Sfoglia il Catalogo feltrinelli029
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 4261-4280 di 10000 Articoli:
-
Palazzo San Gervasio. Modalità insediative e pratiche funerarie dal territorio
Il volume presenta le attività di ricerca, restauro e studio già oggetto della mostra 'I guerrieri di Palazzo San Gervasio', la prosecuzione dello scavo, il ricco catalogo dei materiali rinvenuti nell'abitato e nella necropoli. Comprende, inoltre, la documentazione ancora inedita del precedente intervento archeologico, compiuto ai margini settentrionali dello stesso terrazzo in anni precedenti, altri importanti contributi scientifici e l'aggiornamento della carta archeologica del sito. Vi sono riportate bene in evidenza le relazioni culturali con l'area osca di provenienza della piccola comunità sannita e le modalità e le forme dell'insediamento di Masseria Casalini Sottana, nel quadro storico-topografico più ampio del territorio venosino e dell'intera area del Vulture. -
L'ultimo bagliore
Quale libertà ci è concessa se la coscienza è gravata dal peso insostenibile di un passato che sempre torna a interrogarci, a esigere, irremovibile creditore, la “libbra di carne” dal nostro corpo? E se le risposte, a caro prezzo acquistate, risultassero ancor più inquietanti degli stessi segreti svelati? Sopra questa fragile impalcatura si regge la storia de L’ultimo bagliore, secondo romanzo di Giuseppe Filidoro. Una storia dove i personaggi emergono da un unico fondo solido e compatto nella sua apparente quiete, pronto a schiudersi in lampi di tragedia. In una Milano buia, circondata da volti anonimi, Betta vive la sua esistenza incolore, pervasa di solitudine. La sua inquietudine, fin da quando era bambina, si traduce in un’angoscia sorda e costante, che accompagna da sempre la sua vita. Un evento catastrofico che coinvolge il suo paese di origine la porta nei luoghi del passato, alla ricerca dei pezzi mancanti della sua identità, da sempre sentita incompleta. -
Dipingere l’Etruria. Le riproduzioni delle pitture etrusche di Augusto Guido Gatti. Ediz. illustrata
Viene presentato il corpus delle riproduzioni di pitture etrusche eseguite da Augusto Guido Gatti (1863-1947): disegni, lucidi e tele in scala 1:1 che raffigurano le più celebri tombe dipinte del mondo etrusco allora conosciute. La Galleria delle pitture etrusche in facsimile, destinata ad una sezione del Museo Archeologico di Firenze a partire dal 1928, è stata l’ultima esperienza museale di questo tipo, dopo quelle del Gregoriano, di Monaco, Bologna, Orvieto e Copenaghen. Ponendo una particolare attenzione alla storia della riproduzione, il volume illustra il lavoro del disegnatore fiorentino con l’intento non solo di far conoscere una tematica museologica, ma anche di fornire documentazione inedita su monumenti pittorici oggi fortemente deteriorati o addirittura non più esistenti. Il catalogo di 325 documenti è consultabile anche nella banca dati ICAR (http://icar.huma-num.fr). -
Variazioni Pirandello. Frammenti di discorsi dal Teatro di Luigi Pirandello
Centocinquanta citazioni tratte dal Teatro di Luigi Pirandello (1867-1936) – ventiquattro in dialetto siciliano – distribuite con studiata eterogeneità, ciascuna con la propria autonomia, a mo’ di variazioni sul tema Pirandello, a creare percorsi imprevedibili nei quali liberamente muoversi. «Schegge d’universo» che, strappate dal contesto e da esso isolate, come i personaggi della più nota delle commedie pirandelliane, sembrano “nate vive”, e come tali “vogliono vivere”; e lo fanno come meglio non potrebbero: in “modo tridimensionale”. Eppure, a rimetterle insieme in formazione, quelle schegge si sostengono a vicenda, ricostituendo e restituendo nella sua integrità l’universo del Genio agrigentino. -
La maciara indaffarata. Lessico della magia lucana
Da “abitino” a “culla”, dalle “fatture d’a more e di morte” ai “santi guaritori”, toccando il “mal di luna” o catalizzando l’interesse su un “letto nuziale”, passando poi per “sale”, “sangue” oppure “serpe nera”: le cento e più parole che l’autore “infila come perle” in questo prontuario di magia dove le parole si fanno, ognuna, memoria”. Frammento di un universo magico al quale sovrintende, onnipresente, la maciara, l’insonne, la febbrile indaffarata epigona della stirpe delle megere di cui mater riconosciuta è Canidia: la strega che si immortala nei versi oraziani con i suoi tratti orripilanti, le corte vipere intrecciate ai capelli”, mentre sta per prodursi nel più noto e celebrato numero di stregoneria dell’antichità. Canidia, la strega che approda nella superstiziosa Roma imperiale nel momento in cui riaffiora dalla memoria di Orazio sullo sfondo dei racconti terrificanti che nelle interminabili sere dell’inverno venosino sgorgavano copiosi, per lui bambino, dalle labbra dell’amico e mèntore contadino Ofello e dell’amata nutrice Pullia, figli anch’essi di una terra, per definizione di raccontatori. Dunque, questo Maciara indaffarata è un caleidoscopio: di voci, emozioni, suoni, visioni, colori, financo odori, che raccontano, al passato, l’anima di una comunità: quella lucana, gettata dalla natura e dalla storia in un creato ostile, negato alla speranza, dove non resta che abbandonarsi all’abbraccio consolatorio e salvifico della magia. -
Il monastero femminile San Benedetto di Venosa. Testi e documenti
Questo volume sul monastero di San Benedetto di Venosa delinea la storia del monumento dalla fondazione alla demolizione e consente una riflessione sulla vita delle monache dopo il Concilio di Trento, disciplinata da severe regole basate sui voti di povertà, castità, obbedienza e perpetua clausura. Il Tridentino, è noto, è una pietra miliare nella storia del monachesimo occidentale in quanto, pur non introducendo la clausura, già prevista da più antiche disposizioni, le attribuisce una rilevanza senza precedenti, prescrivendo alle spose di Cristo, non solo l'immacolata purezza, ma anche il divieto di ogni rapporto sociale con l'esterno e con le famiglie di origine che dovevano munirsi di apposita licenza del vescovo per varcare le soglie del monastero. In tal modo la clausura, da strumento di perfezione ed elevazione spirituale, diventava espediente di controllo delle religiose con l'imposizione di ogni tipo di rinuncia, a cominciare dal proprio nome. La suora acquisiva una nuova identità sociale ma, pur sottraendosi ai gravosi problemi della vita civile, forniva un prezioso contributo alla società, preparando le giovani educande provenienti dalle famiglie benestanti a diventare buone mogli e madri. La clausura, pertanto, rappresentava la certezza di uno status, oltre che una protezione. Nel monastero di San Benedetto, come in tutto il Mezzogiorno, l'applicazione della disciplina non fu semplice; il suo impatto su abitudini secolari causò non pochi problemi alla Chiesa. Dopo le leggi oppressive degli ordini religiosi, il monastero, concesso nel 1901 al Comune di Venosa per essere adibito a scuola, è stato demolito nel 1958. Tale epilogo è emblematico delle aggressioni cui spesso è sottoposto il patrimonio culturale; nello stesso tempo costituisce stimolo per un impegno collettivo finalizzato alla sua salvaguardia. Di qui l'importanza della conoscenza del proprio passato, necessaria premessa per un atteggiamento operativo di difesa e valorizzazione dei beni culturali come espressione di elevata sensibilità morale e civile. -
Testimoni di miracoli della fede: il vescovo Raffaello Delle Nocche e madre Maria Machina a Tricarico
Il venerabile Raffaello Delle Nocche, vescovo di Tricarico (1922-1960) e madre Maria Machina, superiora generale della Congregazione delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico (1927-1970), sono i protagonisti di quest'opera di Rosetta Maglione. A corona, s'intrecciano altre figure di quel mondo in cui si espressero le loro vite e le loro opere. Leggendo le pagine del lungo e avvincente racconto, si coglie il coinvolgimento della scrittrice nell'eccezionalità della vicenda umana e spirituale dei protagonisti: di un vescovo, che regge lungamente una delle Chiese più povere del Mezzogiorno, la diocesi di Tricarico, nel cuore della Basilicata e contribuisce a farla rifiorire con un vasto e coraggioso programma di evangelizzazione e promozione umana; e di una giovane determinata e volitiva che, accogliendo il suo invito e animata da una profonda fede, guiderà la comunità di religiose per molti decenni, portandola a maturità e ad espansione a livello mondiale. Coinvolgimento intenso, quello della scrittrice a livello emotivo e spirituale, che la stessa riconosce e annuncia quando, in apertura del volume, scrive. ""La scoperta, quasi per caso, del loro profilo umano e spirituale, le vicende della dedizione alla fede missionaria mi hanno stupita e conquistata, sono entrate nei miei pensieri, nei miei sentimenti, come una luce benefica che voglio condividere con i lettori di questo volume"""". (Dalla presentazione di Carmela Biscaglia)"" -
Forentum ritrovato
La storia di un comprensorio della Basilicata settentrionale nell'antichità, dalla preistoria fino all'età romana, attraverso gli oggetti che le indagini archeologiche hanno portato alla luce. Lavello è un centro fondamentale per conoscere la storia del territorio italico nell'antichità. Una storia di sviluppo, determinata dalla rete di rapporti intessuti in maniera consapevole e pervasiva con le culture vicine e lontane, soprattutto nel I millennio a.C.: dalle colonie greche della costa ionica, alle coste adriatiche pugliesi e a quelle tirreniche campane, e poi ancora oltre, grazie ad una catena di intermediazioni, con le culture di ambito etrusco o con le realtà transmarine (dall'Egeo al Vicino Oriente). Ovviamente i rapporti erano intessuti dalle élites, da quei membri della società al vertice di comunità le cui gerarchie si basavano sul rango, che erano riuscite a inserirsi nella rete di connessioni mediterranee. Sono le loro tombe e i loro palazzi a raccontare, attraverso gli oggetti prodotti, usati e deposti, questa storia di connessioni. L'archeologia racconta l'apogeo dei principi dauni e poi le trasformazioni intervenute con l'ingresso di Roma nella storia di queste genti: la fondazione di Venusia, il declino dell'insediamento daunio di Forentum, ormai parte integrante del ricco territorio della nuova colonia romana. -
Per amare Orazio
"... Apulo che tu voglia chiamarmi o lucano, infatti, arano i campi sopra i confini di entrambe le terre i coloni mandati a Venosa dopo che furono cacciati i Sabini - così narra antica fama - perché non irrompessero nel territorio senza trovare un Romano le genti bellicose di Puglia o di Lucania qualora muovessero a guerra..."""" Satire II-I. 34/39" -
Torre di Satriano II. La residenza ad abside abitato e società in età arcaica
Il volume presenta un caso di studio particolarmente significativo per la conoscenza del mondo italico dell'età del Ferro. Si tratta dell'insediamento di Torre di Satriano, un sito chiave della c.d. area ""nord-lucana"""", dove grazie alle più recenti ricerche della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera è possibile ricostruire assetti sociali, manifestazioni del potere e relazioni interculturali vigenti nella comunità di età arcaica. La vicenda insediativa racconta qui il modo di vivere di genti stanziate nel montuoso entroterra appenninico, le articolazioni sociali e la dimensione economica di una comunità montana, lontana dai grandi centri urbani gravitanti sulle coste tirreniche e ioniche. Il nostro caso permette così di portare alla ribalta la non-città degli Italici, uno spazio dinamico e aperto verso l'esterno, che conoscerà a più riprese fenomeni tipici delle comunità urbane, a partire da importanti forme di manifestazione di lusso e """"consumption"""", in connessione con gli spazi del potere, ma senza trasformarsi mai in centro urbano. In questa non-città degli Italici, dove la società è rigidamente basata sul rango degli individui, nessuna evidente cesura distingue gli spazi della vita quotidiana dalle tombe e le aree per il culto, come invece nelle città della costa. Nessun santuario attirava l'attenzione per monumentalità o raffinate decorazioni: il culto non aveva luogo in uno spazio separato, bensì nelle stesse abitazioni, almeno in quelle appannaggio dei personaggi al vertice della comunità. In ogni nucleo abitativo tra le dimore modeste ne eccelleva una per dimensioni, pianta e tecnica costruttiva. L'abitazione che si distingueva su tutte le altre era quella del capo di tutto l'insediamento, posta nel segmento che ospitava il gruppo/tribù che assurgeva al potere generazione dopo generazione. Nel volume si presenta la residenza ad abside di un personaggio al potere tra VII e prima metà del VI sec. a.C., la sua architettura, il ricchissimo arredo interno. L'edizione complessiva dei materiali permette per la prima volta di comprendere il modus vivendi delle élites al potere delle comunità italiche di Italia meridionale. L'archeologia del mondo italico è stata fino ad anni recenti essenzialmente 'archeologia funeraria'e. Consapevoli di questa lacuna documentaria, a Torre di Satriano la ricerca ha avuto come obbiettivo la conoscenza approfondita dell'abitato, delle sue articolazioni sociali, dei fenomeni di mobilità e contatto con altre genti e spazi geografici."" -
Fisica moderna in «Civiltà delle macchine» di Leonardo Sinisgalli
Questa corposa antologia (ben 704 pagine), raccoglie gli articoli dedicati alla Fisica moderna all'interno delle pagine della rivista che Leonardo Sinisgalli fondò e diresse dal 1953 per conto della Finmeccanica, a testimonianza del grande amore che il poeta ingegnere aveva nutrito per questa disciplina, un rapporto risalente ai suoi anni di formazione universitaria e al suo legame con il gruppo di fisici passati alla storia come ""i ragazzi di via Panisperna""""."" -
Orgoglio antico
Amalia Marmo scrive un romanzo autobiografico che si presenta fatto in due grandi racconti, il primo, una memoria indelebile che ricostruisce la propria infanzia a Miglionico, città a pochi passi da Matera, il secondo è la storia di Angiolina e del suo amore per un giovane medico apparso d'un tratto sulla scena narrativa. La Marmo ha letto molto, autori come Dostojevskij, Shiller, Manzoni e autori più sentimentali, come Balzac, Hugo, la Invernizio e la narrativa d'appendice. Mentre nella prima parte c'è il bisogno di ricostruire la propria giovinezza in casa della nonna, nella seconda c'è una storia di crescita e di innamoramento che sorregge la trama. Emergono nella felice capacità descrittiva della Marmo oltre medaglioni partecipati della Basilicata del dopoguerra e di un paese amato come luogo in cui si è formata la sua anima giovanile, creature tagliate a tutto tondo, nonna Amalia, per esempio, la vera protagonista del romanzo, e della quale l'autrice porta il nome, persona fine e assennata, che sa condurre un'esistenza da signora di rango, senza porre distanze sociali tra sé e la servitù, una donna che consiglia il marito ma non prevarica mai le sue scelte e che sa amare la nipote, futura narratrice, con dedizione direi materna. In questo romanzo si rivela la capacità della Marmo, nella ricostruzione dei rapporti, dei caratteri, dei sentimenti con una passione descrittiva che ricalca la tradizione ottocentesca. Non mancano dunque nel libro gli ingredienti propri di un romanzo classico, la morte prematura di zia Paolina, la fermezza dei nonni e dei genitori, un velo di profonda religiosità che fa appello costantemente ai dettati della Bibbia e del Nuovo Testamento, le coordinate di un mondo e di un tempo ormai in via di estinzione. Un racconto dove si mette in risalto la finezza descrittiva di un'autrice che quegli anni mostra di averli vissuti con profondità di osservazione, tempi in cui il Sud si andava ricostruendo e scivolava da una stagione contadina e di miseria a un'altra di borghesia e di più evidenziato benessere. -
La Basilicata e l'Italia unita. Il difficile ""sentiero"" del democratismo. Le rappresentanze politico-istituzionali (1861-1876)
"In sintonia con la più recente produzione storiografica su ruoli e funzioni esercitati da ceti e gruppi dirigenti meridionali per e nell'Italia unita, il lavoro di Alessandro Albano, frutto di accurato e rigoroso percorso di ricerca, ricostruisce e rilegge, senza schemi precostituiti ed ideologizzati, l'operato politico-istituzionale di protagonisti di primo piano della Basilicata pre e postunitaria, con particolare attenzione alle rappresentanze politico-istituzionali, a livello centrale e periferico, nel merito e nel metodo di espletamento del loro mandato, in opportuno rapporto con i più generali contesti del tempo. In tale ambito, di particolare rilievo risulta lo scavo documentario e conseguente analisi, anche critica, relativi al ruolo, in progettualità, azioni politiche ed attività istituzionali, svolto dai """"patrioti democratici"""", in particolare rispetto al sempre più ristretto """"sentiero"""" della loro operatività postunitaria, con conseguenti, incisivi riflessi per i tanti che pur avevano pienamente impegnato i loro percorsi di vita, sia a livello di progettualità che di azione politica, nel difficile cammino per l'Unità d'Italia"""". (dalla Prefazione di Antonio Lerra)" -
La rivoluzione costituzionale del 1820/21. Il Giornale Patriottico della Lucania Orientale
Nel quadro di un'accurata focalizzazione del contesto politico-istituzionale determinato dalla rivoluzionale costituzionale del 1820-21, a Napoli e nelle province, Veronica Sileo ha posto peculiare attenzione alla configurazione ed al ruolo esercitato, in particolare sul terreno della comunicazione politica, dal ""Giornale Patriottico della Lucania Orientale"""", pubblicato a Potenza dal 10 luglio 1820 al 13 marzo del 1821 per un insieme di 14 numeri. Una fonte preziosa, questa, che, accuratamente contestualizzata, analizzata ed annotata dalla Sileo, risulta di indubbio concorso alla ricostruzione ed alla lettura del concreto apporto, in progettualità ed azioni politico-istituzionali, del patriottismo basilicatese alla rivoluzione costituzionale del 1820-21, rilevante snodo del lungo ed articolato percorso di """"costruzione"""" dell'Unità d'Italia anche da Sud."" -
Metaponto. Tombe arcaiche della necropoli nord-occidentale
Un contesto straordinario in questo volume, unico per la possibilità che offre di rivolgere uno sguardo nuovo al fenomeno complesso della ""colonizzazione"""" greca, alle dinamiche di connettività mediterranea che sullo scorcio del VII sec. a.C. coinvolgono - rinnovandolo - il già variegato popolamento della costa ionica di Italia meridionale. Un volume articolato in due studi separati ma complementari scritto da Angelo Bottini e Mariasilvia Vullo, per quanto riguarda la prima parte dedicata alle prestigiose sepolture arcaiche di fondo Giacovelli (che da troppo tempo attendevano una pubblicazione), e da Raimon Graells i Fabregat, che ha curato la seconda parte, incentrata sulla ricostruzione del corredo di una tomba rinvenuta nel 1942, finito a Saint Louis, dove fu snaturato con """"restauri"""" inappropriati, fino a rendere irriconoscibili e incomprensibili una serie di manufatti. Stéphane Verger, nella postfazione: «est une nouvelle page importante de l'histoireet de l'archéologie de la côte ionienne qui est écrite avec ce livre, qui vient rappeler opportunément, en cette fin d'année marquée par le cinquantième anniversaire de l'inaugu¬ration du 'Museo Archeologico Nazionale della Siritide'. La pubblicazione, infatti, presenta alla comunità scientifica un contesto rimasto inedito per decenni, ma soprattutto contribuisce a ricostruirlo, rivolgendo l'attenzione a tutta la documentazione disponibile, in un approccio """"investigativo"""". E contribuisce a far luce su quel depauperamento del nostro patrimonio che ha afflitto e continua ad affliggere l'Italia (e i paesi mediterranei), complici spesso Musei internazionali. Scorrendo il volume si comprende come questa ricerca lunga e laboriosa, realizzata portan¬do attenzione specifica alla materialità degli oggetti, di cui si ricostruiscono storia e biografia, costituisce un evento """"rivoluzionario"""", per la possibilità che ci offre di riconsiderare problemi e dinamiche storiche fondamentali per la storia mediterranea di un'epoca (la prima metà del VI sec.) che ha segnato lo sviluppo di fenomeni urbani e di dinamiche sociali ed economiche che hanno dato vita ad una parte significativa della storia dell'Occidente."" -
Appia Antica. La Regina Viarum in Lucania dall'Ofanto al Bradano
Un volume sulla via Appia in Lucania, vuole essere l'atto di una lunga esperienza di indagine in Basilicata, in particolare nel territorio venosino e nel comparto del melfese, che ha nella via Appia il suo fulcro, come asse di penetrazione e attraversamento nonché di organizzazione rurale, economica ed insediativa in età romana e dopo. La via Appia è stata il vettore per il passaggio degli eserciti quando ancora probabilmente era un tratturo di collegamento tra Ofanto e Bradano. È divenuta l'asse portante della colonizzazione romana tra Venosa e l'area apula. In epoca cristiana parte degli itinerari e dei pellegrinaggi verso la Terra Santa. In tempi moderni in più tratti recuperata dal Regio Tratturo. Nel volume si è voluto riassumere la storia degli studi e delle ricerche anche nelle aree contermini e ricostruire il percorso della strada romana come itinerario in terra lucana, attraverso i principali rinvenimenti che hanno permesso la sua identificazione e che ci consentono ancora di ricostruire la vita lungo di essa. Si tratta di necropoli, ville, villaggi, fattorie ma anche stazioni di sosta per i viaggiatori e nei periodi successivi all'età romana chiese, edicole, fontane, iazzi e taverne. Molti gli aspetti presi in esame, da quello di via militare attraversata dagli eserciti, alla strada percorsa da Orazio nel 37 a.C. e ricordata nella sua memorabile satira. La strada di viaggiatori e mercanti verso l'oriente ma anche, in senso inverso la via percorsa da San Paolo condotto a Roma in giudizio. Premessa di Francesca Sogliani -
La chimica in «Civiltà delle macchine» di Leonardo Sinisgalli
Quello che gli autori si sono proposti è mostrare l'importanza che la chimica ha avuto in ""Civiltà delle Macchine"""" e il modo in cui Sinisgalli ha affrontato questo tema, lontano dalla sua cultura originaria di """"matematico"""" e ingegnere. I curatori non si sono limitati a raccogliere gli articoli che trattavano specificatamente di un argomento """"chimico"""" per non tradire lo spirito di Sinisgalli. Era necessario esaminare nel suo complesso il modo in cui Sinisgalli aveva trattato l'intera tematica, in tutte le sfaccettature. Egli invitava a mischiare le culture, a contaminare la cultura scientifica e quella umanistica: per fare questo non ci si è limitati a considerare articoli su tematiche strettamente """"chimiche"""", ma si è preso in considerazione il modo in cui Sinisgalli ha voluto trattare nel suo complesso tematiche in cui la chimica ha un ruolo. Dando spazio a contributi di """"umanisti"""" che riportavano le impressioni ricavate da visite organizzate a impianti siderurgici o di estrazione petrolifera e a contributi che avevano come fine quello di essere esplicativi e divulgativi di una tecnica specifica, rivolti a un pubblico non necessariamente esperto. Si è cercato di rimanere connessi al progetto di Sinisgalli di unificare la cultura """"alta"""" con la cultura tecnica e scientifica."" -
La scienza, la scuola e la vita. Francesco De Sanctis tra noi
Il binomio 'La Scienza e la Vita', che fu l'argomento della celebre prolusione del 1872, costituì per De Sanctis la direzione di marcia alla quale doveva ispirarsi la società italiana, ritemprando lo spirito risorgimentale che aveva realizzato l'Unità d'Italia, avvertito come sempre più affievolito, con un ripiegamento verso gli atavici mali dell'io politico e dell'inerzia ammantata di retorica. Al titolo della conferenza desanctisiana è stata appropriatamente aggiunta la parola scuola. È, appunto, alla scuola che ritorna De Sanctis nell'ultimo anno della sua vita, con l'intento di contrastare gli evidenti segni di decadenza della politica italiana dopo il grande evento del ricongiungimento all'Italia unita di Roma come capitale. La parola scuola ritorna centrale nell'ultimo discorso politico pronunciato da De Sanctis a Trani il 29 gennaio 1883, un vero e proprio testamento politico e morale: «La politica non è stata mai per me una vocazione: io ero nato per vivere in mezzo ai miei giovani e predicare a loro ciò che mi pareva il bello e il buono, e mi sentivo tanto felice in mezzo a loro. Io ad essi non parlai mai di libertà, non parlai mai d'Italia; parlavo della dignità personale... La vita politica fu concepita da noi come un dovere ed un sacrificio; ed io, entrando nel Parlamento, mi portavo appresso il professore, e quello che fui nella scuola, fui nella vita... L'opera dei secoli non si cancella in un giorno; ed io vidi che il primo programma politico deve essere la nostra educazione». De Sanctis pose allora un problema che ancora ci interpella e che si è perfino aggravato nel nostro tempo. Egli aveva in mente la Bildung, termine che coniuga cultura, formazione e fondazione in un'epoca storica nella quale parole come patria, famiglia, virtù personali e civili avevano valore e apprezzamento sociale. C'è da domandarsi, quale peso abbiano oggi queste parole nella disintegrata società consumistica contemporanea e quali siano i principi sui quali fondare una concezione educativa. -
Archeologia dei paesaggi a Montescaglioso. Ricerche interdisciplinari su un comprensorio collinare della Basilicata in età antica
L'opera presenta il risultato di un'intensa attività di ricognizione archeologica sul campo, condotta a partire dal 2007. Punta sull'analisi completa dei dati, applicando un approccio integrato, fortemente interdisciplinare, per la comprensione dello sfruttamento delle risorse, dell'evoluzione e delle trasformazioni in diacronia del paesaggio antico dell'area in esame, nonché, delle relazioni con altri siti limitrofi e con la vicina colonia greca di Metaponto. L'obiettivo principale della ricerca riguarda gli scambi e lo sviluppo delle realtà insediative all'interno dei contesti paesaggistici, le loro somiglianze e le differenze, dal periodo preistorico fino all'età imperiale romana. Il volume si divide in tre parti principali: la prima parte illustra la strategia della ricerca, l'utilizzo delle metodologie, la proposta di periodizzazione cronologica e i criteri per la definizione dei principali Bacini di Sfruttamento delle risorse e delle Unità Ambientali Produttive intorno ai siti. Nella seconda parte, l'analisi dei nuovi dati emersi durante il survey e l'esposizione dei siti archeologici individuati, corredata da mappe di posizionamento e da illustrazioni con i manufatti archeologici rinvenuti. Nella terza parte, i risultati, distinti in tre sezioni di sintesi: Paesaggi in trasformazione; Paesaggi rurali diffusi; Paesaggi in conversione. Ogni sezione è suddivisa in temi, dove si descrivono l'organizzazione dei sistemi insediativi, le attività artigianali, le pratiche di sfruttamento agropastorale, la trasformazione e il consumo dei prodotti, nonché, gli indicatori di mobilità. Infine, ad ogni sezione è dedicata una breve sintesi dei dati a livello più ampio (Mesogaia e oltre) in grado di offrire quadri cartografici d'insieme. Nella parte finale, seguono le appendici, le referenze grafiche, la bibliografia e l'indice generale. -
I figli di Dante
La biografia di Dante ha ancora zone d’ombra che non sono state rischiarate. Le informazioni che i documenti forniscono non sono tali da cancellare un ventaglio di possibilità aperte e offrire un punto di vista inattaccabile. Nicola Zingarelli, a metà degli anni Venti del Novecento, affronta una delle questioni più enigmatiche e appassionanti dell’intera vicenda dantesca: il rapporto con i figli. L’autore scrive negli anni in cui Benedetto Croce pubblica la ""Poesia di Dante"""", ma sceglie un sentiero alternativo. Se il grande filosofo napoletano affronta questioni di estetica, Zingarelli procede attraverso un’indagine documentaria, che si sviluppa tra testimonianze d’archivio o atti storici, ma che passa anche per i versi della Commedia. Ne nasce il racconto leggero e insieme erudito dei fatti biografici essenziali della storia di ognuno dei figli di Dante. Collocati nell’orbita del grande genitore, sembrano subire i contraccolpi del suo stesso destino. Zingarelli mostra gli aspetti caratterizzanti dei loro diversi profili. Allestisce una sorta di romanzo familiare, che ingloba i singoli fili delle esistenze private e li annoda dentro una stessa trama. Il lettore segue lo sviluppo di queste vite parallele e, interessato e partecipe, ne accompagna il percorso dall’inizio alla fine.""