Sfoglia il Catalogo feltrinelli029
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 221-240 di 10000 Articoli:
-
Il cinema futurista
Il presente volume offre una sintesi critica e cronologica della storia del cinema futurista dagli anni'10 agli anni '30. All'inizio del futurismo, le premesse del film d'avanguardia nascono dalla vitalità del cinema popolare che, per il suo atteggiamento irriverente e demistificatore e per l'audacia dei suoi giochi formali, appare subito a Marinetti come un totale rinnovamento dello sguardo e dei contenuti visivi. Grazie all'assimilazione dialettica delle idee futuriste, i fratelli Ginanni-Corradini intraprendono invece una ricerca cinematografica astratta fondata sulla drammatizzazione e sulla musicalizzazione delle linee e dei colori. Queste prime ricerche sperimentali culminano nel film ""Vita futurista"""", ideato e realizzato nel 1916 su iniziativa del gruppo futurista fiorentino. Nel corso degli anni '20, il carattere proteiforme del futurismo si riconosce in una serie di temi e soluzioni formali che partecipano dell'avanguardia internazionale: l'estetica della macchina, la celebrazione vitalista dei rumori, la visione estatica dello spazio urbano, il cinetismo astratto, le compenetrazioni visive e le accelerazioni ritmiche, cosi come un approccio formale al film documentario considerato strumento di lettura del mondo moderno. Il futurismo diviene cosi a pieno titolo una cultura di dimensioni europee."" -
Italoamericani tra Hollywood e Cinecittà
Un'analisi dedicata alla rappresentazione cinematografica dei nostri lontani (e in fondo poco conosciuti) cugini d'oltreoceano: gli italo-americani. Diventati quasi di moda negli ultimi anni (dopo essere stati dimenticati per un secolo), hanno in realtà popolato da sempre gli schermi del cinema hollywoodiano, con attori che vanno da Valentino a De Niro, o registi come Capra o Scorsese. Ma anche nel cinema di casa nostra, dal muto, a Cinecittà, fino ad oggi, gli emigranti verso gli Stati Uniti prima e successivamente certi strani e curiosi ibridi di ascendenze nostrane non sono mancati. Questo libro ne ripercorre nei loro vari aspetti il trattamento e la presenza, sia all'interno del cinema americano, sia (piuttosto inaspettatamente) tra le pieghe ben nascoste del cinema italiano. Prefazione di Fred Gardaphé. -
Cronache di poveri amanti. Pagine di celluloide
"Cronache di poveri amanti"""". Pagine di Celluloide (in analogia con """"Achtung! Banditi!"""". Parole per Film, edito nel 2009) non vuole raccontare la genesi storica del film, ma vuol proporne una lettura approfondita per un pubblico vasto e senza barriere. Il libro si fonda sulla sceneggiatura originale di Cronache di poveri amanti. Carlo Lizzani firma entrambe le pellicole. Tuttavia se in Achtung! Banditi! viene rappresentata la fine del dominio nazifascista, in Cronache di poveri amanti si rievoca l'inizio dell'avventura mussoliniana, drammaticamente sottolineata dai fatti fiorentini dell'ottobre 1925. Le due opere letterarie, così accostate, formano una sorta di cofanetto in cui riporre la storia della """"Cooperativa Spettatori Produttori Cinematografici s.r.l."""": una storia italiana, davvero unica nel mondo cinematografico e nell'ambito della cultura democratica. Arricchiscono la sceneggiatura del film saggi di qualificati studiosi, oltre al testo autorevole di Carlo Lizzani ed al ricordo significativo di Giuliano Montaldo. Una sezione toponomastica mette a confronto le strade fiorentine all'epoca del romanzo pratoliniano con quelle che percorre la troupe cinematografica all'alba degli anni Cinquanta. L'ultima sezione è a carattere iconografico: mostra ventiquattro fotogrammi del film; altrettante fotografie degli stessi luoghi, scattate un cinquantennio dopo." -
John Woo. La violenza come redenzione
John Woo (Guongzhou, 1946) è il regista che negli Anni Ottanta ha avuto il grande merito di restituire vigore e linfa a un genere cristallizzato come quello del cinema d'azione. Arruolato da Hollywood all'inizio degli anni Novanta, con Face/Offe Missioni impossible 2 ha dato prova del suo impareggiabile talento pirotecnico. Chiusa temporaneamente la parentesi americana, Woo è tornato in Cina per raccogliere l'ennesima sfida: mettere in scena La battaglia dei tre regni, film epico di respiro storico con il quale ha ritrovato lo smalto dei tempi migliori. Uno stile fiammeggiante, una poetica che mescola superomismo, mèlo e umano disincanto: questi gli ingredienti che gli hanno valso il Leone d'Oro alla carriera, il prestigioso riconoscimento ricevuto nel corso della 67° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. -
Halloween. Dietro la maschera di Michael Myers
Era il 1978 quanto John Carpenter portava sugli schermi ""Halloween"""", facendo di Michael Myers il primo dei tanti babau seriali che avrebbero segnato il New Horror degli anni '80. Con la sua pallida maschera e il coltello stretto in pugno, Michael Myers è il Boogeyman per eccellenza che si agita nella Notte di Ognissanti, l'arcano spettro delle più basilari paure, sorto alla fine dell'infanzia e destinato a perseguitare l'età adulta, nume non tutelare ma persecutorio di una Famiglia che cova in sé il Mostro e lo vede insorgere e risorgere con una determinazione assassina, capace di nutrire il suo stesso Mito. Con dieci film in poco più di trent'anni, la saga di """"Halloween"""" è una delle più longeve e significative della storia del cinema. Questo libro ripercorre le vicende di un fenomeno del grande schermo diventato icona popolare e punto di vista privilegiato per osservare i cambiamenti avvenuti nel cinema horror americano degli ultimi decenni. Dalla grande stagione dei cineasti indipendenti a quella dei serial e dei moderni Boogeymen, fino alla odierna ondata di remake, ogni capitolo della saga di Michael Myers passa in rassegna l'immaginario classico dell'orrore e lo reinventa: case stregate, riti popolari, maschere, zucche illuminate, dolcetti, erotismo giovanile e coltellacci da cucina pronti a fendere giovani corpi."" -
Grattacieli e superuomini. L'immagine della metropoli tra cinema e fumetto
Metropolis e Gotham City, la New York dì Spider-Man e la Megacity di Matrix: le fantasmagorie urbane che affollano le pagine dei comic hook americani fin dagli anni Trenta continuano ad ossessionare l'immaginario collettivo grazie ai blockbuster diretti da registi come Tim Burton, Sam Raimi, Christopher Nolan, i fratelli Wachowski e Bryan Singer. Basate essenzialmente sul mito di New York, la ""capitale del XX secolo"""", queste immagini visionarie della città (post) moderna permettono di scoprire, al di là degli effetti speciali, le contraddizioni sociali, culturali e politiche di un'America in profonda crisi. Questo libro intende fare un bilancio di trent'anni di supereroi di celluloide, sullo sfondo della storia del fumetto e del cinema statunitensi. L'analisi della rappresentazione della metropoli nei film dedicati a Superman, Batman, i Fantastici Quattro, gli X-Men o Daredevil diviene così il punto di partenza per un'esplorazione delle utopie e delle ideologie al centro della cultura pop di ieri e di oggi. Dal New Deal alla guerra fredda, dalla contestazione degli anni Sessanta alla urban crisis dei Settanta, dall'America di Reagan a quella di Obama: i supereroi e le loro città fantastiche non hanno mai smesso di dare forma ai sogni e agli incubi di un'intera nazione."" -
Francesca Comencini. La poesia del reale
Il cinema di Francesca Comencini risente di una doppia formazione: la prima ha le sue origini nel neorealismo italiano, dal quale ha tratto uno spiccato senso etico nelle scelte dei temi, nel modo di girare e nell'interesse per la realtà documentaria; la seconda deriva dalla cultura francese. La sua decisione di trasferirsi a vent'anni in Francia ha contribuito infatti a un allargamento dei suoi orizzonti e delle sue esperienze professionali che si estendono alla letteratura e al teatro. Caratteristica peculiare del cinema della Comencini, ampiamente analizzata nel testo, è la capacità di immergersi nella realtà, di trasfigurarla, di coglierne la verità e la poesia. Il libro analizza i suoi film evidenziandone la rilevanza politica e documentaria (Carlo Giuliani, ragazzo; Mi piace lavorare. Mobbing, Dopo la guerra; A casa nostra; In fabbrica; Le donne di San Gregorio); l'ispirazione letteraria o culturale (Elsa Morante; Shakespeare a Palermo; Le parole di mio padre) e la forte tensione interiore (Pianoforte; La Lumière du laq Annabelle partagée; Lo spazio bianco). Il libro comprende una conversazione con la regista, una con Margherita Buy (sull'interpretazione), una con Paola Comencini (sulla scenografia) e una con Luca Bigazzi (sulla fotografia). -
I turchi in Friuli di Pier Paolo Pasolini
Analitico resoconto descrittivo del testo teatrale di Pier Paolo Pasolini ""I Turcs tal Friùl"""" (I Turchi in Friuli) e delle sue più celebri trasposizioni sceniche. Il dramma composto dall'autore ventiduenne nel 1944, pubblicato postumo nel 1976 e redatto in dialetto friulano come segno della rivendicazione dell'autonomia di quel dialetto come lingua, si configura attraverso l'analisi dell'autrice come uno straordinario laboratorio linguistico e mezzo di esplorazione di quell'universo friulano che tanto ha affascinato Pasolini nel corso della sua vita artistica. Isadora Cordazzo accosta il testo pasoliniano alle rispettive realizzazioni sceniche, quella di Castiglione del 1976 (subito dopo il terremoto) con le musiche di Luigi Nono, e quella di De Capitani del 1995 con le musiche di Giovanna Marini. La ricostruzione della partitura del '76 è riprodotta all'interno del volume. Forte la pregnanza autobiografica che investe il testo teatrale: Pasolini, infatti, lontano dal rendere I Turcs un'opera esclusivamente circostanziata al documentato episodio dell'invasione turca del Friuli avvenuta nel 1499, la associa strettamente al contesto della Seconda Guerra Mondiale, sul piano macrostorico, e al vissuto familiare e personale, a livello microstorico e biografico. Prefazione di Romolo Rossi."" -
Liliana Cavani. Ogni possibile viaggio
Regista dello scandalo, per di più donna. Provocatrice, cattolica del dissenso. Intellettuale laica e trasgressiva. Tra demonio e santità. Cinema, televisione, lirica. Due cortometraggi, undici tra documentari e inchieste, sedici film. ""Il portiere di notte"""", """"Al di là del bene e del male"""" e """"Francesco"""" i titoli più noti di un corpus coerente per originalità d'ispirazione e audacia immaginativa, che consegna la figura dì Liliana Cavani alla storia del cinema e della cultura europea. """"Il portiere di notte""""riflessione sul nazismo che diventa analisi dell'amore come luogo psichico assoluto - è il capitolo più altisonante di una carriera dalla spiccata vocazione cosmopolita, per contenuti, scenari, territori storici e culturali attraversati, ravvisabile anche nelle combinazioni produttive dei suoi film, in cui dirige cast internazionali (da Lou Castel a Pierre Clementi a Dirk Bogarde, da Charlotte Rampling a Erland Josephson, da Marcello Mastroianni a Claudia Cardinale, Burt Lancaster, Mickey Rourke, John Malkovich). La sua opera è la ricerca inesausta attraverso il mistero e il bisogno dell'esserci, dove protagonisti onerosi si spostano dentro e fuori le mura della storia e del tempo in percorsi di sperimentazione continua, tra smarrimenti, consapevolezze e bagliori. I film di Liliana Cavani sono storie di uomini e donne inquieti che amano, soffrono e cercano il bello senza mai sottrarsi ad alcuna prova."" -
Sogna Federico sogna. Fellini, quel mio unico perfido amico. Ediz. illustrata
Solo i santi hanno l'aureola? O anche i geni? Ma i geni non sono santi, sono peccatori, e l'aureola non brilla sulle loro teste. Dove cercare allora l'aureola di Fellini? Negli incubi, nell'erotismo, nelle angosce dei suoi sogni? Nelle paure, nell'assillante ritrovarsi imbrattato dai propri escrementi, nel non sapersi sottrarre alle tante piccole perfidie? No, la devi cercare solo quando il sogno lo conduce nei cieli. Fellini utilizza il cielo come un pittore utilizza i suoi colori per il capolavoro. Lui s'immagina, si vede e si disegna come il Dio Eolo galleggiante tra le nubi. Forse il cielo lo ha già designato. Forse. Ma c'è un suo gesto a confermarlo; una catena di gesti, misteriosi, istintivi, coatti, e quindi inconsapevoli, nel percorso della sua mano quando traccia fisicamente, sulle pagine del suo trentennale librone, i segni dei suoi sogni. In quel gesto lui è libero da tutto, è incoercibile, niente lo può influenzare, men che mai la sua volontà impotente: quei segni stessi lo proiettano verso il cielo, nel suo spirito che trionfa c'è l'aureola. Lo spirito di un genio peccatore che si pone in attesa dell'ultima deliberazione del suo Dio. -
Antonio Aniante. Outsider del teatro
Antonio Aniante (1900-1983), scrittore catanese poliedrico e geniale, sembra sfuggire a ogni etichetta che voglia costringerlo in uno schema definitorio. Personaggio culturale tra i più interessanti e vivaci del nostro Novecento, nella sua multiforme produzione (poesie, romanzi, saggi, biografie), Aniante sfrutta moduli compositivi tipici delle Avanguardie storiche, evidenti soprattutto nell'opera drammatica, come conferma anche la recente ristampa dell'antologia teatrale ""I semidei della mafia locale"""" e """"La rosa di zolfo"""". Tutte le caratteristiche delle Avanguardie (futuriste, espressioniste, surrealiste) sembrano infatti rispecchiarsi in Aniante, a cominciare dalla sua stessa vita, dai risvolti tragici e talora grotteschi, inquietamente errabonda come quella del 'wanderer' espressionista. Centrali, per la sua attività creativa, furono Roma e Parigi: l'una, per il fecondo incontro con Anton Giulio Bragaglia, regista del Teatro degli Indipendenti, l'altra, per il contatto con le idee e i rappresentanti più significativi delle Avanguardie. A distanza di trent'anni dalla monografia di Rita Verdirame (1982), il presente volume vuole riproporre un ritratto di Aniante che, sottolineando l'importanza e l'originalità dell'autore, risarcisca in parte il colpevole silenzio di molta critica. Accogliendo, in forma rielaborata, anche i risultati della tesi svolta da Annalisa Beccaria, il saggio delinea il suggestivo profilo di questo """"frontaliere"""" della cultura."" -
L' erba e le stelle. Tra mito e storia. Racconti e pièces per teatro da camera
"L'erba e le stelle Tra mito e storia"""" raccoglie in un unico volume tre racconti e dieci atti unici per teatro da camera scritti, nell'arco di molti anni, da Elena Bono. Come nelle precedenti prove teatrali l'autrice pone al centro del proprio discorso vari temi: la critica aspra al potere, elemento nullificante del singolo; il sarcasmo verso i politici considerati """"uomini senza muse""""; il conflitto fra imperativi morali e scelte dettate da necessità contingenti; il confronto con la Storia, luogo in cui siamo chiamati tutti a batterci per cambiare il mondo; la denuncia dell'assurdità della guerra; il senso di pietà che unisce sconfitti e vincitori; la sacralità della sofferenza quotidiana. Il tratto caratterizzante di questi lavori è rappresentato dal riconoscimento che ogni forma di vita attesta """"la grandezza di Dio"""", """"buono e paterno"""", disposto a perdonare... I testi della Bono evitano le secche dell'ideologismo grazie alla forte passione civile da cui sono sostanziati e innervati. Per questi motivi le sue pièces, sostenute da un grande rigore artigianale, dal dominio della materia e da un talento indubbio, mi hanno colpito profondamente. L'immagine restituita dai suoi testi è quella di una """"donna all'apparenza fragile, ma in realtà ben determinata a difendere i valori della persona umana"""". (Roberto Trovato)" -
Germania/Israele. Immagini da una memoria divisa in due
La Shoah è l'evento della storia che, più di ogni altro, ha portato il cinema a interrogarsi su se stesso, in maniera anche molto profonda. Oggi, però, queste domande, spesso davvero necessarie, sembrano aver trovato tutte una risposta e nelle cinematografie più note la trasmissione da parte del medium della tragedia, per anni da molti ritenuta addirittura ""irrapresentabile"""", mostra di rifarsi a formule sempre più fisse e ricorrenti. In breve, quello legato allo sterminio ebraico sembra essere diventato un vero e proprio cinema di genere. Dopo aver illustrato gli esiti, anche pericolosi, di questa trasformazione, l'autore si sofferma ad analizzare come tale soggetto sia stato trattato nei film e sviluppato nel tempo in due paesi peculiari quali la Germania e Israele, ovverosia quelli che sovente vengono sbrigativamente identificati come il """"paese dei carnefici"""" e quello """"delle vittime"""", che hanno dovuto giocoforza confrontarsi con la tragedia per plasmare la propria identità nazionale. Quanto questo percorso obbligato sia stato per entrambi complesso, e ancora oggi non cessi di esserlo, lo si può evincere dal viaggio qui proposto, che rende chiaro come, da qualche parte, il pensare la Shoah sia ancora un processo attivo considerato ineludibile, non incasellabile in strutture rigide, non trasformabile in una semplice commemorazione."" -
La macchina da presa della storia. Usi didattici del cinema storico
Questo libro nasce da una passione personale e da un interesse professionale. La passione per il cinema coltivata nel corso degli anni si è trasformata in uno strumento didattico importante, che permette di acquisire competenze trasversali e affinare le proprie capacità critiche. Il laboratorio di storia può essere fonte, esempio, strumento di discussione che si sostituisce alla lezione frontale in modo interessante e, perché no, anche ludico. Il cinema ci parla del passato, ma al tempo stesso è una finestra sul presente, sui modi che il mondo attuale, o passato prossimo, utilizza per costruire l'immagine di sé. Il libro si articola in una parte iniziale che insegna a interpretare il film in modo più approfondito e ha lo scopo di renderci spettatori più interessati e consapevoli. Successivamente vengono presentate alcune pellicole che spaziano dal mondo antico alla storia degli ultimi anni, per lo più europea, con una panoramica particolarmente ampia sulla storia e sul costume dell'Italia, dall'Unità alla caduta del muro di Berlino. Il volume contiene una serie di esercizi che aiutano l'analisi della relazione tra gli aspetti storici e l'immagine del passato che i film presentano. -
Il varietà. Storia, aneddoti, divagazioni. Ediz. illustrata
Antonio Todde è un vero italiano: triestino di nascita, genovese d'adozione, padre cagliaritano, madre napoletana, collegiale a Cuneo. Ha una moglie, due figli, diecimila libri e cinquemila dischi circa (il circa, precisa, è riferito ai libri e ai dischi: moglie e figli sono quantificati con maggiore approssimazione). Quanto ai numeri indicati, egli si raccomanda caldamente di non invertirli in alcun modo... Pur consapevole, con Marcello Marchesi, che ""nella lingua italiana umoristico è un aggettivo squalificativo"""", è cultore dell'umorismo scritto, parlato, disegnato, dipinto, filmato, musicato, cantato e mimato. Ha pubblicato la biografia illustrata del pittore e disegnatore Giuseppe Novello, il signore di buona famiglia, che lo ha onorato di una lunga amicizia e di due lapidarie attestazioni: """"Quando non ricordo qualcosa di me, lo chiedo a Todde""""; """"Todde è il mio storiografo: non posso uccidere nessuno, perché lui lo viene subito a sapere"""". Ha pubblicato anche la biografia illustrata del pittore e caricaturista Umberto Calamida, che """"dagli anni Venti agli anni Sessanta fu conosciuto più che l'erba betonica in tutta Genova"""" e che fu poi dimenticato per oltre quarant'anni, cosicché, all'uscita del libro, si è sentito dire (e lo ha ritenuto il miglior complimento): """"Todde, abbiamo capito: Calamida è una sua invenzione"""". Ha curato mostre e cataloghi d'arte. Appassionato di storia del varietà, è petroliniano fervente."" -
Gli occhiali di Spinoza
Come apparirebbe il mondo visto attraverso la filosofia di Baruch Spinoza? Come cambierebbero le nostre vite accettando di leggere gesti ed eventi quotidiani con occhiali diversi? Il fortunoso rinvenimento di un manoscritto anonimo è l'occasione per tentare una risposta a simili interrogativi. Cercando di interpretare questo testo misterioso, viene mobilitato il pensiero mitico-filosofico di Parmenide e la filosofia del linguaggio di Vico, nonché la morale di Spinoza e Petrarca. Ne risulta un sentiero aperto su panorami insoliti e talvolta impervi, deciso a condurre il lettore-esploratore verso alcune delle dottrine più decisive della tradizione filosofica occidentale ma che pure ancora attendono di essere ripensate con spirito nuovo. Come quell'Alta Via dei Monti Liguri che s'inerpica su crinali avvolti di boschi e mare, anche questo testo disegna il tracciato di un cammino di ricerca che vorrebbe tentare di far spazio, nel rumore della vita di miti i giorni, al silenzio da cui trae origine il pensiero. -
Verdi & Shakespeare, un dialogo
Nel bicentenario della nascita di Verdi, il libro, costruito come una conversazione a due voci, affronta il rapporto fra Verdi e Shakespeare. I due autori, legati da una cinquantennale amicizia, svolgono attività professionali diverse nell'ambito del mondo teatrale e musicale che qui si incontrano e si confrontano. Il libro, dunque, in uno stile alquanto vivace, affronta il tema della drammaturgia nel teatro di prosa e in quello musicale, partendo dall'analisi dei lavori verdiani ispirati al teatro shakespeariano: Macbeth, Otello, Falstaff. Particolare attenzione viene rivolta all'opera ""mancata"""", a quel Re Lear che Verdi meditò e studiò a lungo ma che non realizzò mai. Una vicenda artistica interessante della quale ci rimangono quali documentazioni il carteggio fra il musicista e il librettista Somma e il libretto redatto in due successive versioni. Per ogni titolo affrontato viene proposta anche una scheda di comparazione fra il testo shakespeariano e il libretto verdiano."" -
Steven Soderbergh
Amato dal grande pubblico, vezzeggiato dalla critica, premiato dai grandi festival internazionali sin dal suo esordio, tutto questo è Steven Soderbergh, un autore che ad appena cinquant'anni è considerato da molti grandi registi del cinema americano contemporaneo un vero e proprio maestro. Questo libro, il primo in Italia dedicato al suo lavoro di regista, cerca di raccontare le molteplici sfaccettature di un personaggio e di un modo di fare cinema che si sono imposti nell'immaginario contemporaneo. -
Cabiria. Studi di cinema. Vol. 174
"Ciemme"""" (anzi """"C.M."""", come era in principio), quando è nata 40 anni fa, intendeva occuparsi del variegato mondo della """"comunicazione di massa"""". Erano gli anni in cui si riteneva fosse urgente fornire al lettore una guida critica a tutti i media, anche se l'attenzione principale restava all'ambito cinematografico. Con l'avvento di internet e col moltiplicarsi delle fonti di comunicazione, la rivista ha finito per non essere più adeguata a una lettura efficace e tempestiva di questi fenomeni: il cinema, quindi, è rimasto l'oggetto principale dei suoi studi. Oggi l'acronimo """"Ciemme"""" è sostituito da """"Cabiria"""", una sorta di protezione che può venire dal film fondativo del cinema italiano come pure dalle """"anime buone"""" di Federico e Giulietta." -
Anna Magnani. Un'attrice dai mille volti tra Roma e Hollywood
Il libro si propone di approfondire la figura di Anna Magnani attraverso la ricchezza di fonti giornalistiche e saggistiche, in particolare sull'esperienza hollywoodiana fra la metà e la fine degli anni Cinquanta. Nei sei capitoli di cui è composto il saggio ci si occupa, in particolare, di ricostruire da una prospettiva storica e artistica la parabola di Anna, dai suoi lontani esordi teatrali sino alla vera e propria consacrazione, nel secondo dopoguerra, quale simbolo ed espressione del Neorealismo cinematografico italiano, per arrivare infine, al culmine del successo, all'assegnazione del premio Oscar con il film ""La rosa tatuata"""". L'autrice si concentra in maniera specifica sugli anni e le pellicole hollywoodiani della Magnani, per mettere a fuoco le luci e le ombre dell'avventura americana dell'attrice e offrire un'ipotesi interpretativa in grado di spiegarne, almeno parzialmente, la repentina conclusione. Viene anche proposta una restituzione della figura attoriale di Anna Magnani attraverso i tre principali """"macro-ruoli"""" che hanno caratterizzato il suo itinerario artistico, sullo sfondo dell'evolversi della funzione dell'attore italiano e delle immagini del femminile nel cinema prima e dopo il secondo conflitto mondiale. Completano l'opera dettagliate analisi dei film appartenenti al periodo americano e un accurato apparato biblio-filmografico.""