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Città mosaico. Il progetto contemporaneo oltre la settorialità
Questo volume è una raccolta di riflessioni sulla città e sul territorio contemporaneo, organizzate attorno a realtà specifiche, programmi di ricerca, studi e progetti che in molti casi riguardano Napoli e la Campania. Riflessioni intorno a un tema sempre presente sullo sfondo: il ruolo che il progetto, in urbanistica, può svolgere in una realtà come quella contemporanea, che richiede continuamente di interpretare e descrivere, analizzare, scomporre e valutare fenomeni, spesso opachi e contraddittori, nel tentativo da un lato di comporre quadri di riferimento, dall'altro di individuare i materiali di un progetto possibile. Un'idea di progetto che va al di là dei recinti disciplinari, poiché è riferita a una capacità istituzionale, tecnica e sociale di prefigurare la forma più adeguata e condivisa di trasformazione, per creare innovazione e sviluppo, per alimentare azioni cooperative, in definitiva per produrre un innovativo spazio abitabile. L'agire settoriale, è di per sé ""parziale"""", e, in tal senso, incapace di integrare le forme del territorio, alle diverse scale, causandone frammentazione e degrado. Il progetto deve contemperare forma fisica e spazio sociale, produrre trasformazioni armoniche, salvaguardare le specificità materiali e immateriali del territorio: ciò è possibile solo attraverso una nuova capacità interpretativa in grado di guidare l'integrazione delle settorialità."" -
Lezioni dall'architettura. Appunti, scritti e saggi intorno all'architettura della piccola scala
La raccolta di scritti di questo volume contribuisce ad un doppio chiarimento all'interno delle discipline della progettazione architettonica: in prima istanza che non esiste una dimensione progettuale qualificata la quale non sia fondata su una chiara percezione teorica del rapporto natura-artificio; ed in secondo luogo che tale dialettico rapporto, che trova nei differenti tempi e luoghi diverse declinazioni, sia finalizzato a rendere chiaro e consapevole il rapporto sia con la natura che con la sua modificazione ad opera dell'uomo l'architettura - per quella che resta il fine di ogni azione progettuale: la persona. -
Paesaggio come rappresentazione
La parola ""harmozein"""" in greco offre diversi significati: convenzione, trattato, struttura, adattare insieme, anche come concreto adattamento tra le parti nelle costruzioni in legno. In questo libro, maturato in seno ad un Dottorato di ricerca in Composizione architettonica, c'è tutta l'ambizione e l'ingenuità di svolgere gli argomenti che riguardano la costruzione del paesaggio, facendo riferimento al complesso di questi significati. Se si riferisce la loro natura al significato corrente e comune di connettere, collegare, disporre secondo le leggi dell'armonia, tali termini rimandano ad uno stesso punto di vista: paesaggio come il paesaggio, che possiamo costruire e per esteso, il mondo come il mondo, che possiamo immaginare e a cui possiamo dare forma."" -
L' Arcadia è una terra straniera. Gli architetti tedeschi e il mito dell'Italia nell'Ottocento
I viaggi in Italia nel corso dell'Ottocento hanno caratteristiche particolari, poiché il fine culturale è sempre accompagnato da un aspetto formativo o dalla ricerca di modelli per progetti da realizzare nei paesi d'origine. Gli architetti tedeschi in particolare mantengono con l'Italia un legame strettissimo, proprio perché l'architettura ottocentesca in Germania trova nella tradizione italiana una costante fonte d'ispirazione. Grazie a materiale d'archivio in gran parte inedito, il volume mostra i casi più significativi, partendo dal noto episodio di Schinkel, per arrivare a quelli meno conosciuti di Leo von Klenze, figura principale della Monaco di Ludwig I, e di Friedrich August Stüler e Ludwig Persius, allievi di Schinkel e protagonisti della scena berlinese sotto il regno di Federico Guglielmo IV. Le tante immagini d'archivio riprodotte - disegni, acquerelli, dipinti - restituiscono l'immagine di un paese in rapida trasformazione, ma amato soprattutto per le vestigia del suo passato, per il paesaggio e la popolazione, tutti elementi che agli occhi degli stranieri contribuiscono a definire l'idea della perfetta Arcadia. -
Caracas 1954. Oscar Niemeyer, Museo de Arte Moderno
Questo libro è un viaggio nella storia di un progetto disperso, un omaggio a quel sogno moderno per Caracas che Oscar Niemeyer con il suo Museo de Arte Moderno ha presentato al mondo nel 1954. Il progetto è poco conosciuto nell'ambito della vasta produzione di Niemeyer. L'importante mole delle opere costruite ha probabilmente contribuito a mantenere sottoesposti alcuni lavori mai realizzati del maestro, che tuttavia afferma: ""I lavori in corso a Brasilia insieme con il mio progetto per il Museo di Caracas segnano un nuovo stadio nella mia attività professionale. Questo stadio è caratterizzato da uno sguardo costante alla concisione e alla purezza, ma anche dalla maggiore attenzione ai problemi fondamentali dell'architettura"""". Queste parole segnano quello che sarà unanimemente riconosciuto come il più importante contributo brasiliano alla ricerca nel Moderno. Lo studio ricostruisce la straordinaria spazialità dell'opera: si profila il senso di un'opera affascinante che si fa apprezzare per la sua perfezione ideale, limpida, di veste classica. L'apparato documentale storico è formato dalle pubblicazioni degli anni Cinquanta: la rivista """"Modulo"""", fondata dallo stesso Niemeyer e la rivista """"Domus"""", diretta da Gio Ponti."" -
Quarantacinque domande a Alessandro Mendini
Alessandro Mendini (Milano 1931), ha diretto le riviste ""Casabella"""", """"Modo"""" e """"Domus"""". Sul suo lavoro e su quello compiuto con lo studio Alchimia sono uscite monografie in varie lingue. Realizza oggetti, mobili, ambienti, pitture, installazioni, architetture. Nel 1979 e nel 1981 gli è stato attribuito il Compasso d'oro per il design, è """"Chevalier des Arts et des Lettres"""" in Francia, ha ricevuto l'onorificenza dell'Architectural League di New York e la Laurea Honoris Causa al Politecnico di Milano. Nel 1989 ha aperto assieme al fratello, architetto Francesco, l'Atelier Mendini a Milano, progettando le Fabbriche Alessi a Omegna, la nuova piscina olimpionica a Trieste, alcune stazioni di metropolitana e il restauro della Villa Comunale a Napoli, il Byblos Art Hotel-Villa Amistà a Verona, i nuovi uffici di di Trend Group a Vicenza in Italia; una torre ad Hiroshima in Giappone; il Museo di Groningen in Olanda; un quartiere a Lugano in Svizzera; il palazzo per gli uffici Madsack ad Hannover, un palazzo Commerciale a Lörrach in Germania e altri edifici in Europa e in U.S.A."" -
Percorsi dell'innovazione. Industria, edilizia, tecnologie, progetto
Una più evoluta dimensione dell'innovazione sta affiancando la convenzionale condizione di lentezza e di arretratezza tecnologica del settore edilizio. Le attuali esigenze degli individui e della società, i nuovi attributi del progetto architettonico, le recenti trasformazioni del mercato e gli attuali indirizzi normativi richiedono più innovazione tecnologica come risposta adeguata alle rinnovate dinamiche di settore. Una parte importante del dibattito sulle nuove qualità del progetto si interfaccia con il ruolo e il senso dell'innovazione tecnologica. Il progetto richiede di essere sostenuto attraverso competenze innovative, che devono misurasi con le sfide dell'ambiente e della riduzione degli impatti, della valorizzazione dell'esistente, delle condizioni di sicurezza e di benessere. -
Astrazione e memoria. Figure e forme del comporre
La forma di una città trasmette attraverso l'esperienza visiva indizi di un atto creativo, frammenti di realtà che riflettono società e culture fondate sull'idea di identità, di riconoscibilità e di appartenenza: e come tale la città si configura come una forma di linguaggio. Alla città antica fondata su una dimensione urbana finita, si è sostituita la città contemporanea, apparentemente indistinta, senza qualità, che incarna realtà contraddittorie che hanno generato e generano luoghi inespressivi e privi di contenuti urbani. Questa è la città che predilige il non finito, l'incompiutezza. Oggi nell'immaginario urbano contemporaneo è la stessa idea di città ad avere un futuro incerto. Credere nelle potenzialità espressive della città, sottolineandone il ruolo che l'architettura può ancora svolgere nella costruzione della sua immagine, significa per la città contemporanea rivendicare la forza di un'idea che esprima dignità e coerenza civile e interpreti l'architettura come espressione collettiva di una cultura urbana che continuamente si rinnova e in essa si rispecchia. -
Manfredo Tafuri. Oltre la storia
A quindici anni dalla sua scomparsa, l'opera di Manfredo Tafuri, grande storico dell'architettura, viene analizzata attraverso gli scritti di Marco Biraghi, Massimo Cacciari, Francesco Dal Co, Benedetto Gravagnuolo, Manuela Morresi, Giulio Pane, Sandro Raffone e Fabrizio Spirito. Arricchiscono il volume un'aggiornata bibliografia dei testi ""di"""" e """"su"""" Manfredo Tafuri, curata da Federico Rosa e due straordinari inediti: una lettera di Manfredo Tafuri a Roberto Pane, e una autobiografia, scritta pochi mesi prima della sua morte, che assume il valore e la forza di un lascito testamentario."" -
Il progetto urbano nella città contemporanea. L'esperienza di Salerno nel panorama europeo
Il gioco di parole nella lingua francese del termine ""disegno"""" tra """"dessin"""" e """"dessein"""", il primo inteso nel senso di """"rappresentazione"""", """"figurazione"""", il secondo in quello di """"proposito"""" o """"programma"""", consente di comprendere il doppio significato dell'espressione """"progetto urbano"""". Esso può infatti designare una visione strategica della città nel suo complesso e, nello stesso tempo, l'azione concreta di trasformazione di parti urbane delimitate. La continua oscillazione del """"projet urbain"""" da un significato all'altro sottolinea la relazione indissolubile tra questi due aspetti del discorso urbanistico. Lo studio comparato di numerose esperienze urbane, in particolare quelle di Helsinki, Zurigo, Bilbao, Sesto San Giovanni e Reggio Emilia, dimostra che il """"progetto urbano"""" nel suo doppio significato non è solo un'utilissima chiave di lettura ma si profila come modello generale di rappresentazione e costruzione della città contemporanea. In quest'ottica è analizzato il processo di trasformazione della città di Salerno, avviato oltre 15 anni fa dal sindaco Vincenzo De Luca e dall'urbanista catalano Oriol Bohigas sulla base di un programma politico strategico (dessein) attuato attraverso progetti urbani (dessins) precisamente delimitati, e subito avviati a realizzazione. Questa concezione del progetto urbano """"tra visione globale e trasformazione locale"""" è tradotta nei termini giuridici appropriati di un nuovo """"piano urbanistico generale"""". Nota introduttiva di Oriol Boghias."" -
Trentacinque domande a Carlos Ferrater
Carlos Ferrater (Barcellona 1944), uno dei più significativi architetti spagnoli, è professore di Progettazione Architettonica presso l'Università Politecnica della Catalogna e titolare della Cattedra di Barcellona. Ha ottenuto la laurea honoris causa presso l'Università di Trieste. Ha realizzato gli edifici del Villaggio Olimpico di Barcellona, l'Hotel Juan Carlos I, il Palau de Congressos de Catalunya, l'Auditorium di Castellon, l'Istituto Botanico e Parco, il Real Club de Golf El Prat, edifici in Paseo de Gracia, Intermodal Rail Station a Saragozza, l'edificio MediaPro, Venezia e Aquileia Tower in Science Park di Granada. Attualmente sta lavorando alle Cantine in Toro, un edificio di appartamenti e di un ospedale a Bilbao, il lungomare di Benidorm, La ""Città della Musica"""" a Sabadell, Barcellona, gli edifici intermodali e multimodali dell'aeroporto di Barcellona, l'aeroporto di Murcia, il World Trade Center Tower a Cornella, Barcellona e un complesso di edifici per uffici a Parigi. Vive e lavora a Barcellona."" -
Bau-Kunst-Bau. Ediz. italiana e inglese
I testi e le immagini qui contenuti costituiscono gli atti del seminario Bau-Kunst-Bau organizzato dal Dipartimento di Progettazione dell'Architettura del Politecnico di Milano con il patrocinio della rivista Domus. -
Parco metropolitano delle colline di Napoli. Guida agli aspetti naturalistici, storici e artistici
Questa Guida viene a colmare un vuoto nella conoscenza del territorio della città di Napoli, interessandone la fascia settentrionale, compresa nel Parco Metropolitano delle Colline di Napoli. Le Guide e gli studiosi si arrestano all'altezza di Capodimonte o delle prime propaggini del Vomero e, quando le superano, se ne allontanano di poco, verso monumenti ben noti come l'Eremo dei Camaldoli. Invece il territorio in esame si presenta sorprendentemente ricco di preesistenze architettoniche e di valori paesaggistici, talvolta isolati in contesti completamente urbanizzati che ne mascherano l'esistenza. Gli autori sono riusciti a darci una lettura nuova e più completa di questa parte della città che va dalla collina di Capodichino ai Campi Flegrei, utilizzando molte fonti cartografiche sette-ottocentesche che hanno consentito il recupero degli antichi percorsi e talvolta l'individuazione di edifici scomparsi o ancora esistenti. In tal modo si è potuto ricostituire il fitto reticolo di strade e sentieri che percorreva l'area collinare della città, costituendo un sistema di comunicazioni efficiente e spesso molto antico. -
Architectour. Kuma, Ando, 3Gatti, MAD, Finenco, Yeang, Lyons, COX, PTW, Browne, Legorreta. Ediz. italiana e inglese
Giordana Querceto è un architetto napoletano, che vive e lavora ad Amburgo, e che ha effettuato questo straordinario ArchitecTour frutto di un lungo viaggio Around the World. L'autrice ritiene giustamente che la professione dell'architetto, che per ovvi motivi si sviluppa intorno a una matrice di stampo creativo, debba necessariamente attingere a un ampio cosmopolitismo per avere un ventaglio di stimoli entro cui articolare, poi, gran parte delle idee progettuali. A parte la logica selezione di luoghi di interesse archeologico e architettonico, il piano di lavoro è consistito in una serie di interviste da rivolgere ad architetti di fama internazionale, i cui progetti fossero parte integrante della crescente cultura ecosostenibile, e la forza dei loro lavori si evidenziasse nella relazione, senza mediazioni, fra realtà virtuale e spazio urbano. I territori oggetto di studio sono stati l'Asia, l'Australia e l'America Latina, paesi che negli ultimi decenni hanno sviluppato un processo graduale in ambito sociale quanto in ambito urbano. Ne è scaturita una sorprendente documentazione delle trasformazioni architettoniche, reali o virtuali, che stanno compiendo questi territori e che vengono ampiamente documentati sia dalle interviste che dalle splendide immagini catturate dall'autrice. -
Pompei 1911. Le Corbusier e l'origine della casa. Ediz. illustrata
Per cinque mattine, dal 9 ottobre del 1911, il giovane architetto Le Corbusier varcò la soglia del piccolo albergo per recarsi verso la porta n. 4 d'ingresso agli scavi di Pompei e altrettante sere vi ritornò ricco di disegni e fotografie che soddisferanno il suo bagaglio di conoscenze. Una città che non era ancora tale, un sito archeologico già noto, un luogo dove la chiesa stava affermando un culto intenso e popolare, un viaggio speciale, un maestro dell'architettura, una collezione di disegni, una casa come inconscio, una collezione di residenze moderne messe insieme in un libro che è racconto per immagini, suggestioni, frammenti per una poetica dell'abitare d'oggi. -
Pittura tra Malta e Napoli nel segno del barocco. Da Raimondo il «Maltese» a Bernardo De Dominici
L'opera raccoglie una messe di informazioni sul linguaggio pittorico barocco tra Malta e Napoli in un arco cronologico di circa cento anni (1650-1750), caratterizzato da uno scenario denso e complesso, di non facile definizione per diversità di accenti, incroci e sovrapposizioni di correnti artistiche. Un punto chiave della disamina riguarda l'ambiente storico-culturale dell'""isola dei Cavalieri"""", dove notevole influenza rivestono sia le grandi commissioni ecclesiastiche e laiche, sia le ricche collezioni dell'Ordine Gerosolimitano che abbondano di inestimabili quadri d'autore. Vengono approfondite le dimensioni conoscitive e le modalità di espansione di alcuni modelli figurativi sacri di celebri maestri italiani e stranieri dell'epoca che, per una certa peculiarità stilistica, sono messi in rapporto ai principali filoni pittorici di La Valletta e a quelli """"importati"""" da diverse aree del Meridione d'Italia."" -
Divieti. Riflessioni su cosa non fare in architettura
Questo decalogo capovolto ha visto la luce per la prima volta nel 1983. Già allora consideravo più saggio riflettere su cosa non fare, piuttosto che dare consigli spudorati a studenti ed amici su cosa fosse l'architettura. Vorrei tuttavia che fosse chiara la mia intenzione puramente didattica, senza voler fornire consigli di metodo a chicchessia. -
Le architetture ad Aula: il paradigma Mies van der Rohe. Ideazione, costruzione, procedure compositive
Con l'obiettivo di definire il ruolo e il senso complessivo degli edifici ad Aula - rispetto al chiarimento e avanzamento dei vari temi (ideazione), dei tipi costruttivi assunti e delle procedure compositive adottate - questo studio muove da un assunto teorico di fondo: la possibile identificazione del tema dell'edificio pubblico con il tipo architettonico dell'Aula. L'ipotesi di una concreta identificazione tra gli edifici pubblici con il tipo dell'Aula è esemplarmente rinvenibile nelle architetture civili di Mies van der Rohe, ove la presenza di un unico spazio indiviso a carattere rappresentativo domina la composizione. Nella Convention Hall, nella Crown Hall, nel Teatro di Mannheim, sino al Museo di Berlino - analizzati con ridisegni critici/interpretativi Mies, adoperando una procedura compositiva di tipo tettonico - sintattico, produce una profonda erosione/riformulazione del tema dell'edificio pubblico. Le aule di Mies vogliono selezionare una parte speciale della ""stanza smisurata"""" della natura riproducendo nel finito l'idea di """"spazio universale"""" completamente aperto e attraversato dalla natura o dai contesti urbani in cui questi edifici si collocano, attingendo al contempo alle non transitorie regole e principi del classico inteso non come replica acritica di forme desunte dalla storia, ma come """"aspirazione"""" alla generalità e all'intelligibilità della costruzione architettonica adeguata al nostro tempo."" -
Un ruolo per l'architettura. Guido Canella
Guido Canella ha sempre creduto nell'utilità di una teoria e di una critica dell'architettura, indagandone gli aspetti fin dall'inizio della sua ricerca. Questo libro, senza l'imbarazzo nel ripubblicare testi di circa quarant.anni fa, anzi, quasi mettendone alla prova la loro attuale efficacia, riprende due scritti oramai introvabili: ""Un ruolo per l'architettura"""" e """"Mausolei contro computers"""". I due saggi immettono nella formazione e nella ricerca conoscitiva di un architetto questioni di teoria che investono direttamente la cultura della stessa composizione architettonica, da condurre in parallelo rispetto alla ricerca applicata al progetto. Un ruolo per l'architettura, individua una serie precisa di casi storici in cui si possono associare ipotesi di """"teoria"""" e """"trattatistica"""" con """"città"""" e """"architettura"""", primi tra tutti il caso della cosiddetta """"architettura rivoluzionaria"""" nelle due epoche dell.Illuminismo francese e del Costruttivismo russo. Mausolei contro computers - definito da Gianugo Polesello come uno tra i più begli scritti di Canella - entra direttamente nelle questioni del """"linguaggio"""" dell'architettura, attraverso una serie di architetti e opere (l'ultimo Le Corbusier, certa architettura nordamericana, Stirling) che poi resteranno emblematici di alcuni principi razionali ed espressivi."" -
Barcellona 2011. Storie urbane
Di fianco ai grandi eventi, tra le architetture à la ""mode"""" dello star system internazionale, realtà fragili e complesse stanno scomparendo. In questo libro Chiara Ingrosso propone un percorso alla ricerca dei motivi profondi delle trasformazioni in atto nella capitale catalana, nel tentativo di focalizzare le contraddizioni insite in un modello di sviluppo che non riguarda solo Barcellona, ma che ha al contrario una portata globale. Vengono analizzati quattro quartieri di Barcellona e alla descrizione dei piani e dei progetti, nonché della morfologia dei luoghi, si intervallano interviste agli abitanti dei quartieri o alle persone che vi lavorano e ai tecnici che hanno contribuito alla loro trasformazione. Si tratta di voci che testimoniano modi di vivere, forme di partecipazione o di percezione dei cambiamenti urbani; di voci che esprimono punti di vista e micro-storie che troppo spesso sfuggono alle narrazioni ufficiali e generaliste della storia dell'architettura e della città, ma che sono invece una componente essenziale per comprendere i processi più ampi nei quali si trovano di fatto immerse.""