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Al Sesia in bicicletta
Com'era Vercelli al finire della seconda guerra e negli anni successivi? Dopo le bombe di ""Pippo"""", gli inizi di una faticosa ripresa visti con gli occhi di chi a quei tempi era un bambino e poi un ragazzo, innamorato della vita. Il pittoresco mondo degli artigiani ambulanti e le semplici delizie della Cuntrà dla Gnacia, le singolari esperienze alle Scuole Cristiane e il folklore del mercato delle rane... E più avanti le bellezze al bagno alla piscina Enal e il fascino delle mitiche mondine... Un racconto fresco, colorito e avvincente che disegna il volto di una città dalle vie animate dai giochi infantili e ricca di speciali tradizioni gastronomiche, una città che offriva le verdi rive del suo fiume alle avventurose esperienze delle lunghe gite in bicicletta. Un mondo che non c'è più, un mondo da ritrovare."" -
Delitto sulla collina. Chi ha ucciso Sara Weber?
Moleto, minuscolo borgo defilato nel Monferrato casalese. Sara, una giovane avvenente e brillante, ha pagato caro la propria intrepida caparbietà e la propria curiosità. E chi, se non un altrettanto cocciuto e audace carabiniere siciliano poteva percorrere le strade fumose del mistero, sino al punto di spingersi ""oltre""""? Una storia nella Storia, tra campi incolti, vigne ordinate, e la luna rischiarante un piccolo mondo antico pieno di fascino. Un altro libro di Ernesto Camera, che segna il ritorno al 'giallo' fatta di dolente atmosfera provinciale e perplessa umanità."" -
Ricette maremmane
Le due sorelle Mimma e Marisa hanno sempre coltivato una passione profonda per l'arte culinaria che le ha sempre portate a sperimentare pietanze nuove, ricche di fantasia e senza mai perdere quei sapori e profumi tradizionali che allietano il palato di ogni buongustaio. Gli ingredienti risultano semplici e genuini, ma trattasi di una tipologia di ingredienti che se esaltati al massimo ci riportano indietro nella memoria e ci fanno riscoprire le origini della nostra terra. Spesso si tratta di ingredienti che possono sembrare poco nobili e molto economici, ma che sanno esaltare e celebrare il gusto proprio attraverso la loro fantasia. Mimma e Marisa sono allo stesso tempo antiche e nuove, curiose al punto da esplorare meticolosamente le radici popolari e popolane, così da entrare in possesso di una grande consapevolezza, quella che gli permette di riprodurre e rivisitare la cucina tradizionale, a volte anche rinnovandola con fantasia, ma senza mai mancarle di rispetto. I piatti che porteranno in tavola saranno per questo sempre una sorpresa, creati non per stupire, ma semplicemente per mangiare davvero insieme. -
L' alchimia poetica
I racconti e le poesie, raccolte in questo libro, alimentano ricordi di ieri, di chi ha vissuto le diversi fasi di una crescita sociale, dalla povertà, sino ad arrivare al salto di qualità, che inizialmente accolta come benessere, non sapendo che nel tempo avrebbe portato a perdere quello stile di vita aggregativo. ""La quotidianità itinerante, sempre da un impegno ad un'altro ci ha reso ciechi, sordi e egoisti."""" È qui che lo scrittore ha bisogno di ritornare indietro a riportar i valori, come il tessuto che si è cucito addosso e conservato. Invita di nuovo al giocare, al dialogo, a frequentare le piazze, i bar per rivivere la comunità, senza false ipocrisie. Naturalmente un poeta non perde mai di vista l'amore, ma tende ad esaltarne la passione, la beltà femminile, facendone una forza vitale. È una cosa nobile recuperare le memorie di chi ha vissuto prima di noi e metterle a favore di ogni lettore, perché ognuno ci troverà sempre un piccolo angolo della propria storia."" -
Io, Licia e l'oscuro
Ho scritto questo libro raccontando ""pagine della mia vita"""". Ho iniziato in un momento in cui mi si sono sovrapposte più difficoltà, conducendomi ad un periodo buio ma, come ho sempre reagito alle avversità, ho cercato qualcosa cui aggrapparmi, per risollevarmi. Ho voluto rivivere i momenti più significativi senza una cronologia, ciò che mi è venuto in mente e che ho avuto voglia di raccontare, l'ho scritto, come fosse una chiacchierata tra amici... Ho iniziato a farlo ed ho trovato conforto, in effetti ho molto vissuto da narrare, ogni cambiamento, anche quello più doloroso lo ho affrontato (e con me tutti i miei cari) sdrammatizzando; ho condiviso qualche episodio, creando una pagina facebook riscontrando molti commenti positivi, persone, non necessariamente con problemi di salute mi hanno lasciato messaggi, scrivendomi che le mie parole danno conforto ed aiuto, sono racconti che fanno fare """"pace con se stessi""""."" -
La Grande Guerra sulle tracce di Amedeo
Premio Firenze XXXVII edizione. Segnalazione d'onore sezione narrativarnrnLa Grande Guerra fu grande soprattutto nei numeri dei caduti e dei dispersi. Un treno tradotta che dalla Toscana si spinge verso la pianura padana e oltre. Primavera del '16. L'Italia assapora la guerra dal lato peggiore. La ""spedizione punitiva"""" promossa dall'esercito imperiale percuote il Pasubio e travolge migliaia di fantaccini sbigottiti. Amedeo è tra loro. Neppure il tempo per rendersi conto di cosa sta succedendo che giace disteso in terra con gli occhi spenti. Amedeo ha trent'anni, moglie, tre figli e un quarto in arrivo. Un ragazzo dell'86 che non farà in tempo a veder arrivare quelli del '99. Come migliaia di altri contadini, la mobilitazione generale lo coglie al lavoro nei campi. Dopo un borbottio di protesta si rassegna, prepara un fagotto di panni, sale su una tradotta e docilmente si fa a condurre a morire. Con lui, in una guerra scarsamente sentita e partecipata, scompare dalla storia la parte migliore della classe contadina. Tra la polvere, le urla di dolore, il crepitio delle mitragliatrici e gli schianti delle granate la gioventù rurale subisce in nome della patria il più grave degli espropri, quello della vita, sottraendola per sempre alle sue ordinarie occupazioni, agli affetti, alla famiglia, a un futuro di speranza."" -
Sa paradura
"Simone, rappresentante di una grossa ditta farmaceutica, a quattro anni dalla pensione, riceve la disdetta, come era successo altre volte, si mette alla ricerca di altre soluzioni lavorative. A differenza del passato però, il mondo gli gira le spalle e lui si ritrova giorno dopo giorno a corto di energie e sempre più solo. Decide di dare una svolta, chiedendo aiuto ai suoi affetti più cari, mettendosi in marcia con l'intento di guarire le sue profonde ferite esistenziali. Tra questa umanità è sopratutto il mondo femminile che è decisivo e con il quale si rende conto di avere i registri giusti per entrarci in contatto più profondamente. Gli incontri, le storie, si susseguono a ritmo serrato perché lui permette alla vita di entrargli dentro con spietatezza reagendo con grande ironia e sarcasmo. Le persone che ha frequentato, i libri che ha letto, i film che ha visto si trasformano in Virgilio e lo accompagnano in un girone dantesco che gli restituirà la voglia di continuare a credere nella vita. Al termine del romanzo si chiarirà il titolo e si capirà che per Simone le soluzioni stanno nei gesti semplici di empatia tra gli uomini e che la cura sta nella riparazione (sa paradura)""""." -
Il mistero dell'abbazia. La magia degli Ospitalieri in un'abbazia in terra di Maremma
Ci sono due motivi per leggere questo libro, il primo è perché si conosce la Maremma e le sue meraviglie, il secondo, ma non meno importante, anzi, la gentilezza e l'amore da donare ad una donna. -
11 femministi
Qualcuno c'è stato. Qualcuno, tra gli uomini, ha saputo riconoscere l'ingiustizia della condizione femminile e si è mosso, si è battuto, cercando di cambiare le cose. Questa raccolta di undici femministi, la prima nel suo genere, è un omaggio al pensiero femminista maschile, una storia ancora non sufficientemente studiata, un contributo che è anche un piccolo giro attorno al mondo alla scoperta di figure che meritano la nostra attenzione, per ricordarci quanto arduo è stato cambiare le cose e quanto ancora rimane da fare. -
Il bimbo di Fatini. Uno spaccato di vita contadina del ventesimo secolo
L'agricoltura di montagna è sempre stata povera e faticosa, tanto che, attualmente, in vaste aree marginali dell'Appennino è quasi scomparsa. Eppure quel paesaggio che abbiamo ereditato è in gran parte frutto proprio di un'agricoltura eroica che nel corso dei secoli ha contribuito allo sviluppo del nostro Paese, soprattutto in periodi difficili e di ricostruzione come fu negli anni dell'immediato dopo guerra; quel paesaggio che ora, con l'abbandono, presenta forti problemi di dissesto e di perdita della sua bellezza. Risale proprio a quegli anni l'apice di attività dell'agricoltura di montagna condotta dalle famiglie di contadini e pastori, ove anche i bambini dovevano partecipare con il proprio lavoro, talvolta in maniera drammatica perché vessati dai loro padri ma, per fortuna, anche in modalità più umane senza togliere loro la serenità, la curiosità, la spensieratezza e la gioia tipica di quell'età. Uno di quei bambini, rievocando le sue memorie, racconta un mondo che non c'è più: l'alternarsi di quelle gesta metodiche, la descrizione e l'uso di attrezzi ormai sconosciuti, il cibo, i suoni e quell'atmosfera di un passato che fa parte della nostra storia e della nostra cultura. -
I legni storti
Dopo la grande guerra e la rivoluzione sovietica, conquistati alle idee di progresso sociale, pensavano che le cose per loro potessero davvero migliorare ed erano orgogliosi di essere immortalati in una fotografia per la festa del primo maggio. Ma si sbagliavano di grosso e la storia andò diversamente. Lo scontro politico di quegli anni li vide soccombere e furono rilegati ai margini della vita economica e sociale. E quel ritratto, finito in mano alle autorità, costituì un grosso problema, soprattutto per quelli che rifiutarono la tessera del fascio. Legni storti che il regime non riuscì mai del tutto a raddrizzare, né con le buone né con le cattive. Per quanto isolati e controllati, furono capaci di una tenace e silenziosa opposizione fatta anche di gesti beffardi. E dopo l'8 settembre 1943 parteciparono in vario modo alla resistenza contro il nazifascismo. Un libro dedicato a chi ha consumato la propria vita osteggiando la dittatura e solo in età avanzata ha visto nascere una nuova Italia fondata sui principi costituzionali di democrazia, libertà e giustizia sociale. -
Nanni del bar e il professore. Storie, storielle, ottave rime, aneddoti e ritagli di vita maremmana
Un dialogo continuo, ora serio ora dolcemente scanzonato, tra un professore di mezza età e Nanni, il barista del paese che ne è il suo alter ego, in un paesino qualunque, uno come ve ne sono tanti (e quasi tutti uguali) con il proprio bar, la piazza, la torre e la chiesa, adagiato nella campagna della Maremma Toscana ma non così troppo lontano dal proprio capoluogo Grosseto per non risentirne degli echi e viverne gli effetti. Tante storie, più o meno importanti, di vita quotidiana alternate a racconti, ricordi, aneddoti e proverbi. Tante scenette vivaci, tipiche dei racconti ""al canto del fuoco"""" di tradizione orale, dove ai guizzi e alle """"perle"""" del frizzante, esilarante e a volte un po' scorbutico personaggio del barista fanno da spalla le riflessioni quiete e serene del professore. Due personaggi, quelli di Nanni e del professore, che si ammirano a vicenda anche quando battibeccano fra di loro, che si amalgamano e si cercano di continuo, quasi a volersi completare più che confrontare. Il linguaggio volutamente lasciato a metà strada fra la lingua italiana e il dialetto maremmano."" -
Il viaggio. I giorni di Erto...
"Queste pagine vengono da lontano. Si sono formate lentamente, goccia a goccia, sedimentandosi sul fondo dell'anima a formare uno strato in movimento. Spesso facevano capolino tra le fessure per poi rientrare nei meandri della coscienza. Col tempo il tappeto si è ingrandito, agitandosi e premendo. Pacatamente le ho messe in ordine, misurate, catalogate. Ma restavano sul fondo, chiedendo spazio e luce. Invece le tenevo al buio avvertendo il disagio di farle vivere, di dargli corpo e voce. Le temevo. Giorno dopo giorno questo lago è diventato autoritario, prepotente, l'argine ha scricchiolato sinistramente. Quando sono sgorgate libere e luminose, la diga non ha retto. Come quella del Vajont, da sempre viva tra i ricordi del passato. L'ondata ha spazzato l'artificialità del pudore, le infrastrutture sterili del giudizio, il filo spinato del vissuto, la ruggine dei pregiudizi, l'imbroglio mentale. Da quel momento la tastiera è diventata libertà, le dita lo strumento per dare voce ai personaggi, allo scenario dove si muovono. In mezzo diamanti di vita reale. La regia l'ho affidata a quell'amore in cui ho sempre creduto tenendo lontano, con molti sacrifici, ipocrisia e perbenismo""""." -
Amori sui generis
Questa raccolta di racconti nasce dalla comune passione per la parola di un gruppo di scrittori, giornalisti, editor, lettori e amanti dei libri. Storie che hanno per tema l'Amore in tutte le sue sfaccettature. Proprio per questo è stata suddivisa in quattro sezioni che rispecchiano il genere di amore trattato: amori misteriosi, amori confidenziali, amori familiari e amori stravaganti. Che siano inimmaginabili, sorprendenti, folli, appassionati, brucianti, inaspettati, profondi, fedeli, falsi, delicati o violenti, gelosamente custoditi dentro l'anima o consumati nella penombra di un vicolo, tutti gli amori pongono comunque uomini e donne di fronte a se stessi, ma anche all'inesplicabile, perché l'amore rimane l'unica forza che non riusciamo a manovrare a nostro piacimento. Gli autori di questi racconti sono convinti della forza dei sentimenti, del loro potere energizzante, lenitivo e rassicurante. Autori ardimentosi, anche, perché per scrivere di sentimenti è necessario provarli e mettersi a nudo, prima davanti a noi stessi e, poi, ai lettori. E per fare questo ci vuole coraggio, molto... (Dianora Tinti) -
Alle origini del cristianesimo: culto e riflessione teologica
Il tema del culto nel NT e, in generale, nell'epoca in cui è stata prodotta la documentazione neotestamentaria che riteniamo fondante per la vita cristiana, è molto meno approfondito di quel che potrebbe sembrare a prima vista. In realtà, quando si parla di culto non sempre s'intende una realtà univoca ed è difficile liberarsi dalla tentazione di operare delle retroproiezioni delle prassi cultuali ecclesiali, con il tacito pregiudizio che l'attività cultuale vissuta nelle proprie chiese provenga direttamente, e senza che ci sia necessità di provarlo, dalla prassi cultuale dei primi giorni del cristianesimo. La relazione tra culto e riflessione teologica merita di essere approfondita, non solo per quello che ha significato nella costruzione dell'identità cristiana ma anche per quello che continua a significare. L'uso di formule rischia di dare per scontate cose che scontate non sono. È il caso della formula lex orandi lex credendi, che ha finito per essere utilizzata unidirezionalmente, come a dire che i contenuti del credere sono dettati dalla liturgia. In realtà, la formula si può capovolgere affermando che il credere determina il culto. Sia come sia, occorre riconoscere che la distanza tra culto e fede è oggi amplissima ed è urgente recuperare l'atteggiamento di ricerca delle origini quando, non immediatamente, i seguaci di Gesù cominciarono a dirsi cristiani (At 11,26; 26,28; 1Pt 4,16). -
Ecclesiologie di comunione nella Chiesa antica (I-III sec.). Presupposti per gli sviluppi ecclesiologici
Il volume presenta un itinerario ricco diacronicamente ma anche sincronicamente, nel tentativo di mettere in luce simultaneamente la ricchezza della riflessione cristiana delle origini e le differenti prospettive che la Chiesa al suo interno esprime nelle diverse confessioni - cattolica, ortodossa e protestante - che ne animano la riflessione e la vita. Se dopo siffatto itinerario sembra difficile poter pronunciare una parola definitiva, tuttavia dai testi si può osservare facilmente l'emergere macroscopico di una chiara convergenza sull'importanza dell'utilizzo del termine koinonia nell'ambito della riflessione e della vita ecclesiale, e simultaneamente anche dei suoi limiti semantici che spesso le hanno fatto preferire terminologie più precise e specifiche. -
La via della comunione riconciliata. Verso la manifestazione visibile di quella fraternità che già unisce i credenti
Siamo chiamati a essere un popolo che vive e condivide la gioia del Vangelo, che loda il Signore e serve i fratelli, con l'animo che arde dal desiderio di dischiudere orizzonti di bontà e di bellezza inauditi a chi non ha ancora avuto la grazia di conoscere veramente Gesù... Come alle origini l'annuncio segnò la primavera della Chiesa, così l'evangelizzazione segnerà la fioritura di una nuova primavera ecumenica. Come alle origini, stringiamoci in comunione attorno al Maestro, non senza provare vergogna per i nostri continui tentennamenti e dicendogli, con Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68). Grazie allo Spirito Santo, ispiratore e guida dell'ecumenismo, la direzione è cambiata e una via tanto nuova quanto antica è stata indelebilmente tracciata: la via della comunione riconciliata, verso la manifestazione visibile di quella fraternità che già unisce i credenti. Dal discorso di papa Francesco al Centro Ecumenico WCC di Ginevra (21 giugno 2018) -
Il Sé tra ragione ed emozione. Come le neuroscienze interrogano la teologia
Il presente lavoro - frutto di un progetto di ricerca in Antropologia Teologica - intende offrire una riflessione sul Sé tra ragione ed emozione in un dialogo interdisciplinare tra scienze teologiche e scienze empiriche. Che impatto hanno avuto le emozioni nell'uomo biblico? Quali indicazioni ci offrono per un nuovo modo di approcciarsi alle questioni teologiche? Come esse influiscono sul rito o sul comportamento morale? Sono le domande a cui i docenti interpellati cercano di dare risposta nei loro contributi i quali, oltre allo sforzo di ricerca degli autori, sono anche frutto dell'attiva interazione con gli studenti nel corso delle lezioni. Auspichiamo che questo testo possa costituire un ulteriore slancio per una più approfondita riflessione sul tema che favorisca una rinnovata forma di ""fare teologia"""" alla «riscoperta del principio dell'interdisciplinarietà: non tanto nella sua forma """"debole"""" di semplice multidisciplinarità, come approccio che favorisce una migliore comprensione da più punti di vista di un oggetto di studio; quanto piuttosto nella sua forma """"forte"""" di transdisciplinarità, come collocazione e fermentazione di tutti i saperi entro lo spazio di Luce e di Vita offerto dalla Sapienza che promana dalla Rivelazione di Dio» (VG 4)."" -
«Nel mondo, ma non del mondo». Chiesa, società e martyria. Ripensare il presente alla luce dell'esperienza cristiana delle origini
"Il volume, frutto dei lavori del Progetto di Ricerca dei docenti e dei dottorandi dell'Istituto di Teologia ecumenico-patristica """"San Nicola"""", rientra nel più ampio programma di studio, con stile ecumenico, che la Facoltà Teologica Pugliese conduce da diversi anni. Grazie ai contributi di docenti di varie discipline e di differenti tradizioni cristiane, il testo propone un approfondimento multiprospettico sul tema della martyria, in continuità con le riflessioni degli anni precedenti su culto e koinonia. La testimonianza/martirio interpella i cristiani di ogni tempo e di ogni confessione, secondo la duplice istanza dell'annuncio sino ai confini della terra e della lotta fino all'effusione del sangue, nel rapporto tra Chiesa e mondo da rivitalizzare continuamente. Di fronte a questo compito le differenze appaiono meno marcate e le teologie si rivestono di umiltà; così, una seria e attenta analisi offre ai cristiani di oggi una ragione in più - non certamente secondaria - per riscoprire il meraviglioso cammino della loro Unità.""""" -
Partecipare ai doni dell'altro. Riconoscere il valore della grazia concessa ad altre comunità cristiane
Chi è il mio prossimo? - chiedeva un giovane a Gesù: il tuo prossimo - rispose il Signore - è colui il quale ti si presenta davanti, ciò che accade davanti a te, oggi. Tutti noi siamo i prossimi degli altri e occorre una vita per comprenderlo fino in fondo. L'altro, il fratello, sono il più vivo sacramento della mia umanità, solo gli altri mi fanno capire chi sono e verso dove sto camminando. Il papa lo dice chiaramente: ci apparteniamo come fratelli, ci apparteniamo come cristiani. Ci apparteniamo. È una parola forte, a tratti scomoda. Tu mi appartieni, io ti appartengo, sa di costrizione: qui è in gioco la nostra libertà. Che di libertà si tratti è chiaro quando riconosciamo che nella nostra vita possiamo fare a meno degli altri per raggiungere i nostri scopi ma ci sentiamo irrimediabilmente soli. Siamo davvero liberi ma non così tanto da rinnegare ciò che siamo in profondità. Liberi di fare scelte, anche sbagliate, non liberi di pagarne le conseguenze.