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La Zona Monumentale del Monte San Michele. Carso 2014: da teatro di guerra a paesaggio della memoria
La storia del Monte San Michele, il baluardo meridionale della testa di ponte austro-ungarica di Gorizia, teatro dei più cruenti scontri carsici fino all’agosto 1916, continuò ben oltre il primo dopoguerra e continua ancora oggi. Questa pubblicazione ne illustra l’evoluzione dal punto di vista strutturale ma anche concettuale -
Carlo Campari. Ufficiale di Cavalleria da Capodimonte alla battaglia di Pozzuolo
La vita di Carlo Campari s'intreccia con quella dell'unica vera ""corte dei Savoia"""", quella di Elena d'Orleans e del duca d'Aosta a Capodimonte. Con scherzi, tennis, bagni a Posilippo, cavalcate e partite di caccia. A questo """"douce vivre"""" si contrapporranno le cariche dei Lancieri di Novara a Pozzuolo, entrate nel mito. Un libro, fotografico, che sembra la sceneggiatura di un film, quando ancora l'aristocrazia era classe dirigente."" -
Essenza di tabacco e robinie
Un intenso affresco corale ambientato durante la Grande Guerra sullo sfondo di un piccolo paese della Bassa Friulana: lì nasce la prima scuola medica da campo della storia, nota come Università Castrense. In questo scenario di grandi ideali, avvenimenti tragici e umane speranze, si collocano le commoventi vicende del piccolo Gusele e della sua banda, accanto a quelle dei loro amici ufficiali medici, testimoni coraggiosi e talvolta scanzonati della vita in trincea dalla quale torneranno prostrati ma non vinti. Gli amori nati in guerra s’intrecciano con gli eventi bellici, dando vita a una trama ricca di emozioni che con maestria e sensibilità trasporta il lettore in una stagione memorabile del nostro passato. -
Da Borgomaro a Custoza. Diario di un volontario del 1866
È un diario di guerra? Custoza, Sadova, Bezzecca, Lissa, Garibaldi, Durando, Sirtori, Cialdini, La Marmora... Sì, ci sono tutti i personaggi e i luoghi, come in un libro di storia, come in un diario di un volontario con i suoi sogni d'amore, il suo sentire da ragazzo di buona famiglia, i suoi valori, i giudizi impietosi. Cosa faceva? Cosa leggeva? Cosa pensava dei re e dei generali? Quale male odierno era già presente in Italia? -
Il porto sepolto
«La nuova pubblicazione della raccolta ""Il porto sepolto"""" nell'edizione di Udine del dicembre 1916, allora stampata presso lo Stabilimento Tipografico Friulano, a cento anni dalla sua comparsa, oggi con la traduzione in lingua friulana ad opera di Luca De Clara, è innanzitutto un omaggio a Giuseppe Ungaretti, alla rilevanza del suo libro, all'importanza delle 32 poesie, per lo più brevi, scritte su piccoli foglietti di carta durante i momenti di pausa dai combattimenti ed edite con la guerra ancora in corso, destinate a dare nuovo indirizzo alla poesia italiana contemporanea. Pubblicate grazie all'interessamento di Ettore Serra che confesserà: """"... Per leggere taluni dei sui versi lassù dimenticati, facevamo insieme la strada dalla filanda di Sdraussina a San Martino, oltrepassando il cavalcavia della strada ferrata e seguendo l'erta sassosa e nuda. Fu allora ch'io decisi di essere l'editore di Ungaretti"""".» (Enrico Folisi)"" -
L' Italia in treno. Storia e cronache dell'Italia in ferrovia nel racconto dei grandi artisti. Ediz. a colori. Vol. 2: protagonisti degli episodi di cronaca, I.
"Con il secondo volume """"L'Italia in Treno"""" Guido Magenta ci regala ancora un viaggio nell'epoca """"gloriosa"""" dei primi anni della ferrovia italiana, attraverso le immagini ed i disegni che hanno immortalato le ferrovie e che ne hanno alimentato l'immagine del progresso che rappresentavano allora e, che ancora oggi, interpretano."""" (dalla Presentazione di Maurizio Gentile, Presidente CIFI) 150 anni delle ferrovie italiane raccontati dai grandi illustratori Achille Beltrame, Walter Molino, Vittorio Pisani, Rino Ferrari, Aldo Raimondi e Ugo Matania. Un'affascinante storia anche per gli aspetti tecnici e ingegneristici del decollo industriale italiano e della vita sociale legata al treno." -
Preti in battaglia. Vol. 1: Tra apostolato e amor di patria. I cappellani miliari decorati 1915-1916
Già nell'estate-autunno 1915 i cappellani non aspettavano solo l'arrivo dei feriti nei posti di medicazione, ma andavano a confortare e a recuperare i feriti sul campo di battaglia, avvicinandosi sempre più alla linea di fuoco, lì dove serviva il loro soccorso, l'incitamento ai barellieri, l'organizzazione dello sgombero. Molti cappellani escono di notte, o di giorno fidando dell'abito talare o della croce cucita sulla divisa, a recuperare i corpi per dare sepoltura. Ma quella dei feriti che invocano soccorso oltre i reticolati e che muoiono senza nessuno vicino è per molti sacerdoti una cosa insopportabile -
Il soldato nell'invisibile. La superstizione nella Grande Guerra
Credenze e superstizioni rappresentano modelli culturali con cui l'uomo tenta di dare un senso alla precarietà della propria esistenza, alla natura transitoria del suo essere, alla sua impotenza nei confronti dell'ignoto. Il soldato della Grande Guerra affronta questa eccezionale esperienza risignificando e personalizzando i contenuti e le pratiche della religione per un unico fine: salvarsi. Nel clima ostile della trincea la religione si mescola e confonde con la superstizione: il soldato crea percorsi propri e unici di resistenza materiale alla precarietà e incertezza di quelle forze invisibili e superiori che dominano lo scenario del fronte. Emerge dalle testimonianze dei combattenti raccolte in questo volume un assortimento di atteggiamenti superstiziosi unico nel suo genere. Fenomeni devozionali originali e allo stesso tempo tradizionali, perché basati sulle credenze popolari e su tutte quelle tipiche manifestazioni esteriori e materiali con cui l'uomo da sempre ha dato forma all'invisibile. Prefazione di Gianni Oliva. -
La battaglia della Bainsizza e la crisi dell'autunno 1917
La battaglia della Bainsizza e la crisi dell'autunno 1917 del generale Bencivenga ""occupa un posto a sé nella storiografia"""" scrisse Piero Pieri, tra i maggiori storici militari del secolo scorso, ma ancora oggi la narrazione di Bencivenga appare insuperata nella spiegazione delle opportunità tattiche e strategiche di un momento cruciale del 1917. La sorpresa tattica di Flondar, la Decima e l'Undicesima battaglia dell'Isonzo, l'Ortigara, la diversa impostazione di Capello e di Cadorna, sono aspetti della Grande Guerra italiana che si possono però capire solo tramite l'apparato iconografico di questo volume. Con un saggio di Luciano Zani e prefazione di Piero Pieri."" -
Guido Bergamo. L'eroe nascosto. L'etica dell'alpino più decorato della grande guerra
Le imprese militari e civili di questo ventiquattrenne studente, capitano (per merito) del battaglione Cividale, composto da friulani e veneti, sono raccontate anche con un enorme apparato di foto, mappe e schizzi. Guido Bergamo, di Montebelluna (Treviso), repubblicano, interventista democratico, studente di medicina, è, con le sue 4 medaglie d'argento e 4 croci al valor militare, l'alpino più decorato. Fu uno dei designati al trasporto a spalla del Soldato Ignoto all'Altare della patria nel 1921. Fondatore di leghe contadine e di cooperative, leader dei repubblicani sociali del trevigiano, medico dei poveri. Nel 1926, dopo l'esilio e la forzata rinuncia alla politica, divenne un luminare della ricerca sulle patologie polmonari e tisiche e morì proprio in seguito alle dosi di radium assorbito nelle sue ricerche. Prefazione di Paolo Pozzato. -
Itinerari segreti della grande guerra nelle Dolomiti. Vol. 14
Sulle montagne del Comélico e di Sesto migliaia di soldati si trovarono a combattere in condizioni ai limiti della sopravvivenza. In ogni escursione o ferrata è possibile incontrare tracce di quella vicenda storica che rendono ancora più affascinante un paesaggio già di per sé tra i più belli delle Dolomiti. -
Le bugie di Caporetto. La fine della memoria dannata
"Un buon piano d'attacco non può essere grossolano. Un buon piano deve essere precisato a regola d'arte. Carte è quella della guerra.""""" -
Il diritto di parlare. Paola Del Din, una vita in prima linea dalla Resistenza alla guerra fredda
Paola Del Din (Pieve di Cadore, 1923), Medaglia d'Oro al Valor Militare, già insegnante di lettere, paracadutista, patriota militante nelle file della brigata Osoppo dal 1943 al 1945, figlia, sorella e moglie di alpini, racconta un pezzo di storia italiana vista attraverso gli ideali e con gli occhi di una famiglia che amava l'Italia più di se stessa. -
Le complicazioni sentimentali
I racconti qui raccolti, in parte inediti, conservano il sapore della cronaca, sono pieni del senso dei nostri giorni e della vita che tutti conduciamo. -
Guida ai campi di battaglia dell'Altopiano dei Sette Comuni. Itinerari della Grande Guerra. Vol. 4: Monte Zebio.
Soprattutto per chi ha letto il famoso libro ""Un anno sull'Altipiano"""" di Emilio Lussu, il nome del monte Zebio risuona tragicamente familiare perché indissolubilmente legato alla Brigata Sassari che con il suo eroismo fu protagonista di pagine leggendarie."" -
Terremoto ieri oggi. Prevenzione sismica nella scuola a 40 anni dal terremoto del Friuli. Resoconto di un'esperienza sismologica. Ediz. illustrata
Un centinaio di studenti ha eseguito in prima persona un'indagine sismologica in una vasta area della provincia di Udine, prendendo in esame i centri scolastici di 23 località. Guidati da una sismologa e dalle loro insegnanti, hanno compreso l'importanza della prevenzione e del trasferimento della conoscenza. -
La realtà è strabica. (Alice brum brum - nella riserva metropolitana)
"Alice Brum Brum"""" nella prima edizione del '77 aveva come sottotitolo: """"Nella riserva metropolitana"""", e ci piace segnalarlo, perché riporta ai termini allora ricorrenti di indiani metropolitani e di una giungla, dove si rincorrevano ideali, sogni, utopie che si sono vanificati con il brutale passaggio negli anni di piombo, quelli del terrorismo. È in questo spazio-tempo che sembra ora distante anni luce che facciamo rivivere la storia di Alice, assorbita nella sua dimensione """"strabica"""", un po' come Alice nel Paese delle Meraviglie, dimentica del peso che attanaglia invece i due veri protagonisti, Lucio e Sergio. I due ragazzi ci vedono benissimo e sono ben consapevoli che i problemi sono la grave disoccupazione, lo sfruttamento delle classi operaie, l'emarginazione degli emigranti, la crisi energetica. Allora come oggi il potenziale riscatto sta nel confrontare le reciproche esperienze, nel ritrovare il contatto con la realtà quella vera, non """"alienata"""" o virtuale, e nel saperla e volerla modificare a misura dei propri sogni, delle aspirazioni, e sulla base di bisogni e necessità non artefatte o indotte, perché crediamo davvero come in quel 1977 che il potere della collettività e della cultura e, certo, anche dell'amore sia rivoluzionario. Edito in occasione della mostra """"Mattotti - Primi lavori"""" presso il Museo d'arte moderna e contemporanea di Udine Casa Cavazzini (Udine, 25 febbraio-5 giugno 2017). Postfazione di Federico Pirone, Furio Honsell, Vania Gransinigh, Paola Bistrot." -
L' opera poetica
"Italo Da Farra ha frequentato la poesia come un viandante farebbe con i sentieri più inesplorati e nascosti di un continente misterioso, che lo ha affascinato da sempre, attraendolo nei paesaggi frastagliati dei suoi incanti. Il suo passo non è mai incerto, o timido, ma si intuisce dal ritmo degli accenti che l'autore si muove con la circospezione dell'errante, che cerca ed esplora fin dentro alle pieghe più profonde della sua anima quei moti del cuore che solo un poeta vero e credibile sa trasformare in musica e in canto. I paesaggi interiori sono mossi, e fanno scivolare il lettore più attento dentro le sfumature di una vita distillata in ogni sua prospettiva, dal momento che la tavolozza dei colori che il Nostro utilizza è capace di cromie inusitate: la Natura, con i suoi riverberi di acqua e vento, di sole e tempesta, la fatica del vivere quotidiano, con tutti i passi consumati sugli acciottolati del borgo o lungo i sentieri erbosi della campagna, la bellezza degli istanti di cui l'esistenza di ognuno è disseminata, il paese natio, con i suoi scorci di dissonante bellezza sono il teatro umano sul quale si orchestra lo spartito di una lirica che nulla ha della freddezza degli accademismi di maniera, triti è consunti, e che ben lontana si tiene dalle ridondanze narcisistiche dei """"poeti laureati"""", troppo occupati a piacere e a piacersi per consumarsi nella veridicità del loro scritto: qui, al contrario, tutto è vero, l'incanto e la desolazione, il volo e la caduta, la nostalgia che si fa accenno sommesso di pianto e lo scoppio improvviso, inatteso, di una felicità talmente tanto luminosa da divenire accecante e talvolta dolorosa."""" (Angelo Floramo)" -
La Pisana. L'eroina italiana dai mille volti
Scrivendo nel 1858 ""Le confessioni di un italiano"""", Ippolito Nievo diede vita alla figura femminile più seducente e incantevole della letteratura italiana: la Pisana. Un'eroina moderna, un'apparizione inattesa, fatta di amore, libertà e fedeltà, profondità passionale e adorabili contraddizioni. Un viaggio straordinario tra le parole di scrittori e critici riscoprendo i ritratti dedicati alla Pisana da grandi artisti, come i disegni di Gustavino, di Giuseppe Zigaina, di Tonino Cragnolini, gli acquerelli di Marzio Carletti, i dipinti di Sergio Altieri, le sculture di Arturo Martini e le incisioni di Virgilio Tramontin. La modernità del capolavoro di Ippolito Nievo attraverso l'immagine della sua protagonista. Con saggi di Aldo Accardo, Nicoletta Benvenuti, Luigi Ciceri, Paolo Gaspari, Paolo Medeossi."" -
Notturno con figure
È l'estate del 1759 quando una aristocratica proveniente dagli Stati Pontifici, la marchesa Costanza, ingenua e bigotta erede di una smisurato patrimonio, viene a vivere in Friuli nella villa del suo tutore. In uno scenario di apparente serenità agreste, si dipana una storia d'amore che ha la forza di un'iniziazione e cambierà il destino della protagonista. Il Friuli è percorso da fermenti anticipatori di un mondo nuovo: contrabbandieri e sbirri, provveditori e popolani, la Dominante con la sue leggi, i nobili Manin di Passariano, i Gozzi di Visinale, il cardinale Daniele Dolfin e Tiepolo che dipinge alla Purità, formano un intreccio denso, ricco di lontane suggestioni.