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Genealogia della teoria critica. Adorno tra Hegel e Kant
Maestro della declinazione più intransigente di critica sociale, Adorno insegna a leggere e a riconoscere la violenza connaturata all'organizzazione sistemica dell'attuale mondo ""amministrato"""". Tuttavia anche il pensiero di Adorno sorge da questo mondo - né altrimenti potrebbe essere - e di questo mondo non può che ripetere i limiti, entrando così in contraddizione con se stesso. Il presente volume pone in rilievo la consapevolezza che Adorno ha di tale contraddizione e sottolinea come di tale contraddizione vi sia necessità affinché quel pensiero possa emanciparsi a teoria critica globale proprio di questo mondo. Nel percorso che così viene delineandosi, l'attenzione alla ragion pratica di Kant e soprattutto alla dialettica di Hegel risulta fondamentale."" -
Un bagno caldo. Tragedia in un atto
«Férmati, Seneca! Voglio giocare con te». Cosa propone l’imperatore al filosofo? Un gioco di ruoli in un notturno teatrale. Nerone e i suoi dèmoni. Gli aspetti inesorabilmente conflittuali del rapporto padre-figlio, indagato fra vero e verosimile. Fino alla soglia dove la colpa cede il passo alla pietà. «Giganteggia Nerone, esplorato nelle sue torsioni interne che oggi riconosciamo come aberrazioni pre-naziste, ma anche nei suoi tormenti umani che non mancano mai in un sommo criminale, soprattutto se rivisitato dalla letteratura e dal teatro. Ma non gli mancano neanche coloriture vagamente petroliniane, che ne fanno un grande e variegato personaggio da palcoscenico». (dalla Prefazione di Roberto Herlitzka) -
Siamo ancora un colloquio. A partire da Eugenio Borgna
Cosa vogliamo davvero dire, sussurrare, sottolineare quando comunichiamo? Al di là del messaggio esplicito c'è spazio per ben altro. C'è il non detto, il nascosto. Ci sono le emozioni, il racconto di noi stessi, dei nostri desideri, delle nostre più nascoste insicurezze e paure. L'incontro con la riflessione di Eugenio Borgna dà la possibilità di viaggiare attraverso i vari piani del messaggio verbale: da quello centrato sul ""come"""", a quello che studia il """"cosa"""", per arrivare finalmente al """"chi"""" comunica e perché lo fa in quel modo, con quelle parole, con quei silenzi. Questo lavoro racconta un viaggio che è una passione: per il """"detto vero"""" e per il non detto. Cerca di spiegare quanto sia necessario, nel presente frenetico e assordante, ritornare a conoscere le nostre fragilità, osservandone da vicino gli incandescenti caleidoscopi di emozioni che le animano e le connotano. Richiama il lettore alla lentezza, al silenzio, alla discesa in se stessi, all'ascolto dell'altro-da-noi. Lo fa collegandosi al pensiero di filosofi, antropologi, sociologi, poetesse e poeti, scrittrici e scrittori. Il timone per questo veleggiare in perigliosi mari è sempre lui, Eugenio Borgna."" -
Antonin Artaud. L'uomo che pensò l'impensabile
Perché uno dei più grandi geni del Novecento ha dovuto patire dieci anni di manicomio e ben cinquanta elettrochoc? Perché l'Occidente non ha riconosciuto in lui una delle menti più eccelse della modernità? Perché nessuno o quasi ha saputo «pensare l'impensabile» con la sua stessa coerenza e il medesimo impareggiabile coraggio? La risposta che si offre in questo saggio è perentoria: perché Antonin Artaud fa paura. Il lavoro di Marco Alloni è un'esortazione a vincere gli oltraggi della paura e a prendere decisioni radicali. La mancata riabilitazione di Artaud, infatti, è un sintomo di declino, del tramonto di un Occidente sempre più esposto alle prospettive dell'Apocalisse. -
Evanescenza del tempo. L'esperienza del sé
Le tradizionali interrogazioni sul tempo danno per scontato un qualcosa che scontato non è: la legittimità stessa di tali interrogazioni. Il tempo rinvia a dimensioni ""soggettive"""", """"oggettive"""", """"assolute"""", """"relative"""", ad un loro eventuale coesistere o a nessuna di esse? Oppure """"tempo"""" è solo parola e immagine, solo """"matematica finzione"""" utile a non naufragare nella quotidiana esperienza? E se il tempo non fosse che convenzione ed immagine, funzione e strumento, di cui forse neppure vale troppo la pena occuparsi? Probabilmente dovremmo rivolgere l'attenzione ad un insondato originario che abbia in sé valenza fondamentale. Allo spazio, ad esempio, come scaturigine di ogni esistenza, di ogni esperienza, di ogni domanda e, dunque, del tempo stesso. In questo lavoro, probabilmente il più denso e il più teoreticamente complesso di Fabio Bazzani, il tempo viene giuocato su registri differenti (individuali, esistenziali, epocali) che ne restituiscono la valenza di realtà e di sospensione, di finzione e di imprescindibile """"solidità""""."" -
Per una filosofia concreta. Alle radici del pensiero di Marcuse
L'esigenza di una ""filosofia concreta"""" è il motivo che ispira costantemente la riflessione di Marcuse, dai primi scritti, che costituiscono l'oggetto d'analisi del presente lavoro, sino alle opere della maturità. Ed è nella prospettiva di quella filosofia, in cui il pensare mai appare disgiunto dall'agire, che risultano centrali concetti quali ideologia, verità, utopia, azione radicale, dialettica, Esserci, esistenza, vita, bisogno, lavoro, essenza, storicità. L'autrice pone in evidenza come la riflessione giovanile di Marcuse appaia ad esito di non marginali influenze hegeliane, marxiane, diltheyane, heideggeriane ed al contempo determini il preludio della originale rielaborazione consegnata ai testi di più chiara notorietà: """"L'uomo a una dimensione""""; """"Eros e civiltà"""". Il pensiero di Marcuse, fin dalle sue origini, in virtù della lucida lungimiranza che lo connota, può ancora costituire una lezione per il mondo contemporaneo e, più in generale, disegnare un discorso fondato razionalmente nonché orientato verso la prassi quale unica strada percorribile al fine di affrontare, e forse tentare di risolvere, la crisi totale che attanaglia l'umanità di oggi."" -
Teoria della monade
La monade procede con movimento interno/esterno, dalla coscienza alla realtà esterna e dalla realtà esterna alla coscienza stessa. Procede dunque segnando una linea di congiunzione fra contenuti psichico-spirituali e contenuti fisico-materiali, coinvolgendo l'agire nelle sue varie forme, nonché la comunicazione tra i vari soggetti. I tradizionali caratteri della monade concepita come una dimensione strettamente unitaria e un ambito separato rispetto all'esterno, a partire dalla variazione del loro orizzonte introdotta da Husserl, nel presente contesto vengono ulteriormente modificati nella direzione di un peculiare realismo critico. In questo denso testo di Paolo Landi il punto di vista di Leibniz e il punto di vista di Husserl fanno da sfondo a un discorso costruito intorno a una nozione di monade come coscienza del singolo individuo umano, considerato in rapporto al processo della monade medesima. -
Narciso in pericolo. Ritratto fotografico, inconscio ottico, narrazione
Attirato nell'orbita delle discipline di controllo e di dominio al servizio del potere, il ritratto ha assunto la prerogativa di poter certificare con arroganza l'identità più segreta del soggetto, trasformando il linguaggio del volto in un testo muto, sottratto al movimento più complesso della vita, in cui è dato da leggere solo quanto è stato redatto in precedenza in forma di referto giudiziario o di cartella clinica. Così Narciso muore, ma non della morte che gli spetta per l'infinito viaggio a cui si sottopone per arrivare a riconoscersi, ma perché lo specchio in cui doveva rimirarsi, nei termini di una costante e viva metamorfosi dell'io, è stato infranto e la sua memoria dissolta per sempre. -
Una Mule-Jenny elettronica. Ideologia del mercato globale
«La schiavitù non si può abolire senza la macchina a vapore e la Mule-Jenny», scrive Marx. Ma la Mule-Jenny ha veramente abolito la schiavitù, oppure nell'abolire la vecchia ne ha creata una ulteriore? E questa ulteriore schiavitù è stata abolita dalla nuova Mule-Jenny, quella della rivoluzione industriale/elettronica di IBM, Microsoft, Apple, Google, Facebook, Amazon etc., oppure, ancora una volta, l'umanità che abita il mondo globalizzato si trova costretta in forme di radicale illibertà, tuttavia ideologicamente mascherate da acquisizione di libertà maggiore e disegnate in termini di tempo liberato da costrizione? In questo volume trovano ampio spazio tali domande, nonché la riscrittura di alcune categorie interpretative che nel sistema del mercato globale, pur mantenendosi secondo una immagine consueta e ""familiare"""", implicano questioni nuove e contenuti teorici per alcuni riguardi spaesanti, stranieri."" -
Testimoni della nostra iniquità. La Chiesa e gli ebrei
Della Shoah, dello sterminio del popolo ebraico, esiste una memoria che tende a confinarla temporalmente nel Novecento, e spazialmente in un'Europa dominata dalla Germania nazionalsocialista. Ma si tratta di memoria riduttiva, poiché se è vero che la Shoah ebbe un preciso tempo e un preciso luogo di realizzazione è altrettanto vero che le sue più profonde e tenaci radici si trovano nella lunga storia dell'Europa cristiana, in quasi due millenni di degradazione e di persecuzione del popolo ebraico. La focalizzazione sulla sola Shoah del Novecento lascia una memoria mutilata che rischia di consegnare all'oblio gli antefatti e le precondizioni dell'orrore recente. Ammesso che per ragioni dottrinarie e teologiche la Chiesa non abbia voluto, né abbia potuto volere, il sistematico sterminio degli ebrei, nondimeno ha potentemente contribuito a delineare una influente visione antisemita del mondo, la quale ha investito il piano più direttamente religioso e socio-politico e si è combinata con un violento antisemitismo razziale, creando in tal modo una miscela esplosiva, difficilmente estinguibile, di pregiudizio e di odio. -
Insolite sparizioni
Niente spari, niente sangue, niente morti; questo è un romanzo giallo e noir per lettori che non cercano giallo o noir. ""Insolite sparizioni"""" è una satira sulla corruzione di politici, banchieri, ecclesiastici, sulle loro figure tutto sommato caricaturali e sui loro intrecci con terroristi e banditi di ogni genere. In più ci sono sesso e amore, conditi da disincantate considerazioni sui rapporti tra uomo e donna. Il protagonista della storia ha la necessità di spedire all'estero una grossa somma di denaro per favorire l'elezione di un candidato, ma non può farlo per vie legali. Deve allora inventarsi uno stravagante contrabbando. Sulla sua strada incontrerà strambi individui e attraenti ragazze che di volta in volta lo ostacoleranno o lo aiuteranno a seconda della convenienza del momento. Intanto sua moglie lo aspetta, ma..."" -
A zonzo per la Germania e per l'Italia
Domenica, 12 giugno 1842: una signora di mezz'età, la cameriera, il figlio e un compagno di studi s'imbarcano a Londra sul Wilberforce diretti ad Anversa. Partono per una vacanza che durerà tredici mesi e che li porterà in giro per l'Europa, ultima tappa Sorrento. La signora non è nuova a lunghi viaggi. La prima volta che lasciò l'Inghilterra aveva sedici anni, era incinta, ed era in fuga d'amore con un uomo sposato, Percy Bysshe Shelley. Due anni dopo, tra le foreste del Giura e sulle sponde del lago di Ginevra, darà alla luce quel Frankenstein che da due secoli sollecita la nostra immaginazione. Adesso è vedova; madre affettuosa, si preoccupa di far fare una sorta di Grand Tour al figlio. Parigi, agosto 1843: Ferdinando Gatteschi, mazziniano, è a caccia di una donna che, ammaliata dal suo bell'aspetto e dal suo eloquio, gli allunghi qualche franco. La vedova cade nella rete. Estate 1844: escono i ""Rambles"""", ultima opera di Mary Shelley, in cui, per raccogliere fondi a favore di Gatteschi, ella racconta del viaggio con il figlio e del suo amore per l'Italia. """"I Rambles in Germany and Italy"""" rientrano nella tradizione della letteratura di viaggio al femminile. I Rambles si muovono su tre livelli: il reale percorso geografico, la riflessione storico-politica, i ricordi personali. Per la Shelley, come per tutte le donne che visitarono l'Italia nell'Ottocento, il nostro Paese divenne terra d'elezione il cui bisogno di indipendenza esse si sentivano chiamate a sostenere."" -
Una lingua «travolgente e incendiaria». Studi sul Futurismo
«È dall'Italia, che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il ""Futurismo"""", perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeologhi, di ciceroni e d'antiquarii». Così esordiva Marinetti nel suo Manifesto di fondazione del Futurismo, dando l'avvio a quella furia incendiaria e distruttrice che coinvolse l'universo dell'arte in tutte le sue manifestazioni e non poté certo risparmiare lo strumento creativo forse più potente e più diffuso, la lingua letteraria, ma anche quella del quotidiano parlare. Gli scrittori futuristi generarono un'antilingua che coinvolse un pubblico ampio ed eterogeneo, e che, attraverso la sapiente strategia retorica dei manifesti e dei volantini, investì tanto il linguaggio c?lto quanto il linguaggio diretto. Ma principalmente investì il linguaggio iconico delle tavole parolibere, nelle quali ogni norma grammaticale viene abbandonata per colpire l'occhio dello spettatore con parole che liberamente si scatenano sullo spazio bianco del foglio. La rivoluzione del Futurismo si propagò a campi inconsueti, come il teatro, la politica, la gastronomia, l'aviazione, la moda, creando ferventi seguaci in tutta l'Italia ed anche, soprattutto, oltre i confini: dalla Russia, alla Romania, al Portogallo, alla Spagna, fino al Giappone. Un potente impulso rivoluzionario che si è allargato nello spazio e nel tempo, come un incendio alimentato dai turbini del vento."" -
Karl Marx. Una introduzione
Con l'attuale rivoluzione industriale-elettronica, con la caduta del muro di Berlino nel 1989, e con le crisi economiche e politiche che connotano il mercato globale, lo spettro di Marx inizia nuovamente ad aggirarsi nel mondo e continua ad offrire strumenti critici indispensabili per affrontare la nostra epoca. In questo contesto, la presente introduzione, rigorosa ma al contempo chiara, si propone di ripercorrere in maniera puntuale tutto il pensiero di Marx, dai lavori giovanili sino alle riflessioni finali sulla proprietà comune russa. In particolare, contro una semplificazione ed una deproblematizzazione sempre più diffuse, qui si offre un quadro dinamico della complessità di quel pensiero, soffermandosi, con particolare attenzione, sugli scritti di carattere storico (colpevolmente messi al margine dalla maggior parte degli interpreti) e fornendo una limpida lettura degli scritti di economia politica, con specifico riguardo ai «Grundrisse» e al «Capitale». Le intuizioni fulminanti, i vicoli ciechi teorici e le analisi spregiudicate sono posti in evidenza, al fine di mostrare la ricchezza di una visione del mondo che ancor oggi ispira modelli alternativi di società ed esistenza nonché inedite prospettive utopiche. -
Ipazia. Donna colta e bellissima fatta a pezzi dal clero
La splendida Ipazia, filosofa e matematica del IV secolo, fu selvaggiamente uccisa e fatta a pezzi, bruciata e ri-dotta in cenere. Mandante dello scempio fu ""un assassino dalle mani pulite"""", Cirillo, vescovo di Alessandria, poi nominato Santo dalla Chiesa Cattolica ed ancor oggi festeggiato ogni 27 Giugno. In questo pamphlet del 1720, il celebre filosofo illuminista John Toland ricostruisce le vicende che portarono all'uccisione di Ipazia e alla lacerazione del suo corpo, denunciando non solo il profilo criminale della Chiesa, ma anche la situazione di assoluta emarginazione che le donne vivevano in quel tempo ... e certo anche oltre quel tempo ... Nel lungo titolo del pamphlet, tutto questo viene significativamente rappresentato: «Ipazia. Storia di una donna bellissima, virtuosa, colta, e poliedrica; fatta a pezzi dal Clero di Alessandria per appagare l'or -goglio, l'invidia e la crudeltà del suo Arcivescovo, comunemente conosciuto, ma immeritatamente reso santo, Cirillo»"" -
Saggi logico-fenomenologici
Sembra di per sé scontato dire che abbiamo un corpo e una mente. Ma questa convinzione, a un più attento esame, si rivela non sufficientemente dimostrata e rischia costantemente di cadere nell'illusione dei sensi e del pensiero. Il presente lavoro esplora l'origine di questa convinzione, prendendo le mosse dall'adagio cartesiano per cui «di tutto è lecito dubitare». Nondimeno, questa convinzione sembra in sé inoppugnabile, logicamente ben fondata. La trattazione conduce alla conclusione che sia in realtà possibile giustificare alcuni principi basilari della logica classica, e ciò proprio grazie a quell'esperienza del radicale dubbio cartesiano da cui l'unità inscindibile tra mente e corpo sembra emergere con grande chiarezza. L'autore delinea una logica fondata sulla fenomenologia dell'appercezione in quanto esclusiva evidenza nell'esperirsi della coscienza, ma la cui universalità viene messa in discussione da una inesausta esigenza di veri-fica in un mondo che ha la primitiva e costante necessità di essere filtrato da atti intenzionali soggettivi per esse-re percepito come tale. -
«Nulla di umano mi è estraneo». Studi su Feuerbach
"Homo sum, humani nihil a me alienum puto"""". Questa frase del poeta latino Terenzio viene citata da Feuerbach in uno dei paragrafi conclusivi della sua opera probabilmente più importante, i """"Fondamenti della filosofia dell'avvenire"""" del 1843, e rappresenta sintesi critica nonché valenza progettuale del suo pensiero. Situata nel quadro di un rovesciamento del sistema di Hegel, con quella frase al contempo si vuol segnalare come da un tale sistema non si possa prescindere, e ciò non solo per l'ovvio gravame di una cultura coevamente dominante, bensì ai fini della costruzione medesima di una filosofia a-venire. Se «questa frase, presa nel suo significato più universale e più elevato, è il motto del filosofo nuovo», allora è da questa frase che dobbiamo prendere le mosse per valutare l'effettiva novità di un filosofo che ad essa si richiama." -
Protreptico. Esortazione alla filosofia
«Fa in ogni caso della filosofia sia chi la nega, sia chi non la nega; perché l'uno e l'altro adoperano dimostrazioni che rendono credibile quello che dicono; e se adoperano dimostrazioni, è chiaro che fanno della filosofia; perciò, appunto, la filosofia è la madre delle dimostrazioni». Ammirato nell'antichità tanto per il suo stile che per il suo vigore dialettico, esercizio di retorica e insieme discorso che fortemente esorta alla necessità di comprendere il mondo, questo breve saggio aristotelico appare sotto la forma di un appassionato appello al sapere, inteso non solo come ricerca di conoscenza ma anche come supremo valore etico. Diversamente da altre edizioni oggi presenti in Italia, che si attestano alla interpretazione che del «Protreptico» fornisce Düring, la versione che qui proponiamo, curata da Mario Casaglia, viene condotta sulla classica lezione stabilita da David Ross. Il motivo di questa scelta risiede nel desiderio di offrire la possibilità di riflettere sul significato autentico ed originario che lo stesso Aristotele volle richiamare e infondere nello scritto e che appunto soltanto la ricostruzione di Ross sa rappresentare al meglio: l'idea che la filosofia non ha altro fine che se stessa, ma che, proprio per questo motivo, costituisce la premessa medesima per ogni corretto sapere e per ogni giusta comprensione del mondo e delle relazioni tra gli uomini. -
Il secolo di Nietzsche
«Nella realtà storica non regnano l'ideale, la bontà e la morale - il loro regno non è di questo mondo! -, bensì la decisione, l'azione energica, la presenza di spirito, l'intelligenza pratica. Con i piagnistei e i tribunali morali non si aboliscono i fatti. Così è l'uomo, così è la vita, così è la storia. L'opera di Nietzsche non è un pezzo di passato, di cui si possa godere, bensì un compito al quale non ci si può sottrarre. Nietzsche ha mostrato la storia per come essa è. Il suo lascito è il compito di vivere la storia in questo modo». Con un saggio introduttivo di Fabio Bazzani, lo scritto qui proposto, pubblicato per la prima volta nel 1937 dall'editore Beck di Monaco di Baviera, costituisce il testo del discorso tenuto da Spengler il 15 ottobre 1924, presso il Nietzsche-Archiv di Weimar, in occasione dell'80° anniversario della nascita di Nietzsche. -
La figura nel tappeto
Un giovane critico letterario si trova alle prese con l'enigmatica opera di un celebre romanziere: potranno le sue parole descrivere il cuore pulsante dell'arte del grande Hugh Vereker? Cosa accadrà alla sua vita, e a quella delle persone che gli sono care, nel momento in cui tenterà di decifrarne l'oscuro mistero? Pubblicato per la prima volta nel 1896, ""La figura nel tappeto"""" pone in rilievo il rapporto tra la critica e l'arte, tra la volontà di svelare l'architettura segreta del romanzo e la sua natura costantemente umbratile. In una storia che mette in scena le vicende, le passioni, le segrete aspirazioni e le dissimulazioni di una società ormai in disgregazione, James fa emergere tutta l'ambiguità e la difficoltà di un tentativo del genere: una pericolosa indagine che investe sia la critica che l'arte, e che situa l'una e l'altra in prossimità del misterioso confine tra il senso e il non-senso, tra il vissuto e il significato, tra il dicibile e l'indicibile.""