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Figlie di una nuova era
Quattro donne, un secolo di storia: Figlie di una nuova era è il primo capitolo di una nuova, avvincente trilogia tutta al femminile.rnrn«Carmen Korn, giornalista e scrittrice di gialli e romanzi per ragazzi, ha dato vita a una vera e epopea femminile attraverso l’instabilità politica degli anni Venti, il nazismo e la Seconda guerra mondiale sullo sfondo di una città che con i suoi quartieri, le strade e i locali diventa essa stessa protagonista.» – Luigi Forte, TTLrnrnUno strano destino, quello delle donne nate nel 1900: avrebbero attraversato due guerre mondiali, per due volte avrebbero visto il mondo crollare e rimettersi in piedi, stravolgersi per sempre sotto i loro occhi. Sono proprio loro le protagoniste di questa storia, quattro donne che incontriamo per la prima volta da ragazze, ad Amburgo, alle soglie degli anni Venti. Hanno personalità e provenienze molto diverse: Henny, di buona educazione borghese, vive all’ombra della madre e ama il suo lavoro di ostetrica più di ogni cosa; l’amica di sempre Käthe, di estrazione più modesta, emancipata e comunista convinta, è un’appassionata militante; Ida, rampolla di buona famiglia, ricca e viziata, nasconde un animo ribelle sotto strati di convenzioni; e Lina, indipendente e anticonformista, deve tutto ai suoi genitori, che sono letteralmente morti di fame per garantirle la sopravvivenza. Insieme crescono e vedono il mondo trasformarsi, mentre le loro vicende personali s’intrecciano in una rete intricata di relazioni clandestine, matrimoni d’interesse, battaglie politiche e sfide lavorative, lutti e perdite, eventi grandi e piccoli tenuti insieme dal filo dell’amicizia. Pagine che ci fanno respirare il fascino d’epoca di un mondo che non c’è più: i cocktail al vermut, i cappelli a bustina, gli orologi da tasca e gli sfarzosi locali da ballo, ma anche le case d’appuntamenti, i ristoranti cinesi e le fumerie d’oppio del quartiere di St Pauli. E poi la lenta, inesorabile disgregazione di tutto, la fine di ogni libertà, il controllo sempre più pressante delle ss, la minaccia nazista… -
Quattro madri
Il primo e più importante romanzo di Shifra Horn, un'autrice pluripremiata di fama internazionale: una grande voce femminile che racconta il suo Israele.rnrn«Folclore, mistero e fantasia si mescolano con cent'anni di storia» – The New York Times Nook Reviewrnrn«Dalla Persia a Gerusalemme, attraverso quattro generazioni tutte femminili, nel libro di Shifra Horn, ""Quattro madri"""": un romanzo di costume denso di """"materialità"""" e fitto di voci e suggestioni» – TTL - La Stamparnrn""""Quattro madri"""" racconta la storia di quattro generazioni di donne durante l'ultimo secolo a Gerusalemme. Amal, appartenente alla quinta generazione, è disperata poiché il marito, dopo la nascita del primo figlio, se n'è andato senza lasciare traccia. Al contrario sua madre, sua nonna e sua bisnonna si rallegrano dell'evento: la nascita di un maschio sano significa, infatti, che la lunga maledizione che pesava sulla loro stirpe è finita e non ci sarà più nessuna figlia femmina a ereditarla. Per consolarla, le donne raccontano ad Amal la storia di questa maledizione e la rassicurano sul suo destino e su quello di tutta la famiglia. Una famiglia di donne straordinarie: Mazal, l'orfana, dal cui matrimonio segnato dalla sciagura prende il via la maledizione; la bellissima Sarah, sua figlia, dai bei capelli dorati simbolo del suo potere taumaturgico; la figlia di Sarah, Pnina Mazal, la cui capacità di conoscere i pensieri degli altri è fonte insieme di gioia e dolore; e infine Gheula, madre di Amal, un'idealista dall'intelligenza penetrante, pronta a impugnare la causa di ogni diseredato. Epico, commovente e appassionante, Quattro madri, che ha per sfondo le tormentate vicende della Palestina e dello Stato di Israele, è un capolavoro narrativo, misterioso e fantastico, ricco di realismo magico da fiaba e di folclore da leggenda."" -
Emma, 1876
L'affresco storico di un'epoca lontana eppure così drammaticamente simile all'attualità.rnrn""Ho sempre pensato che da qualche parte in questo paese corrotto e moralista ci siano ancora degli uomini che sanno come dovrebbe essere fatta una società che si rispetti""""rnrnÈ il 1876, l'anno in cui cade il centenario della fondazione degli Stati Uniti. Charles Schuyler, pungente corsivista del «New York Herald», dopo quasi mezzo secolo torna dall'Europa con la figlia Emma. Ad accoglierli, l'aria salmastra e i fumi di una città tutta nuova: ormai straniero nella sua città natale, Charles non riconosce più nulla. Emma, invece, nata trentacinque anni fa in Italia, ha lasciato il vecchio continente per la prima volta: rimasta vedova di uno spiantato principe parigino – venuto a mancare improvvisamente durante una cena con l'amante –, cercherà marito e affermazione nell'alta società di New York. Nel frattempo, tra fastose celebrazioni, fanfare, fuochi d'artificio e smodate esibizioni di spirito patriottico, si consumano torbidi intrighi. Un patto segreto fra due partiti che si alternano alla guida del paese per truccare le elezioni, una totale mancanza di regole che permette alle élite di arricchirsi sempre di più, una corruzione dilagante a ogni livello nell'amministrazione statale: Emma, 1876 è l'affresco storico di un'epoca lontana eppure così drammaticamente simile all'attualità. Con questo romanzo prosegue la ripubblicazione di Narratives of Empire, grande saga composta da sette romanzi che, tra feroci polemiche e grandi consensi, hanno accompagnato Gore Vidal per oltre trent'anni: una vera e propria controstoria dell'America, dagli albori della repubblica statunitense fino al secondo dopoguerra, in cui s'intrecciano magistralmente episodi e personaggi reali e d'invenzione."" -
Daniel Deronda
Con una storia avvincente, dalle situazioni dirompenti e dai personaggi indimenticabili, viene qui riproposta una delle più importanti scrittrici britanniche che, al pari di Jane Austen e Virginia Woolf, rientra a pieno titolo tra i classici della letteratura.rnrnPubblicato nel 1876, Daniel Deronda è l’ultimo, brillante romanzo di George Eliot, e forse il più controverso. In questo libro, infatti, la celebre autrice di Middlemarch offre uno dei più lucidi e feroci ritratti della politica e dell’imperialismo di età vittoriana, della discriminazione sessuale e razziale, della tolleranza religiosa e del pregiudizio. Daniel Deronda è un giovane benestante di bell’aspetto, la cui natura sensibile e altruista lo spinge ad aiutare chiunque intorno a lui si trovi in difficoltà: da una sala da gioco alla riva del Tamigi, fino a un piccolo negozio di antiquariato, Daniel incontra così l’altezzosa Gwendolen, la giovane Mirah e l’erudito Mordecai. Tra coincidenze ed eventi mondani, le loro vite si intrecciano a quella di Deronda, che cercherà di risollevare le loro sorti e che ne verrà a sua volta inaspettatamente trasformato. Affidato fin da piccolo a Sir Hugo Mallinger, Daniel non ha mai saputo chi fossero i suoi genitori, ma un incontro accidentale getterà nuova luce sulle sue origini. Le contraddizioni della bella e viziata Gwendolen, i difficili trascorsi della delicata Mirah e i sogni religiosi di Mordecai accompagnano Daniel Deronda verso la consapevolezza di sé e verso un’insperata felicità, sullo sfondo dei costumi dell’aristocrazia inglese. Attraverso una variegata galleria di personaggi umani, Eliot affronta in maniera esplicita il tema del sionismo e dell’antisemitismo, con tinte vivide a metà tra l’indagine morale e il tono satirico. -
La primula rossa
Il primo di un ciclo di romanzi che unisce spy story, romance e romanzo d'avventura.rnrn«La sua vera forza scaturisce dalla vivida qualità cinematografica della scrittura» – Hilary MantelrnrnParigi, anno di grazia 1792. Il Regime del Terrore semina il caos. I “maledetti aristos”, sventurati discendenti delle famiglie aristocratiche francesi, vengono mandati a morte dall'implacabile tribunale del popolo: ogni giorno le teste di uomini, donne e bambini cadono sotto la lama della ghigliottina. Ma in loro aiuto interviene un personaggio inafferrabile e misterioso, il quale, attraverso rocambolesche e ingegnose fughe, riesce a portare oltremanica i perseguitati del regime, nella libera Inghilterra. Dietro di sé non lascia tracce, se non il proprio marchio: un piccolo fiore scarlatto, che gli varrà il soprannome di Primula Rossa. Ma quale identità si cela dietro questo pseudonimo? Chi è l'audace salvatore, disposto a rischiare la propria vita in nome della nobile causa? L'incognita ossessiona l'astuto e crudele funzionario del governo francese Chauvelin e affascina l'alta società inglese: ma la soluzione del mistero si rivelerà tanto insospettabile quanto geniale. ""La Primula Rossa"""", primo di un ciclo di romanzi scritto da Emma Orczy, è stato pubblicato nel 1905. Come scrive oggi Hilary Mantel, «la sua vera forza scaturisce dalla vivida qualità cinematografica della scrittura»: le immagini perfettamente inquadrate, l'emotività travolgente dei personaggi e l'equilibrio efficace tra narrazione e dialoghi hanno infatti conquistato generazioni di lettori e ispirato innumerevoli adattamenti per cinema, televisione e teatro. Ibrido tra spy story, romance e romanzo d'avventura, il ciclo della """"Primula Rossa"""" viene qui presentato in una nuova traduzione."" -
Sopravvivi all'amore
Brillante, scorrevole, ricco di riferimentirne capace di rendersi “vicino” al lettore. Montaigne non mirarnalla formazione di un sapere stabile e universale, ma arnsperimentare e, appunto, saggiare i più svariati aspettirndell’esistenza individuale.rnrnLeggere Montaigneè come vedersi riflessi in unornspecchio attraverso le parole di un amico. È a un dialogorncon un amico saggio e stravagante assomiglia larnlettura di questa selezione dei Saggi.rnIn Sopravvivi all’amore lo sguardo è rivolto all’intimitàrndel soggetto, caratterizzato da sentimenti comerntristezza, vanità, malinconia e collera: stati dell’animornche non sono semplicemente la cifra della fragilitàrndell’individuo, ma i presupposti per la sua aperturarna nuove prospettive esistenziali e della tendenzarna superare continuamente se stessi. Così, se l’amore èrnespressione della ricerca di una pienezza e strumentornper definire in maniera stabile l’identità personale, sopravviverernall’amore significa mantenere vitale la tensionerndell’esistenza rendendosi consapevoli del fattornche la vita è continua ricerca e costante rinnovamento.rnrnLa malinconia e la tristezza, in particolare, vengonornvisti da Montaigne come strumenti fondamentali perrnprendere le distanze dalla realtà, guardarla lucidamenterne ricondurre a se stessi ogni tentativo di modificarla.rnMa ciò non ci permette mai di superare la vanità,rncondizione fondamentale dell’essere umano, che tenderna compiacersi più delle cose altrui che delle proprierne ad amare l’agitazione e il cambiamento. Questa radicalerne strutturale incostanza mostra quanto non siamornmai in noi, ma sempre al di là di noi: qualsiasi cosarnci capiti di conoscere e di godere, sentiamo che non cirnsoddisfa, e andiamo anelando dietro alle cose future ernsconosciute, giacché le presenti non ci saziano.rnrnSopravvivi all’amore costituisce il terzo volume deirnSaggi di Montaigne, dopo Coltiva l’imperfezione e Larnfame di Venere, in cui ancora una volta emerge il suo stilernsaggistico, brillante, scorrevole, ricco di riferimentirne capace di rendersi “vicino” al lettore, che non mirarnalla formazione di un sapere stabile e universale, ma arnsperimentare e, appunto, saggiare i più svariati aspettirndell’esistenza individuale. -
Cambio di rotta
Dall'autrice della Saga dei Cazalet, un romanzo dalle atmosfere tutte nuove; con la finezza e l'eleganza che ben conosciamo, Elizabeth Jane Howard racconta la mondanità, la vita agiata dell'élite culturale, il mondo sfarzoso e nevrotico del teatro di fine anni Cinquanta.rnrn«""Cambio di rotta"""" è un quartetto d'archi, plasmati e interconnessi in maniera meravigliosa. Alberta ha il guizzo di un'eroina di Turgenev. Questo non è un libro da donne, è un libro per tutti noi» – The Observerrnrn«Howard è un'osservatrice davvero acuta del comportamento umano. I suoi volumi sono costruiti con tocchi minuscoli e brillanti... È questa la vera magia di Howard: la sua umanità trascende l'individuo» – The Sunday Timesrnrn«Una narratrice trascinante, avveduta e accurata nell'osservazione umana, con un orecchio affilato per il dialogo, che ha eletto la lingua inglese come suo oggetto di piacere» – The GuardianrnrnEmmanuel e Lillian Joyce sono una coppia di mezz'età appartenente all'alta borghesia londinese ebraica e cosmopolita. Lui è un drammaturgo di successo, lei, più giovane del marito, è una donna fragile, raffinata e mondana. A mediare tra i due, il manager tuttofare Jimmy Sullivan. I Joyce conducono una vita da girovaghi: Londra e New York per il lavoro di Emmanuel, ma anche frequenti vacanze in varie località del Mediterraneo. Emmanuel tradisce Lillian con molta disinvoltura, con le giovani attrici e le segretarie che subiscono il suo carisma; complice anche l'abile lavoro di Jimmy, Lillian accetta con rassegnazione le infedeltà del marito e conduce una vita ovattata. Quando c'è bisogno di una nuova segretaria, entra in scena Alberta, una ragazza molto giovane e ingenua che proviene da una numerosa famiglia di campagna e si ritrova catapultata all'improvviso in un mondo a lei del tutto sconosciuto. Mentre i due uomini cominciano a subire il fascino semplice della ragazza e Lillian inizia a temere che Alberta diventi la prossima amante di suo marito, l'irrequieto quartetto si trasferisce su un'isola greca, dove le dinamiche fra i quattro personaggi prenderanno una piega inaspettata..."" -
Il caso Léon Sadorski
Romain Slocombe firma un thriller atipico, pervaso dell'atmosfera classica del noir francese e al tempo stesso minuziosamente documentato sul piano della ricostruzione storica. Léon Sadorski, protagonista antieroe di una nuova serie di polizieschi, trascina il lettore in una Parigi oscura e corrotta.rnrn«Una penna come uno scalpello, netta, precisa, efficace: l'arte di Slocombe è quella di rendere la grande Storia terribilmente umana» – Ian Manookrnrn«Un poliziesco senza filtri né concessioni, minuziosamente documentato, che mette in scena un bastardo puro nella Parigi delle Citroën Traction nere, degli scantinati della Carlingue a rue Lauriston, delle uniformi grigioverdi» – Le Figarornrn«Il talento di Slocombe sta nel saper mescolare la letteratura popolare con la descrizione vertiginosa di un abisso ordinario» – Le MondernrnParigi, aprile 1942. La capitale francese è in piena Occupazione tedesca. La paura dei bombardamenti inglesi, i traffici illeciti, gli arresti arbitrari, la caccia serrata al terrorista e all'ebreo di turno sono all'ordine del giorno e la popolazione deve decidere se stare o meno dalla parte dei nazisti. Per Léon Sadorski, ispettore di polizia antisemita e anticomunista, la scelta è scontata: il collaborazionismo rappresenta l'occasione perfetta per ottenere privilegi e autorità. Personaggio dall'indole egoista e meschina, per lui l'Occupazione sarà anche l'alibi ideale per lasciare libero corso a tutte le sue bassezze e perversioni: si getterà quindi a capofitto nel suo lavoro di poliziotto, arrestando gli ebrei per spedirli al campo di lavoro più vicino, dando una mano alle Brigate speciali incaricate di intervenire contro i presunti terroristi e approfittandosi di chiunque. Ma, come tutti gli approfittatori, Sadorski è avido e codardo; e quando verrà arrestato inspiegabilmente dalla Gestapo e portato in una prigione di Berlino, dovrà giocare d'astuzia e affinare le sue armi per poter continuare indisturbato a fare i propri interessi nella Parigi collaborazionista. Romain Slocombe firma un thriller atipico, pervaso dell'atmosfera classica del noir francese e al tempo stesso minuziosamente documentato sul piano della ricostruzione storica. Léon Sadorski, protagonista antieroe di una nuova serie di polizieschi, trascina il lettore in una Parigi oscura e corrotta. -
Sotto gli alberi
Dick Dewy, figlio di un carrettiere e suonatore di violino, fa parte del coro della parrocchia di Mellstock, piccolo paesino immerso nella campagna inglese. Il giorno in cui il coro si esibisce alla scuola del paese, s'innamora a prima vista di Fancy Day, l'affascinante direttrice. Ma non è l'unico: dovrà infatti vedersela con numerosi altri pretendenti, fra i quali il nuovo vicario, il giovane e intraprendente Mr Maybold. Questi, oltretutto, animato da un desiderio di modernizzazione, è anche intenzionato a sostituire il vecchio coro e i suoi anziani membri con un organo meccanico. La battaglia per la sopravvivenza del coro sarà dura e costellata di peripezie. Ambientato in una splendida campagna inglese, ""otto gli alberi"""", dai toni allegri e idilliaci, è il più divertente tra i romanzi di Hardy e attinge con grande capacità affabulatoria alla migliore tradizione umoristica inglese. Tuttavia, la storia non manca di un retrogusto amaro, pervasa dalla consapevolezza di un mondo che, suo malgrado, sta diventando anacronistico. Scritto nel 1872 e periodicamente revisionato fino al 1912, il romanzo costituisce un importante passaggio all'interno dell'opera di Thomas Hardy."" -
Diario 1999
Come mi vedo io? Recentemente mi sono accorciato i capelli più del solito. A causa del taglio insolito mi pare di rivedermi nel corrigendo che sono stato, fuggito da una casa di rieducazione. Lui crede che quarant’anni dopo lo stiano ancora ricercando.rnrnCon questo libro, la Fazi avvia la pubblicazione dei diari di Valentino Zeichen, testi finora inediti di grandissima importanza sia dal punto di vista umano che culturale. In ""Diario 1999"""", annotazioni, pensieri, poesie ma anche piccole recensioni di film e sogni, stanno insieme a dettagliati resoconti di serate mondane, cene e incontri, cui Zeichen partecipò assiduamente per tutta la vita e che nel tempo gli permisero di collezionare una cerchia di amicizie davvero d'eccezione: un corpus di scritti prezioso e variegato, dunque, ricco di notizie sull'attività di letterati, poeti, artisti, noti e meno noti, vissuti a Roma a cavallo del Millennio. Scritto sul limitare di un secolo decisivo, il diario del 1999 offre un assaggio significativo di quella che è stata la capacità d'osservazione di Zeichen che, unita al suo spirito critico e talvolta pungente, mostrava sempre un punto di vista originale sul mondo. Nomi, fatti, aneddoti, commenti personali e giudizi senza peli sulla lingua, spesso spiazzanti, caustici, feroci, in puro stile Zeichen, rendono bene l'idea di quelli che sono stati i protagonisti dell'intellighenzia italiana in un determinato giro di anni. Amarezze, piccole gioie, riflessioni sulla vecchiaia e sul passare del tempo sono al centro di questo volume insieme alla constatazione degli spietati meccanismi del sistema culturale nostrano, spesso capace di emarginare o accogliere con disinvolta leggerezza. Un libro prezioso per capire l'uomo ma anche l'ottica originale di un poeta che è stato uno dei protagonisti assoluti della Roma intellettuale fra vecchio e nuovo millennio, fino a diventare figura di culto e quasi paradigma di ciò che vuol dire vivere di poesia oggi."" -
Il maestro di Quintodecimo
Un racconto edificante, basato su una storia vera, che assomiglia per le atmosfere e il tocco lieve al libro Cuore.rnrn""Ho trascorso molto tempo a scrutare le espressioni mute ma così eloquenti del maestro. Sentivo un fascino particolare verso questa persona che non rivolgeva mai la parola a nessuno, ma che aveva lo sguardo di chi può insegnare tante cose. Infatti, lui era un maestro. Di quelli che hanno il carisma non soltanto tra i banchi di scuola, ma che diventano anche maestri di vita. A Quintodecimo tutti lo rispettavano con una deferenza che assomigliava alla devozione.""""rnrnA volte sono le piccole cose, come una sensazione, un taglio di luce o un odore, a far riecheggiare i ricordi dell'infanzia, di quell'età spensierata in cui tutto appare magico. E così accade alla protagonista, una donna ormai matura, nel ripensare alla casa dove è cresciuta, nel piccolo paese di Quintodecimo. Dalla sua memoria di bambina riemergono i segreti e i profumi contenuti nel vecchio baule della madre e le note festose della televisione, quando la casa si animava di suoni e colori e l'intero vicinato si riuniva nell'accogliente cucina come per un grande evento. Tra le immagini e i personaggi di questo mondo arcaico e perduto spicca la figura misteriosa di Guerrino, il maestro del paese. Attraverso il diario intimo di quest'ultimo si ricompongono le vicende drammatiche di un uomo coraggioso che è riuscito a superare le difficili prove della vita e della storia. A soli sette anni, rimasto privo della vista e delle mani a causa dell'esplosione di una bomba, Guerrino sembra segnato da un destino inevitabile, ma l'intervento provvidenziale e quasi fiabesco della regina Elena di Savoia riconsegna al bambino, oltre alla vista, la vita stessa: da allora Guerrino si dedica con abnegazione e caparbietà allo studio e al disegno, trovando il proprio modo di vincere i limiti pratici e dare espressione alla sua forza interiore. Sempre sospinto da una volontà tenace, Guerrino si scontra con i dolori e le contraddizioni della seconda guerra mondiale, e poi, nel dopoguerra, diventa un insegnante appassionato e un pittore di successo, fino al riconoscimento come migliore maestro d'Italia. Un racconto edificante, basato su una storia vera, che assomiglia per le atmosfere e il tocco lieve al libro Cuore. Con una scrittura tersa e delicata, Maria Collina ricostruisce la favola tragica e profondamente umana di Guerrino e svela quanto la riservatezza e i silenzi del maestro siano stati per lei un'esemplare grammatica dei sentimenti."" -
Heidi
Hotel da incubo, Malattie imbarazzanti, Non sapevo di essere incinta e Sepolti in casa non bastano. Ormai la tv chiede sempre nuovi format, sempre più paradossali, sempre più surreali. Succede anche in Videogramma, un'azienda di contenuti in cui da anni lavora Chiara, trentacinquenne milanese, direttrice casting, single, irrisolta, piena di paure e ossessioni. Il nuovo capo, detto lo Yeti, chiamato anche per operare dei tagli, costringerà tutti i dipendenti a proporre format innovativi, pena il licenziamento immediato. Ma la situazione per Chiara si complica quando suo padre, Massimo Lombroso, un vecchio critico letterario del «Corriere della Sera» malato di demenza selettiva, viene cacciato dall'ospizio in cui è ricoverato perché ormai ingestibile. In attesa di trovare una nuova sistemazione, Chiara lo terrà in casa con sé. La convivenza però non sarà facile: lui la scambia da sempre per Heidi, il cartone animato che seguivano insieme quando lei era piccola. Tutto il suo mondo è popolato di caprette, monti e Peter. E Peter verrà ribattezzato anche il ragazzo trovato da Chiara per stare col padre quando lei è al lavoro, un giovane premuroso e preparatissimo che si prenderà cura dell'uomo fino a diventare insostituibile. Quando Chiara si troverà in difficoltà alla Videogramma, per le pressanti e impossibili richieste dello Yeti, sarà proprio questa sua nuova strampalata famiglia a darle una mano e, come per magia, tutto si risolverà per il meglio, non senza inaspettati e imprevedibili sviluppi. -
Servo e serva
La vita domestica di Horace Lamb: insensibile, spilorcio, tiranno, è l'unico a ignorare la passione segreta tra sua moglie e il cugino. Patrimoni e matrimoni, tradimenti e crudeltà quotidiane: il meglio di Ivy Compton-Burnett in un romanzo che lei stessa considerava il suo preferito, insieme a Il capofamiglia.«Ivy Compton-Burnett è l'amore della mia vita. Se non riesco a scrivere, bastano un paio d'ore con Ivy e mi rimetto in pista... non c'è nessuna come lei» – Hilary Mantel«Trascorsi molte notti felici leggendo i romanzi di Ivy Compton-Burnett. Era impossibile non accorgersi che aveva qualcosa di unico» – Rebecca West«Cercai tutti i suoi romanzi... a un tratto capii che li amavo in modo furioso; che ne avevo gioia e consolazione; vi regnava una chiarezza allucinante, nuda e inesorabile» – Natalia Ginzburg«Ivy Compton-Burnett, una Jane Austen novecentesca, impietosa e senza illusioni» – Paolo Bertinetti, TTL - La StampaHorace Lamb è un nobile tirannico che maltratta la servitù e i quattro figli (non la consorte: fra i due è lei quella ricca). Insieme a loro vive il cugino Mortimer – uomo invece molto pacifico che non si è mai sposato -, nullatenente e segretamente innamorato di Charlotte, che altrettanto segretamente lo ricambia. Quando la donna parte per un lungo viaggio in America l'equilibrio della casa traballa: il nuovo precettore dei bambini, Gideon, la sua invadente madre Gertrude e la remissiva sorella Magdalen entrano nelle dinamiche familiari e mescolano le carte in tavola... -
Mariti e mogli
Harriet Haslam, severa madre di famiglia, è in grado di scatenare un uragano con poche parole, con un semplice gesto, con uno sguardo. La sua insofferenza verso il mondo, acuita dall'insonnia che la tormenta, spesso si tramuta in furia, nonostante la silenziosa opera di Godfrey, accomodante marito-cuscinetto. Il più grande cruccio della donna è il futuro dei quattro figli: Matthew, il maggiore, preferirebbe darsi alla ricerca invece di iniziare la sua pratica medica; Jermyn ha assurde aspirazioni da poeta; Griselda è decisa a sposare il reverendo Bellamy, fresco di divorzio, mentre Gregory preferisce la compagnia di tre anziane signore a quella dei coetanei. Dopo un litigio con il primogenito Harriet tenta il suicidio e viene quindi portata in un istituto, dove trascorre sei mesi. Al suo ritorno, la situazione che trova supera le sue peggiori aspettative: ognuno dei ragazzi ha fatto di testa propria e, come se non bastasse, anche il marito ha in serbo per lei una spiacevole sorpresa. È davvero troppo: Harriet non ha nessuna intenzione di restare in silenzio… La geniale Compton-Burnett, amata dai lettori ma anche dai più grandi scrittori, ci ha lasciato un altro gioiello letterario da aggiungere alla preziosa collezione. -
Più donne che uomini
Con Più donne che uomini, uno dei suoi romanzi più apprezzati, torna nelle librerie italiane Ivy Compton-Burnett, grande autrice del Novecento inglese che ha raccontato i rapporti fra uomini e donne e le dinamiche familiari con uno stile unico e una sagacia senza pari, conquistando generazioni di lettori, ma soprattutto di lettrici.rnrn«Trascorsi molte notti felici leggendo i romanzi di Ivy Compton-Burnett. Era impossibile non accorgersi che aveva qualcosa di unico» – Rebecca Westrnrn«Ivy Compton-Burnett è l'amore della mia vita. Se non riesco a scrivere, bastano un paio d'ore con Ivy e mi rimetto in pista... non c'è nussuna come lei» – Hilary Mantelrnrn«Cercai tutti i suoi romanzi... a un tratto capii che li amavo in modo furioso; che ne avevo gioia e consolazione; vi regnava una chiarezza allucinante, nuda e inesorabile» – Natalia GinzburgrnrnIn una prospera cittadina inglese a inizio Novecento, un grande istituto femminile è diretto da Josephine Napier, un generale ingioiellato: alta e austera, un viso regale, «vestita e pettinata in modo da esibire i suoi anni, anziché nasconderli». Impeccabile in ogni gesto e in ogni parola, è il punto di riferimento imprescindibile per tutti, le studentesse, il corpo docente e i suoi familiari: il marito Simon, oscurato dalla personalità della moglie, il figliastro Gabriel, il fratello Jonathan, vedovo calato nel ruolo dell'anziano zio e amante segreto ma non troppo di Felix Bacon, giovane sfaccendato. Al gruppo si unisce presto Elizabeth, una vecchia conoscenza di Josephine che viene assunta come governante e porta con sé la figlia Ruth. Le giornate sono scandite da una serie di rituali obbligati e da dialoghi in cui si dice tutto e niente, botta e risposta infiocchettati che in realtà nascondono universi interi. Finché un tragico evento inaspettato fa precipitare ogni cosa, dando vita a una reazione a catena che sconvolgerà le vite di tutti e porterà a galla il lato oscuro di ognuno. Nessuno è chi dice di essere, e dietro alla spessa patina del codice vittoriano si nascondono segreti celati per intere esistenze. Verranno fuori tutti, uno dopo l'altro. Pagine indimenticabili e soppesate perfettamente, in cui l'umorismo pungente si mescola con la tragedia, e le piccole interazioni quotidiane con i grandi drammi della vita. -
Il capofamiglia
Acume, sagacia, drammi familiari e dialoghi al vetriolo: il meglio di Ivy Compton-Burnett concentrato in un romanzo finora inedito in Italia, che lei stessa considerava il suo preferito. rn«Ivy Compton-Burnett è l’amore della mia vita. Se non riesco a scrivere, bastano un paio d’ore con Ivy e mi rimetto in pista… non c’è nessuna come lei». - Hilary Mantelrnrn«Cercai tutti i suoi romanzi… a un tratto capii che li amavo in modo furioso; che ne avevo gioia e consolazione; vi regnava una chiarezza allucinante, nuda e inesorabile». - Natalia Ginzburgrnrn«Trascorsi molte notti felici leggendo i romanzi di Ivy Compton-Burnett. Era impossibile non accorgersi che aveva qualcosa di unico». - Rebecca westIl patriarcato trova la sua più fedele espressione nella figura di Duncan Edgeworth: padre tirannico, anaffettivo e lunatico, è il capofamiglia per antonomasia. Attorno a lui si muovono, atterriti o solleticati dal desiderio di sfida, i membri della sua famiglia: la moglie Ellen, naturalmente dimessa e timorosa, le due figlie ventenni Nance e Sybil, tanto egocentrica e sarcastica l'una quanto affettuosa e remissiva l'altra, e infine il nipote Grant, giovane donnaiolo dotato di grande spirito, costantemente in competizione con lo zio, di cui è il perfetto contraltare. Nella sala da pranzo degli Edgeworth va in scena quotidianamente una battaglia su più fronti: sotto il velo di una conversazione educata, si intuiscono tensioni sotterranee e si consumano battibecchi, giochi di potere, veri e propri duelli a suon di battute glaciali: «non stiamo semplicemente facendo colazione». Fino a quando la famiglia viene colpita da un lutto improvviso, che mescola le carte in tavola innescando una reazione a catena; strato dopo strato, ognuno dei personaggi svelerà la sua vera natura, in un crescendo di trasgressioni che comincia con l'adulterio e culmina con l'efferatezza. -
L' albero della vergogna
Un romanzo magistrale sulla vendetta e sul perdono, sulle sconfitte e le umiliazioni, sulla memoria di un popolo, le ferite di un'intera generazione e la forza dirompente della Storia, che entra nella quotidianità e la stravolge.rnrn«Un romanziere di rango superiore. Dubito che ce ne siano molti come lui. Fra i suoi romanzi ""L'albero della vergogna"""" è uno dei miei preferiti» – Fernando Arambururnrn«Una confessione che ci gela il sangue ma che chiede il nostro perdono» – El PaísrnrnAll'indomani della vittoria di Franco, il piccolo paesino di Gexto, nei Paesi Baschi, è un luogo paralizzato dalla paura: rappresaglie ed esecuzioni da parte di «quelli della Falange» sono all'ordine del giorno, e poco a poco gli uomini stanno scomparendo: alcuni sono caduti in guerra, altri vengono portati via in passeggiate dalle quali non si fa più ritorno, oppure fucilati di fronte alle loro famiglie, fra le grida delle loro donne. Ma chi c'è dall'altra parte? Altri uomini. Questa è la storia di Rogelio Cerón, uno di loro, un falangista ventenne che fa quello che fa senza sapere bene perché. Un giorno uccide un maestro repubblicano sotto lo sguardo del figlio, un bambino di dieci anni; per lui niente sarà mai più lo stesso, quegli occhi gli rimarranno impressi nella memoria per sempre: occhi fissi, freddi, che non piangono, ma che promettono vendetta. Trent'anni dopo, gli abitanti del paesino si chiederanno quale mistero si celi dietro la figura solitaria del «pover'uomo della baracca», che da molto tempo conduce una vita da eremita prendendosi cura di un albero di fico, sopportando in silenzio l'assedio di un vicino convinto che sotto la pianta ci sia un tesoro. Cosa si nasconde, realmente, sotto quell'albero? Qual è il suo significato? Per la prima volta nelle librerie italiane questo memorabile romanzo di Ramiro Pinilla, autore di culto del Novecento spagnolo riscoperto grazie a Fernando Aramburu. Un romanzo magistrale sulla vendetta e sul perdono, sulle sconfitte e le umiliazioni, sulla memoria di un popolo, le ferite di un'intera generazione e la forza dirompente della Storia, che entra nella quotidianità e la stravolge."" -
Il colombo d'argento
Attraverso il contrasto tra la ragione e il sentimento, la scienza illuminata e le credenze popolari, il senso di crisi sociale e la necessità di una rinascita spirituale, ""Il Colombo d'argento"""" coglie le inquietudini dell'epoca che precede la Rivoluzione d'Ottobre e si erge a brillante paradigma del simbolismo russo.rnrn«Una tale penetrazione nell'anima del popolo non si aveva dai tempi di Dostoevskij» – Sergej Bulgakovrnrn«Un libro notevole e potente» – The New York Timesrnrn«Un libro meraviglioso» – Sergej Esenin, Poslednij Lel'rnrnUna torrida mattina di Pentecoste, immerso nella luce che indora il paesaggio agreste della Russia pre-rivoluzionaria, un giovane vaga assorto nei suoi pensieri. Pëtr Dar'jal'skij, studioso, poeta ed esponente della classe intellettuale che andava formandosi in quegli anni percorsi da vagiti rivoluzionari e profonde metamorfosi sociali, è alla ricerca di una verità su se stesso e sul mondo. Sta trascorrendo l'estate nella tenuta della fidanzata, Katja Gugoleva, nipote della baronessa Todrabe-Graaben, una nobile russa decaduta, quando incontra Matrëna Semënovna, serva dell'ambiguo falegname Mitrij Kudejarov, che lo seduce e lo avvicina alla setta dei colombi, un culto esoterico che attende l'avvento di un nuovo Spirito. Ed è proprio quest'incontro ad attirarlo fatalmente verso un passato ancestrale, inconsapevole della trappola che è stata ordita alle sue spalle. Lacerato dal dilemma tra un presente che si fa sempre più ermetico e un passato che lo richiama senza tregua a una redenzione, Dar'jal'skij è metafora di una cultura sull'orlo del baratro, consapevole del suo incerto equilibrio, del nero cielo occidentale verso cui volge lo sguardo. In questo romanzo di contrasti, enigmi e visioni, Andrej Belyj racconta, con un virtuosismo stilistico capace di spaziare da vertici di assoluto lirismo al parlato """"aspro"""" degli ambienti rurali, la metamorfosi di un singolo individuo e di un popolo sotto l'incedere della Storia."" -
L' invenzione dei corpi
«Strabiliante. Come ci si immagina che potrebbe essere un romanzo del XXI secolo? Ebbene, come questo». - Raphaelle Leyris, Le Monde des Livresrn«Un viaggio travolgente tra San Francisco, Parigi e Hong Kong, un’esplorazione degli interrogativi etici e antropologici scaturiti dall’irruzione massiccia della tecnologia nelle nostre vite». - rnSophie Joubert, L’Humanité rnrn«Da vero performer, Ducrozet anima i suoi testi come farebbe un sassofonistarncol suo strumento. A pieni polmoni. Ed è la stessa musicalità, la stessa vitalità che si ritrova ne L’invenzione dei corpi, uno di quei romanzi “transgender” che affronta con ritmo e nitidezza le grandi sfide (biologiche, informatiche, metafisiche) del XXI secolo». - Marianne Payot, L’Express Iguala, Messico, 2014. Un giovane professore di informatica sfugge miracolosamente a uno dei più feroci massacri perpetrati dalla polizia collusa coi narcos. L’orrore negli occhi, le ali ai piedi, la mente ottenebrata dal trauma, Álvaro Beltrán attinge da una rabbia antica come l’ingiustizia la forza per percorrere la traiettoria della sopravvivenza: il deserto, il filo spinato, gli Stati Uniti, San Francisco, la Silicon Valley. Ma la violenza che credeva di essersi lasciato alle spalle ha solamente cambiato volto. Caduto nella trappola di un magnate del web ossessionato dalla ricerca dell’immortalità, diventa cavia di una serie di esperimenti transumanisti che perseguono l’utopia di un uomo-macchina potenzialmente eterno: “La morte è un’ideologia come un’altra”. Dietro il folle progetto non c’è soltanto lui, il miliardario che ha assoldato Álvaro, ma il gotha del mondo digi- tale: Mark Zuckerberg, Larry Page, Segey Brin, Elon Musk... La spirale infernale da cui Álvaro è avvolto si dipana lungo una nuova via di fuga aperta dall’amore di una donna. -
Confessioni di un neet
Una disamina sicura e intelligente della modernità nei suoi meccanismi malati per una satira feroce della società contemporanea. Un modo nuovo di narrare, per una storia paradossale e venata di profonda ironia, da parte di un giovane esordiente dalla penna incredibilmente matura.rnrn""Io, dentro la mia stanza, ho creato un mondo senza diritto, senza storia, senza tempo, dove il sovrano assoluto sono io. Un regno dall'economia semplice, consistente solo nelle calorie che brucio e nei byte che scarico, un regno di dodici metri quadrati dove il sole della Rete non tramonta mai.""""rnrnCon l'acronimo NEET (Not in Education, Employment or Training) si comprendono i giovani che non studiano, non lavorano né sono impegnati in attività di formazione. Il NEET protagonista di questo libro vive a Chioggia, in casa dei genitori o meglio in una stanza della casa dalla quale esce solo spinto dai bisogni fisiologici, dalle ramanzine del padre o dalla pasta al forno della madre. Il grosso della giornata lo passa tra letto e computer in compagnia di Asia e Nina, due gatte oltremodo schiette, che non si astengono da aspre critiche nei confronti del loro """"padrone"""". Il nostro NEET si autodefinisce """"rivoluzionario"""": non vuole un lavoro, che gli appare tanto alienante quanto carico d'illusioni per chi lo ottiene, e non vuole neanche una relazione che, insieme all'amore, considera unicamente fonte di ipocrisie oltre che di inutili responsabilità. Questo giovane uomo trasuda misantropia e disprezzo nei confronti dell'intera società, che ritiene malata nel suo bisogno di finti bisogni. La sua unica finestra sul mondo è Facebook, in cui, come crede, un NEET intelligente può destreggiarsi ingannando abilmente gli altri, vittime della loro stessa ignoranza e protesi unicamente al soddisfacimento di desideri creati a tavolino da qualche multinazionale californiana. Un libro che si ribella ai luoghi comuni imperanti attraverso l'atteggiamento del protagonista, personaggio originale e folle quanto basato su comportamenti pericolosamente diffusi.""