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Ciò che siamo, ciò che vogliamo. Dalla crisi dei valori all'Europa del diritto
Opera libera e al di fuori da schemi ideologici consolidati, saggio filosofico e al tempo stesso diario di una ricerca personale, quasi intima, Ciò che siamo, ciò che vogliamo è il tentativo di capire che cosa significhi essere un europeo nel XXI secolo, quale eredità culturale e politica la storia ci consegni e quale prospettiva le circostanze presenti, così drammatiche e insieme così cariche di promesse, siano in grado di indicarci. E lo fa con uno stile brillante e denso, che accoglie echi dalla migliore tradizione filosofica e letteraria e li restituisce al lettore in uno sforzo di sintesi in cui si coniugano riflessione storica, indagine filosofica, critica politica e analisi sociologica. Un’opera che è al tempo stesso una testimonianza, un richiamo, un appello rivolto ad un’intera generazione. -
Theodor W. Adorno. Attualità di un'impresa teorica
A poco più di cinquant'anni dalla scomparsa, l'opera complessiva di Adorno colpisce per quella sua eccentricità di fondo che non consente di considerarlo semplicemente, a volte con punte di perfidia ai limiti dell'arroganza e della superficialità intellettuale, come un pensatore da collocare unicamente nelle pagine di qualche manuale di storia della filosofia. I contributi raccolti in questo volume (di Luca Baldassarre, Fabio Bazzani, Simone Cavallini, Filippo Domenicali, Ubaldo Fadini) intendono appunto illuminare il carattere radicalmente critico, ""scomodo"""" per tanti, di un'impresa teorica che ha sempre cercato di cogliere nelle crepe del presente la possibilità di ritrovare un po' di luce."" -
I vagiti dell'andare
Queste liriche disegnano una traiettoria emozionale lunga venti anni. Con un linguaggio ricercato e colto vogliono marcare una distanza dal presente proprio per cogliere, di questo presente, il significato riposto. L'esito è un'ammissione senza veli, la testimonianza di un'assenza/presenza. Dagli amori virginei e scroscianti, fra quiete pause contemplative e accelerazioni geografiche improvvise, la sensibilità muove verso l'andare come forma disvelatrice e purissima dell'esperienza. -
Soggetto e fantasia. Per una antropologia macchinica
Trasformazioni dell'umano, metamorfosi antropologiche: sono alcune delle formule a cui si fa correntemente ricorso per indicare un presente di configurazione dell'umano sempre più connotato dal rapporto stretto con determinate progressioni tecnologiche. In questa prospettiva, Ubaldo Fadini si confronta con alcuni sviluppi della filosofia contemporanea che sottolineano la centralità della fantasia come facoltà in grado di restituire al meglio la peculiarità di un soggetto che fa della invenzione/innovazione la sua più importante, decisiva, ragion d'essere. È una singolare figura del soggetto quella che in questo studio viene mostrandosi: un soggetto costitutivamente collegato a potenzialità/virtualità che possono far pensare a come le dinamiche oggi date dell'assoggettamento, di qualsiasi genere, non siano le sole realizzabili. Meglio ancora: qui si delinea un'antropologia ""macchinica"""", contrassegnata dalla rilevazione del manifestarsi sempre più evidente di una processualità composta da molteplici singolarità, che ci restituisce un'immagine della soggettività umana integrata a macchine, sistemi di macchine e a produzioni sociali ben determinate. Comporre e assemblare: risultano dunque queste le pratiche effettivamente/concretamente/materialmente significative di un tempo, come quello presente, segnato dal prodursi di relazioni costitutivamente """"aperte"""", che sempre meno sopportano identificazioni di carattere essenzialistico e di fatto violente."" -
Carte del diluvio
Il libro racconta delle storie di addio. Ogni storia è un addio. Il primo addio è l'unico che non è detto dall'autore ma da Danilo Kis. L'ultimo addio è dato dall'autore a se stesso. Perché in fondo questo è un diluvio senz'arca, ma non un diluvio che è soluzione. In quest'acqua non ci si può né salvare né dissolvere. Quest'acqua tutt'attorno è un segnale, un segnale del tempo. È pioggia sui vestiti che non riceve considerazione e si infiltra fino alla pelle, è la necessità della sconsideratezza, della non-curanza. È un'acqua che sale e si affaccia tra gli oggetti per poi sommergerli, travolgerli, per poi non dileguarsi, un'acqua che non si ritira, che occupa spazi, che costringe a spostarsi pur rivelando senza inganno la propria materiale inconsistenza. Per oggi il mare ci lambisce e ci sussurra parole dolci, ma lo fa senza volerlo. -
Minimal hero
Cosa mai può essere un Minimal Hero, un eroe minimale? Soltanto un'espressione in sé contraddittoria oppure anche una particolare figura di uomo che della quotidianità fa il proprio limite ma anche la propria irriducibile forza? Sasko Bravar è un Minimal Hero, che scrive una sorta di Manifesto di sopravvivenza psichica nel XXI secolo. Lo fa di nascosto, da un luogo che dovrebbe proteggerlo ma che invece lo segrega. Sasko invia email non sa nemmeno lui a chi, messaggi in bottiglie abbandonate nel mare della rete: naufrago in un mondo che egli chiama Baraonda. -
La bellezza che non c'è. L'uomo e la città
La Città in cui l'uomo tardo-moderno vive è il tempio eretto alla sacralità di una globale equivalenza. La peculiarità delle differenti esperienze e memorie viene neutralizzata ed omologata in un melting pot di falsa eguaglianza. Le abitazioni sono oramai votate ad un utilizzo semplicemente funzionale alla riproduzione sociale, e «gli uomini che sono costretti a vivere nelle condizioni sopra descritte» - annota Konrad Lorenz - vanno incontro ad una atrofia estetica e morale. «La totale cecità psichica di fronte alla bellezza in tutte le sue forme, che oggi dilaga ovunque così rapidamente, costituisce una malattia mentale che non va sottovalutata, se non altro perché va di pari passo con l'insensibilità verso tutto ciò che è moralmente condannabile». Ma nella bellezza negata e nella insensibilità morale continuano a risiedere, ben celate agli occhi dei più, una ineffabile bellezza ed una utopia morale. Questo libro, che pone a confronto una scrittura tecnica ed una scrittura filosofica, tenta, per quanto gli è possibile, di rendere manifesto quel che è nascosto. -
Per la critica dell'economia politica
Precedute da un ampio e originale saggio di Fabio Bazzani, l'Introduzione e la Prefazione a ""Per la critica dell'economia politica"""" sono qui proposte in una seconda edizione, riveduta ed ampliata, e sempre attentissima al testo originale. Questi due brevi scritti costituiscono chiave privilegiata di accesso al pensiero di Marx e continuano a mostrare una straordinaria e sorprendente attualità sullo sfondo di una crisi che sembra investire non solo i moderni sistemi economici bensì l'intera civiltà occidentale nei suoi diversi aspetti. Non riducibile né al gergo marxista di matrice leninista e stalinista, né alle differenziate forme dell'ideologia comunista, Marx in questi scritti fornisce strumenti essenziali per comprendere il reale significato epocale di quella crisi, riuscendo, nello stesso tempo, ad indicare alcune prospettive di superamento."" -
Contra saracenos. Gli errori dell'Islam
«Maometto disse che testimonianza della sua missione è la potenza delle armi, segni che non mancano fra i ladri e i tiranni. Infatti all'inizio non gli credettero filosofi esperti in cose divine ed umane, ma uomini bestiali che abitavano nei deserti, ignoranti di qualsiasi conoscenza di dottrina divina». Questa invettiva della Summa contra Gentiles riecheggia anche nell'opuscolo Contra Saracenos, scritto intorno al 1260, nel quale San Tommaso fornisce una sintesi estremamente chiara dei fondamenti teologici del Cristianesimo, difendendolo, nello stesso tempo, dalle insidie dottrinali della cultura islamica. -
Anni della decisione
"L'Occidente è sotto assedio; i popoli d'Oriente lo minacciano"""". Del proprio tramonto, però, l'Occidente è l'unico responsabile: """"Se noi lasciamo cadere la spada, quei popoli la raccolgono"""". Pubblicato nel 1933, """"Anni della decisione"""" è lo scritto più disincantato, lucido e profetico di Spengler. Veemente contro i luoghi comuni della pubblica opinione, questo libro sa cogliere, con grande acutezza, i fenomeni essenziali della civiltà-in-declino: atomizzazione dell'esistenza, sradicamento del soggetto umano, dominio della fandonia mediatica, insipienza e corruzione delle classi dirigenti e dei governi, loro asservimento ad un'economia finanziaria insensata e soltanto vorace, accerchiamento dell'Europa da parte di popolazioni estranee per cultura e stile di vita. Le responsabilità di tutto ciò vengono di volta in volta imputate o alla """"destra"""" o alla """"sinistra"""". Ma """"Destra"""" e """"Sinistra"""", dice Spengler, in realtà non sono che le articolazioni di un potere unico, le etichette, """"buone per gli imbecilli"""", sotto le quali si nascondono quei comitati di affari e quelle potenti lobbies sindacali, partitiche e ministeriali che, a seconda delle occasioni, si camuffano, appunto, da """"destra"""" e da """"sinistra"""" per meglio manipolare le """"meriti deboli e distratte della gente""""." -
La quotidiana mancanza. Un libro malinconico e obliquo
Nessuno può fare esperienza della propria morte e nessuno può fare esperienza della propria nascita. Questa duplice radicale mancanza segna strutturalmente le mancanze parziali dell'esistenza, le esperienze di dolore e gioia, di consueta chiusura e di inedita, talvolta abbagliante, apertura. Dislocata sul crinale delicato e costantemente sospeso della devastazione e della costruzione, l'intera vicenda umana non sfugge a questo destino, sino agli esiti contemporanei della inversione stessa tra devastare e costruire, del reciproco sostituirsi, del perdersi dell'umano in sé. Con una scrittura giuocata secondo registri linguistici differenti, questo libro delinea quella vicenda e quel destino, movendo da una personale esperienza di mancanza sullo sfondo di una inestricabile unione tra sfuggente emozionale e rigoroso categoriale... -
Per non farla finita con la filosofia
Se c'è qualcosa che questo testo ribadisce con piena convinzione è che non si debba farla finita con la filosofia, soprattutto in una contingenza come quella attuale che indica un cambiamento radicale d'epoca (digitale, tecnologica, pandemica) e che chiama a un rinnovato confronto con il palesarsi dell'imprevedibile, in qualsiasi sua forma. È proprio rispetto ad un tale imprevedibile che gli autori del volume intendono mettere ancora più a valore uno degli aspetti dell'impresa filosofica, quello di segno più direttamente ""pratico"""", che esige nuove, differenti concettualizzazioni all'altezza delle complicazioni del presente, di ciò che sollecita la sensibilità e l'intelligenza proprie del lavoro filosofico. Autori: Silvano Cacciari, Roberto Ciccarelli, Ubaldo Fadini, Stefano Righetti, e lo pseudonimo Utente Sconosciuto."" -
La Scuola di Francoforte. Una introduzione. Nuova ediz.
Nuova edizione per questo lavoro sintetico, ma chiaro e completo, intorno alle vicende e alla riflessione della Scuola di Francoforte. Un lavoro che colma una lacuna nel panorama editoriale italiano, non limitandosi, come di consueto, ai soli ""padri fondatori"""" di quella Scuola, Adorno, Horkheimer e Marcuse, ma diffondendosi con ampiezza anche su figure considerate eccentriche, Walter Benjamin ed Erich Fromm, e prendendo in esame i cosiddetti """"francofortesi di seconda generazione"""", tra cui Alfred Schmidt, Axel Honneth e soprattutto Jürgen Habermas. Oggi, ancor più che negli anni della sua originaria formazione, la Teoria Critica della Scuola di Francoforte si configura come una filosofia che «nega la realtà, ma non la rinnega». L'attenzione a quella teoria continua così a rivelarsi strumento fondamentale per comprendere l'attuale modello di produzione/riproduzione sociale e di consumo mercantile/esistenziale, nonché per avviare, forse, la costruzione di possibili nuclei di resistenza."" -
Lettere a Giovanna Vizzari (1978-1986)
Le lettere di Carlo Betocchi a Giovanna Vizzari aggiungono al mosaico della ricchissima bibliografia epistolare del poeta un'altra tessera, un documento di grande valore umano: siamo nell'epoca terminale della vita del poeta e il carteggio può essere considerato una delle ultime testimonianze di un rapporto che accompagna un arco temporale di forte rilievo. Queste lettere ci restituiscono l'intimità di un colloquio familiare, un'immediatezza e una spontaneità nel tono del discorso altrove in parte subordinate al reciproco ruolo dei corrispondenti. L'amicizia con la più giovane scrittrice costituisce per Betocchi l'estrema manifestazione della carità, l'autentica possibilità di vedere con gli occhi di un fanciullo che «la carità non ha sesso». -
Nero. Un trittico
Ciclico e perennemente attuale è il connubio fra potere e psicosi, il conflitto fra egolatria e idolatria. A rivelarlo può bastare un'idea ossessiva. Quella di Nerone è che gli uomini abbiano creato lo spazio del divino per paura della morte, per poter chiedere aiuto. Da qui il dramma che il protagonista prova a mettere in scena evocando un eroe dell'empietà: Aiace d'Oilèo. Gli dèi rappresentano un bisogno di immortalità. Nerone incarna la necessità di ribellarsi agli dèi: è necessario sfidarli, ucciderli, liberarsi dei padri. E l'ultima sfida sarà un assolo. Non è dato conoscerne l'esito, come accade quando la Storia si fa storia interiore. Così nell'ultimo atto il dramma continua dietro il sipario, senza spettatori. -
Come il comune intelletto umano prende la filosofia
In questo scritto, breve ma carico di significato storico e filosofico, Hegel risponde ai detrattori del pensiero idealistico che, poiché seguaci del «comune intelletto umano», non riescono a comprenderne il vero significato. Ne risulta un testo unico nel suo genere, in cui la forma critica, che spesso arriva sino allo scherno più pungente e di cui «il signor Krug» appare costante zimbello, si unisce alla profondità della speculazione filosofica. Un testo essenziale per la comprensione dei molti aspetti del pensiero hegeliano. -
Sul piano obliquo. Tra Deleuze e Simondon
Cos'è un piano obliquo? È il luogo in cui le questioni vengono poste in forma radicale, la ""piega"""" di una superficie il cui interno, il """"che cos'è"""", risulta simultaneamente il """"fuori"""" più estroflesso. Il presente lavoro si interroga appunto su questo piano, e sul suo significato plurivoco e controverso, attraversando Bergson, Simondon e Deleuze, nonché confrontandosi, in maniera puntuale e serrata, con alcuni aspetti peculiari della nuova fisica quantistica. Come sottolinea Ubaldo Fadini nella sua Prefazione, si tratta di un testo che si muove secondo la prospettiva di «una antropologia dinamica, relazionale, metamorfica», e che definisce «un pensiero dei processi di soggettivazione (non esauribili dalle pratiche di assoggettamento oggi imperanti), in un senso che ne esalti il carattere virtuale dal lato del produrre incessantemente nuove figurazioni, immagini differenti. Un altro po' di possibile, per dirla con Deleuze»."" -
Dottore in carne ed ossa. Libretto di istruzioni emotive per aspiranti psicoterapeuti
Quarta edizione di questo piccolo classico del genere ""psy"""". Il dottore in carne ed ossa del titolo cerca di rispondere alla domanda che la giovane protagonista, Valentina, a sorpresa gli rivolge: «Che qualità bisogna avere per fare lo psicoterapeuta?». Un testo che riesce a fondere il saggio scientifico con l'opera letteraria e che si rivolge anche ai non specialisti, ma che risulta particolarmente utile per gli studenti di psicologia e per gli psicoterapeuti... aspiranti... o collaudati che siano..."" -
Quadernino arancio. La fragilità dell'essere
Come scrive Cettina Caliò nella Introduzione, «i testi di Marco Zungri hanno la brevità di un bagliore, vanno per assonanze, sinestesie e colori. Sono silenziose pagine di vita. E così è la poesia: vita, minuzioso protocollo di futilità ..., di profumo ricordante. È sempre d'amore la poesia, perché d'amore è il rapporto che abbiamo con la vita. Qui, l'amore è melodia in sottofondo, un fiorire incessante della luce tra gli scuri, è nostalgia, è dolore, è falda di smarrimento». Con la sua scrittura l'autore cerca di occupare quello spazio potenzialmente infinito e arduo da dire il cui luogo è la sospensione medesima fra il sentire e le parole. In questa raccolta giunge ad evidenza una costante ricerca di senso esistenziale che di quella sospensione fa chiave ermeneutica principale e che in un recupero di originaria ""ingenuità"""" addita possibilità di ulteriore apertura."" -
Scritti sulla libertà e sulla contingenza
presente volume propone la traduzione integrale e il commento di quattro brevi scritti di Leibniz risalenti al periodo 1685-1689. In essi si affronta la questione - centrale nella filosofia di Leibniz e oggetto ancora oggi di un vivo dibattito tra gli studiosi - della libertà e della contingenza, apparentemente inconciliabili con le premesse del sistema leibniziano. In uno di questi saggi, lo stesso Leibniz confessa di essersi avvicinato alle posizioni del necessitarismo universale di Spinoza, ma di essersene poi sottratto, in considerazione delle implicazioni fataliste che ad esso appaiono connaturate, grazie a una «rivelazione improvvisa». La soluzione che, a suo parere, consente di ammettere tanto la libertà dell'uomo quanto la contingenza dei suoi comportamenti, proviene da suggestioni legate all'invenzione del calcolo infinitesimale. Tale soluzione è esposta nei testi qui raccolti con una chiarezza che non si ritrova in alcun altro lavoro leibniziano. Gli scritti di Leibniz sono preceduti da una introduzione ampia e documentata del curatore che illustra la teoria leibniziana dei concetti modali e delle verità contingenti alla luce delle più aggiornate interpretazioni sull'argomento.