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La casa della pace
Tagore ogni mattina, durante le riunioni di meditazione, di fronte agli allievi e ai professori della sua scuola in Bengala, Shantiniketan - la casa della pace - lasciava sorgere dalla sua ispirazione parole che potessero guidare la giornata. Queste parole, espresse in una lingua unica, una sorta di prosa ritmica di straordinaria purezza, raccolgono in modo diretto e spontaneo l'essenza della sua esperienza spirituale e umana trasformandole un messaggio di istantanea, perenne attualità. Ora come allora è possibile aprire a caso queste pagine per essere trasportati nell'alba di una di quelle giornate e al tempo stesso essere ricondotti intimamente alla propria quotidianità nel riflesso di quello sguardo. Come ha ricordato l'economista Amartya Sen, che fu educato a Shantiniketan, quelle discussioni spaziavano dalla letteratura indiana tradizionale al pensiero occidentale, alle culture cinese e giapponese, all'insegna della massima apertura in cui, come ha detto un altro grande allievo di Tagore, il regista cinematografico Satyajit Ray, Oriente e Occidente si fondevano in una nuova sintesi. Prefazione di Fabrizio Petri. -
L' ombra. Vol. 17: Tra politeismo e panpsichismo. Per un'ecologia della psiche.
Contributi: Panpsichismo: i vestiti nuovi dell'archetipo ; Remo Sobrero; ; L'Ombra del panpsichismo; Alessandro Defilippi, Ferruccio Vigna; ; Magical mistery Le Saux: il viaggio terrestre; di un monaco cristiano-hindu-; Eliseo Ghisu; ; Panpsichismo come risposta al dualismo. Anima, fattore connettivo tra psiche e corpo; Ugo Fama; ; Per una semeiotica panpsichista dell'anima; Francesca Zizzi, Luciano De Blasi; ; Panpsichismo e visione del mondo: una salutare ""media terra"""" tra naturalismo e teismo; Luca Freiria; ; Ogni cosa è illuminata; Monica Manfredi, Ferruccio Vigna; ; Coscienza e innocenza in Raimon Panikkar. Cosmoteandrismo, ecologia della mente, individuazione; Alessandro Croce; ; Il tramonto del materialismo. Per una prospettiva quanto-psicoide sul principio di realtà; Antonio Portaluri; Ecologia della psiche: un percorso a ritroso ; Angela Michelis; ; Il monismo di Henri Bergson: la durata e lo slancio vitale; Donato Piegari; ; I santi e gli antichi dèi: politeismo e culto cristiano in Pavel Florenskij. Appunti e spigolature; Alessandro Giovanardi; ; Panpsichismo, fisica quantistica e sincronicità. Il monismo quanto-psicoide, verso la dimensione informativo-spirituale della materia-energia; Donato Santarcangelo; ; Carla Stroppa, Gli spostati. Vivere senza amore; Ferruccio Vigna; ; Carl Gustav Jung, Rinascere ; Alessandro Defilippi; ; On Theology and Psychology: C.G. Jung and Adolf Keller; Robert M. Mercurio; ; Raffaele Floro, Chi si umilia s'innalza ; Riccardo Garofalo; ; Angelo Tumminelli, Max Scheler sull'amore ; Angela Michelis; ; Augusto Romano, Musica e psiche; Alessandro Croce; ; Claudio Widmann, La divina commedia come percorso di vita; Alessandra Morgagni."" -
Rinascere a questa vita. Perché la resilienza non basta
Il libro analizza dal punto di vista filosofico, psicoanalitico e spirituale i differenti scenari di senso in cui s’inscrivono i concetti di resilienza e di rinascita. Mentre la resilienza rimanda alla capacità di ritornare alla condizione antecedente all’evento che ha alterato un determinato equilibrio, la rinascita connota la capacità di agire un cambiamento in sostanziale discontinuità con il passato, che si rivela in grado di liberare forze e potenzialità d’essere precedentemente inespresse, perché imprigionate in visioni del mondo e stili di vita che ne inibivano l’emersione. Laddove la prima rischia di essere in odore di rimozione (non ci avete fatto niente, andrà tutto bene, tornerà tutto come prima) la seconda, rinascere a questa vita ma in forma nuova, fa leva sulla capacità di rielaborare l’esperienza che abbiamo attraversato grazie a un sapere dell’anima che, interrogandosi sul senso di ciò che ha vissuto, non si limita a promuovere un semplice cambiamento di mentalità, ma favorisce una vera e propria trasformazione del proprio modo di organizzare e decodificare l’esperienza esistenziale. Nuove possibilità di significato vengono così prodotte assieme a un diverso modo di sentire e di stare al mondo, maggiormente autentico e individuato. Si tratta di un processo che richiede innanzitutto di riparare le ferite originariamente inferte da un ambiente disfunzionale che, altrimenti, rischiano di confinarci ai margini della vita, in vere e proprie esistenze non vissute, emotivamente congelate, cronicamente sfiduciate, non di rado autodistruttive e sempre più spesso paralizzate da diffusi attacchi di panico, tutti fenomeni che l’autore propone di leggere alla luce della categoria clinica del trauma relazionale complesso, per provare a comprendere, e superare, il delirio d’impotenza che sembra attanagliare il nostro tempo. Prendendo avvio da un episodio autobiografico e dalla sua esperienza di analista l’autore ci guida attraverso un suggestivo percorso di morte e rinascita in questa vita che, rilanciando il senso del possibile e la cura delle sue possibilità inespresse, si rivela in grado di favorire una nuova fioritura dell’esistenza. -
Sandplay e psicopatologie gravi
Nove psicologi analisti descrivono la loro esperienza professionale nel trattamento di gravi psicopatologie attraverso lo ""spazio libero e protetto"""" della cassetta della sabbia della Sandplay Therapy. Questo libro illustra casi clinici di grande complessità, ponendo l'accento sulla grande efficacia d'applicazione della Sandplay Therapy in relazione a psicosi, sindromi borderline, malattie psicosomatiche, tossicodipendenze o disturbi narcisistici del carattere. L'uso della Sandplay Therapy permette l'accesso ad aree della sofferenza umana che erano risultate resistenti ad altri trattamenti psicoterapeutici. Recenti ricerche neuroscientifiche spiegano perché ciò sia possibile: il trauma non viene ricordato in forma verbale - ciò che non è mai stato """"modellato"""" e articolato verbalmente non può nemmeno essere espresso ed esternato con le parole. Nella Sandplay Therapy, tuttavia, esso si manifesta come forma, plasmata dalle mani. Ciò che sembra essere inesprimibile può essere visto e toccato - perciò può essere trasformato. La Sandplay Therapy è stata introdotta da Dora Kalff, analista allieva di Jung. Gli elementi che la costituiscono sono un contenitore dalle dimensioni standard che contiene sabbia e un insieme di oggetti vari: miniature che riproducono elementi della vita quotidiana, elementi naturali (sassi, conchiglie, animali, acqua) ed elementi astratti (colori, paste lavorabili). Nel contenitore possono essere costruite scene con gli oggetti disponibili, ma anche solamente con la sabbia, a libera scelta. Testi di Ruth Ammann, Wilma Bosio, Franco Castellana, Vito La Spina, Stefano Marinucci, Marcella Merlino, Francesco Montecchi, Andreina Navone, Eva Pattis Zoja."" -
Salvare il futuro. Dall’homo hybris all’Homo pathos
L’uomo può vivere senza anima e senza un senso? Ben prima della pandemia, nel mondo imperversavano cinque virus che avevano contagiato la mente e l’anima dell’uomo. L’uomo, dominato da sentimenti distruttivi quali l’avidità e l’arroganza, pensava di poter soggiogare il creato ma la pandemia ha mostrato la sua intrinseca fragilità. Un sogno, che si sta rivelando come il prossimo incubo, si è impossessato della mente umana: l’onnipotenza, la perfezione assoluta, il controllo totalizzante. Il Post Uomo, che si sostituisce a Dio e che sottomette la Terra e il Cielo: l’Homo hybris. Ma è ineluttabile la supremazia del post umano e del disumano? La crisi sociale, ambientale, sanitaria ci chiama a una conversione interiore per salvare il pianeta e la comunità umana. Si avvicina un confronto tra il lato oscuro della Forza, l’Homo hybris, e il lato chiaro, l’Homo pathos. Homo pathos è l’uomo che sa tenere insieme mente, corpo, anima e che pone al centro della sua esistenza la relazione armoniosa – e non più il dominio – con la Terra, il Cielo, l’altro. Il libro è ispirato a questa prospettiva ed è animato da un ricco concerto di pensatori e autori tra cui Jung, Bateson, Capra, Hillman, Morin, Panikkar, papa Francesco, Màdera, Magatti, Magris, Veca, Zoja, Hillesum, Kristeva, Ortese, Vegetti Finzi, Zambrano, che, in un dialogo di senso con l’autore, orientano verso il nuovo paradigma. -
Lo sguardo che si alza
La nuova raccolta di Maria Grazia Maiorino, è un testo sfaccettato e ricco di immagini che testimoniano un inesausto bisogno di ripensare alla propria vita, di misurarne la consistenza, di vagliarne le contraddizioni segrete e di riconoscerne gli spiragli intermittenti di bellezza. Benché il passo dei versi si sposti tra spunti, visioni e forme molto varie, tra ricordi altalenanti, tra figure di mare e di terra, una sorta di segreta ansia sembra, all'inizio, intridere la voce dell'autrice: spesso i suoi pensieri tendono a ""sentieri irraggiungibili""""; alcuni luoghi del suo passato assomigliano a """"stanze vuote lavate dal pianto"""", e le sue mani, a ripensarle ora, si rivelano """"troppo piccole"""" per le carezze che avrebbe voluto offrire a chi invece è fuggito altrove, chissà dove, chissà perché. Di fronte a questo vacillamento intimo i ricordi sbandano, rischiano di smarrirsi. Eppure qualcosa come un risveglio spirituale si è compiuto, a un certo punto, nel cammino della poetessa, e la raccolta sa testimoniarlo con poesie e prose poetiche di rara intensità. Lo sguardo di chi scrive, allora, comincia a inarcarsi verso il cielo, verso la scala di Giacobbe, verso """"la via / dove abita la luce"""". Il bisogno radicale di sentieri """"altri"""", di incontri con la madre di Dio o con grandi spiriti di artisti accende le partiture testuali e le fa vibrare come nel """"risvegliarsi di un canto"""" angelico. Ciò che la vita non ha dato rinasce come il """"giardino di una sconosciuta libertà"""": il dolore di essere stata abbandonata da un sogno d'amore diventa la gioia di abbandonarsi a tutto ciò che viene come in una danza, in un dolce esercizio acrobatico o in una trance mistica."" -
Áskesis. Il perfezionamento di sé
Col termine áskesis si indicava in origine ogni tipo di ""esercizio"""", """"allenamento"""" o educazione a una tecnica, avente lo scopo di raggiungere una certa perfezione. L'áskesis (ascesi) viene poi adottata dalle pratiche filosofiche e spirituali per indicare l'educazione dello spirito, per cui la filosofia si presenta come un esercizio spirituale, un'arte di vivere che mira alla trasformazione dell'individuo. Con il cristianesimo l'ascesi fa riferimento alle pratiche volte a perfezionare la vita spirituale e ascendere a Dio. L'esercizio ascetico accomuna culture e religioni differenti, come il buddismo e il cristianesimo, dove presenta una certa familiarità con la """"mistica"""", intesa come """"l'esperienza integrale della vita"""" (Panikkar) e come la ricerca """"per trovar mio fine ultimo e mio primo principio"""" (Silesius). Sia nell'ambito filosofico che in quello spirituale, il riferimento all'áskesis indica la volontà di perfezionare la propria esistenza e conseguire la conoscenza del proprio mondo (interiore ed esteriore) attraverso un impegno particolare e un """"lavoro su di sé"""". La """"pratica ascetica"""" diventa così mezzo e strumento per amare (phileîn) la sapienza (sophía) ed espressione della disciplina spirituale, rispondendo al profondo bisogno dell'uomo che si spinge oltre l'umano, volgendosi all'origine del suo """"desiderio""""; dove il sentiero interminabile percorso dal filosofo si sovrappone al tragitto senza fine di chi cerca i """"confini dell'anima"""" (Eraclito), poiché """"è mistico colui o colei che non può fermare il cammino"""" (de Certeau). Con la prefazione di Lucio Saviani."" -
Ne li occhi porta la mia donna amore. Dante, la «Divina Commedia» e l'amore perduto al tempo della pandemia
Forse i lettori si chiederanno: “Ancora un libro su Dante?”. In realtà non si tratta di un altro saggio sulla “Divina Commedia”, bensì sull’amore, su come raggiungerlo, mantenerlo e svilupparlo. In questo periodo storico, caratterizzato dalla pandemia e dal conseguente distanziamento sociale che ci ha allontanati dal reciproco contatto fisico e affettivo, è emerso maggiormente il bisogno di amare ed essere amati. Abbiamo “perduto” l’amore e non sappiamo come riconquistarlo. Con la loro straordinaria attualità, le opere di Dante ci soccorrono, dimostrandoci che il tema di un sentimento puro e vitale come quello amoroso travalica il tempo e i tempi. Nelle pagine di questo saggio lo sguardo è pertanto rivolto alla lettura della traiettoria che affiora – in filigrana – dagli incontri femminili di Dante, durante la sua vita e lungo il viaggio nell’Oltretomba, con altrettante forme e variazioni affettive del sentimento d’amore. In tal senso, la modernità del Poeta consiste nell’aver individuato un’evoluzione che procede verso la consapevolezza di come l’amore sia una via privilegiata per approfondire il senso delle cose che accadono, con l’avvertimento che, essendo un bene prezioso, si conquista gradualmente sul piano personale e di coppia, rinunciando ad asserzioni narcisistiche e autoassolutorie. Osservare l’amore di cui parla Dante consente di comprendere come in fondo nulla sia mutato: si tratta dello stesso sentimento con cui gli uomini di ogni epoca e latitudine si confrontano, tra croce e delizia, dalla notte dei tempi. Guardare “quell’antico amore” con occhi contemporanei ci insegna ad affrontare l’ansia, l’insoddisfazione, il rimpianto, la paura, l’insicurezza, l’incertezza, la rabbia e la violenza, vortici da cui è facile farsi risucchiare quando si smarrisce la “diritta via”. Il Sommo Poeta esplora per noi questa vasta gamma di emozioni negative, indicandoci un percorso di trasformazione della coscienza che ci consente di uscire dalle melmose paludi in cui ci ha impantanato la pandemia. -
Atque. Al grembo delle parole. Vol. 28-29
Contributi di Giuseppe Civitarese, Francesco Di Nuovo, Enrico Ferrari, Elena Gigante, Angiola Iapoce, Roberto Manciocchi, Maria Ilena Marozza, Giuseppe Martini, Paolo Francesco Pieri, Silvano Tagliagambe, Antonino Trizzino. Prefazione di Maria Ilena Marozza e Paolo Francesco Pieri. Argomenti: Intorno agli aspetti germinativi dell'esperienza estetica, con specifici riferimenti alla talking cure. In forma di dizionario; Cura e parola: un intreccio necessario; I tre paradossi della traduzione psicoanalitica; Parole che immaginano; ""A me piace sentire le cose cantare"""". Variazioni sul tema dell'esperienza tra psicopatologia e filosofia; Resti inesprimibili. Transiti estetici nella talking cure; Musica, parola, gesto: lo """"sguardo attraverso""""; L'identità di terribile e felicità: sublime, sublimazione e unisono nell'arte e nella psicoanalisi; Musica involontaria. Il simbolo delle cose nelle cose stesse; La cura della parola incurabilis; Glossario di un lettore."" -
C'è casa e casa
Michele è un funzionario informatico, ma è anche laureato in filosofia. Per due settimane, sua moglie sarà fuori Roma, e lui starà da solo. Quindici giorni cruciali: per prima cosa, alla fine delle due settimane, sarà finalmente in pensione; secondo, smetterà di lavorare qualche giorno prima, usando le ferie che gli restano, e in quei giorni spera di avviare un progetto giornalistico a cui tiene. Saranno momenti impegnativi, con incombenze, peraltro messe in conto, a cui si aggiungeranno gli effetti imprevedibili di una visita sorprendente. Ma c'è anche una terza cosa - e qui ti voglio - che è motivo di apprensione per Michele: dovrà decidere una buona volta se mettere in vendita la casa dove è cresciuto e che custodisce i ricordi della sua infanzia. Si sforzerà di trovare un equilibrio non facile, Michele, misurando le soluzioni razionali, che da informatico a riposo è abituato a concepire, e la varietà di emozioni pressanti che finalmente sta imparando a valorizzare. Per fortuna, nel tentare di dare una svolta personale a questo confronto (non indolore) tra pensiero e sentimento, può contare sul sostegno premuroso di un amico speciale, anche se... poco esperto nel lavoro a maglia. Una storia che è un alternarsi di sentimenti contrapposti, intrigante e capace di coinvolgere. Prefazione di Robert M. Mercurio. -
Scotomi scintillanti. Nuovo sestante per tempi incerti
Molte cose ci accadono sotto gli occhi senza che neppure ce ne accorgiamo. Ci vediamo benissimo, o almeno crediamo, ma qualcosa manca. Nelle nostre retine c’è sempre un punto cieco. È fisiologico. Scotoma è il termine tecnico che lo designa. Brutta parola, la sua desinenza in oma ricorda qualcosa di abnorme, a partire dai tumori che sono appunto proliferazioni abnormi di cellule. La radice scotos, rimanda al greco oscurità. Lo scotoma è in sostanza un’area del nostro campo visivo oscurata. Lo scotoma scintillante è una variante di questo fenomeno. Per lo più è l’annuncio di un attacco emicranico. Una saetta che si disegna in cielo, l’inizio di un temporale. Con tutto quel che simbolicamente può promettere. Inevitabile la prossimità, non solo linguistica o di pura immagine, con la nozione di Ombra. Dal punto di vista del linguaggio, lo scotoma scintillante è un ossimoro: un oscuramento per troppa luce. Può essere l’inizio di una conversione come per Paolo di Tarso sulla via di Damasco, oppure, più umanamente, il segnale inequivocabile, ma ancora oscuro, della necessità di un cambiamento. Provo a partire proprio dalle mie macchie cieche per tentare di vedere qualcosa di più, per tentare una nuova approssimazione nei miei calcoli dell’altezza degli astri sulla linea dell’orizzonte, per fare il punto e darmi nuovo senso e direzione. Il clima pandemico ha messo in ginocchio le nostre certezze, forse proprio dalle nostre incertezze e cecità è necessario ripartire. Scotomi scintillanti, bagliori fulminei che attraversano la nostra mente, intuizioni mancate o solo rinviate, ricordi e falsi ricordi capaci di dire molto di più della realtà stessa, anche di quella, di per sé già più veritiera, colta soltanto con la coda dell’occhio. -
Dalla servitù alla libertà. Vita lavoro politica per il XXI secolo
Di donne e lavoro si parla molto, in una gamma infinita di discorsi che vanno dalla faticosa parità al fascino del pinkwashing. Il Gruppo Lavoro della Libreria delle donne di Milano, fin dalla sua nascita, nel 1994, ha operato uno spostamento importante: le donne nel loro cammino di libertà sono un soggetto inedito che illumina e connette parti di un discorso - sociale, economico, politico - perché tutti, uomini e donne, possiamo sentirci protagonisti/e del nostro percorso senza cedere al richiamo della performance competitiva. Lavoro, vita, cura, tempo, denaro, senso, relazioni, politica ed economia. Questo libro raccoglie sette anni (2008/2014) di articoli che prendono parola e pensiero su fatti economici e politici, ribaltano modi di leggere i dati, intessono dialoghi e confronti, raccontano esperienze, danno la parola e se la prendono. E un invito a darsi strumenti adeguati a stare nella realtà complessa e profondamente interconnessa del presente. Un invito che è anche un metodo perché, se le donne sono soggetto, fondamentale è partire dall'ascolto dell'esperienza, propria e di altre (e altri). Ascoltare infatti vuol dire creare lo spazio perché una donna si autorizzi a parlare, legga la propria esperienza di lavoro e vita, le dia valore. Un cammino aperto per costruire autorevolezza e alzare la posta in gioco. -
Musica e psicologia. Benessere a costo zero
"Il rapporto tra musica e psicologia è stato esplorato in diversi studi internazionali, mentre in Italia l'argomento non ha mai assunto piena centralità nel dibattito critico e nemmeno in quello formativo [...]. Nel suo volume, Antonio Brena intende invece mettere in evidenza proprio la ricchezza del connubio tra musica e psicologia e lo fa sulla base delle proprie esperienze, in qualità sia di Maestro di musica e Direttore d'orchestra sia di Dottore in psicologia. Ne emerge un testo che, pur appoggiandosi a numerosi studi teorici, lascia trasparire in maniera evidente una narrazione appassionata e profondamente sentita, soprattutto perché tratta del ruolo della musica nei vari aspetti dell'esistenza umana, a partire dalla fase prenatale per arrivare alla primarietà del suono in ambito terapeutico e perfino pubblicitario. Se è vero che la """"musica è la stenografia dell'emozione"""" come indica una nota citazione attribuita a Lev Tolstoj, allora la presente pubblicazione è una vivace testimonianza di come la musica incentivi il desiderio di conoscenza, intesa come conoscenza di sé e conoscenza del mondo."""" (Dalla Prefazione di Remo Morzenti Pellegrini)" -
La misura del farmaco. Saggi sulla poesia
"La misura del farmaco"""" è una raccolta di saggi che tratta autori come Cristina Campo, Odisseas Elitis (uno dei maggiori poeti neogreci del Novecento, premio Nobel per la letteratura nel secolo scorso), il filosofo Nietzsche, ma anche figure mitiche come Orfeo, cui si deve - secondo le antiche leggende greche - l'invenzione della poesia. Gli argomenti spaziano dunque dagli ultimi decenni della poesia europea, vagliata con partecipe testimonianza e fissata in un tempo preciso, fino al mito e all'antica poesia e filosofia greca. La categoria che accomuna tutti questi temi è quella del pharmakon, il farmaco appunto nell'idea originaria di rimedio e di veleno. L'intera raccolta gravita infatti sulla dialettica malattia/salute: tra le pagine di questo libro appassionato e vissuto, poesia e filosofia recuperano la loro originaria finalità: sono un rimedio alla sofferenza e al dolore. E sono proprio gli ultimi saggi del libro, quelli dedicati alla poesia neogreca, che ruotano intorno a due aspetti fondamentali del pensiero della Vincentini: il concetto di pathos (di sofferenza) è ricondotto a ciò che è naturale, alla categoria del fisiologico (physis, in greco, significa natura), proprio lì dove il sacro, con parole greche, «splende da sempre». Per questo il libro trova il suo centro, e il suo senso, intorno a due figure mitiche e simboliche: quella di Apollo, le cui frecce insieme feriscono e guariscono; quella del centauro Chirone (uomo e bestia insieme, secondo il mito), «guaritore ferito» che guarisce proprio perché porta su di sé il peso di una ferita. Testo sapienziale, ricco di cultura ma aperto al dato esistenziale, La misura del farmaco risulta un libro di immediata lettura, aperto a coloro che esigono dai grandi libri del passato e del presente non dottrina ma prospettive esistenziali, non semplici riflessioni astratte ma orientamenti per la propria vita." -
Dall'anima alla funzione trascendente. Appunti per un'epistemologia junghiana
Lo scopo di questo libro è quello di mettere in luce con diverse argomentazioni gli aspetti principali della epistemologia junghiana, poco frequentata e conosciuta da studiosi e addetti ai lavori. Questa si basa fondamentalmente su un uso importante della contaminazione delle idee. In particolare quelle idee che si possono attingere dall'opera di antichi pensatori. Ugo Fama ne cita alcuni: il pensiero gnostico, l'alchimia, il pensiero neoplatonico, il pensiero filosofico del Rinascimento e così via fino a quelle di autori più recenti quali Wolfgang Pauli, premio Nobel per la fisica, il cui incontro con Jung aprì nuove prospettive di ricerche sui fenomeni sincronici. La modernità di questo modo di procedere si può cogliere in eminenti filosofi della scienza, quali Thomas Kuhn e Paul Feyerabend. I loro libri - pubblicati nel secondo '900 - ""La struttura delle rivoluzioni scientifiche"""" e """"Contro il metodo"""" danno grande rilievo all'importanza del ricorso alle idee e teorie del passato, in quanto possibilità di superare i paradigmi stretti proposti proprio dai filosofi della scienza contemporanei, loro colleghi. Ciò conduce a un modo di procedere che si nutre di frequenti stimoli e intuizioni, come dire il passato fertilizza il presente e offre alla ricerca di studiosi e clinici nuove possibilità creative. Questo è quanto il libro vuole sostenere riguardo al pensiero di Jung."" -
Le fate tra illusioni e disincanto. L'anima femminile e la poesia della natura
Incantevole creatura femminile di ineffabile bellezza, indissolubilmente connessa al mondo del meraviglioso e all’universo fiabesco, la fata giunge sino a noi da un regno lontano che credeva alla magia, agli incantesimi, alla sacralità della natura. Un regno altro del quale la fata – ora donna, ora dea – era signora, sacerdotessa di culti e riti dedicati alla Grande Madre, detentrice di un antico sapere che, assimilato a quello delle streghe, ne ha decretato infine la condanna in una realtà storica pervasa dal clericalismo. Addentrandosi in un sentiero rischiarato dai bagliori emanati da questa figura mitica, archetipica, polimorfa, a tratti inquietante e ambigua, l’autrice apre il nostro sguardo sul folclore e sulla letteratura medievali alla riscoperta delle origini della fata medesima, accesso privilegiato a un’anteriorità primordiale che, al di là del tempo e dello spazio, dimora nelle nostre più recondite profondità, luogo di quanto è rimosso, rifiutato, marginale rispetto alla cultura dominante, nondimeno presente e fecondo grazie all’immaginazione, facoltà che il pensiero poetico leopardiano ci rivela essere un elemento imprescindibile nella ricerca della felicità. Giacomo Leopardi veglia infatti su di noi in questo affascinante viaggio: i suoi versi riecheggiano nostalgici la melodia delle favole antiche, di un tempo in cui l’uomo viveva in comunione con la natura. Ripercorrendo a passi rapidi le tappe salienti di un sofferto percorso che, in nome della presunta onnipotenza della scienza, ha condotto all’età del disincanto, alla morte della natura, al dominio di una realtà omologante, conformista, l’autrice ci mostra l’esistenza di un nuovo orizzonte possibile, promettente alternativa ai modelli finora dominanti del logos maschile. Un orizzonte caratterizzato da un fecondo connubio fra sentimento e ragione, inconscio e coscienza, natura e cultura, basato sull’etica della cura, dell’amore e dell’empatia, da sempre riservata alle donne. Melusina l’edificatrice e Morgana la guaritrice, emblematiche fate medievali, si svelano davanti ai nostri occhi lasciando apparire un modello di femminilità che, ben lungi dal dimenticare la propria dimensione interiore e la propria autenticità, supera le limitazioni di genere confermate dalla storica esclusione delle donne da diversi ambiti della vita, per misurarsi con le dinamiche del desiderio e del potere, trasformando le basi patriarcali dello sviluppo in categorie legate alla generazione e alla salvaguardia della molteplicità. -
Il divino Platone. Filosofia e misticismo
Cos'è che spinge Platone, a un certo punto della sua vita e della sua riflessione, a uscire dall'orbita socratica, ad affiancare al logos altri strumenti di indagine e di conoscenza? È la sfiducia nella possibilità di conoscere e comunicare la verità, oltre una ristretta cerchia di iniziati? O il ritorno alla sua iniziale vocazione artistico-poetica, precocemente sacrificata sull'altare del socratismo e dell'impegno politico? Sono i viaggi che compie all'interno della propria anima o quelli che, morto il maestro, lo portano a Helios d'Egitto, Siracusa, Taranto, Cirene, Megara, nelle terre in cui ancora risuonava l'eco di esseri sovrumani, indovini e oracoli, sacerdoti e profetesse, divinatori e rapsodi, semidei e aruspici, muse e sibille, eroi e poeti ispirati? È il ricongiungersi con le origini sapienziali, mai veramente abbandonate, del pensiero, con quella mentalità arcaica e misterica che, nonostante l'avvento della filosofia, continuava ancora a nutrire l'anima greca? O il bisogno, fino a una certa età trattenuto dal rigore del ragionamento, di ascoltare leggende, miti e narrazioni? A partire dall'analisi della ""Lettera Settima"""", uno dei pochissimi testi in cui l'autore dei """"Dialoghi"""" parla direttamente di sé, il saggio racconta la storia di una conversione dello sguardo e del desiderio e lo fa con un taglio essenzialmente letterario, come letterario è stato il talento di Platone. Introduzione di Lucio Saviani."" -
L'ombra (2021). Vol. 18: Psicologia del vuoto.
La nuova serie della rivista ""l'Ombra"""" riprende il progetto della prima serie, pubblicata tra il 1996 e il 2000, di sviluppare e ampliare le tematiche dell'immaginario e del simbolico in ambito filosofico e letterario, al fine di contestualizzare le dinamiche junghiane nella cultura contemporanea. Grazie all'ingresso in redazione dell'A.R.P.A. (Associazione per la Ricerca in Psicologia Analitica), si garantisce alla rivista una connotazione prettamente junghiana aderente alla clinica, senza la quale si rischierebbe di evaporare in pura teoria."" -
Poetizzarsi. Cura della poesia
È possibile ""Poetizzarsi""""? Cioè scoprire ed esprimere la propria poesia interiore anche per chi poeta pensa di non essere? Il libro di Marisa Brecciaroli, «una delle maggiori teoriche e sperimentatrici di Poesiaterapia», entra nel vivo di questa domanda, esplorando e mostrando le potenzialità artistiche e terapeutiche di una """"procedura"""" di scrittura poetica, da lei chiamata poetizzarsi, di cui ci si può giovare per la propria scrittura poetica. Poetizzarsi ha la ricchezza di essere un libro double face. Infatti per metà espone le poesie dell'autrice, già nota poetessa, accompagnate dal contributo di noti saggisti, e scritte spesso con quella prassi - per autocura durante la pandemia - lasciandosi poetizzare dalla poesia, a lei risonante artisticamente e spiritualmente, di Chandra L. Candiani; e per metà il libro fornisce un originale studio degli aspetti teorico-pratici-terapeutici di questo tipo di ricerca, presente in un'ampia Appendice per Poesiaterapia. Così la prassi del poetizzarsi si offre anche come strumento utile in ambienti di psicologia applicata e soprattutto in ambiti di Poesiaterapia, dove può far scoprire un modo appassionante per prendersi cura di sé, alleviando i disagi di noi contemporanei. Dono particolare del libro: alcune video-poesie, poetizzate fra musica e foto d'arte, regalano esempi del poetizzamento che può generarsi fra arti varie, coinvolgendo diverse vie sensoriali, per un benessere profondo e integrato. Prefazione di Dome Bulfaro. Postfazione di Donatella Bisutti. Con un saggio di Patrizia Gioia. Con un saggio di Giuseppe Oreste Pozzi."" -
Lettere a Poisson d'Or (1937-1949)
Nell'estate del 1937, in occasione di una festa organizzata a Carcassonne, a casa dell'amico James Ducellier, Joë Bousquet incontra la giovanissima e affascinante Germaine Helen Mühlethaler. La ragazza sta festeggiando i suoi ventuno anni, mentre Bousquet ne ha quaranta, ma per entrambi è amore a prima vista. Il poeta ha subito la sensazione di una fulgida apparizione: l'incontro gli riporta alla memoria un sogno d'infanzia di un ""Golden Fish"""" (Pesce d'oro), immagine onirica di una """"fata bionda dal busto nudo"""", enigmatica espressione dell'amore profondo ricercato per tutta la vita. Tra l'affermato scrittore francese e Germaine, detta poi """"Poisson d'Or"""", inizia subito una fitta corrispondenza, che si protrarrà sino al 1949 e che rappresenta uno dei canti d'amore più intensi e più puri del secolo scorso. Le lettere che Bousquet invia a Germaine sono inseparabili dalla sua ricerca poetica, anzi, attraverso quest'appassionante epistolario, in cui convergono ispirazione erotica e visione mistica, è possibile scorgere i tratti salienti dell'invenzione artistica di uno dei più originali letterati del Novecento francese.""