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In comode rate. Poesie d'amore
"In comode rate"""", l'opera prima di Beatrice Zerbini, è un libro d'amore e di amori, di incontri e separazioni, di folgorazioni e improvvise mancanze. Una raccolta che prende a prestito, attraverso un registro espressivo colloquiale e idiomatico, le redivive e gozzaniane """"buone cose di pessimo gusto""""; con uno sguardo umano, e dunque mai totalmente quieto, su una quotidianità che regala, non di rado, incomode circostanze, rate emotive da pagare a cadenza regolare, questo volume consegna una poesia in grado di fare innamorare. Come descrive Alba Donati nella prefazione: """"abbiamo passato un secolo a interrogarci sulla poesia d'amore, se fosse ancora possibile, cioè possibile dare nuovi toni al suo linguaggio logoro. Ed ecco che spunta Beatrice Zerbini con una voce unica, nuova, ironica e profonda, che fa dell'amore ancora il campo conoscitivo di base""""." -
Sistemi
"Sistemi"""" di Dimitri Milleri è un libro ad alta intensità cognitiva, propedeutico: nasce da interrogazioni che stanno sulla soglia del fare poesia, ma la precedono e non collimano del tutto con essa. L'io ridotto al mimino è funzione di un'idea di realismo che rende conto dei soggetti coinvolti e della relazione di interscambio costante con l'ambiente circostante, disintegrando le barriere fra azione e percezione, lirismo e narrazione, esterno e interno. In definitiva è un volume, come sottolinea nella prefazione Maria Borio, che """"ci dice come un ventenne nel 2020 si ponga, attraverso la poesia, problemi come questi: in che modo la letteratura è - o deve essere... - anche intelligenza, conoscenza della vita? In che modo possiamo considerare oggi un libro di poesia?»" -
Quarta stella
«""Era questo stare prossimi a sé / radicarsi in alleanza al proprio mistero / entrare nella sua costellazione"""". Una calma potenza irradia dalla poesia di Gisella Genna, che con questo libro ci offre la sua prima prova autoriale. E non potrebbe essere diversamente, come ci è suggerito fin dal titolo, che rimanda a quegli elementi della sapienzialità tantrico-buddista che sono i chakra: nel segno, """"all'ombra della quarta stella"""", snodo centrale di quel corpo sottile implicito alla nostra sostanza fisica capace di metterci in comunione col mondo: il simbolo del cuore, lo scrigno dei sentimenti e il luogo dell'unione, della conciliazione degli opposti, di quell'io più profondo capace di trascendersi. E infatti, per quanto sia indubitabile l'intonazione lirica della scrittura, essa rimane tendenzialmente implicita, o cifrata in una terza persona o in un più corale """"noi"""" in cui il soggetto si stempera. Tutti i testi di questa raccolta sono percorsi da un movimento centrifugo, da un afflato che nasce da un'interiorità posta in risonanza con l'esterno (...)» (dalla prefazione di Giovanna Rosadini)"" -
Fin qui visse un uomo
L'opera prima di Gerardo Masuccio consegna al lettore un canto malinconico e consapevole del mistero dell'essere, in costante equilibrio tra la precarietà della vita, il silenzio della verità e l'estraneità al mondo. Con uno stile vigile, misurato e riconoscibile, ""Fin qui visse un uomo"""" è la prova documentale della vita che accade nel segno della caducità dei rapporti e dell'amore, in cui il poeta diventa testimone della propria marginalità e voce di un riscatto che dà sostanza al proprio vivere."" -
Poeti italiani nati negli anni '80 e '90. Vol. 2
Il secondo volume dedicato alle generazioni nate tra gli anni Ottanta e Novanta del '900, continua il percorso di indagine nella poesia italiana contemporanea. Dodici poeti, dei quali si pubblicano i principali lavori inediti e editi, introdotti da altrettanti prefatori, per un viaggio dentro la poesia di oggi e di domani. Poeti antologizzati: Maddalena Bergamin, Ophelia Borghesan, Marco Corsi, Tommaso Di Dio, Gianluca Furnari, Marco Malvestio, Franca Mancinelli, Lorenzo Marinucci, Giusi Montali, Francesco Ottonello, Mariachiara Rafaiani, Francesco Terzago. Prefazioni di: Maria Borio, Lorenzo Cardilli, Alberto Comparini, Damiana De Gennaro, Andrea Donaera, Giovanna Frene, Jacopo Mecca, Damiano Sinfonico, Rudy Toffanetti, Francesco Vasarri, Sara Vergari, Elisa Vignali. -
Osso sacro
Natasha Sardzoska, una delle principali voci macedoni e europee della poesia contemporanea, oggi tradotta in Italia con un libro dal sapore amaro e sensuale. Un crocevia di nervi e ossa attraversano il corpo di questa raccolta, che mette a fuoco e dona dignità al lato oscuro dell'umanità, con una grazia stilistica capace di abbracciare sapientemente la lirica. Dolore, abbandono, malattia sono gli elementi ricorrenti incaricati di mostrare come nelle ferite si celi il seme della speranza, di una nuova rinascita. -
Modi indefiniti
Il titolo programmatico di questa seconda raccolta di Federica Gallotta, mutuato dal linguaggio della grammatica, accompagna alla lettura di un libro composto da una moltitudine di visioni quotidiane, in cui la lirica è pregna di ironia, di sguardo lucido e mai del tutto quieto, aperto alle contraddizioni dell'esperienza. Sono i ""modi indefiniti"""", i modi verbali che non hanno, come scrive Gabriella Sica nella prefazione, «tempi né generi, e indicano più che una persona un movimento o un gesto, e lo stesso modo indefinito spersonalizza la persona, mette un po' da parte l'io, lo scansa, lo scardina»."" -
Le anime elementari
«Sotto l’ombrello di un titolo araldico, in cui si fondono la tavola di Mendeleev e un baluginio di presenze intermittenti, Simone Biundo ci consegna un’opera d’esordio che appare come un rosario, un procedere in cerchio, grano dopo grano, intorno a un tempo impalpabile che ha inghiottito ogni vita o attimo di vita». (Dalla prefazione di Damiano Sinfonico) -
Cento sonetti indie
"Cento sonetti indie"""" di Luca Alvino, con prefazione di Paolo Di Paolo, è un'opera prima di poesia che attraversa gli intrecci della vita quotidiana, dando voce ai sintomi che ne rivestono i giorni: l'ansia, l'insonnia, i mal di testa, il rapporto con i medici. Per costringersi a una disciplina rigida, Alvino ha scelto la forma del sonetto, la sua gabbia metrica, lo schema delle rime. Ma poi ha tentato di usare un linguaggio indipendente, per lo più quotidiano, con poche concessioni - tutte scoperte ed evidenti - alla tradizione letteraria." -
Isola aperta
Dalla prefazione di Tommaso Di Dio: «La poesia di Francesco Ottonello sta tutta qui: un tentativo di raggiungere il punto in cui la propria singolarità si faccia altro, possa essere materia di vita altrui. Eppure, per quanto ci si possa provare, niente e nessuno potrà mai accogliere integralmente ciò che una volta si è stati». -
Versi d'amore
Un percorso antologico nei versi d'amore tratti dalle Rime e dall'Orlando furioso. Del più grande autore del Rinascimento si trova qui il volto innamorato: elegiaco e giocoso, ironico e serio. Dalla varietà dei metri usati e dei contesti di composizione emerge una cangiante fenomenologia dell'amore che esplora gli aspetti più profondi del sentimento e della passione: dall'innamoramento alla gelosia, dalla fedeltà alla nostalgia per l'assenza dell'amata e dell'amato, dal servaggio alla letizia dell'appagamento dei sensi. Ad emergere è soprattutto la maestosa figura di Alessandra Benucci, in un fitto dialogo con alcune eroine del poema, come la guerriera Bradamante e la bella Olimpia. Grazie a questi sapidi versi, il lettore si troverà quasi affatturato da una malia amorosa, con la sensazione di nuotare in un mare di delizie e di illusioni. -
I colloqui e altre poesie
La collana «Interno Novecento» ripropone la raccolta che consacrò Guido Gozzano (1883-1916) come un classico: ""I Colloqui"""" (1911). Il libro si arricchisce di una scelta dei più riusciti e celebri testi dell'altra silloge da lui pubblicata nella sua breve vita (""""La via del rifugio"""", 1907), e di quelli rimasti dispersi in rivista o del tutto inediti. Ha scritto Montale che Gozzano «entrò nel pubblico come poi non avvenne più ad alcun poeta: familiarmente, con le mani in tasca». E con questo suo porgere studiatamente svagato, ora affettuoso ora ironico, ha ritratto un universo di piccole cose e di vite 'minori' (la signorina Felicita, il vecchio custode analfabeta, ma anche le farfalle e le «disperate cetonie capovolte») con un dettato semplice e musicale, forte di un estro inconfondibile. La cura di un poeta-filologo come Alessandro Fo dispone attorno a questa galleria di piccoli capolavori una rosa di apparati che adeguatamente introduce a una voce divenuta ineludibile nella nostra cultura poetica."" -
New Jersey
"E se non fosse ciò che siamo, ma la distanza da quel che poteva essere a definirci? Forse proprio l'estraneità e la lontananza - dal cuore delle cose, dal desiderio, dal senso - sono tra le cifre del nostro tempo. Basta poco, come fa il breve braccio di fiume tra lo Stato del New Jersey e le luci scintillanti di New York, a separarci dalla nostra Terra Promessa. In """"New Jersey"""", il suo terzo libro di poesie, Marco Bini riporta questa metafora alla provincia emiliana, il luogo in cui si inscena l'""""errore di progettazione"""" della natura umana: desiderante, ma incapace di raggiungere uno stato di grazia. Come scrive Cristiano Poletti nella prefazione «la provincia è così: non si afferra, non ne prendi esattamente tutti i contorni». La divaricazione è geografica, ma anche storica ed esistenziale: riguarda i sogni, gli affetti e il tempo non decisivo che sembriamo vivere, dove tutto è già successo, magari altrove. Se, come diceva Iosif Brodskij, «la poesia è la miglior scuola d'insicurezza che ci sia», """"New Jersey"""" è un piccolo manuale in versi di insicurezze e ossessioni, zavorre e cicatrici, accanto ad accensioni liriche che sembrano lanciate all'inseguimento di un riscatto possibile.""""" -
Io non sono un poeta
Leggere l'intera produzione poetica di Sergio Corazzini, curata da Alessandro Melia, significa entrare in contatto con una delle grandi voci liriche del Novecento. Considerato uno dei massimi rappresentanti del crepuscolarismo, in Corazzini c'è anche un'inarrestabile necessità di esprimere la propria vicenda autobiografica. I suoi versi sono l'espressione di una creatura fragile e sensibile che si sente morire giorno dopo giorno, come dimostrano anche le prime poesie. «Il tono è dimesso e malinconico perché la malattia incombe e alla morte non si può sfuggire; non può sfuggire la carne, non può sfuggire l'anima e non possono sfuggire le piccole, tristi e rassegnate cose». Le poesie di Corazzini sono variazioni di morte capaci di illuminare la vita. -
Se volessi potresti alzarti e volare. Testo spagnolo a fronte. Ediz. bilingue
Dalla prefazione di Valerio Nardoni: «Il verso di Rosales scorre tra parole di assoluta semplicità, con una naturalezza estrema, al punto di non sembrare verso, ma un'ottima prosa. Tuttavia, tale fluidità è frutto di una notevole sensibilità ritmica per il verso dispari, che mette in settenari, novenari, endecasillabi e alessandrini anche gli scontrini della spesa, qualsiasi cosa gli passi per le mani o davanti agli occhi». -
Quello che non so di me
Dalla prefazione di Alessandro Zaccuri: ""La poesia di Gnerre è tendenzialmente, ma non esclusivamente, poesia in prima persona, così da poter dare voce a una più vasta comunità di affetti che solo sulla pagina riesce a trovare piena espressione. Ed è poesia femminile, di una femminilità vissuta con orgoglio e senza compiacimenti, «pane della vita» e «pane della rinascita», come felicemente sintetizza il primo verso di una delle non rare ballate nelle quali ci si imbatte nella lettura di questo libro coerente e compatto""""."" -
Un altro tempo
A quindici anni dall'incidente che l'ha colpita, e a dieci dall'einaudiano ""Unità di risveglio"""", Giovanna Rosadini torna, da una maggiore distanza e da una riconquistata dimensione esistenziale, a effettuare una ricognizione su quel nuovo e drammaticamente differente inizio che è stato il ritorno alla vita dopo la sospensione del coma. """"Un altro tempo"""" è la rinnovata condivisione, in tempi di pandemia, della testimonianza di una rinascita della mente e del corpo offesi dal male, della ricostruzione di un'identità compromessa attraverso l'elaborazione dei cambiamenti intervenuti, della possibilità di trasformare l'incandescente materia della sofferenza e del dolore in un'apertura alla speranza ed al Mistero."" -
Lavorare stanca
La riedizione di ""Lavorare stanca"""" di Cesare Pavese, curata da Alberto Bertoni per la collana «Interno Novecento», con nota al testo di Elena Grazioli, persegue fedelmente l'ultima volontà dell'autore, proponendo il testo così come Pavese scelse di pubblicarlo presso Einaudi, nel 1943, una volta giunta a piena maturazione una profonda modifica strutturale rispetto alla princeps, uscita per le Edizioni Solaria sette anni prima, con l'aggiunta di una trentina di liriche, il ripristino delle sei poesie censurate a suo tempo dal regime, la rimozione di alcuni altri testi e l'inserimento in appendice dei due testi di poetica, """"Il mestiere di poeta"""" e """"A proposito di certe poesie non ancora scritte"""". Come evidenzia Bertoni nella lunga e approfondita introduzione al testo, «se si vuol racchiudere """"Lavorare stanca"""" in una formula, la migliore rimane quella di """"sperimentalismo realistico"""", forgiata per le """"poesie-racconto"""" che lo compongono da Edoardo Sanguineti, il quale le stimava proprio per la loro capacità di resistenza al """"trionfo, tutto novecentesco, della poesia come lirica""""»."" -
Poesie imagiste. Testo inglese a fronte
Coniato e teorizzato da Ezra Pound agli albori del Novecento, l'Imagismo trovò la sua migliore espressione nella poetessa americana Hilda Doolittle (H. D.), di cui per la prima volta arriva in Italia un'antologia poetica che raccoglie gli esiti più alti e riconosciuti tratti dalle raccolte ""Sea Garden"""" (1916) e """"The God"""" (1913-1917). Con una lingua naturale, essenziale, priva di costrutti artificiosi, il verso libero e irregolare, le """"Poesie imagiste"""" di H.D., tradotte da Giorgia Sensi, «non rappresentano, ma presentano», combinando immagini nitide in un movimento avvolgente che evoca sentimenti e emozioni profonde attraverso uno stile in cui l'elemento narrativo fa di questa poetessa una voce più che mai contemporanea e attuale."" -
Dire tutto alle case. Testo francese a fronte. Ediz. multilingue
Thierry Metz, nato a Parigi nel 1956, autodidatta, campione di sollevamento pesi, dopo il servizio militare, a ventun anni si sposa e si trasferisce nei dintorni di Agen, nel dipartimento di Lot-et-Garonne. Qui lavora come manovale e operaio a giornata e comincia a scrivere, incoraggiato dalla moglie e dai tre figli. Nel 1988 esce la sua prima raccolta; lo stesso anno Vincent, il secondo figlio di otto anni, muore davanti ai suoi occhi travolto da un'auto. Metz crolla da allora in una deriva psichiatrica di depressione e alcolismo che dopo il trasferimento a Bordeaux, nel 1996, e due ricoveri ospedalieri, il 16 aprile 1997 lo porterà al suicidio. In vita ha pubblicato nove raccolte poetiche, di cui due con l'editore Gallimard, a cui sono finora seguite otto pubblicazioni postume. I testi qui tradotti - una scelta dalla silloge antologica edita da Pierre Mainard che raccoglie poesie mai uscite in volume - abbracciano un arco temporale che va dal 1978 al 1997. Precedenti alla prima pubblicazione di Metz e contemporanei all'ultima, permettono così di avere uno sguardo di insieme sul suo percorso poetico. Di seguire l'evoluzione di una poesia limpida e essenziale, costruita ""manualmente"""" giorno dopo giorno, a margine del lavoro nei cantieri, durante i ricoveri psichiatrici, lungo le stazioni della sua luminosa esistenza di dolore: «Scrivere una poesia / è come essere solo / in una via tanto stretta / da non potere incrociare / che la propria ombra».""