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La media non conta più. Ipermeritocrazia e futuro del lavoro
Dopo ""The Great Stagnation"""" Tyler Cowen prosegue la sua riflessione sulle disuguaglianze e sul futuro del lavoro, disegnando scenari prossimi venturi con cui inevitabilmente confrontarsi. Oggi ci sono sempre più persone ricche e sempre più persone povere, con un gap che si va allargando mentre si assottiglia sempre più la fascia media. Calcoliamo ancora indicatori come reddito e consumo medio pro capite, tasso medio di alfabetizzazione, numero medio di laureati ecc. Ma tutte queste medie hanno perso significato. Ciò che conta non è più la media, ma dove ci si colloca. Le disuguaglianze sono ormai generate dall'ipermeritocrazia: chi dispone di mezzi e capacità di adattarsi ai cambiamenti imposti dalla rivoluzione tecnologica si arricchisce, mentre tutti gli altri, i poveri e la classe media, restano indietro. Che fare? Seguire la cosiddetta opzione Donner, campione di scacchi cui fu chiesto quale strategia seguire in una partita contro un computer, che rispose: """"porterei un martello""""? Saggio introduttivo di Francesco Daveri."" -
Il mercato e il dono. Gli spiriti del capitalismo
Il tema cruciale del libro è l'invenzione del capitalismo e dei suoi diversi ""spiriti"""": quello protestante e quello cattolico. In particolare l'autore ricostruisce le ragioni storiche e filosofiche, di matrici nordiche, che hanno portato al capitalismo attuale. Perché il modello latino dell'economia sociale o civile ha avuto diversa sorte? L'idea smithiana di scambio economico come reciproca indifferenza e quella di mercato come luogo delle relazioni anonime e impersonali reggono ancora l'intero impianto dell'economia contemporanea. Si è passati dalla condanna dello """"sterco del demonio o mammona"""" al culto del denaro, trasformato in una vera e propria religione. I capitalismi, però, non sono tutti uguali - o almeno non lo erano fino a un'epoca recente. L'Europa, in particolare, aveva generato una sua propria via al capitalismo. Un capitalismo sociale, un'economia di mercato civile che dobbiamo riscoprire di fronte ai fallimenti del capitalismo finanziario."" -
Cittadini senza scettro. Le riforme sbagliate
Riformare le Costituzioni e le istituzioni, nei sistemi politici democratici, è un compito tanto delicato quanto nobile. Per adempierlo è indispensabile possedere conoscenze, non soltanto giuridiche, ma soprattutto politologiche, approfondite e comparate. Questo saggio offre ai lettori gli elementi necessari per capire quali riforme sono in discussione in Italia, quali riforme sono già state effettuate, spesso male, quali criteri debbono essere utilizzati per valutarle. I giudizi sono argomentati e severi. Riforme che non consentono ai cittadini di eleggere i candidati che preferiscono e, più in generale, che non restituiscono loro lo scettro della sovranità, sono riforme brutte, sbagliate, controproducenti. Criticarle e proporre alternative, proprio quello che fa questo libro, è un dovere, non soltanto ""scientifico"""", ma civico."" -
Fisica sociale. Come si propagano le buone idee
Se la rivoluzione dei big data ha un genio che la presiede, questi è certamente Alex Pentland. In anni di esperimenti innovativi ha distillato scoperte che oggi spalancano le porte di un campo scientifico completamente nuovo: la fisica sociale. La fisica sociale si occupa del flusso delle idee e di come le reti sociali le diffondano e le trasformino in comportamenti. Finora le ricerche dei sociologi sono dipese da set di dati limitati e da indagini che ci dicono ciò che le persone dichiarano circa i propri pensieri e comportamenti, piuttosto che ciò che veramente pensano e fanno. Siamo rimasti ancorati all'uso di categorie quali le classi sociali o il mercato. In realtà, gli esseri umani rispondono in modo molto più potente a stimoli sociali che implichino la gratificazione degli altri e rafforzino i legami, invece che a stimoli che implichino solo il loro proprio interesse economico. Pentland conduce i lettori oltre la soglia della più importante rivoluzione nello studio del comportamento sociale, verso un modo completamente nuovo di guardare alla vita stessa. Prefazione di Filippo Barbera, postfazione di Cosimo Accoto. -
La morale del tornio. Cultura d'impresa per lo sviluppo
Sapienza manifatturiera e competenza hi tech. Sta qui ""la morale del tornio"""": la centralità dell'industria nel nuovo equilibro tra sviluppo sostenibile ed etica del lavoro. È un viaggio nell'universo produttivo italiano, con occhio attento soprattutto alla """"grande Milano"""" e alle aree più sviluppate del Nord. E le parole chiave sono innovazione, qualità, ricerca, capitale umano. L'Italia, infatti, è un paese abituato """"a produrre all'ombra dei campanili cose belle che piacciono al mondo"""". E sta ancora qui la chiave della nostra competitività: puntare sull eccellenza industriale, legare radici nel territorio a visioni internazionali. Nelle """"neofabbriche"""" fondate su produzione e servizi d'avanguardia, dalla meccanica alla chimica, dalla gomma all'agro-alimentare ecc, si conferma la forza d'una """"cultura politecnica"""" che guida le migliori imprese. """"Impresa è cultura"""", appunto. Per crescere ancora, servono imprenditori, manager e tecnici che siano """"ingegneri-filosofi"""", con una forte intelligenza del cuore."" -
L'era dello sviluppo sostenibile
La società globale è interconnessa come mai prima d'ora. Business, idee, tecnologie, persone, ma purtroppo anche malattie epidemiche attraversano i confini con una velocità e un'intensità senza precedenti. Condividiamo l'euforia per la nuova era dell'informazione, ma anche le paure per possibili sconvolgimenti ambientali su scala planetaria. Stanno rapidamente cambiando le pratiche di business e le tecnologie nonché le dimensioni e la struttura per età delle popolazioni. Ci sono nuove opportunità, ma anche nuovi rischi. Per questi motivi si può ipotizzare di essere entrati nell'era dello sviluppo sostenibile. Lo sviluppo sostenibile è una modalità di guardare al mondo, con un focus sulle interazioni tra cambiamenti economici, sociali e ambientali; ma è anche una modalità di descrizione delle nostre aspirazioni condivise per una vita decorosa, in cui si combinino sviluppo economico, inclusione sociale e sostenibilità ambientale. In sintesi è una teoria e una cornice normativa e etica. Prefazione di Ban Ki-moon. -
Generazione Erasmus al potere. Il coraggio della responsabilità
Per la prima volta nella storia una nuova classe di governo ""europea"""" ricopre posizioni di vertice, nei rispettivi Stati membri o nelle istituzioni comunitarie. Per un incredibile paradosso, questa generazione, che più di tutte ha vissuto l'esperienza europea da dentro e che più di tutte ne conosce potenzialità e lati positivi, è però di fronte alla possibilità di cambiare davvero le cose nel momento in cui l'Europa è devastata da una doppia, tragica crisi. Quella esterna, legata alla minaccia dei terroristi - che si rendono conto, forse ancor meglio di noi, di quanto già sia concreta e reale la nostra unione di libertà, di valori e di opportunità -, e quella interna, meno visibile e cruenta, ma non per questo meno insidiosa, rappresentata da una tragica crisi di fiducia dei cittadini e dalla sfida neo-nazionalista. La nuova generazione al potere non è chiamata a un esercizio di ordinaria amministrazione: di fronte agli strappi e alle incertezze del futuro, ha il dovere di ridisegnare il corso dell'Europa, dimostrando il coraggio di chi accetta la sfida e la responsabilità che questo comporta. È questo il senso più profondo del nuovo impegno: costruire una politica transnazionale nella quale una generazione cresciuta europea si troverà finalmente a casa."" -
Legalizzare l'epistemologia. Prova, probabilità e causa nel diritto
Il libro affronta ¡1 rapporto fra evidenze empiriche e diritto. Quali problemi si pongono in un processo quando si tratta di acquisire evidenze empiriche? È il diritto probatorio adeguato a questo compito? Sono adeguate le pratiche scientifiche alle esigenze del diritto? Con spirito pragmatista, Susan Haack, forte del suo precedente lavoro in epistemologia e filosofia della scienza, si confronta con le questioni della prova, della probabilità e della causalità nei processi americani e non solo. Diversi casi sono discussi in dettaglio per mostrare i problemi della valutazione delle evidenze, della loro ammissibilità e del valore probatorio. Analizzando come le evidenze, in particolare scientifiche, sono trattate da avvocati, esperti, giudici e giurie, l'autrice offre un contributo alla comprensione dei modi in cui il diritto gestisce le questioni epistemologiche. -
Reti di indignazione e speranza. Movimenti sociali nell'era di internet
L'insuccesso della rivoluzione siriana e della primavera araba non significano di certo la fine dei nuovi movimenti. Dall'uscita della prima edizione di questo libro (2012), ne sono sorti altri: in Brasile (con il Movimiento Passe Livre che occupa l'Avenida Paulista, una protesta che andrà avanti per mesi); e poi Gezi Park a Istanbul, l'occupazione di Maidan Square a Kiev, la rivoluzione degli ombrelli a Honk Kong, le proteste in Messico, Podemos in Spagna, il Movimento 5 Stelle in Italia. C'è una cosa che, pur nella diversità, hanno in comune: sono tutti inestricabilmente legati alla creazione di reti di comunicazione autonome, supportate da Internet e da trasmissioni wireless. Castells è in grado di rispondere onestamente e criticamente alla domanda che molti osservatori ponevano a questi movimenti: ""E allora, quali sono gli specifici esiti, quali i risultati tangibili sul piano sociale? Quale è stato, ammesso che ci sia stato, il loro impatto sui sistemi politici e sulla politica concreta?"""". Ed è in grado di denunciare anche gli aspetti più ambigui di movimenti che utilizzano la Rete, quali ad esempio il Movimento 5 Stelle, una delle novità di questa edizione."" -
Capitalismo rosso. Gli investimenti cinesi in Italia
Sono almeno vent'anni che la Cina sta cambiando il mondo, attraverso le sue riforme, le sue produzioni e le sue imprese, che innovano e investono anche in Italia. Pirelli nelle mani di ChinaChem, Ansaldo Energia partecipata da Shanghai Electric, Shanghai Bright Food che compra il gruppo oleario toscano Salov, mentre Krizia è passata a Shenzhen e anche Inter e Milan sono state acquistate dai cinesi. Tutto questo è un bene? Secondo molti è soprattutto un rischio, perché i capi azienda orientali sarebbero interessati al nostro know how e ai nostri marchi, pronti poi a trasferire in Cina la produzione. Secondo altri è invece un'opportunità, perché gli investimenti italiani delle multinazionali rosse aprirebbero prospettive di crescita sul mercato cinese, e non solo. C'è bisogno di chiarezza: è ciò che fa il libro, affrontando in modo serio e pragmatico un tema che si presta a molte polemiche e a troppi pregiudizi. -
Ossessioni collettive. Critica dei social media
Con la grande maggioranza degli utenti di Facebook presa dalla smania di aggiungere amici, scrivere ""mi piace"""", lasciare commenti, sarebbe forse il caso di fermarci e riflettere sugli effetti che i social network hanno sulle nostre vite oramai sature di informazioni. Che cosa ci spinge, quasi fosse un obbligo, a impegnarci tanto diligentemente con i diversi network? Il libro esamina la nostra ossessione collettiva per l'identità e il management di sé stessi coniugati con la frammentazione e il sovraccarico di informazione della cultura online. Lovink traccia un percorso innovativo, analizzando criticamente motori di ricerca, video online, blog, radio digitale, mediattivismo e Wikileaks. Questo libro lancia un forte messaggio rivolto a tutti gli utenti della Rete: liberiamo le nostre capacità critiche e cerchiamo di influenzare tecnologia e spazi di lavoro, o saremo destinati a sparire nella rete. Pungente e acuto, senza essere pessimista, Lovink offre una critica delle strutture politiche e del potere incorporati nelle tecnologie che modellano la nostra vita quotidiana."" -
Polis. Introduzione alla città-stato dell'antica Grecia
La polis come non era mai stata spiegata. La prima ricostruzione con un'ottica world history della forma politica della città-stato scritta dal maggior studioso mondiale della materia. Un'analisi originale, dalle prime città-stato sumere alle poche ancor oggi esistenti (San Marino, Andorra, Amburgo, Singapore). La democrazia come una delle possibili forme di governo di questa struttura politica e il dibattito sul luogo e il momento della sua nascita in Grecia. -
L' abisso dei social media. Nuove reti oltre l'economia dei like
I giganti dell'info-tech hanno perso l'originaria innocenza, la cultura di internet come spazio illimitato, di libertà e apertura si va scontrando sempre più con la realtà delle controversie e delle proteste sulla sorte che possono avere i dati o sugli autobus di Google o su Uber e su Airbnb. L'autore affronta le questioni emergenti partendo dalle architetture dei social media e dai modelli di business online, non per concedere spazio a una forma di ""romanticismo offline"""" tutto focalizzato su preoccupazioni per eccesso di informazioni, effetto del multitasking e temi simili. Cose importanti, ma il nocciolo è l'invisibilità di internet, piuttosto che l'onnipresenza: il digitale è la nuova, confortevole norma generale, indiscussa e i social media non sono macchine mostruose, ma uno strumento soft di influenza, che viene raccolta nello sfondo, più che nelle immagini. È dunque il momento di """"progettare"""" una diversa sensibilità digitale, puntando a reti organizzate, gruppi di utenti mirati, capaci di operare al di fuori dell'economia del """"mi piace"""" e dei suoi deboli link. È possibile - per l'autore - un rinascimento cooperativo su internet."" -
Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione
Un grido si leva contro la sovranità perduta, contro le lettere da Bruxelles, i ""compiti a casa"""" e le ingerenze di poteri lontani. L'unica strada per crescere sembra essere altro debito pubblico, l'uscita dall'euro appare non solo una minaccia credibile, ma un'eventualità percorribile. L'incauto e miope incedere tedesco minaccia di distruggere l'Europa dall'alto della propria visione del mondo, fatta di regole, parametri e percentuali. E intanto i governanti italiani, ligi e rispettosi ai dettami degli eurocrati di Bruxelles, sono conniventi col nemico. Sforare, disobbedire, alzare la voce rimane l'unica via sensata da percorrere, mentre la Germania, potenza egemone dell'Unione Europea, supremo guardiano dell'austerità, è il nostro carceriere. O forse no. Forse ci siamo raccontati la favola della Germania cattiva che ci obbliga a fare cose che ci fanno del male, perché, molto semplicemente, quelle cose non le vogliamo fare, o vogliamo assolverci dal non averle fatte, o vogliamo scaricare altrove la responsabilità delle nostre azioni. E se la Germania, anziché il nemico fosse in realtà un gigantesco alibi? Se anziché il problema fosse la sua soluzione?"" -
La reputazione. Chi dice che cosa di chi
Come si crea o si distrugge la reputazione? Le ragioni di un anonimato prolungato o di una celebrità folgorante, del peggioramento o del miglioramento della nostra immagine, per lo più ci sfuggono. Eppure la reputazione attraversa da un capo all'altro le nostre vite. Da un lato ci preoccupiamo talmente tanto della nostra immagine che ci capita di commettere gesti inconsulti nella vana speranza di tenere sotto controllo l'opinione che gli altri hanno di noi. Dall'altro facciamo talmente tanto affidamento sulla reputazione degli altri che possiamo arrivare a scegliere, basandoci solamente su di essa, un medico, il candidato politico da votare, un giornale, o anche a far nostra un'idea. Il fatto è che la reputazione tocca la nostra esistenza nel suo aspetto più intimo. Questa nozione essenziale è stata stranamente trascurata dalle scienze sociali. Attraverso un percorso multidisciplinare, Gloria Origgi ci mostra che la reputazione non è mai stata così cruciale come nelle società contemporanee: intimamente legata ai temi dell'informazione e della comunicazione, la sua presenza pervasiva e ubiqua - sui motori di ricerca, nei social network, in seno alla comunità scientifica e ai modi con cui essa produce e valida il sapere - ha il valore di un segnale in grado di orientare potentemente i giudizi, le scelte e le azioni di tutti noi. Ecco perché diventa fondamentale conoscere i meccanismi attraverso cui si forma, si diffonde e ci condiziona anche quando crediamo di esserne immuni. -
Umano poco umano. Riflessioni su moneta, finanza e macrousura
Il presente lavoro, in continuità con i precedenti, è la ricerca di una visione storica e socioculturale della crisi del nostro tempo da considerarsi antropologica e non economica come riduttivamente viene indicata. E giunto il tempo di capire che siamo alla fine di un modello socioculturale che è fallito nei fatti avendo contribuito a cancellare i diritti fondamentali dell'uomo scritti nel 1948. La cultura razionale frutto dei tempi postmoderni ha trasformato, innaturalmente, una scienza sociale come l'economia in una scienza esatta. Il liberismo totalmente deregolamentato, diventato liberticida, ha sposato la finanza come mezzo più rapido per realizzare il fine dell'interesse personale, illudendo tutti nella conquista di una facile ma aleatoria ricchezza staccata totalmente da ciò che produce vera ricchezza, reale e a disposizione di tutti e non solo di pochi. In questa riflessione si cerca di spiegare e dimostrare, attraverso l'analisi e la concatenazione dei fatti storici, come tutto ciò sia accaduto. E necessario riportare l'uomo al ruolo di fine e non di mezzo, ridefinire una gerarchia dei suoi bisogni fondamentali affinché possa riprendersi la propria vita con la libertà di orientarla secondo propri fini, ideali e speranze. -
Il futuro che (non) c'è. Costruire un domani migliore con la demografia
Welfare, lavoro, cultura, mercato, democrazia, innovazione, sviluppo sostenibile: questi temi evocano sempre più spesso apprensione e timori, come se ogni questione di ampio respiro fosse all'origine di nuovi problemi e ulteriori insicurezze. Eppure è in queste parole che si nasconde il futuro. Ma che cosa hanno in comune i processi di trasformazione che segnano questo scorcio di secolo? Una chiave di lettura efficace per spiegare e unificare fenomeni tanto complessi è offerta dalla demografia: con la sua capacità di interpretare i mutamenti che rivoluzionano i rapporti tra le generazioni, la vita dei singoli e le loro interazioni, dimostra come solo ponendo al centro le persone si possa produrre vera crescita. La sfida sta nel mettere in relazione positiva da un lato l'aggiunta di qualità (e non solo di anni) alla nostra vita, dall'altro la possibilità di contribuire al benessere condiviso, per tutti e a tutte le età, misurabile non solo in termini di ricchezza materiale. -
La battaglia delle idee. Alle radici della crisi (e del futuro) dell'euro
La crisi dell'euro ha portato a un sovvertimento sismico nella distribuzione del potere all'interno dell'Europa. A partire dai problemi finanziari che hanno afflitto in modi e misure diversi Grecia, Irlanda, Spagna, Italia e altri paesi dell'eurozona, è venuta allo scoperto una guerra fra differenti filosofie economiche, quella tedesca e quella francese. Alla prima fanno riferimento Austria e Finlandia (con Slovacchia e Polonia che sembrano più tedesche dei tedeschi), mentre la Francia è a volte vista come campione dell'Europa mediterranea. Uno scontro di idee e di ricette: regole vs. discrezionalità, responsabilità vs. solidarietà, austerità vs. stimoli alla crescita. Queste differenze avevano avuto un ruolo importante già a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, durante i negoziati di Maastricht. È stata proprio la crisi finanziaria globale a riaccendere il dibattito. I paesi creditori e debitori erano impegnati in un gioco strategico, gli uni e gli altri convinti che la controparte avesse tutto l'interesse a evitare il crollo del sistema; perciò la strategia di tener duro fino all'ultimo e spingersi sul ciglio del precipizio appariva plausibile e premiante. In questo modo, l'interazione tra le idee e la riflessione strategica sugli interessi ha condotto l'Europa a un passo dall'abisso. Per gli autori l'analisi delle differenze ideologiche può creare la possibilità di trovare un terreno comune, o quanto meno di comprendere meglio le posizioni altrui, contribuendo così alla soluzione della crisi. -
Ingegneri della Jihad. I sorprendenti legami fra istruzione ed estremismo
Il fulcro di questo libro è un fatto sorprendente. La jihad estremista non è combattuta da ignoranti o analfabeti, ma da persone che spesso hanno un livello di istruzione universitaria, e che non sono affatto povere. Il fatto ancor più sorprendente è però che gli ingegneri sono sovrarappresentati tra gli estremisti violenti di matrice islamista e fra quelli appartenenti all'estrema destra, mentre sono assenti a sinistra, dove prevalgono i laureati in scienze sociali e in studi umanistici. Quali sono le ragioni per cui gli ingegneri - e non i medici o gli avvocati o gli economisti - hanno molte più probabilità di abbracciare l'estremismo islamista? Nel cercare una risposta, il testo non solo guida il lettore a distinguere la singolare realtà dei fatti dai luoghi comuni sul terrorismo, ma apre nuove e inaspettate prospettive per capire la violenza politica e la natura dell'estremismo. -
I pochi eletti. Il ruolo dell'istruzione nella storia degli ebrei, 70-1492
Nel 70 d.C. gli ebrei erano per la maggior parte contadini analfabeti, residenti in Eretz Yisrael e in Mesopotamia. Nel 1492 erano diventati una piccola popolazione istruita e sparsa in una miriade di centri urbani, da Siviglia in Spagna a Mangalore in India, che si dedicava a mestieri artigianali specializzati, al commercio, al prestito di denaro e alla professione medica. Che cosa determinò questa radicale trasformazione? Il libro offre una nuova risposta a questa domanda. Tale trasformazione non fu innescata da persecuzioni o restrizioni giuridiche contro gli ebrei, quanto piuttosto dall'emergere di una nuova norma religiosa dopo il 70 d.C. che imponeva a ciascun ebreo di leggere e studiare la Torah e di mandare i propri figli a scuola o in sinagoga per fare altrettanto. Nei secoli successivi gli ebrei si trovarono a essere istruiti in un mondo di quasi totale analfabetismo.