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La città di Mario Ridolfi. Architettura, urbanistica, storia, arte, cinema, fotografia. Catalogo della mostra (Terni, 7 gennaio-30 settembre 2006)
Il volume è il catalogo della mostra di Terni (Ex Siri, 7 gennaio - 30 settembre 2006). La mostra, concepita come un insieme di eventi in grado di fornire un quadro complessivo dell'opera di Ridolfi, si articola in tre sezioni, soffermandosi in particolare sul 1933, 1945 e 1960, anni in cui vengono elaborati i piani regolatori della città di Terni e utilizza il linguaggio dell'arte figurativa, del documentario, del cinema e della fotografia per evocare il clima del periodo. Oltre allo spazio dedicato a Mario Ridolfi, infatti, ognuna delle tre sezioni è corredata dalle opere pittoriche di artisti, dalla produzione cinematografica di quegli anni e dalle foto della città prima e dopo la guerra. -
Sculture in villa. Catalogo della mostra (Tivoli, 14 giugno-5 novembre 2006)
La mostra, curata da Giorgio de Marchis, Maria Vittoria Marini Clarelli e Nicoletta Cardano, propone una lettura - itinerario della scultura italiana degli ultimi dieci anni attraverso la scelta di circa dieci opere di recente realizzazione o create appositamente per l'occasione. I lavori saranno esposti negli spazi all'aperto di Villa d'Este a Tivoli, uno dei capolavori dell'architettura italiana del Cinquecento, da maggio a ottobre 2006, nel momento di massimo splendore del suo giardino all'italiana. Ogni artista allestirà in un luogo prestabilito del parco, secondo un progetto di stretta e reciproca relazione, per stimolare una riflessione sul linguaggio plastico contemporaneo utilizzando i materiali più diversi: dal ferro all'acciaio, alla plastica, al vetro, alla ceramica. Si prevede l'esposizione nell'appartamento al piano terra dei progetti delle opere esposte (disegni, fotografie, piccole sculture) e di materiale fotografico e documentario di presentazione dei diversi artisti. Gli scultori presenti all'evento sono: Lucilla Catania, Umberto Cavenago, Nedda Guidi, Luigi Mainolfi, Eliseo Mattiacci, Marcello Mondazzi, Luigi Ontani, Giuseppe Spagnulo, Mauro Staccioli. -
Leo Longanesi. La fabbrica del dissenso. Catalogo della mostra (Roma, 14 marzo-8 aprile 2006)
Leo Longanesi (Bagnocavallo 1905-Milano 1957) è uno dei protagonisti di maggior spicco della cultura italiana fra le due guerre. Saggista, narratore, fotografo, grafico, pittore, cartellonista: di ingegno versatile, le sue attitudini multiple gli consentono in primo luogo di apportare un profondo rinnovamento nel nostro giornalismo e nella nostra editoria. Ha infatti fondato e diretto giornali e priodici, inaugurando nel 1937, con ""Omnibus"""", la formula del settimanale illustrato, mentre nella veste di editore ha il merito di avere scoperto innumerevoli talenti e di aver fatto conoscere e aver divulgato il meglio della produzione italiana e straniera del suo tempo."" -
La vita di Angelica Kauffmann alla ricerca del bello e dell'amore
"Nessuno ha mai indovinato che il mio corpo era intento e teso, nessuno ha mai indovinato il bisogno che provavo di offrire il mio essere, completamente, ad un altro essere"""". È lo sfogo di Angelica Kauffman (1741-1807) la più ammirata pittrice del '700 sia per la sua arte che per la sua particolare bellezza. Di nascita svizzera ma cittadina del mondo, la sua fama internazionale largamente affermata non è dovuta solamente a meriti artistici ma è anche il risultato di una personalità interessante sotto il profilo culturale e sociale. Il desiderio del bello e dell'amore appartiene ad ognuno di noi. È difficile soddisfarlo. Il bello può appartenere all'arte o anche a qualsiasi attività in cui si riconosca che ci rende migliori. Ma Angelica Kauffman cerca anche l'amore. Ammirata da re, principi, personaggi famosi, Lei cerca la semplice verità di un sentimento autentico. Poiché solo i sentimenti, ciò che si prova nel vero amore sono dinamici. Ma si spezzano mille e mille volte per una sola volta che si uniscono in un tutto. Angelica rivela una consapevolezza emancipata del suo essere nei confronti di molti uomini, compreso il grande poeta Johann Wolfang Goethe, che di lei dice """"...talento veramente immenso"""". L'autore si avvale di una ricostruzione storica che conduce il lettore ad immedesimarsi in un vissuto intenso e affascinante condividendo gli stati d'animo più profondi della protagonista." -
Museo Riminaldi
Molto spesso i depositi dei Musei conservano opere che non meriterebbero di restare sconosciute al pubblico, ma la scelta è forzata: quasi sempre per motivi di spazio, a volte per ragioni conservative, altre per logiche espositive che prediligono percorsi storico-artistici a scapito di altri. Eppure non è raro perlustrare questi depositi e imbattersi, se non proprio in capolavori, per lo meno in testimonianze preziose e importanti per concretizzare quella che secondo noi è una delle funzioni sostanziali di un museo, vale a dire aiutare a conoscere. Il Museo che il cardinale Giovanni Maria Riminaldi pensò per Ferrara, contestualmente alla Riforma dell'Università a cui diede avvio nel 1771, proviene proprio in stragrande maggioranza dai depositi, che oggi diventano proptagonisti di una vicenda fino a ora conosciuta soltanto dagli addetti ai lavori, ma che in verità merita di entrare nuovamente in quel circuito culturale che ci dà il senso di appartenenza alla città e alla storia. -
«La più mirabil cosa». Teoria della statua da Donatello a Rodin
"Un percorso lucido e dotto attraverso cinque secoli di storia della Scultura occidentale, un percorso anche ricco di colte citazioni e di nuove, convincenti idee"""". Così riassume Giovanni Carandente, nella sua prefazione, un libro che cerca di combinare letteratura artistica, riflessione filosofica e storia dell'arte, affrontando un argomento che tratta la vicenda tutta particolare della statua tra Quattrocento e Novecento. Antico, classico, universale, quello di statua è un termine che sembra non avere tempo. Eppure in questo saggio, mettendo direttamente a confronto trattati di scultura, scritti di artisti, riflessioni di storici e opere d'arte, dando loro, come dire, direttamente la parola, si scopre che nel corso dei secoli non è mai stata data una definizione unitaria del concetto di statua. Prendendo ad esempio casi emblematici di statue e di scultori illustri o meno illustri che hanno cambiato e caratterizzato, con le loro teorie e opere, il corso della storia dell'arte, l'autore ha snodato un percorso virtuale della statua, a partire dal significato del punto di vista, del tutto tondo, della somiglianza con la figura umana e del suo rapporto con l'Antico. Dimostrando come la statua abbia attraversato cinque secoli di storia subendo una inesorabile trasformazione che prende avvio dall'integrità etica delle figure di Donatello per arrivare alla frammentarietà esistenziale di quelle di Rodin." -
... Perché tu non dimentichi... Dediche d'esemplare e note autografe nei volumi della Biblioteca Baldini
La Biblioteca Baldini di Roma possiede alcune autentiche ""chicche"""" letterarie di cui forse pochi sospettano l'esistenza. Grazie infatti ad acquisti e doni di fondi personali, come - tra gli altri - quelli degli scrittori e giornalisti Paolo Monelli e Gian Gaspare Napolitano, e di acquisti mirati, si è venuto a creare un interessantissimo nucleo di volumi con dediche, disegni e note d'esemplare, vergate a mano dagli autori. Si tratta di dediche e note molto eterogenee, tutte però ugualmente significative in quanto traccia e testimonianza della rete di rapporti personali intercorsi fra molti esponenti della cultura italiana, e non solo, del Novecento. Al fine di valorizzare e diffondere la conoscenza di questi documenti, sono stati selezionati 120 volumi tra i più importanti, riproducendoli - nella parte di interesse specifico - con mezzo digitale. La riproduzione è corredata della trascrizione del testo manoscritto, dalla scheda catalografica del volume e da alcune note biografiche sui personaggi autori o citati nelle pagine."" -
Mario Quesada. Lo storico dell'arte e il poeta. Catalogo della mostra (Roma, 28 giugno-10 settembre 2006)
A dieci anni dalla scomparsa di Mario Quesada (1941-1996), l'Archivio Quesada e gli Archivi delle Arti Applicate Italiane del XX secolo si fanno promotori di una mostra che intende raccogliere il suo originale percorso intellettuale. Allestita presso il Museo Boncompagni Ludovisi, alla cui fondazione aveva contribuito, l'esposizione è accompagnata da un esaustivo catalogo a cura di Andrea Franchi, Maria Paola Maino e Irene de Guttry. A partire dai primi anni Settanta fino alla sua morte, Quesada ha toccato campi diversi cogliendo e affinando il gusto di una generazione. Nel clima diffuso della rivalutazione del Novecento italiano, ha studiato spesso artisti allora poco noti o dimenticati. Con trasporto affettivo si è anche occupato di artisti contemporanei di volta in volta da lui sostenuti attraverso mostre e articoli per quotidiani e riviste. Le opere esposte provengono prevalentemente dalla sua collezione, ma in parte anche da altre raccolte, e sono commentate da brani estratti dai suoi scritti e rispecchiano le sue predilezioni. Il catalogo si apre con una serie di ""ricordi"""" degli amici e dei compagni di strada che formano un puzzle sorprendentemente ricco di episodi e annotazioni personali. Seguono le tre sezioni centrali: Arte Moderna, Arte Contemporanea e Poesia. Costituiscono una novità alcuni inediti: articoli ritrovati nel suo archivio e un gruppo di poesie risalenti agli anni giovanili. La sezione """"Pubblicazioni"""" contiene un elenco completo."" -
Habemus papam. Le elezioni pontificie da San Pietro a Bendetto XVI. Catalogo della mostra (Città del Vaticano, 7 dicembre 2006-9 aprile 2007)
Alla morte di ogni Pontefice si apre un periodo che suole chiamarsi di Sede Apostolica Vacante che termina con l'elezione del suo successore. Uno dei momenti più esaltanti della plurimillenaria storia del Cattolicesimo è costituito certamente dal rito dell'elezione papale, detto ""Il Conclave"""" dal latino """"cum clave"""" ovvero chiuso a chiave per alludere alla clausura a cui sono costretti i Cardinali a garanzia della riservatezza della loro votazione. Tra ricerca filologica, devozione e curiosità si snodano nel testo gli aneddoti di un evento in cui spiritualità e mistero si fondono insieme, solleticando l'immaginario del fedele quanto dell'uomo di cultura. L'opera, patrocinata dalla Provincia di Roma e dal Centro Europeo per il Turismo, si avvale tra l'altro dei contributi di Francesco Buranelli e Francesco Petrucci. La mostra (Roma, 7 dicembre 2006-9 aprile 2007) documenta attraverso dipinti, stampe, preziosi cimeli, abiti d'epoca, ritratti, antiche fotografie, la Sede Vacante, la cerimonia dell'elezione papale e i suoi riti, esponendo per la prima volta materiale inedito o mai esposto al pubblico"" -
Litografia serigrafia. Le tecniche in piano
Il volume è strutturato in tre sezioni: dopo una breve trattazione incentrata propriamente sulla tecnica, ossia sulle modalità esecutive, sugli strumenti e procedure per realizzare una litografia o una serigrafia, nella seconda parte sono raggruppati i saggi che ripercorrono la storia delle due tecniche, dalle loro origini alle evoluzioni più recenti. La terza sezione raccoglie interventi mirati a illustrare alcuni episodi che gravitano attorno alla storia delle tecniche. Si indaga, ad esempio, sul ruolo svolto dalla litografia nell'illustrazione di alcuni periodici, o ancora si analizza il confronto tra le istituzioni e la tecnica (la litografia in Calcografia o le stamperie italiane che hanno pubblicato litografie e serigrafie), senza trascurare l'aspetto conservativo e del restauro sia delle pietre litografiche che dei manufatti artistici realizzati con queste tecniche, anche nelle accezioni operative più contemporanee. -
Renzo Vespignani. Questa mia quotidiana avventura. Ediz. illustrata
A sei anni dalla scomparsa, un libro di analisi storico-critica, e di ampia documentazione per lo più inedita, celebra Renzo Vespignani (Roma 1924-2001), indiscutibilmente tra i protagonisti maggiori della pittura e della cultura italiane dal dopoguerra in avanti. Il volume, nato per volontà dell'""Archivio della Scuola Romana"""", analizza un intero e problematico percorso: dai primi esiti del 1943 alle ultime opere del ciclo pittorico """"Manhattan Transfer"""", e si deve a Domenico Guzzi, critico e storico dell'arte che negli ultimi vent'anni dell'artista più di ogni altro gli è stato vicino. Volume che anche comprende una sezione di analitica ricostruzione biografica: non solo dando conto, attraverso una rara documentazione archivistica, di eventi privati, di mostre, di impegni scenografici per il cinema ed il teatro, e di quanto altro rende appassionatamente ricca la sua vicenda; ma pubblicando i suoi interventi artistici e letterari, e quanto su di lui è stato scritto."" -
La Lupa capitolina. Un bronzo medievale
La prima notizia sulla Lupa Capitolina - la scultura forse più celebre, universalmente conosciuta come emblema della città di Roma e conservata nei Musei Capitolini - risale alla prima metà del IX sec. d.C. Il restauro della Lupa Capitolina, effettuato tra il 1997 e il 2000, è stato una irripetibile occasione di ispezione e di indagini, svolte ""dall'interno"""", dei materiali costitutivi dell'opera, dei segni della lavorazione su di essa impressi, delle trasformazioni indotte sulla materia dal tempo, dall'ambiente, dagli interventi umani. E così, dalle numerose analisi chimiche e fisiche svolte, sono emersi dati importanti a sostegno di una nuova ipotesi di datazione, basata quindi su argomenti di carattere tecnico desunti dall'osservazione diretta dell'opera e dal confronto con le caratteristiche di fusione riscontrabili nelle sculture bronzee classiche, etrusche, greche e romane, e quelle medievali, considerate in parallelo alle fonti letterarie ed all'analisi degli studi storici e artistici. La scultura in bronzo, universalmente conosciuta, rappresentazione simbolica della nascita di Roma, svela i suoi misteri."" -
Paolo Giordano II Orsini nei ritratti di Bernini, Boselli, Leone, Kornmann
Paolo Giordano II Orsini: ""nel quale gareggiando egualmente la magnificenza e libertà, lega con queste gli animi di cisacuno, non che de' numerosi suoi sudditi"""". Così nel 1641 Francesco Angeloni sintetizza l'opinione comune sul duca di Bracciano, di cui Gian Lorenzo Bernini esegue nel 1623 un ritratto """"con suo grandissimo gusto"""", insieme ad altri ritratti seducenti ed innovativi. Ottavio Leoni, lo Spadarino, Simon Vouet, Orfeo Boselli, Gaspare Mola e Johann Jakob Kornmann sono solo alcuni personaggi della vasta cerchia di artisti che il duca impiega per costruire la sua immagine, affidando ad essa la celebrazione del suo ruolo di protagonista delle arti in età barocca, riconosciuto da tutti i contemporanei. Questo volume traccia per la prima volta un profilo del personaggio e della sua raffigurazione nei quadri, nei disegni, nei busti in bronzo, in marmo e in materiali preziosi e nelle medaglie."" -
Il presepe del re nella Collezione del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari. Ediz. illustrata
Nel fervore di iniziative culturali e artistiche della Roma degli inizi del novecento spetta all'etnologo Lamberto Loria (1855-1913) il merito di aver raccolto, in occasione della Mostra di Etnografia italiana, tenutasi a Roma in Piazza d'Armi (attuale quartiere Prati) 1'eccezionale collezione di figure presepiali napoletane, circa mille bellissimi pastori che susciteranno l'interesse e l'ammirazione dei visitatori della mostra svoltasi nell'ambito dell'Esposizione Internazionale del 1911. All'inaugurazione, che avviene il 21 aprile, erano presenti i reali di casa Savoia e il principe di Connaught a sottolineare l'importanza dell'evento che rientrava nel più vasto e intelligente programma voluto da Giovanni Giolitti a sostegno dell'economia reso possibile grazie alla riscoperta dei valori e saperi tradizionali. Per questo nella mostra sarà presentato quanto di meglio era stato prodotto su1 territorio nazionale come il presepe napoletano con i suoi pastori del '700 e 800 raccolti dal Loria e dai suoi collaboratori in due anni. Si tratta di una collezione di inestimabile valore sintesi del nostro ""patrimonio materiale e immateriale"""" che lega credenze profane e religiosità popolare, arte e artigianato destinata a costituire la collezione del Regio Museo di Etnografia che verrà istituito nel 1923."" -
Le tentazioni di Sant'Antonio
È davvero Michelangelo l'autore del quadretto con le Tentazioni di S. Antonio, improvvisamente apparso sul mercato? Da dove proviene il prezioso dipinto, chi ne è il fortunato proprietario, e quale segreto iconologico cela? A complicare le cose, ecco persino un fattaccio di sangue. Sono gli anni Settanta. A Roma esplode l'estate piena di luce, di profumi, di rumori; la città si offre con i suoi scorci sulle cupole e le strade animate. La vicenda invece scorre in luoghi appartati, al riparo da occhi indiscreti: palazzi antichi, studi di restauro, conventi... qui nulla avviene alla luce del giorno, ma per allusioni, confidenze, frasi sussurrate. Il velo che copre i segreti di uno strano quartetto di personaggi molto rispettabili e ben noti nel mondo della cultura e nei migliori salotti della capitale, si leva a poco a poco, grazie all'acume e alla perseveranza dell' ispettore Macrì che riesce a superare, con ammirevole imperturbabilità, ogni ostacolo, ad aprire ogni porta chiusa, a vincere i silenzi e a risolvere il mistero. -
Moda. Manualità tecnica e illustrazioni-Fashion. The technical of the design and relevant pictures. Ediz. multilingue
Questa pubblicazione si propone come una sorta di manuale concepito tecnicamente in modo innovativo, anche grazie al supporto di oltre 250 disegni esplicativi e 70 illustrazioni. ""Moda"""" intende di svelare i segreti del mondo del fashion e si rivolge in particolar modo ai sarti, agli aspiranti stilisti, ai costumisti, ai tecnici del settore e a tutti coloro che se ne occupano e che semplicemente ne sono affascinati."" -
Rose a Villa d'Este
I visitatori che da tutto il mondo e in ogni stagione entrano a Villa d'Este, rimangono incantati di fronte alla straordinaria bellezza del luogo nel suo insieme: la villa, con i suoi meravigliosi affreschi, il giardino rinascimentale che la circonda, le scenografiche fontane che arricchiscono il percorso esterno. Inoltrandosi in questo percorso di architetture e acque, di sculture vegetali e alberi secolari, il visitatore attento anche alle bellezze naturali, scoprirà un altro percorso: quello della collezione di rose che fin dal Cinquecento ha abbellito il giardino della villa. Premiato dall'UNESCO con l'importante riconoscimento di 'Parco più bello d'Italia"" per il 2006, Villa d'Este coltiva più di 350 varietà di rose, molte delle quali in evidenza, altre più discoste rispetto alle più importanti direttrici del giardino. Alla storia del giardino a partire dal Cinquecento ai giorni nostri si affianca parallela una storia della rosa, il fiore più conosciuto ed amato. Una lettura storica e botanica accurata, ma anche una guida preziosa che accompagna il percorso in uno dei giardini storici più belli del mondo."" -
Saper vedere l'ambiente
Invece che ""Saper vedere l'ambiente"""" questo libro potrebbe intitolarsi """"Saper vedere come ambiente"""" cose e fatti che si possono vedere con altre ottiche. E possono essere cose e fatti realmente esistenti: monti, laghi, fiumi, alberi, case. O possono essere cose e fatti realizzati dall'attività degli uomini sotto forma di pittura, letteratura, musica. Vedere diventa allora un mezzo, uno strumento per conoscere in quelle cose, in quei fatti, le presenze di quella cultura che oggi chiamiamo """"ambiente"""" L'ambiente, naturale, costruito, dipinto, descritto, o semplicemente vissuto, ha un riferimento """"sociale"""" che, comunque lo si voglia interpretare o studiare, ne è alla base: può essere riferito a un solo individuo, a un momento storico, a una collettività, a un modo di vita; può essere l'ambiente interno o quello esterno. L'approccio proposto in questo libro è di usare lo strumento del vedere sulla base di una tesi riassumibile in: l'ambiente si vede. Bisogna perciò """"saperlo"""" vedere, studiare come lo hanno visto alcuni maestri del """"vedere"""" in varie epoche e luoghi, aggiungere altri casi o addirittura sceglierne diversi da quelli qui proposti che vogliono indicare come imparare a vedere l'ambiente può essere un lavoro libero e appassionante."" -
Roses at Villa d'Este
I visitatori che da tutto il mondo e in ogni stagione entrano a Villa d'Este, rimangono incantati di fronte alla straordinaria bellezza del luogo nel suo insieme: la villa, con i suoi meravigliosi affreschi, il giardino rinascimentale che la circonda, le scenografiche fontane che arricchiscono il percorso esterno. Inoltrandosi in questo percorso di architetture e acque, di sculture vegetali e alberi secolari, il visitatore attento anche alle bellezze naturali, scoprirà un altro percorso: quello della collezione di rose che fin dal Cinquecento ha abbellito il giardino della villa. Premiato dall'UNESCO con l'importante riconoscimento di 'Parco più bello d'Italia"" per il 2006, Villa d'Este coltiva più di 350 varietà di rose, molte delle quali in evidenza, altre più discoste rispetto alle più importanti direttrici del giardino. Alla storia del giardino a partire dal Cinquecento ai giorni nostri si affianca parallela una storia della rosa, il fiore più conosciuto ed amato. Una lettura storica e botanica accurata, ma anche una guida preziosa che accompagna il percorso in uno dei giardini storici più belli del mondo."" -
Le futuriste italiane nelle arti visive
Il libro mette a fuoco, in modo sistematico, il contributo femminile al futurismo italiano nel settore delle arti visive. Sono riportate in luce dalla penombra, e talvolta da una completa oscurità, numerose artiste che sperimentarono a livello pittorico, plastico, grafico, verbo-visivo. La loro opera viene esaminata sullo sfondo della vita, spesso romanzesca, ricostruita per ciascuna attraverso documenti finora in gran parte inesplorati. Il volume è diviso in due sezioni affidate alle due autrici: una dedicata alle pratiche unidisciplinari, come pittura e fotografia, e una alle operazioni miste, come tavole ""parolibere"""", danza su recitazione. Sfilano qui le protagoniste di un movimento che, nelle affermazioni del suo leader, si pronunciò contro la donna, in quanto tutelatrice passiva del focolare, ma che in realtà dimostrò di apprezzare il contributo femminile in tutti i settori della sua produzione. Ne emerge un aspetto originale e vigoroso dell'avanguardia italiana, ricco di soluzioni molteplici e assai spesso spavaldamente non ortodosse. Diverse l'una dall'altra per scelte formali, queste donne hanno in comune un coraggio morale, nella vita e nell'arte, che rende le loro storie esemplari e avvincenti.""