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La croda bianca
La Croda Bianca è una montagna bellissima, simbolo di tutte le montagne, e il romanzo racconta la storia dell'alpinismo in forma allegorica. I primi a salire la Croda Bianca sono un pastore e un cacciatore. La storia di una famiglia di valligiani si intreccia con la storia della Croda: di padre in figlio si trasmettono l'amore per la montagna, il lavoro, le sofferenze, le soddisfazioni della vita quotidiana. La prima salita della cima porta alla nomina della prima guida alpina, alla costruzione del primo rifugio, all'arrivo dei primi clienti alpinisti della valle, all'apertura di nuovi itinerari. Ma infine l'assalto di massa alla montagna con le funivie, gli skilift, i grandi alberghi, le competizioni e le speculazioni infrangerà il rispetto della natura, dei suoi ritmi, delle sue regole e insieme si perderanno i valori morali dell'uomo. La Croda Bianca, violata e profanata, si ""vendicherà"""" dell'uomo per riaffermare la propria integrità naturale."" -
Gigi Radice. Il calciatore, l'allenatore, l'uomo dagli occhi di ghiaccio
Gigi Radice ha dato molto al calcio. Quanto non gli è riuscito da calciatore nel Milan per l'infortunio, lo ha fatto da allenatore: ha vinto un solo scudetto col Toro, ma il suo «calcio totale» all'olandese è stato copiato da tutti in Italia. Gigi bisognava conoscerlo bene per capirlo: era definito « l'uomo dagli occhi di ghiaccio» ed era forse per questo che piaceva alle donne. Se gli eri amico era lui a cercarti, togliendosi la maschera di «sergente di ferro». Radice da calciatore ha vestito le maglie di Triestina, Padova e Milan e della Nazionale italiana. Da allenatore il Monza, il Treviso, il Cesena, la Fiorentina, il Cagliari, il Torino, il Bologna, il Milan, il Bari, !Inter, la Roma, il Genoa. -
Il romanzo del Toro. L'emozione di una storia che vive da oltre un secolo
La storia del Torino come mai è stata narrata finora. La cultura della memoria. Una memoria ormai più che centenaria, che sotto la forma del romanzo si snoda in un racconto che raccoglie i tanti momenti della vita del Torino. Poche le società calcistiche del nostro paese che possono vantare un «album dei ricordi» così intenso, segnato da formidabili tragedie ma anche da grandi trionfi. Parlano - quasi interagiscono con chi legge - i personaggi che via via sfilano, nel tempo e nel procedere della lettura, trasmettendosi, come in una staffetta, un «segno», il testimone dell'essere del Toro. In una catena ideale di campioni granata, che va dal primo capitano ai nostri giorni, l'avventura di questo quasi magico «segno» sperimenta l'intera vita del Club, compendiandone i successi e gli sconforti, le vittorie e le delusioni in un unico percorso e verso una sola meta: tenere alto e sempre vivo il nome del Toro. -
La divina montagna
Dopo quattro gravi incidenti da cui è uscito miracolosamente vivo, Alois, alpinista non più giovane ma ancora fortissimo, si convince che una simile serie di miracoli non può essere soltanto casuale. E intuisce che l'essenza dell'alpinismo non può quindi consistere solo nella prassi fisica, ma anche nell'aspirazione a un'etica ideale, simboleggiata dalla salita di una guglia sconosciuta, scoperta per caso - ma esiste il caso? - in un lontano Paese tropicale. Accompagnato da una misteriosa fanciulla, compie un'ascensione al limite delle possibilità umane, durante la quale l'ascesa si trasforma in ascesi, la prassi tecnica in elevazione trascendente. ""La divina montagna"""" racconta una storia che è metafora della scalata intesa come attività fisica e spirituale e scelta gratuita di catarsi, summa letteraria di un autore che ha dedicato buona parte della propria vita all'alpinismo. Prefazione di Luciano Santin."" -
Il ragazzo di Buia. Appunti di un alpinista
Nel luglio del 1969 compare sulla Rivista Mensile del Cai una lettera-appello a firma del socio Angelo Ursella: ventiduenne, friulano di Buia, alla spasmodica ricerca di amici e compagni di cordata. L'intervento suscita molta curiosità poiché Ursella non è uno sprovveduto. In due anni ha infatti percorso, perlopiù in solitaria, alcune delle vie più impegnative delle Dolomiti. Un grande alpinista, dunque, dotato di una forza di volontà fuori dal comune; ma anche un ragazzo disperatamente solo, timido e schivo. Sono testimoni di questa condizione esistenziale le pagine del suo diario, raccolte da Beppe e Italo Zandonella Callegher. Accanto al resoconto asciutto e fedele delle avventure alpinistiche, compaiono intense annotazioni che rivelano il tormento dell'anima: «Voglio ritornare a vivere, voglio essere un ragazzo normale». -
Gigi Radice. Il calciatore, l'allenatore, l'uomo dagli occhi di ghiaccio
Gigi Radice ha dato molto al calcio. Quanto non gli è riuscito da calciatore nel Milan per l'infortunio, lo ha fatto da allenatore: ha vinto un solo scudetto col Toro, ma il suo «calcio totale» all'olandese è stato copiato da tutti in Italia. Gigi bisognava conoscerlo bene per capirlo: era definito « l'uomo dagli occhi di ghiaccio» ed era forse per questo che piaceva alle donne. Se gli eri amico era lui a cercarti, togliendosi la maschera di «sergente di ferro». Radice da calciatore ha vestito le maglie di Triestina, Padova e Milan e della Nazionale italiana. Da allenatore il Monza, il Treviso, il Cesena, la Fiorentina, il Cagliari, il Torino, il Bologna, il Milan, il Bari, !Inter, la Roma, il Genoa. -
Di pietra e acqua. Storie di speleologia
Che cosa spinge un uomo a sfidare l'ignoto, ad addentrarsi, tra mille pericoli, nelle inquietanti viscere della Terra? La risposta di Fabrizio Ardito sorprende per la sua semplicità: «Amo le grotte di una passione viscerale e la mia ""perversione sotterranea"""" mi porta a cercare ovunque il buio e la profondità». Tutto qui. Ed è proprio dalla forza di questa passione che nasce Di pietra e acqua, una sorta di diario a posteriori di una vocazione precoce e di tante avventure vissute nel mondo ipogeo, raccontate per affascinare anche chi le grotte le ha conosciute sempre e solo con l'immaginazione. C'è una lunga storia, in questo libro: vent'anni di frequentazione sotterranea, un'epoca intera. Le pagine di questo racconto, quasi un romanzo, vanno sfogliate una ad una con discrezione. Non occorre concentrarsi: interesse e curiosità, una volta tanto, non hanno bisogno di essere estratti con le pinze dalle righe."" -
Ultimo grado
Uno stambecco, un alpinista solitario, un dépliant pubblicitario, una fotografia in bianco e nero, una ragazza capricciosa, un giovane innamorato, un vecchio orco, un adoratore del mare, una grande amicizia sono alcuni dei protagonisti di questi racconti. In primo piano o sullo sfondo sempre le montagne, immani presenze che dominano e governano paesaggi e sentimenti. E nella cortina nebbiosa di un canalone, sulla superficie vaporosa di un ghiacciaio, nell'ignoto che sta oltre l'uscio di una vecchia baita o dietro ad una cresta affilata, il lettore troverà ad attenderlo un'emozione supplementare. Perché paura, amore, sdegno o commozione si arrampicano sulle rocce e sul ghiaccio fino al massimo grado. Fino all'ultimo grado. -
Reale società ginnastica di Torino 1844-2019. 175 anni di storia
Oggi come allora la Reale Società Ginnastica di Torino si impegna nel suo lavoro di ricerca, di studio e di sperimentazione, diffondendo lo sport, l'arte e la cultura anche con questa pubblicazione. Un lavoro che, attraverso le immagini in bianco e nero e a colori, racconta le emozioni e i sogni di tutti coloro che hanno fatto parte di questa grande Società a partire dalle guerre risorgimentali per arrivare fino ai giorni nostri. -
Camminare verso Santiago de Compostela
Si parte per fare vuoto nella testa, per perdere tutti i punti di riferimento, per abbandonare i binari e per allacciare qualche legame con l'infinita libertà. È così che attraverso questa esperienza si può facilmente uscire dall'ego e quindi dalla dinamica della sofferenza, perché ciò che è senza sostanza non è mio e non è me stesso. Camminare è un'attività semplice che rilassa la mente e tonifica il corpo ma riempie il cuore di suggestive visioni. L'autore racconta il cammino verso Santiago de Compostela in un dialogo intimo e confidenziale con il lettore, presentando un resoconto in prima persona di un viaggio capace di liberare la fantasia e la creatività dal peso della vita quotidiana. Il suo sguardo sulla vita si mescola alla ricerca della trasformazione interiore, perché il pellegrino non viaggia verso una meta geografica, bensì alla scoperta di se stesso e del proprio posto nel mondo. -
Invincibili. Il mito del Grande Torino
Il Toro è una fede, quasi una religione. Superga è la basilica votiva, l'altare del sacrificio, dove gli dèi granata, invincibili sul verde prato, diventarono immortali il 4 maggio del 1949 quando l'aereo che li riportava a casa si schiantò sulla collina. Quella squadra non era grande solo sul campo, era esempio di vita sportiva e quotidiana. Non c'è ricordo di un dolore così grande e collettivo che abbia pesato sul cuore di Torino e dell'Italia tutta come lo schianto di Superga. Ricordare il passato vuol dire riportare alla mente la più grave sciagura sportiva che ha annullato una squadra che tutto il mondo ci invidiava, lo squadrone di Ferruccio Novo. Quei ragazzi erano la colonna portante della Nazionale: contro l'Ungheria ben 10 granata vestirono la maglia azzurra da titolari. Il Grande Torino oggi è ancora lì, con capitan Valentino al centro del Filadelfia a scambiare il gagliardetto, Bacigalupo sulla linea di porta, Menti, Ossola e Gabetto si sfregano le mani, Loik sta parlando con Grezar e Castigliano, Ballarin e Maroso sono immobili e concentrati aspettando il fischio d'inizio. I granata hanno il sole in faccia. Mazzola dà il via alla gara con un tocco per Gabetto. L'incontro inizia... prosegue... continua... per l'eternità. -
I falliti e altri scritti
Nel 1972 Gian Piero Motti è un alpinista al bivio. Scalata dopo scalata, ha scoperto sulla propria pelle che l'arrampicata può diventare una droga. Così scrive il famoso articolo ""I falliti"""", dedicato a chi non sa più vivere senza montagna. È il passaggio fondamentale che lo porta ad aprirsi oltre i confini dell'alpinismo piemontese e oltre i miti-doveri della tradizione eroica. Da quel momento inizia un'incessante ricerca per lo sviluppo di un'avventura dal volto umano. Scopre le pareti calcaree delle Prealpi francesi, apprende l'etica dell'arrampicata californiana e approfondisce le tecniche orientali di meditazione. Diventa il punto di riferimento per una generazione di alpinisti inquieti. Questo libro raccoglie tutti i suoi scritti più importanti."" -
Mario Rigoni Stern. Un uomo tante storie nessun confine
Nel maggio 2015, a seguito dell'intitolazione a Mario Rigoni Stern, l'Istituto d'Istruzione Superiore di Asiago ha avviato un ampio percorso di studi in onore e nel nome dello scrittore asiaghese. Sperimentazioni, collaborazioni, contributi critici hanno dato forma al progetto ""Mario Rigoni Stern: un uomo, tante storie, nessun confine"""". Il convegno ha avviato nuovi dialoghi sull'opera e la figura dello scrittore, aperti a possibili sviluppi di ricerca, in prossimità di quello che sarebbe stato il suo novantasettesimo compleanno e a ridosso del decimo anniversario della morte. Gli Atti rappresentano anche l'occasione di offrire al pubblico tre inediti: """"La natura nei miei libri"""", dattiloscritto di Rigoni Stern risalente al 1989, conservato a Vestone; la trascrizione di un'intervista allo scrittore condotta da Luca Mercalli per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana; infine il testo poetico """"Rap di Mariostern"""", composto per l'occasione dal Maestro Bepi De Marzi."" -
Armus-ciand
Il rapporto con i giovani evidenzia in modo particolare la diversità del linguaggio che separa le generazioni, e proprio da questa realtà che è motivo di interrogativi da parte loro, di voglia di conoscere, nascono queste pagine che desiderano ribaltare il concetto ormai penetrante in molti - giovani e non più giovani - che l'esprimersi in lingua piemontese sia disdicevole. Tutt'altro invece: ogni vocabolo piemontese racchiude in sé l'essenza del passato più remoto ed inimmaginabile, il retaggio acquisito in millenni con il fondersi degli idiomi di tutte le razze. Parlare in piemontese non è razzismo. Parlare in piemontese significa esaltare tutte le razze che lo hanno formato. -
Architettura alpina contemporanea
Un viaggio attraverso le Alpi italiane, francesi, svizzere, austriache e slovene, alla scoperta dei più importanti progetti di architettura alpina degli ultimi 25 anni. Più di 200 opere presentate: dai grandi interpreti dell'architettura contemporanea in montagna - Peter Zumthor, Gion A. Caminada, Bearth & Deplazes, Valerio Olgiati, Hermann Kaufmann, Jiirg Conzett, Cino Zucchi, Gabetti & Isola -, fino alle molte realizzazioni di qualità di tanti progettisti locali. Un lungo saggio critico introduttivo, che contestualizza la recente produzione architettonica montana in rapporto alle trasformazioni economiche e culturali delle Alpi di oggi e alla storia dell'architettura alpina dell'Ottocento e del Novecento. -
Avventure di montagna
Molti alpinisti hanno cominciato ad arrampicare per cercare un'avventura che avevano sognato attraverso le pagine di Salgari. In mancanza della possibilità di raggiungere i Mari del Sud o altri luoghi descritti nei romanzi più letti dai giovani di tutto il mondo, la montagna era l'ambiente naturale più vicino e accessibile per cimentarsi con imprevisti e inventarsi peripezie e difficoltà da superare. Ma c'è una domanda che i cultori e gli studiosi di Salgari non si sono mai posti: Salgari amava immensamente il mare, che è il teatro d'azione di tante sue opere. E la montagna? Questo volume risponde a questa domanda e presenta ai lettori una raccolta di racconti e scritti di montagna di Salgari dimenticati da un secolo. -
Una porta sempre aperta
"Avevamo un sogno... Quando la nostra avventura è iniziata, nel 1964. eravamo un piccolo gruppo di ventenni: molto giovani, inesperti, ma con un ideale pulito nel cuore. Il nostro sogno era quello di abbattere la fame nel mondo. Non combatterla, ma proprio sradicarla. A chi ci considerava degli ingenui o degli esagerati, dicevo e dico che un ideale grande è vero solo quando ci supera. Proprio come l'amore, perché due innamorati non amano a tempo, non amano «per un po'», ma totalmente. E soprattutto, provano ad amare in grande"""". (Ernesto Olivero). Prefazione di Gualtiero Card. Bassetti." -
Nuto Revelli. Vita, guerre, libri
I temi ricorrenti, le passioni di Nuto Revelli, riguardano la storia vista dal basso, vissuta in prima persona e testimoniata, sia in guerra sia nel mondo contadino, soprattutto quello delle colline e delle montagne del Cuneese. Dalla difesa del mondo dei vinti traspare anche un'attenzione indignata e dolente per l'abbandono di tanti borghi, la devastazione ambientale, la scomparsa di competenze e memorie. Le opere di Revelli sono un invito a non cadere nell'indifferenza, a respingere il conformismo e la prepotenza; sono uno sprone a restare sempre «ribelli per giusta causa», per la giustizia e per la libertà. Ci restano i suoi libri, le sue parole e il suo esempio. -
Guida al Piemonte insolito e misterioso. 40 viaggi tra i luoghi più inconsueti della regione
Tutti conoscono il Piemonte per la straordinaria bellezza e varietà del suo patrimonio artistico e paesaggistico. Meno nota è invece la presenza, accanto a questo, di un altro Piemonte, fatto di castelli infestati, edifici abbandonati, chiese dalle insolite simbologie e megaliti dalle origini misteriose: che si tratti di ambienti ameni, bizzarri o decisamente inquietanti, ciascuno di essi ha la capacità di sorprendere ed emozionare chi decide di abbandonare i percorsi turistici più tradizionali per mettersi alla loro ricerca, per caso o per curiosità. E tutti hanno una serie di storie e di leggende incredibili che finiscono col confondersi, ma che meritano di essere narrate, cercando il più possibile di distinguere tra gli elementi reali e quelli decisamente più fantasiosi, se non proprio inventati. Suddivisi nelle otto province, ""Guida al Piemonte insolito e misterioso"""" propone 40 luoghi, accompagnando la loro storia con un ricco corredo di immagini scattate dall'autore, ben sapendo di non esaurire il tema, ma con il proposito di incuriosire il lettore ed invitarlo a scoprire, o a riscoprire, un altro volto della regione, forse meno noto, ma ugualmente meritevole di essere raccontato ed esplorato. Prefazione di Isabella Dalla Vecchia."" -
Suma bin ciapà. Altri detti che fra un po' non saranno più detti
Da qualche tempo ho ripreso a frequentarernil vecchio e un po’ trascurato solaio deirnricordi, e con una certa sorpresa, da ognirnarmadio, ogni cassapanca, ogni stipetto chernho aperto, sono uscite tante piccole cosernforse non preziose, che però mi è sembratorndoveroso riportare dal dimenticatoio allarnluce del sole.rnCosì, riprendendo il filo di un discorso iniziatorncol mio primo libro, ho provato a ricrearernle atmosfere che mi suggerivano i varirnmotti, divagando il giusto come mio solito.