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Lo sgurz
Lo sgurz è qualcosa di indefinibile che talora appare negli eventi e nelle persone. Cercavamo di inseguirlo e di definirlo in uno spettacolo a metà anni ottanta dal titolo ""Chiamatemi Kowalsky"""", in cui Paolo Rossi e io, si presumeva che questo tal Kowalsky, di cui raccontavamo le gesta, avesse lo sgurz. Quando gli prendeva un colpo di sgurz faceva cose apparentemente poco logiche e coerenti, entrava in un'altra dimensione. Il termine poi precipitò in un film di Salvatores, """"Kamikazen - ultima notte a Milano"""", che aveva nella locandina la dicitura """"il primo film con lo sgurz"""", nientemeno. Sgurz mi ricorda una Milano viva, sentimentale, intelligente, in anni nei quali si contrapponeva alla Milano da bere un vitalismo malinconico e sensuale, sempre sorretto da una forte vocazione alla gioia, che circolava tra le canzoni di Jannacci e di Gaber, nei poemi di De André e Guccini, nei romanzi di Benni, e, in giro per l'Italia, nei disegni di Pazienza e nelle azioni del manipolo di Tango (Staino, Hendel, Pietrangeli)."" -
Psicopolitica. Il neoliberismo e le nuove tecniche del potere
Un'infinita possibilità di connessione e di informazione ci rende veramente soggetti liberi? Partendo da questo interrogativo, Han tratteggia la nuova società del controllo psicopolitico, che non si impone con divieti e non ci obbliga al silenzio: ci invita invece di continuo a comunicare, a condividere, a esprimere opinioni e desideri, a raccontare la nostra vita. Ci seduce con un volto amichevole, mappa la nostra psiche e la quantifica attraverso i big data, ci stimola all'uso di dispositivi di automonitoraggio. Nel panottico digitale del nuovo millennio - con internet e gli smartphone - non si viene torturati, ma twittati o postati: il soggetto e la sua psiche diventano produttori di masse di dati personali che sono costantemente monetizzati e commercializzati. In questo suo saggio, Han pone l'attenzione sul cambio di paradigma che stiamo vivendo, mostrando come la libertà oggi vada incontro a una fatale dialettica che la porta a rovesciarsi in costrizione: per ridefinirla è necessario diventare eretici, rivolgersi alla libera scelta, alla non conformità. -
Storia di Sima
Con la sua bellezza irregolare, la sua opacità emotiva e l'aura di indifferenza nei confronti della vita, la protagonista del nuovo libro di Bijan Zarmandili è ieratica e inquietante come una sfinge. Il marchio di Sima è il suo strabismo di Venere: un segno di distanza dalle cose e di deviazione dello sguardo che la rende ancor più impenetrabile, e sembra inscriverle il destino negli occhi. Nata da una ricca coppia di iraniani espatriati a Londra, Sima è vissuta in un ambiente agiato e anaffettivo, tra una madre depressa e un padre assorbito dai suoi affari in Borsa. A Roma, dove è arrivata per sfuggire alla famiglia, si è ricostruita un piccolo nido borghese con Stefano, facoltoso architetto incontrato all'università, e il figlio Dario. Ma Sima non è nata per l'idillio: e la ""Straniera"""" - sempre distante, sempre altrove - a un certo punto cede al richiamo dei suoi demoni. Dario, ormai adolescente, diventa la sua ossessione, il suo desiderio proibito e, in una vertiginosa attrazione per il vuoto, la donna si avventura su una strada senza ritorno."" -
Londra per famiglie
Vacanze di Natale 2009, un gruppo di amici del liceo, ormai quarantenni con figli quasi adolescenti al seguito, si riunisce per un catastrofico Capodanno londinese al 110 di Muswell Hill Road: in tutto cinque adulti, sei ragazzini e un cane, assolutamente in disaccordo sul come godersi il tempo a disposizione... Oltre le più rosee previsioni, la grande casa di Gaia, borghesissima ma piena di spifferi, diventa il teatro di una commedia esilarante, con vendette e punizioni diaboliche, dispetti e crisi mal celate di coppia e di autorità. Le rocambolesche avventure di quella vacanza rivivono, attraverso gli anni, nel ricordo di alcuni membri della grande famiglia allargata e, tra matrimoni destinati al naufragio e figli impegnati a spezzare le catene, tutti affrontano un unico dilemma: è possibile per un genitore capire i desideri, le inclinazioni e le inquietudini di ragazzini in crisi preadolescenziale? Certamente, basta che non siano i suoi. -
Shakespeare in scena: La tempesta-Sogno di una notte d'estate-Otello-La dodicesima notte
Queste che presentiamo - pubblicate per la prima volta e insieme - non sono semplici, seppure magistrali, traduzioni di quattro opere di Shakespeare: ""La tempesta"""", """"Sogno di una notte d'estate"""", """"Otello e La dodicesima notte"""". Sono molto di più. Sono la voce che un poeta ha saputo dare ai personaggi, ascoltandoli, immaginandoli e vedendoli in scena. Sono traduzioni nate per la scena, che è il loro luogo naturale. Sono traduzioni vive o, come dice Patrizia Cavalli, diversi tipi di ginnastica verbale, posture fisico-linguistiche, ora ritmiche, ora acustiche, che non si limitano a traghettare le parole da una lingua all'altra ma ricreano la scena shakespeariana attraverso l'intimazione della rima, come avviene nel """"Sogno di una notte d'estate"""", che tiene gl'innamorati nel loro teatrino d'amore. O ritrovando i personaggi della tragedia (in questo caso Otello) nei loro toni di voce. O infine, ed è il caso della """"Dodicesima notte"""", nel movimento del corpo della traduttrice che ritrova la naturalezza delle battute """"camminando dallo studio alla cucina"""". Cosi la traduzione compie la sua vicenda, da un testo all'altro, fedele alla scena, alla voce, a se stessa."" -
Il diritto umano di dominare
Che cosa sono, oggi, i diritti umani? Uno strumento di giustizia, garanzia del diritto e moderazione della violenza elaborato dalle democrazie liberali per tutelare i soggetti più vulnerabili? In realtà, se guardiamo alla fisionomia di chi se ne occupa, accanto a istituzioni internazionali, corti di giustizia e ONG, troviamo anche agenzie di sicurezza nazionale, organismi militari e organizzazioni portatrici di interessi specifici e omogenei alle strutture di potere. Attraverso l'analisi di casi concreti che vanno dalla tutela dei diritti dei coloni israeliani alla guerra legalizzata con i droni, dagli omicidi mirati agli scudi umani, gli autori mostrano come le categorie di abuso, colpevole e vittima si scambino continuamente di posto, a seconda degli obiettivi di chi si appropria del discorso dei diritti umani: che possono essere anche una preziosa risorsa di legittimazione per rafforzare la dominazione, sancire gli squilibri consolidati e giustificare guerre e occupazioni - non uno strumento universale e neutrale di emancipazione. In questo saggio, emergono senza appello tutte le contraddizioni dell'ordine ""morale"""" globale, insieme all'invito a ripensare l'odierno impoverimento dei diritti umani, rivitalizzandone la funzione antiegemonica, la reale rappresentatività e la forza di resistenza."" -
Il luogo stretto
Arrestato per affiliazione al partito comunista nella primavera del 1987 dai servizi segreti di Hafez Assad e condannato solo nel 1993 a quindici anni di reclusione dopo averne già passati sei in isolamento, il poeta e giornalista siriano Faraj Bayrakdar ha imparato a memoria le sue poesie ""come facevano i nostri antenati prima della diffusione della scrittura"""". Dopo più di sei anni gli vennero concesse visite a cadenza mensile d'un quarto d'ora. Cominciò allora a passare alla figlia versi scritti su cartine di sigaretta, e questo libro nacque cosi. Rilasciato nel 2000, alcuni anni or sono è stato tra coloro che hanno guardato con sincero entusiasmo alla primavera araba, che ha speranzosamente definito """"autunno dei tiranni"""". Spesso la storia smentisce i poeti, eppure l'unica via che conduce fuori da ogni """"luogo stretto"""" passa sempre per """"la lingua all'apice del chiarore"""" di versi come quelli di Faraj Bayrakdar."" -
L'alleanza dei corpi. Note per una teoria performativa dell'azione collettiva
Judith Butler conduce una riflessione a partire dalle più recenti forme di manifestazione pubblica e di massa del dissenso contro l’istituzionalizzazione delle logiche di governo neoliberiste – da Zuccotti Square a Gezi Park ad Atene.rnrnIl radunarsi di corpi fisici, gli assembramenti negli spazi pubblici, hanno una dimensione espressiva ed emotiva che non può essere ridotta al mero linguaggio, poiché questi corpi che si radunano “parlano” e “interpellano”. Butler sostiene che, nelle lotte contemporanee, tali assembramenti esprimono una persistenza e una resistenza che si attuano mediante forme di democrazia e di solidarietà radicali, dalle quali si leva una nuova idea di “popolo” – un popolo che sperimenta una ricomposizione contro la frammentazione indotta dal neoliberismo e forme reciproche di riconoscimento a partire dalla comune vulnerabilità e precarietà. -
Matteo ha perso il lavoro
Tavares compone un puzzle di venticinque microstorie legate tra loro come le tessere di un domino.rn«Vite talmente insensate da apparire vere, rivelatrici della verità ultima della condizione umana.» - la RepubblicarnrnrnAaronson per tre anni, tutte le mattine, fa trecento giri della rotonda principale della città, perché fintanto che gira in tondo, non sarà perduto, non dovrà prendere una decisione e, sicuramente, non dovrà tornare indietro. Ma ecco che, quando decide di cambiare il senso di marcia, viene investito dal sig. Ashley, un uomo ossessionato dalla sua auto e dai rituali, che il giorno dopo si ritrova a consegnare un pacchetto indirizzato a un tale Baumann, per scoprire che l'indirizzo indicato sul pacco corrisponde a un'interminabile strada dove esiste solo il civico 217. E cosi via, la storia si snoda attraverso una galleria di personaggi concatenati, fino al Matteo del titolo, disoccupato, costretto ad accettare il ruolo di assistente di una donna senza braccia. Col talento narrativo che lo contraddistingue, Tavares compone un puzzle di venticinque microstorie legate tra loro come le tessere di un domino. Un racconto fatto di incroci e combinazioni, in una struttura guidata dalla circolarità, in cui estro e ordine, caos e sistema cercano una misura comune. -
21 preghierine per una nuova vita
"Non lo so come si possa definire questa strana cosa piena di bellezza, di allegria e di profonda tristezza. Prendetela come un piccolo libro di preghiere che possa dare un po' di forza in questi tempi che sembrano senza speranza, un piccolo talismano per i momenti di buio e in attesa di quelli di luce."""" (Antonio Moresco)" -
Mela zeta
Il memoir di Ginevra Bompiani: sedici momenti cruciali, dall'incontro con le donne di Srebrenica a quelli con Deleuze, Manganelli, Morante«Che peccato, nella vita non si può fare ""Mela Zeta""""» - Benedetta Craveri, il Venerdì di Repubblica""""Mela zeta"""" è la composizione di tasti che permette di annullare l'ultima azione e di tornare indietro di un passo. Ripetendola, continui a tornare indietro, sempre di un passo, fino a quel punto in cui tutto era ancora possibile, all'origine della catena che ti ha portato al momento cruciale in cui ti trovi ora, di fronte alla grande onda che forse ti sommergerà. E non siamo tutti cosi? Non vorremmo tutti tornare al di qua del punto di non ritorno, anche se non sappiamo qual è? È digitando questi tasti che l'autrice ripercorre, non tanto la sua vita, quanto alcuni incontri che l'hanno formata e composta, segnando con una cifra indelebile la memoria, la passione, la lingua, la luce. Elsa Morante, Gilles Deleuze, Giorgio Manganelli, José Bergamin, Anna Maria Ortese, Ingeborg Bachmann e altri personaggi sono, in questi testi, avvicinati e perduti come si perdono le occasioni, che forse sono più nostre quando ci sembra di averle mancate, perché è in quel vuoto che la vita ha imparato le sue pieghe. Come Sir Galvano che perde il Graal per non aver fatto la domanda giusta al momento giusto, ma proprio in quel silenzio rivela il suo destino."" -
Il campo dei cigni
Diario in versi scritto tra ottobre 1917 e dicembre 1920 a lungo trascurato, in patria e all'estero, Il Campo dei cigni raccoglie versi scritti durante i cupi anni della carestia e della guerra civile, quando Marina Cvetaeva resterà bloccata a Mosca con le due figlie e la minore morirà a soli tre anni per denutrizione. Idealmente dedicato alla Guardia Bianca nella quale era arruolato il marito, di cui per molti anni non avrà più notizie, questo libro rivendica a piena voce l'identità della Cvetaeva, che declama davanti ai soldati dell'Armata Rossa, ai comunisti, ai cadetti; ""io non sono una nobil signora"""", e questi versi, """"la mia ultima verità, quella della moglie di un soldato dell'armata bianca"""". Verità di un grande poeta esonerato da posticce storiografie di genere o di partito. """"Due soli nemici ho avuto al mondo, due gemelli, fusi insieme per sempre: la fame degli affamati - e la sazietà dei sazi!"""" (5 agosto 1918)."" -
Il diritto all'allegria
Pubblicato nel 2007, solo due anni prima della morte di Mario Benedetti, Il diritto all’allegria può essere considerato il libro testamento del grande scrittore uruguaiano.rnrnL’amore, l’esilio, la politica, l’ateismo, la semplicità: temi cari allo scrittore, sempre presenti nei suoi romanzi, sono qui affrontati con taglio più personale. Una brevissima sezione finale raccoglie aforismi e giochi di parole, dove l’autore fa emergere la sua ironia e, pur non rinunciando all’impegno politico e alla riflessione critica, difende il “diritto all’allegria”. -
Perdutamente
Un esordio comico e tragico, grottesco e realista, come la sua giovane autrice, che ha cominciato inventandosi una biografia pericolosamente somigliante alla sua vita e che va in cerca della vita vera.rnrn“La vita vera si nascondeva da qualche parte, negli angoli piegati alle pagine dei libri, negli sguardi furtivi dei miei innamorati, nelle frasi colte per sbaglio dalle conversazioni”rn rnLa protagonista del romanzo d’esordio di Ida Amlesú muove i suoi primi passi in un mondo che le è estraneo, per mettersi alla ricerca di quella vita vera che si cela sotto strati di infelicità nevosa. Eppure in superficie sono visibili quelle orme di un amore sfuggente, che la conducono lungo la scia di dolci note di piano, in un viaggio avvolto nel freddo di Mosca dove un Razumichin adolescenziale, Volodja, forse la aspetta. Volodja. Lui è il creatore di quel mondo, il Diavolo di Pietroburgo, la condanna. E quando la neve si scioglierà, quando riuscirà a ricongiungersi a lui, solo allora, lei potrà sapere se non avrà sprecato la sua esistenza per cercare la vita vera.rnUna storia ventosa, un romanzo in cui i personaggi si muovono dietro i vetri appannati di una comune casa russa, infestata dal fantasma di Marx e piena di ricordi passati e futuri. -
Teatri d'amore
Le case raccontate sono quelle in cui hanno abitato coppie, di artisti, intellettuali, teatranti, persone del cinema e della moda. rnrnLe case, negli infiniti traslochi e cambi di proprietà, conservano sempre qualche memoria di chi le ha abitate. Questo libro ricostruisce la vita culturale a Roma tra '800 e '900, per scorci e particolari, attraverso uno stradario dettagliatissimo quanto improbabile, in un percorso di passioni e creazioni, che si disegna attraverso una nutrita serie di ritratti e cammei. rnLe case raccontate sono quelle in cui hanno abitato coppie, di artisti, intellettuali, teatranti, persone del cinema e della moda. Stanze tutte per sè, quindi, in cui scrivere e creare in pace, ma anche tempestosi rifugi per vite in burrasca: pareti che hanno vegliato su poesie e romanzi, che hanno custodito quadri e ritratti, in strade che spesso recano il nome di coloro che furono ospiti di quei luoghi. Si sentiranno risuonare quindi, per esempio, i litigi tra Giacomo Leopardi e Antonio Ranieri, le disquisizioni teologiche di Cristina Campo ed Elèmire Zolla, gli affondi dionisiaci di Fridrich Nietzsche e Lou Andreas-Salomé.rnrnIl testo è accompagnato dai disegni di Alvise Bittente. -
Autobiografia di tutti
A 100 anni dalla nascita di Fernanda Pivano, viene ripubblicata la sua magistrale traduzione di Autobiografia di tutti di Gertrude Stein, uscita nel 1976 per la Tartaruga e ormai introvabile, insieme a due testi della stessa Pivano, che ne testimoniano le controverse vicende editoriali in Italia, e a una prefazione di Laura Lepetit. rnrnScritto a 63 anni nel 1937, dopo il successo dell'Autobiografia di Alice B. Toklas, questo libro racconta un'epoca irripetibile all'incrocio tra due mondi: l'Europa delle avnguardi moderniste, patria d'adozione in cui l'autrice visse la maggior parte della sua vita, e gli Sati Uniti con cui era nata, con il loro immaginario smisurato e il loro lascito di sogni frantumati. Una smagliante intelligenza si combina a un'ironia spavalda e, soprattutto, a una lingua irriverente, in cui racconto, discorso mentale e flusso del parlato scorrono a un ritmo inarrestabile. Oltre a un'impressionante galleria di celebrità, sono la vivacità e l'anarchica ricchezza della vita ad animare queste pagine mobili come uno stormo in volo: con le parole della Pivano, Gertrude Stein «ama l'eterno presente della vita come ama l'eterno presente della narrazione.» -
Il bianco del re
Il protagonista di questo libro, un cineasta in crisi d’ispirazione, si ritrova catapultato in Africa, nel Congo Brazzaville, sulle tracce della mitica figura di Pietro Savorgnan di Brazzà, un esploratore italo-francese i cui metodi pacifici hanno rappresentato il versante perdente del colonialismo: oscurato dall’astro violento di Henry Morton Stanley, Brazzà lottò contro il sistema schiavistico, tanto da conquistarsi l’amicizia del popolo congolese e da dare il nome alla capitale del paese.rnTra colonnelli decaduti, re esiliati, villaggi sperduti nella foresta, compagni di viaggio improbabili e il nume tutelare e allucinatorio del regista Werner Herzog a perseguitarlo in sogno, il protagonista viene spinto dal caso e dall’incoscienza verso situazioni e luoghi estremi, al centro di un intrigo politico e nel cuore segreto di una cultura millenaria, tra i richiami indecifrabili di quell’“eccesso di realtà” che è l’Africa equatoriale. Ma proprio quando il suo viaggio sembra rivelarsi definitivamente insensato, riesce per qualche ora a trasformarsi nel bianco del re, attraversando una sconnessa teoria di incontri ed esperienze indimenticabili. -
Bonus (con il 33% di poesie in più)
"Avevo appena traslocato. Squattrinato e affamato, corsi al supermercato Bónus ma lo trovai un po' vuoto. Il negozio era pieno di testi e messaggi, ma non c'erano storie, non c'era poesia. Chiusi gli occhi e le orecchie, cercando rimedio a tanta desolazione. E mi resi conto che questo mercato era disposto secondo la struttura della Divina Commedia. Il Paradiso era là, nel reparto frutta e verdura, l'Inferno nel reparto macelleria e il Purgatorio in quello dei prodotti per le pulizie. Notai che c'erano succhi Bónus, coca Bónus e prosciutto Bónus e mi dissi: poiché la poesia accompagna da sempre il nostro paese, occorre anche una poesia Bónus. In tempo di crisi, i letterati scrivono realismo sociale e, in campagna, romanticismo; oggi dobbiamo scrivere realismo capitalista. La poesia deve essere al servizio del mercato. Chiunque abbia terminato la scolarità obbligatoria deve essere in grado di comprenderla. Deve essere breve. Deve stimolare la crescita economica e promuovere il consumo, non deve necessariamente avere un titolo, salvo a favore di una compagnia multinazionale.""""" -
Terre promesse
In questo nuovo libro Milena Agus ci porta, scortati dal suo sguardo lucido e amoroso, dentro ai nostri sogni piú segreti, nell’illusione-delusione della vita, con delicata maestria e sortilegio.rnrn«L'autrice come già in altri romanzi ci fa vivere l'emotività e l'intimità dei suoi personaggi, rovistando nelle loro anime e inchiodando su carta tutti i loro drammi. Con crudezza e realismo» - Francesca Bolino, Robinson - La RepubblicarnrnCiascuno di noi ha la sua terra promessa, anzi, le sue terre promesse, perché non c’è momento della nostra vita che non guardi aquel vago avvenir che in mente avevi, come dice il poeta tutelare di questo romanzo. Ma vale la pena di continuare a cercarle? Questa è la domanda che Milena Agus si pone, inseguendo le terre promesse di tre generazioni di una famiglia sarda, dalla madre che sogna il matrimonio della figlia con un ricco possidente, alla figlia che sogna di essere amata da un uomo sfuggente, al nipote che si trasferisce in America, già terra promessa dell’Italia povera, inseguendo la musica. Tutti procedono da una terra promessa all’altra, illusi e delusi, finché, un giorno, potrebbero forse decidere di fermarsi e concludere líquel viaggio sfinente. -
L' espulsione dell'altro
In questo nuovo saggio, che è una sorta di summa delle sue opere precedenti, Byung-Chul Han mostra la scomparsa della figura dell’Altro nel mondo dominato dalla comunicazione digitale e dai rapporti neoliberistici di produzione. La singolarità dell’Altro disturba, infatti, l’incessante circolazione di informazioni e capitali, e la sua rimozione lascia il campo al proliferare dell’Uguale, che favorisce la massima velocità e funzionalità dei processi sociali. Ma dove è promossa solo la positività dell’Uguale, la vita s’impoverisce e sorgono nuove patologie: l’inflazione dell’io imprenditore di se stesso genera angoscia e autodistruttività, l’esperienza e la conoscenza sono sostituite dalla mera informazione, le relazioni personali cedono il posto alle connessioni telematiche. Solo l’incontro con l’Altro, destabilizzante e vivificante, può conferire a ciascuno la propria identità e generare reale esperienza. È per questo motivo che il saggio si chiude sottolineando l’urgenza della costruzione di una comunità umana fondata sull’ascolto e sull’apertura all’Altro.