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Martiri tebei. Storia e antropologia di un mito alpino
I Martiri Tebei erano quei soldati appartenenti alla mitica Legione Tebea, composta interamente da cristiani, al tempo dell'imperatore Massimiano. Quando si rifiutarono di reprimere alcuni galli cristiani, la legione venne decimata ad Agaunum, oggi San Maurizio nel Vallese. Forse potrebbero essere solo una leggenda. Comunque, nel corso dei secoli, i Martiri Tebei hanno generato tutta una serie di tradizioni e miti moderni. All'origine del culto la testimonianza di Sant'Eucherio, vescovo di Lione della prima metà del V secolo, che ha assegnato ai Martiri Tebei un'eco che, a fasi alterne, è giunta fino a noi, trovando nella devozione popolare una notevole affermazione. In questo libro l'autore propone un'analisi approfondita del culto dei Martiri Tebei: vengono studiate le fonti di cui lo storico dispone al fine di comprendere in che modo possano aver alimentato la formazione del culto. Sono fondamentali il capitolo sull'evangelizzazione della regione pedemontana e quello sulla figura del santo martire. Altri capitoli analizzano la biografia di alcuni tebei ""famosi"""" e i molteplici aspetti del culto che trova il proprio fertile humus in riti, culti, reliquie e in una fiorita aneddotica in cui agiografia, leggenda ed echi di pratiche pagane convivono in stretta simbiosi."" -
L'oltre e l'altro. Arte come terapia
L'arte è una terapia. Aiuta a riconoscere e a integrare il dolore dell'esistere attribuendogli un significato. Favorisce una visione del mondo che correla l'intrapsichico con il mondo esterno e induce allo sconfinamento. Rivitalizza la persona, accende i sensi e attiva la mente facendo emergere quel fondo primigenio comune in cui il biologico e il culturale danno forma al sentire e all'essere. L'arte è una malattia. Satura le percezioni, occupa i pensieri, consuma le energie fino al loro esaurimento. Promuove però una catarsi, una trasformazione, una successione ininterrotta di risoluzioni dinamiche. Attiva un rinnovamento della persona nei termini di un processo di guarigione che non ha mai termine. La vita, d'altro canto, non può essere vissuta passivamente, sarebbe una vita malata. Vivere la vita significa poter fare una continua esperienza di sé nel mondo. Essere in grado di porsi in relazione con gli altri e quindi di esporsi. Significa sapersi dotati di sentimenti e di emozioni, di pensieri e di immagini, di suoni e di gesti. Significa cercare con gli occhi ciò che rimane invisibile; battere le mani per sentire quanto non si può tacere; saltare con i piedi per volare senza le ali. L'intelligenza e la complessità dell'essere umano sono riassunte nella creatività di ciascuno di noi. -
Oltre la montagna
Come si diventa uno dei migliori alpinisti d'alta quota al mondo? Bisogna trovare fondi per una spedizione, attraversare alcuni tra i più pericolosi paesi della terra, sopravvivere a bivacchi glaciali, alla bruciante agonia dei propri polmoni, alla torbidezza della propria mente, se ancora se ne disponga. Significa apprendere le dure lezioni che impartiscono le montagne. Steve House ha costruito il proprio nome lungo salite nelle Alpi, nelle catene montuose di Canada e Alaska, Karakorum e Himalaya, capaci di espandere gli orizzonti dello stile, della velocità e delle difficoltà. Nel 2005, in cordata con Vince Anderson, Steve ha aperto una nuova via diretta lungo il versante Rupal del Nanga Parbat (8125 m) mai salito prima in stile alpino. Si è trattata della terza ascensione della parete, impresa insignita con il primo Piolet d'Or (Piccozza d'Oro) assegnato a una cordata nordamericana. Affascinante e raffinato narratore, Steve House prosegue nel solco di Maurice Herzog e Lionel Terray. ""Oltre la montagna"""" è una lettura avvincente destinata a divenire un classico nella letteratura di montagna. Un'opera rivolta a temi che accomunano l'esistenza di tutti noi, alpinisti e non - fiducia e sodalizio, successo e insuccesso, obiettivi da raggiungere, mentori ed eroi - accanto alla narrazione dell'acuita esperienza dell'alpinista di fronte al rischio e alla perdita dei suoi amici."" -
Un fiume di legno. Fluitazione del legname dal Trentino a Venezia
Per lunghi secoli, dal basso Medioevo fino alla Prima guerra mondiale, enormi quantità di legname sono scese dai boschi trentino-tirolesi e veneti verso la pianura, e Venezia in particolare, sfruttando la rete idrica naturale. Servivano a soddisfare la grande richiesta di materia prima che veniva dalla metropoli lagunare e dalle altre città della terraferma, nel periodo considerato una delle zone più popolate d'Europa. Il Quaderno racconta gli sviluppi storici di questo ""fiume di legno"""" attraverso sondaggi su di un'area specifica, quella attraversata dall'asse fluviale e torrentizio Cismon-Brenta. Un territorio attraversato, per più di cinque secoli, dal confine tra stato austro-tirolese da un lato e Repubblica di Venezia - Regno d'Italia, dall'altro. Un confine che, ben di rado e solo per brevi periodi, riuscì ad interrompere gli intensi traffici di merci, uomini e idee, conoscenze tecnologiche, manifestazioni artistiche e valori culturali tra la montagna trentino-tirolese e bellunese e la pianura veneta. La delimitazione temporale - dal basso Medioevo agli albori del XX secolo - fa specifico riferimento alla fluitazione, libera o legata, come sistema di trasporto che caratterizzò un peculiare assetto di filiera, perdutosi con il prevalere, dopo la fine del primo conflitto mondiale, dei trasporti su strada e ferrovia."" -
Secret. Formules de guerison utilisées en Vallée d'Aoste
In questo lavoro, a carattere etnografiico, è stato preso in considerazione un aspetto particolare del più vasto campo dei rimedi empirici di utilizzo popolare: le formule di guargione o secret. Il secret è stato tramandato per secoli nel silenzio e la semplicità, l'umiltà e l'accettazione della volontà divina sono stati e sono ancora oggi gli elementi base per poterlo praticare. La Valle d'Aosta è una regione prevalentemente montana dove le piccole realtà di villaggio e di paese hanno mantenuto, in modo quasi inalterato, l'antico sapere della tradizione orale quale espressione di una cultura contadina legata ai ritmi naturali della vita e all'utilizzo di medicamenti semplici per la cura del corpo e dell'anima. -
Aiuto! All'improvviso «genitore» di un cucciolo! Che fare, da subito e poi, con un cane in casa
Il cane è il nostro miglior amico, si sa, ma qualche volta gli si chiede troppo, o più spesso troppo poco, magari vedendo negli altri cani potenzialità che anche il nostro avrebbe, ma che non siamo riusciti a fargli esprimere. Ecco, questo volume ci dà il giusto limite, mettendoci nelle condizioni di sapere da subito che cosa fare con un cucciolo e poi, come comportarci negli anni successivi. Ci ricorda che vale la regola per cui gli errori commessi nell'impostazione da piccoli, è quasi impossibile correggerli dopo in età adulta. È un manuale dall'A alla Z, un prontuario da consultare, ma anche una narrazione di esperienza vissuta: il suo originale impianto espositivo ha un andamento così discorsivo e coinvolgente da renderlo leggibile come un libro e adatto sia per chi si trova per la prima volta con un cucciolo e non sa che cosa fare, sia per chi è già esperto, ma ha la nobile umiltà di volerne sapere di più. -
Ghiaccio vivo. Storia e antropologia dei ghiacciai alpini
I montanari del Seicento vissero l'avanzata dei ghiacciai alpini come una maledizione, perché una teologia infarcita di mito e superstizione attribuì la Piccola età glaciale alle colpe degli uomini. Ma nel Settecento l'inferno è diventato il paradiso, attraverso la progressiva rivalutazione dell'alta montagna e la percezione positiva dei ghiacciai, rivelatisi nella rappresentazione artistica, nell'avventura alpinistica e nella colonizzazione turistica. Al termine di un lungo processo di riconversione simbolica, i cittadini del ventunesimo secolo vivono in modo perturbante la scomparsa dei ghiacciai alpini. Se i nostri antenati temettero la discesa dei fiumi gelati, fonte di disordine e distruzione, al contrario noi temiamo e subiamo la salita dello zero termico e l'arretramento delle nevi in quanto agenti di minaccia, e immagini capovolte del male. Il «drago» delle paure e delle leggende primordiali si libera dal suo gelido sudario e riappare negli incubi notturni dell'improvvido popolo di internet al tempo del disgelo. La colpa contemporanea è annidata nel dubbio inespresso che un patto sia stato tradito e un equilibrio incrinato per sempre. Il disordine etico, il nichilismo del mercato, la morte di Dio trovano una rappresentazione fisica e simbolica nello smagrimento dei ghiacciai, candide vittime di un'anoressia incurabile. -
Il meglio degli anni '30. L'alpinismo della rivista del CAI
Aperta alla collaborazione generica di tutti gli appassionati di montagna e di alpinismo, quella che si chiamava Rivista Mensile del CAI continuava, allora come oggi, la sua lunga tradizione nella diffusione della cultura alpinistica. Nata nel 1882, la Rivista Mensile ha attraversato tutto il periodo esplorativo, l'epoca del sesto grado e ben due guerre mondiali, più un dopoguerra affamato di eroismo e di imprese a livello popolare. Gli anni '30 sono stati caratterizzati dall'epoca d'oro del sesto grado e dalla trasposizione delle conoscenze tecniche dell'alpinismo dolomitico a quello occidentale, oltre che dalle prime grandi spedizioni al Nanga Parbat e al K2. In questo periodo sono state salite tutte le grandi pareti, ivi compresi gli ultimi Tre Problemi delle Alpi. -
I samaritani della roccia e altri racconti
Alpinista negli anni verdi, l'autore ha dovuto ben presto interrompere le ascensioni, a causa di una crudele malattia che lo ha travagliato per oltre venticinque anni. Il mio alpinismo - scrive lui stesso nella prefazione al suo libro più impegnato, ""La lunga strada agli 8000"""" - è quindi per forza di cose tutto interiore, è come il ricordo della luce e del colore in un uomo da molti anni abbacinato. E forse pochi sanno o possono immaginare quale sia la nostalgia delle montagne quando ci compaiono lontanissime, diafane per la distanza, attraverso le grandi vetrate di un ospedale. """"I samaritani della roccia"""" propone episodi di salvataggio alpino (tragici o felici nella loro conclusione), ripubblicati a quarant'anni dalla prima edizione, cui si aggiungono in questa nuova edizione novelle brevi e notazioni spicciole. Pagine sorprendentemente vive, ricche, umanissime, che ci rivelano l'uomo vero, quello, per intenderci, che, condizionato ma non assoggettato dal male, ha vissuto interiormente in modo intenso e luminoso, riuscendo a cristallizzare nell'animo una inestinguibile giovinezza serena."" -
Per una Chiesa scalza
"Questo libro nasce dal desiderio di uscire dal buio, perché la luce esiste. E il racconto della mia vita, di molti episodi che mi hanno segnato, ma mai spezzato, mi hanno fatto toccare il cielo con un dito, ma non mi hanno mai fatto perdere tra le nuvole."""" Ernesto Oliviero." -
Buona Pasqua Maria. Confidenze, pensieri, preghiere a Maria
Un giorno un uomo di strada visibilmente ubriaco mi vede al Sermig e mi chiede: ""Mi dà un'offerta per pagare questa bolletta?"""". A colpo d'occhio mi accorgo che è una bolletta scaduta da 10 anni. """"Ma le sembra giusto? Io lavoro per chi ha veramente bisogno e muore di fame"""". Si commuove e mi dà i suoi spiccioli. Diventiamo amici. Un Venerdì Santo viene a trovarmi in chiesa. Sono in preghiera davanti alla statua della Madonna. Mi abbraccia triste dicendo: """"Oggi bisogna stare vicino alla Madonna: perde suo figlio"""". Lo guardo stupito. Nessun teologo prima di ora mi ha aperto gli occhi come lui. Da allora il Venerdì Santo provo una pena più profonda per il dolore di Maria che perde il figlio. A Pasqua condivido più di prima la sua gioia nel sapere che è risorto. E allora mi viene da guardare verso l'alto e dire: """"Buona Pasqua Maria!""""."" -
Il sapere dei nostri vecchi. Saggezza medicina superstizione e credenze nella tradizione del Piemonte
Oggi che le voci dei nostri vecchi sono sempre più flebili - e in tanti casi ormai mute - abbiamo il dovere di non dimenticare il ruolo della cultura popolare; dobbiamo cercare di salvaguardarla, senza enfasi e con il necessario equilibrio, per non perdere di vista la nostra identità, le nostre radici, il nostro modo di essere nella storia. Un modo di essere connaturato, che talvolta ci ha fatti crescere con la consapevolezza che in alcuni luoghi masche o forse faje, poco importa, si ritrovino per ballare e adescare i meno attenti, trascinandoli così nel loro vortice colmo di mistero. Un modo di essere che ci ha anche insegnato ad ascoltare gli spiriti e i folletti: figure senza nome di un mondo rimasto inscritto nel nostro Dna. Per sempre. Le pagine di questo volume ci indicano il modo per guardare al nostro passato con orgoglio, con soddisfazione, in qualche caso con rimpianto. Oggi più che mai l'uomo ha bisogno di un punto di riferimento: corre troppo, medita pochissimo, si proietta nel futuro perdendo di vista ciò che effettivamente è e ciò che è stato. Consapevoli che la tradizione popolare non è espressione di una sola regione, o di un solo paese, gli uomini devono contribuire alla riscoperta e alla conservazione della cultura popolare degli antenati. Questa memoria va rinnovata, quando è fattibile e nella giusta misura, per poi affidarla ai figli. In questo modo sarà possibile educarli ad amare un passato forse più semplice, ma certamente provvisto di una propria forza e di una tradizione... -
Terra del Piemonte. Antichi segni dell'uomo, una presenza viva e forte nel paessaggio piemontese di ieri e di oggi
In Piemonte l'uomo ha saputo modellare l'ambiente con ragione e saggezza, formando un paesaggio armonico con i vari aspetti della natura circostante. Nel passato ha lasciato infiniti segni attraverso i tanti utilizzi della pietra, dell'acqua e della terra, dimostrando che il saper vivere voleva dire soprattutto conoscere e usare con attenzione il territorio, adattando a rocce, terreno, clima e vegetazione ogni suo gesto. Per molti secoli ha tramandato da una generazione all'altra una terra ragionata e una cultura derivata da tutte le sue semplici azioni, non solo dedicate al lavoro ma anche alla festa. In questo particolarissimo saggio ritroviamo raccontati e spiegati tutti questi segni; nella loro presenza, ancora viva e forte nel paesaggio di oggi, ritroviamo la nostra storia e le nostre profonde e salde radici nella terra. -
Napoleone. Dalle campagne d'Italia alla morte criminale a Sant'Elena
Napoleone Bonaparte conquista gran parte d'Italia nel 1796 e nuovamente nel 1800. La prima campagna solleva l'entusiasmo delle popolazioni che si uniscono in numerose repubbliche giacobine. La seconda conduce alla creazione della repubblica e successivamente del regno d'Italia. Entrambe le guerre sono importanti antecedenti preliminari dell'Unità d'Italia di cui si celebrano i 150 anni. L'indagine prosegue illustrando attentati, omicidi, esecuzioni capitali, armi e tecniche di combattimento di tutta l'epopea di Napoleone di cui è delineato il ritratto psicologico, fino alla relegazione all'isola d'Elba, alla disfatta finale a Waterloo e alla prigionia a Sant'Elena. Qui segue e descrive il peggioramento delle condizioni generali dell'esiliato provocate dalle malattie, prende in esame l'ipotesi di un avvelenamento da arsenico ma soprattutto mette in luce con fermezza l'intervento terminale dei medici che ne hanno provocato la fine il 5 maggio 1821. -
Frammenti di barriera
"Gipo ovvero un personaggio che avrebbe fulminato Pavese. Per il linguaggio saettante, l'amore chitarra, il mito del cortile, del caffè con biliardo, della giacchetta di cuoio, dell'amicizia severa e sarcastica. Ma Gipo è anche altro: deraglia dai binari d'un tipico racconto pavesiano in virtù d'una maggiore e più moderna positività. Gipo è anche il 'correre correre' d'una canzone, un 'correre correre' che significa: tutto il futuro che possediamo è questo presente. Corri e finalmente incontrerai colui che avresti potuto essere. O impariamo a ridere, a vivere, a esistere nel presente che ci tocca, oppure questo presente ci seppellirà come un piede distratto schiaccia una formica. Questo ci dice Gipo. Con una consapevolezza critica ormai raffinata ma che mai ha perso una briciola dello scatto, della rabbia, dell'umana nostalgia e dell'umana protervia che hanno fatto di Gipo non solo un compositore, un cantante, ma una 'maschera' testimoniante dei nostri tempi."""" (Giovanni Arpino)" -
Le Alpi a tavola. Un viaggio attraverso il retrogusto dei saperi e dei sapori della montagna
Amare la montagna vuol dire conoscerla, confrontarsi quotidianamente con chi vi abita, scarpinare per le valli. Così nasce Le Alpi a tavola, una finestra aperta su un territorio dalla forte identità. Elma Schena e Adriano Ravera hanno letto e si sono documentati, ma hanno soprattutto viaggiato e hanno parlato con tanta gente, in una bottega, ai mercati, al tavolo di un'osteria: il piacere dell'incontro, casuale e senza fretta. Documenti e manoscritti, diari e rendiconti di fattori, ricettari si incrociano in una costante comparazione per descrivere la civiltà alpina sotto veste insolita, l'analisi del cibo. Un viaggio attraverso il retrogusto dei saperi di ogni piatto in cui è possibile leggere la civiltà contadina, i prodotti, il succedersi delle stagioni, i riti e la gioia della festa. Una sorta di carta d'identità al pari del dialetto, dei costumi, dei tesori d'arte. -
I segreti della nonna. Oltre 700 rimedi e suggerimenti per la casa, al lavoro, in viaggio per la cura del corpo e molto altro ancora tramandati di generazione...
"Dai a me, che ci penso io"""". Di fronte alla macchia che non vuole scomparire, all'oggetto da riparare o rimettere a nuovo e ad altri piccoli o grandi problemi quotidiani, le nostre nonne e le nostre mamme avevano sempre una soluzione, un rimedio, un """"segreto"""" risolutivo. Migliori di una tintoria, più efficaci di un artigiano specializzato, infallibili nelle applicazioni domestiche della chimica o della fisica. Forti di una capacità di ingegnarsi tramandata di generazione in generazione. Quali, tra i loro consigli, sono utili anche oggi? In che modo possono soccorrere chi può dedicare alle cure domestiche un tempo ridotto, ma al tempo stesso vuole evitare l'impiego massiccio di prodotti chimici o scampare alla condanna dell'"""" usa e getta""""? La risposta è racchiusa nei vecchi quaderni dalle pagine sgualcite, su cui le nonne appuntavano le loro soluzioni. Questo libro ne riscopre l'affascinante attualità." -
Sapiensa antica. Oltre 3000 proverbi e modi di dire del Piemonte spiegano e raccontano come vivere meglio e essere più sereni
La saggezza piemontese esiste, è attualissima, e i proverbi la possono insegnare. Si fonda su valori forti quali l'onestà, il lavoro, la fede e la capacità di avere sempre il sorriso sulle labbra e nel cuore. I proverbi ne sono da sempre la sintesi, ""le manere 'd dì"""", cioè i modi di dire, ne rappresentano un ricco e quasi sempre ironico corollario. Nel libro, tra gli uni e le altre, ce ne sono oltre 3000, raccolti in un unico grande racconto che spazia dalla famiglia alla religione, dai pregi ai difetti, dal lavoro ai grandi temi della vita. Ci sono i proverbi che insegnano a sposarsi bene, altri che suggeriscono come vivere felici, e addirittura quelli che insegnano come mettersi a dieta. Suggerimenti pratici, di imperituro buonsenso, che insegnano a destreggiarsi in ogni evenienza. Briciole di saggezza che aiutano a diventare migliori. Pure essendo nati all'epoca delle lanterne a petrolio e dei carri trainati da buoi, sono in gran parte ancora validi nei tempi di Internet, delle automobili e dei telefonini. Questo libro lo dimostra, offrendo anche soluzioni a problemi concreti: trovare la felicità, combattere la depressione, propiziarsi la fortuna, oppure costruirsi una rendita economica al riparo da sorprese. Addirittura si trova il collegamento tra i classici della filosofìa cinese e la saggezza piemontese. La chiave di lettura è quella dell'ironia, per affrontare col sorriso i grandi temi dell'esistenza. E ricavarne qualche spunto per rendere migliore la vita di ogni giorno."" -
Feste del Piemonte. I luoghi della tradizione
In Piemonte le cosiddette ""feste popolari"""" sono numerose: anche se definirle esclusivamente feste risulta riduttivo, poiché in queste espressioni della tradizione vi sono manifestazioni tra loro molto diverse, che richiedono definizioni appropriate. Questa agile guida offre uno spaccato lucido ed essenziale di tutta una serie di queste feste, nelle quali convivono appunto esperienze rituali, religiose, tradizionali e non ultime eno-gastronomiche, che hanno la prerogativa di porre in rilievo la straordinaria vitalità del folklore della nostra Regione. Il libro suggerisce un itinerario attraverso tutte le province, che consente di osservare un'espressione vitale della cultura popolare piemontese, indicandoci l'opportunità per ripensare al passato, alla tradizione, alle nostre radici, al nostro territorio. Si scoprirà così, che la festa offre un territorio fertile sul quale impostare un dialogo con il sacro, ma anche con la natura, l'ambiente, lo spirito: si conforma quindi un linguaggio comprensibile a tutti, una sorta di """"dialetto rituale"""", capace di consentire a ognuno di noi di utilizzare il proprio sistema culturale per esprimere o ritrovare la propria identità."" -
Lupus in fabula
"Lupus in fabula"""" raccoglie i migliori racconti dell'omonimo concorso letterario e nasce per destare curiosità e incoraggiare l'approfondimento di un tema complesso quale quello della convivenza tra uomo e fauna selvatica. Dal volume emerge il fascino del lupo insieme a tutto il suo retaggio di luoghi comuni, simbologie fantastiche, personaggi antropomorfi e leggende popolari aprendo, allo stesso tempo, la strada alla possibilità di una conoscenza più approfondita e corretta di questo straordinario predatore. """"Lupus in fabula"""" non è solo una raccolta di racconti, ma ne sono parte integrante anche i contributi e le riflessioni dei membri della giuria del concorso, che approfondiscono il tema lupo da diversi e molteplici punti di vista, così come le splendide fotografie inedite, di cui molte scattate dai guardaparco del Gran Paradiso o selezionate nei concorsi fotografici di Fondation Grand Paradis."