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Il cantore filosofo. Scritti su Wagner
"Il più grande epigono di Schopenhauer è stato indubbiamente Wagner, anche in campo strettamente filosofico"""". Con gesto inconfondibile, Verrecchia sgombra l'orizzonte da annosi errori e luoghi comuni, costringendo Nietzsche - finora l'unico erede """"riconosciuto"""" di Schopenhauer - in """"un cantuccio piagnucoloso"""". L'ammirazione per Wagner traspare bene da tutti gli scritti di Verrecchia, ma egli aveva dedicato un intero saggio al musicista filosofo, innovativo interprete di Buddha e Schopenhauer. Quel saggio - pimpante e dottissimo - è rimasto rocambolescamente inedito e secretato fra le carte della sua biblioteca. Nel darlo oggi a nuova luce sono stati aggiunti, a mo' di medaglione wagneriano, alcuni elzeviri apparsi su """"La Stampa"""" affini per tema e sfolgorio stilistico. Così - dopo Bruno, Schopenhauer e Nietzsche Verrecchia chiude con piglio magistrale il giro delle proprie passioni di studio: culmine di pessimismo e libero pensiero." -
Fondamenti della filosofia dell'avvenire
"La filosofia dell'avvenire ha il compito di introdurre nuovamente la filosofia dal regno delle anime morte nel regno delle anime incarnate, delle anime viventi, e di tirarla giù dalla beatitudine speculativa"""". """"La verità non esiste nel pensare, nel sapere per se stesso. La verità è soltanto la totalità della vita e dell'essenza umana"""". Nei """"Fondamenti della filosofia dell'avvenire"""" pubblicati clandestinamente in Svizzera nel 1843, Feuerbach raccoglie i risultati della precedente riflessione sulla tradizione filosofica e teologica ed offre al lettore un efficace affresco di filosofia della storia nel quale spicca la critica della religione e della """"vecchia metafisica"""". In questa nuova edizione, curata con passione filologica e teoretico rigore da Edoardo Schinco, si fa giustizia di alcune eccessive disinvolture e disattenzioni proprie di altre traduzioni. Il saggio introduttivo fornisce una dettagliata ricostruzione della formazione e della evoluzione del pensiero di Feuerbach." -
Sulla filosofia e sul suo metodo
Spregiudicato, irriverente, geniale, Schopenhauer traccia in questo scritto la sua concezione della verità e della filosofia, considerandone con estrema chiarezza argomentativa e straordinaria capacità di sintesi l'oggetto, il soggetto e le peculiarità più proprie, definendone con caustica forza critica la posizione rispetto alle altre forme di pensiero e ponendone in luce la sempre inattuale attualità. Presentato nella brillante e rigorosa traduzione curata da Simone Cavallini, e corredato da un ampio ed originale saggio introduttivo nonché da un fittissimo apparato di note esplicative, ""Sulla filosofia e sul suo metodo"""" intende rappresentare un primo passo per chi nel """"percorso verso la verità"""" """"abbia il coraggio di non tenere alcuna domanda nel cuore""""."" -
L' ebraismo nella musica
Pubblicato nel settembre 1850 sulla ""Neue Zeitschrift fur Musik"""", questo scritto di Richard Wagner non ha perso ad oggi nulla né della sua sconcertante attualità né della sua canea provocatoria. È dinanzi al cosiddetto tribunale della storia che Wagner trascina l'ebraismo, pronunciando una sentenza inappellabile: Untergang, tramonto, fine. L'ebraismo deve tramontare! È questo l'esito necessario di una battaglia condotta in nome della sopravvivenza dell'arte e, in essa, soprattutto della musica. Se """"giudaizzata"""", la musica non può che decadere: se essa sempre esprime lo spirito profondo di una terra, gli ebrei, che non hanno una patria, non la possono che condurre a morte. Il testo si chiude con una invocazione agli ebrei che sembra attingere da Feuerbach, pensatore sempre presente nella mente di Wagner, nonché dal """"giovane"""" Marx, ebreo anch'egli, ma """"redento"""", emancipatosi ad uomo: smettetela di considerarvi ebrei, diventate finalmente uomini, """"redimetevi, rigeneratevi. Allora saremo uniti e indistinguibili!"""" e la musica e l'arte saranno salve."" -
Le condizioni dell'esperienza reale. Deleuze e l'empirismo trascendentale
"Il libro di Treppiedi induce il lettore ad avventurarsi nella ricerca delle condizioni dell'esperienza reale mediante la lettura della genesi dell'empirismo trascendentale: la descrizione del contributo di Deleuze alla liberazione della differenza dai discorsi dati e dalla loro forza impositiva e ripetitiva ne mette in luce la potenza di dischiudere e scatenare il pensiero critico di Hume, Kant e Husserl verso le questioni del fondamento e perciò verso la formazione di una metafisica fondata sull'empirismo."""" (dalla Introduzione di Giuseppe Roccaro)" -
Accadde una notte gelata. Un cliché d'amore
Il cliché dell'amore impossibile, quello dell'intellettuale a disagio nella propria epoca, quello del luogo tanto familiare da essere sconosciuto, fino al cliché della domanda più fondamentale fra le domande e attorno alla quale tutto il racconto ruota: ""Perché vale la pena vivere?"""". Il protagonista, Roberto, si trova """"gettato"""" in un mondo dove gli eventi, semplicemente, """"accadono"""" e rispetto ai quali egli si trova presente e assente ad un tempo. Nessuna scelta, nessuna possibile previsione. Le tre parti di questo libro ribadiscono la domanda fondamentale con il suo correlato di sospensione e corrispondono ad altrettanti cliché: la taverna, la prostituta, infine Giulia, appunto l'impossibile amore. La narrazione è un insieme di cliché a sua volta: il dialogo ben costruito, non spontaneo, ma che pretende di essere reale e immediato; la citazione filosofica, colta, buttata lì con nonchalance, ma che aspira a verità. È in questo quadro che si svolge la vicenda di Roberto, ed è in questa trama che si può leggere un esempio nitidissimo di autentica realtà, dal momento che, come dice Woody Allen, """"certe volte un cliché è il modo migliore per esprimere un punto di vista""""."" -
Cosimo chiese a Italo
Cosimo Piovasco di Rondò, protagonista del ""Barone Rampante"""", scrive ad Italo Calvino per comunicargli che non ce la fa più ad essere un suo personaggio. Pur avendo conquistato tanta fama grazie alle avventure tra gli alberi, Cosimo sente che quei rami, un tempo così adatti a lui, ormai da anni non lo rappresentano più. Tra Cosimo e Italo inizia un rapporto epistolare. Nelle varie lettere che invia ad Italo, Cosimo spiega che oramai non è più l'adolescente di una volta e che ha bisogno di trovare una strada propria. Italo gli risponde, dapprima senza comprenderne bene le richieste, poi entrando con lui in un dialogo sempre più empatico. Lettera dopo lettera, giorno dopo giorno, sia Cosimo che Italo maturano, fino al punto in cui tornano a sentirsi liberi. Cosimo, in particolare, può finalmente scendere dall'albero su cui è rimasto per tanto tempo e decidere da solo come continuare la trama della propria vita. Un racconto sulla conquista faticosa dell'identità e sui cambiamenti che sono necessari nel nostro mondo interiore per crescere e diventare adulti."" -
Il momento opportuno per agire. Il tempo secondo Heidegger
Per poter comprendere che cosa sia il tempo si deve innanzitutto conoscere se stessi: è quanto Heidegger sostiene ed è quanto l'autrice ricostruisce attraverso l'analisi di alcune ""figure"""" emblematiche: il tempo, appunto, ma anche lo spazio, il mondo, la scienza, la quotidianità, l'angoscia e la morte. Il percorso di graduale approssimazione al vero nel quale Heidegger ci guida consente di procedere dal tempo esperienziale del nostro quotidiano affaccendarci al tempo quale intima essenza dell'umano esistere. La lezione heideggeriana rimarca un'esigenza di verità ancora attuale: rifiutare quel che il senso comune ci mostra come vero solo perché ovvio ed evidente. In tal senso, quello che Camilla Pieri propone nel presente lavoro si delinea come una sorta di fenomenologia del vero che procede secondo le forme dell'offrirsi del tempo alla comprensione umana."" -
Il brivido dell'eterno. Su Pirandello e Freud
Quando il capocomico riconosce che la propria realtà «cangia continuamente; come quella di tutti!», il padre osserva: «(con un grido) Ma la nostra no, signore! Vede? La differenza è questa! Non cangia, non può cangiare, né esser altra, mai, perché già fissata - così - ""questa"""" - per sempre - (è terribile signore!) realtà immutabile, che dovrebbe dar loro un brivido nell'accostarsi a noi!». Se il capocomico avesse veramente capito, se avesse veramente intuito la natura dei sei personaggi, avrebbe avuto un brivido - il brivido dell'eterno - nell'accostarsi a loro. Giuocato sul crinale rischioso dell'incontrarsi / respingersi di temporalità ed eterno, il saggio di Gabriele Pulii ci fornisce l'immagine complessa e chiaroscurale di due figure emblematiche - Pirandello e Freud - della grande cultura occidentale."" -
Immersioni
Strano genere di scrittura è quello che fonde letteratura e filosofia, narrazione e poesia, notazioni diaristiche e aforistiche, analisi testuale ed elaborazione di sapere! Tale è l'impressione immediata che fornisce la lettura di ""Immersioni"""" e che segna il personalissimo percorso di Riccardo Emmolo, la sua capacità di """"immergere"""" il lettore nel profondo delle questioni che animano il nostro tempo: Dio e il Nulla, la memoria e l'oblio, l'unità, la pluralità e l'inafferrabilità dell'Io. Il discorso dell'autore viene svolgendosi come un vero e proprio racconto, sempre più incalzante e avvincente, in cui la grande lezione dei narratori siciliani dell'Ottocento e del Novecento si sposa con quelle di Gadda e di Pavese, di Borges e di Henry Miller, in un flusso continuo che apre ad una sorta di universo letterario parallelo. Una scrittura che trascina verso ciò che la letteratura non può dire ..."" -
L' estetica dello choc. La scrittura di Curzio Malaparte tra esperimenti narrativi e poesia
In Malaparte vi è la precisa volontà di costruire un effetto di choc che colpisca con violenza la coscienza dei lettori e li costringa a riflettere su eventi sconvolgenti e inaccettabili. Questi eventi, però, gli appaiono essenziali ai fini della rinascita di quella soggettività europea che lui considera ormai decaduta, «marcia». Viaggiando e scoprendo paesi lontani scorge un mondo degradato, la cifra stessa del tramonto di quell'Europa e di quella provincia italiana in cui si era formato e a cui era fino ad allora rimasto legato. La morte e le aberrazioni che ritrova dappertutto e, in special modo, nella Napoli del dopoguerra, vera capitale internazionale della prostituzione fisica e morale di uomini e donne, costituiscono la forma esemplare di quel tramonto, la dimensione dell'esistenza umana più orribile da accettare e da riprodurre narrativamente. -
Lezioni sulla fenomenologia e l'ermeneutica. Immaginazione Storia Umanismo
L'eclisse della filosofia deve preoccupare. Le vicende culturali di questi anni mostrano che le concezioni politiche, sottomesse all'economia del mercato globale, non sono in grado di produrre stabili visioni del mondo; che le religioni, per la loro essenza e per la loro diversa evoluzione storica, possono solo in parte assolvere alla funzione della saggezza illuminata, altrimenti possono risultare fonte di conflitti. La fine della storia, attesa con la fine delle ideologie novecentesche che hanno diviso il mondo, si è rivelata una ipotesi errata. Di nuovo si impongono i problemi della civiltà dell'Europa e dell'Umanità. Così torna attuale il riferimento all'ultimo grande capitolo della filosofia tradizionale, la fenomenologia husserliana, il più organico tentativo del Novecento di ripensare il soggetto-uomo dopo la critica storica del soggetto astratto. -
Il mastino del Parnaso. Elzeviri e polemiche
Oggi che la critica tende a morire dissolta nei blog o negli improvvisati commenti di acquirenti e follower, quale migliore ""contravveleno"""" degli elzeviri di Verrecchia? Apparsi su """"La Stampa"""" e ormai introvabili, contengono in nuce l'idea dei suoi libri più belli e di libri a venire che egli non volle o non poté mai realizzare; sono dunque una miniera di notizie, citazioni, modi stilistici smaltati oppure polemici. A Bruno, Schopenhauer, Nietzsche, Prezzolini, seguono filosofi, scrittori, artisti d'ogni tempo e paese. Di tutti Verrecchia dà giudizi nuovi, spesso spiazzanti. Tale raccolta chiude anche la lunga stagione dei critici-scrittori; Verrecchia stesso ne era consapevole, tanto che immaginava questo suo giudizio universale come l'ultima opera: perfetto coronamento d'una vita consacrata alle lettere e alla filosofia."" -
Il pudore del tempo. Georg Simmel e lo stile del dovere. Con Segnalibro
Il nostro dovere siamo noi. Per Simmel, noi non siamo soltanto responsabili di fronte a una legge morale gerarchicamente imposta, ma siamo soprattutto responsabili dell'esistenza stessa di tale legge. Le «melodie» di questa legge si creano nell'atto stesso in cui si agisce. Se il ritmo stilizza la materia della vita e il suono ha un'affinità con l'ethos, la fisiologia sonora del jazz rinvia a un'etica dell'improvvisazione la cui dimensione temporale è quella del futuro imminente. L'odierna ideologia della vittima e il suo narcisismo temporale possono essere attenuati attraverso la discrezione dello stile e il pudore del tempo propri della ""fisiologia"""" del jazz, in quel continuum sonoro sul quale scivolano note fluide, melodie morbide simili all'olio."" -
La sinistra e l'Islam. Tra autolesionismo e malafede. Con Segnalibro
Secondo Edoardo Schinco la sinistra appare sempre più incapace di offrire risposte concrete al drammatico impoverimento dei popoli dell'Occidente, che sarebbero quotidianamente strangolati dalla finanza e dall'invadenza islamica. Ridottasi ad amministrare la semplice conservazione dello status quo, nella prospettiva dell'autore la sinistra non vuole vedere quanto di inconciliabile ci sia tra noi e l'ideologia islamista, relativamente alla quale si limita a una lettura ""giornalistica"""" e """"istituzionale"""", ignorandone le concrete pratiche materiali, il suo strutturale, connaturato atteggiamento e la lucrosa - anche per molte organizzazioni occidentali - tratta dei clandestini."" -
Fine del tempo, tempo della fine. Filosofie del regno dell'uomo
L'autrice, a muovere dai risultati del precedente ""Dal regno di Dio al regno dell'uomo"""", indaga, nel presente lavoro, le vie della secolarizzazione del paradigma cronologico biblico, dalla eterna trascendenza alla immanenza del mondo. Questo paradigma, trasponendosi in attese mondane, è divenuto scheletro portante di molteplici, talora inaspettate, esperienze teoretiche, etiche e politiche, tese ad esercitare un controllo totale sul tempo, sul suo divenire, sul suo significato, sul suo fine e sulla sua fine. Compito del volume è esplicitare la reale identità di quelle esperienze, con lo scopo di additare al singolo una possibile via di fuga dall'anelito totalizzante onnipresente nel pensiero ontologico, una potenziale eccedenza rispetto alla presa dominante del moderno."" -
Una discendenza complicata. La comunità dopo Heidegger
La recente pubblicazione in Italia dei Quaderni neri di Heidegger ha nuovamente sollevato un dibattito intorno ad un lascito teoretico che appare compromesso dalla sua implicita, e talora esplicita, valenza politica. Nel presente lavoro l'autrice fornisce interessanti spunti di riflessione, movendo dalla posizione di Jean-Luc Nancy che a più riprese si è confrontato con il problema del risvolto politico del pensiero heideggeriano. Qui si sostiene che i Quaderni in realtà dimostrano proprio il contrario delle accuse che vengono loro mosse: il pensiero di Heidegger è irriducibile al nazismo, la fondamentale rilevanza della sua ridefinizione di metafisica e ontologia tradizionali non può essere in alcun modo disconosciuta. Ciò tuttavia non significa che compromissioni politiche col nazismo non vi siano. -
Gli uomini del cortocircuito
Uomini del cortocircuito, Kurzschluss-Menschen, scrive Siegfried Kracauer, sono coloro che fuggono «a rotta di collo dal vuoto e dal ""fuori"""" per infilarsi velocemente in un guscio protettivo». Questi uomini, «deboli di ragione e di fede», pur di non sprofondare vivono in un «involontario autoinganno» e perciò «sono costretti a mantenersi in uno stato di ebbrezza costante». L'attuale società digitale, sottolinea il filosofo statunitense Jameson, è di per se stessa un guscio protettivo che garantisce l'ebbrezza, che preserva dal conflitto lacerante e rassicura su una parvente """"salute"""". La società digitale è la liquidazione neocapitalistica di quel «paradigma immunologico» su cui insiste il pensatore coreano Byung-Chul Han. Sono questi alcuni temi e alcune figure intorno a cui si snoda il presente volume, ponendo a frutto gli strumenti teorici offerti dalla Scuola di Francoforte."" -
Doom o mistica delle viscere
«DOOM è l'anarchia secondo l'etimo profondo del termine, ed è il termine che termina in se stesso, il concetto che si dissolve nella parola medesima che lo esprime e che, nel terminare, si fa appunto viscere, carne, sangue, orina, feci, sperma, mestruo. Le pagine di Pennacchio costruiscono una fisica dell'ente nella sua quotidiana microfisica, nei suoi gesti automatici, nei suoi tic, nel veleno del non pensare, nella pigrizia dell'accomodarsi, negli odori, suoni, sapori propri del paradosso esistenziale». (dalla Introduzione di Fabio Bazzani) -
Stranierità. Una filosofia dell'altrove
Stranierità significa ripensare l'alterità e, insieme ad essa, fare nuovamente i conti con la filosofia quale «disciplina di frontiera», il cui compito è il tentativo costante di trasgredire i confini del suo stesso territorio. La migrazione, intellettuale e geografica, l'essere sempre e comunque stranieri, è esposizione e metamorfosi al contempo, strumento potenzialmente rivoluzionario, cesura nella ovvietà della vita quotidiana. Attraverso una originale rilettura di alcune categorie del pensiero di Heidegger e di Blumenberg, Manuela Verduci definisce la trama argomentativa con cui costruisce quell'idea di stranierità come «dispositivo del cominciamento», «feconda fonte di irrequietezza» e dunque esigenza di libertà.