Sfoglia il Catalogo feltrinelli027
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 4381-4400 di 10000 Articoli:
-
Un sogno
Una meditazione sulla vanità e il dolore di esistere, di profondo taglio esistenzialista. Un sogno (1901) di A. Strindberg è una delle opere drammaturgiche più sperimentali del'900. Rappresentata da registi come Reinhardte Artaud, è un'icona del teatro espressionista e surreale, alla base ancora oggi delle sperimentazioni post-moderne della scena. È il secondo dei 9 volumetti della serie Teatro scelto di A. Strindberg: un'edizione aggiornata, sul piano storico e filologico, delle più rappresentative opere della drammaturgia strindberghiana.Biblioteca dello Spettacolo Nordico è una collana del Centro Studi per lo Spettacolo Nordico dell'Università di Torino, diretta da Franco Perrelli. Essa raccoglie in un agile formato saggi e testi relativi alle varie forme dello spettacolo (teatro, cinema, danza, performing arts) che si sono storicamente manifestate nella civiltà scandinava, con una certa attenzione all'originalità delle scelte e delle angolazioni, al profilo scientifico delle proposte e agli incroci con la cultura italiana. -
Un' esigenza permanente. Un'idea di Cesare Pavese
Qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora perché attendiamo?"" (Cesare Pavese) A cent'anni dalla nascita, questo libro prova a offrire un'idea sintetica di Cesare Pavese, rimettendo a fuoco le categorie fondamentali che emergono dai suoi testi. L'ipotesi dell'""""esigenza permanente"""", che utilizza la definizione che Pavese dava di se stesso, permette di comprendere le sue pagine molto meglio rispetto alla diffusa ipotesi del """"vizio assurdo"""", secondo cui egli si autodistrugge per il fatto stesso di cercare """"quid sit veritas"""" e di non rinchiudersi nel breve orizzonte della letteratura o della politica. La tragedia di Pavese non è stata cercare bensì non trovare una risposta adeguata al """"mestiere di vivere"""", alla grande """"smania"""" con cui l'Odisseo dei """"Dialoghi con Leucò"""" insegue imperterrito l'isola del suo destino,senza accontentarsi, come vorrebbero gli """"individui autosufficienti"""", di un'isola e di una menzogna qualsiasi. Per lui l'uomo, """"essendo soltanto mistero, attende da noi la percossa e la mano, attende di essere svegliato e tormentato, messo di fronte al suo dolore e al suo mistero""""."" -
La sarta di Proust. Antropologia e confezioni
Come il passato, la memoria, i patrimoni culturali vengono ""confezionati"""" per essere consegnati a un pubblico di fruitori? Questo libro non ha niente a che fare con la moda, malgrado il titolo possa trarre in inganno, ma si occupa con lo studio di alcuni casi esplicativi (tra Africa, Sudamerica, una ben strana Patagonia italiana) dei meccanismi attraverso cui il passato, la memoria, la tradizione, le biografie, i patrimoni culturali vengono """"confezionati"""", costruiti e consegnati a un pubblico di fruitori. Esso cerca, altresì, di cogliere il ruolo che di volta in volta ricoprono politici e intellettuali (gli antropologi, in particolare) nella attivazione di processi del genere. Françoise, racconta Proust, assemblava le parti dei vestiti avendo procurato il filo, i bottoni, gli strumenti necessari, come fanno gli scrittori con le parole: la metafora aiuta a leggere, dietro nozioni e concetti acquisiti e diffusi (la continuità del tempo, per esempio, la permanenza delle tradizioni, l'elogio della vita contadina, le identità), gli interventi, i conflitti, le scelte, gli investimenti, le politiche culturali, l'esercizio della istituzionalizzazione."" -
Santi di strada. Le edicole religiose della città vecchia di Bari. Vol. 3: Via dei mercanti
Strada Santa Maria, Via delle Crociate, Rua Fragigena, Via dei Mercanti, sono gli assi principali da cui si dipanano altrettanti itinerari che ripercorrono i vicoli della città vecchia di Bari, alla scoperta di una straordinaria «pinacoteca all’aperto»: quella dei «santi di strada» delle edicole religiose di cui è punteggiato tutto l’antico borgo della città. Il censimento sistematico (oltre 160), il rilievo fotografico e la schedatura di questo patrimonio della cultura religiosa e popolare ne costituiscono la prima forma di tutela e di recupero. Il merito principale di questo catalogo è quello di restituire – attraverso un ricco apparato di schede, di testi e di immagini – i segni di una religiosità e di una vitalità artistica animate dalla devozione e dall’esperienza viva del popolo. Corredano il Catalogo dei brevi saggi critici di accreditati studiosi di arte e cultura del territorio, che contribuiscono a dettagliare il contesto culturale e religioso del sistema devozionale locale. -
Santi di strada. Le edicole religiose della città vecchia di Bari. Vol. 4: Rua Fragigena.
Strada Santa Maria, Via delle Crociate, Rua Fragigena, Via dei Mercanti, sono gli assi principali da cui si dipanano altrettanti itinerari che ripercorrono i vicoli della città vecchia di Bari, alla scoperta di una straordinaria «pinacoteca all’aperto»: quella dei «santi di strada» delle edicole religiose di cui è punteggiato tutto l’antico borgo della città. Il censimento sistematico (oltre 160), il rilievo fotografico e la schedatura di questo patrimonio della cultura religiosa e popolare ne costituiscono la prima forma di tutela e di recupero. Il merito principale di questo catalogo è quello di restituire – attraverso un ricco apparato di schede, di testi e di immagini – i segni di una religiosità e di una vitalità artistica animate dalla devozione e dall’esperienza viva del popolo. Corredano il Catalogo dei brevi saggi critici di accreditati studiosi di arte e cultura del territorio, che contribuiscono a dettagliare il contesto culturale e religioso del sistema devozionale locale. -
P. Artemid. sive Artemidorus personatus edidit Societas emunctae naris. Testo originale a fronte. Ediz. critica
Il cosiddetto Papiro di Artemidoro, avvince da dieci anni il mondo degli studi sull'antichità classica. Dopo roventi polemiche ecco la prima edizione critica (non meramente ""diplomatica"""") del controverso papiro: singolare fabbricazione moderna che ha fatto sognare studiosi anche di rango. Questa nuova edizione si avvantaggia su tutte le precedenti perché fornisce rigo per rigo, a fronte del testo, le fonti adoperate dal falsario, per il commento essenziale e perché affianca al testo del papiro (pseudo-Artemidoro) una prima parte della nuova edizione di quanto già avevamo del vero Artemidoro."" -
I primordi della regia. Nei cantieri teatrali di Hugo, Vigny, Dumas
Nel volume si analizzano sei pièces scritte (o tradotte) tra la fine degli anni Venti e la fine degli anni Trenta dell'Ottocento da celebri autori francesi (Henri III et sa cour e Caligula di Dumas opère, Hernani e Angelo, tyran de Padoue di Hugo, Othello e Chatterton di Vigny) o, meglio, se ne esamina la prima, appassionante messinscena, offerta alla comédie française con un breve anticipo sulla pubblicazione del testo. A dirigere le prove degli importanti spettacoli indagati e a definire con i diversi artisti scenografie, costumi e luci sembra essere la stessa persona a cui si deve la stesura del testo; concepiti nei loro coefficienti costitutivi secondo un'ottica unitaria, tali lavori non rispondono semplicemente a criteri di meccanico coordinamento delle varie componenti, né sono solo la ""messa in azione"""" o la semplice """"resa visibile e udibile"""" di una partitura drammaturgica. Lo studio dei sei casi proposti offre l'opportunità di interrogarsi sulla genesi del fenomeno registico e su alcune dibattute e stimolanti questioni ad essa connesse."" -
Travestimenti. Mondi immaginari e scrittura nell'Europa delle corti
Maschere dell'identità nella civiltà letteraria europea tra XV e XVIII secolo. Un discorso a più voci sui travestimenti della letteratura europea è un primo tentativo di confronto sulla funzione culturale e sulla densa valenza antropologica che quelle pratiche mimetiche, con i loro vari tipi (il cavaliere, il pescatore,il pastore, il picaro, ecc.) e modi discorsivi, assumono nella lunga durata della civiltà di corte. L'invenzione di mondi ideali fittizi, iperformalizzati, nei quali interagiscono pulsioni e valori archetipici, è una cancellazione non ingenua del Tempo, una proiezione del sé nell'affabulazione di un grande desiderio di eternità. Il legame fra maschera e mito, il bisogno di astrazione e di fuga dalla realtà vi affiorano come una vocazione costitutiva, che appartiene al patrimonio genetico del classicismo europeo: ne definisce di volta in volta l'anima sognante o tragicomica. Contributi di Ph. Guérin, F. Tateo, E. Fenzi, M. de Nichilo, R. Girardi, D. Canfora, E. Buron, E. Graziosi, E. Fosalba, V. Intonti, M. Pirro. -
Evaristo Breccia nel «Corriere della Sera»
Alla ricerca di un mondo scomparso. L'Antico Egitto nel ""Corriere della Sera"""": un contributo alla storia degli intellettuali durante il fascismo. L'egittologo Evaristo Breccia fu collaboratore del """"Corriere della Sera"""" negli anni che vanno dal 1929 al 1943, nell'ambito di una fortunata rubrica intitolata """"Alla ricerca di un mondo scomparso"""". Tali articoli sono ora raccolti in volume, con un'ampia introduzione della curatrice che ne contestualizza la lettura. L'esordio di Breccia allora direttore del Museo greco-romano di Alessandria nelle pagine del quotidiano di via Solferino assume una spiccata valenza politico-culturale, che si inserisce coerentemente in un più vasto progetto di direzione editoriale del giornale e di riforma della terza pagina e che prevede la tessitura di una fitta rete di corrispondenze archeologiche a firma celebre: Alessandro Della Seta, Pericle Ducati, Amedeo Maiuri, Giorgio Pasquali (di quest'ultimo, dà conto il volume Giorgio Pasquali nel """"Corriere della Sera"""", pubblicato in questa stessa collana). Completa il volume una Nota di Luciano Canfora."" -
L' avventura della conoscenza nella pittura di Masaccio, Beato Angelico e Piero della Francesca
Lo sguardo alla realtà di tre protagonisti della pittura italiana del Quattrocento. Un avvenimento della conoscenza in un passaggio cruciale della civiltà europea. La pittura come forma di conoscenza è un aspetto distintivo dell'arte del XV secolo. Lo documentano i celebri cicli di affreschi della cappella Brancacci e del convento di San Marco a Firenze, e quello della Vera Croce ad Arezzo, opere rispettivamente di Masaccio, Beato Angelico e Piero della Francesca. Protagonisti del Quattrocento italiano, i tre pittori segnano il passaggio tra Medioevo e Modernità nel suo drammatico tendersi tra le certezze della tradizione e l'attrattiva di nuovi percorsi. Della loro opera restano nella memoria immagini di volti e fatti che ci rivelano una statura umana interamente impegnata nel paragone tra un'indomabile urgenza di bellezza e di significato e la realtà tutta. Il volume, interamente a colori, è il catalogo della mostra omonima che si è tenuta nel corso della XXX edizione del Meeting di Rimini, nell'agosto 2009. -
Manuale di sopravvivenza di un cattolico libero in Italia
Un libretto provocatorio, ironico e appassionato che per la prima volta mette a fuoco con un grande tema: come fa un cattolico libero a cavarsela in mezzo a pregiudizi e incomprensioni? Ecco, allora, 9 modi per ""cavarsela"""" (con i preti tediosi, con la politica, con i pregiudizi, con i figli, con il sesso, con i soldi, con l'aldilà, con Dio) con letizia in altrettante situazioni incresciose e... per guardare all'essenziale. È questo il primo volumetto di una nuova collana il cui nome, """"menalive"""" (uomini vivi), parafrasa il titolo di un noto romanzo di Chesterton, Manalive. Il suo intento è raccontare esperienze di uomini liberamente e attivamente impegnati con la realtà del nostro tempo, nei suoi aspetti problematici ma anche quotidiani."" -
Smisurato cantabile. Note sul lavoro del teatro dopo Jerzy Grotowsky
"Il lavoro di Grotowski è unico: ciò che ha lasciato è un tesoro, e come ogni tesoro deve essere amato, rispettato e trattato con grande, grande cura"""" (Peter Brook). In apertura del """"2009 Anno di Grotowski"""" proclamato dall'Unesco, il regista inglese Peter Brook ha posto tre questioni principali da prendere in considerazione circa l'opera di Grotowski: l'importanza e l'attualità di Grotowski; l'accertamento della consistenza del tesoro che ha lasciato nonché dei modi di conservarlo e utilizzarlo; l'indicazione del Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards come suo principale depositario. Quello di Peter Brook è un auspicio, probabilmente formulato pensando a una situazione ben più problematica. Infatti la maggior parte di coloro che celebrano Grotowski mettono in primo piano se stessi, scordando che le domande e le strategie proposte dal regista polacco sono centrate sulla questione dell'arte scenica e dell'attore, di una eccellenza che dev'essere prima raggiunta e poi superata. Il volume, attraverso i saggi del massimo specialista di Grotowski in Italia, fa il punto sull'insegnamento e la ricezione dell'opera di uno degli ultimi maestri del teatro contemporaneo." -
Il nodo nel giunco. La questione sulla libertà di Enrico di Gand
Enrico di Gand (1240 ca.-1293) fu uno dei maggiori pensatori del XIII secolo. Le sue opere principali sono le numerose raccolte di questioni, ordinarie e quodlibetali, nelle quali egli difende la supremazia della volontà sull'intelletto. Per questo Enrico si colloca almeno parzialmente all'interno della tradizione agostiniana, che però rinnova utilizzando ampiamente i materiali dottrinali aristotelici di recente acquisizione. In tal modo egli elabora una dottrina tesa ad armonizzare il dato rivelato con la speculazione filosofica in una sintesi organica e originale. In questo volume si presenta un'antologia delle questioni più significative dedicate al tema della libertà composte da Enrico di Gand in un ampio arco di tempo, dal 1276 al 1290, spesso in dibattito con teologi intellettualisti suoi contemporanei, e in particolare con Goffredo di Fontaines. È così possibile ricostruire, a partire dai testi qui tradotti per la prima volta in una lingua moderna, il pensiero di Enrico, che rappresenta ad un tempo il punto di arrivo della riflessione sulla volontà del XIII sec. e il punto di partenza dei dibattiti che divideranno il volontarismo nei primi decenni del XIV sec. -
Il restauro di Villa Bobò a Lecce. Da convento dei Padri Vincenziani a Tribunale per i minorenni. Ediz. illustrata
L'antico complesso conventuale dei Padri della Missione, meglio conosciuto come Villa Bobò, è stato a lungo Casa di Pena prima di essere restaurato e destinato a nuova sede del Tribunale e della Procura dei Minorenni di Lecce. In questo volume è descritto il percorso metodologico seguito nel restauro di Villa Bobò, le scelte effettuate e l'intervento tecnico realizzato, che hanno consentito di ristabilire l'assetto e la conformazione originarie dell'edificio. -
Un enciclopedista ebreo alla corte di Federico II. Filosofia e astrologia nel Midrash ha-hokmah di Yehudah ha-Cohen
Nato verso il 1215 a Toledo, Yehudah ha-Cohen è uno dei più importanti enciclopedisti del Medioevo ebraico. La sua opera principale, composta originariamente in arabo, si è conservata solo nella traduzione ebraica realizzata successivamente da Yehudah stesso (con il titolo di Midrash ha-hokmah, ovvero Esposizione o Insegnamento della scienza), dietro richiesta di alcuni amici ebrei. Il complesso lavoro di recupero e di ripensamento del sapere secolare, compiuto in quest'ambito essenzialmente alla luce dei modelli che gli venivano offerti dalla tradizione ebraica, giustifica l'interesse che Yehudah suscitò sia nel mondo ebraico che in quello latino, come ad esempio attestano i suoi stretti contatti con la corte di Federico II. Il ""Midrash ha-hokmah"""", di cui si presenta qui la traduzione della sezione astrologica (I decreti degli astri), costituisce da questo punto di vista non solo una significativa testimonianza della trasmissione delle scienze greche in ambito ebraico, ma anche un punto d'accesso inconsueto al fervido clima culturale e, almeno entro certi limiti, interconfessionale che regnava alla corte imperiale sveva."" -
Il castello di Elsinore (2010). Vol. 62
«Il castello di Elsinore» è una rivista semestrale di teatro profondamente radicata nell’Università italiana. Nata nel 1988 e curata dal DAMS (Dipartimento di Discipline Artistiche, Musicali e dello Spettacolo) dell’Università di Torino, la rivista raccoglie nel suo comitato direttivo quasi la metà degli ordinari di Storia del teatro in Italia e illustri studiosi di università straniere. Dal 2008 è pubblicata dalle Edizioni di Pagina.rnLa rivista è articolata in tre sezioni: la prima, intitolata Saggi, comprende rigorosi studi critici su personaggi e opere della storia del teatro e dello spettacolo; la seconda, Materiali, raccoglie e cura documenti, lettere e riflessioni di poetica; la terza, Spettacoli (o Polemiche), analizza gli avvenimenti più significativi della stagione teatrale italiana e straniera o del dibattito culturale. I temi di cui la rivista si occupa sono svariati e attraversano l’intera storia del teatro europeo, dal teatro greco alla Commedia dell’Arte, dal teatro rinascimentale italiano al teatro nordico di Ibsen e Strindberg, dal simbolismo europeo a Pirandello. -
Bari bizantina 1156-1261. Bisanzio dopo Bisanzio
L'inedita storia secolare di una 'capitale' del Mediterraneo dal punto di vista della centralità bizantina. Con il terzo volume di ""Bari bizantina"""" (il primo, con il sottotitolo Capitale mediterranea, è uscito nel 2003; il secondo, 1071-1256: il declino, nel 2006) si conclude la trilogia dedicata al periodo più pregnante, vivo e nello stesso tempo sofferto della storia della città di Bari. Prima capitale del Mezzogiorno d'Italia, centro del potere politico e amministrativo dell'Impero bizantino in Occidente (Catapanato d'Italia), poco mancò che Bari perdurasse nel suo primato adriatico e mediterraneo nei confronti di Venezia ducale e di Palermo normanna. Con un colpo di genio, mentre le sue fortune declinavano e si eclissava l'astro di Costantinopoli al cui riflesso prosperava, Bari seppe sostituire il primato religioso a quello politico, nel segno della traslazione delle reliquie di Nicola, il santo dal colore spiccatamente orientale, che assicura tuttora alla città la fervida continuità del suo ancestrale imprinting bizantino."" -
Lost moderno. Lettura di una serie televisiva
L'epica postmoderna che ha cambiato la narrazione televisiva. Lost è la storia avvincente di un gruppo di sopravvissuti a un disastro aereo su un'isola misteriosa. Il serial tv ha tenuto per sei anni incollati allo schermo tv o del computer milioni di fan in tutto il mondo. L'isola di Lost è il luogo del mistero e del dubbio, ma diventa anche una metafora autoreferenziale della serie nel panorama televisivo: unica, irraggiungibile, isolata. Gli spettatori si sentono tutti parte di una storia di naufraghi che, che tra mito e scienza, ha creato personaggi e racconti totalmente accostabili al pensiero postmoderno. Laddove per postmoderno si intende un modo nuovo di guardare la realtà: più complesso, mai razionalistico, sempre scettico e pronto ad essere messo in discussione. Ecco perché il ""Lost moderno"""" non può fornire risposte, ma interrogare la serie scoprendone i retroscena socio-antropologici. Concetti come luogo, politica, gioco ed onomastica partecipano tutti di una realtà virtuale che interagisce attivamente, coinvolgendolo, con il suo pubblico."" -
Il divenire della vita
Il passare e il cambiare della vita; la non spiegabilità, nel fondo, delle cose che sono, di ciò che è possibile e di ciò che non lo è, dei traguardi che si raggiungono e di quelli che si falliscono, degli impegni e delle rinunce; il perdere, il ritrovare e la nostalgia. -
Il castello di Elsinore (2011). Vol. 63
«Il castello di Elsinore» è una rivista semestrale di teatro profondamente radicata nell’Università italiana. Nata nel 1988 e curata dal DAMS (Dipartimento di Discipline Artistiche, Musicali e dello Spettacolo) dell’Università di Torino, la rivista raccoglie nel suo comitato direttivo quasi la metà degli ordinari di Storia del teatro in Italia e illustri studiosi di università straniere. Dal 2008 è pubblicata dalle Edizioni di Pagina.rnLa rivista è articolata in tre sezioni: la prima, intitolata Saggi, comprende rigorosi studi critici su personaggi e opere della storia del teatro e dello spettacolo; la seconda, Materiali, raccoglie e cura documenti, lettere e riflessioni di poetica; la terza, Spettacoli (o Polemiche), recensisce e analizza gli avvenimenti più significativi della stagione teatrale italiana e straniera. I temi di cui la rivista si occupa sono svariati e attraversano l’intera storia del teatro europeo, dal teatro greco alla Commedia dell’Arte, dal teatro rinascimentale italiano al teatro nordico di Ibsen e Strindberg, dal simbolismo europeo a Pirandello.