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L'uva barbarossa
Drammatiche pagine del Novecento italiano rivivono in questo affresco autobiografico, spigoloso e intenso come l'adolescenza, l'età fragile e precaria della protagonista. L'apoteosi del fascismo e l'entrata in guerra, quindi l'armistizio, i bombardamenti, la feroce occupazione nazista: un susseguirsi implacabile di eventi storici e accadimenti familiari che spezza l'armonia domestica e offusca il ricordo di un'infanzia mitica e sempre più lontana. Sullo sfondo - vissuta come un vero e proprio luogo d'esilio - una Bolzano babelica, frammentata nei ""ghetti"""" residenziali della prima, massiccia immigrazione italiana, dove il mondo tedesco appare all'Io-narrante estraneo e inaccessibile come i suoi aspri fonemi. Al centro il ritratto psicologico del padre ferroviere, un """"maledetto toscano"""" dalla prorompente vena dialettica, che si nutre di un'arguzia popolare sciorinata in proverbi e citazioni colte. Sentimentalmente anarchico, disprezza il regime ma continua a confidare in Mussolini. Dalla cabina della sua locomotiva assiste disorientato ai contraddittori avvenimenti, reagendo nell'unico modo che conosce, con gesti di umana, istintiva solidarietà. Tutto ciò non lo terrà al riparo dai risvolti talora grotteschi con cui la Storia coinvolge, e stravolge, le piccole vite. A metà tra cronaca familiare e romanzo di formazione, """"L'uva barbarossa"""" è un racconto poetico e amaro che scorre in una prosa densa e multiforme, frutto di una vivace contaminazione tra inserti lessicali di ascendenza letteraria, cadenze toscane e sapide espressioni di registro colloquiale."" -
Storie nascoste a Bolzano
L'anima segreta di una città si svela in tutto il suo fascino. Ambigua e intrigante, insolita e arcana, lontana dagli scorci da cartolina, dalle rotte convenzionali e dalle solite iconografie identitarie: è la Bolzano che emerge in questa collezione di racconti inediti, che riunisce alcuni tra i migliori narratori e narratrici altoatesini. Prendono così forma storie legate a luoghi particolari e ad angoli nascosti della città, in una sapiente miscela di cronaca e fiction dove la memoria privata si insinua tra le stratificazioni del tempo e certi ritratti in chiaroscuro. Si scoprono così riti religiosi segretamente praticati tra case popolari e un maso che resiste all'assalto della cementificazione, orrori consumati in botteghe artigiane e pittoreschi gatti dalla spiccata personalità. Alle fantasie suggerite dal nome di una strada fa da contrappunto la rievocazione di un turismo povero e distante anni luce dal conformismo delle odierne attrazioni di massa. Passato e presente si intrecciano in una polifonia di voci e in una speciale combinazione di eventi curiosi e personaggi sconosciuti ai più, dando vita a una contaminazione di tradizione e disincanto, a un concentrato di bellezza e mistero. Racconti di: Celestina Avanzini, Ettore Frangipane, Italo Ghirigato, Marina Michielotto, Marco Passarello, Annamaria de Lena Pavcovich, Paolo Renner, Cristina Sperandio, Alberto Sulligi, Franca Valenti, Claudio Zeppellini. -
I primi cinquant'anni di letteratura altoatesina 1918-1968-Die ersten fünfzig Jahre der Südtiroler Literatur
Questo volume collettaneo raccoglie gli interventi di autorevoli studiosi di letteratura all'omonimo convegno tenutosi presso l'Accademia di Studi italo-tedeschi di Merano nell'ottobre 2020, in occasione del centenario dell'annessione del Sudtirolo al Regno d'Italia (10 ottobre 1920). La raccolta di saggi intende tracciare un bilancio della letteratura sudtirolese/altoatesina in un periodo (1918-1968) di significativi e talora drammatici eventi storici, di tensioni etniche e trasformazioni sociali, e in una terra che esibisce come poche altre le ferite della storia europea contemporanea. Emergono così stimolanti spunti di riflessione su cinquant'anni di produzione letteraria italofona e tedescofona, in una prospettiva che include autori e autrici che hanno avuto legami più o meno stretti con l'Alto Adige e hanno contribuito a illuminare tappe e caratteristiche della sua evoluzione storica, sociale e culturale. Nella loro varietà di temi e di approcci metodologici, questi contributi hanno il merito di portare alla luce un consistente e oltremodo interessante patrimonio narrativo. Con saggi di Rut Bernardi, John Butcher, Alessandro Costazza, Ferruccio Delle Cave, Siegfried de Rachewiltz, Arnaldo Di Benedetto, Brigitte Foppa, Hans-Georg Grüning, Johann Holzner, Gerhard Mumelter, Alfred Noe, Lorenza Rega, Carlo Romeo, Sigurd Paul Scheichl. -
Fragmente einer Behausung. Eine Aufzeichnung
Es gibt so viele Arten, zu Hause zu sein. Für ein Kind ist eine Mulde im Sommergras ein Zuhause, eine Höhle, ein Brett auf zwei Ästen eines Baumes. Ein naher, lieber Mensch schafft das Gefühl, angekommen zu sein, behaust zu sein. Der eigene Körper ist ein Daheim. Ebenso viele Möglichkeiten gibt es allerdings, nicht zu Hause zu sein. Michael ist Schauspieler und nicht nur deshalb einer, der leicht von einem ins andere schlüpft - er wechselt die Wohnung ebenso routiniert wie seine Rollen. Er beobachtet sich, seinen losen Platz in der Welt und seine Umgebung, seine Mitmenschen behutsam und offen: seine Tochter Olivia, Frauen und Männer, Freunde und Kollegen, Künstler und Spaziergängerinnen, Reisende und Hunde. Erinnerungen fließen ein, Träume geben Rätsel auf. Diese Aufzeichnung folgt einem Mann durch einen Teil seiner Biografie im Südtiroler Künstlermilieu, greift zurück in eine Kindheit auf dem Land, in der das Kind oft ratlos und ohne Erklärung bleibt, und vermittelt das pure Leben in einer Fülle an Begebenheiten, die mit großer Sympathie für die Figuren erzählt werden, ohne zu urteilen. Denn behaust zu sein bedeutet vielleicht einfach, sein zu dürfen, nicht mehr und nicht weniger. -
Anche i cani feroci ridono (quando nevica)
Helen è una giovane nigeriana che decide di migrare in Europa non in fuga da conflitti o persecuzioni, ma per una legittima aspirazione a una vita migliore. Il lungo viaggio attraverso il continente africano si rivela ben presto un incubo: ostaggio di spietati trafficanti di esseri umani, si trova a sottostare a un'inenarrabile serie di violenze fisiche e psicologiche, a continue estorsioni di denaro, a terrore e umiliazioni. In questa lenta e inesorabile discesa agli inferi, in cui la stessa sopravvivenza è perennemente appesa a un filo, anche la fiducia nei compagni di destino finisce per vacillare, persino quando hanno le parvenze di angeli custodi. Sempre più prostrata e rassegnata, Helen resiste grazie a un mondo parallelo che ricrea nei contatti epistolari con la famiglia, immaginando uno sguardo esterno che le permette di prendere le distanze da ciò che è costretta a subire. Tra attese spossanti e amare disillusioni, la ragazza riesce infine ad approdare in Europa, fiduciosa di trovare accoglienza e pieno riconoscimento di una propria identità e dignità. Ma nuove e impensabili traversie la aspettano. Con una prosa incisiva di chiara impronta teatrale, Maxi Obexer dà voce e volto al dramma contemporaneo delle migrazioni, calandosi magistralmente nella prospettiva dell'Altro. In questo suo crudo, lancinante racconto il ""diverso"""" non è il migrante, ma colui che lo guarda attraverso le lenti della narrazione mediatica o dell'indifferenza: il diverso siamo noi."" -
La leggenda di Fillide
«Senza il comico non è possibile imparare cose serie» (Platone). ""I Quaderni di Fillide"""" è una nuova collana di Edizioni alphabeta Verlag, nata dalla collaborazione con la rivista online """"Fillide"""" e dedicata alla comicità e all'umorismo, nonché a tutti i relativi sottogeneri: grottesco, caricatura, parodia, derisione, satira, beffa. Vi troveranno spazio autori e autrici classici e contemporanei, abbinati a studiosi di estrazione multidisciplinare, che hanno approfondito da un punto di vista narrativo e saggistico tale ambito espressivo, antico quanto l'uomo. In questo primo numero viene illustrata la leggenda di Fillide, bellissima fanciulla indiana amata da Alessandro Magno, e di Aristotele """"cavalcato"""", richiamo misogino contro l'astuzia delle donne, ma anche esaltazione della potenza dell'amore e, insieme, satira del sapiente. Un gioco allegro e irridente, metafora del comico e dell'umorismo inteso come """"sublime rovesciato"""". Il volume racconta la straordinaria fortuna e le svariate interpretazioni di tale leggenda nella poesia, nella letteratura e nell'iconografia medievali. La rivista online """"Fillide"""" (www.fillide.it) è dal 2010 un laboratorio di narrazione e riflessione intorno ai nodi interpretativi connessi al tema dell'umorismo e della comicità. Con la direzione di Luisa Bertolini e un comitato scientifico che si avvale della collaborazione di scrittori e docenti, le linee di ricerca prendono spunto dalle varie teorie del comico spaziando tra filosofia, letteratura e arte, con un'attenzione particolare al rapporto parola-immagine."" -
La casa alla fine del mondo
Tra il 1948 e il 1949 un migliaio di emigranti italiani sbarca a Ushuaia, Terra del Fuoco. Sono addetti di un'azienda emiliana, l'Empresa Borsari, cui il governo argentino ha dato mandato di edificare una ""nuova Bologna"""" nell'estremo lembo meridionale del pianeta. Tra questi vi è Remo, un friulano mite e testardo che in quel luogo gelido e inospitale rimarrà per il resto della sua vita. Trent'anni dopo, davanti al figlio perseguitato politico, che intende compiere il tragitto inverso e costruirsi un futuro in Italia, vuole saldare un debito con il proprio passato. Gli racconta una storia, avventurosa e torbida al contempo, di gente in fuga dalla miseria, di nostalgici in camicia nera e di sconfitti in cerca di riscatto o di giustizia. È la storia di una resa dei conti che culmina in un omicidio tenuto a lungo segreto, e che prende avvio da una vecchia divisa militare custodita, insieme ad altri cimeli, dentro una cassa in una misteriosa casupola di legno perennemente sferzata dal vento. È la storia di Remo, che tra quelle assi sconnesse si congeda dal figlio con un lungo, emozionante racconto."" -
L'ultima madre
Livio ed Elsa sono una coppia di Bolzano che dietro lo schermo protettivo della famiglia borghese convenzionale nasconde una vita di tradimenti e frustrazioni. A pagarne indirettamente le conseguenze è il figlio Martino, un diciottenne solo in apparenza mite e diligente, in realtà sedotto da amicizie e idee politiche molto pericolose. Sarà un'improvvisa notizia nel cuore della notte a rompere questo equilibrio precario e a portare a galla sinistre verità. Uno strano incidente stradale, una vittima e il sospetto dell'odio etnico scoperchieranno un abisso di risentimento atavico, violenza e omertà, su cui incombono segreti sepolti, legati a doppio filo a una storia familiare e ad una terra ostaggio perenne delle proprie paure e intolleranze. A indagare sull'episodio è un commissario cupo e collerico dal nome italiano e cognome tedesco, Teo Kofler, che vive isolato nella sua casa di montagna, tra velieri in miniatura e disillusioni in formato gigante. Scoprirà dettagli inquietanti e raccoglierà inattese confessioni. Un noir psicologico teso e spiazzante, una vicenda nella quale affonda quell'arma a doppio taglio chiamata ""identità""""."" -
I giorni delle gabbie. La battaglia sul censimento etnico in Alto Adige/Südtirol quarant’anni dopo
Tra il 1981 e il 1982 si consuma una delle più cruente battaglie politiche della storia recente dell’Alto Adige. Il casus belli è la norma di attuazione del nuovo Statuto che colloca nell’edificio dell’autonomia provinciale due pilastri fondamentali: la proporzionale etnica e il bilinguismo. Per disciplinare l’assegnazione dei posti nel pubblico impiego e degli alloggi sociali, la composizione degli enti pubblici e il riconoscimento di una serie di diritti è necessaria, per ciascun cittadino altoatesino, una chiara e vincolante dichiarazione di appartenenza a uno dei tre gruppi linguistici ufficiali attraverso un censimento generale della popolazione. Lo scontro divampa e vede protagonisti, da una parte, Alexander Langer e la Nuova Sinistra-Neue Linke, che sottolineano l’iniquità di un sistema che “ingabbia” le persone in una scelta forzata escludendo mistilingui e alloglotti, dall’altra il “partito di raccolta”, la SVP, che ne difende invece il supposto impianto antidiscriminatorio. La questione approda addirittura alla Camera dei Deputati, che dopo tre giorni di acceso dibattito parlamentare ratifica l’intera normativa. Davanti a Montecitorio, intanto, vengono allestite tre gabbie, a rappresentare plasticamente i tre gruppi linguistici e la “prigionia morale” che ogni scelta etnica impone. A quarant’anni da una vicenda, che alimenterà una lunga e mai sopita coda di polemiche e contrasti, Maurizio Ferrandi ne ripercorre la cronaca e i momenti più significativi e drammatici, ricostruendo una storia che va riletta e riscoperta per capire l’Alto Adige di oggi, le sue specificità e contraddizioni. -
Sturzflüge. Voli in picchiata. Eine Kulturzeitschrift – arm/unabhängig/innovativ/frech/italiano/ladino/etc. 1982-2004. Ediz. multilingue
Quarant'anni fa esatti alcuni spiriti inquieti, stufi dell'inerzia culturale che regnava in Alto Adige, cominciarono a pensare a una rivista. Alcuni mesi più tardi, nel marzo 1982, uscì il numero zero di Sturzflüge (Voli in picchiata), cui seguirono, nell'arco di ventidue anni (fino al 2004) - nonostante le condizioni ambientali sfavorevoli e grazie alla tenace resistenza dei suoi ideatori e curatori - ben 53 pubblicazioni. Il motivo per cui vale la pena, oggi, ripercorrere quella straordinaria esperienza risiede nell'importanza decisiva che ha avuto per un'intera comunità di lettori un canale di dialogo e approfondimento eclettico, aperto a nuove latitudini e non più ristretto entro confini e temi specifici. Grazie all'opera di digitalizzazione realizzata dalla Biblioteca Teßmann di Bolzano, una selezione dei contenuti è ora proposta in un volume illustrato e bilingue, nel quale viene passata in rassegna la storia di Sturzflüge e offerta una ricca documentazione, dalla nascita alle varie fasi di sviluppo, fino all'inevitabile tramonto della rivista. Uno sguardo ampio su una molteplicità di soggetti e argomenti che testimonia di una delle più curiose e versatili imprese culturali dell'Alto Adige. -
Todos caballeros
L'idea di un'Europa unita sembrava aver trovato già cinquecento anni fa l'uomo in grado di realizzarla: Carlo V, erede delle case spagnola e asburgica, sovrano di un impero «sul quale non tramonta mai il sole», predestinato artefice dell'universalità cristiana. Ispirata all'umanesimo del suo maestro Erasmo da Rotterdam, quell'idea naufragò tra la Riforma avviata da Lutero, l'immobilismo della Chiesa romana, i mutevoli e divergenti interessi delle potestà locali, e l'avanzata degli ottomani dalle sponde meridionali del Mediterraneo e dai Balcani. Tra cronaca storica e invenzione letteraria, il racconto inquadra alcune scene durante i primi vent'anni di regno di Carlo (1521-41), mostrando il giovane sovrano alle prese con i grandi problemi del suo tempo. Nelle chiese, nei palazzi, sui campi di battaglia, sfilano intorno a lui curiosi personaggi: chierici ed eretici, cortigiani e soldati, nobili e aspiranti cavalieri, ammiragli e pirati, artigiani e servitori, dame compiacenti e un premuroso speziale. Certo del sostegno divino e immedesimato nel proprio ruolo, l'imperatore non sospetta di esserne prigioniero. E per quanto la realtà s'incarichi di ridimensionare le sue aspettative, mai un dubbio sfiora la sua mente. Tranne una movimentata notte trascorsa ad Alghero, quando gli effetti di una droga misteriosa squarciano il velo dell'inganno. Giudiceandrea ci regala un vivido e gustoso affresco storico-sociale, e un sottile ritratto psicologico di un uomo di straordinaria modernità. -
Il faticoso modello. Cinquant'anni di «seconda autonomia» in Alto Adige/Südtirol
Nel gennaio 1972 entrava ufficialmente in vigore il secondo Statuto di autonomia dell'Alto Adige, dopo un decennio di trattative tra Roma, Bolzano e Vienna, e nel cupo rimbombo degli attentati dinamitardi con cui si era cercato di ostacolarle a ogni costo. Andava definitivamente in soffitta l'esperimento regionale voluto nel 1948 da Alcide De Gasperi: all'Alto Adige/Südtirol venivano concessi un solido ""pacchetto"""" di competenze e una cospicua dotazione finanziaria destinata a sostenerle. Si profilavano così un sistema amministrativo e un generale progetto di convivenza e tutela delle minoranze spesso indicati in sede internazionale come paradigma virtuoso per la risoluzione di conflitti etnici. Il cinquantesimo anniversario di questo """"faticoso modello"""", secondo una recente espressione di Romano Prodi, offre l'occasione per tracciare un'analisi storica e un giudizio politico, e per trarre un primo bilancio capace di orientare le previsioni per il prossimo futuro. Un giornalista di lungo corso e un giurista considerato tra i massimi esperti in materia di autonomie locali affrontano in questo libro-intervista l'ampio ventaglio di temi che fanno da cornice alla speciale ricorrenza, dal modo in cui fu concepita la """"seconda autonomia"""" negli anni sessanta alle questioni più controverse che ne hanno accompagnato la piena attuazione, fino ai nodi tuttora da sciogliere: la proporzionale, il censimento etnico, la scuola, la toponomastica, le varie declinazioni del concetto di autodeterminazione e altro ancora. Un dialogo serrato che porta inevitabilmente a interrogarsi sul presente e sulle possibilità di adeguare uno strumento giuridicamente complesso quale lo Statuto ai profondi mutamenti sociali in atto."" -
Der Nationalist. Ettore Tolomei. Der Erfinder des Alto Adige
Una storia che non comincia con Ettore Tolomei. E che soprattutto non finisce con la sua morte. La controversa figura di Ettore Tolomei (1865-1952) e la sua ingombrante eredità spirituale sono da sempre motivo di contrasti e incomprensioni, persino di eclatanti atti dimostrativi, in quella terra cui egli stesso ha dato ufficialmente il nome. Impossibile, del resto, separare i destini dell'Alto Adige dalla vicenda politica e umana del geografo di origini trentine, che fu dapprima irredentista e infine fascista, e costantemente animato da un nazionalismo fervente, non privo di tratti fanatici. Senatore del Regno e alfiere dell'italianizzazione forzata del Sudtirolo, a partire dai primi anni venti Tolomei, da direttore del Commissariato alla Lingua e alla Cultura per l'Alto Adige, ebbe modo di portare a compimento l'opera di redazione della toponomastica italiana avviata già nel 1906 - dunque ben prima del Trattato di Saint-Germain e dell'avvento di Mussolini - con il celebre Prontuario, pubblicato dal 1916 e con nuove, successive versioni dalla Reale Società Geografica italiana. Toponomastica tuttora in vigore, che non cessa di rinfocolare antiche polemiche o di diventare occasione pretestuosa per minare qualsiasi progetto di reale convivenza tra lingue e culture diverse. A oltre trent'anni dalla prima pubblicazione, questa nuova e aggiornata edizione ripercorre minuziosamente la biografia di un uomo paradigmatico, figlio legittimo del suo tempo. Indaga una personalità a suo modo complessa, nella quale si riflettono i grandi avvenimenti che segnano la storia di un lembo di terra diventato teatro di uno scontro tra nazionalismi tuttora vivi e presenti nella cronaca quotidiana. -
Le lingue della paura
Nei boschi intorno al lago di Ginevra si consuma l'omicidio del vicedirettore della HEGA, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di economia sanitaria mondiale. I sospetti si addensano subito su Andreas Krause, alto funzionario presso la stessa agenzia, per il quale la vittima rappresenta un ostacolo apparentemente insormontabile alle proprie ambizioni di carriera, in particolare alla nomina a senior executive per gli affari diplomatici. Un collega pronto a denunciarlo finirà anch'egli ucciso in circostanze misteriose, per mano - lo si scoprirà solo più tardi - di un killer professionista. Si sviluppa così una catena di episodi oscuri che seminano terrore all'interno del Palais des Nation e dei vari uffici ginevrini dell'ONU. Nel chiuso, ovattato quanto spregiudicato ambiente diplomatico internazionale affiorano intrighi e personaggi di dubbia moralità, accomunati dalla paura di perdere potere e privilegi che degenera in alcuni casi in vera e propria paranoia criminale. Tra bizantine negoziazioni, scandali messi sotto silenzio e subdoli nonché macroscopici conflitti d'interesse in seno alle politiche mondiali di prevenzione della salute, emerge un quadro a tinte fosche tratteggiato con realismo e inquietante precisione. Nella sua pur riluttante connivenza, di questo perverso mosaico Krause è un tassello fondamentale. -
Volontà poétique
Dopo la realizzazione di un libro su cicli di traduzione di autori altoatesini nel 2018, i curatori hanno iniziato a lavorare con studenti dell'Università degli Studi di Torino, dell'Università degli Studi di Napoli ""L'Orientale"""" e dell'Aix-Marseille Université a partire dal 2020, discutendo il concetto di """"comprensione"""", la diversità sociale e la sua rappresentazione nella letteratura. Gli studenti hanno curato quattro cicli di traduzione basati su poesie, in ognuno dei quali solo la versione precedente è nota al traduttore. Il risultato è ora disponibile: uno spazio poetico pulsante in cui si incontrano 33 autori e autrici e 22 lingue."" -
Il caso del partigiano Pircher
«Il caso del boscaiolo altoatesino Pircher è emblematico di tutto un periodo della nostra vita nazionale.» (Umberto Terracini) Preceduto da un'ampia introduzione storica, viene qui riedito il Memoriale sul caso Pircher che Giambattista Lazagna scrisse nel carcere di Fossano alla fine del 1974. Durante la seconda guerra mondiale, il venostano Hans Pircher aveva disertato dalla Wehrmacht svolgendo incarichi di corriere tra gli Alleati in Svizzera e Hans Egarter, capo della Resistenza sudtirolese, e unendosi infine al gruppo dei partigiani della Val Passiria. Nel contraddittorio clima politico del dopoguerra, questi ultimi furono imputati di atti che sarebbero dovuti rientrare nelle amnistie previste per la guerra di liberazione. Dopo una prima assoluzione, Pircher fu condannato nel processo d'appello (svoltosi incredibilmente a sua insaputa). Casualmente arrestato a distanza di anni e trasferito da un carcere all'altro, percorse un lungo tunnel di disperazione e solitudine, fino al provvidenziale incontro con un singolare compagno di detenzione, l'""avvocato dei poveri"""" Roberto Miroglio. Affiancandone la difesa tecnica, Lazagna denunciò lo scandalo della vicenda su un piano storico, politico e civile, innescando un'ampia campagna di mobilitazione pubblica che portò al condono della pena e alla liberazione di Pircher."" -
Alto Adige segreto
Le raffinate prose di Alto Adige segreto furono pubblicate sullo scorcio del 1963, in uno dei periodi più ""caldi"""" della questione altoatesina, tra crisi diplomatiche, ricorsi all'ONU e azioni terroristiche. Due aspetti distinguevano il volumetto di Manfredi dai contemporanei reportage giornalistici: la profonda conoscenza che l'autore (dal 1939 meranese d'adozione) aveva di questa provincia """"ribelle"""" e il taglio artistico del suo racconto. A briglia sciolta, con la licenza di un poeta, Manfredi si concentra sugli aspetti culturali e sentimentali del problema di fondo, ovvero l'incomprensione tra i due gruppi linguistici conviventi - tema che ancora oggi, a sessant'anni di distanza, mantiene la sua attualità. I quarantasei brevi, talora brevissimi capitoli - ciascuno un quadretto, un elzeviro in sé compiuto -, oltrepassano, confondendoli, i confini tra diversi generi di scrittura e trascorrono fluidi dalla descrizione etnografica alla riflessione politica, dall'evocazione storica alla suggestione intima. E in tutti emerge l'attenzione pittorica al dettaglio, alla sfumatura psicologica, col risultato che in questi ritratti a mano libera di personaggi, usanze e paesaggi ogni minima pennellata assume una risonanza metaforica ed esistenziale. Alto Adige segreto è un piccolo gioiello della letteratura altoatesina, un """"sempreverde"""" riproposto con un'ampia introduzione critica e un prezioso ricordo personale in appendice."" -
Haga Zussa. L'amante del caso
Una donna alla ricerca di sé, che vive di relazioni evanescenti e si arrangia con lavori saltuari, distribuisce questionari porta a porta per conto di un'azienda di giocattoli, ponendo a sconosciuti domande all'apparenza assurde. Un giorno si accorge di aver smarrito le chiavi di casa, e così torna in uno degli appartamenti che ha visitato, dove riconosce, nella donna invalida che l'ha già accolta in precedenza, una persona che mai avrebbe voluto rivedere in vita sua. Passato e presente iniziano così a intrecciarsi in una danza di progressivo e reciproco disvelamento, in cui la trappola del caso è sempre pronta a scattare. E sul confine tra memoria e realtà emerge la figura di Haga Zussa, creatura mitologica che contiene in sé, nel suo stesso etimo germanico, l'immagine della strega, ma che al contempo è colei che scaccia le streghe: una donna letteralmente ""a cavallo"""" tra due mondi, quello logico-razionale da una parte e intuitivo-emotivo dall'altra. Anita Pichler si interroga sulle """"coincidenze"""", ossia su quegli eventi casuali senza i quali nessuna sopravvivenza è possibile, e modella una lingua capace di esprimere al massimo grado trame percettive e frammenti onirici. In una raffinatissima prosa poetica - quasi un componimento musicale con variazioni, ripetizioni e potenti modulazioni - crea, tra atmosfere perennemente sospese, uno scenario polifonico dove storie personali e universi interiori vengono smembrati e ricombinati per cerchi concentrici via via più stretti."" -
La convivenza in Alto Adige 1920-2020–Zusammenleben in Südtirol 1920-2020
A differenza della frontiera orientale, i molteplici eventi che hanno interessato il confine settentrionale d'Italia lungo tutto il Novecento costituiscono un patrimonio ancora oggi poco conosciuto, nonostante vi siano contenuti capitoli importanti della storia contemporanea del nostro Paese. A un secolo dall'annessione ufficiale dell'Alto Adige/Südtirol al Regno d'Italia (1920), questo volume collettaneo ripercorre una lunga e complessa vicenda storico-politica che ha prodotto tensioni etniche e atavico risentimento, ma anche un particolare modello di convivenza. Dall'italianizzazione forzata alle Opzioni, dal primo Statuto di autonomia alla Proporzionale, fino alle recenti trasformazioni di un tessuto sociale ed economico sempre più multiforme, i vari contributi propongono un ampio spettro di analisi storiche, sociologiche, politiche e letterarie nonché un modello di indagine applicabile anche ad altre realtà di confine in Europa e nel bacino mediterraneo. Vengono approfonditi in particolare il tema delle minoranze e il legame con la ""piccola patria"""", da cui prendono spunto riflessioni e indicazioni circa possibili forme di convivenza pacifica tra gruppi linguistico-nazionali diversi con una precedente esperienza di conflitto. Argomenti di grande attualità in un mondo lacerato da nazionalismi, regionalismi e populismi dilaganti. Con contributi di: Rut Bernardi, Mauro Cereghini, Alessandro Costazza, Ferruccio Delle Cave, Giorgio Delle Donne, Andrea Di Michele, Maurizio Ferrandi, Hans-Georg Grüning, Ulrike Kindl, Magda Martini, Hannes Obermair, Giorgio Mezzalira, Luciana Palla, Werner Pescosta, Hans Karl Peterlini, Luca Renzi, Patrick Rina, Carlo Romeo, Oswald Überegger, Paolo Valente"" -
Scorci di un confine. L'Alto Adige in un secolo di letteratura italiana
Porta e vallo d'Italia, provincia anomala, luogo di incontri e chiusure, di conflitti e coesistenze, paradiso turistico, sereno idillio, angolo oscuro di selvagge passioni. Tante immagini, reali e simboliche, si rincorrono in questo viaggio storico intorno ai ritratti dell'Alto Adige fissati nelle pagine di narratori, poeti, giornalisti e letterati di lingua italiana. Emerge così un nutrito repertorio di autori, storie, testimonianze e descrizioni di un variegato paesaggio naturale e umano, delle popolazioni che vi convivono, del loro ""radicamento"""" e senso di appartenenza. Entrata nei confini nazionali poco più di un secolo fa, questa contesa terra di transizione è stata oggetto inizialmente di rappresentazioni esogene e convenzionali, sbiadite o deformate, e di ordinarie polarizzazioni (tradizione/modernità, natura/cultura, tedesco/italiano e così via). Nel corso del tempo anch'esse si sono modificate, come sempre accade con l'approfondirsi di un rapporto. Si sono arricchite e meglio focalizzate in un confronto diretto e sempre più ampio con il vissuto del territorio, con i problemi di convivenza tra i gruppi linguistici e le metamorfosi della società, dell'economia e del tessuto culturale. Per questo Scorci di un confine intreccia molti fili che accompagnano quello letterario - la storia, la politica, il discorso pubblico - offrendo un'estesa panoramica sulla ricezione """"italiana"""" di un lembo di frontiera pieno di fascino e contraddizioni.""