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Quando la rucola non c'era. La commedia della vita di un italiano del Dopoguerra
«Quando le mutande delle ragazze erano braghe, quando si faceva merenda e ci s’annoiava di una noia che non c’è più, quella dell’isolamento e della pioggia, quando si giocava in strada, e la “naia” era una cosa seria. Quando c’erano i casini, e i padri avevano fatto la prima e la seconda». Così inizia il racconto di Enrico Vaime, uno dei “padri nobili” della Tv italiana, entrato in Rai nel 1960, amico e sodale di Ennio Flaiano e di Marcello Marchesi, di Cesare Zavattini e di Luciano Bianciardi. Le storie di famiglia, della giovinezza a Napoli, dell’università e di lonesco, di una quasi-moglie fuggita in crociera, dell’ultimo concorso pubblico per entrare in Rai, esaminato da Ungaretti, Moravia e Pasolini, del lavoro di autore e sceneggiatore e delle scenette che quel genio comico di Marcello Marchesi imbastiva ogni giorno con il portiere di Viale Mazzini. Un testimone privilegiato che ha attraversato, lavorandoci, tutto lo spettacolo italiano, quello della rivista, del varietà, della commedia, della radio e della tv. -
Il pirata e il cowboy. Pantani e Armstrong, le storie maledette
C’erano una volta un Pirata e un Cowboy. Troppo breve fu il loro duello sulle strade del Tour de France e dell’Olimpiade, nell’estate del 2000. Troppo breve e zeppo di bugie: avessimo conosciuto allora l’intera verità sul conto di Lance Armstrong, il Cowboy, forse il giudizio popolare su Marco Pantani, il Pirata, sarebbe stato molto diverso. Il racconto di una rivalità che avrebbe potuto cambiare la storia del ciclismo moderno, nel cuore di una sfida da tragedia greca tra un Ettore e un Achille della bicicletta, merita di essere riscritto oggi. È tardi per porre riparo a una manipolazione della realtà che innescò uno spaventoso cortocircuito mediatico: ma certo è venuto il momento di riconoscere che il Pirata e il Cowboy erano due facce della stessa medaglia, la medaglia di un ciclismo nel quale pretendere di distinguere buoni e cattivi fu soltanto un penoso esercizio di ipocrisia. Abbandonarli all’oblio, fingendo di dimenticarli, farebbe torto non soltanto alle loro biografie. Ma a noi stessi. -
La perfezione della sfera
La sfera è la figura solida perfetta, che allude al divino. Nasconde in sé il segreto di affacciare all'esterno la minor superficie possibile per contenere un dato volume. La sua perfezione è anche difesa da tutto ciò che sta fuori. Albert Einstein sosteneva che i concetti della fisica sono libere creazioni della mente umana e non sono unicamente determinati dal mondo esterno. In un naturale processo di preservazione, i protagonisti di questo romanzo – Gio, Andrea e Marco – tendono a rannicchiarsi dentro alla propria essenza, mantenendo con calcolata misura abbastanza stretto il varco per poter penetrare dentro il loro guscio. ""La perfezione della sfera"""" è un romanzo di formazione ambientato tra le aule di una facoltà scientifica."" -
Le mie donne. Quaranta storie di italiane
I ""dialoghi sabelliani"""" con donne protagoniste del nostro tempo: un mix di intelligenza, umorismo, paradossi e sana cattiveria, quando ci vuole. Interviste a: Giovanna Mezzogiorno, Laura Morante, Isabella Ferrari, Lea Massari, Lella Costa, Monica Maggioni, Giovanna Botteri, Rula Jebreal, Maria Cuffaro, Beatrice Borromeo, Flavia Perina, Flavia Vento, Susanna Torretta, Lory Del Santo, Luciana Littizzetto, Serena Dandini, Michela Vittoria Brambilla, Mariastella Gelmini, Barbara Pollastrini, Giovanna Melandri, Alessandra Mussolini, Vladimir Luxuria, Elisabetta Gardini, Stefania Prestigiacomo, Franca Chiaromonte, Anna Finocchiaro, Clementina Forleo, Giulia Bongiorno, Fiona May, Donatella Versace, Carla Bruni, Diana De Feo, Lella Bertinotti, Ilary Blasi, Rita Montella, Anna Falchi, Sabina Negri, Cecilia Strada, Barbara Berlusconi, Elisabetta Ferracini (con Mara Venier)."" -
Al castello d'estate. Cronache d'autore in un paese da favole
I racconti e le cronache di un Premio Letterario che omaggia il Sud e la cultura libera e indipendente. -
Santa suerte. Una storia underground
La storia maledetta di Mauro, detto Mamamia ovvero Maradona. Raccontata in prima persona e dalla cella di un carcere: una vita fatta di trasgressione assoluta, attrazione fatale per il male, sfida continua alla morte. Un biglietto per l'inferno che sembra di sola andata, fra droghe, sballo e malavita. Da Londra all'India, da Ibiza a Regina Coeli. E poi un riscatto inaspettato. La scoperta della vera libertà: quella di accettare l'amore degli altri, per capire, alla fine, chi sei tu veramente. Prefazione di Antonio Padellaro. Postfazione di Pietro Vereni. -
Il manuale Cencelli. Un documento sulla gestione del potere. Nuova ediz.
Passano i decenni della nostra storia repubblicana, le stagioni politiche, i partiti e i leader. Ma lui non passa mai di moda. Alla fine, resta il Vademecum per eccellenza, il Metodo “infallibile” per spartirsi il potere in Italia. Il manuale Cencelli. Questo libro di Renato Venditti, uscito in prima edizione nel 1981, è un classico del giornalismo politico italiano: il testo che meglio spiega in cosa esattamente consista questo metodo e con quali modalità venga applicato. Ancora oggi. Nuova edizione arricchita da un'intervista esclusiva di Mariella Venditti a Massimiliano Cencelli. Prefazione di Luca Telese. -
Boris Giuliano. La squadra dei giusti
Questa è la storia della Squadra di San Giorgio, o della Squadra dei Giusti, se preferite. Giorgio era Boris Giuliano, poi c'erano ""Franz"""", """"'ngazziddu"""", """"Vicè"""", """"Tonino"""", """"'u nicu"""" e """"Peppino di Capri"""". Le giacche aperte, le fondine sul fianco destro con le Smith & Wesson calibro 38 Special Classic. Un ufficio come gli altri alla Questura di Palermo. Ma la loro era una squadra davvero speciale. È negli anni Sessanta che comincia la vera lotta alla mafia: senza pentiti, senza la legge La Torre, senza la Procura nazionale antimafia. A loro, alla Squadra dei Giusti si deve l'intuizione investigativa che la mafia abbia una struttura. Chi ha scritto questo libro è cresciuto in mezzo a quei poliziotti, ha mangiato insieme a loro, ha visto con loro bei film sullo schermo e brutti film per le strade insanguinate. Ha portato le bare di alcuni di loro sulle spalle e ha ancora negli occhi i volti delle vedove e degli orfani. Questa è la storia di Boris Giuliano, uomo e poliziotto, e della sua Squadra. Quelli che, alla fine, si arrabbiarono."" -
Animale da fosso. Con un'intervista all'autore di Francesco Aliberti
Torna in libreria il libro d’esordio di Maurizio Milani, con un’intervista inedita dell’editore Aliberti al grande comico di Codogno. Dopo gli epistolari d’amore alle belle della tv, del cinema e della politica e la scuola di cani bagnino più importante del mondo, diretta nientemeno che da Pamela Anderson, si ritorna alle basi, al manuale che vi insegnerà con tecniche semplici a buttar fuori di casa mamma e papà, cantare il repertorio verdiano con i gas digestivi, rubare sul posto di lavoro, impregnarsi di selvatico, ricattare sindaco e prefetto, rendere decorativo un morso di ratto, far ululare la propria sposa, guadagnare con l’estorsione cimiteriale e dar da mangiare ai vitelli senza ingrippargli il rumine. Inoltre, vi darà tanti consigli per far spaccare in due dal dispiacere i vostri genitori... senza vantarsi. -
Avrei voluto scriverti cantando
Novembre 1955. A Caccuri, un paese dell'entroterra calabrese, Leonardo, quarantasei anni, vive con sua figlia Carolina, sua madre Rachele e Luisito. Carolina, ormai cresciuta, chiede al padre la verità su quello che successe alla sua famiglia e soprattutto a sua mamma Elda anni prima. Dopo molte esitazioni, Leonardo decide di raccontare tutto. Scorrono come in un film le vicende, in pieno Ventennio, di un attivista comunista e di una famiglia rivale di ferventi fascisti. Un omicidio. Una condanna da scontare al carcere di Santo Stefano. Un presunto suicidio. E un amore che nasce fra due giovani delle famiglie nemiche, avviato anch'esso verso un tragico destino. -
Ayrton Senna. Il pilota immortale
Questa non è una biografia di Ayrton Senna. Questa è la storia di un'amicizia tra un giornalista e un pilota. Tra Ayrton e Leo. Da quella maledetta domenica di Imola del 1994, Senna si è insediato nella memoria collettiva come uno dei grandi miti sportivi contemporanei. Non solo perché se n'è andato a soli trentaquattro anni, in piena attività – ai piloti può capitare, fa parte del gioco. Ma perché era un pilota che si ostinava a invocare, nel giudizio delle qualità professionali, la considerazione per l'elemento umano. Ecco perché ci manca tanto, a quasi trent'anni di distanza. Manca a tutti. Agli appassionati di sport, ai tifosi di una Formula 1 che, dopo la sua scomparsa, non è mai più stata la stessa; al nostro presente, che avrebbe bisogno di veri, limpidi eroi. -
Nabokov
Mefistofelico, eccessivo, inaccessibile, Vladimir Nabokov, nel suo dorato esilio a Montreux, in Svizzera, concede l’intervista definitiva a un giornalista argentino, Charles Kinbote, di eccezionale audacia. L’intervista dura una manciata di giorni: Nabokov rivela la ragione dei suoi romanzi, veri e propri labirinti di cui egli è il Minotauro, custode di un segreto terribile. L’intervista, compromettente, non sarà mai pubblicata. Sulle sue tracce – in una Buenos Aires laida, corrotta da un contagio inspiegabile, da cui esplodono cani rabbiosi e una rabbia totale – si mette il narratore, avido di fama, deciso a pubblicarla. Il romanzo affonda nei reami della lussuria, tocca i micidiali tabù di ogni tempo – il suicidio, l’incesto – non si limita a raccontare: corrompe. Il grande autore di Lolita e di Fuoco pallido, padre e pretesto del romanzo, si rivela una sorta di dio gnostico, di vampiro: e se la letteratura fosse gemella del male? In fondo, il narratore non cerca che una redenzione, pur bestiale. -
L'oste dell'ultima ora
Chi era l’oste che servì il vino alle nozze di Cana? Dalla fantasia di Valerio Massimo Manfredi, il ritratto di un personaggio umile e forte a tu per tu con il mistero che cambia la Storia.La Storia è piena di testimoni inconsapevoli degli eventi che hanno cambiato il corso dell'umanità. Lo sa bene Valerio Massimo Manfredi, la cui opera letteraria è da sempre attenta, quasi manzonianamente, agli ""umili"""", capaci di restituirci uno sguardo semplice ed essenziale sulle grandi vicende del passato. Figlio di contadini senza terra nella Galilea sotto il giogo romano, il protagonista di questo lungo racconto è costretto a guadagnarsi da vivere inventandosi nuovi lavori, dal marinaio al taglialegna. Un giorno decide di mettersi in proprio, e di aprire una promettente rivendita di vino. Intanto, qualcosa di assolutamente nuovo, inaudito e sconvolgente sta accadendo proprio vicino a lui. La novità di una testimonianza che cambierà per sempre la Storia, e che ha le fattezze umane del figlio di un falegname di Nazareth. Il contatto avviene durante un banchetto di nozze, a Cana. L'oste è incaricato del vino, ma disgraziatamente ne ha portato troppo poco. Sarà allora testimone privilegiato di un fatto che non riuscirà proprio a spiegarsi. Ma il suo rapporto con il Nazareno e la sua strana compagnia di discepoli non finirà lì. Qualche tempo dopo, durante la Pasqua a Gerusalemme, gli verranno a chiedere ancora del vino: per celebrare quella che sembra una sera triste come una cena d'addio..."" -
Find your flow
Find Your Flow è un invito alla curiosità, alla ricerca costante di ciò che ci porta a vivere felici, all’ottimizzazione e alla valorizzazione di stili di vita sani, oltre che un inno alla bellezza e al potere delle passioni. -
Toledot. Generazioni
«La voce di Solange non ha accenti. Questo testo non ha aggettivi. Riporta un seguito di fatti, agiti da – o capitati a – una serie pittoresca e infinita di fratelli, sorelle, mariti, amanti, avi, cugini, figlioli, asiatici… Tanti fatti, ciascuno per sé eloquente. Chi se li trova davanti ne fa quello che vuole, Solange non perde tempo a incartarli nella psicologia o in qualche altra scienza umana.Il suo compito è più limitato, più alto. Lei non sta raccontando uno spicchio di storia del XX secolo; sta semplicemente testimoniando l'inanellarsi a lei noto di alcune generazioni – toledot – di una famiglia ebraica» (dalla Prefazione di Silvia Giacomoni). «Blanche, come la figlia Eliane, conosce i volti, la voce e le speranze di chi è stato cancellato dalla Shoà, là a Varsavia. Solange no. Blanche e Solange, entrambe sopravvissute e resilienti, entrambe sopravvissute per essere definitivamente ebree, non nel segno di una appartenenza religiosa o di una tradizione che lega e vincola, ma per essere loro le matriarche traghettatrici che sanno indicare ai figli e ai nipoti (e, assieme a loro anche a noi) verso quale sponda ognuno debba andare. In piena libertà» (dalla Postfazione di Gianpaolo Anderlini). Prefazione di Barbara Aiello e Silvia Giacomoni. Postfazione di Gianpaolo Anderlini. -
Cultura libera te
Un affermato hair stylist italiano, segnato dalla perdita della compagna, è in cerca di una via per elaborare il dolore che ha travolto lui e il giovanissimo figlio Filippo. Nel suo studio, un giorno, ricompare una cliente che non vede da tempo. Si chiama Barbara, ha lasciato l’Italia per vivere in una favela brasiliana, lavorare con i giovani diseredati, condividere tutte le loro miserie, le loro speranze, i loro sogni. L’hair stylist Mauro si lascia convincere dall’invito di Barbara a seguirla in Brasile, insieme a Filippo. L’idea è quella di creare una scuola di hair styling proprio lì dove l’alleato naturale dei capelli sono i pidocchi. Sarà un’esperienza difficile, ma dagli esiti inaspettati e straordinari. A Mauro e a Filippo, la favela impartirà una lezione di vita semplice ed essenziale: «Il male è dentro ogni mattone che metto insieme per costruire la piccola felicità di ogni giorno. Ora so affrontarlo». -
Il giudizio di Salomone. Israele-Palestina
«Oggi, più che mai, una sconfitta dell’antisemitismo e antiisraelitismo passa inevitabilmente attraverso una soluzione del conflitto israelo-palestinese. I contenuti, le soluzioni qui proposte non incontreranno immediatamente il consenso, e probabilmente saranno più le ostilità che le concordie.»La proposta di Vittorio Pavoncello si ispira, come dice il titolo, al celebre episodio biblico di Salomone e del suo giudizio sul bambino conteso da due madri. È come se Dio, qui, si facesse da parte: sono gli esseri umani a decidere del loro destino. Se le madri non arrivano ad una decisione, ad un accordo, ad uno slancio verso la salvezza della vita, il bimbo morirà. È una metafora forte e che ben si adatta al conflitto Israele- Palestina. Di morti ce ne sono stati già tanti, molti di essi bambini, appunto. La scelta è fra proseguire egoisticamente come madri oppure optare per la vita della prole con uno spirito di abnegazione che solo una madre autentica può avere verso il proprio figlio. Sacrificare la discendenza al proprio egoismo, oppure capire che il bene della vita e della discendenza è il bene e il fine da perseguire. L’idea è di dividere i palestinesi in due Stati, e di riformulare la geografia di Israele e Gaza, con tutto quello che comporta. Proposte forti e discutibili. Ma se si vogliono davvero cambiare le cose, se si vuole davvero trovare una soluzione a un dramma che si trascina da troppo tempo, bisogna avere il coraggio dell’impopolarità. Perché «la pace è una cosa nuova e nelle novità va cercata, perché possa sorprendere e rendere la guerra una pratica obsoleta». -
Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore. Lenore Kandel, la musa dell’amore hippy
Lenore Kandel è una figura tutta da scoprire per il pubblico italiano. Il suo libro di poesie ""The Love Book"""" provocò un terremoto nell'America degli anni Sessanta. Lenore fu tra le protagoniste della Summer of Love di San Francisco nel 1967: la stagione che avrebbe dovuto cambiare il mondo. Bellezza carismatica, forme rotonde e sensuali, un carattere forte e sereno, Lenore si legò a Bill, un membro della banda degli """"Hell's Angels"""". Proprio dal loro incontro comincia questa biografia romanzata, che trova una improvvisa, drammatica svolta nell'incidente in moto della coppia, da cui Lenore uscirà menomata e reclusa in casa per il resto della vita. Al centro di tutto resta """"The Love Book"""", un inno all'eros fra i più espliciti e totali che siano mai stati scritti."" -
Joy per sempre. Diario di un commissario di Polizia
La storia vera dell’incontro fra un commissario di Polizia e una ragazza africana. Lei, arrivata in Italia su un gommone, si ritrova invischiata nella rete della criminalità organizzata nigeriana. Lui, giovane capo della Squadra Mobile di Piacenza, la salva dalla strada offrendole la possibilità di una vita da donna libera e amata. Tra i due nasce un rapporto di fratellanza, da cui emerge una verità profonda: i veri salvatori, spesso, sono coloro che vengono salvati. Potrebbe essere un film, se non fosse che la vita è spesso molto più imprevedibile ed emozionante, proprio perché autentica. -
Pasolini a scuola. Formazione e impegno civile 1935-1954
Il ginnasio frequentato a Conegliano, a Cremona, a Reggio Emilia (con il trenino che ogni giorno lo portava da Scandiano a scuola); il liceo al Galvani di Bologna, con professori come Carlo Gallavotti. L'iscrizione alla facoltà di Lettere dell'Università di Bologna, l'incontro con Roberto Longhi, maestro assoluto di alta cultura, ma anche di silenzi, ironia, curiosità, eloquenza. Le amicizie con Serra, Leonetti, Roversi, Fabio e Silvana Mauri, Ardigò, Giovanna Bemporad: e in contemporanea gli esordi letterari e poetici, con i relativi entusiasmi e le prime battaglie critiche. Per un umanista integrale come Pier Paolo Pasolini, la vita di scuola è una dimensione fondante, che non conosce un chiaro confine fra la stagione dello studente e quella dell'insegnante. Così è del tutto naturale che, da allievo, egli si trasformi con un moto impercettibile nel «maestro delle primule», inventandosi la scuoletta di Versuta, nel pieno infuriare della guerra. Poi l'insegnamento alle medie di Valvasone, in uno scenario del dopoguerra friulano che sembra prolungare all'infinito quel «continuo e sostanzioso divertimento» che è l'essenza della pedagogia pasoliniana. Infine Ciampino, quando tutta un'altra storia sta per cominciare. Ma l'afflato pedagogico resterà intatto: poiché, a conti fatti, risulta il segno distintivo della personalità stessa di Pasolini, la sua vera, prima e ultima vocazione.