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L' opera senza nome. Antistoria del poema dantesco
Pur irriducibile alla dantistica accademica, ""L'opera senza nome"""" si propone non come studio controcorrente provocatorio e polemico (per partito preso, come sarebbe in linea con l'attuale società dello spettacolo) ma vuole essere una lettura laica e un approccio leale a Dante, visto non come Padre della Patria e della Lingua Italiana, ma come uomo e pensatore contraddittorio, ambivalente e spesso insincero, a partire dalla Vita nova, cui qui si attribuisce valore di distrazione letteraria menzognera piuttosto che valore di documento probante e veritiero. Del tutto originale è l'ottica con cui, lontano dagli approdi tradizionali, si rivisita la figura di Beatrice nei Canti XXVIII-XXXI del Purgatorio, in un contesto critico che non contempla quel perenne omaggio (tipico di chi appartiene a confraternite ufficiali) alla santità operante del Poeta. Per quanto tripartita, la Commedia è narrativamente un viaggio senza soluzione di continuità (dall'Inferno alla natural burella al Paradiso Terrestre, da cui Dante stesso viene assunto in Empireo senza che neanche se ne avveda) e nello svolgimento non c'è mai uno stacco netto. Anzi, a rigor di logica, più che una trilogia, il Poema è una tetralogia, disponendo infatti di una brevissima Quarta Cantica: dal verso 49 al verso 145 del Canto conclusivo. Qui Nava si china stupefatto sugli ultimi 96 versi di Paradiso XXXIII: Dante sospetta che Dio, sacrilegamente, sia forse diverso da quello che le Scritture raccontano ma anche da quello che lui stesso ha raccontato negli oltre 14.000 endecasillabi precedenti come perno del suo Poema, senza prova o reperto testimoniale alcuno. Solo davanti al baratro della sua coscienza, Dante intuisce qualcosa di agghiacciante da cui non può far altro che ritrarsi mascherando astutamente il disinganno. E come la suprema visione si dissolve, assieme alla fantasia del Poeta, confluendo nell'implacabile moto uniforme dell'universo, così la Quarta Cantica suggerisce una pagina musicale: il finale della terza Sinfonia di Brahms dove la struttura armonica e melodica si materializza in un pulviscolo di suoni che sfociano nel silenzio agognato. Un libro da leggere attentamente, magari poco per volta, specie laddove non lo si condivide."" -
Giraffa, Miciona e i cuccioli del parco
Età di lettura: da 5 anni. -
La Torraccia. Un lungo giallo ancora irrisolto. Dal 1600 alla Liberazione al progetto per salvare il monumento
Testimonianza di una storia, che venne anche inserita nel censimento dei Luoghi del cuore promosso dal Fondo Ambiente Italiano. La sua forza evocativa è innegabile: fra i campi di oggi, coltivati, questa seicentesca torre costiera di avvistamento con la sua sola presenza spalanca le porte della memoria, riconducendo alle vicende di quel Porto Candiano che qui correva, costringendoci a prendere atto delle profonde trasformazioni del territorio, della linea di costa, dell'ambiente e assieme dell'intervento dell'uomo che ridefinisce i luoghi, con il lavoro, con l'uso, ma anche con l'abbandono. Carlo Zingaretti da cinquanta anni tiene d'occhio la Torraccia. Bene ha fatto a proporcene in questo suo lavoro le origini, e le vicende successive, a partire dal Seicento, in una Ravenna pontificia ancora alle prese con i pericoli che venivano dal mare. Baluardo alle incursioni piratesche, questo nostrano esempio di architettura fortificata, oggi unica torre costiera rimasta nel ravennate a segnare l'antico Porto Candiano, ha conosciuto la dismissione e i parziali riusi, legati alla pastorizia o alla agricoltura... E oggi si erge, potente rovinosa immagine in questa bella terra ricca di memorie archeologiche da salvare, in un contesto ambientale fra i più rilevanti dal punto di vista naturalistico. (Dalla prefazione di Claudia Giuliani) -
L' altalena delle nuvole
Vivere consiste nel manifestare al mondo la nostra intima malattia. Questa è la ""saggia"""" e amara considerazione della giovane autrice, che ancora combatte a denti stretti per la vita. Il lettore è invitato in un viaggio fatto di constatazioni e di fatti a volte incredibili tramite una scrittura didattica e terapeutica (sulla sofferenza psichica più grave, la psicosi) che vuole essere di sostegno e di aiuto agli interessati, ma soprattutto alle donne di ogni età e alla tutela della loro dignità nel primo incontro - spesso fragile - con l'altro. Scritto durante il lockdown, il libro testimonia un cammino difficile e sofferto ma anche la rinascita e la riscoperta di un sentimento universale che l'autrice credeva di aver perso per sempre. Eccola invece accompagnare il lettore attraverso le righe della sua anima per farlo calare in un mondo intimo e sconosciuto, fino al culminare dell'amore che può guarire anche le ferite più grandi."" -
Amalasunta. La regina ravignana
Per buona parte delle persone Galla Placidia è un Mausoleo, Amalasunta è una Via. Eppure nella storia hanno ricoperto un ruolo importante: diedero inizio ai processi d'integrazione fra popoli che oggi, dopo quindici secoli, sono ancora traballanti e irrisolti. E spesso l'odio oggi è persino più feroce. I motivi sono gli stessi: le migrazioni. Dalle controversie interne al cristianesimo di quei tempi, si è passati alle guerre interreligiose dei tempi moderni. Amalasunta intende continuare sulla strada del padre re Teodorico: unire Goti e Italiani, ariani e cattolici ed è quello che Costantinopoli accetta momentaneamente pur di spianare la strada a un futuro unico impero. L'impero d'Oriente, che sembra concedere spazio, vuole solo guadagnare tempo. A Costantinopoli si perseguitano gli ariani mentre a Ravenna e in Italia la convivenza sembra reggere. Ma solo finchè regge Amalasunta, presto lasciata sola a combattere contro tutti. La Regina finirà sopraffatta dai suoi stessi Goti e con lei finiranno le speranze iniziali. Fuori i Goti, l'Italia diventerà territorio di conquista e di guerra - dopo i Bizantini - da parte di Longobardi, Franchi, Normanni. Fino ad arrivare alle guerre d'Indipendenza contro l'Austria, la Francia, la Chiesa e fino al Regno d'Italia. Chissà se nell'Italia Unita c'è un po' di quell'Amalasunta che si sentiva romana... -
Il sito Unesco di Ravenna otto monumenti di valore universale
Ecco la tua guida del Sito Unesco di Ravenna: Battisteri Neoniano e Ariano, Cappella Arcivescovile, Basiliche di S. Apollinare Nuovo, S. Apollinare in Classe e S. Vitale, Mausolei di Galla Placidia e Teodorico. Sono ben 8 i monumenti ravennati che compongono il Sito Unesco e che hanno reso Ravenna patrimonio dell'umanità dal 1996 per i suoi beni culturali paleocristiani e bizantini e per la suprema maestria artistica dei suoi mosaici. A Ravenna il mosaico - già diffuso in tutta l'area del bacino mediterraneo - da decorazione pavimentale si eleva lungo le pareti e sulle cupole, con irripetibile armonia architettonica e potente apparato iconografico. Nei mosaici di Ravenna si narrano i testi sacri attraverso le immagini: qui troviamo le prime rappresentazioni dell'iconologia cristiana, uomini e donne, santi e vescovi e vergini, un'imperatrice con le sue principesse; troviamo animali, fiori e stelle, una combinazione di realismo e simbolismo unica al mondo, un punto di partenza imprescindibile per gli sviluppi successivi nella storia dell'arte universale. La bellezza di Ravenna è nascosta all'interno di battisteri, basiliche e mausolei e nei tesori di luce e di colore che il suo patrimonio musivo sprigiona da secoli. Il mosaico è un modo per raccontare storie, per rappresentare lezioni e sogni, è una metafora e allo stesso tempo è reale, concreto, solido e resistente. In ordine non cronologico, questo libro racconta di battisteri, basiliche e mausolei, luoghi che in antico erano dedicati al ritrovarsi degli uomini in comunità, e cioè rispettivamente all'inizio della vita (battisteri), allo svolgersi della vita (basiliche) e alla fine della vita (mausolei). Racconta anche di come in anni recenti si sia deciso di narrare di nuovo questa straordinaria storia. -
Una donna dal pensiero forte. Scritti, inediti, testimonianze
Pur abbastanza voluminoso, questo libro, tra testi editi e inediti, raccoglie non più di un decimo della produzione scritta di Giovanna Bosi Maramotti. Abbiamo riunito per tema (il 25° di Giovanna coincide con il settecentenario dantesco) solo gli ""scritti per Dante"""", preferendo presentare gli altri scritti in ordine cronologico, per meglio dare l'idea della ricchezza di interessi che Giovanna riusciva a coltivare contemporaneamente. Né i testi di Giovanna sono sempre riprodotti integralmente, mirando la nostra selezione non tanto alla compiutezza e precisione filologica, quanto piuttosto a lumeggiare i passi dove più evidente emerge la sua intelligenza critica e la sua autonomia intellettuale. Per lo stesso motivo abbiamo omesso sia le immagini sia le note dei testi originali e abbiamo optato per non aggiungere l'indice dei nomi, che sarebbe risultato assolutamente riduttivo rispetto alle conoscenze reali dell'autrice, i cui testi autografi (qui quasi 300 pagine) il sobrio ed essenziale inserto fotografico separa dalle testimonianze (qui quasi 100 pagine) di chi più l'ha frequentata e apprezzata da vicino. Offriamo così alla sua città e ai giovani un quadro, certo incompleto ma crediamo veritiero, del personaggio. Anzi della persona. Una persona che, nel 25° della scomparsa, ci appare vivissima e che intendiamo onorare sottolineandone il suo aver agito ed essere vissuta in controtendenza proprio anche sul piano della visione generale e filosofica del mondo. E oggi, al declinare di una fase storica in cui, almeno in Italia, i filosofi di sesso maschile hanno teorizzato e praticato """"il pensiero debole"""", ci piace, con questo volume, documenti alla mano, poter proporre ai lettori l'immagine di una donna dal pensiero forte."" -
Il Partito Comunista della provincia di Ravenna. Fotostoria 1921-2021
Nel Centenario della nascita del Partito Comunista Italiano (1921-2021), questo fotolibro sui comunisti della provincia di Ravenna propone immagini e documenti raccolti, tra archivi pubblici e privati, da trenta fonti diverse. Non sempre le immagini sono di buona qualità tecnica ma, se le abbiamo messe, è perché ci sono parse significative come documenti. A meno che non facciano parte di un unicum tematico, le immagini sono inserite con un criterio generale cronologico, anche se spesso - dentro la sequenza cronologica - la didascalia, per completare l'informazione, fa riferimento a più anni e non ad uno solo. In ogni didascalia, la data di riferimento è in grassetto in modo da fungere anche da titoletto interno identificativo di ognuno dei sette capitoli elencati in seconda bandella nell'indice: Verso le origini 1882-1921; Le origini 1921-1925; La clandestinità 1925-1943; La Resistenza 1943-1945; Il dopoguerra 1945-1969; Le giunte di sinistra 1969-1991; Dopo lo scioglimento 1991-2021. Non tutte le immagini o tutti i documenti pubblicati nel libro sono corredati da data, luogo e descrizione puntuale dell'iniziativa rappresentata. Quando non è stata possibile la precisione, ci siamo tenuti sul generico: ad esempio ""Anni '70"""" oppure con la sola individuazione del personaggio o del luogo dell'evento. Si vedrà fin dall'inizio che le vicende dei comunisti ravennati si snodano non solo nel ravennate ma in tutta Italia e all'estero. E si vedranno tantissimi volti di militanti. Si vedrà anche come tutti i massimi dirigenti nazionali del Partito siano venuti qui anche più volte, a partire da Enrico Berlinguer, il quale, presente in zona negli anni '50, negli anni '60, negli anni '70, negli anni '80, a Ravenna ha dato molto e qualcosa ha anche preso, e soprattutto si è imposto come una figura di dirigente comunista capace di entrare nel cuore non dei comunisti soltanto. Il lettore di antica fede, come il semplice curioso, potrà lasciarsi andare sfogliando il libro e naufragare dolcemente nel grande fascinoso mare del Partito Comunista ravennate. Nota dell'Editore"" -
Il tranvai Meldola-Forlì-Ravenna
Il 31 dicembre 1929, con il transito dell'ultimo convoglio, cessò sulla tranvia Meldola-Forlì-Ravenna il servizio merci mentre continuò fino al 10 gennaio 1930 quello passeggeri. Tutto cominciò circa cinquant'anni prima quando il Dott. Giovanni Brusaporci di Meldola, l'Ing. Giulio Romagnoli di Forlì e la Banca torinese Tachis-Levi & Figli (che fornì i capitali) costituirono una società per la costruzione di una tranvia a vapore tra Meldola e Forlì, successivamente ceduta alla belga Societé Anonyme des Tramways des Romagnes già impegnata nella gestione di diverse tranvie in Italia. Il 19 novembre 1881 si ebbe l'inaugurazione della linea Meldola-Forlì, il 10 novembre 1883 venne inaugurata la Forlì-Ravenna e alla fine del 1884 fu completata la diramazione verso la Darsena del Porto di Ravenna. Nel 1900 la tranvia raggiunse anche lo zuccherificio di Classe e in seguito furono realizzati diversi raccordi con stabilimenti industriali soprattutto a Forlì. Questo volume, ricco di immagini e documenti, fa piena luce sul primo e unico tentativo di collegamento diretto, non automobilistico, tra Forlì e Ravenna che prolungando la tranvia proveniente da Meldola fino al Porto ravennate tentò di avvicinare la collina al mare. -
Augusto Simonini nella cultura del '900
È la Romagna ad aver informato profondamente la personalità e l'opera di Augusto Simonini, nativo della gloriosa Castelvetro matildica e modenese celebre per il suo cittadino Ludovico e per il soggiorno trascorsovi da parte di Torquato Tasso. Negli Anni Sessanta la sua nuova cittadinanza ravennate lo aveva con ogni evidenza affascinato. Era pieno d'interesse per la storia di quella città e della sua funzione di ""semicapitale bizantina"""" in quanto centro di un esarcato sostenuto da un'autocefalia religiosa ch'era quasi - ecclesialmente parlando - una forma d'indipendenza liturgico-disciplinare. Ma i suoi due grandi lavori storici ancor oggi noti e apprezzati (La Chiesa ravennate. Splendore e tramonto di una metropoli, edita nel 1964 grazie al supporto del Monte di Ravenna; e Autocefalia ed esarcato in Italia, edita nel 1969 dall'editore ravennate """"storico"""", Longo), espressione fra l'altro dei suoi crescenti interessi relativi alla storia delle eresie, si erano andati accompagnando a una crescita delle sue competenze e - possiamo dirlo - della sua passione per i problemi linguistici, stilistici ed estetici. Ne era scaturito, nel 1968, un ampio e sostanzioso volume ch'era nei suoi ambiziosi e tutt'altro che malriposti propositi ben più di un manuale, la Storia dei movimenti estetici nella cultura italiana: un'opera impegnata che trovò un editore prestigioso, Sansoni di Firenze... fino al suo lavoro a vari livelli più impegnativo e coraggioso, Il linguaggio di Mussolini... ... se meno precoce e meno repentina fosse stata la conclusione della sua vita, ci avrebbe senza dubbio fornito altre prove della sua originalità e della sua energia intellettuale. Anche per questo è profondamente opportuno richiamarne l'esperienza ed onorarne l'opera. (dall'introduzione di Franco Cardini) Testimonianze di Chiara Arcozzi, Rita Arfelli, Daniela Barbanti, Claudio Battistini, Beatrice Brandolini, Marta Bustacchini, Rosa Maria Galli, Camilla Giorgini, Corrado Liverani, Claudia Malagola, Oscar Manzelli, Andrea Maramotti, Giulia Massani Madia, Fulvia Missiroli, Franco Mollia, Giorgio Montanari, Rita Montanari, Aldo Preda, Lidia Ricci Lucchi, Sergio Sansoni, Aldo Savini, Renata Senni, Costantino Vighele, Giacomo Zama. Introduzione Franco Cardini."" -
Il mal secco
Il mal secco è la storia d'amicizia e d'amore tra il professore di francese Francesco, il suo amico Alfio, la bella straniera Evelyne. La storia ricostruita attraverso tracce, dicerie, scritti e testimonianze, accompagna il lettore nel farsi e disfarsi dell'itinerario amoroso, con i suoi momenti di incontro e di rottura, l'intrecciarsi dei sentimenti e il loro naturale tumultuoso fiorire e inaridirsi. Il paesaggio verde, che si stende tra i monti del massiccio dell'Etna e il blu del mare Jonio, diventa un personaggio capace di interagire con le emozioni e gli affetti dei protagonisti della storia. Mal secco è una malattia che colpisce gli alberi di limoni, ostruendo la circolazione della linfa della pianta: l'albero c'è ancora, ma, con pena, si assiste alla perdita di ogni sua vitalità. -
Galeotto fu il convento
Giunto all'età del pensionamento da professionista grafico, nel pieno della maturità, Adelmo comunica alla famiglia sbigottita, moglie e figli che pure ama teneramente, la sua determinazione a ritirarsi nel mitico Monastero montano di Sant'Altfrido, luogo dell'anima, già frequentato in passato instaurando con i monaci un solido rapporto di sincera amicizia e reciproca stima. Lì non cade mai nella monotonia. Anzi, così tante incombenze non le aveva mai sbrigate nemmeno quando si era trovato al culmine dell'attività lavorativa. Quel sacro luogo si rivela però pian piano fonte imprevista di ogni sorta di tentazione e tutto, dentro o fuori il cenobio, diventa occasione per la trasgressione e il peccato. E come fu il Libro di Ginevra e Lancillotto per Paolo e Francesca così per Adelmo Galeotto fu il convento. Per quanto cerchi di resistere a ogni lusinga seduttiva e alle relative conseguenze, sarà infine il suo passato a presentargli il conto e a cambiargli inaspettatamente il futuro oltre ogni speranza e oltre ogni timore. (n.d.e.) -
Blu di Persia con donne in nero. Sotto un lembo di velo, i colori dell'Iran
C'è il blu delle moschee e del cielo di Persia. Quel blu che risplende in mille sfumature sulle maioliche di Isfahan e fra le colonne di Persepoli. C'è il nero che accende gli occhi delle donne e spegne le loro forme. E poi ci sono tutti gli altri colori. Il verde dell'Islam. Il rosa e il giallo dei tappeti. L'argilla dei muri di Yazd. L'ocra delle città morte. Il rosso delle dune di Mesr. È un Iran che rifulge di bellezza e colpisce per le sue contraddizioni. Difficile da capire e raccontare, perché ci dividono secoli di incomprensioni e diffidenze, dalle Termopili a Khomeini. L'Iran ti cattura e si fa amare, ti fa intenerire e allo stesso tempo arrabbiare, non ti lascia mai indifferente. La doppia lettura di questo lavoro - testuale e fotografica - è un viaggio fra immagini, storie, personaggi, leggende del passato che si confondono con il presente. A volte protagonista è la Storia, con i suoi continui intrecci fra Oriente e Occidente. In altre occasioni è la vita dei protagonisti a prendere il sopravvento. Perché ogni viaggio di scoperta è, prima di tutto, un viaggio dell'anima. -
I sequestrati di Lavezzola. Romanzo decameronico
Cosa faresti se ti trovassi in aperta campagna, bloccato in una casa, senza possibilità di uscirne? È già capitato a un gruppo di amici riuniti per una cena in allegria. Basterà il buon vino a dissipare lo sconforto per questa reclusione? Quanto durerà il periodo di clausura? Riusciranno i nostri eroi a fare ritorno alla loro vita normale dopo l'emergenza? Ruotanti in una girandola caleidoscopica, i personaggi raccontano e intrecciano le loro storie, le loro fantasie, i loro desideri arditi e le loro smaccate idiosincrasie senza soluzione di continuità. Il lettore si trova portato ad adottare uno dei personaggi o, al contrario, a far pollice verso per un altro, come partecipasse direttamente a quel soggiorno agli arresti domiciliari di cui non si vede il termine e dove frecciate, lazzi e sorprese accompagnano tutti i presenti verso un finale imprevedibile. -
Nefertiti e altri racconti
Il raggiungimento della pensione rappresenta l'occasione, per un medico, di realizzare un desiderio a lungo sopito: scrivere. Questo fatto può sfociare in un dotto trattato sui grandi progressi della biologia e delle terapie innovative, in grado di produrre risultati clinici impensabili solo alcuni anni fa, oppure in un testo fatto di racconti più spesso tristi di storie vissute e dall'esito amaro. Questo libro può essere considerato appartenente alla seconda categoria; tuttavia, pur comprendendo alcuni episodi del tipo suddetto, inevitabili del contesto di una professione di questo tipo, cerca di trovare, nei vari episodi descritti, il lato ironico, spiritoso, talvolta sperabilmente divertente, pur nel massimo rispetto delle persone e dei loro problemi. Un Amarcord che copre oltre 70 anni di vita, non solo di professione medica. Cinquantaquattro racconti dove Berni, Nappo, il goliardo, Colleghi e Direttori e tanti altri emergono dal fondo della memoria con le loro piccole e grandi storie. -
Il centro di astrologia parapsicologia esoterismo di Ravenna. Esperienze dagli anni '70 agli anni '80
... Quello che avevamo messo a punto e gli studi continuamente in evoluzione, cominciarono ad attirare l'attenzione di un pubblico sempre più vasto; quindi si diede l'avvio a molteplici attività con il Patrocinio del Comune di Ravenna (Assessorato per le Manifestazioni Culturali), con quello dell'Assessorato per la Cultura della Provincia e con la collaborazione di associazioni varie come ad esempio: il Centro di Parapsicologia di Bologna, il Centro Gramsci, la C.A.P.I.T., il Centropolivalente di Yoga-ArtiMarziali ""La Torre"""", ecc.; poi con quella particolarmente importante di un giornale come ASTRA che, tramite il direttore Luigi Razzoli ed il caporedattore Rudi Stauder, si rese disponibile ad inviare i suoi esperti per molteplici conferenze dibattiti...."" -
Isabella Soldati e Renato Salvadeo artisti in Ravenna. Dagli anni '60 ad oggi
Dalla seconda metà degli anni '60 ad oggi, Isabella Soldati (belga di nascita) e Renato Salvadeo (ravegnano doc) hanno svolto per cinquant'anni abbondanti, sia assieme sia singolarmente, un'intensa e ininterrotta attività di artisti e animatori culturali nella città di Ravenna e dintorni. Non risulta (con l'eccezione forse dei coniugi performer Gianni e Renata Strada) che esistano qui da noi altre coppie di artisti che, dopo essersi sposati giovanissimi, abbiano saputo collaborare professionalmente per un periodo così lungo e ancora persistano. Li ha certo pittoricamente uniti la comune ispirazione e impronta metafisico-surrealista, corroborata dalla vocazione eclettica per le varie tecniche, dall'olio su tela e su legno alla grafica, spaziando dalle opere di grande formato al collage citazioni sta e all'illustrazione editoriale e cimentandosi con ogni committenza: privata, pubblica, religiosa. Entrambi sono stati filiali amici di Walter Magnavacchi e suoi preziosi aiuti per lo storico Premio Nazionale ""Marina di Ravenna"""". Entrambi inseriscono abitualmente nelle loro opere qualche dettaglio problematizzante e ironico che Isabella filtra con inossidabile leggerezza, mentre Renato si concede a volte qualche punta di inquietante sarcasmo. Entrambi hanno la stessa paura dell'""""horror vacui"""", esorcizzato con l'esecuzione meticolosa dei particolari. Entrambi portati a una creativa ed energica visionarietà fantastica. Un sodalizio artistico, oltre che di vita, unico nel suo genere. (Nota dell'editore)"" -
Fare è sapere. Manuale tecnico-pratico del metodo musicale Tititom
Il Metodo Tititom attiva tutte le tipologie di intelligenza individuate dalle moderne neuroscienze (Gardner, Sternberg) ed accoglie al suo interno l'eredità del pensiero di intellettuali e scienziati come Maria Montessori e Rudolph Steiner. È adottabile a partire dai sei anni di età in poi, senza particolari differenze a livello didattico e non sono richieste particolari competenze nemmeno a chi assume il ruolo di didatta! Non occorre essere ""musicisti"""" per usare il metodo Tititom e lo scoprirete leggendo il manuale Fare è Sapere."" -
La mia Odissea
«Mi muovo tra i colori e le parole, i modi espressivi più belli del mondo, con i quali provo a trasmettere le mie emozioni. Spero che questo mio libro possa essere un piccolo insegnamento per i miei lettori e nello stesso tempo un invito convincente per apprezzare la vita in tutti i suoi aspetti» (Emilia Frunz?). -
La Croce del Sud. Prose e poesie dalla Romagna all'Oriente
L'immaginario di un bambino ravennate degli anni '50 si avvera dopo decenni tra gli arcipelaghi dell'Oceano Indiano, le perplessità di un liceale degli anni '60 riaffiorano inaspettate sotto il cielo stellato di una notte asiatica. Appostato tra le folle di una metropoli o nella solitudine di un'isola tropicale, l'autore annota con tagliente lucidità inquietudini, malie, essenze profonde dell'Oriente, filtrandone le luci nel prisma culturale della propria origine mediterranea, intimamente custodita proprio perché tanto lontana da quel mondo. Guida a queste rotte erranti del pensiero, rivelatrice epifania nel notturno e rassicurante metafora di vita, il muto fulgore di una costellazione australe racchiude i codici di un'intera esistenza. Temi e vissuti eterogenei, radicati negli anfratti di un'epoca irripetibile per il suo fermento e i suoi demoni, la sua rabbia e le sue virtù, varcano con disinvolta energia i limiti convenzionali rivelando inaspettate affinità. Ombre trasvolanti e benevole di poeti di ogni tempo impregnano di raffinato stupore queste pagine, dedicate da un pescatore e da uno psichiatra alle arcane parentele che legano parola e silenzio, musica e poesia, poesia e follia. La Croce del Sud. (n.d.e.)