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Rose. Ediz. illustrata
L'opera più celebre del maestro Pierre-Joseph Redouté, in una pregiata edizione a colori. -
Lusi, una sirenetta moderna e altre fiabe
Melusine, detta Lusi, fa la domestica presso una ricca coppia borghese nella Germania di inizio Novecento. Ogni tanto esprime qualche bizzarra richiesta che insospettisce i suoi datori di lavoro, come ad esempio poter passare il suo giorno libero chiusa in bagno. Certo è che, da quando è arrivata, la casa è ben governata e, mentre la crisi infuria, ella si offre addirittura di aiutare economicamente la coppia. La paura del diverso, però, vince su ogni altro sentimento, e i padroni alla fine decidono di chiamare la polizia, scoprendo così la vera natura della giovane… Questa breve raccolta di fiabe ambientate nella modernità, scritte e illustrate da uno tra i più caustici scrittori e caricaturisti tedeschi, fu pubblicata solo nel 1935 in Olanda con il titolo “Die Märchen” (Fiabe), mentre Heine era in fuga dalla Germania nazista. -
I pescatori di stelle
1925, Parigi, notte. Due uomini vagano per la città alla ricerca di una donna misteriosa e di Jean Cocteau, reo – a loro dire – di aver rubato il testo di un’opera. Sono il poeta e scrittore Blaise Cendrars e il compositore Erik Satie. Mentre esplorano Parigi tra le fumose brasserie dei sobborghi e i locali alla moda del centro o tra i corridoi nascosti dell’Opéra Garnier, i due si imbattono in quell’umanità varia che animò la capitale francese nei primi decenni del XX secolo: espatriati russi, musicisti, scrittori, pittori, registi. Durante la loro movimentata odissea notturna, popolata da personaggi come Chagall, Modigliani, Apollinaire, Delaunay, Chaplin, i due si lanceranno in sogni di gloria, tra reale e immaginario, ma, soprattutto, costruiranno una nobile amicizia tra “perdenti”, artisti che non hanno ancora ottenuto il riconoscimento dei loro contemporanei e vivono a stento della loro arte. La scelta di figure apparentemente marginali all’epoca testimonia la tenerezza per gli esseri umani che muove l’autore e la sua scrittura vivida che ci riporta al passato come se fossimo lì, a passeggio nella città delle luci insieme a loro. Un poetico viaggio nel tempo nel quale i dettagli storici, che costellano leggeri la storia, conducono il lettore con humour e tenerezza in una notte incantata di un’epoca artistica irripetibile. -
L'abbaglio
Melissa lavora all’asilo nel bosco della Fonte, centro olistico fondato da Veronica, sua maestra e modello. Il carisma della donna ha spinto Melissa a sposarne la visione del mondo, tanto che quando il padre si ammala di cancro lo convince ad affidarsi alle cure di un medico alternativo. Ma il padre muore. Melissa prova a negare la realtà finché non è costretta ad ammettere il tragico abbaglio di cui è stata vittima, ed è travolta dalla colpa, dal crollo dei valori in cui ha creduto, e soprattutto dal tradimento di Veronica, che ritiene responsabile ultima. Da quel momento le sue azioni diventano mirate a una sottile quanto violenta vendetta, che trasforma l’atmosfera del romanzo in un cupo noir in cui carnefici e vittime sono ruoli che man mano si adattano ai vari personaggi, prigionieri di una storia di auto-inganni. Attraverso un abile gioco di specchi condotto dall’autrice assistiamo alla metamorfosi della protagonista: da manipolata a manipolatrice, Melissa dovrà fare i conti con le proprie emozioni più oscure, che la porteranno a contemplare e ad abbracciare il male trovando sempre una forma di giustificazione morale per le proprie azioni. -
Miss Lovell
Nella New York di metà Ottocento, Charlotte è una madre nubile che rinuncia con dolore alla potestà della figlia Clementina, “Tina”, sperando così di assicurarle un futuro migliore. Dopo aver vissuto buona parte della sua infanzia in orfanotrofio, Tina viene accolta dalla ricca cugina della mamma, la vedova Delia Ralston, e le tre iniziano una convivenza dai delicati equilibri. L’angoscia di “zia” Charlotte e i dissidi interiori dell’altera Delia esploderanno in un crescendo narrativo con l’evolversi delle vicende sentimentali di Tina. In questo breve romanzo troviamo una Edith Wharton al meglio delle sue abilità letterarie. Lo sguardo ironico ma ricco di compassione per l’essere umano, i personaggi che provano a sgretolare le regole imposte dalla società, il coraggio di affrontare temi scabrosi per l’epoca e l’acuta capacità descrittiva della società del suo tempo si dispiegano qui in un romanzo densissimo. Il libro ebbe una vasta eco e ispirò nel 1935 lo spettacolo teatrale omonimo (adattamento di Zoë Akins, con cui vinse il Pulitzer per la drammaturgia) e nel 1939 un fortunato quanto osteggiato film con Bette Davis e Miriam Hopkins. -
Immanenza
Il mondo sembra costituito da due realtà o forze misteriosamente concomitanti: per un verso l’inesauribile potenza e bellezza della natura, per l’altro l’inesauribile dominio del male, diabolicamente operante sia nella natura stessa sia nella società e nella storia. Intorno a tale dilemma gravita la meditazione poetica di Mario Andrea Rigoni: sorta di diario-testamento (prosecuzione del precedente “Colloqui con il mio demone”) nel quale l’esperienza personale (infanzia, natura, amore, dolore, lutto, inesistenza o lontananza di Dio) si salda costantemente alla visione metafisica. Con questi versi d’impressionante immediatezza ed evidenza, rese possibili da uno stile poetico tanto incisivo quanto semplice, il libro, che esplora vari lati della nostra “immanenza” nell’essere, rappresenta un unico e prezioso contributo al nostro panorama letterario. Analisi metrica di Luigi Cerantola; Postfazione di Francesco Rognoni. -
Salvatemi dagli amici
Che effetto fa, sulla mente di un povero scrittore, la miriade di consigli non richiesti provenienti dagli amici carichi di buone intenzioni? A questa domanda semi-seria prova a rispondere Wilkie Collins nello scritto che dà il titolo al volume, “Salvatemi dagli amici”, articolo edito originariamente a metà dell’Ottocento su «Household Words», una delle riviste di Dickens. La raccolta contiene anche “Una petizione ai romanzieri”, che prova a porre rimedio alla mancanza di inventiva nella narrativa dell’epoca, e “Dateci spazio!”, che denuncia i pericoli del sovraffollamento nei party privati. Tre scritti che risplendono dell’ironia e dell’intelligenza di un autore di cui c’è ancora molto da scoprire. -
Elegie
“I miei diari sono giorni, Giorni di carne e realtà. Il calendario Ricorre per dirci chi siamo, O eravamo, per lodare o biasimare. Ecco, quel giorno arriva Di nuovo. La finestra è pietra umida In cui è impossibile guardare. Luce e sole, Senza alcun riflesso, un terreno liscio, Che slitta su uno spazio vetroso. Rabbrividisco al ricordo, E da una vita mancata, una crescita spezzata Scolpisco la mia folle poesia. Il cancro non è una metafora. Una lastra lucente di pioggia sulla betulla alla finestra In questa giornata soprannaturale di marzo, Assottigliata, fatta crepuscolo, finanche stella lucente, Fredda e pietosa.” -
Lo specchio sonoro
«Tamara oggi ucciderà sua madre. Ma non è un mostro. Non è lei la cattiva». Inizia così la storia di Tamara, cui spetta il compito di porre fine al male tramandato per generazioni nella sua famiglia. In questo non è sola: l’accompagna un coro di antenate, voci del passato come quella di Ada e di Claire, che le rivelano segreti che attendono solo di essere svelati. C’è dunque un narratore collettivo che spazia dall’India post-coloniale all’Inghilterra rurale e che tratteggia scenari sociali diversi, dal sistema delle caste al razzismo verso gli immigrati. Capire la relazione tra queste tre donne è il vero mistero dell’opera e l’intreccio viene sciolto lentamente mentre si dipana la storia dei personaggi, nella quale confluiscono la violenza collettiva e quella privata, le relazioni ambivalenti tra madre-figlia e quelle di classe: la storia di tutti che riecheggia lungo la linea di sangue di una famiglia. -
L'inafferrabile
Josiane de Valneige, protagonista di questo romanzo epistolare, è una giovane cortigiana, bellissima e ricca ma anche esausta, depressa, disperata. Ha una sfilza di amanti importanti, la sua fama è all’apice ed è sempre al centro della stampa scandalistica, ma Josiane non si rassegna alla superficialità del mondo che la circonda ed è alla continua ricerca del vero amore – che però non si fa mai afferrare. Ballerina, scrittrice e cortigiana, l’autrice di questo romanzo è considerata oggi una delle pioniere del femminismo. Edito nel 1898, quando Liane de Pougy aveva ventinove anni e alle spalle uno scandaloso divorzio con un uomo violento, “L’inafferrabile“ costituisce uno squarcio sulla Belle Époque e sulle sue contraddizioni, tra sfarzo e miseria, libertinismo e ipocrisie. -
Il nostro Mr Wrenn. Le avventure romantiche di un gentiluomo
Opera giovanile di Sinclair Lewis, “Il nostro Mr Wrenn” racconta le romantiche avventure di un giovane in cerca di libertà. Protagonista molto amato da Pavese, la cui traduzione del romanzo viene oggi riproposta dopo lunga assenza dalle librerie, il signor Wrenn è un uomo timido e impacciato, sognatore di viaggi e di avventure. Un giorno, dopo aver ereditato, lascia il lavoro e parte per l’Europa; lì si innamorerà, «goffamente e melanconicamente» dirà Pavese, di Istra; il loro rapporto sarà ricco di alti e bassi, fino a quando la donna non si accorgerà che Mr Wrenn è molto più autentico degli amici radicali e attivisti di cui si era circondata, pensatori “all’acqua di rose”. “Il nostro Mr Wrenn” uscì nel 1914 e si fece subito notare per lo stile originale e la freschezza dello sguardo. È un romanzo in cui si ritrovano già tutti i temi – la ricerca di libertà di fronte alle norme irragionevoli della società, l’America descritta come un Paese malato di moralismo – cari all’autore che più tardi, proprio per questa capacità di analisi, avrebbe vinto il Nobel. -
Larry sedia a dondolo
Il 2 luglio del 1982 Lawrence Richard Walters, un camionista americano, decollò dal giardino della sua casa in California su una sedia a dondolo appesa a palloncini gonfiati con l’elio. Equipaggiato con panini, birre, una radio e un fucile, Larry prevedeva di alzarsi per una decina di metri, sgranocchiare qualcosa, bere un paio di birre, quindi sparare ai palloncini e posarsi dolcemente al suolo. Sbagliò i calcoli e si ritrovò a 4.600 metri di quota, tremando dal freddo e ostruendo il corridoio di avvicinamento all’aeroporto di Los Angeles. Riuscì comunque a sparare ai palloncini e, dopo una rocambolesca discesa, si posò a terra senza un graffio. Quell’esperienza estrema e sublime cambiò la sua vita. Smise di fare il camionista, divenne un personaggio pubblico, invitato da molte radio e tv, ma alla fine restò senza un soldo. Impiegò il suo tempo camminando in montagna e si offrì come volontario del servizio forestale degli Stati Uniti. Durante l’ultima camminata nei boschi, si tolse la vita sparandosi al cuore. La sua vicenda però non smette di affascinare chi ne viene a conoscenza e a lui Filippo Strumia ha dedicato questo divertito quanto struggente omaggio letterario. -
La scienza di noi
Una fuga affannosa, un uomo che sbaglia molto, un imbroglio in Corea, un lago con segreti imprevedibili, una misteriosa medievalista e le ombre dei suoi templari. Tutto vortica insieme, in sole ventiquattro ore: il vagabondaggio parte dall’Oriente, solca i cieli e piomba in una sonnolenta domenica romana. Ma la Città Eterna nasconde sorprese, incontri e agnizioni, tra lo stordimento del jet lag e i sintomi di uno scarto esistenziale. La sfida sarà immergersi nelle profondità del Sé. L’ossigeno sarà sufficiente per tornare alla superficie? Un romanzo filosofico che ha il ritmo concitato dell’insonnia e la vibrazione dei momenti in cui, finalmente, siamo al cospetto della nostra vera natura. -
Certo che sì!
È la storia di un uomo che si separa da una donna per consacrarle un libro. È la storia di un uomo che sa che un giorno dovrà scegliere tra la letteratura e la vita. È la storia di un uomo che ha scelto la letteratura. Per celebrare una donna. E la vita. Non è da escludere che il romanticismo e il (gusto del) romanzesco abbiano un ruolo decisivo in questa storia. -
Il giardino dei cento semi
Se durante le notti invernali (quelle in cui la primavera sembra un miraggio) avessi di fronte una pila di cataloghi di semi da sfogliare, quali sceglieresti per creare il giardino perfetto? Questa la domanda che si è posto il poeta, critico d’arte e giardiniere James Fenton, il quale ha selezionato cento semi e descritto con stile ammaliante le piante che ne nasceranno. Accompagnandoci nel suo giardino ideale, ricco delle suggestioni più disparate, di colori e di incredibile arguzia, l’autore ci regala un libro ottimista ed elegante che ci seduce grazie all’infinita varietà e bellezza delle piante. -
Quartetto per la fine del tempo
“Mio caro Jean, come certamente ricorderai sono scomparso nel 1925. Il vecchio Olivier aveva allora solo diciassette anni, eppure discuteva con me sul disordine ornitologico del boschetto di Clichy. Ho sempre pensato che la musica fosse un procedimento organizzativo di natura boschivo-entomologica, anche se mai mi è venuto in mente di trascrivere le allucinanti lamentazioni pomeridiane delle cicale, né le conversazioni notturne dei grilli. Dormivo nell’armadio tutto il pomeriggio per evitare ogni contatto sessuale con la signorina Veladon, e la notte mi rinchiudevo nella stanza degli ombrelli a meditare sul tempo meteorologico.” -
L'arte del conversare
Non c’è niente di più tedioso dell’essere sempre d’accordo, dell’andare a braccetto in ogni querelle e in ogni espressione di spirito. La conversazione, antica pratica umana, oralità che ha fatto nascere la scrittura e sviluppato la nostra possibilità di socializzazione, va però praticata scegliendo i giusti interlocutori, ovvero coloro i quali rendono proficuo questo naturale esercizio, stimolando il nostro intelletto attraverso la di sputa. Nasce da questa riflessione uno dei celebri saggi di Montaigne, che è anche una disquisizione sulla libertà d’espressione e sulla capacità umana di accettare il giusto contraddittorio. E cosa sono i Saggi se non una lunga conversazione con se stessi e col mondo, l’arte sofistica per eccellenza del visualizzare ogni cosa e il suo contrario, valorizzando la bellezza della complessità? -
Il figlio del padre
Diego Martín è un professore universitario al culmine dell’ascesa sociale fino al momento in cui uccide un uomo. Le ragioni di questo gesto – fuori da ogni logica apparente – risalgono indietro nel tempo ed è nel racconto della sua storia familiare che, alla fine, scopriremo i segreti che hanno condotto una persona tranquilla a trasformarsi in un crudele omicida. Figlio di immigrati poverissimi, giunti a Barcellona negli anni Cinquanta dalla campagna, Diego non ha mai superato il ricordo dello squallore, delle umiliazioni e delle ferite subite soprattutto da parte di suo padre. Di quell’uomo, vittima di una maledizione che sembra colpire i maschi della sua famiglia, ciò che resta è un’eredità fatta solo di sopraffazione e per il protagonista il desiderio più forte è sempre stato quello di non diventare mai come lui. Per questo se ne è andato di casa che era ancora giovanissimo e ha compiuto ogni sforzo per essere ciò che è ora. Invece, la notizia della morte del padre, che non vede da vent’anni, lo fa precipitare di nuovo in quell’inferno. Tornare in Estremadura, per gestire un’eredità che gli è stata assegnata proprio da quel genitore ripudiato, lo obbliga a rivangare il passato per chiudere i conti con la madre e i fratelli e, soprattutto, con il fantasma che lo perseguita. Per far ciò il prezzo da pagare è però altissimo: diventare il figlio di suo padre... -
L'allodola vola su Candleford. Vol. 1
Opera celeberrima nel mondo anglofono eppure mai tradotta in Italia sino ad ora, venne adattata dal National Theatre, trasposta in un’edizione illustrata che negli anni Ottanta vendette un milione di copie, ed è stata recentemente trasformata in una tv series dalla BBC. La sua autrice rimane ancora oggi enigmatica: sorta di scrittrice-antropologa, sul finire dalla vita a metà del Novecento Flora Thompson descrisse la società in cui aveva vissuto da bambina a Juniper Hill (nel romanzo il paese di Lark Rise), sobborgo ai confini tra l’Oxfordshire e il Northamptonshire. Tramite la protagonista, Laura, il lettore si immerge in una ricca ricostruzione immaginaria della realtà rurale inglese alla fine del XIX secolo. L’intreccio che segue la crescita di Laura è sorretto da una scrittura diretta e intensa ed è reso unico dalla presenza di un secondo narratore, il punto di vista dell’autrice adulta, talvolta in contrasto con lo sguardo della bambina. Un’opera unica che ritrae il crepuscolo della società rurale e l’inizio della modernità come la conosciamo. -
La muffa e le castagne. Biografia di Anjezë Gonxhe Bojaxhiu, detta Madre Teresa di Calcutta
Con “La muffa e le castagne. Biografia di Anjezë Gonxhe Bojaxhiu, detta Madre Teresa di Calcutta”, Michele Caccamo inaugura una nuova serie di ritratti di personaggi storici scritti nello stile della prosa poetica. Sarà un percorso immaginifico, tra finzione e biografia, tracciato nel tentativo di pensare il vissuto intimo, l’interiorità raramente colta dalle scritture ufficiali. In quest’opera, Madre Teresa viene narrata nel suo essere quotidiano, nelle sue titubanze, nelle sue paure. Un lavoro, quello intrapreso da Caccamo, che supera la struttura narrativa e si allinea a quella poetica, come già ha avuto modo di sperimentare nei volumi dedicati ad Anna Coleman Ladd e Alda Merini.