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Nuovi valori dell'italianità nel mondo. Tra identità e imprenditorialità
Da alcuni anni un importante appuntamento dell’Università di Udine nel quadro dei collegamenti con il mondo dei corregionali all’estero è il Corso di perfezionamento ‘Valori identitari e imprenditorialità’ che rappresenta l’azione di punta dell’unità di Udine del progetto di eccellenza FIRB ‘Perdita, mantenimento e recupero dello spazio linguistico e culturale nella II e III generazione di emigranti italiani nel mondo: lingua, lingue, identità. La lingua e cultura italiana come valore e patrimonio per nuove professionalità’. Con questo volume il gruppo di docenti e di studiosi formatosi attorno al progetto ha inteso lasciare una traccia dell’impegno profuso nel corso proponendo una serie organica di contributi che riflettono le diverse sensibilità e competenze culturali e interdisciplinari che hanno caratterizzato l’azione formativa. Ne è emerso un quadro articolato e stimolante sulle nuove forme che assume l’italianità nel mondo e sulla sua capacità di trasmettere positività e arricchire la tradizionale istanza culturale con i valori dell’imprenditorialità e della doppia appartenenza nazionale e locale. -
The late MBA and LBA pottery horizons at Qatna. Innovation and conservation in the ceramic tradition of a regional capital and the implications for...
Il volume, in inglese, presenta la produzione ceramica dell'età del Bronzo Medio e Tardo proveniente dagli scavi della missione italiana dell'Università di Udine nel sito di Qatna. Identificandone i tratti caratterizzanti durante il II millennio a.C., lo studio giunge a definirne gli influssi sulla cronologia relativa in uso nel Levante settentrionale e a proporre una nuova scansione delle fasi finali del Bronzo Medio e dell'inizio di quello Tardo. L'analisi delle tecniche di produzione unite a dati paleoambientali e archeologici consente inoltre di estendere le conclusioni ad altre aree di ricerca, quali i cambiamenti di tipo socio-economico subiti dal sito e i fenomeni insediativi nella Siria centro-occidentale. -
Il carbone di Creta d'oro. Storia della miniera di Cludinico
Il sito minerario di Cludinico (Ovaro), in Carnia, attivo per oltre un secolo fino a metà Novecento, rappresentò una realtà di fondamentale importanza che giunse a impiegare sino a 1.600 lavoratori. Il volume ripercorre le vicende di questo straordinario luogo, illustrandone i principali aspetti storici e ambientali, e presentando i risultati dell'attività di schedatura - condotta dal Centro regionale di catalogazione e restauro dei beni culturali di Villa Manin - degli arnesi, attrezzature e documenti ora esposti nel museo, visitabile grazie alla disponibilità dei volontari dell'Associazione turistica 'Pro Ovaro'. Vengono inoltre proposte alcune interviste ad ex minatori che raccontano il lavoro e la sua organizzazione, le fatiche e le emozioni della vita dentro 'Creta d'Oro'. I beni museali, le informazioni e le testimonianze raccolte nel corso di queste ricerche costituiscono un patrimonio fondamentale per ricomporre la memoria collettiva di questa comunità e del suo territorio. -
Transformations of the canadian cultural mosaic
When we think about Canadian identity today, the most pervasive metaphor that springs to mind is that of a ‘mosaic of cultures’ in recognition of Canada’s multiethnic mixture of peoples, languages and cultures. Although the image of the mosaic, with its tightly assembled tesserae, may suggest a certain rigidity, today the connotation of Canada’s cultural metaphor has undergone dynamic and productive transformations, which reflect the crucial cultural and generational changes resulting from the country’s shifting immigration patterns. Acknowledging the fundamental role played by immigrant and First Nations artists and writers in moulding the Canadian identity, this volume investigates the multiple transformations of the cultural mosaic in relation to literary, artistic and creative expressions. The various contributions, which range from scholarly academic essays to mixed forms of creative writing, deal with adaptations in literature, migration, transnational identities, and the reappropriation and evolution of autochthonous cultures and art forms. Within an interdisciplinary framework, they explore how Canadian cultural innovations have helped to transform the structure of the mosaic by capturing the spirit of cultural pluralism and of co-existing multiple identities, often seeing the reformulation of ethnicity in transcultural terms.rnrnSe pensiamo all’identità canadese oggi, ed al suo ricco miscuglio di genti, lingue e culture, la metafora più rappresentativa che viene in mente è quella del ‘mosaico di culture’. Tutt’altro che statica, questa metafora culturale continua a trasformarsi in modo dinamico ed efficace, riflettendo i profondi cambiamenti culturali e generazionali che derivano dai mutati flussi migratori verso il Paese. Alla luce del ruolo crescente che hanno scrittori e artisti migranti e aborigeni nel forgiare l’identità canadese, il volume si propone di investigare le molteplici trasformazioni del mosaico culturale nell’ambito di produzioni artistiche, letterarie e espressive. Nei vari saggi e testi creativi vengono esplorate tematiche quali l’adattamento letterario, la migrazione, l’identità transnazionale e la riappropriazione di forme d’arte e culture autoctone. Analizzando le innovazioni culturali canadesi da un’ottica interdisciplinare, i contributi evidenziano come il mosaico abbia saputo cogliere lo spirito del pluralismo culturale e della coesistenza di identità plurime, spesso attraverso una riformulazione transculturale del concetto di etnicità. -
Il teatro friulano. Microstoria di un repertorio tra Otto e Novecento
Questo volume ripercorre e rimedita in modo sistematico e del tutto inedito la storia della drammaturgia della Piccola Patria, in lingua friulana e italiana, dagli esordi borghesi di metà Ottocento agli sviluppi novecenteschi, tra inerzia della convenzione, sensibilità moderna della crisi e, oggi, sfida della globalizzazione. Un teatro da micro-area che sa entrare in contatto con la sua comunità, ne riprende la lingua periferica, ne riflette l'inconfondibile antropologia, ne rappresenta gli umori, ora comici ora pensosi, nell'altalena in movimento di diversi contesti storici e culturali. È il teatro del Friuli, che arriva fino a noi con la consistenza e la resistenza di una incontestabile tradizione, ricca di autori, testi, pratiche materiali della scena, esperienze sociali. -
Legami mobili. Famiglie migranti nello spazio europeo del Novecento. Ediz. italiana e inglese
Una lettura della migrazione friulana nell'Europa del secolo breve vista dalla prospettiva intima e personale dei rapporti familiari, delle strategie e delle trasformazioni che hanno caratterizzato intere genealogie migranti. Un viaggio attraverso i racconti di vita, le testimonianze e le immagini di chi ha fatto i conti con la mobilità e l'assenza dei propri cari, trasformando l'esperienza della migrazione in una 'tradizione di famiglia'. -
Achì no ài viodût une pavee. Cronichis di Saveri Sengar
In questo primo romanzo della serie in lingua friulana ""Cronichis di Saveri Sengar"""", i cui protagonisti sono l'antiquario udinese Saveri Sengar e il fedele amico Arcjan Rinalt che lo accompagna sempre nelle sue avventure, quest'ultimo porta alla bottega di Saveri un'immagine devozionale di Santa Lucia. Su di essa si legge di un impegno preso nel 1866 da un certo Gervasoni in favore del capitano Baldissera, dopo la battaglia di Sadowa, che permetterà al Friuli di essere annesso al Regno d'Italia. Qual è l'impegno di Gervasoni? E da dove proviene il disegno infantile nascosto nel diario dell'uomo? Saveri ha la facoltà, una volta addormentato, di viaggiare nel tempo e nello spazio come fosse un 'benandante', e così comincia l'avventura che porterà i due amici a Hradec Králové, Linz, Norimberga e Praga, senza tregua inseguiti o minacciati, fino a che il mistero..."" -
Da Olimpia a Pechino. La storia delle olimpiadi con tutti i premiati fino a Pechino 2008 e le gare di Londra 2012
Nel 2008 si tiene a Pechino la ventinovesima edizione dei Giochi olimpici moderni, rinati nel 1896 con De Coubertin dopo che nell’antichità erano stati celebrati a cadenza quadriennale per oltre mille anni. Gianpaolo Carbonetto ha narrato in modo sistematico e completo la storia di questo straordinario evento, attraverso notizie, episodi e curiosità delle gare e dei protagonisti inseriti nell’epoca e nel clima in cui sono vissuti. Si tratta della panoramica più vasta e aggiornata mai apparsa in Italia in cui sono raccontati successi, difficoltà, momenti dimenticati di ogni edizione e vengono riportati i nomi dei venticinquemila atleti che, al termine di quasi settemila gare, sono saliti sul podio per ricevere una medaglia d’oro, d’argento o di bronzo. Per la prima volta viene pubblicato, inoltre, un elenco di oltre settecento vincitori delle Olimpiadi antiche. -
Primapersona. Percorsi autobiografici (2012). Vol. 26: Oltre l'Africa.
Nei secoli l'Africa è sempre stata il terreno di scontri e di convivenze forzate, che hanno generato violenze e mantenuto il continente in uno stato di potenziale esplosività, come testimoniano i fatti recenti della Primavera Araba. Questo numero vuole invece scoprire il continente africano come il cuore dell'incontro culturale. Un incontro che segue due direzioni: da un lato, quella degli emigranti che sbarcano a Lampedusa, ad esempio, o che costruiscono narrazioni per richiedere asilo allo Stato italiano; dall'altro, quella degli italiani che in Africa ci sono andati da colonizzatori e oggi ci tornano per progetti di cooperazione. A testi di italiani espulsi dal regime di Gheddafi fanno da contraltare un'intervista sui respingimenti di migranti nel Mediterraneo, autobiografie inedite, analisi antropologiche. L'Africa è ""un pianeta sconosciuto"""", secondo Joseph Conrad, che si può capire soltanto se ci si mette in ascolto."" -
Primapersona. Percorsi autobiografici (2012). Vol. 25: Caro Saverio.
Saverio Tutino (1923-1911) è stato partigiano, giornalista, scrittore. Da inviato speciale ha intervistato personaggi come Mao Tze Tung e Fidel Castro. Ha vissuto nei Paesi delle grandi ideologie di sinistra, le ha viste all'opera, ci ha creduto. Non è mai venuto meno all'impegno civico e allo spirito critico della sua formazione. La fede nelle idee si è poi trasformata in interesse per le persone che le incarnano e per i loro percorsi individuali: da qui nasce la sua ultima grande opera, l'Archivio Diaristico Nazionale (ADN) di Pieve Santo Stefano, che conserva memorie di gente comune nelle cui traiettorie personali la storia si snoda e si ricompone. ""Primapersona"""", rivista semestrale dell'ADN da lui fondata e diretta, gli dedica questo numero speciale, pubblicando stralci di diari e istantanee di Saverio, oltre alle testimonianze scritte di alcuni dei suoi amici più stretti, come Oliviero Beha, Pietro Clemente, Duccio Demetrio, Aldo Garzìa, Giorgio Frasca Polara, Philippe Lejeune, Stefano Malatesta, Dacia Maraini, Gianni Minà, Nanni Moretti, Mario Perrotta, Lidia Ravera, Corrado Stajano, Alfredo Reichlin."" -
Il piacere è sacro. Il potere e la sacralità del corpo e della terra dalla preistoria a oggi
L’autrice studia il rapporto fra sessualità e spiritualità contestualizzandoli nella nostra preistoria e storia culturale, e collegandoli all’evoluzione biologica, al mito, alla filosofia e all’antropologia, offrendoci gli strumenti necessari per trovare modalità più gioiose, sane e soddisfacenti di sperimentare il piacere di vivere, stare insieme, lavorare e amare. Mentre la nostra società, condizionata dalla logica del dominio, riduce la sessualità a merce di scambio e affermazione di potere, la cultura di partnership, pervasa da uno spirito di sacralità mutuale, trasforma l’incontro dei due generi in una sorta di ‘porta di accesso’ al sacro nella sua forma più alta. -
Ryszard Kapuscinski. Biografia di uno scrittore
«La memoria del proprio passato: un grande abisso. Qualcosa che si profila sul fondo. Minuzzoli. Punti. Tremolii. Qua e là. Deformati. Abrasi. Illeggibili» (R. Kapuściński, Lapidarium III del 1997). Quasi a voler confutare questa riflessione di Ryszard Kapuściński sulla possibilità di ricostruire in maniera coerente ed esaustiva il proprio passato, il volume di Beata Nowacka e Zygmunt Ziatek rappresenta il primo, e per ora unico, studio condotto attraverso il metodo della ‘biografia creativa’, ossia tramite la ricerca e l’analisi delle interrelazioni tra la vita e le opere di uno dei più celebri reporter del XX secolo. Frutto dei vari incontri degli autori con Kapuściński e con molti testimoni di diversi momenti della sua vita, il volume ripercorre la nascita, l’evoluzione dell’attività e la carriera internazionale di questo straordinario autore; lo segue mentre partecipa alle trasformazioni del mondo e affronta le nuove sfide che ne conseguono, cogliendo i mutamenti della sua visione della società e della sua scrittura: «Il reporter cambia il mondo. La traiettoria della storia coincide con la traiettoria della vita del reporter» (R. Kapuściński, in una delle sue ultime conversazioni con gli autori). -
L' uomo che (non) verrà
Il problema di sapere chi è e chi non è veramente uomo non è una semplice questione accademica, ma costituisce una sfida etica che ha delle conseguenze sulla società. Come avrebbe detto Orwell, se siamo tutti uguali, alcuni sembrano più uguali di altri. -
Le premier théâtre de la Shoah. Edition, analyse et commentaires de Les Lépreux d'Anna Langfus
Cet ouvrage met à la disposition les lecteurs et des chercheurs l’un des premiers drames écrits en langue française sur la Shoah: Les Lépreux. On doit cette pièce, représentée à Paris en 1956, à Anna Lagfus, auteur d’origine polonaise, et Juive survivante des persécutions nazies.rnCe texte jusqu’alors totalement inédit, est accompagné d’une biographie, d’une présentation historique et d’une analyse dramaturgiuque et linguistique.rnLes Lépreux présente le comportement de certaines victimes de la Shoah sous une lumière lérangeante. Pour saisir la tension douloureuse que contient cette question, il suffit de se référer au programme de 1956, rédigé per Anna Langlus elle-même: «[…] ce n’est pas tout que de survivre. Un homme échappe au massacre pour s’apercevoir qu’il a perdu jusqu’aux raisons qui l’ont fait lutter contre la mort. Désormais il devra marcher dans l’ombre de la guerre qui s’est étendue sur le reste de son existence».rnAnna Langfus montre comment des persécutés sont transformés, par le système nazi, en complices de l’extermination.rnrnQuesto volume presenta il testo di una delle prime opere teatrali in lingua francese sulla Shoah, Les Lépreux, accompagnato da un’attenta analisi drammaturgica e linguistica, corredata da una contestualizzazione storica e biografica. La pièce Les Lépreux fu messa in scena a Parigi nel 1956 ma rimase fino a oggi inedita, anche in Francia. Anna Langfus, ebrea polacca sopravvissuta alle persecuzioni naziste, disegna in questo dramma il ritratto scomodo e sconvolgente di personaggi che, vittime della Shoah, finiscono per essere indotti dal nazismo stesso a compiere la metamorfosi che da perseguitati li rende complici dello sterminio. La tensione dolorosa che la questione reca con sé risulta del resto pienamente espressa nel programma redatto dalla stessa Langfus nel 1956: «[…] Sopravvivere non è tutto. Un uomo sfugge al massacro e poi si rende conto di aver perduto persino le ragioni che lo hanno fatto lottare contro la morte. Da quel momento in poi, potrà solo camminare nell’ombra della guerra, che si è stesa sul resto della sua esistenza». Il volume è scritto interamente in francese. -
Il Parlamento friulano in età moderna. Verbali delle sedute (1471-1805)
Il volume propone la schedatura delle deliberazioni del Parlamento della Patria del Friuli dal 1471 al 1805, proseguendo e integrando il lavoro di Pier Silverio Leicht che si ferma al 1470. I dati dei verbali possono essere interrogati attraverso un ricco apparato di indici e sono affiancati da una serie di saggi introduttivi che inquadrano dal punto di vista storico, sociale e politico il ruolo e il peso dell'istituzione rappresentativa nella storia del Friuli moderno. -
La diversità floristica nella cava San Giuseppe di Basovizza
La cava S. Giuseppe nel Carso triestino, oggetto di un intervento di recupero ambientale, è stata scelta quale base di lavoro per l'introduzione di un metodo utile a comprendere se le piante autoctone siano in grado di ripopolare gli ambienti sottoposti a coltivazione, ricostituendo così diversi tipi vegetazionali che, nel tempo, dovrebbero ricondurre il paesaggio alle forme tipiche del Carso. Lo studio si propone, quindi, di definire un metodo di monitoraggio in grado di predire le tendenze e le tempistiche evolutive della vegetazione potenziale, al fine di guidare gli interventi di gestione all'interno dei ripristini. -
Ville friulane e beni comunali in età veneta. Parte terza
ll vastissimo patrimonio dei beni comunali, cioè le terre di uso collettivo, è stato fino all'Ottocento un istituto decisivo per le diseredate masse rurali del Friuli, poiché ha rappresentato per esse un vitale supplemento di risorse e, insieme alla chiesa locale, un potente fattore di radicamento identitario e territoriale e di regolazione dei rapporti vicinali. Facendo seguito alla pubblicazione del 2004 (dedicata all''area metropolitana udinese') e a quella del 2010 (riguardante un territorio compreso tra Mortegliano, Codroipo, Dignano e Mereto di Tomba), questo volume propone la traduzione a stampa dei privilegi con cui Venezia concedeva in uso ""per grazia"""" le terre pubbliche alle comunità rustiche comprese negli attuali comuni di Rive d'Arcano, San Daniele, Ragogna, Majano, Osoppo, Gemona, Venzone, Artegna, Buia, Treppo Grande, Tricesimo, Colloredo di Monte Albano, Moruzzo e Fagagna. Un articolato inquadramento al complesso tema dei beni comunali in Friuli è propedeutico alla lettura ragionata degli atti trascritti, che apre ad uno stimolante spaccato sulla vita quotidiana della società rurale premoderna."" -
Epistolario 1941-1985
Consapevole di vivere nel pieno autunno della polifonia sacra, il musicologo Siro Cisilino (1903-1987) fece della sua esistenza una grande, unica opera di recupero del passato: raccolse con passione e trascrisse molti volumi di musica antica, creando un consistente lascito per interpreti e musicologi che oggi si accingono a studiare alcuni dei più importanti autori del cinque-seicento sacro e profano. Il volume raccoglie parte delle lettere che Cisilino ha inviato in più di un quarantennio ad amici, studiosi, superiori ecclesiastici, direttori di biblioteche e persone legate a vario titolo agli enti con cui era in contatto. Le missive rivelano un affascinante percorso tra biblioteche, stampe e manoscritti, sempre teso alla ricostruzione di un passato musicale percepito come assolutamente vivo e indispensabile per l'attualità. -
Quaderni gemonesi del Trecento. Repertori
Si presentano, in questo volume, i repertori di lessico e onomastica ricavati dall'esame dei quaderni trecenteschi in volgare friulano conservati presso la Biblioteca Civica ""V. Baldissera"""" di Gemona del Friuli. In particolare, si tratta dell'analisi delle serie relative alla Pieve di Santa Maria, all'Ospedale di San Michele e ai Massari della Comunità, dalle origini alla fine del secolo XIV. Questo lavoro, avviato nel 2007 e proseguito negli anni successivi, contribuisce ad affrontare la più generale questione della ricognizione, della pubblicazione e dell'esame di documenti tardomedievali in friulano, utili alla costituzione di un vasto corpus di forme antiche, in vista della possibile intrapresa di opere lessicografiche e storiche di ampia prospettiva."" -
Il bene e il giusto
Quale rapporto esiste tra i concetti di 'bene' e 'giusto'? Quali sono i principi di una giustizia equa, che tutte le componenti della società possono razionalmente accettare e condividere? 'Bene' deriva da bonus, buono, 'giusto' da iustum, conforme al diritto. Nella nostra vita democratica la tensione fra questi due principi è centrale e attraversa problematiche complesse: la crisi della rappresentanza politica, il confronto (necessariamente conflittuale) fra interessi individuali e finalità collettive, il ruolo della norma nella realizzazione dell'uguaglianza, il diritto alla diversità, alla resistenza e alla disobbedienza civile; e infine la possibilità che il nostro sistema democratico sia in grado di riformare sè stesso.