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Hystopia
Siamo in una versione alternativa e distopica degli anni Settanta: John F. Kennedy non è stato assassinato ed è anzi sopravvissuto a diversi attentati fino a giungere a un terzo mandato, lo stato del Michigan è occupato da bande di motociclisti psicotici, la guerra del Vietnam non è mai finita e si trascina a oltranza, spogliata di ogni scopo e di tutti i significati geopolitici. Per contenere i disordini causati dal surplus di reduci traumatizzati, un'agenzia governativa ha sviluppato una tecnica che consente ai veterani di relegare i ricordi più orribili in un angolo inaccessibile della mente e un'intera parte del Michigan è stata dedicata alla riabilitazione e alla reintegrazione di questi soggetti. Quando la cura fallisce, però, i reduci diventano ancora più violenti. ""Hystopia"""" si presenta con un artificio classico: un libro dentro un libro, romanzo postumo scritto da un reduce di ventidue anni, Eugene Alien, toltosi la vita a causa dello shock subito in combattimento e del suicidio della sorella con disturbi mentali. Con un'inventiva degna di Wallace o Vonnegut e una ferocia che ricorda McCarthy, Means ci accompagna in un viaggio tra Americhe concentriche sempre più ipertrofiche, danneggiate e deliranti, dove la guerra non ha inizio né fine: semplicemente è, e forse, come la vita, esiste solo per generare traumi."" -
Il commesso
Pubblicato negli Stati Uniti nel 1957, ""Il commesso"""" è considerato da molti il capolavoro di Bernard Malamud. La storia è quella di Morris Bober, umile commerciante ebreo che nel cuore di Manhattan conduce una vita misera e consumata dagli anni, e di Frank Alpine, un ladruncolo di origini italiane, deciso a riscattarsi e diventare un uomo onesto e degno di stima, aiutando Morris al negozio. Tuttavia il giovane Frank non resisterebbe dietro al bancone, sempre più assediato dalla concorrenza, se non si innamorasse di Helen, la figlia di Morris. La vicenda è intrecciata intorno alle emozioni, ai segreti, al destino di queste tre esistenze. Il ritmo quasi ipnotico della narrazione, la capacità di attenzione al dettaglio, lo stile limpido e ironico regalano al romanzo quell'atmosfera inconfondibile, a metà fra il tragico e il comico, che rende affascinante la narrativa di Malamud."" -
Revolutionary Road
È il 1955; i Wheeler sono una coppia middle class dei sobborghi benestanti di New York, che coltiva il proprio anticonformismo con velleità ingenua, quasi ignara della sua stessa ipocrisia: la loro esistenza scorre fra il treno dei pendolari, le cenette alcoliche con i vicini, le recite della filodrammatica locale, ma Frank e April si sentono destinati a una vita creativa e di successo, possibilmente in Europa. Nella storia della giovane famiglia in apparenza felice la tensione è nascosta ma crescente, il lieto fine impossibile, e l'inevitabile esplosione arriva con una potenza da dramma shakespeariano. -
La gente. Viaggio nell'Italia del risentimento
Dieci anni fa usciva ""La casta"""", un libro che ridefiniva il discorso politico italiano: la fine dei partiti tradizionali, l'odio per le élite in generale, l'indignazione di chi si sentiva escluso e defraudato. Oggi quel risentimento si è rovesciato in una forma di orgoglio: la fine della politica come la conoscevamo non ha generato un vuoto, ma una galassia esplosa di esperienze tra il grottesco, il tragico e l'apocalittico. Dai forconi alle sentinelle in piedi, dai «cittadini» che s'improvvisano giustizieri all'esplosione delle proteste antimigranti, """"La Gente"""" è il ritratto cubista dell'Italia contemporanea: un paese popolato da milioni di persone che hanno abbandonato il principio di realtà per inseguire i propri incubi privati, mentre movimenti politici vecchi e nuovi cavalcano quegli incubi spacciandoli per ideologie. Leonardo Bianchi ha scritto un reportage su un paese che non si può raccontare se non a partire dalle sue derive, e l'ha fatto seguendo ogni storia con la passione di un giornalista d'altri tempi, il rigore dello studioso che dispone di una prospettiva e di un respiro internazionali."" -
L' era dei format. La svolta radicale dell'intrattenimento televisivo
Dalla seconda metà degli anni novanta, i format hanno avuto un impatto inaudito sulla televisione, sui suoi linguaggi e di conseguenza sulle nostre abitudini di consumo. I primi grandi format hanno diffuso in tutto il mondo programmi identici: titoli come ""Grande fratello"""" o """"Chi vuol essere milionario?"""" portano gli stessi brand globali sulla tv italiana come su quelle di molte altre nazioni, adattati solo in parte secondo i gusti e le necessità locali. """"L'era dei format"""" è un testo che, attraverso il ricorso costante alle riflessioni dei professionisti e a documenti industriali eccezionalmente resi pubblici, riesce a raccontare l'evoluzione del mercato, dalla stagione dei cosiddetti «superformat» ai più recenti format delle società di produzione indipendenti e all'odierna grande parcellizzazione di idee in seguito allo sviluppo dell'offerta con centinaia di canali e di piattaforme. Chalaby offre uno sguardo originale, completo e informato sulle professioni del format, sugli snodi principali del mercato e sui flussi commerciali più importanti. Compie inoltre una panoramica sui paesi più attivi - in cui, a sorpresa, gli Stati Uniti o il Regno Unito si trovano affiancati da mercati più piccoli ma agguerriti come Olanda e Israele - portando il lettore a scoprire i segreti alla base dei format di maggiore successo, i loro significati e l'impatto che hanno sulla popular culture contemporanea."" -
Spegnere le luci e guardare il mondo di tanto in tanto. Riflessioni sulla scrittura
Le difficoltà e le gioie del processo creativo; le tecniche narrative; i consigli ad amici scrittori impegnati nella stesura dei loro libri; i giudizi sull'opera di colleghi illustri, da Proust a Joyce, da Jane Austen a Dostoevskij: Spegnere le luci e guardare il mondo di tanto in tanto ci conduce per mano nel laboratorio di Virginia Woolf. Il curatore ha estratto dal suo epistolario una serie di citazioni e di brevi passi, tutti dominati dalla volontà di distaccarsi dal proprio mestiere per rimetterlo in prospettiva, e riprendere la scrittura con rinnovata consapevolezza. Un compendio prezioso e illuminante non solo per gli appassionati e gli studiosi della Woolf, ma anche per gli aspiranti scrittori e gli amanti della grande letteratura. -
Una cosa divertente che non farò mai più
A un giovane scrittore viene commissionato il reportage di una settimana in crociera extralusso nei Caraibi. Lo scrittore è David Foster Wallace e la permanenza sulla ""meganave"""" si trasforma in un'esilarante cronaca, ma anche in un acido ritratto dell'americano in vacanza, delle sue abitudini ottuse, della sua eleganza pacchiana e - naturalmente - della sua ricerca di un forzato e artificiale relax. La critica pungente, e insieme scanzonata, di questi """"cittadini americani adulti e ricchi"""" è accompagnata da una sferzante ironia e da uno stile pirotecnico e piacevolmente dispersivo che confermano il talento di un autore, come è stato detto, """"capace di scrivere veramente di qualsiasi cosa""""."" -
Perdersi è meraviglioso. Interviste sul cinema
David Lynch (1946) è uno dei massimi cineasti statunitensi degli ultimi decenni, vincitore di due Palme d'Oro a Cannes, due Cesar e un Leone d'Oro alla carriera. Con film come Eraserhead e Inland Empire, passando per The Elephant Man, Velluto blu, Twin Peaks e Mulholland Drive, ha affermato negli anni un proprio personalissimo stile fatto di ambiguità, mistero, perversione, di situazioni vissute in un confine indistinguibile fra sogno e realtà. Gli autori di queste ventiquattro interviste - che ripercorrono l'intera carriera del grande regista, dal 1977 fino a oggi - scavalcano abilmente il riserbo quasi maniacale di Lynch sul significato dei propri film, riuscendo a farlo aprire a risposte mai scontate e sempre penetranti, con ampie digressioni sulle altre forme artistiche che ama: dalla pittura alla musica, al design. Fra notazioni tecniche, aneddoti dal set, ricordi personali e vere e proprie dichiarazioni di poetica, queste pagine offrono un ritratto in presa diretta di uno dei registi più visionari della storia del cinema. -
Opinioni di un vagabondo. Mezzo secolo di interviste
Di Charlie Chaplin conosciamo la maschera, quella celeberrima di Charlot, e la turbolenta vita privata; ma pochi conoscono il Chaplin che sta dietro una carriera durata oltre sessant'anni, il Chaplin attore che osserva la gente per trarne ispirazione, il Chaplin regista che medita per giorni sulla composizione di una scena, il Chaplin uomo di cultura che esprime le sue idee su arte, letteratura e politica senza lasciarsi influenzare da nulla e da nessuno. Le rare interviste che ha concesso nel corso della sua vita sono raccolte in questo volume e ci mostrano un individuo attento al mondo e ai suoi mutamenti, che, nelle proprie timidezze come nei propri sfoghi, riprende talvolta il malizioso candore di Charlot, talaltra se ne allontana in maniera sorprendente, ma rimane sempre un personaggio a tutto tondo, un genio del cinema paradossalmente troppo poco conosciuto nella sua realtà. Prefazione di Dario Fo. -
L' occhio del regista. 25 lezioni dei maestri del cinema contemporaneo
Riproposto in una nuova edizione ampliata, L’occhio del regista è una guida indispensabile per chi vuole addentrarsi, da neofita o da semplice curioso, nel mondo della regia cinematografica.rnrnQuello del regista è uno dei mestieri più complessi e affascinanti del mondo dell’arte, pericolosamente sospeso tra la cura del dettaglio e la visione d’insieme, tra la libertà della creazione individuale e le limitazioni del lavoro collettivo. Un mestiere in cui non esistono regole scritte, e per comprendere il quale non si può dunque prescindere dall’esperienza dei grandi maestri. In questo volume Laurent Tirard, critico cinematografico e regista lui stesso, ha raccolto le confessioni, le rivelazioni, i consigli pratici di venticinque tra i più grandi registi contemporanei, offrendo al lettore altrettante «lezioni di cinema». L’approccio alla sceneggiatura, il rapporto con gli attori, il posizionamento della macchina da presa, il montaggio: ogni regista racconta le sue predilezioni e i motivi delle proprie scelte artistiche, svelando con insospettabile candore tutti i segreti che si nascondono dietro la creazione di un grande film. -
Nelle terre di nessuno
Paesaggi di brutale bellezza, alcol e fucili, rabbia e rassegnazione. Segherie abbandonate; vecchie baracche dove si gioca a poker e le partite rischiano di finire a colpi di pistola, bar fumosi in cui tutti gli avventori si conoscono, e molti coltivano antichi rancori. Figli senza padri, alla deriva; famiglie nelle quali nessuno lavora, ma che l’assistenza sociale sembra aver dimenticato. E ad aleggiare su tutto, l’amore lancinante e doloroso per una terra da cui si parte – ma quasi sempre per farvi ritorno e rimanere – e una testarda, assurda, commovente speranza di riscatto. rnCon Nelle terre di nessuno, Chris Offutt ha scritto uno tra gli esordi più fulminanti degli ultimi decenni, aggiungendo alla grande tradizione del racconto americano un nuovo, potente capitolo. Le sue storie, dure ma cariche di emozione, ci guidano in un Kentucky solo apparentemente marginale, e sanno narrarci con profonda empatia la sublime desolazione, il culto della violenza e la fame d’amore che si nascondono nell’America più ignota e dimenticata; in quei paesi che, come scriveva Mark Strand, nessuno visita mai. -
Una cosa piccola che sta per esplodere
Cinque racconti ambientati negli anni più teneri, più violenti, più tormentati della nostra vita. Ereditiere perverse e affascinanti rinchiuse in una clinica per anoressiche, figli scaraventati dai genitori nel naufragio del loro matrimonio e di un'epoca, orfane di giocatori d'azzardo che trovano salvezza nell'immaginazione. Il filo rosso che lega queste storie è il momento, vivo e straziante, in cui prendiamo coscienza della nostra identità, scopriamo il sesso, l'amicizia, la crudeltà del mondo, attraversiamo la linea d'ombra con un atto di rivolta. Dopo ""Manuale per ragazze di successo"""", con questa raccolta Paolo Cognetti torna a fotografare la quotidianità nascosta. La scrittura intensa e precisa, e un sapiente senso dell'intreccio, trovano nell'adolescenza il luogo magico in cui i personaggi, raccontando la propria vita, mettono a nudo la nostra."" -
La ragazza dai capelli strani
Quando fu pubblicata per la prima volta negli Stati Uniti, nel 1989, questa raccolta di racconti confermò David Foster Wallace come astro nascente della nuova narrativa americana: uno di quei rari talenti che, come ha dichiarato la scrittrice Zadie Smith, è magistralmente in grado di «unire testa, cuore e viscere» nella sua scrittura. Un libro che quasi immediatamente è diventato un classico: dagli anni Sessanta di Lyndon Johnson al jazz patinato di Keith Jarrett, dai quiz televisivi ai ranch dell'Oklahoma, dagli yuppies ai punk, dai giovani matematici di Harvard ai proletari della provincia depressa, nelle sue storie Wallace descrive e commenta l'intera cultura americana (e soprattutto le nevrosi, le ossessioni, le passioni, il disagio emotivo di tutto l'Occidente contemporaneo) con un'acutezza e un vigore avanguardistico che ne hanno fatto il caposcuola indiscusso della letteratura post-postmoderna e a distanza di quasi trent'anni mantengono inalterata la potenza di questo libro. -
Il tempo materiale
Nel 1978, in una Palermo preistorica e selvaggia, tre ragazzini pieni di passione e ideologia si affacciano al mondo per la prima volta. Tra loro c'è Nimbo - precoce, impaziente, ferino - che attraversa il geroglifico della città convinto di essere un eletto. Da Palermo, Nimbo e i suoi amici sentono il vento di Roma nell'annus horribilis della storia repubblicana - le Brigate Rosse e il sequestro Moro - e, disgustati dal provincialismo senza scampo dell'Italia, si scollano lentamente dalla realtà fondando una loro cellula terrorista. Per Nimbo è l'inizio di una discesa notturna che porterà lui e il suo gruppo a progettare attentati con una disperante lucidità, riproducendo in scala tutto il peso tragico di quegli anni. ""Il tempo materiale"""" è un romanzo crudele e commovente, che fotografa il nostro paese nell'attimo in cui perse definitivamente l'innocenza; il racconto di una generazione che, nell'incessante rielaborare la propria esperienza, ha sempre rinviato il momento del dolore. Perché il tempo materiale è anche il tempo mancante, quello in cui si sarebbe dovuto amare, e non lo si è fatto."" -
Perché scrivere
Nell'epoca di internet, della frammentazione delle informazioni, della spettacolarizzazione della cultura, della frenetica corsa al consumo e al successo individuale, che ruolo può ancora avere lo scrittore? In cosa consiste la sua rilevanza? Scrivere può ancora essere un gesto politico? Quanta importanza ha la tecnica? Cosa serve per scrivere bene? Da cosa si misura il valore di un libro, e del suo autore? Che significa scrivere onestamente? Zadie Smith affronta queste domande in maniera intelligente e diretta, partendo proprio dalla sua esperienza di autrice e dalla sua acutezza di critico culturale: ne escono pagine che sono al tempo stesso un vademecum per gli aspiranti scrittori, una brillante provocazione verso gli intellettuali, e uno spunto di riflessione affascinante per chiunque ami la letteratura. -
Guida ragionevole al frastuono più atroce
Questa antologia raccoglie gli scritti migliori di Lester Bangs, in cui la critica vera e propria si mescola di volta in volta con il reportage da dietro il palco, i ricordi personali, la confessione intima, la letteratura visionaria, il delirio lisergico. Dai Clash a Lou Reed, da Van Morrison ai Kraftwerk, dai Jethro Tull a James Taylor, passando per i movimenti giovanili, la drug culture, la stampa, i media, la politica, il Vietnam, i saggi di Bangs disegnano l'affresco sovversivo di un'epoca leggendaria della musica (e della cultura) contemporanea. Prefazione di Wu Ming 1. -
Possibilities. L'autobiografia
In ""Possibilities"""", il leggendario pianista e compositore Herbie Hancock riflette su ben sette decenni di vita e carriera vissuti da vero innovatore, nei quali ha esplorato ogni genere musicale e lasciato un'impronta indelebile sul jazz, I'r&b e l'hip-hop, garantendosi al contempo il successo testimoniato dai quattordici Grammy Awards vinti. Dagli inizi come bambino prodigio al lavoro in quintetto con Miles Davis, dalle innovazioni introdotte come leader di un sestetto rivoluzionario alla collaborazione con musicisti del calibro di Wayne Shorter, Joni Mitchell e Stevie Wonder -passando per le sue influenze musicali, divertenti dietro le quinte, il suo matrimonio lungo e felice e il suo rapporto creativo e personale con il buddismo - queste pagine rivelano il metodo che si cela dietro l'innegabile genio musicale di Hancock. Illuminante e vitale come l'uomo che l'ha scritta, questa autobiografia è un contributo alla letteratura jazz e una lettura obbligata per gli appassionati e gli amanti della musica."" -
Contro il cinema
La sconcertante poetica proposta da Carmelo Bene in queste pagine, più che essere distruttiva, mantiene soprattutto un carattere utopico, quasi fosse un sogno dei «cinemi» possibili, delle promesse che il mezzo-cinema non ha saputo adempiere. rnL'eredità più forte di Bene «teorico» è forse proprio nella negazione della storia e della realtà del cinema, per andare alla scoperta di quel che esso poteva essere e non è stato. Una spinta che, in tempi in cui il cinema come mezzo di comunicazione di massa è secondario e superato, può rivelarsi una insospettabile forza di slancio per le pratiche presenti e future. - Dalla prefazione di Emiliano Morreale -
Un ragazzo d'oro
Eli Gottlieb riesce a raccontare l'autismo in prima persona, senza ombra di compiacimenti o di patetismi, creando un personaggio e una voce dalla tenerezza disarmanternrnTodd Aaron aveva undici anni quando in un giorno di pioggia la madre lo accompagnò nell’ennesima comunità di cura per bambini autistici. Adesso «la pioggia che cadde quel giorno ha quarantuno anni», e Todd non è più tornato a casa, eppure a Payton è sereno: legge l’Enciclopedia Britannica, svolge diligentemente i lavoretti che gli vengono assegnati e soprattutto prende sempre le sue medicine. È un punto di riferimento nella comunità, l’anziano del villaggio: in poche parole, un «ragazzo d’oro». Finché due eventi alterano il suo equilibrio: l’arrivo di Mike Hinton, un nuovo operatore che lo terrorizza, e quello di Martine, una bellissima ragazza «ad alto funzionamento» che gli insegna il valore delle storie, la libertà, il diritto alla disobbedienza. Per Todd niente sarà più lo stesso: compra delle mappe dell’America e disegna «un fiume grigio di matita» che da Payton arriva fino a casa sua. Non gli rimane che prepararsi alla fuga, e alla più grande avventura della sua vita. -
Théodore e Dorothée
Attraverso i due protagonisti, Alexandre Postel racconta, con partecipe ironia, un'intera generazione, in perenne attesa di una primavera che sembra sempre dietro l'angolo ma che non arriva mairnrnThéodore e Dorothée sono, a modo loro, una coppia perfetta, a cominciare dai nomi di battesimo, uno l'anagramma dell'altro. Lui programmatore informatico, lei insegnante impegnata da anni in un'ambiziosa tesi di laurea su un politico francese, sono giovani, belli, progressisti, e soprattutto si amano profondamente, al punto di compiere il grande passo e prendere una casa insieme, a Parigi. Eppure, la loro vita è un continuo interrogarsi: qual è il modo migliore di divertirsi? Che cosa si deve mangiare, e che cosa no? Che cosa fare del proprio corpo, e quanto prendersene cura? A cosa consacrarsi? È più giusto fondare una famiglia, lavorare, oppure arricchire la schiera degli «indignati»? Con il suo terzo romanzo, Alexandre Postel abbandona le atmosfere noir e metafisiche della «Gabbia» per dedicarsi all'anatomia di una coppia e delle sue dinamiche.