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«È dell'uomo che devo parlare». Rousseau e la democrazia costituzionale
Il contributo di Jean-Jacques Rousseau ha spianato la strada al rovesciamento dei rapporti sociali e politici esistenti e si pone a fondamento della definizione dell'ordine costituzionale che - in Europa continentale - ebbe origine con la Rivoluzione francese e che mise fine all'ancien regime. Eppure, egli rimane un autore ""inafferrabile"""", dai mille volti. Il testo individua nel Rousseau """"polemico"""", quello del Discorso sull'ineguaglianza, l'autore che getta le fondamenta del costituzionalismo democratico. È grazie alla forza dissacrante del filosofo ginevrino che la riflessione teorica del Sei e poi Settecento è riuscita ad approdare finalmente ad una ricostruzione realistica e conflittuale del """"patto"""" sociale, riuscendo a guardare dietro di esso e a scorgere i concreti interessi che si pongono alla base del diritto e della democrazia costituzionale. Entro questa prospettiva di ricerca del fondamento del costituzionalismo democratico di natura conflittuale, l'analisi del più noto degli scritti di Rousseau - il Contratto sociale - appare invece rappresentare uno """"scarto teorico"""", un passo indietro rispetto alle intuizioni giovanili espresse con virulenza e passione nei """"Discorsi"""". Con la invenzione della """"volontà generale"""" Rousseau rinuncia a dare forma ad una società democratica conflittuale e ripiega entro una prospettiva idealistica che fa ritornare in cielo proprio ciò che egli aveva richiamato in terra: la lotta alla diseguaglianza e la regolamentazione dei conflitti tra gli uomini. Partito dalla esigenza di """"parlare dell'uomo"""", la conclusione cui giunge è invocare il cielo """"per dare leggi agli uomini""""."" -
Lo Stato costituzionale e le sue alternative
L'espressione 'Stato costituzionale' è spesso usata, anche dai giuristi, nel senso di Stato dotato di una costituzione: come se quasi tutti gli Stati, ormai, non fossero costituzionali in quel senso. In questo libretto, séguito e aggiornamento di Stato costituzionale, pubblicato nel 2012, la nozione di Stato costituzionale è presa più sul serio. Da un lato, si ammette che ha molti padri, è opinabile per gli stessi giuristi e alla fine si risolve in un'interpretazione del presente concorrente con molte altre. D'altro lato, però, tutte le interpretazioni alternative - gli ""stati"""" liberista, securitario e populista, esaminati nelle sezioni centrali - aprono prospettive abbastanza inquietanti, per il futuro delle democrazie odierne, da consigliare di tenerselo stretto, lo Stato costituzionale."" -
Notti in bianco & albe d'oro
«Amo raccontare la mia vita attraverso l'arte. Prosa e poesia mi accompagnano fin dalla prima adolescenza in ogni passo. È stata l'arte a rendere più dolce rileggere un passato non sempre facile. Chi cercherà in questo libro un facile bocconcino resterà molto deluso. Chi cercherà una lettura rilassante, priva di emozioni ed apatica, resterà altrettanto deluso. Ho voluto con questo libro lasciar qualcosa al mio lettore che potesse stimolarlo a lottare sempre nella vita, anche nelle difficoltà più grandi. Perché se non si smette di lottare, alla fine un piccolo Sole è sempre destinato a ognuno di noi.» -
I contratti dei veicoli con contenuti o servizi digitali (alla luce delle direttive 770/2019, 771/2019, 2161/2019)
La comparsa sul mercato di smart goods ed, in particolare, di vetture connesse, ha imposto la creazione di contratti con i consumatori ove viene regolata la vendita di un bene con contenuti e servizi digitali. Il bene ha così due componenti: una fisica ed una immateriale. Le recenti direttive 770, 771 e 2161 del 2019 offrono indicazioni sui periodi di garanzia, sulla fornitura di servizi (apparentemente gratuiti) in cambio della cessione di dati personali o tecnici di questi singolari beni. Le novità non sono poche: basti pensare all'obbligo del venditore di rilasciare anche gli aggiornamenti dei software, preavvisando il consumatore del contenuto dell'aggiornamento e consentendogli anche di rifiutarlo. È un mondo nuovo anche per il consumatore che, peraltro, ha già imparato a gestire questi i servizi digitali (APP) con il suo smartphone. Certo al consumatore sembrerà strano apprendere che la parte non fisica della vettura non è più sua, ma gli è... concessa in licenza. -
Lamento per Ignacio S. Mejías
Il ""Llanto por Ignacio Sánchez Mejías"""" (""""Lamento per Ignacio Sánchez Mejías""""), pubblicato nel 1935, è il testo poetico più conosciuto di Federico García Lorca. Straziante orazione in memoria dell'amico torero ferito a morte nell'arena, compianto funebre scandito da versi sonori e memorabili, elegia che fissa dritta negli occhi la pervasiva onnipresenza del thanatos, compendio dell'immaginario lorchiano: dopo la tragica uccisione del poeta, sarà questo poemetto il primo veicolo della diffusione europea dell'opera lirica di García Lorca, imponendone la figura come voce ineludibile nel panorama culturale continentale del XX secolo. In Italia, il Llanto por Ignacio ha conosciuto una fortuna duratura e quasi mitologica, grazie alle traduzioni di studiosi del calibro di Carlo Bo e Oreste Macrì, alle versioni d'autore di scrittori capitali del nostro Novecento quali Vittorini, Caproni e Sciascia, alle letture realizzate da Arnoldo Foà e Carmelo Bene. Metterne a confronto le traduzioni italiane significa allora anche ripercorrere diacronicamente le poetiche, gli approcci traduttivi, le sensibilità lessicali e tematiche che hanno animato le evoluzioni del gusto letterario del nostro paese negli ultimi 80 anni."" -
Ode all'amata
Dei nove libri della poetessa greca Saffo ci sono rimasti solo sparuti frammenti, e solo una poesia per intero. Tuttavia quei versi attraversano i secoli, segnando la lirica amorosa e imponendo persino una nuova misura del sentimento d'amore; la figura evanescente di Saffo, amante disperata e donna teneramente innamorata, ha segnato l'immaginario occidentale ed è diventata l'archetipo del dissidio tra arte e vita, tra letteratura e sentimento. Anche i più celebri dei frammenti di Saffo, però, restano enigmi: così il fr. 31 Voigt, che è stato interpretato sia come l'ode della follia erotica e dei suoi sintomi fisici, sia come il canto più addolorato della gelosia. Innumerevoli sono le traduzioni di quest'ode, che ci è giunta mutila proprio alla fine, a partire da quella latina di Catullo. La prima traduzione italiana a noi nota data 1572, ed è di uno sconosciuto letterato dal nome Francesco Anguilla. In questa storia infinita, gli interpreti e i traduttori sono per lo più gli uomini: eppure l'ode di Saffo canta delle sensazioni, forti sino alla morte, provocate dall'amore di una donna verso un'altra donna. Così in questo libro si propongono 10 versioni, più o meno libere, talora riscritture, di dieci donne, dalla 'Saffo del Cinquecento', Gaspara Stampa, sino alle più vicine Iolanda Insana e Alda Merini. -
Misure di sicurezza e vulnerabilità: la «detenzione» in casa di lavoro
La misura di sicurezza personale in casa di lavoro rappresenta oggi un banco di prova per la riflessione critica sul diritto, segnatamente nella prospettiva dello Stato democratico costituzionale e dei diritti fondamentali, anche di rango sovranazionale, soprattutto in relazione ai soggetti considerati 'vulnerabili'. Quando fu introdotta nell'ordinamento, nel 1931, la casa di lavoro fu concepita come un punto d'intersezione tra approccio autoritario e impostazione liberale, e l'attività lavorativa era assunta quale strumento per il reinserimento sociale del soggetto considerato ""pericoloso"""". Si tratta di un compromesso oggi non più giustificabile e comunque ampiamente fallimentare. Il volume - attraverso una riflessione a più voci, tra le quali non poteva mancare quella degli """"internati"""" - mette in questione la presunta razionalità dell'istituto e segnala l'esigenza di un indifferibile intervento di riforma che porti all'abolizione di questo """"fossile vivente"""", un """"rudere"""" che rende più vulnerabili persone già fragili e svantaggiate. Prefazione di Thomas Casadei e Gianfrancesco Zanetti. Contributi di: Francesco De Vanna, Tatiana Boni, Roberta Elmi, Francesco Maisto, Fedora Matini, Valerio Onida, Emilio Santoro, Matteo Zuppi. Testimonianze di persone destinatarie di misure di sicurezza in casa di lavoro."" -
Scienza, tecnica, capitalismo. Una prospettiva ecologica
Nell'anno dell'emergenza Covid, le ""Officine Filosofiche"""", con questo loro quinto volume, concentrano la loro attenzione sul complesso problema del rapporto fra scienza, politica e capitalismo. Una prima sezione, curata da Andrea Angelini, raccoglie una serie di contributi dedicati a diverse discipline (dalla biologia all'ecologia, dall'etologia alle neuroscienze), che problematizzano in modo innovativo i nostri modelli di comprensione della natura e l'intreccio tra istanze epistemologiche e politiche. Nella seconda sezione, è il rapporto fra tecnica, ecologia e capitalismo ad essere preso in esame da angolature e in campi disciplinari molto diversi."" -
Commedie
Alla metà del Settecento, Christian Fürchtegott Gellert (1715-1769) è l'autore più popolare della letteratura di lingua tedesca. Le sue Favole (1746-1748) costituiscono una lettura obbligata nella Germania dell'epoca, mentre la Vita della contessa svedese von G** (1747-1748) marca l'avvio della forma-romanzo quasi tre decenni prima del successo del Werther. Con le commedie qui presentate, che appaiono tra il 1745 e il 1747, Gellert trasferisce sul piano finzionale la concezione antropologica e il disegno di morale che andava parallelamente sviluppando nei suoi lavori filosofici, e che avrebbero trovato una trattazione organica nelle Lezioni morali tenute all'Università di Lipsia. Superando l'idea che il comico dovesse basarsi sulla pura e semplice ridicolizzazione del vizio, il teatro di Gellert accoglie tipologie di individui virtuosi destinati a suscitare la commozione dello spettatore e a indicargli modelli di condotta positiva. L'azione drammatica si fonda sulla capacità dei personaggi di moderare l'energia degli affetti, riducendo al controllo della ragione la violenza dei desideri di possesso che si impongono alla loro immaginazione. Il perseguimento della felicità personale non deve entrare in conflitto con la coesione e il buon funzionamento della comunità. Con Gellert, la cultura del XVIII secolo intraprende quella riflessione critica sulle contraddizioni e le ambivalenze impresse nelle strutture profonde della modernità che metterà capo agli esiti più maturi dell'illuminismo. -
Antigone e gli algoritmi. Appunti per un approccio giusfilosofico
Gli algoritmi sono oggi una parte integrante dei meccanismi di regolazione della vita sociale. Mentre l'universo delle interazioni umane mediate da artefatti computazionali si espande, una nuova generazione di regole implementate in codice informatico si afferma delineando ricadute su dimensioni fondamentali della giuridicità: dalla certezza del diritto alla fenomenologia delle norme. In questo scenario, alle prospettive di efficienza delle ""tecnoregole"""" si affianca il rischio di ingiustizie frutto di processi algoritmici imperscrutabili nei cui confronti è difficile qualsiasi forma di dissenso. Il volume esamina presupposti, forme e strategie di resistenza all'ingiustizia algoritmica. Lo scopo è quello di offrire alla riflessione giusfilosofica spunti utili a svolgere un ruolo di analisi critica e di indirizzo indispensabile per evitare un mutamento guidato dalla sola evoluzione tecnica."" -
Informatica medica e diritto. Un'introduzione
Il volume propone una riflessione sull'informatica medica mediante approcci e strumenti dell'informatica giuridica e della riflessione giusfilosofica in materia bioetica. Il fine è quello di introdurre un ambito disciplinare di particolare rilievo nelle società contemporanee in una prospettiva che, a partire da una mappatura delle relative questioni giuridiche ed etiche, giunga a proporre uno specifico approccio metodologico. Questa peculiare proposta offre l'opportunità di stabilire i requisiti obbligatori e quelli raccomandati che la legislazione dovrebbe soddisfare affinché l'informatica medica e le sue applicazioni possano evolversi rispettando, e non violando, principi e valori dell'ordinamento costituzionale democratico. -
Oltre la globalizzazione. Il bisogno di uguaglianza
Come già in almeno altre due crisi globali sviluppatesi nei decenni più recenti (la crisi asiatica del 1997 e quella americana-europea del 2008) anche quella attuale, scaturita dal diffondersi del Covid-19, ha condotto parecchi opinionisti ad interrogarsi sulla fine della globalizzazione economica, a causa del contrarsi delle relazioni economiche mondiali e della tendenza, evidenziatasi in parecchi Paesi (compreso il nostro), verso un pesante ritorno dello Stato nell'economia. Il ritorno al protezionismo statale, o comunque ad un più forte ruolo dello Stato nell'economia, è anche fortemente sospinto dall'aumento globale della povertà e della disuguaglianza nella povertà. È orami assodato, infatti, che la globalizzazione non è benefica per tutti, e se pure conduce ad un aumento della ricchezza complessiva, questa non si redistribuisce equamente. Sul campo rimangono sconfitti (molti) e vincitori (pochi). Al tempo stesso, però, questi fenomeni potrebbero accentuarsi nel caso si aprisse una stagione di forte recessione economica. Se, infatti, i principali produttori di globalizzazione economica, gli Stati Uniti e la Cina, rallenteranno pesantemente la loro crescita economica, allora la domanda sulla fine della globalizzazione potrebbe essere fondata. Ma è davvero così? Davvero possiamo considerare finita l'esperienza della globalizzazione economica ""moderna"""", cioè di quella che gli esperti datano a partire dagli anni Ottanta del Secolo scorso? Davvero dopo questa crisi vi sarà un ritorno a livello globale del protezionismo statale? Oppure, più facilmente, potremmo avere una virata, la terza in pochi decenni, della globalizzazione?"" -
Rime e ritmi
La prima edizione di ""Rime e ritmi"""", stampata a Bologna nel 1899, conteneva ventinove liriche, frutto dell'attività poetica carducciana nell'ultimo decennio del secolo. Per lo più si trattava di versi già pubblicati, che il poeta era tornato a levigare con mano sapiente e aveva deciso di presentare - riordinati - assieme a cinque componimenti rimasti fino ad allora inediti. Prese corpo, in tal modo, una silloge dotata di profonda organicità, dove Carducci seppe armonizzare una variegata successione di temi, di toni lirici, e dispiegare una calcolata sintesi dei suoi più tardi esperimenti metrici. La raccolta di """"Rime e ritmi"""" avrebbe segnato anche la fine di una stagione creativa protrattasi per mezzo secolo. Carducci, nell'allestirla, ne fu perfettamente consapevole. Con l'ultima, struggente lirica del volume, prese quindi congedo dalla poesia: Fior tricolore, / Tramontano le stelle in mezzo al mare / E si spengono i canti entro il mio core. L'edizione critica offre il testo di Rime e ritmi secondo l'ultima volontà dell'autore, individuata nella terza edizione delle Poesie (1904), il celebre omnibus entro cui Carducci, pochi anni prima di morire, raccolse e ordinò l'intera sua opera in versi."" -
Recente normativa ecclesiale
La monografia analizza la produzione normativa ecclesiale in particolare negli ultimi cinque anni dell'attuale pontificato. In essa si riscontrano generalmente problemi di imperfetta redazione: scarsa cura degli aspetti formali, terminologia non precisa, incoerenze interne e mancato coordinamento con il complessivo ordinamento giuridico. Tale insoddisfacente confezione si ripercuote negativamente sulla disciplina dei rapporti sostanziali regolati, e sovente produce ripercussioni dannose anche gravi sui diritti e sulla condizione dei fedeli: come si illustra nel corso della trattazione. Una delle cause di tale difettosa formulazione viene identificata nel ruolo marginale che sembra sempre più riservato al Pontificio Consiglio per i testi legislativi e, con esso, al contributo della scienza giuridica. Il volume delinea quindi alcune proposte per affrontare le difficili sfide che si prospettano alla Chiesa nel terzo millennio: attraverso l'elaborazione di un diritto canonico adeguato ed efficace, all'altezza della sua gloriosa tradizione e soprattutto sempre più conforme a giustizia. -
Corruptio optimi pessima. La corruzione della politica nello specchio del diritto costituzionale
La corruzione costituisce una patologia assai grave e purtroppo storicamente radicata nel nostro Paese. Per contrastare i fenomeni corruttivi nelle pubbliche amministrazioni, soprattutto nell'ultimo decennio, anche in attuazione di obblighi internazionali ed europei, si è dato vita a un corpus normativo ampio ma per più profili alluvionale, frammentario e problematico sul piano della coerenza con i principi costituzionali. Con specifico riferimento alla sfera politica, peraltro manca ancora una disciplina legislativa relativa ad aspetti rilevanti, puntualmente segnalati al nostro Paese anche da organismi internazionali (si pensi alla disciplina del lobbying o alla disciplina dei conflitti di interesse con riferimento ai titolari di cariche di governo a livello regionale). In alcuni settori le scelte legislative appaiono poi insufficienti (così, la disciplina dei conflitti di interesse con riferimento ai componenti del Governo), o connotate da una ratio discutibile: si pensi alla normativa che ha soppresso ogni forma di contribuzione pubblica diretta ai partiti politici ma che è riuscita a correggere solo limitatamente le opacità che ancora connotano l'attività di soggetti assai rilevanti nella prassi (le fondazioni politiche). In definitiva, la strategia di prevenzione e di contrasto alla corruzione nella sfera politica appare priva di organicità, adottata talvolta sull'onda emotiva di scandali e per assecondare pulsioni demagogiche, e anche per questo evidenzia una scarsa sensibilità della classe politica italiana su tematiche rilevanti, oggetto di regolazione in gran parte delle democrazie contemporanee. -
Libertas philosophandi. Freedom of Expression, Conscience and Thought in Modern Philosophy
I testi raccolti in questo volume analizzano e discutono lo statuto dell'idea di Libertas philosophandi, una delle idee guida dell'età moderna, indagandone i nodi concettuali e le metamorfosi storiche nella filosofia del Seicento e del Settecento. Da Spinoza a Bayle, da Locke a Voltaire, da Wolff a Kant, tale idea è stata infatti un'idea forte da agire e difendere, assumendo essa, nel tempo, un significato generale e, insieme, peculiare ai vari ambiti culturali, politici o religiosi a cui ha offerto risorse di pensiero: dalla cultura scientifica alla storia sociale, dai movimenti politici d'utopia alle riforme religiose, dalla nascita dell'opinione pubblica alla difesa dei diritti umani. I testi di questo volume testimoniano la profondità concettuale del dibattito sei-settecentesco e la rilevanza delle riflessioni critiche che la battaglia delle idee in nome della Libertas philosophandi ha suscitato. Leggendo e interpretando il passato, essi suggeriscono anche intelligenti strategie di difesa e di lotta per la libertà che hanno valore per il nostro presente. -
Effettività costituzionale e coscienza collettiva
L'effettività di una Costituzione si riflette nel consenso collettivo che la circonda. Eppure, il concetto merita un'indagine volta a portare alla luce le relazioni tra la carta fondamentale e la coscienza collettiva. Vi sono infatti delle tensioni psicologiche che legano ogni comunità politica alla dimensione mitica connessa alla propria Costituzione, alla sua capacità d'inclusione e assimilazione, alla sintesi e alla composizione dei conflitti, mantenendosi in equilibrio tra innovazione e tradizione. I fattori determinanti dell'effettività incidono dunque sul sentire comune, possono essere alimentati da pronunce giurisdizionali, da impostazioni teoriche sostenute dalla dottrina costituzionalistica, non meno che dal sentimento, dalle emozioni e dalle aspettative razionali della collettività che si ritrova nel suo documento costituzionale. Il volume esamina la sofferta evoluzione del concetto di effettività costituzionale nel Novecento giuridico, per poi definirne i punti di contatto con la psicologia collettiva. Infine, descrive la parabola della Costituzione repubblicana e il suo rapporto con il sentire comune immerso nel fluire dei motivi antipolitici e delle cause di disaffezione. Il proposito alla base di questo studio è quello di concorrere a delineare una teoria e una pratica della difesa della Costituzione come prodotto culturale di una società e come oggetto di percezione da parte dell'immaginario di una comunità politica. -
Il fogliame americano. Whitman in Italia e la nascita del verso libero
Il titolo ""Fogliame americano"""" riprende la curiosa espressione con cui Giosue Carducci fa riferimento alle Leaves of Grass in una lettera inviata a Enrico Nencioni, al quale esprime grande entusiasmo per i suoi articoli sul poeta americano. Nei quarant'anni che intercorrono tra la scoperta nencioniana di Walt Whitman, nel 1879, e la definitiva regolarizzazione del verso libero italiano (individuata simbolicamente nel 1919, anno di pubblicazione dell'Allegria di Ungaretti), le Foglie d'erba conoscono nel nostro paese un enorme successo, culminato nella prima traduzione integrale al mondo della raccolta whitmaniana, ad opera di Luigi Gamberale (1907). Questo volume ripercorre e approfondisce le diverse fasi della ricezione italiana del """"padre"""" del verso libero internazionale (da Carducci, Pascoli e D'Annunzio ai poeti simbolisti, futuristi e vociani), nel tentativo di verificare soprattutto le sue effettive responsabilità nel processo di rivoluzione metrica e formale innescatosi nella delicata fase di passaggio tra Otto e Novecento. Attraverso questa particolare prospettiva, il saggio illumina alcuni aspetti della cultura letteraria di quel periodo e indaga sulle origini del verso lungo, così rilevante e ampiamente rappresentato nella poesia italiana del secolo scorso."" -
«La liberté ou la mort». Il progetto politico e giuridico di Olympe de Gouges
Olympe de Gouges (1748-1793) è stata a lungo trascurata dalla letteratura critica; tuttavia, il suo contributo alla discussione delle questioni che stanno alla base della rivoluzione francese e dei suoi rivolgimenti nonché il suo costante impegno per i diritti delle donne e degli oppressi ne fanno una figura di notevole rilievo che merita di essere conosciuta così come meritano di essere letti e studiati i suoi scritti. ""Figlia"""" dell'Illuminismo, ne sa cogliere lo spirito, richiamandosi alle idee di natura, di ragione e di pace che lo caratterizzano, criticando i pregiudizi e le disparità sociali e di genere, proponendo riforme legislative e difendendo la Costituzione del 1791. Nel suo scritto più noto, la Déclaration sui diritti della donna e della cittadina (pubblicato in versione integrale in Appendice al volume), questi temi sono sviluppati con grande lucidità; vi si può leggere un incitamento alla partecipazione attiva delle cittadine e dei cittadini a un radicale mutamento morale, economico, sociale, politico. Non va dimenticato, infine, che per tutta la sua breve e intensa vita, de Gouges mantenne un atteggiamento coerente e coraggioso e che, per amore della libertà e della giustizia, affrontò la ghigliottina, cui la condannarono i leader della rivoluzione giacobina. Postfazione di Thomas Casadei."" -
Apocalittici o integrati. La dimensione costituzionale della società digitale
Di fronte alle tecnologie o sei apocalittico oppure integrato. A differenza del famoso scritto, dal cui titolo questo prende le mosse, dove invece si cercava una posizione di equilibrio tra coloro - gli apocalittici - i quali mostravano un atteggiamento critico e aristocratico nei confronti dei mezzi di comunicazione di massa e coloro - gli integrati - che invece avevano una visione ingenuamente ottimistica. L'autore di questo libro si schiera senz'altro fra gli integrati. Certo, non in maniera acritica ma nella convinzione che la tecnologia abbia rappresentato e rappresenti sempre più uno sviluppo delle libertà; anzi, le libertà si sono potute notevolmente accrescere ed espandere verso nuove frontiere dell'agire umano proprio grazie al progresso tecnologico. Sia chiaro: le tecnologie non producono solo libertà, per così dire: la tecnologia può essere al servizio dell'uomo buono o cattivo, del governante illuminato o del despota; in uno Stato costituzionale liberale, però, l'indirizzo politico dovrebbe essere sempre rivolto verso interventi che valorizzano e accrescono le libertà dell'individuo, e l'utilizzo delle tecnologie non può che essere strumentale a questo obiettivo. È questo il compito, ovvero la sfida che spetta al costituzionalismo nel Ventunesimo secolo: fare convivere, in perfetta armonia, le libertà dell'individuo con la tecnologia, nella dimensione costituzionale della società digitale.