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Politiche ambientali: integrazione e rendicontazione
Ideare, costruire e rendere possibili processi di sviluppo sostenibile, a livello locale come a livello globale, rappresenta la maggior sfida di governo per tutte le Pubbliche Amministrazioni. Bilancio ambientale, bilancio di sostenibilità, Agenda 21 Locale, Green public procurement sono alcuni degli strumenti utilizzati con successo per integrare la sostenibilità ambientale nelle politiche di governo pubblico. Il volume tratta proprio di questi strumenti, dei successi ottenuti, dei problemi da superare per una loro affermazione definitiva presso le Pubbliche Amministrazioni. -
I colori della depressione. Medicina narrativa e declinazioni della sofferenza
Questo volume si propone di affrontare la patologia depressiva in relazione alle differenze di genere, ai modelli interculturali di riferimento, alle grandi stagioni della vita e al dolore psichico a esse inevitabilmente associato. Nel suo sviluppo, il convegno dal quale trae spunto il volume ha dunque proposto una riflessione di più ampio respiro nel tentativo di superare il riduzionismo biologistico o psicologizzante per approdare a un modello di pensiero che in primis si interroghi sulle ragioni della cura e sulle storie dei curanti, sui modelli di benessere consci e inconsci, sul significato della vita e della morte, della felicità, della sofferenza. In tal senso è apparso fortemente stimolante il nuovo approccio alla relazione medico-paziente derivato dalla medicina narrativa. Come scrive Duccio Demetrio, ""la medicina narrativa valorizza i momenti dell'ascolto e dell'accompagnamento terapeutico confidando sulla funzione curativa della parola sia orale che scritta a integrazione delle pratiche cliniche. Si rivela particolarmente utile nell'affrontare sindromi depressive connesse a disagi esistenziali non sempre trattabili con le pratiche soltanto farmacologiche""""."" -
Biblioteca della libertà. Vol. 190: Dentro l'Iran.
"Biblioteca della libertà"""" è pubblicata nell'ambito dell'attività culturale del Centro di Ricerca e Documentazione """"Luigi Einaudi"""" di Torino. La rivista affronta più direttamente il nodo delle sfide che le trasformazioni in corso pongono alle società liberal-democratiche contemporanee e, in particolare, al sistema politico internazionale. Per ogni numero esplicita un tema focale che viene sviluppato attraverso uno o più saggi e da prospettive differenti." -
Biblioteca della libertà. Vol. 191: La Turchia fra Occidente e Oriente.
"Biblioteca della libertà"""" è pubblicata nell'ambito dell'attività culturale del Centro di Ricerca e Documentazione """"Luigi Einaudi"""" di Torino. La rivista affronta più direttamente il nodo delle sfide che le trasformazioni in corso pongono alle società liberal-democratiche contemporanee e, in particolare, al sistema politico internazionale. Per ogni numero esplicita un tema focale che viene sviluppato attraverso uno o più saggi e da prospettive differenti." -
L' inquietudine della colomba. Essere armeni in Turchia
"Posso vedere me stesso nell'inquietudine psicologica di una colomba, ma so che in questo paese gli uomini non toccano le colombe. Le colombe conducono la loro vita fin nel cuore della città, tra le folle umane. Sì, con un po' di paura, ma con quale libertà."""" Sono le parole conclusive dell'ultimo articolo di Hrant Dink, pubblicato da Agos - il settimanale da lui fondato - dopo la sua morte, avvenuta per mano di un giovane fanatico turco il 19 gennaio 2007. Hrant Dink credeva nella possibilità, anzi nel dovere, di convivere: armeni e turchi, cristiani e musulmani. Non per questo rinunciava a scrivere del genocidio degli armeni, ed era stato infatti condannato a sei mesi di carcere per """"insulto all'identità turca"""". I suoi articoli, che possiamo leggere qui raccolti, vivono di questa duplice sostanza: il timore della colomba e la fiducia nella possibilità di condividere emozioni, desideri, pensieri: in una parola l'umanità. Etyen Mahgupyan, che ha raccolto l'eredità di Dink alla guida di Agos, scriveva due giorni dopo la morte dell'amico: """"Ho perso il mio cuore"""". Sì, era il cuore, più di ogni altra energia motrice, l'impulso vitale, la qualità dominante, il centro catalizzatore di Hrant: delle sue intuizioni taglienti, del suo linguaggio paradossale, del suo coraggio consapevole." -
I poeti di vent'anni
"Come può un giovane essere poeta? Me lo chiedevo pensando ai ragazzi nati a loro spese nel culto dell'effimero e del successo. Poi mi sono accorto che la mia domanda era ingenua, banale. Infatti ho incontrato ragazzi che affidavano alla poesia il meglio della loro sensibilità e delle loro speranze. E attraverso una rubrica di poesia che tengo su """"Specchio della Stampa"""" ho visto che la maggior parte degli scriventi desiderosi di poesia e di essere poeti è fatta di giovanissimi, di gente nata negli anni Settanta; e non pochi di questi giovanissimi sono già poeti o destinati a diventarlo. Questa antologia offre un presente della poesia molto ricco di acquisizioni e virtualità, una foto di gruppo che apre al futuro."""" (Dalla prefazione di Maurizio Cucchi)." -
Il soggetto è il mare
Alberto Caramella è nato nel 1928 a Firenze, dove vive. Con i volumi ""Mille scuse per esistere"""" (1995), """"I viaggi del Nautilus"""" (1997) e """"Lunares Murales"""" (1999), pubblicati dalla casa editrice Le Lettere, ha in parte realizzato un personale percorso di poesia al quale attribuisce un titolo complessivo: """"Straripante Amore"""". Ora la sua opera si arricchisce di un libro monotematico e trasversale (costituito da testi editi ed inediti). L'unicità del tema - il mare - vuole proporsi come una possibile chiave di lettura della poesia di Caramella."" -
Madrid
A quel tempo, che ormai ci sembra così lontano, e che è solo il tempo del 1987, la poesia di Cristina Annino si era imposta ai lettori più diversi, ma più attenti - come Giovanni Giudici e Antonio Porta in particolare - per la sua originalità totale, per la sua autonomia piena, evidente rispetto alle linee di tendenza maggiori del tempo e dalla stessa sperimentazione ancora parzialmente in atto. Come dire che i suoi versi e componimenti si presentavano del tutto irriducibili alla rassicurante chiarezza dell'ordinario linguaggio della comunicazione. Eppure il suo testo non si avvale di nessun trucco letterario, è del tutto estraneo agli aromi e alle suggestioni del ""poetese"""". È, al contrario, un testo che si compone di parole che sembrano cose e si realizza in un tono e in un lessico di plausibilissima estrazione medio prosastica, o decisamente prosaica. Il modo migliore di affrontarlo, dunque, è quello di lasciarsene catturare, di entrare con piena disponibilità nella sua logica speciale, di visitarne il dettaglio con l'abbandono e la cura con cui si perlustra un umanissimo ambiente quotidiano."" -
Mailing
"Mailing"""" si divide infatti in due parti ben distinte, """"Mailing"""" e """"Soul Street"""", dove la prima è una sequenza di poesie impostate su una precisa misura formale, quasi una sorta di reinterpretazione del sonetto: come un sonetto libero diminuito di un verso. La seconda è invece una serie di pezzi ampi, volutamente molto prosastici e quasi pop, debordanti e, soprattutto, quanto mai ricchi di materia e umori." -
Convalescenze
"Già noto per la sua presenza nell'""""Almanacco dello Specchio"""" del 2009, presentato da Mario Benedetti, Lorenzo Caschetta porta a compimento il lavoro poetico svolto in questi anni con un libro di netta forza energica. In questo autore risalta il deciso legame con le proprie radici lucane, alle quali continua, con discrezione e autocontrollo, a riferirsi, pur vivendo da sempre in Emilia. Queste radici sono sia familiari, quanto culturali, tanto è vero che il suo rapporto con l'esempio di Scotellaro è sempre dichiarato come una discendenza: naturale, ma anche fortemente voluta. In """"Convalescenze"""" risalta un legame dell'autore con le cose, con il mondo che lo circonda quotidianamente, al tempo stesso vivissimo e sofferto. Caschetta è poeta che rasenta di continuo una dimensione di umiltà, a volte sprofondandovisi con esiti espressivi di un'asprezza lacerata, dentro un paesaggio povero, tutt'altro che confortevole. Si tratta, certo, di un poeta lirico, in continua tensione, ma di un poeta lirico che appare come fisicamente inchiodato a una sua dimensione di quotidiano strazio.""""" -
Il corollario della felicità
Una testimonianza di emozione e dolore, realizzata in un ampio resoconto di vicende, ma anche nella più asciutta sintesi che sigilla il senso di un'esperienza. Questo libro di Lucrezia Lerro, il suo primo pienamente maturo, si muove oscillando con naturalezza tra narrazione in versi e concisione lirica. Un lirismo sempre felicemente contaminato dalla concretezza del reale, dall'asprezza delle cose. Lerro è nota autrice di romanzi, dove ha già espresso le sue ossessioni strutturali, i motivi di un vivere tra felicità e angoscia che ritroviamo in questi versi, dove però la tensione del sentire sgorga con maggiore energia e l'inquietudine emerge vistosa, tanto che spesso il realismo dai contorni quasi espressionistici di questa poesia, sembra sfociare in una dimensione ulteriore di visionarietà. È anche interessante seguire la geografia di Lerro, che si muove dalla provincia salernitana per spaziare nella penisola, Torino, Milano, Firenze, Roma, Gorizia. Una geografia dove si agita la realtà turbata dell'autrice, a volte furiosa, a tratti disperata, ma sempre pronta a rinascere, a trovare la verità di un nuovo conforto e di una nuova adesione all'esserci, tenera e sensibilissima. -
Fa freddo nella storia
In questo libro di Monti c'è l'emozione forte, vibrante, di chi vive dentro le cose, nella realtà inquieta e insoddisfacente, nella quotidianità semplice, con l'occhio della mente coinvolto nel passato, vivendo già oltre un tempo troppo rapidamente perduto. Ne viene una poesia di non comune forza e compattezza materica, in un ""cozzare di materia su materia"""" che è il segno del nostro esserci più autentico, e dunque non acritico, non totalmente assorbito dai meccanismi del tempo, in un'epoca di """"espansa modernità"""". Venature forti, ben visibili, di poesia civile, dunque, senza scivolare in un atteggiamento ideologico, bensì verificando di persona, prendendo spunto da una realtà dalla quale emergono numerosi personaggi, figure ruvide di antieroi, che hanno in sé la portata dei mutamenti d'epoca, ma che poi possono diventare piccole immagini e caratteri vivi di una memoria che tende a decantarne la fisionomia, fino a """"infiabarli"""". Del resto, Monti è capace di esprimersi su registri diversi, con dolcezze di lievità infantile, che conferiscono un senso di speranza e apertura in un mondo popolato dalla vita meccanica dei manager a fronte di sempre vari e presenti """"cortei dei poveri""""."" -
L' emozione della poesia. Testi e interventi sull'opera e la figura di Giovanni Raboni
Il libro è un doveroso riconoscimento al poeta, al critico, all'intellettuale che è stato Giovanni Raboni a 10 anni dalla scomparsa. Difficile è stato restringere il campo delle testimonianze. La scelta, allora è caduta su Milano, su chi in questa città ha operato a contatto con lui. Milano perché è la città dove Raboni è nato, ha vissuto, ha voluto ""lavorare"""" e lasciare la sua impronta di poeta e di grande promotore di cultura. Milano, la città protagonista nella sua opera poetica. Ecco allora che gli autori coinvolti in questa testimonianza di gratitudine e di affetto sono prevalentemente autori milanesi (o milanesi adottivi) che con Raboni hanno avuto un rapporto di collaborazione e di complicità nel lavoro letterario ed editoriale, di autori che da lui hanno imparato la lezione della poesia e della critica letteraria, di chi con lui ha condiviso un rapporto di amicizia quotidiana che andava da un incontro per promuovere una iniziativa o un libro, ad un aperitivo in compagnia parlando di quel che succedeva nel mondo e in letteratura. Tra gli autori presenti: Fortini, Sereni, Majorino, Cesarano, Rossi, Pagliarani, Cucchi, De Angelis, Viviani, Porta, Pontiggia, Neri, Giudici."" -
Gianmorte violinista
La vicenda poetica di Ceriani ha compiuto un lungo tragitto originale, e del suo lavoro si sono ben accorti, nel corso del tempo, lettori autorevoli, da Giovanni Raboni a Rodolfo Zucco. In questo ""Gianmorte violinista"""", Ceriani ha coagulato le più svariate presenze, creando oggetti-testo nati dalla concrezione di più elementi, che danno alla sua pagina una serie apertissima di sfaccettature e chiamano il lettore a una perlustrazione accanita e ardua, molto speciale, in ogni caso ben remunerativa. Si può dire che il testo di Ceriani è passato, nei decenni, da una fisionomia liquida a una decisamente compatta, quasi minerale, in cui egli realizza dei conglomerati quanto mai compositi, con l'inserzione di dati colti, citazioni, prelievi da lingue varie, in un dettato arditamente sapienziale che invita l'interlocutore a un gioco ricco di possibili sorprese. La trasparenza del passato è sullo sfondo di un'opera già consistente e, al suo posto, Ceriani presenta l'unicità di uno stile che chiede il coinvolgimento, non sul piano della comunicazione semplice, ma dell'impegno estetico sui dettagli testuali, lanciando una sfida che il buon lettore avrà sicuramente il merito di voler accettare."" -
Fogo infogà dal vento. Testo veneto e italiano
La vitalità naturale che sprigionano i testi di Bortoluzzi, tenuto conto dell'età decisamente avanzata del loro autore, è un messaggio molto sorprendente e dotato di una chiarezza a suo modo davvero persuasiva. Lo è anche perché, in questi versi, domina una piena consapevolezza dell'umana precarietà e del breve tratto di vita che spetta ancora all'anziano, il quale non cerca affatto di autoingannarsi, ma dice chiaro: ""Semo sull'orlo / veci oramai / un fiatin comici"""". Dialetto veneziano, il suo, limpidissimo e musicale, che si scandisce in versi brevi, brevissimi, proprio perché rapida, acuta, vuole essere la sua pronuncia, sottolineata da movimenti percussivi che ne accentuano quel senso di netta fisicità che li domina, che domina lo sguardo del poeta sul mondo. Una fisicità che trionfa soprattutto nell'osservazione delle donne, da quelle che osserva curioso passare, per arrivare fino a quella """"Madonnina dei dolori che ride"""". Ma questo forte senso del corpo, della materia dell'esserci, è trattato da Bortoluzzi con molto garbo, con delicatezza e grazia e con accenti che a volte fanno venire alla mente poeti veneziani d'altre epoche."" -
Nihil
È l'originalità forte e sdegnosa, il suo modo di scrivere lontano da ogni altra esperienza a lui contemporanea che contraddistingue la poesia di Alfredo de Palchi. Un'originalità non certo dovuta solo alla sua ormai lunghissima assenza dall'Italia, visto che è tale fin dalle sue prime prove, fin dal tempo, ormai remoto, di Sessione con l'analista, uscito da Mondadori quando era ancora un giovane poeta. È un modo di leggere e interpretare il mondo diretto, senza mediazioni ideologiche, sempre personale, e dunque autonomo e sorprendente. Oggi, raggiunta l'età venerabile di novant'anni, l'energia violenta della sua pagina non solo non cede, ma sembra essere aumentata. Lo conferma in pieno questo nuovo libro, la cui fisionomia molteplice e arrogante riesce ad imporsi con insolita incisività. -
Un' intera umanità
Questo è il libro di esordio di Sergio Costa, costruito gradualmente, con anticipazioni uscite sull'""Almanacco dello Specchio"""" e su """"Quadernario"""", e adesso rielaborato con grande cura. Si avverte subito l'originalità del pensiero e l'sciuttezza lucida dello stile, oltre alla chiarezza degli spunti tematici, a partire appunto dal suo incrocio tra animali e uomini, che sembra riprendere e orientare in modo del tutto personale un titolo e un argomento di riflessione per immagini trattato da Ermanno Krumm in uno dei suoi libri migliori. Vediamo questi animaletti che si muovono, così simili a noi esseri umani, e il loro strenuo e apparentemente vano agitarsi. Costa ci presenta personaggi senza volto, ricostruendo episodi di vita, ma come sottratti alla vicenda in cui si trovavano inseriti, per poi tornare ancora agli animali, nel gioco raffinato, acutissimo, di un vero e proprio bestiario, dove la precarietà misteriosa dell'esistere è sempre al confine col nulla, """"perché da dentro la carne ci chiama / l'assenza, comunque la metti / viene fuori da tutte le parti."""""" -
Pensiero del niente. Testo francese a fronte
Nel 2004 Giovanni Raboni traduceva per Einaudi un primo libro importante di Jean-Charles Vegliante ""Nel lutto della luce"""" e definiva l'autore """"un poeta che viene da una grande tradizione come quella francese, ma anche, contemporaneamente, da una grande tradizione come quella italiana; esse risultano in qualche modo intrecciate, come se una filtrasse dentro l'altra e interagisse con l'altra non in momenti successivi, ma in una sorta di compenetrazione assoluta"""". L'approccio con i suoi versi è di immediato appagamento estetico, anche se il suggestivo intreccio di immagini che ci offre non è per nulla elementare o lineare, ma certamente è anche il frutto di un'elaborazione in chiave del tutto personale di toni e atmosfere provenienti dalla poesia francese del Novecento con influenze dovute ai grandi della nostra letteratura contemporanea come Fortini e Sereni o lo stesso Raboni. Il senso di perenne inquietudine, come la presenza di un'oscura minaccia pervasiva, penetra e increspa il gettito di immagini che costituisce un tratto decisivo di questa poesia."" -
Diario settentrionale
In questo nuovo libro di Carlo Valtorta, assistiamo a un susseguirsi, a volte pacato, a volte quasi vorticoso, di impressioni, di sottili interpretazioni di un reale prevalentemente opaco (a tratti livido), eppure carico di senso. Il nostro poeta viaggia, perlustra territori diversi, esplora un nord che è quello della sua Brianza, dei laghi e delle prealpi lombarde, ma anche quello, ben più estremo e forse avventuroso, della Scandinavia, delle ""ricche capitali del merluzzo"""", dove gli appaiono """"le forme entusiasmanti della neve"""". Valtorta conserva comunque una gentilezza di tratto, anche di fronte al """"soffio plumbeo delle cose"""", nel raccontare situazioni quanto mai prosaiche, di cui il suo occhio va costantemente a caccia. Lo fa con sensibile attenzione al dato minimo, alla minuzia del reale. Il suo andare è quello delle """"estati in bicicletta"""", delle gite locali, dell'""""esotismo / delle domeniche in Brianza"""", in una condizione di ricercata normalità che sfiora la bizzarria di un anticonformismo senz'ombra alcuna di equivoco ideologico, o rimanendo colpito da """"l'ambigua meraviglia del reale"""", dove si trovano anche turisti """"americani che assaggiano / il riso col persico""""."" -
Voci prima della scena
In questi nuovi testi di Mussapi vediamo la forza di un progetto felicemente realizzato: quello di portare sulla scena la parola poetica, senza diminuirne l'energia espressiva. Compito difficile, che ha affrontato con successo e in modo coerente con la sua idea di poesia. Qui lo vediamo portare in scena figure appartenenti a culture, letterature, mitologie diverse, in un fluire narrativo che investe il lettore come potrebbe coinvolgere un pubblico teatrale. Personaggi che appartengono al mondo greco e alla tragedia shakespeariana, come al tardo medioevo francese del grande François Villon, cantore maledetto. Componimenti di ampio respiro e liriche più concentrate, epoche e luoghi svariati, protagonisti a tutto tondo, storie archetipiche dell'umana avventura. Un capitolo nuovo e interessante nell'opera di uno dei nostri maggiori poeti, un libro che tende a uscire dalla pagina per farsi teatro, ma che sulla pagina trova la sua validissima collocazione naturale.