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Derive e deserti
Derive e deserti è un tentativo di dare voce a tutti i colori dell'anima: la tristezza, le piccole esplosioni di vita, il ricordo, la solitudine, il viaggio. Nella sezione In quieto esisto il verso è scarno e denso nel contempo, mirato al gusto della parola che incontra e si scontra. Talvolta, invece, il senso logico è affidato ad una danza di immagini. La seconda sezione, Memorie di un tagliagole, racconta i deliri post-mortem di un criminale impiccato ad un ponte (il destino riservato ai pirati nell'Inghilterra di qualche secolo fa). Quaranta oscillazioni visionarie che riprendono il tema del viaggio nel deserto, ma un deserto lirico, vitale, urbano, desolante e tragico in altre battute. -
I magné rumagnùl d'una volta
Le ricette raccolte in questo libro sono il risultato di una ricerca gastronomica effettuata fra la gente del territorio dell'Urgòn-Rubicone. Esse rappresentano la documentazione più vera degli antichi mangiari, tramandati di generazione in generazione, ancora oggi vivi nella memoria e presenti sulla tavola delle famiglie rurali. L'editore e l'associazione culturale ""Pro Rubicone"""" - che promosse la raccolta delle ricette - si augurano che questi mangiari della cucina tipica di un tempo ritornino con più frequenza sulla nostra tavola e rientrino nelle più originali proposte gastronomiche della ristorazione attuale."" -
Fino alla luna
Questo propriamente mi pare di cogliere nella poesia di questa donna, insieme tenera e sognante: la limpida meraviglia del mondo, della vita e dell'amore, e i fermenti dell'anima, sempre desta a cogliere il respiro dei giorni, ora nella gioia, ora negli abbandoni o nel dolore, ora nella indignazione per le molte miserie del mondo. Quanto alla prosa che chiude il libro, veda il lettore con quanta dinoccolata, ironica sventatezza Iris si rivela all'improvviso, dopo la tenera e suasiva apertura della poesia, come una maliziosa e divertita raccontatrice. -
Fam zughì ancòra
Questo libro è un gioioso inno alla vita, agli affetti coniugali, all'amore paterno, all'amicizia: dimensioni nelle quali Loris si rappresenta nella piena solarità del suo indomabile ottimismo: una visione positiva del vivere nella quale rientrano anche l'evocazione delle emergenze politiche, dei drammi della fame e della guerra nel mondo, della corruzione e della miseria materiale e umana, ma sempre assunti nella certezza di una possibile soluzione, sempre rappresentati nella positività della vita. In queste coordinate, l'autore si muove con la saggezza dell'animo popolare, rappresentata in primo luogo dalla autenticità di un dialetto che non è recupero di una lingua remota e moribonda, ma espressione viva della quotidianità. E in questa lingua evoca non di rado, per il nostro divertimento, personaggi ed episodi di commedia. -
Pergamene. Monumenta (994-1690) e instrumenta (1041-[1295]) dell'archio della canonica e del capitolo di Rimini. Regesti
Questo volume recupera preziose memorie dal più antico archivio dell'area riminese e costituisce la prima edizione di un complesso di fonti documentarie medievali riminesi dopo quelle effettuate nella seconda metà dell'Ottocento da Luigi Tonini. Infatti si pubblicano: in primo luogo il regesto settecentesco delle pergamene dell'Archivio della Canonica e del Capitolo di Rimini; in secondo luogo il regesto degli instrumenta di un cartulario del medesimo ente; infine una serie di antichi inventari. -
Siate la tempesta
Il lettore si sorprenderà alla lettura di questo libro, che è insieme un gioioso canto alla vita, una dolorante meditazione sul destino delle donne, una capacità eccezionale di guardare nel cuore degli uomini e delle donne e di coglierne luci e ombre, maschera e verità. E si sorprenderà anche per la schiettezza delle confessioni, l'immediatezza e la trasparenza di chi rivela se stesso senza infingimenti, con una sincerità che affascina e incanta. -
Audace semplicità
Giunti all'età delle memorie, quando non sappiamo se aprire le finestre al sole o chiuderle al vento, ci accade spesso di rievocare i giorni della nostra vita, consapevoli che il convocarli di nuovo, ad uno ad uno, presso di noi significa dare un senso alla nostra esistenza e illuminare i sentieri misteriosi che ci hanno portato fin qui. In questo orizzonte denso di emozioni e di sentimento, di figure di uomini e di donne, di città e di campi, di giardini e di opere d'arte Caterina Biondi racconta i tre tempi della sua vita, con una intensità rara: i primi vent'anni a Cesena, in una Romagna del mito, illuminata dalle speranze e dalle attese dell'infanzia e dell'adolescenza; l'esperienza memorabile di Roma, di una professione intensamente amata e del nascere della famiglia; il rifugio di Valcanneto, nel lembo di una Maremma che la presenza di Cerveteri e delle memorie etrusche chiama al passato e alla riflessione. Ne nasce un libro che, anche per la limpidezza dello stile, oltre che per la ricchezza delle notazioni e delle scoperte di vita, conquista e commuove. -
Squarcio
In uno stile di immediata freschezza, spregiudicato e diretto, una giovanissima scrittrice convoca sulla pagina figure e vicende di giovani, rappresentandone il mondo nella varietà dei giorni, tra amori e speranze, delusioni e tensioni, progetti ed attese. L'agile passo narrativo, la fitta cascata dei dialoghi, la varietà dei personaggi e degli eventi, la grazia sorridente della rappresentazione rendono godibile la lettura. -
Lùdi Smaridi
Gastone Mercuriali nella limpidezza del suo dialetto nativo, quello di Cesenatico, non ancora toccato dai fenomeni di italianizzazione che vanno via via modificandolo nel lessico e nella sintassi ci propone un mondo complesso, consapevole dei moti dell'anima, delle ansie e delle speranze del nostro vivere quotidiano, in una visione mossa dalla sapienza popolare che guida il poeta. Arricchiscono le pagine la ricchezza dei ricordi e un amore intenso per la natura, della quale il poeta sa cogliere, anche in virtù della sua sapienza di pittore, forme e colori: un mondo nella cui rappresentazione l'autore rivela un'apertura piena alle bellezze della vita e, nel fondo, un ottimismo che dà luce alle sue parole. -
Paradosso felice
Come nel precedente In piena mancanza, Maria Laura ci chiama ad una poesia di particolare complessità, sorretta da originali architetture e, ancora una volta, animata da una tensione simbolica e metaforica di particolare intensità. E anzi, con più audace volontà sperimentale, si rinnova nel linguaggio e nelle curvature di una sintassi sempre tesa dal fervore della comunicazione ""densa"""", quella propriamente della poesia, nel cui dettato - come ci hanno insegnato formalisti e strutturalisti - tutto si tiene, tutto comunica, dal suono al senso, dal ritmo alle figure retoriche. Pare anzi che qui la poetessa, ancor più lucidamente che nel passato, sfrutti le risorse del linguaggio poetico nelle sue sonorità, dando uno spazio particolare alle figure della paronomasia, utilizzando largamente le suggestioni delle allitterazioni, sfruttando in consapevoli intenzioni le malizie dell'enjambement. Senza contare il fiorire di un gran numero di metafore particolari, quelle costruite mediante la semplice collisione di due termini."" -
Il canto del fringuello
Sullo sfondo dell'ambiente sindacale, del quale l'autore ha conoscenze di prima mano, Paolo Fanti racconta, in uno stile di cordiale e immediata leggibilità, la storia di Cristina, ragazza madre che le circostanze conducono ad assumere un impegno sociale e sindacale da protagonista. Il racconto ne segue anche la delicata storia d'amore, che si concluderà nel ritornante mistero di un fringuello, suo segreto, inesplicabile compagno di vita. -
Taccuino
Anche nei cinque libri precedenti, il vero protagonista della parola poetica, pur indirizzata ad altri, è l'io espansivo e avvolgente dello scrittore, per quella sua profonda e innata propensione a dichiarare se stesso attraverso gli altri, donna o Cristo che fosse. Ma qui, nel Taccuino, questo io non ha di fronte a sé altri che se stesso, e a quel se stesso applica una sorta di quotidiana auscultazione, un insistente monologo a due, di quello stesso io che si scrive e che si ascolta. E la reciproca vigilanza si risolve in un vero e proprio soliloquio, in un bisogno quotidianamente ribadito di autocontrollo e di autodefinizione. Di fede non si parla mai apertamente, in questo piccolo diario dell'anima; ma essa è sempre come sottintesa in ogni verso, ne è il cuore segreto. E tutto il taccuino 2008 di Muratori, sigillato negli ultimi giorni dal pensiero della morte, si propone come un difficile, ansioso cammino alla ricerca di una perduta innocenza. -
Il Centro cinema città di Cesena 1979-2009
Inaugurato nel 1979 su progetto di Roberto Casalini, allora assessore alla cultura, il Centro cinema città di Cesena è una delle più originali e autorevoli istituzioni pubbliche destinate al cinema, ai media e al loro linguaggio. Ricco di centomila fotografie di scena del cinema italiano, di fondi donati da fotografi, registi e sceneggiatori, il Centro si avvale di una biblioteca specializzata e di una mediateca unica in Italia, impegnata nel prestito di opere videoregistrate a scuole, istituzioni pubbliche, singoli studiosi e fruitori. Il catalogo racconta diffusamente, anno per anno, dell'attività del Centro, che spesso è presente in alcuni grandi momenti del cinema, da Venezia a New York. -
Come una prima neve
La poesia di Iris Battistini ha questo di particolare: che affronta, dominandolo e uscendone vittoriosa, il rischio forse più insidioso che minaccia gli autori di poesia, quello della confusione tra sincerità sentimentale e virtù poetica. Iris accetta il rischio di tale confusione, a patto, però, di avere ben chiara l'idea che l'una, la sincerità, trapassi nell'altra, la virtù poetica, attraverso il filtro sottile della parola, che tramuta la vita in forma, la quale obbedisce a una diversa e autonoma disciplina, che restituisce in termini di verità poetica i dati della verità vissuta. D'altra parte tutta la pagina dedicata alle riflessioni, anche tormentate, intorno alla poesia, merita di essere letta come testimonianza di una precisa consapevolezza della differenza che passa tra il vivere e lo scrivere. -
Speculum salutis. Un canzoniere
«Federico Cinti ha una chiara vocazione poetica, sorretta da una notevole perizia tecnica, fatto oggi non così frequente. In questo canzoniere, modellato in primo luogo su Petrarca, nei tre momenti della speranza, del disincanto, dell'accettazione della realtà, egli racconta in sonetti del proprio amore per Giulia. Il canzoniere si snoda come un racconto. Il lettore segue l'evolversi della relazione con Giulia donna-musa tra le aule e i corridoi universitari di una trasfigurata Bologna; partecipa dell'entusiasmo dell'innamoramento, della delusione dell'abbandono; palpita per l'attesa del paradiso, sente l'abisso nero del cuore ferito e il peso del mondo e la desolazione della solitudine. Non è un percorso poetico che lasci indifferenti, il suo: parla per sé ma accoglie e rappresenta le parole e i sentimenti di tanti. In questi sonetti egli si cimenta in una rivisitazione poetica che si intona e stride, avvicina e allontana, per dire, con fermezza e levità, che né con la poesia né con l'amore si può prendere troppa confidenza». (Gino Ruozzi) -
Oleum Castrocarj. L'oro verde nel cuore della Romagna
Progetto di valorizzazione dell'olivo e dell'olio nel comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole: percorsi e processi di qualità per la selezione dell'oleum Castrocarj, esclusivo, autoctono e di qualità eccellente che conferisca al territorio locale tanto un prodotto concorrenziale per i mercati, quanto un ulteriore elemento di promozione turistica ed enogastronomica. Grazie al recupero di vecchie piante ed a nuovi impianti, si sono recuperate in parte le superfici olivicole scomparse o abbandonate in passato: una mobilitazione e una ricerca per la valorizzazione dell'olivo con recupero delle risorse genetiche autoctone del territorio, che coinvolge esperti, studiosi, agricoltori, amministratori locali. -
Le fiabe del sentiero verde
Venticinque fiabe nelle quali la tradizione classica viene riletta e rimessa a nuovo attraverso il filtro dell'amore per l'ambiente. -
Le crune degli aghi
Il Cardinal Rodolfo crede davvero che il peccato sia onnipresente nel mondo e che il Demonio semini ovunque subdole tentazioni. Una soprattutto: quella il cui nefasto contagio è denunciato nel famoso versetto evangelico: ""È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, piuttosto che un ricco entri nel regno dei cieli"""". Fra trovate esorcistiche e ricerca delle prove della minaccia demoniaca (i ricchi, il successo mediatico, la televisione), fra organizzazioni di cellule anti-malefiche e imbarazzanti incontri con frati e segretari, si consuma così la solitaria vicenda """"eroico-mica"""" del Cardinale, che trascina con sé, naturalmente, i misteri e i retroscena delle alte gerarchie della Chiesa vaticana."" -
Poeti romagnoli d'oggi e Federico Fellini
Federico Fellini è un poeta d'immagini, di sogni, di parole rarefatte. Della Romagna, come Giovanni Pascoli, ha amato i propri ricordi, tanto più vivi quanto più lontani e rarefatti. Quaranta poeti romagnoli di oggi si sono lasciati riconquistare dalla magia e dalle atmosfere dei film di Fellini: le poesie e i testi che gli hanno dedicato compongono un trasognato viaggio, un atto d'amore nei confronti del regista e della terra che li accomuna. Hanno scritto in occasione del cinquantesimo anniversario della produzione del film La dolce vita, simbolo di un'epoca ed evocatore di un mondo del futuro, oggi del presente, che Fellini ha sentito e visto prima degli altri. -
Chi ha rapito mia zia
Una giovanissima narratrice dispiega il suo gusto di raccontare in una cascata di 13 racconti, nei quali mette alla prova il suo talento in generi diversi, dal racconto realistico al fantasy, dal giallo all'avventura.