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Backstage. La Ciemmeci. Vent'anni di lavoro, creatività e alta tecnologia
L'avventura dei tre giovani Ciampolini, Maltinti e Capezzuoli che nel 1993 fondano la Ciemmeci - dalle iniziali dei cognomi dei tre soci - e in venti anni ne fanno un gruppo leader nel settore della pelletteria e pellicceria, impiegando competenze qualificate e tecnologie avanzate come il laser. È una storia che costituisce materia di studio per gli storici della società o anche scrittori che sempre più spesso raccontano la vicenda di questo nostro paese attraverso le storie di intraprese produttive che sono condizionate, a loro volta, dalla vita sociale, economica e culturale del territorio. -
Il paesaggio e l'agricoltura nella comunità di Monteroni nei primi anni dell'Ottocento
Il territorio della Toscana dispone al suo interno di singolari e multiformi visioni paesaggistiche che contribuiscono nella grande varietà di terreni in modo determinante a renderla un'area geografica tra le più interessanti d'Italia. Gli elementi tipici di un diverso percorso storico, la specificità dei sistemi agricoli, le forme architettoniche civili e religiose, espressioni proprie di una cultura peculiare, hanno prodotto nel corso di molti secoli un paesaggio davvero unico e irripetibile. Lo scopo di questa collana, che inizia con questo primo volume dedicato a Monteroni d'Arbia, è evidenziare caratteristiche e differenze di realtà ambientali interne dai rilievi collinari quali Mugello, Chianti, Amiata, o di quelle incise dai solchi vallivi dell'Arno, della Merse, dell'Arbia. -
Concino Concini maresciallo d'Ancre. Ascesa e caduta di un gentiluomo toscano alla corte di Francia (1600-1617)
Concino Concini era nipote del notaio Bartolomeo, il segretario e uomo di fiducia di Cosimo I de' Medici, che con la sua azione diplomatica aveva permesso al granducato di occupare un posto di rilievo tra le principali potenze europee. Concino, il più intraprendente fra i suoi nipoti, riuscì a farsi inserire nel gruppo di gentiluomini che avrebbero accompagnato a Parigi Maria de' Medici novella sposa del re di Francia Enrico IV; e... durante il viaggio della flotta toscana da Livorno a Marsiglia, si mise a far la corte a Leonora, ""sorella di latte"""" ed amica intima della regina, che finì per ricambiare le sue attenzioni. Sotto il regno di Enrico IV, i coniugi Concini ottennero cariche di prestigio e corpose elargizioni."" -
Enrico Chambion. Vicende storiche di un personaggio dell'Ottocento e del suo lascito al comune di Sesto Fiorentino
"Enrico"""" Chambion, come troviamo scritto nei documenti, resta legato a Sesto Fiorentino ed a Firenze. Nel capoluogo toscano giunse giovane, dopo essersi laureato in medicina a Parigi; prese alloggio stabile in Via Ricasoli e vi rimase fino all'ultimo. Chambion aveva donato la sua biblioteca - ricca di ben 944 volumi alla Biblioteca Pubblica di Sesto. Poiché il Fondo contiene opere realmente espressive della personalità, cultura ed attività dell'antico proprietario, francese d'origine e di cittadinanza, la pubblicazione del volume è stata preziosa occasione per sottolinearne l'orientamento umanistico, aperto ad ogni genere di studi e interessi, insieme alla convinzione della necessità di una alfabetizzazione diffusa e della centralità della scienza quale strumento per liberare l'uomo dall'ignoranza e dalla superstizione." -
La via Francigena. I piatti tipici. Storia, architettura e ricette del tratto Toscano
La Via Francigena ha rappresentato il collegamento tra il centro della cristianità, Roma, e il nord Europa e infiniti sono stati i pellegrini che per secoli l'hanno percorsa nei due sensi. E lungo il suo percorso si è dipanata una storia e una storia gastronomica qui raccontata per come era ieri, per come è oggi, cercando anche di approfondire l'aspetto intrinseco delle singole ricette e dei piatti proposti. -
Alexandros Yiorkadjis. L'armonia e il contrasto. Ediz. illustrata. Con DVD
Il catalogo è dedicato a Alexandros Yiorkadjis (classe 1981), emergente scultore cipriota formatosi all'Accademia di Belle Arti di Bologna con Davide Rivalta, che documenta ad alto livello come l'Italia e le sue Accademie siano ancora di grande richiamo per gli studenti da tutto il mondo che scelgono il nostro Paese come luogo privilegiato per la loro formazione artistica. è uno scultore di forte impatto che ragiona su tematiche no global in una visione armonica del mondo e della convivenza rispettosa della natura quasi di radice panteistica. -
Diario di un contadino alla «grande guerra»
Giuseppe Capacci era uno dei tanti contadini italiani finito suo malgrado negli ingranaggi della poderosa macchina da guerra del primo conflitto mondiale senza che fosse riuscito a darsene una spiegazione plausibile, come la stragrande maggioranza dei suoi commilitoni del resto che in numero considerevole vi avrebbero perso pure la vita. Scorrendo le pagine del suo ""Diario"""", non si può non rimanere affascinati dalla sua straordinaria capacità di descrivere fatti, personaggi, stati d'animo; dal suo non comune spirito di osservazione; dalle improvvise e frequenti illuminazioni di poesia che rappresentano una costante di tutta l'opera. Non aveva certo voluto la guerra - come scrive qui, in una nota critica, Antonio Gibelli - e di essa, che si presenta come una sequenza casuale di assalti e ritirate, di attese e spostamenti, di cui è impossibile cogliere il senso, benché ne sia a ogni ora evidente l'esito distruttivo, gli sfugge la logica complessiva."" -
I paesaggi minerari. Il caso di Santa Barbara a Cavriglia all'interno del panorama europeo
Questo libro si colloca all'interno di una ricerca molto più ampia sul tema dei paesaggi minerari. Negli ultimi anni, in ambito europeo, si sono moltiplicate le esperienze di recupero di aree minerarie dismesse nel tentativo di valorizzare e riqualificare territori depressi e abbandonati. La creazione di ""nuovi paesaggi"""", in cui comunque permangano elementi del passato posti però all'interno di contesti diversi e più vicini alle esigenze delle generazioni future, è una possibile strategia per il reale mantenimento dell'importante legame tra le persone ed il contesto in cui vivono. È in quest'ottica che, partendo da quelle che sono le esperienze in ambito europeo, con particolare riferimento alle miniere di combustibile fossile e all'esperienza della regione tedesca della Lusazia, si racconta la storia della miniera di Cavriglia e del suo territorio. Dal suo passato di sfruttamento produttivo, alla trasformazione continua dei suoi paesaggi fino ai suoi possibili scenari futuri."" -
Scultura & mosaico. Da Fontana a Pietro D'Angelo. Tra XX e XXI secolo le metamorfosi della tessera nella scultura italiana. Ediz. illustrata
In Italia, a partire dalla fine degli anni Trenta del Novecento, la scultura incontra magicamente il mosaico, due antiche arti si uniscono e ne formano una tutta nuova e di grande fascino, che però ha origini antichissime e dimenticate. Partendo dalle prime prove di Lucio Fontana e Mirko Basaldella che si riveleranno tra i più geniali artisti del secondo Novecento italiano la mostra riconosce e allestisce le fonti precolombiane di questa moderna declinazione della scultura italiana e ne traccia una prima linea evolutiva in divenire, mai tentata sino ad oggi, documentando altresì le multiformi ricerche artistiche del secondo XX e del XXI secolo, sino alle generazioni di artisti più giovani che declinano il concetto di ""tessera"""" in modo metamorfico."" -
Diario della guerra che non ho combattuto. Un italiano ebreo tra persecuzione e Resistenza
Il diario che Giulio Supino, professore di Idraulica espulso nel 1938 perché ebreo, appuntò su taccuini nel 1939-1940 e nel 1943-1945 (per il periodo intermedio sono conservati fogli sparsi) contiene molte storie, da lui vissute o osservate: la propria vita a Bologna, la seconda guerra mondiale, la persecuzione antiebraica, l'inizio del suo impegno antifascista, e poi la Resistenza nelle fila del Partito d'Azione, la partecipazione alla vita sociale, lo studio, la rete amicale, la vita clandestina con la famiglia a Firenze nel 1943-1944, l'impegno nella ricostruzione fino al rientro a Bologna appena liberata. Il diario viene qui pubblicato con il titolo che l'autore appose a un progetto di autobiografia, intrapreso dopo la guerra ma non portato a conclusione. L'inusuale ""non"""" contenuto nel titolo rimarca il suo non aver combattuto nell'esercito italiano, perché ebreo, e non aver partecipato militarmente alla Liberazione di Firenze, perché ferito. Ma con ciò Supino non intendeva sostenere militarismo e bellicismo; poco sotto quel titolo egli scriveva: """"Voglio raccontare come ho visto una guerra che non si doveva fare""""."" -
Le artigiane della moda e la creatività femminile. Le esposizioni dei lavori femminili a Firenze, Parigi e Milano (1871-1890-1902-1906)
Negli ultimi decenni c'è stato un crescente interesse per le esposizioni dell'800 come eventi nazionali ed internazionali, espressioni della nuova società borghese e dei suoi valori. Così sono stati studiati gli aspetti industriali, culturali, artistici e di costume per arrivare, in tempi più recenti, a cogliere anche le valenze mediatiche e di circolazione delle idee. Si è definito le Esposizioni come ""agenzie di modernizzazione"""", specchio del processo di globalizzazione dei marcati. Non vi è dubbio che fin dal loro nascere le grandi esposizioni, come quella di Londra del 1851 o quella di Parigi del 1855, rappresentarono grandi eventi di promozione di nuovi valori sociali e di incontro tra capitale, lavoro e mercato. Il giovane Stato italiano trovò nelle esposizioni nazionali ed in particolare nella prima assoluta, che si tenne a Firenze nel settembre del 1861, uno dei modi più efficaci per celebrare e rafforzare lo spirito nazionale."" -
1944 la guerra nel Chianti. Raddesi al fronte
Dopo l'8 settembre 1943, data dell'armistizio con gli Anglo-Americani sembrava che la guerra per l'Italia fosse veramente finita: invece non fu così. Alle sofferenze di quanti fino ad allora avevano direttamente partecipato alla guerra combattendo come soldati in Africa settentrionale sul fronte Greco-albanese o in Russia, si aggiunsero le difficoltà di un fronte aperto sul territorio italiano. A partire dal 10 luglio 1943 con lo sbarco delle truppe gli Anglo-Americani in Sicilia si videro contrapporsi eserciti alleati, truppe del ricostituito esercito italiano, formazioni partigiane e truppe tedesche e formazioni di miliziani della Repubblica Sociale Italiana. Nel periodo che intercorse fra il 10 giugno e il 4 agosto, la guerra interessò direttamente i comuni del Chianti. Proprio il massiccio dei monti del Chianti, con le quote più elevate del Monte Maione e monte Querciabella, rappresentò per i soldati tedeschi in ritirata un ottimo punto strategico per ostacolare e rallentare l'avanzata delle truppe alleate contrastarono anch'esse validamente le operazioni militari tedesche. -
L'accademia valdarnese del Poggio. Due secoli di storia e di ricerca
Il volume intende documentare oltre due secoli di storia dell'Accademia. Chi scorre i nomi elencati nel Catalogo degli Accademici Valdarnesi edito a Pisa nel 1811 non può fare a meno di meravigliarsi di come tanti illustri personaggi facessero parte di un sodalizio nato in un contesto locale, fuori da centri culturali come Firenze, Pisa o Siena. -
Le nostre radici. Il lavoro e la vita in Val D'Arbia nel secolo scorso. Ediz. illustrata
In un'epoca di memorie confuse e sbiadite, la fotografia mantiene intatto il suo valore narrativo lasciando a chi guarda, non solo il godimento estetico dell'immagine ma soprattutto possibilità di rielaborare, all'interno di un vissuto personale o familiare in cui affondano le nostre radici. ""Noi siamo quello che ricordiamo"""" scriveva Mario Luzi, e ricordando ciò che eravamo, non significa lasciarsi andare alla nostalgia di un tempo passato, ma neppure rifiutare quel tempo a favore di un """"progresso"""" basato sul consumismo e sull'apparire. Riguardando queste foto l'autore ha ripercorso la sua infanzia, la terra che lo ha vaccinato, i gesti ormai scomparsi, una """"cultura"""" che è stata spazzata via nonostante siano passati solo sessant'anni. Ma il tempo invecchia in fretta e per questo è importante ricordare, perché se noi siamo l'albero queste sono le nostre """"radici""""."" -
Un sogno in rotaia 1914-1937. La tramvia nel Valdarno superiore. San Giovanni, Montevarchi, Levane, Terranuova
L'idea di collegare i comuni del Valdarno Superiore con una linea di servizi automobilistici risale ai primi del '900. Nel 1908 si costituisce a Montevarchi ""La Società Anonima per la Trazione nel Valdarno Superiore"""", e dopo alcuni anni, nel 1914, le bianche vetture del tram iniziano il servizio in Valdarno. Il volume è una raccolta del materiale presente negli Archivi Storici dei Comuni, e delle tante Associazioni culturali e collezionisti privati del territorio, dove è stato possibile consultare le fonti documentarie (delibere, atti, giornali, periodici, opuscoli dell'epoca) e ottenere le oltre 100 immagini sulla tramvia del Valdarno."" -
La valle delle miniere
Un mosaico di ricordi per raccontare un angolo di Toscana protagonista di singolari e drammatiche vicende. Siamo nel Valdarno Superiore, in una valle racchiusa tra l'Arno e i Monti del Chianti, dove per circa un secolo le miniere di lignite rappresentano un mondo aspro e difficile, povero di beni materiali, ma straordinariamente ricco di valori umani. Poi giganti d'acciaio irrompono nella valle ed estraggono l'intera risorsa mineraria per ricavarne calore ed elettricità. La lignite scompare dal sottosuolo e porta via tutto: luoghi, cose, persone. La cultura dei minatori si eclissa, la morfologia del territorio si sconvolge, gran parte della popolazione deve abbandonare la propria casa, il proprio paese, che in un breve volgere di tempo non esistono più. ""Quella"""" valle delle miniere non c'è più. Memorie fermate sulla carta per non dimenticare gli uomini e le cose di un glorioso passato e guardare con speranza al futuro."" -
Cos'è quella luce laggiù? Il viaggio in Toscana dei cineasti stranieri
Francesi, russi, inglesi, tedeschi, irlandesi, neozelandesi, americani, iraniani: molti cineasti stranieri hanno fatto ""tappa"""" in Toscana, affascinati, incuriositi, attratti, ammaliati dai suoi paesaggi, dalle sue atmosfere, dalla sua storia culturale, dai suoi colori, dalla sua """"luce"""". Il volume intende mostrare i diversi sguardi che sulla Toscana i registi stranieri hanno gettato, in migliaia e migliaia di fotogrammi da catalogare, differenziando per temi, soggetti e livelli il diverso modo e la differente intensità ed emozionalità con cui il territorio toscano sono stati osservati."" -
1967 comunisti e socialisti di fronte alla guerra dei sei giorni. La costruzione dell'immagine dello Stato d'Israele nella Sinistra italiana
L'ipotesi su cui si fonda questo lavoro è che l'immagine dello Stato d'Israele presente da decenni nella Sinistra italiana (non solo in quella più estrema) - cioè quella di uno Stato aggressivo, espansionista, militarista, violento, razzista, con tratti assimilabili a quelli del nazismo, che pratica la discriminazione e l'apartheid nei confronti degli arabi - sia stata costruita in occasione della guerra dei sei giorni del giugno 1967, ad opera del PCI come risultato di uno scontro politico e mediatico con il Partito Socialista. Per trovare la conferma di questa ipotesi è stata analizzata la stampa comunista e socialista, in particolare i rispettivi organi ufficiali ""L'Unità"""" e """"Avanti!"""" - ma anche i periodici e le riviste che facevano capo ai due partiti e anche quelle che, in senso lato, facevano parte dell'area culturale della Sinistra, nonché il principale quotidiano fiancheggiatore del PCI, """"Paese Sera"""". È stato anche tenuto conto delle lettere inviate ai tre quotidiani ed è stato messo in rilievo il ruolo specifico dei dirigenti politici e dei giornalisti dei due partiti."" -
In victoria vita. Bozzetti inediti di monumenti ai caduti della «grande guerra» in Toscana. Ediz. illustrata
Nell'ultimo quindicennio si è assistito ad un confortante fiorire di censimenti dei monumenti pubblici. All'interno di tali censimenti, un posto singolare occupano quelli dedicati ai monumenti ai Caduti in occasione delle celebrazioni per il centenario della prima guerra mondiale. Il catalogo contiene alcuni bozzetti di monumenti di importanti cittadine toscane, opere dello scultore Odo Franceschi e lo straordinario bozzetto del monumento ai caduti nel camposanto monumentale dell'Arciconfraternita di Misericordia di Siena, opera di Guido Bianconi. -
Il can de Betto. Il lato B di quel da l'Agli
Senza patria, senza una lira, senza famiglia, senz'arte ne parte e senza un'idea per la sua natura intrinseca in una casa da dove lo buttano fuori a calci, quel di Betto è un cane emarginato, che con se stesso pone un tema modernissimo in questa società globale che, prima della depressione economica, soffre d'una crisi d'identità individuale e collettiva senza precedenti, che deve fare i conti col diverso ed è tornata ad avere problemi anche per mettere qualcosa sotto i denti. Le magnifiche sorti e progressive della così detta società del benessere, fino all'altro ieri prerogativa d'uno solo dei quattro punti cardinali, estesa agli altri tre ha creato non pochi problemi al mondo che si rispecchiano in una provincia come la nostra, con sfumature tipiche locali. Per una città come Arezzo, i cui abitanti sono stati bollati una volta per tutte come ""botoli ringhiosi"""" l'allusione ai cani diventa un fatto scontato. Ed ecco, dopo il Can da l'Agli, dispettoso quanto sfortunato, Il Can de Betto, autarchico per necessità, simbolo di tutti quelli che godono soltanto del riflesso dei piaceri altrui.""