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Abitare la densità. La città delle cooperative di abitanti
Il concorso che ha generato i progetti selezionati in questo volume è senza dubbio uno dei più ambiziosi allestiti in Italia negli ultimi anni. Gli organizzatori infatti non hanno voluto soltanto realizzare un buon complesso edilizio, secondo criteri finalmente limpidi, ma hanno voluto sfatare quella lunga litania di luoghi comuni, tutta italiana, secondo la quale non si organizzano concorsi - secondo criteri razionali -, non ci sono opportunità per i giovani, e poi è inutile partecipare perché comunque non vengono realizzati. Non basta: come spiega il curatore, questo concorso da un lato vuole porre un tema squisitamente architettonico, spesso ambiguo e imprecisato, come quello della densità; dall'altro inscrive le modalità di organizzazione del concorso nell'alveo di una visione complessiva - e alternativa - della città: ""Una città dalla natura cooperativa, che si alimenta del concorde sforzo dei suoi elementi singolari; elementi che, perseguendo i propri obiettivi all'interno di un codice comune, giovano al tutto e si giovano del tutto""""."" -
Tuareg
Cosa ne è oggi dei Tuareg? degli spiriti che abitavano attorno a loro nel deserto? della vita nomade attraverso l'immenso Sahara, come è raccontata già nella letteratura araba? Oggi i Tuareg, per via delle siccità, delle carestie e delle guerre locali, si sono trasferiti dagli attendamenti nel deserto alle periferie delle grandi città, dove provano bene o male a trasformarsi in sedentari. Ma il legame col loro passato riemerge spesso ancora integro, in tanti aspetti della vita quotidiana, ad esempio nel modo di occupare le abitazioni in muratura, come gente che se pur ferma sembra sia ancora nell'agitazione del viaggio; poi nel cibo, nell'abbigliamento, e nel rapporto con gli esseri soprannaturali, gli spiriti del deserto, che li hanno seguiti, e continuano a curarli, ad apparire loro, a tenerli d'occhio. Il libro è frutto di una appassionata, accurata e complessa ricerca svolta dall'autrice che ha vissuto per alcuni anni presso una grande famiglia dei Kel Antsar del Mali. Vi si raccontano i profondi mutamenti in corso, il momento in cui una straordinaria e antica cultura si sta perdendo, ma anche come con la musica i Tuareg riescano a far sopravvivere la loro identità. -
Genealogie. Saggi e interpreti del Novecento
Debenedetti, Contini, Fortini, Garboli; e ancora Paci, Enzensberger, Steiner, Berardinelli. Questo libro propone un viaggio attraverso la cultura letteraria contemporanea sotto la guida di alcuni tra i critici più prestigiosi degli ultimi decenni. A fungere da bussola è un'idea dell'interpretazione dei testi rigorosa ma non specialistica. Indipendentemente dalla varietà dei metodi e delle prospettive, i critici che lasciano il segno più profondo sono infatti sempre quelli capaci di trasformare l'analisi di romanzi o poesie in una forma di radicale interrogazione del presente: un'indagine sull'uomo, sul ruolo della cultura, sullo stato della società, che va al di là dei confini della letteratura. Il procedimento a cui ricorre il volume è il parallelo: due o più autori messi a confronto, per analogia o per contrasto. Ciò che ne emerge è una trama di filiazioni, derivazioni, discendenze o ""genealogie"""". Perché l'operato dei critici assomiglia a quello degli scrittori. Soltanto un coinvolgimento personale consente di attingere a risultati validi su un piano generale: il corpo a corpo degli scrittori con i propri fantasmi equivale al corpo a corpo degli interpreti con i testi."" -
Fatti d'altri tempi nel distretto di Posechon'je
Questo romanzo sulla Russia d'altri tempi, all'epoca della servitù della gleba, che Saltykov-Scedrin scrisse nell'ultimo periodo della sua vita, è in larga parte autobiografico; ambientato nella remota provincia di Posechon'je, racconta di fatto la sua infanzia in campagna nella proprietà paterna a nord di Mosca, attorniata dalla varia fauna di signorotti locali, che si recano in visita gli uni dagli altri, combinano matrimoni, ricevimenti, pranzi; alcuni per questo dissipano e si rovinano, altri sono rovinati dagli amministratori, il tempo è lento e ripetitivo, l'ozio sovrano, in mezzo a una sovrabbondanza di servi altrettanto oziosi e memorabili; sullo sfondo la vita immobile del contadino russo e le stagioni che si succedono. Il libro è in parte una cronaca commossa dei tempi andati della giovinezza, ma è anche la comica, a volte feroce, condanna di una società alla sua ultima recita e già in via di scomparsa. -
Le comunità dell'energia
Gli studi progettuali e le realizzazioni di Livio de Santoli sono noti: ""l'impianto fotovoltaico più famoso del mondo"""", ovvero la copertura dell'Aula Nervi in Vaticano che ha proiettato l'austera Chiesa cattolica nel modernissimo mondo delle energie rinnovabili; il modello energetico di Roma Capitale; la rete energetica della Città universitaria della Sapienza ecc. Quello che si presenta è il suo manifesto. Qui si auspica una decentralizzazione dei poteri in materia energetica. Vengono proposti piani realizzabili, finanziabili ed efficienti dal punto di vista del risparmio e del ritorno d'investimento. Si prospetta il ruolo delle città nel nostro futuro energetico, nell'orizzonte di una riqualificazione urbana che sia rispettosa delle preesistenze culturali e ambientali. Le proposte dell'autore, però, dietro gli aspetti tecnici, non nascondono i risvolti politici e sociali: il web dell'energia, ovvero la creazione di una rete di nodi mediante la quale organizzare territorialmente la produzione, la distribuzione e il consumo di elettricità e calore, è infatti una riforma radicale, destinata a rovesciare l'attuale modello centralistico-gerarchico in nome di una democratizzazione comunitaria e di un'ampia federalizzazione delle risorse. L'obiettivo è quello di sollecitare la responsabilità civile su questi temi e di sviluppare una diffusa consapevolezza scientifica circa le conseguenze delle scelte. Introduzione di Jeremy Rifkin."" -
Figure e forme della memoria culturale
Una capacità fondamentale che distingue l'uomo dagli altri esseri viventi: quella di acquisire, elaborare e conservare informazioni interagendo con l'ambiente, di trasformarle in conoscenze e ricordi condivisi. All'origine dell'umanità sta questa memoria produttrice di sapere, che va ad aggiungersi alla memoria animale o biologica. Se quest'ultima è fatta di programmi registrati nel codice genetico e si rivela nella forma di disposizioni o istinti, la memoria culturale è un insieme di istruzioni per trattenere esperienze e produrne di nuove, è un sapere impresso e attivo nei corpi, nelle pratiche, nella cultura materiale, nelle tecniche, nelle rappresentazioni. Oltre a riguardare il modo in cui questo sapere viene elaborato, prodotto e trasmesso, lo studio della memoria culturale indaga la produzione di ricordi collettivi, la quale ha sì a che fare con la conoscenza del passato, ma interessa essenzialmente il presente, la costruzione e la trasformazione delle identità collettive e individuali. Il volume presenta diversi casi di studio che gettano luce su dinamiche e aspetti cruciali del ricordare, affrontando questioni specifiche ed esemplari come il rapporto intimo che esso intrattiene con l'immaginazione o con l'oblio, e analizzandone figure e modalità particolari: dalla festa al racconto orale, dalla memoria discorsiva a quella privata, alla memoria dei luoghi e dei nomi. -
E la carne si fece verbo. Il discorso sul libertinaggio politico nell'Italia del nouveau régime
A partire dalla primavera del 2009, le condotte sessuali degli uomini di governo sono diventate oggetto di interrogazione morale e politica. Il discorso politico e quello mediatico sono stati catalizzati soprattutto da alcuni episodi di cronaca dai quali è emerso un rapporto sistemico fra uomini, in posizioni di direzione, e forme della prostituzione. Raramente, ormai, degli avvenimenti hanno una eco così vasta e persistente. Questa ricerca si è proposta una prima ricostruzione di tale discorso, interrogandosi su alcuni nodi di problematizzazione che ne sono emersi: il rapporto verità/politica, il limen pubblico/privato, la definizione sociale di scandalo, le strutture sessuate del dominio. In fin dei conti, tutti temi più prossimi al discorso democratico della modernità che al registro del gossip, nel cui segno spesso li si è voluti narrare. -
Humanitas. Attualità di Matteo Ricci. Testi, fortuna, interpretazioni
Humanitas è il termine simbolo dello straordinario incontro tra civiltà europea e cinese avvenuto ad opera di Matteo Ricci tra il 1582 e il 1610. Il gesuita maceratese comprese subito che la humanitas rinascimentale e classica degli europei corrispondeva alla perfezione umana e sociale (ren) della tradizione confuciana, e lavorò in modo instancabile al servizio di una sola e universale umanità. In questo volume sono raccolti diciotto interventi inediti e innovativi volti a restituire in modo esauriente la fisionomia dell'eredità ricciana. Cinque saggi illustrano temi relativi alla struttura e alla fruizione delle opere del gesuita: dalla storia del Grand Ricci, il maggiore strumento ora esistente per la traduzione del cinese classico, al Dizionario portoghese-cinese di Ricci e Ruggeri, ai progressi nell'interpretazione della scrittura cinese durante la missione di Ricci fino a una prima e nuova lettura linguistico-stilistica delle opere italiane. Cinque studi sono dedicati alla ""Questione dei riti cinesi"""": una nuova interpretazione degli inizi della controversia, un'ampia ricognizione delle figure rilevanti di Giovanni Laureati e Teodorico Pedrini, una ricostruzione degli scritti e dei giudizi di Leibniz sulla disputa che stava di nuovo separando Roma e Pechino e, infine, un'interpretazione della instructio con la quale Pio XII pose fine nel 1939 all'annosa questione. I saggi rimanenti affrontano il tema dell'attualità di Ricci."" -
Vita di Lacan. Scritta a beneficio dell'opinione pubblica illuminata
"Vita di Lacan"""". Se mi è venuta in mente questa formula, è perché fa risuonare in me quel genere letterario rappresentato dalle vite di uomini illustri, nato nell'antichità, proseguito durante il Rinascimento e giuntomi a conoscenza nel 1953, in quarto ginnasio, con il """"De Viris illustribus"""" dell'abate Lhomond, e, qualche anno dopo, con le """"Vite parallele"""" di Plutarco. La persona erudita insegna che la scrittura della vita comporta tutt'altra disciplina della storia. Vi è all'origine una sorta di biforcazione tra il registro della storia, il suo patrocinare l'esattezza - riferire l'evento così com'è, nel suo contesto e nella sua collocazione cronologica - e la scrittura delle vite, che, nell'antichità, era propria del registro dell'etica. Così intendo """"Vita di Lacan"""". Quale fu l'etica della sua vita, e cosa ne da prova, nel suo essere come nella sua esistenza?"""" (Jacques-Alain Miller)" -
Dove va la cultura europea? Relazione sulle cose di Ginevra
"È ingenuità riunire un congresso sullo """"spirito europeo"""" per poi consigliargli di espungere la politica dalla propria competenza. A meno che la cultura non pretenda di giungere al suo estremo della presa di coscienza per isolarsi e trovare nella propria giustificazione un alibi e un pretesto all'inazione. In senso peggiorativo, potrebbe ben darsi che questa fosse una definizione dell'Europa; e non è da escludere che essa sia questo scadimento (che è morale) d'una cultura a metodo scolastico. Se la reazione consiste nel frenare arbitrariamente lo sviluppo d'un processo dialettico, nel rifiutarsi alle deduzioni necessarie, sarà lecito senza peccato di demagogico vocabolario chiamare reazionaria una cultura che, giunta alla sua presa di coscienza, si rifiuti di convertirsi in azione"""". Queste parole si leggono nel reportage che il giovane Contini, """"inviato"""" a Ginevra, scrive nel 1946 per la """"Fiera letteraria"""". In esso sfilano e si confrontano alcuni protagonisti della cultura europea. L'occasione è la prima di quelle Rencontres internationales de Genève che da allora, con cadenza biennale, hanno discusso temi cruciali della nostra epoca. Con un saggio di Daniele Giglioli." -
Fenomenologia dell'intuizione e dell'espressione. Teoria della formazione del concetto filosofico
Il volume contiene il testo del corso tenuto da Martin Heidegger presso l'università di Friburgo nel semestre estivo del 1920. Queste lezioni costituiscono un passaggio fondamentale per comprendere la formazione del suo pensiero, e gettano luce su molti temi che riappariranno in ""Essere e tempo"""". In esse viene distesamente presentato cosa intenda l'autore per """"distruzione fenomenologica"""", concepita come il metodo stesso della filosofia. Per Heidegger infatti si tratta sempre di ricondurre i concetti filosofici al loro processo di formazione, alla loro fonte, e dunque alla vita che in essi si esprime. Delineando questo percorso Heidegger si misura con l'intero clima filosofico dell'epoca, da Spengler a Simmel, per soffermarsi in particolare sul trascendentalismo di Natorp e sulla filosofia della vita di Dilthey. Dal confronto critico con questi due orientamenti emerge con chiarezza perché, nell'impostazione fenomenologica di Heidegger, la storicità debba da ultimo assumere un valore fondamentale."" -
Tirana. Contemporaneità sospesa. Ediz. italiana e inglese
Tirana è da anni una città in grande trasformazione architettonica e urbana, tanto che, come ha scritto di recente Stefano Boeri, ""la Tirana contemporanea e vibrante della moltitudine individualista, selvaggia, arrogante, sta dentro, letteralmente dentro, alla Tirana dei monumenti del regime comunista, con le sue piazze immense e i grandi viali& Tutto in scena, insieme, come se la città fosse fatta da pezzi di tempo e non da fette di spazio"""". Molti dei più interessanti studi di architettura contemporanea europei, da Bolles+Wilson a MVRDV, da Atenastudio a Bjarke Ingels, si sono confrontati con questa capitale che si è imposta all'attenzione della cultura architettonica internazionale. Questo volume disegna dunque un profilo inedito di Tirana: quello di una città proiettata verso il nuovo secolo con una volontà di rinnovamento che molte grandi città europee, specie quelle italiane, sembrano invece aver perduto."" -
La formazione del vedere. Lo sguardo di Jacob Burckhardt
Viviamo nella civiltà delle immagini, e i nostri sensi vengono quotidianamente sottoposti a un bombardamento di figure la cui potenza di fuoco non ha mai avuto pari nella storia del genere umano. I tradizionali modelli interpretativi, incentrati sulla parola e sul discorso, sono insufficienti a renderne conto in modo adeguato. Oggi le ricerche che si raccolgono sotto il titolo di ""cultura visuale"""" sono chiamate a rispondere a questa sfida: non per affermare un ingenuo primato dell'immagine sulla parola, ma per indagare parola e immagine nella loro azione reciproca, e nei loro condizionamenti storici. Jacob Burckhardt ha precocemente intuito questa costellazione di problemi: storico della cultura e storico dell'arte, ha insegnato a generazioni di europei che il vedere non si dà nella sua immediata naturalità, ma si forma nella storicità della percezione. Attorno a questi nodi problematici, insieme storici e teorici, ruotano i saggi presentati in questo volume: impegnati a illuminare ora il Burckhardt storico della cultura, ora il Burckhardt storico dell'arte, ora la sfera delle immagini visive ora la dimensione della parola e del linguaggio."" -
Flighty matters. Ediz. italiana e inglese
Cinque poesie e un racconto sulla moda -
Breve storia del giardino
Il primo giardino è quello dell'uomo che ha scelto di interrompere le proprie peregrinazioni. Non c'è un tempo giusto per questa tappa, nella vita di un uomo o di una società. Il primo giardino è alimentare. L'orto è il primo giardino. È atemporale poiché non soltanto fonda la storia dei giardini, ma la attraversa e la segna profondamente in ogni suo periodo. Il primo giardino è un recinto. Conviene proteggere il bene prezioso del giardino; la verdura, la frutta, e poi i fiori, gli animali, l'arte di vivere, quello che, col passare del tempo, continuerà a sembrarci il ""meglio"""". È la maniera di interpretare il meglio che, a seconda dei modelli di civiltà, determinerà lo stile dei giardini. La nozione di meglio, di bene prezioso, è in continua evoluzione. La scenografia destinata a valorizzare il meglio si adegua al cambiamento dei fondamenti del giardino, ma il principio del giardino rimane costante: avvicinarsi il più possibile al paradiso."" -
Novelle stralunate dopo Boccaccio. Riscritte nell'italiano d'oggi
La novella italiana a partire da Boccaccio è stato uno dei generi letterari più letto, apprezzato e imitato in Europa, e rappresenta una delle migliori stagioni letterarie italiane. Ma se Boccaccio è rimasto un autore molto noto, meno conosciuti sono quelli che hanno scritto dopo di lui e sulle sue orme. In questo libro Elisabetta Menetti ha scelto le novelle più rappresentative, sorprendenti, conturbanti e fantastiche di autori del Quattrocento e Cinquecento italiano: Sacchetti, Sercambi, il Piovano Arlotto, Straparola, Masuccio Salernitano, Bandello, Molza, Morlini, Arienti, Gherardi da Prato, Manetti, Grazzini, Doni, Fortini, Ser Giovanni Fiorentino. L'italiano dell'epoca non è facile per tutti da leggere; per questo le novelle sono state riscritte nell'italiano d'oggi da alcuni stimati autori e traduttori, in modo da riavere quella freschezza e quella comicità immediata che le caratterizzava. Le trascrizioni sono di Dino Baldi, Daniele Benati, Nicola Bonazzi, Ermanno Cavazzoni, Gianni Celati, Ugo Cornia, Ivan Levrini, Giovanni Maccari, Simona Mambrini, Nunzia Palmieri, Giovanni Previdi e Jean Talon. -
Spedizione verso l'interno (Anabasi)
Questo è un grande libro di avventura di duemilaquattrocento anni fa, un grande classico della letteratura greca, scritto dall'ateniese Senofonte, filosofo e soldato. Narra la storia di diecimila soldati greci, mercenari e miserabili, che marciarono per oltre tremila chilometri attraverso l'Asia. Dopo essersi scontrati con un esercito settanta volte più grande, perso il loro condottiero e i loro generali, riuscirono nell'impresa incredibile di far ritorno in Grecia attraversando l'Anatolia orientale, tra fiumi e montagne impervie, popoli ostili e città mai viste, sempre combattendo e marciando, fino ad arrivare al mare. Il testo è tradotto dal greco con la vivacità dell'originale, in un italiano non scolastico, ed è corredato da ampie note esplicative e dai racconti della spedizione secondo diversi punti di vista: Diodoro Siculo, Plutarco, Isocrate, Giustino e altri. -
Bartleby. La formula della creazione
Fin dalla sua pubblicazione nel 1853, ""Bartleby lo scrivano"""" di Melville, """"uno dei più bei racconti dell'epoca moderna"""", sta iscritto come un enigma sulla soglia della letteratura americana. La figura scialba e """"incurabilmente perduta"""" dello scrivano che ha smesso di scrivere, ha letteralmente paralizzato i critici e tenacemente eluso ogni spiegazione. Qual è il messaggio che, senza mai proferirlo, egli sembra volerci significare con ogni suo gesto? E qual è il senso della formula che egli non si stanca di ripetere a ogni richiesta: """"preferirei di no""""? In questo libro, due filosofi, Gilles Deleuze e Giorgio Agamben, provano a misurarsi con l'enigma di Bartleby e a decifrare il senso della formula. In pagine straordinariamente dense l'autore dell'Anti Edipo scopre in Bartleby il paradigma della """"natura prima"""" e, insieme, il rappresentante del """"popolo a venire""""; Giorgio Agamben legge nel """"preferirei di no"""" dello scrivano la formula della potenza pura, l'algoritmo di un esperimento in cui il Possibile si emancipa da ogni ragione."" -
Pervertimento del cristianesimo. Conversazioni con David Cayley su Vangelo, chiesa, modernità
Ivan Illich (1926-2002), prete cattolico che rinunciò all'esercizio pubblico del sacerdozio nel 1969, dopo le censure ecclesiastiche alla sua attività di oppositore dello ""sviluppo"""", a suo avviso esportato nei paesi """"terzi"""" come forma più raffinata e distruttiva di colonialismo, fu negli anni Settanta uno dei maestri della contestazione mondiale contro le società industriali, i loro stili di vita, le forme del consumo, gli apparati di servizi. Divenne nel seguito un acuto studioso degli sconvolgimenti prodotti dallo sviluppo tecnologico nell'esperienza e coscienza umane in età moderna e contemporanea. In questo testo, che è parte della sua estrema autotestimonianza, Illich compie la parabola del proprio pensiero indicando nel cristianesimo, ossia in una interpretazione riduttrice e corruttrice della libertà annunciata dal Vangelo come amministrata dalla Chiesa nella sua millenaria evoluzione, l'origine di una alienazione dell'esistenza umana individuale e collettiva, giunta oggi alle soglie di un necessario, apocalittico ribaltamento."" -
Le parole non sono di questo mondo. Lettere al guardiamarina E. K., 1892-1895
Lo scambio epistolare tra il giovane ufficiale e il giovane intellettuale, maestro non solo culturale ma anche morale (""Penso che diecimila ore difficili non possono disfare ciò che viene intessuto in un'ora felice"""") svela, con una misura e una delicatezza d'animo che escludono qualunque effusione, un'amicizia virile di grande intensità. Al centro del dialogo c'è il grande compito della maturazione, che entrambi sentono impegnativo e rischioso: il difficile passaggio dalle promesse indistinte della giovinezza alla piena responsabilità dell'adulto, nel quale il guardiamarina è condotto per mano. Sono lettere straordinarie, in cui Hofmannsthal parla con totale libertà della vita e dell'arte (""""l'essenza dell'arte è l'immediatezza, la capacità di guardare l'esistenza senza timore, senza pigrizia e senza menzogna"""") a un animo partecipe e avido di apprendere. Il titolo viene dalla stupenda lettera del 18 giugno 1895, in cui, traducendo in prosa la visione espressa nella Ballata della vita esteriore, Hugo scrive che """"la gran parte degli uomini non vivono nella vita, ma in una pura apparenza dove nulla è e tutto soltanto significa"""".""