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Napoleone e la fine di Venezia
Molto è stato scritto su Napoleone e sulle sue imprese militari. Un aspetto che tuttavia non è stato ancora adeguatamente illuminato è il ruolo di Napoleone Bonaparte nella invasione e nella distruzione della più antica Repubblica aristocratica italiana, quella di Venezia. «Solo recentemente nel muro dell'idolatria napoleonica sono state aperte brecce, subito liquidate come revisionismo, sostantivo che (...) ha mantenuto il connotato negativo anche in campo culturale in base all'assunto che i fatti storici codificati nelle varie ""vulgate"""" non devono essere sottoposti ad analisi e ad eventuali reinterpretazioni. Con questo libro (...) l'autore sceglie come oggetto dell'indagine storica i diciotto mesi (primavera del 1796 - autunno del 1797) che vanno dall'aggressione napoleonica di Venezia fino alla soppressione della Repubblica. (...) Il volume ha la cadenza di una serrata istruttoria con ampio """"uso della prova"""" come nel caso - centrale sotto il profilo storico e determinante al fine di chiudere l'annosa polemica sollevata dagli ammiratori di Bonaparte - della presenza o meno di una regolare dichiarazione di guerra prima che la Francia assestasse il colpo di grazia alla già agonizzante Repubblica»."" -
Seppellire Darwin? Dalla critica al darwinismo agli albori di una scienza nuova
La discussione scientifica attorno alle teorie di Charles Darwin non è più solamente relegata nelle pagine delle pubblicazioni specialistiche. Quotidiani, trasmissioni televisive e radiofoniche hanno mantenuto accesa l'attenzione del largo pubblico attorno alle implicazioni del Darwinismo non solo per le scienze biologiche, ma anche per le scienze sociali. Discutere attorno all'attualità o al superamento di Darwin, quindi, non è un esercizio di erudizione scientifica: significa scegliere fra diversi progetti di costruzione della conoscenza e della nostra società, fra diverse concezioni del sapere scientifico. Grazie al contributo di diversi Autori, tutto lo spessore di questa discussione è presentato in modo comprensibile al largo pubblico. -
In esilio con il duca. La storia esemplare della Brigata Estense
Nell'ambito della demistificazione storiografica della retorica risorgimentalista otto-novecentesca, uno dei fronti più ""caldi"""" e innovativi è costituito dalla riscoperta dell'opposizione italiana alla conquista piemontese. Questo saggio rivela al largo pubblico uno degli episodi più eclatanti e commoventi di questa lotta popolare per la libertà: un piccolo Stato, il Ducato di Modena, travolto dalla macchina da guerra piemontese, rifiuta di scomparire dalla storia. Il suo piccolo esercito per non cessare la propria lotta e ammainare la propria antica bandiera, rifiuta di sciogliersi e prosegue per anni la propria lotta come Brigata modenese autonoma, la Brigata Estense, assieme all'Esercito Austriaco contro i Piemontesi. Una storia rimossa che ha dell'incredibile, e ridisegna la storia dell'unificazione dell'Italia del nord, grazie ad una documentazione inedita e inoppugnabile."" -
L'arte della cavalleria. Il manuale del comandante della cavalleria. Testo greco a fronte
L'arte della cavalleria (Perì Hippikès) e Il manuale del comandante della cavalleria (Hipparchikòs), scritti dal greco Senofonte attorno al 370 a.C., costituiscono i più antichi trattati sull'equitazione oggi esistenti, e conservano dopo ventiquattro secoli una sorprendente freschezza e validità, essendo ancora oggi utilizzati dagli studiosi e dagli appassionati di ippica come guida e fonte di preziosi insegnamenti pratici. È autore dell'indimenticabile Anabasi, l'epica ritirata dei Diecimila, si avvale della sua esperienza di letterato, di avventuriero e di uomo d'armi per analizzare nei dettagli i requisiti e le virtù ideali del cavallo da guerra, l'armamento, l'equipaggiamento, l'addestramento e le tecniche d'impiego dei reparti, nonché i doveri e le astuzie che devono guidare il buon comandante di cavalleria. I due trattati vengono tradotti e riproposti insieme, con il testo greco a fronte, per consentire di ricostruire con precisione un aspetto importante dell'arte bellica antica, da cui trassero insegnamento e ispirazione tutte le culture guerriere dell'occidente eredi della civiltà greca. I due testi vengono preceduti da un'ampia e dettagliata introduzione che descrive la storia, l'equipaggiamento e l'impiego della cavalleria greca dalle origini fino all'epopea di Alessandro il Grande, con decine di illustrazioni originali in bianco e nero e 8 tavole a colori. -
Il segreto cristiano delle fiabe
L'eterna vitalità delle fiabe tradizionali ha in sé un segreto che ne spiega la lunga trasmissione, da bocca ad orecchio, per intere generazioni. Il semplice tessuto narrativo della Fiaba cela in sé un ordito di simboli e di miti che rispondono agli eterni bisogni dell'uomo di restituire significato alla vita, al cosmo, alle fasi di passaggio dell'esistenza. Contrariamente all'esegesi psicanalitica, l'indagine di Attilio Mordini si basa sull'antica sapienza cristiana, particolarmente dei Padri della Chiesa dei primi secoli, per illuminare la sapienza nascosta delle fiabe, da quelle ""classiche"""" radunate dai fratelli Grimm alla fine del 1700, fino a quelle """"moderne"""" come Pinocchio o i capolavori cinematografici di Bergman """"Il Settimo Sigillo"""" e """"La fontana della Vergine""""."" -
L' eros in maschera nei canti di Dante
II poema di Dante ha assunto con il tempo il titolo definitivo di ""Divina Commedia"""", per sottolinearne la sacralità, la maestà, la grandezza. Però non si spiega il senso, perché il divino o il sacro non è rappresentabile. Mentre la commedia è una rappresentazione oltre ogni limite scandalosa del mondo. Nel commentare a uno a uno i Canti della Divina Commedia, Caleo mette in evidenza questo aspetto del poema di Dante non ancora notato. Ecco: il nostro poeta si prende gioco del sacro. Ma anche, come, dire il sacro si prende gioco di lui. Perché per poter essere rappresentabile il sacro deve farsi persona. E la persona tragica o sacra della commedia è lo stesso Dante, che da solo si fa oggetto di riso e di disprezzo. Il lettore che legge questo lavoro si troverà a cospetto di un altro Dante. Di un Dante che la letteratura ha voluto ignorare perché attenta allo spettacolo da lui offerto. E non ha guardato al quel Dio nascosto che lo muoveva sul palcoscenico del mondo."" -
Historia ovvero Historia turco-bizantina 1341-1462
La storia dell'Impero Bizantino è soprattutto quella della sua grandiosa eredità, che dai fasti di Ravenna per un millennio ha abbracciato negli ambiti artistico, culturale, spirituale larga parte dell'Europa e, in modo particolarissimo, tutta l'Italia centro-meridionale e adriatica. La parte meno nota di questa grandiosa epopea di civiltà è quella terminale, in cui per due secoli (XIV e XV) Bisanzio fu fino alla sua fine la frontiera della civiltà cristiana contro la crescente pressione dei Turchi. -
La compagnia, l'anello, il potere. J. R. R. Tolkien creatore di mondi
Il successo della trilogia cinematografica tratta dal capolavoro di John Ronald Reuel Tolkien, ""Il Signore degli Anelli"""", ha riportato di grande attualità l'opera dello scrittore inglese. Questo libro, in una nuova edizione ampliata, analizza approfonditamente l'opera di Tolkien sotto l'aspetto simbolico, filologico, letterario e come fenomeno sociale e politico, con una sezione dedicata ai numerosi continuatori (e imitatori) del """"Signore degli Anelli"""", per investigare le motivazioni del suo successo e dell'attrazione contemporanea verso il Fantastico."" -
La navigazione di san Brandano. Navigatio Sancti Brendani abbatis
"La navigazione di San Brandano"""" è un classico della letteratura medievale; l'autore fu probabilmente un ecclesiastico irlandese, che si basò sul patrimonio leggendario della sua terra, inserendovi spunti di derivazione cristiana. Brandano, abate benedettino irlandese (Clonfert), è un santo, vissuto nel VI secolo: si procurò fama di navigatore fondando monasteri sulle isole tra l'Irlanda e la Scozia. Forse sbarcò, prima di Cristoforo Colombo e dei Vichinghi, nelle terre che poi si sarebbero chiamate America. Il mito lo trasfigurò, immaginandolo alla testa di una ciurma di monaci, alla ricerca di un paradiso terrestre e dei santi situato su un'isola misteriosa, facendo vari incontri con creature fantastiche di ogni tipo che quasi ne fanno un precursore della letteratura fantasy. L'opera, tradotta nel corso dei secoli in varie lingue, è considerata tra le fonti di ispirazione della Divina Commedia di Dante." -
L' unità divisa. 1861-2011: parla l'Italia reale
1861-2011, ovvero 150 anni dalla proclamazione del Regno d'Italia, tappa intermedia ma simbolica del processo di unione politica dell'Italia che si concluderà solamente nel 1918. Una data-simbolo, che in quanto tale travolge la concretezza storica con il linguaggio del mito politico, delle rappresentazioni oleografiche, di una vulgata da ""Libro Cuore"""" che nacque nei primi decenni dell'Italia unificata come parte di una strategia pedagogico-politica atta a """"creare gli italiani"""", e che riproporre nel XXI secolo appare prima incomprensibile, e poi paradossale. A differenza di altri grandi Stati europei come la Francia e la Germania, questo processo non riuscì a """"creare gli italiani"""" almeno fino alla 1ª guerra mondiale: le grandi questioni nate lungo i decenni che vanno dall'invasione napoleonica all'unificazione (1796-1870) non a caso restano ancor oggi irrisolte: la questione meridionale; la questione settentrionale; la questione cattolica; la questione nazionale, sintesi delle prime tre. Il 150° può invece essere l'occasione per rileggere il processo dell'unificazione italiana a partire dai territori dell'Italia concreta. Ognuno diverso dagli altri, ma tutti accomunati dallo storico confronto con un'unità a suo tempo quasi completamente inattesa. Come ne è cambiata l.identità in questi 150 anni? Questa è la scommessa che regge questo libro."" -
Uno gnostico sconosciuto del XX secolo. Formazione e opere dell'imam Khomeyni
In occasione della morte dell'Imam Khomeynî, avvenuta il 3 giugno 1989, Papa Giovanni Paolo II ebbe a dire le seguenti parole: «Davanti alla morte dell'Ayatollah Khomeynî, un leader politico e religioso del suo popolo, è necessario porsi in atteggiamento di grande rispetto e di profonda riflessione, su ciò che egli è stato e su ciò che egli ha fatto per il suo paese e per una parte considerevole del mondo». Parole da ricordare, qui in Occidente come ad Oriente. Questo testo mette in luce, per la prima volta in lingua italiana, le sorgenti metafisiche e spirituali dalle quali sgorgano il pensiero e l'azione dell'Imam Khomeynî. Esso ci informa in maniera dettagliata sulla formazione tradizionale e intellettuale dell'Imam alla scuola di studi religiosi di Qom (Iran) e sui contenuti essenziali delle sue opere, collocandole nel loro ambiente culturale, permeato di filosofia e gnosi ('irfân), ancora ben vivo nell'Iran di oggi. Dalla sua lettura si comprenderà che l'intenzione principale dell'Imam era orientare al fine spirituale dell'esistenza che è la conoscenza di Dio e alle qualità che predispongono alla sua ricerca, senso autentico della vita dell'uomo in questo mondo. -
Mission. I gesuiti tra gli indiani del West
"Vai all'Ovest"""", fu il grido di speranza che si diffuse nella seconda metà dell'800 negli Stati Uniti d'America a indicare lo spostamento di un grande flusso di popolazione affamato di terra e di futuro, avventurieri, onesti lavoratori, disperati, speculatori, insomma un popolo che avrebbe portato la frontiera reale del giovane stato americano dalla costa atlantica fino al Pacifico. Come tutte le epopee la corsa all'Ovest fu un processo complesso, fatto di grandi slanci, eroismi e laboriosità ma anche di violenza, ingiustizia e sopraffazione, come purtroppo l'incontro/scontro con le popolazioni indigene - gli """"indiani"""" - ci hanno dimostrato. Ma ad andare nel West non furono solo i cercatori d'oro o i coloni ma anche missionari cristiani preoccupati della evangelizzazione di quelle terre. In particolare è assai sugge- stiva la vicenda dell.azione missionaria dei gesuiti che iniziò attorno al 1840 nel Nord Ovest degli Stati Uniti. I missionari di Sant'Ignazio tentarono un esperimento che attraverso una convivenza con gli indiani si tradusse per i nativi in un incontro pacifico con il cattolicesimo e con la cultura dell'uomo bianco. Nella sostanza i gesuiti, con la loro paziente condivisione della vita delle tribù, ottennero l'adesione di tanti nativi al cattolicesimo e li introdussero alla modernità e alla civiltà dell'uomo bianco senza violenza e senza brutalità. Una pagina di storia affascinante e poco conosciuta." -
Questione di radici. La modernità e il suo attraversamento nell'Europa del XXI secolo
Il crinale dell'anno 2000, il veloce passaggio attraverso le illusioni di pacificazione planetaria nate dal crollo della superpotenza sovietica e dal solitario dominio del modello capitalista a partire dagli anni '90 del secolo scorso, l'evento reso rapidamente simbolico dell'11 settembre 2001, hanno segnato simultaneamente la fine delle ultime utopie ideologiche neoliberiste, il collasso degli imperialismi dell'ultima superpotenza e l'inizio della crisi terminale di quella stagione sociale, culturale e spirituale che dalla fine del XVIII secolo ha egemonizzato dapprima l'Europa e poi - per gradi - il mondo, che si definisce ""modernità"""". Questo libro affronta le modalità di questa crisi, le prospettive e i rischi che da essa si aprono ai popoli europei, il ruolo che si apre in un nuovo scenario ancora ambiguo per le identità spirituali e culturali, per le Istituzioni europee e per i piccoli popoli."" -
L' insurrezione genovese del 1849. Il generale La Marmora bombarda e saccheggia la città
Nella primavera del 1849 il popolo di Genova si ribella ai Savoia prima in nome di una generica aspirazione alla libertà e all'autonomia, e poi per risollevare l'antico vessillo della gloriosa Repubblica che si vuole ripristinare 35 anni dopo che il Congresso di Vienna aveva ceduto la Liguria ai Savoia contro la volontà del suo popolo. La feroce repressione e il saccheggio cui il La Marmora sottopone la città la prima settimana di aprile è la prova generale di tutte le successive ""normalizzazioni"""" che il Regno unitario porterà a termine contro suoi cittadini ribelli, contro i """"fratelli d'Italia"""". Nell'episodio genovese ci sono già tutti gli elementi che avranno sviluppo in futuro: la violenza della truppa, generali che si mostrano coraggiosi contro il popolo disarmato e vili davanti a eserciti veri, l'arroganza dei Savoia nel trattare i sudditi. C'è addirittura l'intervento della marina britannica come esperimento delle protezioni prestate negli anni a venire. Dalla vicenda di Genova, passando per la repressione della resistenza meridionale e delle rivolte padane, si arriva in un tripudio tricolore fino a Bava Beccaris. Per molto meno la storia """"ufficiale"""" ha bollato Ferdinando II come """"re bomba"""": chi ha fatto molto peggio è invece ricordato sui libri di scuola come il """"re galantuomo"""", e il suo degno figliuolo addirittura come il """"re buono""""."" -
Qui ed ora. Per una filosofia dell'eterno presente
C'è un modo per applicare i criteri di una filosofia del ""qui e ora"""", senza cedere alle ragioni del pragmatismo e del contingentismo? C'è un modo per adottare l'esperienza storica e filosofica a sostegno della nostra azione attuale? Sembra che il vecchio motto """"historia magistra vitae"""" non abbia più ospitalità nel nostro Mondo culturale e si affronta ogni emergenza mondana con la convinzione che nulla di buono ci provenga dai suggerimenti del passato. Certo è, invece, che le più imprevedibili circostanze continuano a sconvolgere ogni nostra programmazione e stravolgono ogni rigore formale dei nostri progetti, nel reiterarsi sempre più accelerato dei crolli istituzionali e dei naufragi umani. Questo libro nutre un desiderio ambizioso: vincere lo spontaneismo dell'abitudine, introducendo, nel profondo, alla scoperta di un essere umano """"possibile"""". Si tratta di una sfida, lanciata all'intelligenza virtuosa dell'individuo, al quale si chiede di riappropriarsi della storia, di tutta la sua storia e dei suoi infiniti miti, estraendone il contenuto meta-storico e meta-politico, di cui giovarsi a tutt'oggi. Si tratta di un invito alla resistenza, sul fronte che vede perdersi le qualità eccellenti dell'umanità: quelle, che non fanno tanto conto sui """"buoni cittadini"""", quanto sugli """"uomini buoni"""", capaci di alzare le sorti della propria città, senza adeguarsi passivamente al livello utilitaristico delle sue leggi peggiori."" -
Mircea Eliade e la tradizione. Tempo, mito, cicli cosmici
Mircea Eliade (1907-1986) è il massimo storico delle religioni del XX secolo. Romeno, raro esempio di capacità di padroneggiare culture e linguaggi mitologici differenti, dalla Grecia antica all'Australia aborigena, ci ha lasciato un vero e proprio ""sistema ermeneutico"""" che consente di comprendere in profondità l'esperienza religiosa dell'umanità, fino ai nostri anni di apparente secolarizzazione. Ma Eliade è anche stato uno studioso della tradizione. Questo saggio illumina la rete completa dei suoi rapporti con i grandi autori tradizionalisti del XX secolo: il francese convertito all'islam René Guénon (1886-1951), l'indù Anandak. Coomaraswamy (1877-1947) e l'italiano Julius Evola (1898-1974), e la fecondità di un dibattito culturale durato decenni che ha formato la visione del mondo non solo dello stesso Eliade, ma di una buona parte della contemporanea riscoperta del sacro."" -
Il sole delle Alpi. Mito, storia e realtà di un simbolo antico
Il ""Sole delle Alpi"""" compare con una certa costanza nelle cronache giornalistiche, spesso collegato all.utilizzo non sempre coerente che ne ha fatto un movimento politico e che lo ha sottoposto a ogni genere di interpretazioni, illazioni, informazioni faziose o malevole che ne hanno fortemente distorto i veri significati, che sono molto più antichi e profondi di quanto non lascino sospettare certi trattamenti piuttosto superficiali e """"interessati"""". Si tratta infatti di un simbolo solare che affonda le sue radici nella storia e nella cultura delle civiltà più antiche: lo si ritrova in numerose parti di mondo in epoche assai remote e con una continuità straordinaria. Questo libro vuole portare finalmente un po' di chiarezza su un argomento che presenta aspetti di interesse che trapassano la cronaca un po' capziosa e superficiale ma che sono collegati a robuste implicazioni simboliche e alla costante presenza del segno nell'iconografia identitaria prima ancora che politica. Se ne indagano i significati e le origini, si affrontano gli utilizzi cui è stato sottoposto in varie epoche e culture cercando di estrarne i significati più profondi che sono comuni a tutta la sua storia. Si esamina la sua presenza in Occidente nell'iconografia religiosa sia pagana che cristiana, fino ai suoi più recenti utilizzi """"postmoderni"""" che lo hanno fatto tornare di attualità."" -
Tagore. Sommo poeta dell'India moderna
Nel corso del 2011, grazie alla collaborazione tra il Ministero della Cultura Indiano e SOMA/VAIS, con i buoni uffici del Consolato Generale dell'India di Milano, è stato pensato e realizzato un volume per celebrare il 150° anniversario della nascita di Rabindranath Tagore (1861-1941), il più grande poeta indiano moderno, ben noto in tutto il mondo non solamente per le sue struggenti liriche, ma anche per essere stato insignito del premio Nobel per la Letteratura nel 1913. Bengalese di nascita , cosmopolita nella formazione, Tagore raggiunse il punto più alto di quell'ispirazione poetica profondamente radicata nelle millenarie tradizioni dell'India, filtrate e reinterpretate alla luce d'una profonda conoscenza delle correnti letterarie predominanti in tutto il mondo, ch'egli poté approfondire di persona durante le sue peregrinazioni in Europa, nel Nuovo Mondo e in Giappone. Questo volume , opera collettiva di un gruppo di indianisti, intende celebrare il Poeta illustrando l'influenza delle suggestioni che la sua terra natia, il Bengala, impressero nella sua anima, la formazione che il suo circolo famigliare gli offerse, l'evoluzione della sensibilità tagoriana affinata dagli intensi contatti con gli uomini della cultura e della politica indiana dei suoi tempi, tra cui primo di tutti, il Mahatma Gandhi sullo sfondo dell'aspirazione indiana all'indipendenza. Il tutto si chiude con un florilegio di liriche tradotte. -
Templari e templarismo. Storia, mito, menzogne
Questo saggio vuole ricondurre alla concretezza della storia il mito dei Templari, della loro genesi e del ruolo fondamentale e carismatico che ebbe nei confronti dell'Ordine del Tempio il santo, uomo di cultura e uomo politico che fu Bernardo di Chiaravalle. Per comprendere tutto questo in modo adeguato è necessario vedere e capire come è nata e in cosa all'inizio consistesse quella che noi, spesso genericamente, chiamiamo ""cavalleria"""". Inoltre l'autore illustra il fenomeno del cosiddetto """"templarismo"""", nato nel XVIII secolo che si è trascinato fino al giorno d'oggi sfociando nel Il Codice Da Vinci di Dan Brown."" -
I lombardi contro l'Italia di Napoleone. La battaglia perduta per uno Stato indipendente in Padania
Questo libro costituisce una novità nel panorama degli studi storici essenzialmente per tre ragioni. La rivoluzione milanese scoppiata il 20 aprile 1814 a poche settimane dalla disfatta di Bonaparte segnò l'ascesa di una classe politica lombarda la cui lotta contro il dispotismo napoleonico, lungi dall'ispirarsi all'ideale ""risorgimentale"""" di uno Stato italiano comprendente l'intera penisola, tese in via primaria alla formazione di uno Stato cisalpino limitato a una parte della valle padana. In secondo luogo, lo studio dei principali provvedimenti approvati dai lombardi nel breve periodo in cui furono al governo. Le misure riguardanti l'espulsione dei """"forestieri"""" dalla pubblica amministrazione rivestono un notevole interesse perché, segnando una netta discontinuità rispetto al regime napoleonico che aveva aperto la carriera impiegatizia a tanti giovani italiani ed europei, lasciano trasparire una politica ben determinata a fondare uno Stato lombardo in cui la gestione della cosa pubblica fosse riservata ai lombardi. In terzo luogo la novità di questo studio investe l'analisi rigorosamente politologica del linciaggio di cui fu vittima il ministro delle finanze Giuseppe Prina: la giustizia di piazza fu la reazione violenta dei cittadini nei confronti di uno Stato, come quello napoleonico, il cui livello d'imposizione fiscale era salito vertiginosamente gravando sulle classi produttive.""