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Memorie di un giovane medico
Con i racconti che compongono il romanzo involontario intitolato ""Memorie di un giovane medico"""", che è fatto da otto racconti maturati neh'""""indimenticabile 1917"""" e pubblicati tra il 1925 e il 1926, comincia, in un certo senso, la carriera letteraria di Michail Bulgakov. Bulgakov, qualche anno dopo, nel 1930, scriverà a Iosif Stalin: """"Passando in rassegna i miei ritagli di giornale, ho constatato di aver ricevuto dalla stampa sovietica, nei dieci anni della mia attività letteraria, 301 recensioni, di cui 3 favorevoli e 298 ostili e ingiuriose""""."" -
Fuga da Magopoli
Una storia tenera e comica di antimagia.rnrn“Quella dove abitavo, dove ero nato e cresciuto, era la città dei maghi. Voglio dire che da quelle parti tutti facevano magie facilmente, come bere un bicchier d’acqua. Tutti a parte me""rnrnrnC’è una città, Magopoli, dove la magia è d’obbligo.rnC’è un castello nel bosco, detto Tritacarne, dove finiscono i ragazzini che non vanno d’accordo con la magia, come Igor.rnC’è un rifugio sicuro: la casa dei nonni di Agostino, in campagna. Lì la magia non arriva.rnC’è una ragazzina selvatica e coraggiosa, che si chiama Lu.rnC’è il cane Berta, un labrador molto affascinante, che fa perdere la testa a una belva del bosco: Enzo, il cinghiale metallico.rnC’è una piovra gigante che ama molto farsi grattare la testa, e qui viene fuori una delle abilità di Lu.rnPoi c’è l’avventura: la fuga da Magopoli, il mirabolante salvataggio di Igor, il nascondiglio nelle Terre alte."" -
Battaglia a Magopoli
Un romanzo per ragazzi sulla forza invincibile della libertà.rnrn“Dissi che a Magopoli tutti pensavano di essere maghi, ma non era vero nulla, me lo avevano detto i miei nonni. Era un imbroglio ma la gente ci credeva e tutti stavano impazzendo, a forza di fare finta di essere maghi. Dissi che era colpa degli specchi: che non erano veri specchi e rimandavano un’immagine falsa alle persone che li guardavano, facendogli credere di essere quello che non erano.”rnrnrnBasta maghi e maghetti, Agostino non li sopporta più.rnChe tristezza vedere genitori e compagni di scuola stravolti dallo sforzo di essere magici, sempre lì a guardarsi in strani specchi.rnVuol reagire, fare qualcosa. rnRitrova i suoi amici Igor e Lu.rnInsieme, affrontano gli zombi del fango, simpatizzano con gli scienziati in esilio. Attraversano la Zona brulla, devastata dalle scorie di Magopoli, infestata dalle zecche mutanti.rnScoprono di avere una missione: distruggere la Madre di tutti gli specchi.rnQuando essere magici diventa un obbligo opprimente, il vero incanto è camminare insieme. -
Fare pochissimo
Un autobus con dei passeggeri che a guardarli sembra che dicano tutti ""Anche da lontano, si vede, che non mi vuoi più bene"""", una collega che quando la chiamano al telefono lei dice «Obitorio, buongiorno», una moglie con cui non si è sposati che è grama come le verze bagnate, una barista che quando le chiedi un toast ti chiede se te lo deve scaldare, una figlia che sa a memoria una canzone di Orietta Berti, un prete russo che sta cercando di avviare il processo di beatificazione di Stalin, un avvocato che imita Gianni Agnelli e telefona ai suoi clienti alle sei e quaranta del mattino, un insegnante di religione cattolica che, quando si va a confessare, il primo peccato che dice è: «Insegno la religione cattolica», una collega appassionata di trapani che ha un dogo argentino che si chiama Satana, un protagonista convinto che la vita è orribile e meravigliosa: tutte queste cose, e qualche altra ancora, forse fanno un libro che, se uno ha un po' di pazienza, forse riesce a leggerlo dall'inizio alla fine."" -
Testo a fronte. Vol. 56
"Testo a fronte"""" è una pubblicazione semestrale di teoria e pratica della traduzione letteraria diretta da Franco Buffoni, Allen Mandelbaum, Emilio Mattioli. La rivista, che propone articoli, riflessioni, brevi saggi di traduzione, recensioni e segnalazioni, affianca ai grandi nomi sia in ambito saggistico sia in ambito creativo, i nomi di giovani studiosi e poeti." -
Breviario del rivoluzionario da giovane
Da Antifascismo militante a Ciclostile,rnda Figlia dei fiori a Verbo comunista:rnl’apprendistato sentimentalerndi un ragazzo volenteroso e un po’ confusornnei memorabili anni Settanta.rnrn“C’è un lato A della vita, noioso ma sazio, in cui paga la mamma, e c’è un lato B della vita, pazzamente splendido ma a stomaco vuoto, in cui paghiamo noi. rnNella sazietà tutto ciò che è materiale è indifferente, nella ricerca della sazietà tutto ciò che è materiale è prezioso.”rnrnNel 1973 Milano è sottosopra. Dominano nuovi stili di vita, codici, riferimenti; in pochi anni è cambiato tutto, e presto tutto tornerà a cambiare, ma l’impronta che resterà nei costumi, nel linguaggio, nei rapporti di lavoro, di studio, tra i sessi è indelebile.rnNella sua ispirazione più felice, Bruno Osimo racconta la vita quotidiana in quel fermento quasi leggendario, con gli occhi di un apprendista rivoluzionario: un timido outsider che si arma di buona volontà (e, all’occorrenza, di spranga) per integrarsi nel mondo del suo tempo.rnDa “Ti voglio bene ma non ti amo” a “Katanga”, da “De Gregori” a “Cineforum”, un romanzo umoristico, a tratti apertamente critico e a tratti dolcemente evocativo, su tic, storture, emozioni e glorie degli anni Settanta. -
Il grande giorno
Dal maestro del noir più amato da Alfred Hitchcock, quattordici storie dal meccanismornperfetto e senza una parola di troppo.rnrnHan detto di lui che avrebbe potuto scrivere I miserabili in due paragrafi, perché l’arte della sintesirnè una sua grande virtù.rnHitchcock lo amava per questo, e per l’eleganza con cui ti avvince subito e ti spiazza sempre.rnGli bastano pochi tratti per far vivere un personaggio; due frasi per catapultarti nella storia.rnAssassini per caso, killer professionisti, studentesse, cuochi, scrittrici, alcolizzati, cassiere, detective,rnereditiere, maggiordomi e gigolò ci attirano in case confortevoli, nella cella di un carcere, in una tenutarndi campagna, al tavolo di un locale o in vicoli bui, dove c’è stata una vittima, ci sarà presto, ornmagari non ci sarà.rnBen non sa usare la pistola e chi gliela mette in mano se ne pentirà; fare jogging lungo la scoglierarnè salutare solo se tua moglie ti vuol bene. Mentire sul suo piatto preferito può salvare la vita a unrncondannato a morte, e il sesso con un altro non è la forma più pericolosa di infedeltà.rnE se la cassiera uccisa durante una rapina tornasse al mondo con l’unico scopo di redimere il suornassassino? E se il cugino dato per morto, unico erede del castello, ti rubasse le sigarette dal cassettornper farti capire che tanto morto non è?rnNei racconti di Jack Ritchie non ci sono eroi, e il male è sempre relativo: prontezza di spirito, intuito,rnfreddezza e una buona dose di cinismo sono armi vincenti nel gioco delle parti di una possibilernrealtà. -
Come un polittico che si apre
Più che un'intervista, un bilancio. Un riandare al passato remoto e prossimo, senza dimenticare il presente, né il futuro, sul filo teso di una memoria lucida, analitica e schietta. Conversazioni a tutto campo, che trovano sponda nei terreni di poesia, narrativa, diritto, filosofia, teoria della traduzione, ma anche arte, cinema, società, costume, mai dimenticando l'intenso impegno che Franco Buffoni ha profuso, nell'arco ormai di un cinquantennio, non solo in campo letterario, ma anche politico e civile. Una battaglia per l'affermazione del nuovo, come ben testimoniano queste pagine, ricche di nomi che vanno da W.H. Auden e Allen Mandelbaum, da Mario Mieli a Seamus Heaney. E poi Raboni, Sereni, Giudici, Fortini, Zanzotto... A raccogliere questa testimonianza è stato il più giovane Marco Corsi: un passaggio di testimone, una consegna, un'eredità intellettuale che arriva oggi al pubblico in tutta la sua disarmante, e spesso ironica, sincerità. -
Sempre altrove. Poesie scelte 1971-2012
Una raccolta ampia e ragionata per rendere conto dell'originalità e della forza di una poesia che ""nasce dall'esperienza e dalla vita""""rnrnL'ombra gemelladel corpo vivo, dissolto e cenere,cova la fiamma d'una nuova stella.rnrnFederico Hindermann appartiene a quella famiglia di poeti per i quali la poesia non è né valore assoluto e autoreferenziale né fine ultimo; al contrario, la poesia nasce dall'esperienza e dalla vita, ne elabora i dati, le percezioni, le ferite e le gioie, e restituisce all'autore e al lettore una sorta di viatico modesto e insieme magistrale, un invito a non cedere, continuando sul difficile cammino. Un cammino lungo il quale la gioia e il terrore, per riprendere i due termini che ho scelto di indicare come bussola iniziale di questa introduzione, andranno in un certo senso relativizzati, come ogni altra cosa; a contare davvero, forse, è solo il cammino, come nei celeberrimi versi di Antonio Machado: “Caminante, son tus huellas / el camino, y nada más; / caminante, no hay camino, / se hace camino al andar”. (Dall'introduzione di Fabio Pusterla)"" -
L' immagine dell'artista nel mondo moderno
Che cosa ammira il pubblico in un autore che reputa ""importante""""? La sua opera? La sua vita? La sua opera e la sua vita? E che relazione si immagina che esista fra le due?rnrnOggi il valore attribuito a un'opera letteraria e artistica dipende sempre meno da criteri estetici, e sempre più da una serie di fattori che si condensano proprio nella figura pubblica che ciascun artista interpreta. Del resto, nella società dell'immagine è prevedibile che sia così. Si può venire incontro alle aspettative del pubblico solo incarnando certe idee di """"scrittore"""" e """"artista"""" sedimentate nell'immaginario collettivo da duecento anni a questa parte. Alla loro realizzazione individuale contribuiscono l'immagine di sé che l'autore produce attraverso le sue opere, quella con cui si presenta al pubblico attraverso i mass media e gli incontri dal vivo, quella prodotta dalla critica, quella che i suoi ammiratori fanno circolare, e il rapporto di tutte queste con la sua vita reale. L'immagine pubblica è una costruzione a cui gli autori lavorano con grande attenzione, enfatizzando ciò che serve al proprio scopo e occultando ciò che lo contraddice. Per essere fruitori consapevoli dell'arte e della letteratura occorre mettere a confronto queste fiction, alcune presentate dai loro autori come tali, altre no. Lo scopo dell'indagine non è produrre del gossip biografico, né tornare sulla vecchia questione del rapporto arte-vita, né fare del moralismo sui lati di sé che gli scrittori hanno voluto occultare o falsificare, quanto piuttosto cogliere le ragioni di tali manipolazioni e dei meccanismi che regolano la fortuna in campo artistico, influendo in modo decisivo sulla valutazione e il senso delle opere."" -
Il matrimonio del signor Mississippi
Tre uomini, due ideologie e una canaglia nella commedia che ha rivelato il genio di Dürrenmatt.rnrn“Anastasia: Tu vuoi dunque abusare di me. rn“No. Voglio solo utilizzarti nel settore per cui sei più adatta. Che cosa sei? Una donna il cui consumo d’uomini è enorme. D’ora in poi vivrai alle spalle di coloro contro cui son dirette le rivoluzioni di tutti i tempi: dei ricchi. Come angelo delle prigioni eri una bestemmia, nel tuo nuovo impiego sarai uno dei mezzi più adatti per ottenere dalle classi abbienti il denaro con cui finanziare la loro distruzione. Questa è l’unica possibilità di utilizzarti per il bene, e non per lo sfruttamento, dell’umanità.” rnrnrnLa commedia che ha rivelato il genio teatrale di Dürrenmatt ribalta tutto: comincia dalla scena finale, dove sono tutti morti (per toglierci il pensiero della parte più penosa); spiazza il pubblico, chiamandolo in causa, quando i personaggi commentano se stessi e la messa in scena.rnAl centro, un matrimonio degli orrori, fondato sull’omicidio e sul ricatto.rnIntorno, ideologie che franano e il mulino schiacciante del capitalismo catastrofico. -
La parabola degli eterni paesani
Sul tavolo davanti alla casera, tra canti anarchici e bicchieri di vino, alcuni paesani scanagòti - il filantropico patriarca Saia, l'impaziente e burlone Zinto, il sagace pensatore Zènte, l'austero e inflessibile Donta, il socievole e sentenziante Tacacucagne e il semplice e confuso Magnabùtole - coltivano un sogno antico: raddrizzare le cose storte, cambiare il loro pezzo di mondo. Sono rivendicazioni semplici, nate sui monti; rivendicazioni che fatalmente si arenano nell'esercizio politico, che pare destinato a oscillare in eterno tra realtà e utopia, tra buona fede e mala fede. E quando l'intesa comunitaria si sfilaccia, i buoni paesani si ripiegano, e ai loro danni si consuma persino una vergognosa (e molto comica) beffa. Ma la loro vicenda non è stata invano, se chi la conoscerà potrà sentire, come un amore mancato, il richiamo dell'ideale; ""perché non solo nel male, ma anche nel bene, non si potranno più chiudere gli occhi che hanno cominciato a vedere""""."" -
Anime perse
Enrico ha tagliato la gola a un pescatore per un commento fuori luogo; Mario ha sparato al vicino perché gli rubava la terra. Claudia doveva porre fine alle sofferenze di Lucia; Luisa aveva tutte le ragioni per brindare con la madre, alla morte del padre. Un tempo si chiamavano manicomi criminali, ora sono centri di recupero: ci arrivano persone che non hanno ucciso per interesse o per calcolo, ma in preda alla follia. Da dove vengono, cos'è scattato nella loro testa, e cosa pensano ora, come vivono, al riparo dal mondo? Con delicatezza e immaginazione poetica, senza facili morali e senza mai giudicare, Umberto Piersanti ha condensato in queste pagine le loro storie. -
Notte inquieta
È una sera di ottobre del 1942. La locanda di Proskurov è gremita di militari in trasferta. Il pastore venuto ad assistere un condannato a morte deve dividere la stanza con un capitano in partenza per il fronte di Stalingrado. È la guerra, la guerra di Hitler. La notte è nera e tempestosa, la follia nazista e la morte ammorbano l'aria, eppure in quella stanza trionfa la vita. La bella Melanie sale le scale di nascosto e viene ad abbracciare per l'ultima volta il suo capitano. In tre dividono pane e miele, un sorso di caffè vero. Poi, mentre gli amanti si appartano in un angolo, il pastore si immerge nella storia dell'uomo che verrà fucilato per diserzione: negli atti del processo trova la strada per giungere al suo cuore. E in carcere, più tardi, pastore e condannato si dicono addio come fratelli. All'alba il plotone d'esecuzione si metterà in marcia, l'aereo del capitano decollerà per Stalingrado. Ma in quella notte inquieta sguardi, abbracci, voci e parole uniscono per sempre, e rendono giustizia assoluta. -
E tutti i mostri saranno uccisi
Torna finalmente in libreria, dopo più dieci anni di assenza, uno dei romanzi più significativi del grande autore francese.rnrn«Oh, uffa» dice Jef. «Credete che mi diverta a passare la vita in questa clinica di pazzoidi, facendo finta di trovare la cosa divertente? Per una volta che ho visite, comportatevi almeno come se tutto questo vi interessasse... Sentite, ho ancora qualcosa da mostrarvi... Non volevo, perché è uno spettacolo che considero, personalmente, per così dire, estenuante... ma c’è ancora una ragazza là sopra, che sta per... ma vi lascerò la sorpresa»rnrnCi sono donne bellissime e disponibili, inseguimenti in macchina lungo le strade di Los Angeles, poliziotti corrotti e bistecche alte un dito: tutti gli ingredienti di un romanzo hard boiled, o polar; di quelli che in Francia spopolavano negli anni Cinquanta.rnBoris Vian era abbastanza folle e avventuroso da decidere di scriverne quattro con lo pseudonimo di Vernon Sullivan, fingendo di esserne il traduttore dall’americano.rnIl primo; Sputerò sulle vostre tombe, gli è valso un processo per oltraggio alla morale e un balzo ai primi posti tra i libri più venduti.rnE tutti i mostri saranno uccisi è il terzo: la critica francese l’ha sempre considerato il più bello.rnForse perché è meravigliosamente vianesco nella narrazione onirica e spumeggiante; e perché l’argomento del narrare è bruciante.rnCosa ne sarà di noi, prigionieri della bellezza, della perfezione, della giovinezza?rnLa risposta di Vian lascia sperare. -
Beautiful music
Come sgusciare dall’adolescenza e conquistarsi un posto al sole in America, tra bulli, droghe e casini razziali? Dedicato a tutti quelli che almeno una volta sono stati salvati dalla musica.rnrn«Una storia di rinascita e salvezza. Sullo sfondo, il rock'n'roll della Grande Ballroom e le sommosse sociali della fine degli anni Sessanta.» - Marco Rossari, Vanity Fairrnrn«Il mondo si divide in chi conosce gli effetti mirabolanti della prosa di Michael Zadoorian e chi ha ancora modo di recuperare.» - Michele Neri, GQ Italiarnrn«Una bellissima storia di crescita, solitudine, perdita e sopravvivenza scandita a ritmo di rock and roll.» - Manuel Graziani, RumorernrnDanny non ha i vestiti giusti, non è sportivo, non è abbastanza figo. Per le ragazze è trasparente, per i bulli del liceo un bersaglio mobile. Suo padre gli ha insegnato a non scappare, a guardare negli occhi l’avversario. Lui ha un’arma che lo rende invulnerabile: il rock fantastico delle radio indipendenti, dei dischi comprati con i suoi risparmi; la musica che lo accompagna sempre nella testa, che gli dà la carica a ogni passo. Danny è sempre triste quando la musica finisce, perché altre cose brutali lo assordano. Una notizia che non vuole ascoltare. Le urla degli scontri razziali che forse a Detroit non finiranno mai. La televisione sempre accesa, il frigorifero vuoto, il perenne mal di testa di sua madre. Ma la professoressa Floyd è così bella che sembra una santa. Gli offre l’occasione che sta aspettando: lavorare alla radio della scuola. Leggerà gli annunci meglio di chiunque al mondo, farà ascoltare Jimi Hendrix, i Led Zeppelin, gli Sly and the Family Stone... Finalmente la sua vita è a una svolta. -
L' inferno è vuoto
Il papa si tuffa nel vuoto e a Roma scoppia l’apocalisse: crimini, passioni, personaggi bestiali e una Rossa da sognare. Un romanzo on the rocks che scorre a perdifiato.rnrn«Cosa ti aspettavi?» chiede il Beccamorto. «Il lieto fine? Quello esiste solo nelle favole. La vita è una merda; e poi si muore».rnrnÈ domenica e tutto va storto. Il papa si butta dal balcone e Roma affonda nel caos. A Milano, Fabio Acerbi, agli ordini di un editore molto grande, corre a prendere il treno. Sogna di scrivere un best seller, ha già appuntamento con un cardinale. Ma chi è questa rossa, sul sedile di fronte, con le iridi così verdi da mettere a disagio? Poi c’è Alberto Gasman, che si sveglia in una saletta dell’Hype Club: alle prese con visioni fluorescenti, il cadavere di un presentatore stroncato dalla coca e una minorenne in cerca di guai. Il Cobra non lo paga certo per questo, ed è la volta che lo punirà. Se impalandolo, bruciandolo vivo o affidandogli una missione suicida, Alberto Gasman lo scoprirà presto, perché il Cobra lo aspetta alle tre. Ma chi è questa bella che sale le scale? Capelli rossi, collo leggero e fragile, un neo sulla guancia da baciare. Cosa ci fa nel bordello da cui il Cobra manovra la città? È martedì e tutto gira a mulinello. La nipote del prefetto è scomparsa, e spuntano cadaveri in ogni angolo. Il commissario De Santis balza da un verbale all’altro, spiritato: i misteri danno senso all’esistenza, e a lui è scoccata la scintilla. Qualcosa lega Fabio Acerbi, il Cobra e Alberto Gasman. Ma chi era quella donna di rara bellezza, al Grand Hotel Semiramide? Gli occhi verdi, ferini: i capelli che cadono sulla schiena come lava incandescente. -
Ragazzo coraggioso
C'è uno scrittore squattrinato, a San Francisco: scrive in una mansarda fredda la notte, poi esce nell'aria tiepida, con gli occhi bene aperti. Dà voce alla città, agli amanti e ai ribelli, detesta la violenza e la mediocrità. L'autore della Commedia umana ci prende per mano e ci regala storie d'incanti e immensità.rnrnUn pezzetto di banjo in otto ottavi, uno due tre quattro cinque sei sette otto, scandisce un amore nato nell'ufficio del telegrafo, nutre il sogno di una casa, nel calore del sole, la speranza di un'eternità che non sia soltanto fantasia. Harry era fatto per vendere: sapeva cavar soldi praticamente da tutto. Anche sul letto di morte cercava di appioppare agli amici assicurazioni sulla vita. Poi un bambino costretto a ridere per punizione, una vecchia piegata ad angolo retto, settantamila assiri, l'America, il concerto pomeridiano della banda, un pugno alla cabina telefonica, andare a Chinatown per avere una donna... Ritmo, energia, pienezza: il libro che ha imposto agli occhi del mondo il genio armeno della letteratura americana è travolgente. La sua scrittura ha un impeto che è sete, stupore, sonno, pianto, risata: le sue immagini pulsano, hanno il battito della vita. -
Repertorio dei matti della città di Prato
"Uno stava passeggiando per le vie di Prato, quando si ferma una macchina con quattro ragazzi giovani dentro e uno di loro abbassa il finestrino e gli fa 'Scusa, un tu c'hai mica una cartina?' """"Una cartina?!' chiede lui, poi si picchia con la mano sulla fronte e dice orgoglioso 'io ce l'ho tutta qui Prato!""""'" -
Sulla punta della lingua
«L’autore francese legittima la sua parola praticando una sorta di “abrasione”: a metà strada tra chi, nel suo Paese, nutre una fede incondizionata nell’io poetico e chi, invece, lo abolisce» - La LetturaC'è l'esperienza, alla base della scrittura di Antoine Emaz; eppure di questa esperienza, che il lettore sente fondativa e pulsante nei versi, poco rimane visibile, pochissimo è narrato, perché la trasformazione dell'esperienza in parola poetica ha portato con sé un allontanamento, una voluta dispersione, in fondo alla quale la parola scopre, nella sua povertà e nudità, una nuova dimensione espressiva, la possibilità di prendere distanza dall'io e di farsi comune, riconoscibile non più a partire dall'esperienza dell'autore ma da quella di ogni lettore.