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I dogi nei ritratti parlanti di Palazzo Ducale a Venezia. Ediz. a colori
Il doge di Venezia, per quanto chiuso in una gabbia dorata di costrizioni rituali e condizionamenti politici, fu nei secoli la massima autorità rappresentativa, quasi l'incarnazione pubblica dello Stato Marciano. Come tale, gli toccava l'onore di essere immortalato in un ritratto ufficiale da porre lungo un fregio che correva sotto il soffitto della sala del Maggior Consiglio, e più tardi della sala dello Scrutinio, in Palazzo Ducale, affinché - diceva a metà Ottocento Francesco Zanotto- «rimanesse una iconografia parlante di quegli uomini che si distinsero per sapienza, valore, giustizia, acutezza di mente[...]; con l'intendimento che la vista di quelle immagini servisse a pungolo ed emulazione ne' successori, e ne' riguardanti destasse venerazione verso la memoria». L'osservazione delle effigi, ma soprattutto l'analisi delle iscrizioni latine dei cartigli (composte in versi, per larga parte dei dogi che precedono l'anno 1500), permette di ripercorrere la parabola della storia millenaria della Repubblica attraverso le vicende e le gesta di quei personaggi, sino al mesto epilogo dei tempi ultimi. -
Le montagne sono nostre. Una rivolta popolare a Durlo in Lessinia (1722-1723)
Queste pagine raccontano la storia di una comunità di montagna dell'alta Valle del Chiampo, che nei secoli scorsi ha lottato tenacemente per assicurarsi il possesso delle montagne del suo territorio, nel comune di Durlo. Erano poveri montanari che vivevano in un ambiente scarso di risorse, il cui sfruttamento era fondamentale per la sopravvivenza: le uniche attività erano la produzione del carbone a legna e il pascolo del bestiame, e una magra agricoltura che integrava parzialmente le disponibilità alimentari. Ai montanari si contrapponevano i conti Porto Barbaran e Trissino, che erano i reali possessori di quasi tutte le montagne e che vivevano nei loro palazzi in pianura, lontano dagli aspri ambienti di Durlo. Da una parte una vita di agi senza problemi, dall'altra un'esistenza stentata, spesso ai limiti della sopravvivenza. È una storia di conflittualità, di aperta ribellione al potere, che oppone due realtà molto diverse ma entrambe determinate a far valere i propri diritti, con il coinvolgimento della Serenissima, che è stata arbitro dell'intensa e duratura lotta giudiziaria. -
La facciata nord di San Marco a Venezia. Storia e restauri
La basilica di San Marco a Venezia è uno fra i più importanti edifici sacri del medioevo. Nonostante sia anche uno dei più studiati, alcuni aspetti sostanziali della sua storia sono tuttora incerti. Dal 2002, in occasione del restauro del fianco nord della basilica, un gruppo di studiosi tedeschi ha indagato con metodi all'avanguardia lo sviluppo architettonico dell'edificio, dalle strutture preesistenti alla basilica contariniana dell'XI secolo fino ai restauri moderni. In parallelo, accurate ricerche d'archivio hanno messo a confronto i documenti dei restauri otto-novecenteschi, in parte inediti, con le evidenze studiate dal vivo. Alla luce delle nuove conoscenze, la facciata nord - a lungo considerata una facciata minore, all'ombra della basilica - risulta ora rivestire un ruolo fondamentale per la storia architettonica dell'intero edificio. Punti salienti dell'indagine sono gli ""impulsi"""" che San Marco riceveva dalla sua chiesa gemella, San Teodoro, la funzione della zona nord della basilica come luogo di sepoltura e l'aspetto della facciata prima del criticato restauro ottocentesco, le cui manomissioni sono ora chiaramente evidenziate."" -
Destini incrociati nel Novecento veronese
Dalla Resistenza a Tangentopoli, un'indagine storica a più voci sull'azione politica e amministrativa di sei protagonisti del gruppo dirigente democristiano veronese (Renato Gozzi, Agostino Montagnoli, Giorgio Zanotto, Gianfranco De Bosio, Gambattista Rossi, Enzo Erminero) attivi in diverse e successive stagioni, l'uno diverso dall'altro, ma uniti da un sentire comune che per mezzo secolo accomuna i loro ""destini incrociati"""" e li identifica con quello della città. Nato negli anni novanta da una discussione con un """"grande vecchio"""" della sinistra italiana, Vittorio Foa, nel momento in cui i grandi partiti di massa del secondo dopoguerra erano tutti scomparsi, travolti da una crisi senza precedenti, questo volume - oggi riproposto con una nuova prefazione di G.P. Romagnani - nasce dall'esigenza di comprendere le ragioni di una così lunga durata dell'universo democristiano e illumina le origini del modello veneto di sviluppo, prima del repentino crollo che avrebbe consegnato il Nordest al partito delle """"identità locali"""" o al """"partito degli affari"""". Una base di partenza per riflettere sulla crisi della democrazia rappresentativa e sull'involuzione del ceto politico."" -
Vertebrati fossili marini e terrestri del Veronese
Le recenti e talvolta clamorose scoperte di fossili, mai rinvenuti prima, di dinosauri e altri Vertebrati in varie parti del mondo, compresa la nostra penisola, hanno innalzato non solo il livello di attenzione da parte degli studiosi specialisti, ma anche la curiosità e la richiesta di informazioni da parte dei semplici appassionati. Le numerose e sistematiche campagne di scavo avviate negli ultimi decenni nei più importanti giacimenti fossiliferi del Veronese hanno inoltre contribuito in modo significativo ad ampliare le conoscenze sul patrimonio paleontologico dei monti Lessini. Il volume descrive le principali tappe geologiche che hanno contraddistinto la nascita e l'evoluzione del territorio veronese e gli animali vertebrati marini e terrestri che hanno vissuto e si sono conservati allo stato fossile fino a oggi. Dinosauri, ittiosauri, mosasauri, tartarughe, squali, razze, pesci, coccodrilli, elefanti, mammut, leoni, iene, rinoceronti, ippopotami, orsi, uomini e tanti altri Vertebrati provenienti dai principali giacimenti di fossili della provincia di Verona descritti in 50 schede. Un territorio popolato anticamente da esseri viventi che oggi sicuramente non ci aspetteremmo. -
Piazza San Marco a Venezia
Piazza San Marco è una delle più famose piazze del mondo e una grande attrazione turistica. La Basilica di San Marco, il Palazzo Ducale, la Libreria, la Zecca, le Procuratie, il Campanile e la Loggetta sono fra i nobilissimi edifici che circondano questa piazza, un tempo teatro di visite di Stato e di solenni processioni, ma anche di mercati, fiere e feste popolari e di attività artigianali e commerciali di ogni genere. La Piazza e i suoi edifici testimoniano ancor oggi la ricchezza di Venezia come indipendente metropoli del commercio e potente Repubblica marinara. La presente guida trasforma una passeggiata sulla Piazza nella scoperta della sua storia e dei suoi tesori. -
Sessanta a Verona. Gli anni del beat
Basta avvicinare i due termini ""Verona"""" e """"anni Sessanta"""" perché la memoria abbia un piacevole balzo all'indietro e il battito musicale delle centinaia di """"complessi"""" - per usare l'esatta, datata terminologia - che hanno movimentato quei giorni diventi la colonna sonora del ricordo. L'intento di questa pubblicazione è quello di riunire quanto più materiale possibile in termini di informazioni, documenti, immagini, aneddoti e curiosità per trasmettere al lettore lo spirito di quel periodo, quando la musica e il fermento che ruotava attorno ad essa hanno riempito una pagina della nostra storia che ci fa piacere ritrovare. Prendendo spunto dal primo, ormai esaurito """"Dopo 30 anni ho rivisto"""", pubblicato da Cierre edizioni nel 1996 e qui comunque presente in forma rivista e corretta, sono state aggiunte fotografie, notizie, riferimenti; perfino un intero capitolo dedicato alla Memorabilia del periodo. Oltre 900 immagini a corredo di questa sorta di catalogo storico dove ritrovare o ritrovarsi protagonisti di un periodo che ancora riscalda gli animi con l'immediata semplicità di canzoni che hanno tagliato trasversalmente le generazioni per arrivare ai giorni nostri con una vitalità che le mode non hanno saputo spegnere."" -
Il ponte delle Disgrazie
Tanti ponti, un ponte solo. Dal 1388, anno in cui viene testimoniata per la prima volta la presenza di un ponte sul Piave a Belluno, il ""Ponte delle Disgrazie"""" cade ben 28 volte, abbattuto da piene, da guerre, da crolli in corso d'opera. Con morti e feriti. E viene sempre rifatto nella stessa infausta sezione di fiume: in legno, in pietra, in ferro, in cemento armato. Una storia infinita, che si accompagna anche a un'altra disgrazia, il dissesto finanziario del comune provocato dall'ingente spesa sopportata a metà Ottocento per il primo solidissimo ponte di pietra, che puntualmente cade dieci anni dopo. Nella questione intervengono nei secoli celebri architetti, come Antonio da Ponte e Andrea Palladio. Da ultimo, Eugenio Miozzi, progettista dell'ultimo ponte, quello della Vittoria, tuttora esistente anche se assai malandato, inaugurato nel 1926. Ma davvero è solo tutto merito suo? Questo libro racconta le vicende degli ultimi due secoli, ricostruendo inediti e clamorosi retroscena tecnici, politici e amministrativi."" -
Carcamani. Scrittori italiani in America latina
«Carcamani» è un termine scherzoso e vagamente dispregiativo con cui venivano indicati gli italiani in America Latina. Questo volume è un viaggio per quelle terre con alcuni dei maggiori scrittori italiani del Novecento. Bontempelli in tournée teatrale con Pirandello, Marinetti ambasciatore del futurismo in Brasile, Gadda disorientato ingegnere nella sperduta provincia argentina, Rea che tenta la carta dell'emigrazione, Zavattini alle prese con i moti rivoluzionari a Cuba e Carlotto alla ricerca dell'anonimato in Messico. Per non parlare dell'Ungaretti brasiliano, del Malaparte cileno o del favoloso viaggio di De Carlo e Fellini in Messico. Diari, articoli, lettere, narrazioni: al centro delle pagine memorialistiche che questi scrittori dedicano all'America Latina c'è il confronto con l'alterità di mondi distanti, spesso letti attraverso la lente dell'esotismo, eppure a volte sorprendentemente familiari. Un percorso nella letteratura italiana contemporanea che interseca, nella realtà e nell'immaginario, la trasformazione del rapporto tra il paese di origine e quello di arrivo. Da terra di emigrazione a campo per la propaganda fascista; da Eldorado della rivoluzione a meta turistica. -
La medicina dei nostri nonni. Cultura e pratiche curative della montagna veneta
Un tempo i casi di morte naturale erano relativamente pochi: ci pensavano le pestilenze, le carestie e le guerre a porre fine all'esistenza dei nostri avi. I rimedi di cui essi disponevano erano per lo più adatti alla cura di malanni di lieve entità, per i quali si ricorreva soprattutto alle ""erbe"""", preparando tisane o decotti. Per le malattie più gravi spesso bisognava rassegnarsi, oppure affidarsi alla magia, la cui importanza nella medicina popolare risultava pertanto fondamentale: le credenze magiche fornivano una consolazione nei momenti critici e, non di rado, contribuivano alla guarigione di disturbi di origine psicosomatica. Nel volume vengono descritte le terapie utilizzate nell'area del lago di Garda e della montagna veronese e vicentina fino al secondo dopoguerra, delle quali si ha notizia grazie a informatori che alla fine del secolo scorso ancora conoscevano e applicavano tali pratiche curative."" -
Parole e polvere. Taccuini di strada: Eurasia, America e Africa
"Un taccuino di viaggio, come nelle migliori tradizioni dei viaggiatori d'una volta, di un viaggio lungo tutto un pianeta e tutta una vita, pieno d'impressioni, luoghi, persone, riflessioni. Pieno d'emozione. Colori diversi per tempi e spazi diversi. Per mettere in risalto la varietà del mondo, e trovarne i fili"""". Così l'autore Paolo Brovelli, geografo, viaggiatore per passione e per professione, ci introduce al suo nuovo libro. Un testo che, nonostante ricerchi qua e là ispirazioni narrative e poetiche, egli definisce semplicemente """"taccuino di viaggio"""": un'idea maturata in più di trent'anni di peregrinazioni nei vari continenti e approdata oggi su queste pagine che vogliono restituire l'esperienza del mondo tramite la sola forza della parola, rinunciando consapevolmente a un corredo fotografico con l'intento di liberarsi dalla tirannia dell'immagine. I viaggi di Paolo Brovelli, alcuni particolarmente avventurosi, come quello, da Guinness dei Primati, che lo ha condotto da Lisbona a Pechino con un """"Ape"""" Piaggio, sono evocati e raccontati qui in frammenti, spunti per avventurarsi in altrettanti percorsi storici, geografici, antropologici." -
San Lorenzo in Verona. Storia e restauri
San Lorenzo, posta sull'antica via Postumia, è una delle più antiche e affascinanti chiese di Verona ma la sua storia, fino ad ora, non era stata ancora interamente indagata. Prendendo le mosse da un'accurata analisi delle vicende storico-architettoniche del complesso, dalla fondazione altomedievale all'età moderna, con l'ausilio di documenti inediti e di un accorto studio dei materiali, il volume rende conto dell'articolata diacronia del costruito: dall'innalzamento, mediante una campagna edilizia omogenea conclusasi entro il primo decennio del XII secolo, agli estensivi interventi di ripristino otto-novecenteschi. Vengono qui valutati, in particolare, sia l'impresa del rettore don Pietro Scapini, il quale sul finire del XIX secolo decise di ""ridonare"""" alla fabbrica il suo presunto aspetto originario, sia quella del soprintendente Piero Gazzola, che ne curò il riassetto postbellico dopo le gravi lesioni causate dalle incursioni aeree alleate fra il 1944 e il 1945. L'interpretazione dei restauri ha dato spunto a un completo riesame del cantiere romanico, modificandone la narrazione """"canonica"""" e sottolineandone l'importanza nell'Italia settentrionale del primo XII secolo."" -
Petrolchimico. Autobiografia di un sopravvissuto
Pietro Trevisan racconta in queste pagine la propria esperienza di lavoratore e militante sindacale al Petrolchimico di Porto Marghera dagli anni del massimo sviluppo della fabbrica all'avvio della dismissione. Il suo è un punto di vista originale, intriso di orgoglio per l'emancipazione inestricabilmente politica e professionale che la fabbrica ha rappresentato per una generazione di operai, e di amarezza per la sua fine ingloriosa. Questa testimonianza nasce dal rifiuto di una mera criminalizzazione della storia del Petrolchimico, senza per questo giustificare gli errori (manageriali, sindacali e politici), ma anzi aprendo squarci illuminanti sulla parabola della chimica in laguna. -
Scrivere lettere nel Novecento. Studi sui carteggi di Elody Oblath e Scipio Slataper, Giani e Carlo Stuparich, Antonia Pozzi e Dino Formaggio, Goffredo Parise e Vittorio Sereni
Voce dell'io, aperta, illimitata, affettiva, la scrittura epistolare è stata una componente fondamentale, anche se spesso nascosta, della letteratura del Novecento. Questo libro, risultato di ricerche condotte su testi per la maggior parte inediti, ne mette in luce quattro casi esemplari. I primi due arrivano dalla Trieste degli anni che precedono la Grande Guerra: le lettere di Elody Oblath a Scipio Slataper testimoniano l'ansia espressiva di una giovane donna a confronto con il brillante autore de ""Il mio Carso"""", quelle di Giani e Carlo Stuparich ci fanno entrare nel dialogo tra due fratelli impegnati nella costruzione della loro coscienza umana e letteraria. Con il carteggio tra Dino Formaggio e Antonia Pozzi, un'altra giovane donna inquieta, destinata a fama postuma grazie alle poesie di Parole, ci spostiamo nella Milano fascista del 1937-38; approdiamo infine agli anni '60 con le tre appassionate lettere di Goffredo Parise (riprodotte nel volume) all'amico Licisco Magagnato, direttore a Verona del Museo di Castelvecchio, e con il carteggio tra lo stesso Parise e Vittorio Sereni, in rappresentanza dell'editore Mondadori, per la pubblicazione di un romanzo epocale come """"Il Padrone""""."" -
Dalla campagna alla tavola. Sistemi alimentari della Terraferma veneta in età moderna
Se, come dice Wendel Berry, «eating is an agricultural act» (mangiare è un atto agricolo), forse dietro i vari sistemi alimentari del mondo contadino, ma non solo, stanno paesaggi, sistemi colturali e soprattutto rapporti sociali ben determinati. Partendo da questo assunto, unendo e mescolando diversi saggi, qualcuno inedito, si è venuto formando un percorso, diciamo un banchetto, dove campagne e paesaggi si fondono con le tavole, tavole contadine e tavole signorili, dove i profumi dei paesaggi e dei campi si mescolano e confondono con i profumi dei mangiari poveri e sontuosi, fatti di polenta ma anche di pernici. Sono le stagioni che vanno dall'età moderna agli albori del Novecento, le stagioni delle terre patrizie e di quelle dei mezzadri, dei braccianti, dei vignaioli, dei pastori, di intere generazioni che hanno fatto e disfatto i paesaggi per nutrirsi e nutrire le città, quei paesaggi ora in parte scombussolati e stravolti ma che ancora alimentano consumatori a volte distratti: basterebbe stare attenti al carrello della spesa e forse qualcosa potrebbe cambiare. -
Portis. La memoria narrata di un paese. Con DVD video
Il paese di Portis in comune di Venzone (Udine), colpito dal terremoto del 1976 e successivamente minacciato da una frana, a causa di questi eventi fu ""apparentemente"""" abbandonato dai suoi abitanti. Grazie alla tenacia e alla caparbietà della popolazione, il """"nuovo"""" Portis fu ricostruito poco più a nord in una zona sicura, ma il rapporto con il vecchio abitato non si è mai interrotto. Oggi le case sventrate mostrano com'era il loro interno: piccoli orti e filari di viti svelano ancora le cure dell'uomo, porte socchiuse e finestre spalancate lasciano immaginare che prima o poi possa tornare chi vi abitava. Lo straordinario interesse antropologico di Portis è legato alla conservazione dei segni della passata vita familiare e comunitaria, come testimoniano il cimitero con i fiori ancora freschi o la ricostruita chiesa di San Rocco. Caso unico a livello nazionale, il paese ha conosciuto lo """"svuotamento"""" e la ricostruzione senza recidere il legame con il periodo presismico, ma diventando luogo di quotidiane pratiche di """"appaesamento"""". Il libro, con il dvd """"Portis deve rinascere qui"""" di Stefano Morandini, è il risultato di un progetto di ricerca dell'Università degli Studi di Udine."" -
L' Istituto Lorgna-Pindemonte. Istruzione e società in 150 anni di storia
La legge Casati, promulgata dal Regno di Sardegna nel 1859 in un contesto di diffuso analfabetismo, applicò nelle regioni annesse il modello scolastico sabaudo, che vedeva nell'istruzione tecnica uno dei pilastri della formazione superiore. Questo provvedimento, molto noto e discusso, si fondava sull'idea che la scuola potesse svolgere un ruolo decisivo non solo per lo sviluppo della persona, ma anche per il progresso economico e sociale del territorio. Verona non si fece sfuggire l'occasione e, trascorso poco più di un anno dall'uscita degli austriaci, partirono rapidamente i corsi. Nel dicembre 1867 iniziò l'attività didattica articolata in tre indirizzi: Commercio, Agronomia e Costruzioni, cui presto si aggiunse la sezione Fisico-matematica, preparatoria agli studi universitari scientifici. II libro, ripercorrendo vicende di 150 anni di storia, evidenzia come l'Istituto abbia contribuito a formare i quadri dirigenti e intermedi del sistema produttivo, dei servizi e dell'amministrazione pubblica, giocando un ruolo rilevante nel contesto economico e sociale cittadino. Questa analisi mette in luce il profondo legame tra scuola, società e territorio, e dimostra come la cultura rappresenti un imprescindibile fattore di sviluppo, la cui valenza emerge in tutte le differenti fasi prese in esame (il periodo post-unitario, le guerre mondiali, il fascismo, il dopoguerra e il boom economico), restituendo significato al ruolo del Lorgna-Pindemonte per la città e la provincia di Verona. -
La scuola a Belluno nel Novecento. L'esperienza di Antonio Pastorello, direttore didattico dal 1904 al 1926
Dopo i saggi su tre figure di rilievo della scuola e dell'educazione a Belluno (Francesco Gazzetti, don Angelo Volpe e Pierina Boranga), Ferruccio Vendramini presenta un altro fondamentale innovatore, Antonio Pastorello. Formatosi a Milano anche con Maria Montessori, all'inizio del Novecento Pastorello promosse un rinnovamento nella scuola bellunese che la portò ai primi posti in Italia, per frequenza e rendimento degli allievi, e per qualità degli edifici. Sullo sfondo, le vicende legate alla Grande Guerra e all'occupazione della città nel 1918 da parte degli austriaci, il difficile dopoguerra e il passaggio al fascismo. -
Confraternite in Trentino e a Riva del Garda
Nel ricco panorama degli studi dedicati alle realtà confraternali i saggi qui raccolti si propongono di colmare una lacuna. Dopo aver delineato alcune recenti tendenze storiografiche, per leggere il fenomeno associativo nel contesto generale, il volume offre uno sguardo sulla presenza delle confraternite della diocesi di Trento, in un arco cronologico che parte dai primi esempi di partecipazione laicale alla vita devozionale per giungere fino alle soppressioni di epoca giuseppina e napoleonica, con un affondo particolare sulla storia dei Disciplinati rivani. -
Colpi di scena. La rivoluzione del Quarantotto a Venezia
Come in una sceneggiatura, il volume prende in esame le giornate che nel marzo 1848 portarono alla resa del governo austriaco a Venezia, mettendo in evidenza, attraverso cambi di scena, i diversi punti di vista dei testimoni. La prima parte racconta gli avvenimenti dal 17 al 23 marzo 1848, sottolineando l'importanza delle passioni - in questo caso fratellanza e fiducia nel futuro - nelle mobilitazioni politiche. La seconda parte fa luce su alcune situazioni che si vennero a creare con la nascita del nuovo Governo provvisorio della Repubblica veneta: in che modo la polizia superò i cambiamenti politici, le procedure nei confronti degli stranieri, i processi di definizione della mascolinità. Lo sguardo si espande qui dal 1848 all'intero periodo rivoluzionario, a volte risalendo anche ai decenni precedenti. Nell'intermezzo tra i due ""atti"""", Brunello discute gli interrogativi che hanno orientato le sue decennali ricerche d'archivio su personaggi ed eventi del Quarantotto veneziano. In particolare, in che senso si possa parlare di rivoluzione per vicende contrassegnate, in ultima analisi, dalla sostanziale continuità degli apparati statali.""