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La notte di Natale. Le leggende di Gesù
Qualsiasi storia tocchi Selma Lagerlöf diventa un racconto che ci riguarda, che siano fiabe, miti o, come in questo caso, i vangeli apocrifi e le leggende raccolte nei suoi viaggi in Italia e in Oriente. Storie in cui rivivono l'impero di Augusto, la Giudea di Erode e Pilato, il deserto della regina di Saba e Salomone, ma anche le crociate di Gerusalemme e le origini della Firenze di Dante. Storie alternative, ispirate dai testi esclusi dalla Bibbia o fioriti nei secoli intorno alla figura di Gesù, che la Lagerlöf rivisita liberamente in novelle poco ortodosse e molto moderne, attraverso la sua capacità di comprendere i sottili meccanismi dell'animo umano, come a dire che non esistono limiti al narrare, che non c'è un'unica e vera versione, ma una ricchezza di racconti possibili per continuare a immaginare, a interrogarsi, a provocare. La vecchia Sibilla che dal Campidoglio vede nascere in Palestina il bambino che rinnoverà il mondo, i magi come tre poveri emarginati che seguono la stella cometa sognando oro e potere e scoprendo com'è umile la felicità, il sanguinario Tiberio colpito dalla lebbra a Capri e il lungo viaggio fino al nazareno che può miracolarlo, la passione con cui Raniero de' Pazzi tiene vivo il sacro fuoco che ispirerà i grandi fiorentini, e le proteste di san Pietro in paradiso per l'eterna sofferenza del mondo. -
Monte Carlo
Maggio 1968, il sole brucia sul circuito di Monte Carlo, dove sta per iniziare l'atteso Grand Prix. Il principe di Monaco, il jet set e la stampa mondiale aspettano l'arrivo di Deedee, la divina stella del cinema francese, sogno proibito di ogni uomo e anche di un giovane e timido meccanico della Lotus: Jack Preston. Ma proprio quando l'attrice fa la sua entrata in pista, un'auto esplode e Jack, travolto dalle fiamme, le fa scudo con il corpo. Lei ne esce illesa, lui gravemente ustionato. Rispedito nel suo piccolo villaggio inglese, stroncata la carriera cui aveva dedicato la vita, Jack attende fiducioso che la donna più desiderata della terra riconosca il suo atto eroico, gli renda l'onore che si merita e gli dichiari il proprio amore, chiamandolo a sé nell'olimpo delle star. Eppure i giorni passano e le cicatrici restano senza che Deedee lo degni di un cenno, mentre la sua speranza sprofonda sempre più in una cieca ossessione. Con una scrittura essenziale e di una precisione chirurgica, che procede per incalzanti quadri di poesia e humour nero, Peter Terrin si cala negli anni della dolce vita per comporre una parabola densa di suggestioni etiche, sociali, esistenziali. -
L'uomo dell'istante. Un romanzo su Søren Kierkegaard
Copenaghen 1855, un uomo entra nell'ospedale cittadino e dice di essere pronto per morire, ha solo 42 anni e il volto noto di Søren Kierkegaard. Filosofo e scrittore tra i più controversi della sua epoca, seduttore e martire, esistenzialista ante litteram e teologo ribelle alla Chiesa istituita, Kierkegaard è giunto al termine di un'esistenza estrema e paradossale, messa in gioco fino in fondo alla ricerca di un'unità più alta di corpo e spirito, e ora che sta per concludersi la ""battaglia"""", la ripercorre dall'inizio alla luce dei propri dissidi e delle due figure che l'hanno segnata: il padre, con la sua religiosità severa, chiusa in un tormentato senso della colpa e del dovere, e Regine Olsen, il suo grande amore, che conquista e poi abbandona perché rimanga un ideale da inseguire per il resto della vita, un sacrificio in nome della sua missione, fino a dire: """"Tutto quello che ho scritto, l'ho scritto per lei."""" Attraverso i diari, le lettere e l'impetuosa produzione letteraria, Dalager racconta l'uomo dietro un filosofo che ha tratto il suo pensiero da un personale percorso di vita: dai limiti dell'edonismo alla vertigine della scelta etica, dall'impossibilità della conoscenza al """"salto"""" nella fede in cui può appagare il suo bisogno di infinito. È a partire da questo intreccio di filosofia e vita ritrae un precursore della sensibilità contemporanea, che ha opposto a ogni sistema l'urgenza di sondare l'individuo, definendosi """"soldato di frontiera"""" e un poeta-pensatore, il poeta dell'amore."" -
La politica dell'impossibile
Ogni libro di Dagerman ci costringe a mettere in dubbio le verità ricevute e a guardarci allo specchio, come individui, come società, ma soprattutto come esseri umani. Ribelle all'ingiustizia in ogni aspetto del vivere e a qualsiasi forma di oppressione, la sua opera conserva una pungente attualità, e così la sua riflessione politica e culturale, cui è dedicata questa raccolta di interventi su quotidiani e riviste letterarie e anarchiche. Con una sorprendente capacità di leggere il proprio tempo e prevedere il nostro, con la sua coerenza estrema e irriducibile, Dagerman denuncia le ""gabbie"""" della moderna democrazia, dove un manipolo di poteri decide migliaia di destini, gli interessi dello Stato prevaricano i diritti inalienabili della persona, e la cultura è declassata a """"gioco di società"""", slogan ideologico o anestetizzante di massa. Ma soprattutto rivendica il compito della letteratura di """"mostrare il significato della libertà"""", di scuotere le coscienze per riscattare l'uomo e i suoi valori fondamentali: l'uguaglianza, la difesa dei deboli, la solidarietà. E confessa il suo conflitto di scrittore diviso tra l'impegno sociale e l'inviolabile autonomia dell'immaginazione, che deve seguire liberamente le proprie vie per """"toccare il cuore del mondo"""". Se la politica è definita l'arte del possibile, ovvero dei limiti, del compromesso, della rinuncia alla speranza, Dagerman non può che difendere a gran voce la necessità di una """"politica dell'impossibile""""."" -
L'ultimo bicchiere di Klingsor
In un podere perso tra le foreste e gli acquitrini del profondo Nord, Klingsor si vota all'arte dopo un'esperienza quasi mistica. Vagando nel bosco trova l'ultimo bicchiere usato da un avo per la sua sbronza di Pentecoste: rimasto saldo a un legno storto per quasi un secolo, si è fieramente raddrizzato, puntando verso le stelle. Per Klingsor è una rivelazione, la chiave di lettura dell'esistenza: la materia vive esattamente come noi, non c'è confine tra vita e morte. Puntando dritto alla ""verità"""" come il bicchiere suo Graal, il taglialegna illuminato, omonimo del mago wagneriano e dell'artista di Herman Hesse, fa un corso di pittura per corrispondenza e dà inizio a una nuova arte, che ammette solo nature morte per penetrare la loro vita intima. Dall'accademia di Stoccolma ai circoli di Parigi, Klingsor attraversa l'intera scena artistica come il nuovo Cézanne, dipingendo brocche, tazze e caraffe, sempre le stesse sulle stesse tele, strato su strato in dipinti identici uno all'altro, cercando di vedere attraverso le cose, convinto che """"il futuro appartiene alla radiografia"""". Maestro del gioco intellettuale, capace di toccare con lo humour e il paradosso inattese altezze di pensiero, Lindgren crea un personaggio che sfugge a ogni canone vivendo l'arte in tutti i suoi significati per interrogarsi sul rapporto tra materia e spirito. Con i suoi quadri monotoni e """"autentici"""", il suo filosofeggiare saggio e folle, la sua coerenza e ostinazione, lotta eroicamente per dipingere il segreto della vita."" -
Una moglie giovane e bella
Edward è un quarantenne di successo, affermato virologo e ""collezionista di prime volte"""" che passa da una donna all'altra come un eterno ragazzino. L'incontro con Ruth è una folgorazione: bella, vitale e appassionata come solo a vent'anni si può essere, con lei crede di aver vinto la sua battaglia contro il declino. Ma l'apparente trionfo si traduce in una lotta impari. Edward si accorge che sposandola non è affatto ringiovanito, anzi ha fatto invecchiare lei, e che lo scarto d'età rende ancora più evidenti e penosi in lui i segni del tempo. Uno scarto che è anche tra due mondi: lui ambizioso uomo di scienza che antepone ai sentimenti un razionale pragmatismo, lei idealista ipersensibile che non accetta i suoi test sugli animali e il suo rifiuto di capire la sofferenza. Quando il figlio che solo Ruth desidera trasforma la passione in un obbligo da espletare nei giorni utili, quando l'insicurezza diventa """"tollerabile solo prendendo un'amante ancora più giovane"""", il castello comincia a sgretolarsi e le paure sfuggono al controllo, travolgendolo in una caduta che scardina ogni aspetto della sua esistenza. Come un moderno Giobbe o un eroe tragico dei nostri giorni, Edward si troverà a scoprire il vero significato della sofferenza. Precisa, ironica e tagliente come un bisturi, la penna di Tommy Wieringa indaga nelle sfumature più sottili la deriva di un rapporto e di un uomo alle prese con il potere e la fragilità, così vicino a ognuno di noi nella sua incapacità di rinunciare a se stesso."" -
Grande come l'universo
Jón Kalman Stefánsson ritorna con un grande romanzo corale per raccontare l'anima di un paese, e quel potere delle parole di dare corpo ai desideri e decidere destini, di farci affrontare le acque più insidiose.Le stelle le vedi soltanto al buio, così ti ricordi che il buio non può spegnere ogni luce.«Le persone possono trasformarsi in una lacrima o in un pugno – a volte la differenza tra le due cose è molto sottile» e racchiude la storia di un'intera famiglia. Dopo aver mandato all'aria il suo matrimonio, la scrittura ed essere fuggito lontano, Ari torna in Islanda per incontrare il padre malato e vicino alla fine. Ma il muro di silenzi che li divide lo obbliga a un viaggio indietro nel tempo che intreccia i destini di tre generazioni e le diverse anime di un paese. Un paese di pescatori stretto tra un mare che dà e prende la vita, e un cielo infinito che nutre i sogni e il bisogno di poesia, dove il nonno Oddur, l'eroe dei fiordi, crede solo nella sua lotta per la sopravvivenza, mentre nonna Margrét incontra un uomo che le insegna a leggere le stelle. È lo spirito ribelle di Margrét che Ari sembra ereditare attraverso le donne della famiglia, dalla zia Veiga che durante la guerra si abbandona all'amore e diventa la «puttana dei tedeschi», alla zia Lilla che compone i suoi unici versi alla morte della figlia perché non sia mai dimenticata. E sono le voci immortali della letteratura e della musica a risuonare in questo romanzo, da Dante a Hemingway, da Elvis a Mozart, alle band islandesi, ai Dire Straits. Una saga famigliare cominciata con I pesci non hanno gambe che racconta un secolo di storia attraverso i due angoli opposti del paese, e tutta l'ironia, la poesia e la sensualità dell'esistenza. Il viaggio di un uomo e di uno scrittore che si guarda indietro alla ricerca delle parole da mettere in salvo e tramandare, per ricordarci chi siamo, per vincere l'oblio del tempo e quel silenzio che ci può trasformare in una lacrima o in un pugno. Jón Kalman Stefánsson ritorna con un grande romanzo corale per raccontare l'anima di un paese, e quel potere delle parole di dare corpo ai desideri e decidere destini, di farci affrontare le acque più insidiose. -
Un pappagallo volò sull'Ijssel
Lungo le placide sponde del fiume IJssel, quattro paesini dell'Olanda profonda si ritrovano ad accogliere un gruppo di rifugiati. Provenienti da diversi angoli del Medioriente ma uniti dalla comune cultura islamica, sono i primi stranieri ad arrivare negli anni '80 in questi centri di rigorosa tradizione protestante, incontrando la spontanea solidarietà dei locali e un nuovo mondo che li obbliga a interrogarsi sulla propria identità. Dall'affascinante Memed, che allaccia una difficile relazione con un'olandese, all'interprete Lina, che si adopera per l'integrazione fino a essere eletta in Parlamento, a Khalid, discendente da una famiglia di miniatori del Corano, che si fa strada come restauratore museale e ""pittore di gay"""". Dai fieri """"dodici anziani"""" che tengono vive le antiche radici, alla ribelle Pari, che lascia il marito, studia l'olandese e comincia a scrivere per un giornale, pagando a caro prezzo la propria emancipazione. Ma le nuove ondate di profughi e populismi, l'11 settembre e l'omicidio di Theo van Gogh rompono i loro precari equilibri. In un imponente romanzo corale Kader Abdolah racconta dall'interno, con gli occhi degli immigrati, l'Olanda della proverbiale tolleranza che degenera in contrapposti radicalismi. E trasportando nell'Europa di oggi la poesia delle fiabe persiane, affida al pappagallo di una vecchia guaritrice olandese il ruolo di testimone delle umane vicende e mediatore, attraverso la letteratura, tra Oriente e Occidente."" -
Fiabe islandesi
Terra di miti e leggende che sembrano riecheggiare ancora nei suoi paesaggi lunari, l'Islanda ha dato voce alla sua creatività anche in un originale patrimonio di fiabe, qui raccolte in un'antologia inedita. Un mondo di castelli stregati, lotte in sella ai draghi e viaggi per mare con le barche di pietra dei troll, popolato da bellissime regine che si rivelano orchesse, elfi dispettosi che è bene farsi amici, giganti a tre teste che escono dalle grotte di lava, e una natura ""vivente"""" piena di misteri, dove ogni roccia, animale o corso d'acqua può nascondere un'insidia o una presenza fatata. Storie che raccontano l'eterna lotta tra il bene e il male a colpi di magie, metamorfosi e prove di astuzia e di coraggio, ma a oche l'origine di un proverbio o di un'antica credenza che fonde il sacro e il pagano, come quella degli elfi, i """"figli sporchi"""" che Eva non è riuscita a lavare prima di una visita di Dio e che da allora dimorano negli anfratti rifuggendo ogni sguardo umano. Storie in cui i motivi di Biancaneve o delia Bella addormentata hanno risvolti per noi inaspettati, e se la giustizia trionfa sempre come vuole la tradizione, punendo i malvagi e dando felicità e ricchezza ai probi, ogni fiaba ci sorprende con uno humour irriverente, un'inedita sensualità o una crudezza che ricorda le saghe. Pagina dopo pagina ci avviciniamo all'anima di un popolo che nelle solitudini boreali ha sempre viaggiato con la parola, l'immaginazione, la poesia."" -
La prima moglie e altre cianfrusaglie
Di avventura in avventura, tutte le epoche sono rivisitate da Paasilinna, che punta il mirino del suo humour sulla nostra religiosa dipendenza dagli oggetti, su quell'ansia di possedere, catalogare, accumulare, nell'illusione di tappare i fori da cui la vita ci sfugge ogni giorno.rnrn«Laura trovò ovviamente splendida la ghigliottina, ma era davvero il regalo ideale per i cinquant'anni d'una moglie?»rnrnL'assicuratore Volomari Volotinen è un collezionista compulsivo di antiche rarità. Non c'è limite agli oggetti che desidera, né alle follie che è pronto a fare per metterci le mani, dal colbacco di Lenin agli slip di Tarzan, dalla dentiera del maresciallo Mannerheim alla ghigliottina che giustiziò Danton, da una clavicola di Cristo a un refrigeratore da latte scremato di inizio secolo, convertito con successo in distillatore di acquavite. Non è certo un caso che Volomari si sia perdutamente innamorato di Laura Loponen, di vent'anni più vecchia di lui, ex ausiliaria di prima linea della Seconda guerra mondiale e ora maestra pasticcera e inossidabile compagna di vita, come il resto dei suoi cimeli. Per fortuna il mondo è pieno di polizze da firmare, doli da smascherare e controversie risolvibili con un generoso indennizzo, che portano l'assicuratore collezionista a girare per tutta Europa, dalla Lapponia a Londra, dal Mar Glaciale Artico a Budapest, raccogliendo sulla via cianfrusaglie di ogni secolo, ciascuna con una storia tanto strampalata quanto inestimabile. Ben lungi dal dubitare della loro autenticità, con la fede di un credente per le sue reliquie, Volomari appaga così la sua sete di pezzi unici, o forse di immaginazione. -
Il giardino dei cosacchi
Dopo il clamoroso successo di Anime Baltiche Jan Brokken torna con l'attesissimo romanzo su Fëdor Dostoevskij.Un uomo «esiliato, tormentato, umiliato e risorto con le sue ultime forze», che vive la scrittura come una necessità febbrile e un’ossessiva indagine sul lato oscuro dell’animo umano, in perenne lotta con i debiti, la malattia e una vita estrema in cui riecheggiano tanti motivi dei suoi capolavori letterari.San Pietroburgo 1849, Fëdor Dostoevskij è davanti al plotone d’esecuzione, accusato di un complotto contro lo zar. Solo all’ultimo secondo viene risparmiato dalla morte e deportato in Siberia. Il ventenne Alexander von Wrangel, barone russo di origini baltiche, ricorda bene la scena quando qualche anno dopo è nominato procuratore della città kazaca dove Fëdor sta ancora scontando la pena, nella logorante attesa della grazia. Due spiriti affini, uniti dal fervore etico e intellettuale e innamorati perdutamente di due donne sposate: il giovane baltico della femme fatale Katja, e Dostoevskij della fragile ed eternamente infelice Marija. Confidenti, complici e compagni di sventura, Fëdor e Alexander si aggrappano uno all’altro come a un’ancora di salvezza nella desolazione siberiana, riuscendo a ritagliarsi un rifugio nel «Giardino dei cosacchi», vecchia dacia in mezzo alla steppa che diventa un’oasi di pensiero e poesia nella corruzione dell’Impero. In un appassionante romanzo «russo» basato su documenti, memorie e lettere giunte fino a noi, Brokken racconta un’amicizia che si intreccia alla storia politica e letteraria di un paese e attraverso la voce del barone Von Wrangel ricompone un ritratto intimo del grande autore ottocentesco. Un uomo «esiliato, tormentato, umiliato e risorto con le sue ultime forze», che vive la scrittura come una necessità febbrile e un’ossessiva indagine sul lato oscuro dell’animo umano, in perenne lotta con i debiti, la malattia e una vita estrema in cui riecheggiano tanti motivi dei suoi capolavori letterari. -
Il pastore d'Islanda
Il racconto di un'avventura che diventa parabola universale, un gioiello poetico che si interroga sui valori essenziali dell'uomo, un inno alla comunione tra tutti gli esseri viventi. Un classico da rileggere a Natale.«Nella letteratura di ogni paese ci sono libri che sono come monoliti. Il pastore d'Islanda è uno di questi» – Jòn Kalman StefànssonChi non l'ha mai bevuto in una buca nella terra, a trenta gradi sotto zero e in mezzo a un deserto di montagne e tempesta, non sa cos'è un caffè.Il Natale può essere festeggiato in tanti modi, ma Benedikt ne ha uno tutto suo: ogni anno la prima domenica d'Avvento si mette in cammino per portare in salvo le pecore smarrite tra i monti, sfuggite ai raduni autunnali delle greggi. Nessuno osa sfidare il buio e il gelo dell'inverno islandese per accompagnarlo nella rischiosa missione, o meglio nessun uomo, perché Benedikt può sempre contare sull'aiuto dei suoi due amici più fedeli: il cane Leó e il montone Roccia. Comincia così il viaggio dell'inseparabile terzetto, la «santa trinità», come li chiamano in paese, attraverso l'immenso deserto bianco, contro la furia della tormenta che morde le membra e inghiotte i contorni del mondo, cancellando ogni certezza e ogni confine tra la terra e il cielo. È qui che Benedikt si sente al suo posto, tra i monti dove col tempo ha sepolto i suoi sogni insieme alla paura della morte e della vita, nella solitudine che è in realtà «la condizione stessa dell'esistenza», con il compito cui non può sottrarsi e che porta avanti fiducioso, costi quel costi, in un continuo confronto con gli elementi e con se stesso, per riconquistare un senso alla dimensione umana. Nella sua semplicità evocativa, Il pastore d'Islanda è il racconto di un'avventura che diventa parabola universale, un gioiello poetico che si interroga sui valori essenziali dell'uomo, un inno alla comunione tra tutti gli esseri viventi. Esce per la prima volta in Italia un classico della letteratura nordica che ha fatto il giro del mondo e sembra aver ispirato Hemingway per Il vecchio e il mare, considerato in Islanda il vero canto di Natale. -
Tutto quello che non ricordo
Finalista Premio Strega Europeo 2017Questa è la storia di Samuel, un ragazzo che ha perso tragicamente la vita: è stato un incidente o un suicidio? Un giovane scrittore incontra tutti quelli che lo conoscevano per ricostruire attraverso le loro parole chi era veramente Samuel: l'amico speciale Vandad, ora in carcere; la Pantera, artista underground a Berlino; il grande amore Laide, attivista per le donne migranti; l'arzilla nonnina a cui la malattia sta strappando la memoria. Un appassionante puzzle di voci si compone con la suspense, i colpi di scena e le contraddizioni di un'indagine a presa diretta in cui ciascuno racconta la sua verità. E mentre capiamo di non poterci fidare fino in fondo di nessuno veniamo risucchiati nel ritratto commovente, esilarante e irresistibilmente umano di un ragazzo che abbraccia il mondo con la spontaneità di un bambino. Uno smemorato cronico alla continua ricerca di esperienze indimenticabili che annota su miriadi di quaderni per combattere la sua paura dell'oblio. Un outsider tenero ed enigmatico, forse un poseur, forse un sognatore sfruttato dalle persone che più amava, a cui ci affezioniamo come a un amico che ci fa osservare con uno sguardo nuovo il nostro rapporto con gli altri e con la vita. ""Tutto quello che non ricordo"""" è una storia d'amore e di amicizia, di tradimento e autoinganno, ma è anche un romanzo sulla perdita, sul tempo che abbiamo, sul nostro bisogno di ricordare ed essere ricordati, e sulle parole a cui ci aggrappiamo nella speranza o nell'illusione di cambiare tutto quello che è stato."" -
Fair play
Dalla celebre autrice finlandese dei Mumin, una tenera, delicata, luminosa storia d’amore e di amicizia tra due artiste straordinarie.«un libro bellissimo, di scrittura cristallina e verità nascoste [...] un libro difficile da definire, come sostiene Ali Smith nella sua appassionata postfazione, perché all’apparenza sembra una raccolta casuale di brevi racconti autobiografici: eppure è qualcosa di meno, perché è molto di più.» - Chiara Gamberale, TTL, La Stamparnrn«Anche se afflitta da equivoci comici e bronci monumentali, Mari e Jonna sembrano aver scoperto il segreto della felicità: una combinazione di lavoro, amore, una bistecca e molto caffé» - The Guardianrnrn«Questo romanzo parla di creatività, di come prendere un giorno.... e renderlo veramente nuovo e fresco, non importa di che età si è e a che punto della vita ci si trova» - Ali Smithrnrn«Non c’è silenzio più assoluto di quando si aspetta in mare nella nebbia. Si sta con le orecchie tese: qualche grossa imbarcazione può spuntare all’improvviso, senza che si sentano le onde di prua in tempo per accendere il motore e togliersi di mezzo.» Mari è una scrittrice e Jonna è un’artista, vivono alle estremità opposte di un grande condominio vicino al porto di Helsinki, i loro atelier all’ultimo piano separati solo da un corridoio e da una soffitta. Condividono una barca e una casa lontana dalla civiltà in una piccola isola solitaria, l’ultima prima del mare aperto nell’arcipelago tra la Finlandia e l’Estonia (dove i lettori di Tove Jansson non potranno che riconoscere i luoghi del Libro dell’estate, Iperborea, 1989). Dipingono, illustrano, fotografano, scrivono, viaggiano, intagliano il legno, pescano e discutono su qualsiasi argomento, dai western ai film di Fassbinder, dai cactus alla natura umana, trasformando continuamente la vita in nient’altro che arte. Mari e Jonna lavorano e ridono insieme per decenni, eppure non hanno mai veramente smesso di sorprendersi l’un l’altra. Attraverso tredici straordinarie istantanee Tove Jansson ci racconta, con sottile ironia e sorprendente leggerezza, le loro vite e la loro amicizia, immerse nella semplicità del vivere e sospese in quel raro stato di grazia dell’amore: «Mari», disse Jonna. «A volte sei davvero un po’ troppo scontata.» «Dici? Ma ogni tanto bisogna anche poter dire cose scontate, no?» E poi si rimisero a leggere. -
Miraggio 1938
Vincitore del Premio del Consiglio Nordico 2014rnVincitore del Premio della Radio Swedese 2014rnVincitore del Premio Finlandia 2014rnFinalista del Premio August 2014rnFinalista del Premio della Letteratura Europea 2015rnrnUn giallo letterario sofisticato e pluripremiato che parla di amicizia, redenzione e vendetta, ambientato a Helsinki negli anni '30, mentre l'Europa è sull'orlo della guerra.rnrn«Un colpo da maestro!» - Neue Zurcher Zeitungrnrn«Un'analisi strepitosa dei lati più oscuri della storia finlandese.» - Kulturnytt, Sveriges Radiornrn«Un libro splendido ed emozionante. ""Miraggio 1938"""" segna una nuova direzione - precisa e di grande successo - nell'opera di Westo. Lo stile focalizzato e rigoroso gli si addice molto bene, e lui dimostra chiaramente una padronanza del genere da fuori classe» - Dagens Nyheterrnrn1938. Le politiche espansionistiche di Hitler stanno generando rabbia e ammirazione in tutt’Europa, e non da meno nel «circolo del mercoledì» di Helsinki, formato da un gruppo di amici della comunità di svedesi di Finlandia, vecchi compagni dell’avvocato Claes Thune, che si incontrano, chiacchierano, bevono e discutono ogni mercoledì sera dopo il lavoro. Da qualche tempo l’instabilità politica sta avendo un grosso effetto sulla coesione del circolo: gli amici sono spaccati tra liberali e conservatori, e come nella società e nella politica globale le posizioni diventano sempre più inconciliabili. A confrontarsi sono concezioni dell’uomo, della democrazia, del ruolo della Finlandia sullo scacchiere mondiale radicalmente opposte a cui si aggiunge la valutazione sui valori e le politiche portate avanti dalla Germania nazista. Tutto è in bilico, la minaccia è nell’aria. La crescente ansietà sociale va di pari passo con il caos della vita privata di Claes Thune: tornato a casa dopo anni da diplomatico in Russia e a Stoccolma, abbandonato dalla moglie per un amico, è titolare di uno studio di avvocati che gestisce senza grande entusiasmo. Fortunatamente ha l’aiuto della sua nuova segretaria, stenografa eccezionale, Matilda Wiik. Dietro al suo aspetto impeccabile, metodico e riservato, anche Matilda è una donna tormentata e un giorno tutti gli orribili ricordi della Guerra civile finlandese riemergono dal passato, quando durante uno degli incontri del circolo del mercoledì riconosce una voce, inconfondibile, che la riporta indietro di vent’anni, in un altro tempo oscuro, impossibile da dimenticare. Come confrontarsi con il dolore e con le cicatrici del passato? Come vendicare quel che è successo? Con una scrittura elegante e un tocco quasi da romanzo noir d’altri tempi Kjell Westö tesse una trama precisa e incalzante, dove i colpi di scena lasciano il posto alle riflessioni sulla storia e sulla politica, ma la tensione è tenuta alta da un meccanismo narrativo perfetto e implacabile. Il narratore ha un piano, freddo e scientifico, come quello della signora Wiik…"" -
Cerchi infiniti. Viaggi in Giappone
Dall'autore di ""Tumbas"""", una preziosa e folgorante raccolta di testi dedicati al Giappone.«Uno dei dieci migliori scrittori di racconti di viaggio degli ultimi cent'anni.» - Newsweek«Una voce impressionante e unica nel coro degli scrittori moderni.» - The New York Times«L'uomo che ha il potere di trasformare qualunque cosa in racconto.» - InternazionaleCerti viaggi hanno l’obiettivo segreto di «estraniarti dalle tue origini», «scardinarti l’esistenza»: «soltanto allora sei stato veramente via, così altrove da essere forse diventato un altro», scrive Cees Nooteboom, infaticabile esploratore di culture, riguardo al paese che conserva per lui un fascino unico: il Giappone. Cerchi infiniti raccoglie i suoi testi più illuminanti su quarant’anni di viaggi attraverso i paesaggi, le architetture, la poesia e la storia del Sol Levante. Dalle metropoli avveniristiche di Tokyo e Osaka alle antiche città imperiali di Kyoto e Nara, dalle incisioni di Hokusai e Hiroshige al teatro kabuki, il rapimento mistico e intellettuale dei giardini zen, quella coesistenza intrecciata di buddhismo e shintoismo nei templi e nei riti millenari che scandiscono ancora il calendario nelle campagne. Viaggi accompagnati dalle pagine di Kawabata, Mishima, Tanizaki, ma soprattutto dalle Note del guanciale di Sei Shōnagon e dalla Storia di Genji di Murasaki Shikibu, il primo romanzo della storia, che ritrae il raffinamento estremo a cui giunse l’isolata corte di Heian nell’XI secolo. Con la sua capacità di cogliere le sfumature più sottili, accendere connessioni, stimolarci a vedere con altri occhi e a rapportare il particolare all’universale, Nooteboom ci immerge nell’esperienza della scoperta, della bellezza e della sfida che il Giappone continua a rappresentare per l’Occidente: possiamo arrivare a conoscere veramente una cultura così lontana da noi? Ma è proprio nel confronto con l’altro che il viaggio diventa una ricerca sul fondo comune della condizione umana, un pellegrinaggio interiore per interrogarsi su se stessi."" -
Romanzo 11, libro 18
Un romanzo amaro, radicale e intransigente di uno dei più grandi scrittori del Nord Europa.rnrn""Nel più profondo di sé sapeva che la felicità passeggera è il bene più desiderabile a questo mondo.""""rnrn«Uno scrittore totalmente ipnotico e straordinariamente umano.» James Wood, New Yorkerrnrn«Senza alcun dubbio il più coraggioso e intelligente scrittore norvegese» - Per Pettersonrnrn«Dag Solstad è una specie di scrittore surrealista... Penso che la sua sia grande letteratura!» -rn Haruki MurakamirnrnBjørn Hansen, rispettato funzionario dell’amministrazione statale, ha appena compiuto cinquant’anni e inorridisce al pensiero che la sua vita sia stata dominata dal caso e dal destino. Circa diciotto anni fa ha lasciato sua moglie e il loro figlio di soli due anni per la sua amante Turid Lammers, che lo aveva convinto ad andarsene da Oslo e a cominciare una nuova vita in una piccola città di provincia, trovare un nuovo lavoro e cimentarsi nel gruppo teatrale amatoriale della cittadina. Col tempo anche quell’amore e quel breve entusiasmo erano rapidamente svaniti, e ora, dopo quattro anni di solitudine, Bjørn Hansen contempla la svolta cupa, solitaria e misantropa della sua esistenza, un vivere ordinato, nordicamente ovattato, rispettabile, tranquillo e borghese dietro il quale si celano abissi di vuoto e disperazione. Vive in silenzio e senza drammi apparenti la perdita totale dei sogni, poiché tutto si è rivelato vuoto e inutile. Ma da tempo Bjørn pianifica una straordinaria linea di condotta che cambierà per sempre la sua vita e ha trovato un compagno e un complice nel Dottor Schiøtz, che a sua volta ha un grande segreto e si offre di aiutare Bjørn portare il suo piano folle e ribelle fino alla sua logica conclusione. Tuttavia, la ricomparsa improvvisarndel giovane figlio riempirà Bjørn di nuovi pensieri e complicherà inevitabilmente le cose, anche se il desiderio di giocare con la sua comoda esistenza si dimostrerà irresistibile e avrà presto il sopravvento. Romanzo 11, libro 18, per il quale Solstad ha ricevuto il premio della critica norvegese, è un romanzo radicale, amaro e intransigente, una riflessione sul vuoto esistenziale della contemporaneità che racchiude tutti i temi fondamentali del grande autore norvegese."" -
Il libro del mare o come andare a pesca di uno squalo gigante con un piccolo gommone sul vasto mare
Nelle profondità del mare intorno alle isole Lofoten vive il grande squalo della Groenlandia, un predatore ancestrale nonché il vertebrato più longevo del pianeta, tanto che oggi potremmo imbatterci in un esemplare nato prima che Copernico scoprisse che era la terra a girare intorno al sole.rnrn""Il libro del mare"""" è la storia vera di due amici, Morten Strøksnes e un eccentrico artista-pescatore, che con un piccolo gommone e quattrocento metri di lenza partono alla caccia di questo temuto abitante dei fiordi. Un’avventura sulla scia di Melville e Jules Verne che diventa un caleidoscopico compendio di scienze, storia e poesia dell’universo marino: dalle antiche leggende dei marinai alla vita naturale degli abissi, dalla biologia alla geologia e alle grandi esplorazioni oceaniche, dal Leviatano e i mostri acquatici ritratti da Olao Magno nel ’500 alle specie incredibilmente reali di meduse a trecento stomaci, draghi di mare e calamari «lampeggianti». Un viaggio attraverso il Paleocene e gli odierni allarmi ecologici, che spazia dal Libro di Giona al """"Maelström"""" di Edgar Allan Poe, raccontandoci un mondo che ci rimane in gran parte oscuro e che con i suoi misteri custodisce l’origine della vita. Ma """"Il libro del mare"""" è anche una riflessione sulla storia naturale dell’uomo, che è arrivato a mappare l’intero globo e a navigare tra le stelle, eppure sembra conservare un’ossessione per il mito del mostro, forse per un atavico istinto predatorio, o per la paura dell’ignoto che ancora oggi il mare ci risveglia."" -
Atlante leggendario delle strade d'Islanda
Tra spettri, maghi e mostri marini un viaggio lungo la statale n. 1 in sessanta leggende. A cura dell'esperto in cultura e storia islandese Jón R. Hjálmarsson, un atlante sui generis e una guida di viaggio alternativa per percorrere (di persona o con l’immaginazione) le strade d’Islanda immergendoci nella storia, nel paesaggio e nelle leggende legate a ogni luogo.rnrnTra le ricchezze letterarie dell’Islanda c’è un patrimonio di miti e leggende tramandato attraverso i secoli che è tutt’oggi una presenza viva nell’immaginario popolare. Questo anche perché in nessun altro posto come in Islanda le storie sono inscindibili dal paesaggio, nascono da una natura “vivente” e misteriosa, che non ha tardato a popolarsi di troll, elfi, spettri, eroi e stregoni. Ogni angolo del paese ha ispirato le sue leggende, da cui spesso derivano gli stessi toponimi, e ogni leggenda può essere mappata geograficamente. L’Atlante leggendario delle strade d’Islanda ci guida in un viaggio attraverso l’isola raccontando le leggende più memorabili di ogni luogo, dalle località più famose agli angoli più remoti e inesplorati. Storie che spiegano l’origine di un villaggio, di una credenza o di una roccia bizzarra; storie sul serpente del lago Lagarfljót, sugli spiriti che dimorano in un anfratto, in una casa abbandonata o in una collina di lava; storie di eventi poderosi, imprese eroiche, luoghi sacri o incantati; storie legate al credo pagano, come la leggenda dell’impronta dello zoccolo di Ásbyrgi, e altre più recenti basate su eventi reali, come la tragica scomparsa di un gruppo di bambini in una cascata. Accompagnato da pratiche mappe e piccole illustrazioni, l’Atlante è suddiviso in zone geografiche e ogni leggenda è preceduta da un’introduzione che la localizza e ne spiega l’origine oltre a dare una descrizione del panorama circostante e curiosi cenni storici e culturali sulla regione, indicando di volta in volta quali sono i luoghi che hanno lasciato una loro traccia anche nelle saghe. -
Norwegian blues
Eccentrico e dolceamaro, Norwegian Blues è un romanzo che commuove, diverte e fa riflettere sulla magia della musica e sulla sorprendente imprevedibilità della vita.rnrn«A volte il successo più grande sta nel fallire invece che ripetere sempre lo stesso successo»rnrnL'esistenza di Jim Gystad - produttore discografico esperto di blues e quarantenne deluso dal mondo e dalle persone - ha una svolta inaspettata quando, barcollando in preda ai postumi di una sbornia epocale, varca la soglia della chiesa di Vinger per fare da padrino al battesimo del figlio di un amico. Sentir cantare i tre fratelli ottuagenari Maria, Tulla e Timoteus Thorsen è un'esperienza divina, un'epifania che lo fa sentire “vivo” con la stessa intensità di “chi è appena strisciato fuori dalla carcassa di un’automobile incidentata”. L’idea di lanciare sul mercato il Trio Thorsen diventa da subito un’ossessione, un chiodo fisso che incarna la volontà di Jim di scrollarsi di dosso quell’apatia, quell'insoddisfazione umana e professionale che a poco a poco avevano finito per soffocarlo: a Maria dirà “Non sono più stato me stesso dopo avervi sentito cantare”. Scoperto il tempo lontano in cui il Trio Thorsen aveva girato gli Stati Uniti in tour vendendo centinaia di migliaia di dischi con incredibili hit dal sapore spirituale, l'intraprendente produttore si trasferisce a Skogli in una casa in affitto che dà sul fiume e un lavoro part-time da elettricista che gli lascia tempo ed energie per investire nel suo progetto musicale. Il Trio Thorsen è chiuso, bizzarro, enigmatico, incatenato a un passato e a un’immobilità misteriosa ma tra imprevisti che sfiorano il comico, scherzi di un destino spietato e beffardo e un umorismo travolgente, Jim Gystad riuscirà a guadagnarsi la fiducia dei talentuosi vecchietti e a far breccia nei dolori del loro passato. D'ora in poi la vita di Jim ruoterà attorno a una sola cosa: far tornare i fratelli Thorson a cantare.