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La culla degli obbedienti. Un'inchiesta sui rapporti tra educazione e potere
La storia degli ultimi anni ci ricorda che l'Uomo forte esercita un fascino magnetico. Seduce. Si nutre delle insicurezze della gente, delle paure, delle debolezze. La sua ascesa sembra favorita dalla disposizione di molti a seguire acriticamente i modelli valoriali che l'autorità, politica ma anche economica, impone. Adeguamento, accettazione, conformismo: sono queste le ""virtù"""" che ci conducono a una società migliore, più sana, più sicura? Siamo davvero certi che l'educazione delle nuove generazioni debba andare in questa direzione? E cosa significa crescere, da bambini e adolescenti, in un simile clima? Francesca Mandelli ha incontrato sei autorevoli studiosi - filosofi, storici delle idee, sociologi e educatori militanti - e ha chiesto loro di esprimersi su questi temi, ognuno con le proprie competenze e il proprio sguardo specifico. Ne è nato un libro che, procedendo di dialogo in dialogo, indaga i rapporti tra educazione e potere e recupera filoni di pensiero - come ad esempio quello libertario - che oggi sembrano dimenticati benché aprano prospettive irrinunciabili. Come sostiene una delle voci di questo libro, oggi si riflette anche troppo sulle tecniche da adottare nell'educazione e nell'insegnamento, mentre non si riflette abbastanza sul tipo di persone che vogliamo essere e sul tipo di bambini che vogliamo crescere. Francesca Mandelli ha sentito il bisogno di risalire alle questioni fondamentali riguardanti il senso della persona e il suo valore all'interno della società, e condivide con noi gli spunti raccolti durante la sua """"inchiesta""""."" -
Una luce che non si spegne. Luoghi, maestri e compagni di via
La meravigliosa attitudine alla marginalità di Vittorio Sereni, la severità positiva e generosa di Giorgio Orelli, i fantasmi di Maria Corti. Sono una ventina i ritratti raccolti in questo libro: poeti, critici, scrittori, incontrati sulla pagina e spesso nella vita. Ma anche figure poco note che non appartengono per forza alla cerchia dei letterati. Così tra le pagine compaiono un «architetto di periferia» preoccupato per il territorio e le derive del suo mestiere; due storici dal temperamento opposto, vulcanico e irruente l'uno, garbato e ironico l'altro, ma ugualmente consapevoli del valore della memoria (ai quali se ne aggiunge un terzo, capace di ripescare dagli archivi di paese storie che non sfigurerebbero in un romanzo di Bolaho); un'insegnante di francese di tanti anni fa di cui resta indelebile il programma per i giovani studenti: ""leur ouvrir un peu la fenêtre"""", aprirgli un po' la finestra. Fabio Pusterla ricorda, con gratitudine e affetto, chi gli ha permesso di allargare lo sguardo e continua, anche solo con l'esempio, a orientare il suo cammino."" -
Max Liebermann. Pioniere dell'impressionismo tedesco-Wegbereiter der deutschen impressionismus. Catalogo della mostra (Ascona, 9 giugno-30 settembre 2018). Ediz. a colori
In Svizzera Max Liebermann non è uno sconosciuto. Ancora in vita, l'artista berlinese, uno dei massimi esponenti dell'impressionismo tedesco, era già apprezzato e ricercato dai collezionisti d'arte svizzeri. Le sue opere ancora oggi sono spesso esposte da numerose istituzioni pubbliche elvetiche, come ad esempio il Kunsthaus Zürich, il Museum Oskar Reinhart di Winterthur o i musei d'arte di Soletta e San Gallo. Catalogo bilingue italiano - tedesco, pubblicato dal Musero Castello di San Materno di Ascona (in occasione della mostra: 9 giugno, 30 settembre 2018) e della Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten. Con saggi di Harald Fiebig e Janna Oltmanns. -
Bellinzona grand tour. Ediz. italiana, tedesca e francese
Negli anni Bellinzona è stata roccaforte e crocevia, città diffusa e laboratorio per la moderna architettura ticinese. Percorrendola nello spazio, nel tempo, nel ricordo, i racconti di questo libro trilingue ne tratteggiano un profilo frastagliato e vario; a fare loro eco, l'intervento di un architetto e le mappe di quattro itinerari attraverso la città. -
Le Alpi in movimento. Vicende del casato dei mercanti migranti Pedrazzini di Campo Vallemaggia (XVIII s.)
Seguendo gli itinerari di altri emigranti originari dei baliaggi svizzeri a sud delle Alpi, che si dirigevano verso centri del Sacro Romano Impero Germanico, a inizio Settecento membri del casato Pedrazzini di Campo Vallemaggia si spinsero fino nella città di Kassel, dove fondarono un negozio di prodotti coloniali. Sotto l'insegna «Gaspard Pedrazzini & Fils» nacque così un'attività imprenditoriale di successo destinata a durare per più di un secolo fino agli anni 1830. L'indagine sulle vicende dei mercanti migranti si basa sullo spoglio di un ricco archivio familiare, un unicum nel panorama alpino, la cui documentazione inedita è composta soprattutto da corrispondenza. Le fonti attestano come per i Pedrazzini il villaggio alpino e il centro di emigrazione non costituissero due momenti separati, bensì due poli interdipendenti di un unico sistema. La reputazione e l'agiatezza raggiunte a Kassel andarono infatti a confermare nel tempo la loro appartenenza alla comunità natia, dove essi assunsero un ruolo di peso quali esponenti del notabilato locale, divenendo interlocutori rispettati dalle autorità balivali ed elvetiche. I loro possedimenti nei baliaggi sudalpini, la rete creditizia, il mecenatismo, le caratteristiche del loro insediamento a Campo con l'edificazione delle imponenti dimore gentilizie, sono tutti indizi di un investimento considerevole nel luogo d'origine. Da tale radicamento trasse a sua volta slancio e vigore l'avventura imprenditoriale dei Pedrazzini nella città tedesca, in un continuo interscambio che invita a riconsiderare l'opposizione tra mobilità e appartenenza. -
Dada, Ascona e altri ricordi
«Lo scrittore svizzero racconta con disincanto un’esistenza burrascosa: dal collegio per “giovani deviati”, ai manicomi, alla letteratura poliziesca» - TuttoLibriL'adolescenza in un collegio per figli devianti della borghesia sul lago di Costanza, tra cameratismo, letture edificanti e sport all'aria aperta. L'esperienza dadaista a Zurigo insieme a Tristan Tzara, Hugo Ball, Emmy Hennings e altri personaggi dalle idee in ebollizione e dai vestiti impossibili. Il periodo ad Ascona, sulle pendici di quel Monte Verità popolato, oltre che da indagatori dell'inconscio e artisti di vario genere, dai seguaci del «mago» Rudolf Steiner e da alcune figure oggi leggendarie della danza moderna - circondate però da uno stuolo di ballerine che, sebbene animate da fede profonda, risultavano assai meno convincenti. L'Africa della Legione straniera e la noia dei soldati sospesa nella calura costante. Il lavoro in una miniera di carbone in Belgio, e poi a Parigi come lavapiatti. Quella di Friedrich Glauser è una vita perennemente in fuga: dal padre, dalla morfina, dagli istituti psichiatrici, dalla polizia, dai propri fantasmi. Un'esistenza frantumata e ribelle che l'autore racconta senza mai abbandonarsi al pathos o all'autocommiserazione, con quella prosa limpida e avvolgente, a volte sognante, che fa di lui un classico del Novecento. -
Rivista per le medical humanities (2018). Vol. 40: Nurse Midwife
Il Dossier di questo numero è costituito dal portfolio fotografico di W. Eugene Smith. Riprendiamo infatti il suo reportage Nurse Midwife, pubblicato per la prima volta dalla rivista Life nel 1951 e qui rivisitato nella sequenza e nell'impaginazione, con l'aggiunta di 19 fotografie. Se le opere di Smith hanno segnato, con la loro indefessa attenzione all'essere umano e alle sue condizioni di vita, la storia del fotogiornalismo, questo reportage dedicato all'infermiera-levatrice Maude Callen potrebbe ben essere annoverato tra i contributi di riferimento delle Medical Humanities, sia per l'esempio luminoso della persona ritratta nella sua funzione di curante, sia per la straordinaria limpidezza e partecipazione dello sguardo dello stesso Smith. L'Intervista propone un incontro con il medico e ricercatore Gianni Tognoni, che ha svolto un ruolo di rilievo nella costituzione dei comitati etici negli ambiti di ricerca italiani. Nella sezione Casi clinici viene discusso quello del medico Hadiza Bawa-Garba e del suo ruolo nella morte di Jack Adcock, a partire da una ricapitolazione della vicenda e di un articolo apparso su The Guardian nel febbraio 2018. Completano il numero gli interventi sul rapporto fra rischio e responsabilità al Simposio COMEC 2018, tenutosi lo scorso 22 maggio a Bellinzona. -
Rime facili per grandi e piccini
Età di lettura: da 5 anni. -
L' arte della scagliola a intarsio in Ticino. Ediz. illustrata
Sviluppatasi a partire dal XVI secolo, l'arte della scagliola raggiunge il massimo splendore in Ticino e nell'alta Italia tra i secoli XVII e XVIII. La tecnica a intarsio era utilizzata per paliotti d'altare, tavolini e stipetti e rappresentava una valida alternativa all'intarsio marmoreo, più caro e di più complessa realizzazione. Le chiese ticinesi sono ricche di paliotti in scagliola, molti dei quali spiccano per l'alta qualità artigianale: queste opere sono la prova evidente dell'abilità di maestri, come i Pancaldi o i Solari, e delle relative botteghe. L'iconografia è variegata: si passa da motivi di carattere geometrico, vegetale, animale, a motivi sacri. Non mancano stemmi, emblemi e dediche che spesso aiutano a datare le opere. Elfi Riisch, storica dell'arte e a lungo collaboratrice dell'Opera Svizzera dei Monumenti d'Arte (OSMA), pubblica in questo volume i risultati di un'approfondita ricerca, che le ha permesso di catalogare gran parte degli esemplari di scagliola a intarsio presenti negli edifici sacri del Canton Ticino. Ogni scheda di catalogo fornisce dettagli su ubicazione, datazione e descrizione dei soggetti rappresentati; inoltre, in numerosi casi, le schede sono arricchite dalla voce «confronti esteri» che consente di chiarire l'origine dei paliotti e acquisire ulteriori informazioni dettagliate circa i motivi decorativi. Per completezza di dati e scientificità dell'analisi di ogni singolo paliotto, il volume rappresenta a tutti gli effetti un'opera di riferimento per gli studiosi di questa forma d'arte. Ad arricchire il catalogo, un'ampia appendice e le fotografie realizzate da Ely Riva. -
Le vacanze di Studer. Un poliziesco ritrovato
A 100 anni da quel caso irrisolto, Andrea Fazioli, giallista svizzero di lingua italiana, riprende i frammenti di Glauser e li incapsula in un intreccio singolare e trascinante in cui lui stesso finisce per trovarsi coinvolto...rnrn«È impossibile distinguere la perfetta verità romanzesca dalla finzione del reale» - Ida Bozzi, la LetturarnFin dagli anni venti del Novecento, lo scrittore Friedrich Glauser progetta un romanzo poliziesco che vede come protagonista il sergente Studer (l'indimenticabile, calmo e intuitivo investigatore che i lettori italiani di Glauser hanno imparato a conoscere grazie ai titoli pubblicati da Sellerio). Ambientato ad Ascona, sul Lago Maggiore, nel 1920, il romanzo racconta del ritrovamento del cadavere di una giovane donna nei pressi del Monte Verità, popolato in quegli anni da artisti e personaggi tanto eccentrici quanto sospetti. Il romanzo non viene mai concluso, e il colpevole rimane nell'ombra. -
Piante utili in Ticino e nell'Italia alpina e prealpina
Un volume di riferimento per tutti gli amanti della natura. Quante volte vi siete chiesti se le piante che incontrate nelle vostre passeggiate sono commestibili o se potete utilizzarle in altro modo? Questo libro vi darà molte risposte. Trecento piante schedate con cura e illustrate da immagini a colori. Una descrizione dettagliata; tutto ciò che c'è da sapere sui possibili utilizzi; un indice dei nomi popolari; un indice di utilizzo; una ricca bibliografia. Farmacista e membro della Società svizzera di Fitoterapia e di quella italiana, nonché socio fondatore della Società ticinese di Botanica, Thomas Schwitter conosce bene tutte le piante che descrive e con questo libro invita non solo ad apprezzarle e a utilizzarle al meglio, ma anche a rispettarle. -
Il paese delle vocali
Da un vecchio abbecedario sgualcito riaffiora la storia di Sirena Barberis, giovane e raffinata maestra che, sul finire dell'Ottocento, decide di praticare la sua professione in uno sperduto paesino lombardo. Nonostante la miseria, i pregiudizi e il bigottismo che la assediano da ogni parte, la donna trova i modi di resistere, sostenuta dal desiderio di insegnare a quei bambini selvatici il suono delle vocali e forse, un giorno, il senso profondo delle parole. In un'originale commistione di lingua e dialetto, Laura Pariani racconta la nascita della scuola pubblica italiana. Con una nota di Arnaldo Colasanti. -
Uomini che partono. Scorci di storia della Svizzera italiana tra migrazione e vita quotidiana (XVI-XIX)
La storia dell'umanità è fatta con i piedi, ci insegnano antropologi, genetisti e cantautori, perché i piedi portano lontano e portano all'incontro con l'altrui e l'altrove. ""Uomini che partono"""" è una raccolta di saggi, scelti per testimoniare quanto, in età moderna e nel corso dell'Ottocento, i piedi abbiano contato nel decidere le sorti di uomini e anche di donne delle contrade della Svizzera italiana che hanno progettato un futuro lontano dalla loro terra, consapevoli che le «radici» contano quanto i passi compiuti per costruire un futuro migliore. È ciò che cercano tutti i migranti, una realtà così attuale da farci ricordare che il vissuto dei nostri antenati è il presente di un'umanità in cerca di lavoro, casa, integrazione. Sono i temi che attraversano i testi del volume, in una lettura che interseca mete e professioni, donne e migrazione, identità e quotidianità, contesti e destini, i molti volti del partire."" -
Sempatap. Catalogo della mostra (Lugano, ottobre 2018-17 febbraio 2019). Ediz. a colori
Vera Trachsel presenta una serie di nuovi lavori che nascono dal confronto primario con la fisicità dei materiali che utilizza. Carta, vetro, gesso, cartone, gommapiuma, schiuma poliuretanica, colori acrilici, legno sono scelti dall’artista per la loro duttilità e facilità di manipolazione. Semplici e poveri, questi materiali sono quasi sempre trovati e recuperati dagli scarti della produzione industriale o edilizia, come nel caso del sempatap, un prodotto isolante a base di lattice, che Vera Trachsel assume a titolo di questa mostra. Tra i lavori presenti in mostra, vi è anche una piccola busta di plastica appesa al muro con un pezzo di nastro adesivo nella quale sono raccolti dei frammenti di carte colorate dalle forme disparate. Osservandoli con attenzione, scopriamo che questi pezzi di carta non sono altro che gli scarti prodotti dalla realizzazione del libro d’artista che accompagna l’esposizione. Un libro senza parole, fatto solo di forme e colori, come un dipinto mutevole da sfogliare in continuazione, a cui è affiancata una seconda pubblicazione con un testo critico di Elio Schenini e una serie di scatti fotografici realizzati da Simone Haug che documentano il processo di realizzazione delle opere negli spazi del centro culturale indipendente Morel. -
Discorsi sulla neutralità. A cento anni dal premio Nobel a Carl Spitteler
Premio Nobel per la letteratura 1919, lo scrittore svizzero Carl Spitteler è noto soprattutto per il suo Discorso sulla neutralità, pronunciato a Zurigo nel 1914, pochi mesi dopo l'inizio della Prima guerra mondiale. Di quell'intervento - che divise l'opinione pubblica e ispirò intellettuali come Romain Rolland e Blaise Cendrars - il Comitato del Nobel apprezzò in particolare il richiamo alla coesione nazionale, alla protezione delle minoranze e alla difesa della neutralità. Che ne è, oggi, delle parole di Spitteler? Che significato attribuire ai concetti di nazione, democrazia, neutralità in un'epoca di intrecci linguistici e culturali, segnata da continue emergenze umanitarie e scossa da spinte autoritaristiche e terrorismo? Autrici e autori provenienti dalla Svizzera tedesca, francese e italiana prendono spunto da quel celebre discorso, qui riprodotto, per una riflessione, anche in forma narrativa, sugli Stati-nazione e l'Europa del ventunesimo secolo. Il volume esce contemporaneamente in francese (Éditions Zoé) e in tedesco (Rotpunktverlag) a cura di Camille Luscher. -
Rivista per le medical humanities (2018). Vol. 41: Modi di nascere (Settembre-dicembre)
«Il tema della nascita deve essere oggetto di continua riflessione da parte di chi ha l'onore, ma anche la responsabilità, di accompagnare e accogliere chi affronta questo nuovo inizio. Responsabilità nel senso di abilità a rispondere, abilità nel trovare la risposta più adeguata alla domanda che bisognerebbe porsi ogniqualvolta ci si trova ad accompagnare una donna partoriente: qual è la cosa più giusta che possiamo fare affinché questo inizio sia il migliore possibile per entrambi i protagonisti dell'evento, madre e figlio?» -
Non perdere le viti
Fotografo dalle velleità artistiche ripetutamente deluse, a trent'anni suonati il protagonista di questo romanzo si ritrova a lavorare per un grosso mobilificio. Il suo compito: fotografare mobili e complementi d'arredo per il catalogo patinato dell'azienda. Sarà per via dei set micidiali (ore e ore a mitragliare finte famigliole sorridenti in cucine superaccessoriate) o della sua storia con la bella, perfetta Nathalie; saranno i siti d'incontri su cui chatta compulsivamente o la casa di riposo dov'è parcheggiato il padre, ma egli sente crescere dentro di sé un forte senso di oppressione. Finché, nel seminterrato dell'azienda, un tale Christophe, addetto al collaudo (di fatto alla distruzione) dei mobili, gli propone di riscattarsi collaborando a un sito porno dalle pretese estetiche e creative... ""Non perdere le viti"""" descrive con una leggerezza cinica le nevrastenie della società dei consumi nell'era di Internet. Con tono caustico e humour, Céline Zufferey ci restituisce una realtà fatta di cliché, fantasie distorte e illusioni consolatorie. In un mondo come questo, è ancora possibile essere liberi?"" -
Una signora impressionante
Un libro sulla poesia, sul teatro e sulla lingua. Un viaggio che dal mitico Pavano Antico arriva alla Casarsa di Pasolini, passando per l'epica Roncisvalle e per una stazione, quella di Bologna, macchiata di sangue nel 1980. Percorrendo il volume, il lettore coglierà la stratificazione di esperienze, incontri e progetti che fanno di Scabia una voce unica, e per questo tanto più necessaria, nel panorama culturale italiano. Strato dopo strato, affioreranno dalle pagine le tante stagioni che l'autore ha attraversato: dalla neoavanguardia, alla sperimentazione linguistica con Luigi Nono, al teatro politico fino al mondo suggestivo delle marginalità (urbane e contadine) e dei boschi dove sono ambientate alcun delle sue narrazioni più ammalianti. -
Tutto brucia e annuncia
«""Tutto brucia e annuncia"""" di Matteo Ferretti è un libro complesso e incandescente: tra i migliori che mi sia capitato di incrociare negli ultimi anni.»rn«Tutto brucia e annuncia sembra contenere al suo centro, come una stella ardente, il segreto di una vocazione» – La LetturarnLa visionarietà è una delle cifre maggiori di questo libro, e si manifesta nel ritmo serrato, a tratti vertiginoso, che conduce da un'immagine all'altra, da un'esperienza personale a una dimensione collettiva, a cavallo tra tempi e mondi distanti eppure riuniti, per un attimo, nella bruciante realtà della parola». (dalla Nota di Fabio Pusterla)"" -
Infanzia rubata. La mia vita di bambino sottratto alla famiglia
Per decenni e fino a tempi recenti, la Svizzera ha sottoposto a «misure coercitive a scopo assistenziale» decine - forse centinaia - di migliaia di persone. Tra queste, bambini collocati in istituto o dati in adozione senza il consenso dei genitori, emarginati rinchiusi in strutture a regime carcerario senza regolare processo, donne sottoposte a sterilizzazioni coatte. Solo di recente la Svizzera - che ospita il Consiglio per i diritti umani dell'ONU - ha riconosciuto la gravità di questi atti che fino al 1981 hanno segnato la vita di tantissime persone, e ha avviato un serio processo di «riparazione» nei confronti delle vittime. La prima volta che Sergio Devecchi ha parlato di sé come di un ex bambino internato lo ha fatto durante il convegno organizzato in occasione del suo pensionamento, giunto dopo anni di lavoro come direttore di istituto. Già. Perché Sergio Devecchi, che è stato strappato alla madre quando aveva solo dieci giorni in quanto figlio illegittimo e che ha trascorso più di sedici anni in diversi istituti, ha dedicato poi gran parte della propria vita a educare bambini e giovani in difficoltà lavorando con passione per cambiare il sistema dei collocamenti. Oggi si impegna attivamente a sostegno delle vittime degli internamenti, perché quel processo finalmente avviato di rielaborazione della memoria collettiva non si arresti e, facendo piena luce sul passato, ci aiuti a non ripetere gli stessi errori.