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La casa stregata e altri racconti del mistero
Il racconto inedito in Italia che dà il titolo a questa antologia del mistero rivela che Edith Nesbit, conosciuta principalmente per le sue narrazioni per bambini, fu anche creatrice di storie gotiche: la potenza de ""La casa stregata"""" risiede nel non detto, nell'occulto, ben più terrificante di ciò che appare. All'autrice si accostano l'imprescindibile Edgar Allan Poe con una lugubre storia di pazzia, Berenice, e poi Elizabeth Gaskell, Bret Harte, H.G. Wells e Thomas Hardy, in un distillato dei migliori racconti sul sovrannaturale nati dalla fantasia degli autori che hanno fatto la storia della letteratura."" -
La piccola pasticceria
Miklós è un giovane avvocato che ha davanti a sé un matrimonio sicuro — borghese e ordinario — con la figlia diciassettenne del direttore del penitenziario di Budapest, ed è alla ricerca del primo caso degno di nota della sua carriera. Per lui sembra arrivata l'occasione giusta quando si ritrova a difendere la commessa di una pasticceria, la magnetica e sanguigna signorina Riza, scoperta a rubare dalla cassa e arrestata. Durante i colloqui in prigione Riza si confessa innamorata di Miklós, di un amore che la renderebbe capace di qualsiasi cosa, e che riesce a intaccare la morale da uomo perbene di lui. ""La piccola pasticceria"""" è popolato da personaggi che Molnàr ritrae con la sua speciale ironia, temperata però da una empatia sincera. Una storia d'amore in cui l'autore incastona riflessioni illuminanti sulla natura umana, e che ruota intorno a una domanda: chi sono i veri prigionieri della società?"" -
La terra dei sussurri
Tre ragazzi decidono di partire alla ricerca di un’amica, una studentessa del Politecnico di Torino scomparsa più di un anno prima: le tracce di Vanessa si sono perse in Messico, al termine di un periodo come volontaria nella località di Colola, nota per la schiusa delle uova di tartaruga. Le indagini si snodano tra le spiagge della costa pacifica e le montagne dell’entroterra, sulle quali svernano le farfalle Monarca. I tre, a poco a poco, penetrano un ecosistema complesso e variopinto, habitat naturale di tassisti adepti al culto della Santa Muerte, tortugueros poco loquaci, narcotrafficanti di provincia, texane sradicate e veggenti dal passato ambiguo. La terra dei sussurri è un romanzo rivelazione, animato da mille voci e mille echi, sullo sfondo del quale si rintracciano Frida Kahlo e Pedro Páramo e intorno a cui risuona il frastuono del fenomeno mondiale del femminicidio. -
Segreti femminili
Segreti femminili apre una finestra sul passato, da cui Arlt riesce ad avvistare i primi segnali di cambiamento sociale: il desiderio di indipendenza, la ricerca di un lavoro, le ambizioni di riscatto.rnrn«Sono ritratti antropologici nati dalla corrispondenza con i lettori, confidenze di amici e osservazioni personali» - la LetturarnrnInsieme a Borges e agli eredi Bolaño e Cortázar, Roberto Arlt è ascritto alla cerchia dei grandissimi della letteratura argentina moderna come romanziere e scrittore di racconti. Ma la parte più essenziale della sua opera – la più amata e riconosciuta – è da cercare fuori dalla narrativa, tra le colonnine del quotidiano argentino «El Mundo». Dal 1928 e per quattordici anni, Arlt scrisse delle meraviglie e delle contraddizioni della sua città, Buenos Aires, in scritti corrosivi come acido e passati alla storia col nome di “acqueforti”. Le venti acqueforti di Segreti femminili ritraggono le donne nella società del tempo (che alle donne era perlopiù ostile). L’amore a prima vista, la castità prenuziale, l’essere madre, la fedeltà e il tradimento, il sempre insidioso triangolo “lei-lui-suocera”. Segreti femminili apre una finestra sul passato, da cui Arlt riesce ad avvistare i primi segnali di cambiamento sociale: il desiderio di indipendenza, la ricerca di un lavoro, le ambizioni di riscatto. -
Agenzia matrimoniale
Miss Esther è un'agiata signora di mezza età che trascorre le giornate nella biblioteca di famiglia. È lì che il suo animo romantico trae alimento, ed è grazie alle pagine dei tanti romanzi che ha stilato l'identikit dell'""uomo giusto"""", il quale non può che essere all'altezza del Romeo di Shakespeare o di un cavaliere della Tavola Rotonda. In attesa di incontrarlo, non si è ancora sposata. L'unico altro svago le è offerto dalla compagnia di tre ragazze, Lillian, Helen e Jean, che frequentano regolarmente la sua casa. Quando la fidata domestica Tekla trova marito rispondendo a un annuncio sul giornale, Miss Esther decide di rivedere i suoi standard e di mettere in piedi una sorta di """"agenzia matrimoniale"""" casalinga, per trovare marito a ognuna delle sue tre giovani amiche, provocando una reazione a catena di eventi bizzarri... Carolyn Wells, tra le autrici più eclettiche della sua epoca, firma con Harry Persons Taber una storia di peripezie amorose, intrighi e sotterfugi, imbevuta di citazioni e rimandi alla letteratura sentimentale."" -
Una giraffa sul Lungotevere
Dodici racconti e monologhi di un primattore del teatro italiano, in un libro tenero e violento, aggressivo e mitissimo — proprio come era Riccardo Reim. Ci sono il diario tragicomico di un anno di vita di un amatore omosessuale, e la singolarissima rielaborazione di un fatto di cronaca in chiave onirica e teatrale. Si racconta dell'anima femminile che vive nel corpo di un insegnante sessantenne, e del turno di lavoro di sei «mignotti» che offrono il proprio corpo nel cuore della notte. Fino al surreale inedito che dà il titolo alla raccolta, dove l'infelicità di un matrimonio trasfigura la città di Roma nella savana d'Africa. Dodici storie intrise di gusto drammaturgico, costantemente in bilico tra sogno e realtà, tra il gergo popolare più audace e la lingua al colmo della sua raffinatezza. Nelle quali sembra realizzarsi la nota espressione paradossale: è la vita, dopotutto, a imitare la letteratura. Prefazioni di Renzo Paris e Igor Patruno. -
Mutevoli umori
Durante una gita in barca nel New England, due amici di lunga data si innamorano della stessa ragazza, Sylvia Yule, la quale vive un'età in cui l'ansia di crescere si combina con la voglia di non diventare mai grandi, e l'amore e l'amicizia sembrano ancora la stessa cosa. I mutevoli umori di Sylvia la porteranno a scegliere l'uomo sbagliato, e poi a pentirsene, finché un nuovo conflitto si aggiungerà alle altre inquietudini: la sacralità del matrimonio da una parte, le tentazioni adultere e il richiamo all'amore libero dall'altra. Il romanzo d'esordio di Louisa May Alcott è considerato il suo miglior libro per adulti, quello che - quattro anni prima di Piccole donne - avrebbe potuto sottrarla alla carriera di scrittrice per adolescenti che l'attendeva. Nel 1864 la storia fu amata e fraintesa, attirò un interesse enorme e critiche di eguale portata: da una «giovane inesperta della vita-- ci si aspettavano forse racconti più miti, di alto «valore morale», e invece ""Mutevoli umori! mise in discussione l'ideale della famiglia vittoriana, annunciando la nascita di una nuova, diversa sensibilità femminile. Con una nota di Henry James."" -
Habitat
«Italiano usa con libera abilità la terzina e altre brevi soluzioni strofiche e colpisce per la forte asprezza rubida, ispida dei suoi versi, dove tratteggia ambienti della memoria o introduce figure di animali in un vero, apertissimo bestiario di cui è l'uomo stesso a far parte» - Robinson""In autunno, siamo corpi speciali, che liberano ostaggi da ricci, gusci, da sotto i piumoni, che si privano di maglia e di sonno, perlustrando chilometri di pelle, in difesa di sé stessi."""""" -
La mia amica Natalia
Natalia pensa al sesso tutto il tempo, eppure proprio durante il sesso la sua mente viaggia altrove; dei molti amanti che frequenta, nessuno può soddisfarne le pulsioni o risolverne le inquietudini. Perché la fantasia erotica e la realtà sono così lontane? A raccontare la sua storia è l'analista che la prende in cura, il cui approccio incrocia l'arte, la filosofia e la letteratura con i ricordi delle scoperte sessuali infantili di Natalia e la messa in scena delle esperienze adulte. Tanto Natalia quanto l'analista si ritrovano completamente assorbiti nella terapia, finché il già labile confine tra verità e finzione, tra medico e paziente, si dissolve. -
NRZB
Alla soglia dei cinquant’anni Lev Krivorotov è un poeta in crisi creativa ed esistenziale: la militanza nei circoli artistici della dissidenza antisovietica è solo un ricordo, e le ardenti passioni giovanili si sono spente nella vodka. Che cosa è rimasto delle grandi speranze di quella genera¬zione, così piena di ambizioni ma così povera di prospettive? La donna che amava, Anja, ha sposato il suo migliore amico Nikita; il poeta militante Cigrašov, suo faro e punto di riferimento, si è suicidato. Lev stesso sembra condannato a rimanere una promessa non mantenuta della poesia russa. La morte di Anja e l’incontro con Nikita, dopo tanto tempo, lo porteranno a rievocare episodi del passato, tra cui il grottesco duello con il rivale in amore, evidente quanto patetica citazione della fine di Puškin. Sergej Gandlevskij è un poeta considerato un “classico vivente”, che in questo suo romanzo – il cui titolo cita la sigla usata dagli studiosi russi per definire le parti illeggibili di un testo – rivela le inconsistenze e le illusioni della bohème moscovita, lasciando che la letteratura racconti se stessa. -
L'inserviente
Rose è una giovane della buona società parigina del primo Novecento, colta e istruita, la quale si ritrova all'improvviso orfana, povera e - non potendo contare su una dote - abbandonata dal fidanzato. Sarebbe pronta ad accettare un lavoro qualsiasi per sopravvivere, ma i suoi titoli di studio e la sua classe sociale le sono solo d'intralcio. L'unica possibilità è fingere di essere una ragazza del popolo, semianalfabeta, e accedere al ruolo di inserviente in una scuola materna della difficile periferia. In poco tempo i piccoli alunni cominciano ad amare Rose come una madre, che li ricambia come fossero suoi figli, considerandola l'unico rifugio e consolazione nella miseria del quartiere. Questo incontro, raccontato dalla protagonista in un diario, le rivelerà tutte le storture di un sistema scolastico basato su una severa disciplina, e la porterà all'amara conclusione che ""dalla propria classe sociale non si può evadere""""."" -
L'altro mondo. Gli stati e gli imperi della luna. Gli stati e gli imperi del sole
Ventiquattro anni dopo l'abiura di Galileo Galilei al Sant'Uffizio, in Francia si pubblica una singolarissima difesa della teoria eliocentrica e della pluralità dei mondi: non un trattato né un libello, ma la prima vera storia di fantascienza, scritta da Savinien Cyrano de Bergerac, libertino, scienziato, alchimista e spadaccino. Il libro racconta di un comico viaggio spaziale prendendo a pretesto il mondo celeste per farsi beffe di costumi sociali e culturali ben più terreni: i buffi esseri che popolano la luna sono così poco disposti ad ammettere che il loro mondo sia il satellite di un pianeta minore, da accusare il protagonista - un terrestre - di eresia. Italo Calvino ha definito ""Gli Stati e gli Imperi della luna"""" «una giostra d'invenzioni», e secondo l'autore di """"2001: Odissea nello spazio"""", Arthur C. Clarke, gli andrebbe riconosciuta la paternità del volo spaziale a propulsione. È un racconto che mischia il pensiero magico-filosofico secentesco con le nuove nozioni scientifiche per schernire la società del tempo e dare omaggio alla libertà di parola, qui proposto insieme al libro gemello """"Gli Stati e gli Imperi del sole""""."" -
Come leggo io. E altri scritti letterari
Se in vita era sodale di Luigi Pirandello e Giuseppe Antonio Borgese, dopo la morte è rimasto nella torma degli autori ""trascurabili"""", di chi ha pubblicato poco e disordinatamente. rn«Un raccolta divulgativa di sei saggi scritti tra il 1918 e 1919, per farsi u'idea di cosa Tozzi pensasse della letteratura e di quanto le ruota attorno: editori, circoli, persino manuali scolastici» - La LetturarnOggi, proprio con Pirandello e con Verga, Tozzi è ritenuto il più grande novelliere dei primi ottant'anni dell'Italia unita. I saggi raccolti in """"Come leggo io"""" sono un'introduzione e un compendio della sua poetica, tanto di scrittore quanto di lettore. Con tono squillante, e senza tema di perentorietà, impone la propria idea di letteratura; denuncia i perversi meccanismi editoriali, che inseguono e alimentano le mode; rivolge accuse alla critica letteraria, che dalle pagine morte dei manuali rende «antipatiche anche le cose più degne dell'immortalità». E, non ultimo, dispensa consigli ai giovani scrittori, soprattutto a quelli che si sentono «nati con l'esperienza dei vecchi», perché non si sollazzino in «esercizi di calligrafia». Introduzione di Arnaldo Colasanti."" -
Regie senza films
«Sei rimasto seduto / dove stavi seduto da prima / senza il cappello per tenere il posto / che comunque nessuno vuole. / Ti attieni ai fatti. / Te li tieni stretti. / Guardi sembrare immobile / l’acqua dei rubinetti.» -
Una nobile donna
Quale sorpresa sarà quest’incredibile romanzo per il lettore italiano. Chi si aspetta una semplice storia d’amore ambientata in epoca vittoriana o chi crede di ritrovarvi elementi comuni con la letteratura per l’infanzia (“Il piccolo Lord” e “Il giardino segreto”), per cui Frances Hodgson Burnett è maggiormente nota, rimarrà meravigliato e positivamente colpito. La scrittura e i contenuti eccezionalmente moderni, i protagonisti dallo spessore profondamente realista, i dialoghi vivaci, i temi trattati rivoluzionari per l’epoca e, in alcuni casi, persino per quella odierna rendono la storia di Clorinda, la nobile donna cui fa riferimento il titolo, un’eroina indimenticabile. La sua storia è emblematica di una condizione femminile comune nei secoli passati: alla sua nascita, la madre muore di parto e il fatto che sia una femmina la priva di ogni valore agli occhi del padre, il quale rifiuta ogni contatto e l’abbandona. Qualche anno dopo, l’uomo torna e trova una bimba fuori dal comune, i cui modi lo conquistano, creando così un forte legame tra loro, destinato a durare nel tempo. Clorinda diventerà una giovane donna dalla lingua tagliente e dalla volontà di ferro, capace di capovolgere gli schemi che la vorrebbero docile e sottomessa alla volontà degli uomini, una donna di nobili sentimenti in grado di affrontare ogni esperienza (incluso l’amore) con coraggio e determinazione. -
Henry Dunbar
Per trentacinque anni il ricco rampollo Henry Dunbar ha vissuto un esilio dorato in India, allontanato dalla famiglia, in attesa che la natia Inghilterra dimenticasse una truffa commessa nella sua giovinezza libertina e dissipata. Ma alla morte del padre per lui è tempo di tornare a Londra, a reclamare il proprio posto nell’alta società e nella banca di famiglia, e a ritrovare la figlia, che non vede da quando era bambina. Ad accogliere Dunbar al suo arrivo c’è l’uomo che fu suo complice nella truffa, il servitore Joseph Wilmot, il quale al contrario di Henry non ha avuto il privilegio di una seconda possibilità, e ha perso tutto. Da questo incontro fatale si dispiegheranno, con uso sapiente della suspense, il mistero di un omicidio e le investigazioni di Scotland Yard, fino al capovolgimento finale. Pubblicato nel 1864, “Henry Dunbar” è uno dei capolavori di Mary Elizabeth Braddon, che precorre il giallo e il poliziesco e colora con le tinte della narrativa di genere una dura critica sociale, qui nella prima traduzione moderna in italiano. -
Camminare. Meditazioni per chi va a piedi
Quella del camminatore è un’esperienza profonda, che ha a che fare con la soddisfazione del corpo e dello spirito prodotta dal duro esercizio, e con la bellezza dei paesaggi attraversati; chi cammina conosce bene la sensazione, ma riuscire a descriverla può essere difficile. Arthur Hugh Sidgwick ha trovato il modo di raccontare questa «attività suprema» con uno sguardo ampio e una scrittura appassionata percorsa da ironia, quando non da una pura comicità. Otto saggi pubblicati nel 1912 che colgono l’arte e la filosofia del camminare, nella natura selvaggia dei monti del Lake District come nella «più grande e mostruosa di tutte le città», Londra, da soli o in compagnia, cantando o in silenzio, con digressioni di tipo pratico – l’equipaggiamento del camminatore – e molte altre squisitamente letterarie. -
Poesie italiane 2019. Scelte da Filippo La Porta
I due milioni di poeti censiti in Italia sono forse una maliziosa fantasia, ma di certo le raccolte poetiche pubblicate costituiscono circa la metà della produzione editoriale del nostro paese. È una zona franca, sottratta a qualsiasi giudizio e regola. Chi si azzarda più a obiettare a un (sedicente) poeta che non ha abbastanza “voce”, che non possiede sufficiente tecnica, che è “stonato”? Dove si stentano a riconoscere critici autorevoli e tradizioni condivise trionfa l’arbitrio. Eppure il linguaggio della poesia continua a essere quasi l’unico in cui certe cose possono essere dette, in cui si può parlare di Dio o della lista della spesa, della bellezza del mondo o di una corsia d’ospedale, senza essere banali né retorici. Questa antologia propone i versi più belli letti e pubblicati nel 2019, quelli in cui è rintracciabile la segreta necessità della poesia, la sua ostinata vocazione (tutta italiana) a “ragionare”. -
Il figlio di Persefone
«Il figlio di Persefone» è la storia di due fratelli determinati a far chiudere l'Ilva di Taranto. In un'ambientazione mutevole — che tocca le coste ioniche, popolate dai miti della civiltà magno-greca, l'area industriale e i paesaggi metropolitani — si svolge l'iniziazione all'amore e all'odio di Giulio e Alessandro. Nelle loro fantasie infantili identificano lo stabilimento siderurgico con Ade, il signore degli inferi tornato sulla terra, le cui propaggini abbracciano, asfissiandola, la città che lo aveva accolto speranzosa. È lui il mostro che ha rapito la madre, dolce e dolente come una moderna Persefone, e fatto nascere Giulio con una menomazione al braccio. Ma ha anche dato ad Alessandro un talento che potrebbe trasformarlo nel suo più pericoloso nemico, l'unico in grado di distruggerlo. Queste fantasie crescono con i fratelli, seguendoli nell'età adulta, fino alla resa dei conti. -
Ammalarsi-Appunti dall'infermeria
La malattia, ritiene Virginia Woolf, è un tema marginale in letteratura perché richiede un linguaggio specifico, «più primitivo, più sensuale, più osceno». I malati sono i disertori dell’armata dei lavoratori, e i soli ad avere il tempo di osservare la natura e coglierne l’indifferenza. In questo saggio scritto dal letto della convalescenza, Woolf esplora molti temi: la solitudine e i lettori cinesi di Shakespeare, la letteratura e i dentisti, il suicidio e l’elettricità, e lo fa con lo stile della divagazione in cui risuonano i romantici de Quincey e Coleridge, ma anche Milton e Rimbaud. Scritto in un periodo intenso del suo rapporto con Vita Sackville-West, questo saggio esplora le terre ignote della malattia fisica e mentale e le trasforma in materia letteraria. E a questo testo si affianca ""Appunti dall’infermeria"""" di Julia Stephen, sua madre, infermiera per vocazione, che ha dato vita a un prontuario sulla cura del malato, documento in cui si scorgono un’ironia e delle doti artistiche che permettono di illuminare le radici di una delle massime scrittrici del Novecento.""