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Oltre la fragilità. Le scelte per costruire la nuova trama delle relazioni economiche e sociali
Le società sempre più articolate e complesse in cui viviamo si rivelano molto fragili e vulnerabili. Esprimono, è vero, straordinarie possibilità di crescita, grazie ai progressi di scienza e tecnologia su tutti i fronti dell'innovazione, ma sono quanto mai sensibili a fratture, cambiamenti, effetti inattesi. La loro stessa velocità ne è potenza e limite. La pandemia del Covid-19 e la conseguente recessione economica hanno reso molto più evidenti queste caratteristiche. Siamo cambiati, nel nostro tempo incerto e tagliente. Non migliori, forse. Non peggiori, speriamo. Comunque diversi, più consapevoli non solo di «ciò che non siamo, ciò che non vogliamo», ma soprattutto di quello che ci tocca fare per tenere insieme benessere e solidarietà, sicurezza e democrazia. Rilanciare l'economia e il lavoro, pensando alla sostenibilità ambientale e sociale. E costruire comunità più equilibrate. Per non perdersi troppo d'animo e non disperdere conquiste e valori. -
La ricchezza delle religioni. L'economia della fede e delle chiese
Le convinzioni religiose sono importanti meccanismi di guida dell'agire umano e, come tali, possono avere un effetto diretto sui comportamenti economici dei fedeli e sulla creazione di ricchezza. Con un approccio laico e scientifico al problema del rapporto tra fede ed economia e con un taglio comprensibile anche ai non specialisti, McCleary e Barro illustrano come nel corso degli ultimi secoli le scelte religiose abbiano condizionato i valori e i comportamenti di milioni di persone - in termini di onestà, parsimonia, etica del lavoro - e influito sulla produzione di ricchezza e sulla diffusione del benessere in molte aree del mondo. Tramite l'analisi della relazione di alcuni dati macroeconomici con altri relativi alla diffusione e alla prassi religiosa, gli autori sottolineano come ben poco potremmo capire delle dinamiche di crescita di vari paesi - siano essi a prevalenza cattolica, protestante, musulmana, induista o multiconfessionale - senza considerare l'influenza esercitata dalla religione. Contrariamente alla convinzione diffusa anche tra molti economisti «ortodossi», gli autori ci dicono che è la religione a influire sul mercato, non solo il contrario. La scienza economica tradizionale finisce così per dover ammettere la presenza dell'irrazionale e dell'imprevedibile tra i fattori in grado di determinare i processi economici. -
La grande tentazione. Perché non possiamo rinunciare a banche e mercati
L'emergenza Covid-19 ha fatto riaffiorare nel nostro Paese vecchi paradigmi che sostengono un ritorno dell'intervento pubblico nell'economia. È questa la grande tentazione da cui, secondo l'autore, dobbiamo tenerci alla larga: il passaggio dalla cosiddetta mano invisibile del mercato a quella, fin troppo ingombrante, dello Stato. Per recuperare il terreno perduto occorre invece sfruttare la forza straordinaria di banche e mercati finanziari, tra i più efficaci strumenti di politica economica in nostro possesso, gli unici capaci di moltiplicare risorse, idee ed energie da integrare nel sistema produttivo italiano. Questo non significa marginalizzare lo Stato, che, sempre in una logica di affiancamento temporaneo al mercato o con meccanismi di mercato, deve invece sostenere attivamente le politiche di sviluppo. Per esempio disegnando quelle regole, soprattutto fiscali, che permettono al sistema finanziario di liberare risorse utili alla crescita, intervenendo nell'economia con una logica vicina a quella del private equity e del partenariato pubblico-privato, orientando, attraverso banche e mercati finanziari, le risorse disponibili per supportare le aziende. Solo così si potrà rilanciare il Paese, sostenere le imprese e affrontare le sfide del futuro. -
Terre rare. La Cina e la geopolitica dei minerali strategici
Le terre rare rappresentano oggi risorse vitali per la produzione di un'ampia varietà di applicazioni high-tech, green e per la difesa: dall'iPhone alle tecnologie mediche più avanzate, dalle turbine eoliche ai sottomarini. Più ancora che rare, sono difficili e costose da estrarre. A partire dagli anni Novanta la Cina è riuscita a ottenere il controllo di circa il 97 per cento dell'industria delle terre rare attraverso una produzione a basso costo, alti dazi sulle esportazioni e limitazioni artificiali dell'offerta. Ma le terre rare - e il monopolio cinese su di esse - sono giunte al centro dell'attenzione internazionale solo dopo che la Cina ha «ufficiosamente» bloccato le esportazioni verso Giappone, Stati Uniti ed Europa. Anche se è stata costretta a rimuovere le restrizioni, ancora oggi la Cina detiene il controllo su questi elementi così critici per gli interessi economici e di sicurezza degli USA e dei suoi alleati. Più di una semplice disputa commerciale, la crisi delle terre rare deve essere vista come una parte del più ampio discorso dei rapporti di forza globali. L'incapacità di Stati Uniti ed Europa di mettere in atto politiche volte all'approvvigionamento futuro e di trovare una soluzione sostenibile per la produzione di terre rare al di fuori della Cina indica che la competizione sulle risorse è destinata a perdurare. -
Parità di genere e politiche pubbliche. Misurare il progresso in Europa
Nonostante gli impegni formali assunti dalle Nazioni Unite e dalla Commissione Europea per migliorare gli squilibri di genere, negli ultimi decenni i progressi verso la parità di genere sul mercato del lavoro e nelle posizioni decisionali nell'economia e nella politica sono progrediti a un ritmo scoraggiante e lento. I paesi europei sono stati proattivi nel sostenere politiche come il congedo di paternità e le quote di genere per i consigli di amministrazione delle imprese, ma misurare l'efficacia di queste iniziative si è rivelato difficile, Il libro offre un'attenta analisi comparativa delle politiche di genere in Europa, fornendo una panoramica approfondita di come le politiche pubbliche stiano plasmando l'uguaglianza di genere e di come la presenza delle donne nelle posizioni decisionali in economia e politica stia a sua volta disegnando nuove politiche pubbliche. Paola Profeta basa la sua analisi su dati inediti e su una prospettiva interdisciplinare innovativa per comprendere il rapporto tra uguaglianza di genere e politiche pubbliche e il loro impatto sull'economia e la società europea, con lezioni che risuonano anche al di fuori del vecchio continente. -
Chimica sociale. Alla scoperta degli schemi che connettono le persone
Chiunque di noi può costruire relazioni più significative e produttive: Marissa King lo dimostra basandosi sulle intuizioni delle neuroscienze, della psicologia e della scienza delle reti. È opinione comune che a contare sia la dimensione della rete di contatti. La ricerca delle scienze sociali ha invece scoperto che in gioco c'è qualcosa di più: la qualità e la struttura delle nostre connessioni esercitano infatti un impatto molto forte sulla nostra vita sia personale sia professionale. Come Chimica sociale ci spiega bene, esistono tre tipologie fondamentali di rete e ogni lettore potrà scoprire per quale ruolo (o mix di ruoli) è più portato: espansionista, intermediatore o aggregatore? Con questa consapevolezza potremo padroneggiare il nostro stile di networking e modificarlo per raggiungere un migliore allineamento con i nostri progetti di vita e i nostri valori. Connessioni di alta qualità sono un forte predittore di funzionamento cognitivo, di resilienza emotiva e di soddisfazione sul lavoro, e una rete ben strutturata ha molte probabilità di aumentare non solo la qualità delle nostre idee ma anche la nostra retribuzione. Oltre l'ufficio, le connessioni sociali sono poi la linfa vitale della salute e della felicità. Tantissime le storie di espansionisti come Vernon Jordan, intermediatori come Yo-Yo Ma e aggregatori come Anna Wintour - per citare solo alcuni dei nomi famosi che si intrecciano nelle pagine del libro -, così come le esperienze personali riferite alle connessioni dell'autrice stessa, che rendono vivacissima, coinvolgente e rivelatrice l'indagine da lei condotta su alcune delle decisioni più rilevanti che possiamo prendere per la nostra vita. -
Fallimento lockdown. Come una politica senza idee ci ha privati della libertà senza proteggerci dal virus
«Questo non è un libro sulla pandemia. Non siamo né biologi né epidemiologi: il nostro campo di competenza ha a che fare con la valutazione della qualità del processo decisionale e con l'efficienza e l'efficacia delle soluzioni adottate dalla politica, non con i dettagli delle politiche di salute pubblica. Questo è un libro sui lockdown - quelli del marzo e aprile 2020 e quelli vagamente edulcorati delle zone colorate - e sul loro contorno di misure restrittive. È un libro che analizza scelte politiche, campagne mediatiche, opinione pubblica, tensioni tra democrazia e tecnocrazia, e fragilità dei diritti individuali sotto il peso di un'emergenza. Perché il lockdown è un'invenzione del 2020, introdotta un po' per sbaglio e sull'onda del panico dal governo italiano, quindi emulata in altri paesi occidentali. I piani pandemici preparati nei primi due decenni di questo secolo non prevedevano infatti nulla di simile, nemmeno per pandemie molto più gravi, e in generale avevano un approccio molto diverso, attento ai costi e ai benefici di ciascuna misura e sempre preoccupato di preservare quanto più possibile la vita normale della società.» -
Geopolitica della paura. Come l'ansia sociale orienta le scelte politiche
Un rovesciamento completo di prospettiva sta riorientando equilibri e relazioni internazionali: da strumento di esercizio del potere gestito dall'alto, la paura si è trasformata oggi in una leva che, agendo dal basso, condiziona le scelte della classe politica. L'ipotesi del libro è che permanendo, e anzi accelerandosi, questo colossale spostamento di forze economiche e politiche, e in previsione di una massiccia crisi sociale provocata dalla recessione in corso, queste tendenze possano non solo confermarsi ma aggravarsi, contribuendo così a un ulteriore scivolamento dei pesi economici e politici. Perché sentimenti ed emozioni appartengono a pieno titolo ai fattori determinanti della politica. -
Tra cielo e terra. Economia e finanza nella Bibbia
Valore e prezzo, lavoro e retribuzione, debiti e crediti. Non serve essere raffinati biblisti per accorgersi che il Primo e il Nuovo Testamento sono disseminati di riferimenti economici. Occorre invece una lettura più attenta e libera da intenti dottrinali per capire che tali riferimenti non hanno esclusivamente, né prevalentemente, una funzione allegorica, ma più spesso narrativa o esplicativa e quindi sono riportati nella loro concretezza ""terrena"""". La Bibbia, in altre parole, può essere letta anche come un robusto manuale di economia. Nel proporne una lettura in questa chiave, Tra terra e cielo unisce però diverse prospettive - storica, ermeneutica, filologica, esistenziale - che l'autore interseca senza forzature, anche quando li alterna a esperienze di vita personale o alle riflessioni di grandi figure della Chiesa di oggi, dal Cardinale Martini a Papa Francesco. Sempre attento a evitare la tentazione, da un lato, della lettura di carattere fondamentale e astorica e, dall'altro, dell'immediata traslazione del testo biblico nella vita corrente. Quella che prevale, invece, è sempre una visione dell'agire economico come generatore di equità e giustizia, la ricerca costante di """"un modo di ragionare sui fatti economici e finanziari ontologicamente diverso da quello a cui siamo abituati""""."" -
Democrazia amministrata. Come la pubblica amministrazione contribuisce alla rappresentatività democratica
Nel giugno 2019 l'imbarcazione Sea-Watch 3, gestita da un'organizzazione umanitaria, soccorre dei migranti a bordo di un gommone in mezzo al Mediterraneo, chiedendo di approdare in un porto italiano. Il permesso viene negato. Nel tentativo di ottenere la sospensione dell'ordinanza, l'equipaggio mette in moto un processo legale e amministrativo che, prima di concludersi con l'arresto della comandante (il caso verrà poi archiviato), coinvolge una varietà di soggetti istituzionali: dal ministro dell'Interno alla Commissione europea, dalla Guardia costiera alla Guardia di finanza, dal ministero della Difesa a quello dei Trasporti, dal TAR al governo olandese, dalla prefettura di Agrigento alla Corte europea dei diritti umani. Nell'ambito del potere discrezionale che la legge conferisce loro, tutti questi funzionari pubblici hanno agito in modo appropriato? E come possono i cittadini valutare la conformità della loro condotta? L'esempio ci invita a interrogarci su come garantire che in una democrazia rappresentativa obiettivi e valori dei rappresentanti eletti dal popolo siano attuati e realizzati correttamente dai funzionari pubblici. La democrazia è infatti amministrata da un mosaico di istituzioni, regole, strumenti, meccanismi e persone, nel quale i pubblici funzionari sono il mezzo per assicurare che obiettivi e priorità politiche siano attuati coerentemente con le intenzioni dei policy maker e producano gli effetti attesi dagli elettori. Ecco allora che si pone il tema cruciale della legittimazione democratica dell'amministrazione pubblica e della necessità di evitare che il funzionario pubblico, nella discrezionalità della propria azione, cambi rotta rispetto ai principi e ai valori affermati dagli eletti in sede legislativa e rispondenti al mandato elettorale. A salvaguardia della democrazia, la discrezionalità richiede un sistema di pesi e contrappesi in cui, accanto ai meccanismi di controllo e alle capacità dei singoli, entra in gioco il «rafforzamento dei valori»: una dinamica reciproca e complementare tra sistemi di governo e strutture di governance, che dà forma alla democrazia amministrata. Prefazione di Marcella Panucci. Postfazione di Giovanni Valotti. -
Gioventù smarrita. Restituire il futuro a una generazione incolpevole
L’Italia non è un paese per giovani, e meno ancora lo è stata durante il coronavirus. È vecchia nell’età media dei suoi insegnanti, degli impiegati pubblici, e persino dei medici in prima linea. È un paese vecchio perché pretende, giustamente, il rispetto per gli anziani e la loro fragilità, ma poi si dimentica di aiutare i giovani a crescere e costruirsi un futuro. E con il Covid si è imposta una nuova narrativa intergenerazionale: giovani untori e anziani vittime. Una narrativa falsa, perché non sono stati i giovani a fungere da untori. Inutile, perché i giovani hanno reagito bene alle restrizioni. Pericolosa, perché i giovani hanno sofferto durante la pandemia e ne porteranno le cicatrici più a lungo di tutti. Nell’abbandono scolastico, nella povertà educativa, nel precariato, il Covid ha acutizzato problemi strutturali esistenti e accentuato le disuguaglianze. I giovani hanno sofferto la DAD, hanno faticato di più a trovare il primo impiego e rischiano conseguenze avverse nella progressione di carriera; chi aveva un lavoro a tempo determinato lo ha visto arrivare a scadenza senza rinnovo. Alla pandemia l’Europa ha scelto di reagire con un piano dal nome promettente: Next Generation EU. Per l’Italia, che accede all’ammontare di risorse più ingente ma accende il mutuo più ragguardevole, la sfida è epocale: restituire il futuro a una generazione incolpevole. -
La partita dell'euro: Italia-Germania tra cronaca e storia
Battocchi ci offre un racconto in prima persona, aggiungendo una buona dose di umanità ai numeri e ai criteri finanziari, per far conoscere un capitolo di storia patria non abbastanza noto, uno snodo cruciale nel nostro essere parte dell'Europa. Accompagnando il lettore tra i volti, i pensieri e le angosce della Germania di quegli anni, in crisi di identità dopo l'unificazione con le regioni dell'Est ma ansiosa di compiere il grande salto della globalizzazione, l'autore mostra i «dietro le quinte» di uno sforzo corale che fu condotto per far conoscere un'Italia ancora largamente incompresa a nord delle Alpi, ma in fase di rapida trasformazione. Nell'Italia che si appresta ad attuare il PNRR disegnato da Mario Draghi, protagonista di quella battaglia accanto a Carlo Azeglio Ciampi, le vicende di quegli anni riacquistano attualità e spingono a riflettere su come affrontare al meglio la fase storica che stiamo vivendo. -
Socialist register Italia 2009. Antologia 2001-2008
Il Socialist Register, punto di riferimento intellettuale della sinistra internazionale dal 1964, è stato fondato da Ralph Miliband e John Saville a Londra come ricognizione annuale di movimenti e idee, nello specifico contesto della New Left britannica. Attualmente a cura di Leo Panitch e Colin Leys, il Socialist Register, i cui singoli volumi sono incentrati, di anno in anno, su un tema di particolare attualità, ha perseguito con coerenza la strada dell'impegno teso a sviluppare una relazione indipendente con il marxismo, libera da prese di posizione settarie e dogmatiche. Il primo numero di Socialist Register Italia contiene i saggi migliori degli ultimi anni. -
Die Linke. Lineamenti di programma
Lineamenti di programma della Die Linke. Elaborato dalla Commissione per il programma su incarico della Direzione del partito e presentato in pubblico il 20 marzo 2010 dai parlamentari Lothar Bisky e Oskar Lafontaine. Base della discussione in corso che si concluderà in un congresso apposito del partito nell'autunno 2011. «La Linke è per le alternative, per un futuro migliore. Non siamo e non diventeremo come quei partiti che si piegano devotamente ai voleri delle potenze economiche e proprio per questo non sono diversi gli uni dagli altri. Perseguiamo un obiettivo concreto: ci battiamo per una società nella quale nessun bambino deve crescere in povertà, nella quale tutti gli uomini e le donne possano vivere in pace, dignità e sicurezza sociale e nella quale le relazioni sociali si realizzino democraticamente. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo bisogno di un altro sistema economico e sociale: il socialismo democratico». «La Linke si concepisce come un partito che impara. Vuole costruire la politica con i cittadini e le cittadine. Sappiamo che non possiamo realizzare le nostre aspettative di una migliore società né da soli né contro la maggioranza. Vogliamo discutere usando i migliori argomenti (pubblicamente, in modo trasparente, colto e democratico), vogliamo raccogliere idee dalla società, svilupparne di nostre, raggiungere i più ampi strati della società e guadagnare la maggioranza.» -
La Bolivia di Evo. Democratica, indianista e socialista?
In un'America Latina che al giro di boa del millennio ha per lo più virato a sinistra, uno dei processi di trasformazione sociale più ambiziosi del continente si è intrapreso nella Bolivia di Evo Morales. Sull'esempio di Hugo Chavez in Venezuela o di Rafael Correa in Ecuador, il nuovo Presidente continua ad affermare la sua volontà di ""rottura"""" con il periodo neoliberista e ostenta il discorso del confronto contro gli avversari interni e contro le potenze """"imperialiste"""". Ma l'esperienza boliviana presenta in particolare due caratteristiche che le prestano una carica simbolica e di """"rifondazione"""" che non si ritrova altrove: da una parte Evo Morales, primo presidente indigeno della Bolivia, si scontra non soltanto con le ingiustizie socioeconomiche e con il neocolonialismo delle multinazionali estere. Egli vuole anche finirla con il """"colonialismo interno"""" dello Stato boliviano e con l'esclusione strutturale della maggioranza india del paese, che risale ai tempi dell'indipendenza. D'altra parte, a questa rifondazione si guarda non come alla missione di un uomo o di un gruppo di eletti, ma come alla responsabilità di un """"governo dei movimenti sociali"""" che conferisce alla gestione della res publica un'inedita dimensione partecipativa, anche se non priva di ambiguità."" -
Scritti dal carcere. Il PKK e la questione Kurda nel XXI secolo. Vol. 2
Nel suo secondo libro Abdullah Öcalan applica la filosofia politica e storica che ha sviluppato nel primo volume dei suoi scritti dal carcere alla questione kurda. Il libro affronta questioni politiche concrete al centro della questione kurda. Öcalan chiede un ""Rinascimento del Medio Oriente"""" in cui l'integrazione dei valori democratici occidentali e dei diritti umani universali con i valori profondamente radicati delle società mediorientali, in particolare di quella kurda, formino una nuova sintesi tra civiltà."" -
Scritti dal carcere. La road map verso i negoziati. Vol. 3
La road map è un documento che ha costituito il cuore dei colloqui segreti tra Abdullah Ocalan e lo Stato turco, un processo avviato nel 2009 e interrotto a metà del 2011. In questo lavoro Ocalan definisce i passi necessari che devono essere intrapresi per l'inizio di un serio processo di pace. Allo stesso tempo delinea una soluzione reale per la questione kurda. Guarda oltre le soluzioni tradizionali come lo stato o l'autonomia territoriale, concepisce una nazione democratica e una patria comune per tutti i paesi in cui vivono i Kurdi, oltre che per tutto il Medio Oriente. Rifiuta gli argomenti classici, dando a tutte le parti in causa elementi su cui riflettere. Prefazione di Immanuel Wallerstein. -
Le cinque bandiere. 1967-2013
Note di vita e appunti raccolti e ordinati da Frida Nacinovich. ""Rileggendo quel che ho scritto finora mi sono accorto che l'organizzazione dei capitoli conclude il libro con una nota di amarezza e pessimismo che non vorrei trasmettere ai miei lettori, se ci saranno. Voglio rassicurare tutti: l'umanità ha un futuro radioso davanti a sé se diventa padrona del proprio destino, se si emancipa dalla superstizione, dallo sfruttamento e dalla miseria materiale e spirituale. La lotta per una società di liberi e uguali alimenta concretamente questa prospettiva. Vale la pena farla, anche per se stessi, non solo per gli altri. La vita del militante è una vita piena, ricca, la consiglio anche oggi. Tornassi indietro ricomincerei!"""""" -
Karl Marx
"L'utopia concreta, quindi, è implicata nel materialismo dialettico, affinché quest'ultimo, contravvenendo ai patti, non riblocchi le sue stesse prospettive, cioè il novum d'un materialismo dialettico-utopico. Un esteso campo abitato dalla materia stessa come da un 'essere-in-possibilità', come da una potenzialità che genera lungo il suo cammino nuovi modi di esistere, fino alla 'naturalizzazione dell'uomo', all''umanizzazione della natura' come dice proprio Marx nei Manoscritti economico-filosofici del 1844, contro ogni esclusione di mete a lunga scadenza. Insomma: la disumanità del nostro mondo avrebbe, ha, certo, tutto da temere quel giorno che finalmente nascesse e si affermasse davvero il marxismo; cesserebbero finalmente d'esistere padrone e servo. Ciò che è giusto, tuttavia, una volta che fosse liberato tanto dalle tisane quanto dal catechismo, respirerebbe finalmente in una libertà dal profitto, in una etica senza padrone né servo, in un'arte senza fedi illusive, senza superstizioni."""" (Introduzione di Remo Bodei)" -
Il problema di Lenin
"Ho lavorato a queste note sul marxismo, e ad altre, dapprima disordinatamente, poi organizzandole e completandole, per più di vent'anni, senza un obiettivo quanto al loro utilizzo. Era il mio modo di fare i conti con la mia crescente insoddisfazione riguardo all'andamento, benché non ancora catastrofico, della sinistra italiana, già la più potente anche teoricamente in Europa occidentale; un andamento inspiegabile con gli strumenti usuali del marxismo. Era anche il mio modo di ricostruirmi le idee, per connettermi a nuovi punti di vista, per fare correre l'immaginazione."""""