole ingiustizie, l’ignoranza e l’esclusione attraverso gli occhi di un bambino. Katizi nella buca dei serpenti è il terzo volume della serie.Katitzi ha quasi nove anni. Sua sorella Rosa si è appena sposata e si è trasferita dal marito, e a Katitzi manca moltissimo. Lei e la sua famiglia vivono ancora nel Norrland, e il papà e il fratello maggiore Paul lavorano nel bosco. Proprio lì, un giorno, Katitzi cade in una buca piena zeppa di serpenti. Ma niente paura! Tutto va per il meglio, Katitzi non viene morsa, «dev'essere nata proprio sotto una buona stella», dice papà Taikon, anche se poi, spaventato, vede in quell'incidente un cattivo presagio e teme che possano essere espulsi dalla Svezia. Così in fretta e furia decide di partire e trasferirsi altrove con l'intera famiglia. Arrivati vicino a Stoccolma, trovano un posto in cui accamparsi a Södertälje. Nonostante la nostalgia e la fatica, il trasferimento porta con sé anche qualcosa di buono: Katitzi trova subito nuovi amici tra i vicini di casa: Sam, che l'aiuta a portare l’acqua, la gentile signora Saga, che riesce a far iscrivere a scuola lei e Lena. Ci sono tante nuove avventure che la aspettano! -
Storia di Ásta
Un grande romanzo di amore, poesia, sensualità e sesso, una grande storia sulla campagna islandese e sul desiderio di conoscere il mondo che va dagli anni Cinquanta fino ai nostri giorni, e si snoda tra la Norvegia e l’Islanda. Quella di Stefánsson è una scrittura che incanta e infonde nuova vita alla grande letteratura islandese.rnrn«Delicata e feroce, onirica e concreta, insopportabile e irresistibile: l'Islanda di Stefánsson.» – La Stamparn«Jón Kalman Stefánsson è uno scrittore capace di dare figura in forma di parole allo splendore del mondo.» –La Repubblica rnrnReykjavík, primi anni Cinquanta. In un piccolo appartamento seminterrato Sigvaldi e Helga toccano il cielo con un dito abbandonandosi alla loro giovane e travolgente passione e decidono di chiamare la figlia Ásta. Ásta come una grande eroina della letteratura nordica, Ásta perché ást in islandese vuol dire amore. Sedici anni dopo Ásta scopre il sentimento di cui porta il nome in una fattoria negli aspri Fiordi Occidentali dove trascorre l’estate. Lo impara a conoscere dalla storia tormentata tra un uomo e una donna uniti dalla solitudine e divisi dalla dura vita contadina; lo impara a capire dalla vecchia Kristín che ogni tanto, al mattino, si sveglia in un’altra epoca del suo passato e può così rimediare ai rimpianti che le ha lasciato la vita; lo vive sulla propria pelle insieme a Jósef, il ragazzo che le cambierà l’esistenza. Eppure sono tutte promesse di felicità non mantenute ad avvicendarsi in questa impetuosa storia famigliare, segnata per sempre dal giorno in cui Helga si rivela uno spirito troppo libero e assetato di emozioni per non ribellarsi alla soffocante routine domestica e abbandonare marito e figlie, lasciando Ásta con un’inquietudine, un’ansia di fuga, una paura di seguire fino in fondo i propri sogni. In un romanzo lirico, sensuale e corale, che si compone a puzzle seguendo i ricordi dei personaggi e le associazioni poetiche dei loro sentimenti, Stefánsson racconta l’urgenza e l’incapacità di amare, la ricerca di se stessi nell’eterna e insidiosa corsa alla felicità, e quel fiume di desideri e nostalgia che accompagna il destino di ognuno, sempre pronto a rompere gli argini e a scompaginare un’esistenza. -
Fiabe faroesi
Un nuovo volume nella serie delle Fiabe Nordiche di Iperborea dedicato alla tradizione popolare delle isole Faroer. A differenza delle loro varianti nordiche rimane quell’asprezza priva di rielaborazioni letterarie che le avvicinano alle grandi saghe nordiche, da cui pure hanno preso parte del loro materialernrnDalle isole verdi del Nord Atlantico, sospese tra paesaggi primigeni e tradizioni immemori, un'antologia che raccoglie le più antiche fiabe tramandate a queste latitudini e pubblicate per la prima volta in Italia. Storie di orchesse che catturano i bambini e di troll a sette teste che rapiscono principesse, di giovani orfani come Senza-Papà e Figlia di Tizio o incompresi come Ceneraccio e Fanfarone che superano ogni prova di astuzia, coraggio e generosità, meritando l'aiuto di animali fatati che ribaltano le loro sorti. Storie di sirene incantatrici, giganti del mare, regni degli abissi e isole abitate da leoni, ispirate dall'oceano che con i suoi imprevisti e misteri circonda il piccolo arcipelago delle Faroe. Raccontate per secoli attorno al focolare nelle lunghe sere d'inverno, di solito da anziane narratrici nubili e prive di contatti con il mondo esterno, queste fiabe brillano spesso di un'originalità autoctona. Riprendendo motivi universalmente diffusi, li rimaneggiano e li intrecciano tra loro in avventure funamboliche, che mescolano humour, poesia e sangue, in cui si affacciano antiche saghe, miti pagani e leggende sui demoni, i folletti e le altre creature invisibili di cui è ricco l'immaginario faroese. Trascritte nell'Ottocento, quando i letterati romantici di tutta Europa ricercarono nel patrimonio orale le radici nazionali di ciascun paese, le fiabe faroesi hanno contribuito all'autodeterminazione di un popolo a lungo «provincia» del Regno di Danimarca, che attraverso la fantasia e un gusto contagioso per il narrare ha lottato per la propria identità culturale e indipendenza linguistica. -
Cucinare un orso
Dopo Musica rock da Vittula, bestseller mondiale e vincitore del premio August, Mikael Niemi torna alle suernradici lapponi con un giallo storico che ricorda Il nome della rosa di Umberto Eco e Lila di Marilynne Robinson.rnrn ""La prosa di Mikael Niemi risuona di meraviglia e coraggio. Ogni personaggio è un'epopea in miniatura"""" - The New Yotk Timesrnrn""""Mikael Niemi: il Nick Hornby scandinavo"""" - Corriere della Serarnrn""""Uno scrittore straordinario: spassoso, ribelle, osceno"""" - The ObserverrnrnLars Levi Laestadius è un carismatico pastore di origini sami, esperto botanico e fondatore di un movimento religioso revivalista che a metà ’800 si diffonde a macchia d’olio tra la gente del Tornedal, nell’estremo Nord della Svezia e della Finlandia. Jussi è il suo fedele compagno e discepolo, un ragazzo sami che Laestadius ha adottato, salvandolo dalla miseria e insegnandogli tutto sulle piante e sulla natura (ma anche a leggere, scrivere e, non meno importante, ad amare e temere Dio). Nell’estate del 1852 nel villaggio di Kengis, Jussi e il pastore sono chiamati d’urgenza da una famiglia di contadini della zona perché una ragazza che badava alle mucche è scomparsa nella foresta. Pochi giorni dopo viene ritrovata uccisa e la gente del posto subito sospetta di un orso. Lo sceriffo Brahe è pronto a offrire una ricompensa per catturare l’animale, ma il predicatore trova altre tracce che indicano un assassino assai peggiore ancora in libertà, e insieme a Jussi s’improvvisa detective, ignaro del male che lentamente si sta avvicinando a lui e che minaccia di distruggere la sua azione di rinnovamento spirituale. Con la scrittura audace e ingegnosa che lo contraddistingue, capace di intessere poesia e humour tagliente, Mikael Niemi costruisce un giallo storico appassionante e visionario e s’interroga sulle grandi questioni filosofiche della vita, calandoci nel cuore di una piccola comunità ferita da grandi eventi ai margini articirndel mondo. Cucinare un orso segna il ritorno del grande narratore svedese ed è diventato un piccolo caso editoriale internazionale alla ultima fiera di Francoforte, in corso di pubblicazione in quindici paesi."" -
Uomini e troll
Dopo Il libro di Natale, La leggenda della rosa di Natale, La Notte di Natale, una nuova raccolta di racconti legata alla tradizione nordica di Selma Lagerlöf.Troll, geni e spiriti della natura sono i protagonisti di questa raccolta di dieci magistrali racconti della grande narratrice svedese Selma Lagerlöf, Premio Nobel 1909, «la più grande scrittrice dell'Ottocento», secondo Marguerite Yourcenar. Storie ispirate alla tradizione delle antiche fiabe svedesi, quella dei miti e delle leggende tramandate al lume di candela nelle lunghe notti nordiche: un giovane cavaliere spaventato cerca di difendersi da un brigante che sembra un troll; un apprendista calzolaio ottiene la terra di un cimitero risvegliando poteri diffcili da controllare per un semplice umano; un troll rapisce il figlio di un uomo e gli dà in cambio il suo; una strana creatura viene a «salvare» un essere umano in modo che possa continuare a gestire il suo maniero... Che metta i suoi indimenticabili personaggi alle prese con l'ignoto e le forze misteriose della natura, o che ci metta a confronto con la nostra intuizione dell'irrazionale, in tutte queste storie Selma Lagerlöf impone il suo magnifco talento di narratrice e un umanesimo che ancora oggi la rende tra gli scrittori più amati e universali della storia della letteratura. -
La tua vita e la mia
Dall'autrice di Io non mi chiamo Miriam, un romanzo duro, appassionante, necessario che affronta un altro capitolo scuro nella storia della Svezia moderna.rn«Una scrittrice sempre a favore dei deboli. Abbiamo bisogno della sua voce oggi più che mai» - Svenska Dagbladetrn«Rispetto le persone che vivono gli inferni che Axelsson racconta, leggerne è una passeggiata. Anzi, quasi un obbligo» - Therese Eriksson, ExpressenrnrnrnNon ci si deve lasciar andare. Non si può strillare e far chiasso e menare botte. Nemmeno quando se ne avrebbe voglia. Nemmeno se si hanno tutte le ragioni del mondo. Non se si nasce donne.rnEx giornalista di successo e vedova solitaria nella sua amata Stoccolma, Märit si trova costretta a tornare a Norrköping, nella casa d'infanzia di cui non sente nostalgia, per festeggiare insieme al suo gemello Jonas il settantesimo compleanno. Un impulso irresistibile durante il viaggio in treno la spinge a scendere a Lund, dove non mette piede da cinquant'anni, e a cercare la tomba dei «malati» di Vipeholm, il grande manicomio in cui finì suo fratello maggiore Lars. Lars-lo-Svitato, lo Sgorbio, come lo chiamavano tutti: di colpo Märit non può più trattenere i ricordi e le domande rimaste senza risposta fin da quel tragico giorno in cui sua madre morì, quando lei era appena quattordicenne, e il fratellone che era sempre stato con loro venne fatto sparire. Perché Märit non riesce ancora a dimenticare, o addirittura a fingere che niente sia successo come tutti a casa hanno sempre fatto? Cosa accadde veramente in quel lontano 1962, quando lei entrò a Vipeholm e scoprì ciò che vi avveniva, domandandosi chi ne portava davvero la colpa, senza poter opporre altro che rabbia e vendetta al muro di solitudine che separava ogni membro della sua famiglia? Con il suo occhio clinico e ipersensibile alle sottili crepe nell'edificio della società svedese, e con la capacità di calarci nei percorsi ad alta tensione emotiva dei suoi personaggi, Majgull Axelsson indaga la fragilità dei legami famigliari in un Paese rigorosamente improntato all'emancipazione dell'individuo. E attraverso la ricerca di verità della sua protagonista affronta un tabù della socialdemocrazia scandinava, risalendo all'epoca della sua fioritura come modello di uguaglianza e solidarietà sociale per dare voce a coloro che ne furono tagliati fuori, privati perfino dei diritti umani.