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Senza amare andare sul mare
Finalista Premio John Fante Opera prima 2017Un romanzo caleidoscopico e spiazzante, una commedia umana dove le vicende dei protagonisti – di volta in volta tragiche, spassose, amare o ridicole, sempre toccanti e coinvolgenti – si intrecciano e si fondono alla perfezione, regalando al lettore una storia intrigante e misteriosa fino all'ultima pagina.«I ricordi non stanno mai fermi, mai, ed era il movimento dei ricordi che infastidiva Neumann, fin dal principio, era uno di quelli per cui una gioia d'amore dura un momento solo, e una pena d'amore la vita intera. Ma i ricordi qui a bordo sono solo in tre luoghi: dentro di noi, ovviamente, poi nel diario che scriviamo e in minima parte nella foto. Che c'entrava il container?»Catapultati all'improvviso su una gigantesca nave da crociera, quaranta passeggeri si ritrovano a trascorrere le proprie giornate fra chiacchiere e mollezze, comfort e intrattenimenti. Disconnessi dal resto del mondo, privi di computer e cellulari, fra i pochi doveri che sono tenuti quotidianamente ad assolvere c'è la compilazione di un diario cartaceo. Ma perché sono lì? E come è possibile che ognuno di loro abbia trovato, in cabina, una fotografia proveniente dal passato? rnE soprattutto: quella lunga vacanza coatta è destinata a concludersi, prima o poi?rnLa nave prosegue in mare aperto, il carburante continua a non mancare. Non ci sono tuttavia quegli scali che di norma caratterizzano le crociere e nessuno, neanche alla lontana, riesce ad avvistare una qualsiasi terra emersa. «Ne saranno rimaste?» cominciano a chiedersi in molti. E che dire del fin troppo amichevole direttore di crociera, o del misterioso comandante sordomuto? Che dire del quanto mai solido addetto alla sicurezza?rnIl presente si fa via via più convulso, si mischia al passato, strani legami tra i passeggeri si rivelano, finché tutto non sembra confluire verso un fantomatico deus ex machina che nessuno ha mai visto e che, forse, manovra i protagonisti dalle viscere di uno scafo ben più profondo di quanto si possa immaginare. Chi andrà a cercarlo, scoprirà a proprie spese che lo scafo scende giù, sempre più giù. Fin nell'abisso. -
Gli ultimi giorni di Vladimir P.
Una satira letteraria che prende di mira Vladimir Putin e le ripercussioni della sua politica sul futuro del popolo russo. Ma anche un riuscito omaggio alla grande letteratura grottesca di quel Paese, a partire soprattutto da Gogol.rn«Un romanzo ricco di ironia, che tratteggia la realtà grottesca di un mondo dove l'onestà è del tutto fuori posto. Da leggere.» - The New York Times Book Reviewrn«Elezioni truccate, giornalisti assassinati, dissidenti incarcerati, miliardi di tangenti... Gli ultimi giorni di Vladimir P. racconta, con la credibilità che solo la finzione può avere, il più grande uomo della Russia moderna ossessionato dai fantasmi del suo passato.» - The Guardianrn«Un viaggio sorprendentemente toccante sulle nostre motivazioni, sul senso del dovere, sull'avidità.» - Kirkus ReviewsrnrnrnIn una dacia poco lontana da Mosca, al riparo da occhi indiscreti, vive l'ottuagenario Vladimir Putin, ormai in balia di una grave demenza senile. Per quanto sorretta da un corpo ancora in buona forma, la mente dell'ex leader della Russia è infatti di giorno in giorno sempre più preda di allucinazioni, fantasmi, memorie di una gloria passata che si sostituiscono ai fondali e ai personaggi del presente. Per il vecchio Putin esiste solo il passato, e preferibilmente quello in cui era al potere. A occuparsi di lui e della dacia c'è un manipolo di figure votate più al tornaconto personale che all'effettivo benessere del datore di lavoro. Ma fra di loro c'è anche una mosca bianca, l'infermiere Šeremetev, che con infinita pazienza si prende cura giorno e notte di Putin (senza che questi, peraltro, sia mai in grado di riconoscerlo). Famoso solo per la sua onestà e quindi da tutti considerato un cretino, Šeremetev è alla dacia unicamente per comportarsi correttamente con tutti, nel suo piccolo, e fare il suo lavoro; altro non chiederebbe. Si occupa del vecchio leader ormai da sei anni, e non si è mai accorto dei maneggi dei colleghi, di quanto e come si stessero arricchendo. Ma non si può sfuggire al contesto in cui si vive, e Šeremetev sarà costretto a scendere a patti con la sua etica e la sua morale; ma scoprirà, suo malgrado, che la disonestà non è cosa che si improvvisa. Gli ultimi giorni di Vladimir P. è una satira letteraria che prende di mira Vladimir Putin e le ripercussioni della sua politica sul futuro del popolo russo. Ma attraverso la figura dell'infermiere dell'anziano leader, inetto alla disonestà e vero protagonista del libro, è anche un riuscito omaggio alla grande letteratura grottesca di quel Paese, a partire soprattutto da Gogol. -
Il tuo nemico
«Fatevi un regalo. Leggete questo romanzo. Vaccari è uno scrittore coraggioso.» - Antonio ManzinirnrnrnGenova, 2008. Gregorio è un ragazzo prodigio, un genio dell'informatica. Quando la scuola gli offre la possibilità di essere raccomandato per il MIT di Boston, Gregorio sente che questa potrebbe essere l'opportunità che aspettava. Ma i genitori (un padre genetista senza scrupoli e una madre concentrata su se stessa e sulla propria carriera), deridono i suoi desideri. Mentre fuori la crisi incomincia a rivelarsi nella sua pienezza, Gregorio decide, come estremo gesto di ribellione, di chiudersi in camera sua e non uscire più. Intanto, dall'altra parte della città, una sua coetanea, Gaia, è stata appena arrestata: ha tentato di oscurare la homepage del sito di Walter Veltroni. L'arresto la porterà a ""scoprire"""" Gregorio, e la sua apparente solitudine. L'incontro dei due sarà dirompente ma salvifico..."" -
Morire il 25 aprile
Chi era davvero Giulio Romanini? Eroe o bandito? Combattente per la libertà o violento rancoroso e vendicativo? rnrn«In che rapporto stanno il passato e l'avvenire? A prima vista, questo romanzo sembra rispondere che chi non ha memoria, non ha futuro. Il protagonista indaga su un episodio della Resistenza che coinvolge la sua famiglia e una mico appena defunto, molto più anziano di lui. Nel frattempo, mentre ricerca quell'antica verità, s'interroga sui tempio che gli si chiudono dinanzi, i primi anni Zero del nuovo millennio. Lo smarrimento della memoria sembra andare di pari passo con l'incapacità di comprendere il da farsi. Mettere ordine nella vita di un altro, un padre putativo, sembra il requisito per orientarsi nella propria. In realtà, via via che procede, la vicenda rovescia l'assunto iniziale, ed è chiarendosi cosa chiedere al domani, che il protagonista ottiene una risposta dal passato. Trovando il modo di tenere insieme, in un gesto simbolico e grottesco, entrambe le dimensioni del tempo. In quel momento, giunti all'ultima pagina, ci accorgiamo che ormai tutti gli episodi narrati sono alle nostre spalle, e che si pone anche per noi lettori il problema di metterli in prospettiva, guardando in avanti. Chi non ha futuro, non ha memoria.»Wu Ming 2rnrnForse era l'una e l'altra cosa, perché la vita ci viene raccontata o bianca o nera, ma in realtà non lo è mai. Ed è forse per i tanti, troppi silenzi; per le tante, troppe colpe non espiate; per le tante, troppe ipocrisie, che poi le cose, nell'Italia del dopoguerra, non sono andate come si credeva, come si voleva, come sarebbe stato giusto. E così ricostruire la vita di Romanini, affrontare i nodi irrisolti, fronteggiare i fantasmi diventa per il narratore un modo per capire il presente alla luce del passato, e per capire se stesso attraverso le contraddizioni di un ""eroe"""" della Resistenza."" -
Didone regina
Gaia Servadio sa raccontare come nessun altro le donne, e come nessuno racconta Didone: una donna forte, libera, indipendente, profondamente appassionata, e lacerata dall'eterno contrasto tra amore e potere, ragione e sentimento.rnrn«Ascoltate, gente d'immaginazione: io canto con la voce del dio che sale nel cielo e scalda la terra, il dio che con le Muse semina le idee. Nata a Tiro, la città-isola, Didone era regina delle onde, navigò con le sue molte navi e fondò la capitale della terra e del mare.»rnrnUn veliero, tre sorelle in fuga da una faida scoppiata per evitare che una di loro diventi regina, un viaggio avventuroso tra Cipro, l'Egitto, il Nord Africa e Cartagine. È questo l'inizio del mito di Didone: regina di diritto, esule per volontà degli Assiri. Didone è una donna volitiva, impulsiva, intelligente e per questo temuta e osteggiata. Costretta da una congiura a fuggire dal Libano, attraversa l'intero Mediterraneo per poi fermarsi nel Nord Africa, fondare Cartagine e con essa costruire il mito dei Fenici. Amata e finalmente protetta dal suo popolo, Didone incontrerà l'uomo che per la prima volta la farà innamorare ma, allo stesso tempo, la porterà alla distruzione: Yarbas, un giovane, bellissimo e crudele principe del deserto. Per lui perderà il bene più prezioso, suo figlio Annibale, e per lui attraverserà il Sahara, si allontanerà dalla sua città, e finirà umiliata e tradita. Tornata a Cartagine, in una città che ora la osteggia, troverà la morte a causa di una aggressione proprio dentro il tempio del quale è sacerdotessa. Il potere, il potere maschile, si libera così di una donna troppo forte per i suoi tempi, e la Storia trova la sua prima eroina. -
L' amica perduta e ritrovata
Dimmi che cosa non riesci a dimenticare, e ti dirò chi sei.rn«Un grande romanzo d'esordio, che racconta una struggente amicizia femminile con lo stile di Elena Ferrante.» - The New York Timesrn«Un romanzo commovente e indimenticabile, un intenso tributo a un'amica ""che brilla di quella luminosità che vive nelle cose perdute"""".» - Publishers Weekly rnCat è appena arrivata a Silver Lake, sul lago Michigan, da Detroit, dopo il traumatico divorzio dei suoi genitori. È una ragazzina timida, introversa, e traumatizzata dall'aver visto tutte le sue certezze dissolversi in poche settimane. Marlena, invece, che a Silver Lake ha sempre vissuto, è diversa: intanto, è bellissima, e soprattutto la vita l'ha già obbligata a crescere, molto, molto in fretta. Il padre produce e spaccia metanfetamina, la droga che ha fatto andare fuori di testa sua madre, oggi finita chissà dove. E Marlena ha sviluppato una forza feroce e selvaggia, che si traduce in una disperata voglia di vivere, e in un altrettanto disperata ricerca delle emozioni più estreme. Cat e Marlena troveranno nell'altra una sorta di parte mancante di sé, e la loro amicizia si rafforzerà nel pieno della tempesta adolescenziale, alimentata dall'inizio dell'uso di massa, proprio in quel periodo, dei social network. Sarà poi il destino, a cambiare le cose, a intromettersi brutalmente tra loro e a separarle. Ma sarà davvero una separazione, o la storia di Cat e Marlena si rivelerà la conferma che l'amicizia è una sola anima che abita in due corpi, un cuore che batte in due anime?"" -
La straordinaria famiglia Telemachus
Di storie di famiglia ce ne sono moltissime. Ma di famiglie come i Telemachus non ce n'è nemmeno una.rnrn«Per quanto bizzarri, eccentrici, 'magici', i Telemachus riflettono perfettamente i nostri sogni e i nostri desideri. Un romanzo divertente, ma pieno di cuore e umanità.» - Cynthia D'Aprix Sweeney, autrice di Il Nidorn«Un romanzo che scivola via, ricco com'è di elementi intriganti - la magia, i poteri, la CIA, la mafia - e che nello stesso tempo approfondisce con maestria le emozioni, le bugie, le illusioni che sono la vera storia di ogni famiglia. E il lettore, man mano che passano le pagine, accoglie nel cuore tutti i componenti di questa straordinaria famiglia.» - Publishers Weekly - Starred Reviewrn«Non aveva bisogno di vedere più in là nel futuro per indovinare il destino che sarebbe toccato alla sua famiglia: decenni di rovina; un mare di lacrime. Si grattò la barbetta del mento, cercando di concentrarsi. C'era ancora molto da fare se voleva salvarli. Ma da dove iniziare? Ah, già. Vestirsi.»rnrn Di storie di famiglia ce ne sono moltissime. Ma di famiglie come i Telemachus non ce n'è nemmeno una; e se è vero che da grandi poteri derivano grandi responsabilità, è vero anche - e questo romanzo ne è la dimostrazione - che da grandi poteri derivano anche un sacco di guai. USA, anni Sessanta. Teddy Telemachus, un affascinante truffatore con un dono per i «giochi di mano», entra con l'inganno in un segreto programma governativo sulle persone dotate di speciali «poteri», e qui incontra la bella e dolce Maureen McKinnon. E non sono solamente gli splendidi occhi blu di Maureen, ad affascinare inesorabilmente Teddy, ma soprattutto la mente di lei. Maureen, infatti, è davvero dotata di poteri psichici enormi e misteriosi. Dopo un vorticoso corteggiamento, i due si sposeranno, avranno tre figli, tutti e tre «dotati», e diventeranno la «Straordinaria Famiglia Telemachus», celebre in tutti gli Stati Uniti: Irene è una rilevatrice umana di menzogne; Frankie muove gli oggetti con la forza del pensiero; mentre Buddy, il più giovane, riesce a vedere il futuro. Tutto stava andando meravigliosamente bene. Decenni dopo, la famiglia non è più così straordinaria. Irene è una madre single, la cui capacità di scoprire le bugie altrui da dono si è trasformata in condanna, perché non riesce ad avere né una relazione stabile, né un lavoro. Frankie è pieno di debiti, e ci sono brutti personaggi che lo cercano. Buddy - a causa di qualcosa che ha visto nel futuro - si è chiuso completamente in se stesso, non parla praticamente più, e sta scavando un enorme buco nel giardino della casa. Non è questa la vita che si aspettavano, i ragazzi della Straordinaria Famiglia Telemachus, che per di più continuano a essere tenuti d'occhio non solo dalla CIA, ma anche dalla mafia, che ha ancora parecchi conti in sospeso con il vecchio Teddy. Un romanzo trascinante e profondo, ricco di personaggi indimenticabili, che ruota intorno a una disfunzionale famiglia. -
Trilogia di una Repubblica: La sentenza-Il rivoluzionario-Lo stato di ebbrezza. Nuova ediz.
Un'indagine su questo nostro paese e la sua storiarn«Valerio Varesi non è solo un narratore di talento, ma ha anche un acuto sguardo politico.» - il Fatto Quotidianornrnrn""Come il mio commissario Soneri di fronte a un morto ammazzato si chiede chi mai avrà commesso il delitto, così qualche anno fa, di fronte al cadavere della prima Repubblica trafitto dal ridicolo e sanguinante della vergogna di Tangentopoli, mi sono chiesto: chi mai avrà ammazzato i progetti di almeno tre generazioni in un cupio dissolvi etico e ideale che è alla base della crisi che stiamo vivendo? Ecco quindi una ragione sufficiente per cominciare un'indagine su questo nostro Paese e la sua storia. Da dove potevo partire se non risalendo a monte nella vita italiana fino al momento dello «stato nascente», quella lotta di Liberazione che ha forgiato la prima classe dirigente della Repubblica? Nasce dunque un racconto partigiano come 'La sentenza' che contiene la piccola storia dei personaggi e la grande storia che passa attraverso loro prefigurando il destino dell'Italia, Paese perdente ed eterodiretto dagli Alleati, ma vivo e fervente di idee. Idee che sbocciano tra scontri anche violenti nel primo dopoguerra, dove il passato non passa ma ripiomba sul presente con la sua mano pesante. 'Il rivoluzionario' racconta dei grandi progetti politici in competizione, fra «azionisti», comunisti, cattolici e socialisti riformisti. Una vicenda di grandi personaggi visti con gli occhi di due comunisti a Bologna, la città simbolo di un'altra Italia. La stessa in cui avviene l'ultimo attentato della strategia della tensione, il 2 agosto 1980. Quella strage chiude la stagione della grande politica, e apre il palcoscenico della politica vaudeville sul quale cominciano a danzare nani, sciantose e pagliacci, in una grande farsa generale. La racconto ne 'Lo stato di ebbrezza'."""" (Valerio Varesi)"" -
Favola splatter
Un silos colmo di tonnellate di cocaina esplode su Milano e scatena follie e psicosi. Un comandante dei carabinieri e due ragazzi lottano per la sopravvivenza in una città impazzita.. rnrn«Missioni punitive di tifosi, bande di ragazzi che approfittano dell'impunità momentanea per razziare o rapinare, gruppi etnici che si radunano a presidiare i loro quartieri. Ma è soprattutto dento, nelle case, nei palazzi, che si svegliano tutti gli esseri nascosti, dormienti, quelli che per istinto occultano agli altri quello che sono veramente. Adesso prendono coraggio. E fanno quel che da tempo han voglia di fare.»rnrnrnMilano. Tra 15 anni. Gheorge Pop è un criminale pieno di idee brillanti. L'ultima, davvero geniale, è quella di riutilizzare la cocaina che - una volta evacuata dai suoi consumatori - abbonda nelle fogne di Milano: raccoglierla, filtrarla, ripulirla, e rimetterla in circolazione. Little Virgin, la chiama (raffinato inglesismo per Madunina). Un tragico giorno d'estate, però, un temporale fa cadere un'enorme gru sul deposito in cui Pop tiene ammassate tonnellate di droga da ripulire, che trascinate dal vento si spargono sopra Milano. E la città impazzisce: i freni inibitori scompaiono, e gli operosi cittadini di Milano si abbandonano ai loro desideri più nascosti. Desideri che, nella stragrande maggioranza dei casi, si rivelano essere estremamente violenti. Vendette, violenze, omicidi dilagano per le vie di Milano, e, come se non bastasse quello che succede davvero, qualcuno si diverte a gettare benzina sul fuoco attraverso il web, dove spopola l'hashtag #MilanoFiesta, che viralizza e diffonde all'infinito le immagini e i video della follia. In questo contesto inizia l'odissea di uno strano trio: Vladi, un ragazzino di origini russe strutturalmente orfano; Lola, adolescente tanto impaurita quanto decisa, e il comandante dei carabinieri De Leo, che - non potendo fare nulla per fermare l'ondata di violenza - decide che la cosa migliore da fare sia provare a salvare almeno i due ragazzini. E intanto si domanda: ma è possibile che sia stata solo una nuvola di droga a scatenare tutto questo? -
La guerra di Romain Gary
Prima di inventare i suoi alter ego, prima di scrivere i romanzi migliori della sua generazione, prima di cucirsi addosso una vita da leggenda, Romain Gary aveva inventato l'unica cosa che aveva perso per sempre: un padre.rnrnÈ la fine di gennaio del 1925, a Vilna, e Roman Kacew è un bambino di dieci anni, gracile ma pieno di vita, che guarda il mondo disperato degli adulti con stupore e senso di attesa. Che cosa succederà alla mamma Nina? Lei ha perso il lavoro di modista, il marito l'ha lasciata per un'altra, i creditori le stanno portando via tutto e sente che quella città, e specialmente il ghetto ebraico che tutti chiamano la Gerusalemme del nord, le sta stretta. Il suo sogno è partire per Parigi, dove forse qualcuno vorrà ancora i suoi bellissimi cappelli. Il suo sogno è partire con Roman, il figlio amatissimo, l'unico affetto che le rimane. E che cosa succederà al padre Arieh, che vive già con l'altra e non ha un lavoro stabile per provvedere a nessuno? Roman non lo sa e allora fa quello che farebbe qualunque bambino: inventa una storia. Scrive la leggenda di un padre famoso, da portare con sé nel suo viaggio verso un'esistenza tutta nuova. Quella che trasforma il piccolo Roman nel grande Romain Gary, l'autore di uno dei libri più belli della letteratura francese. La vita davanti a sé. Come già ne «Il caso Eduard Einstein», Laurent Seksik scava magistralmente nelle vite dei personaggi che racconta, per restituire non tanto una verità biografica, quanto le ragioni e i sentimenti alla base della personalità di uno dei più grandi scrittori del Novecento. -
Attìa e la guerra dei gobbi. Imprese et mirabilie di un eroe siciliano in difesa della sua terra invasa dai barbari
Un romanzo che dà spazio ai quattro uomini dimenticati dalla storia che tentarono di rapire la donna di Garibaldi.rnrn""I poveracci dovrebbero unirsi e protestare, in nome del progresso. Qualche volta è accaduto. Dopo avere eliminato i capi, però, non hanno concluso niente. Non hanno mai saputo organizzarsi. Sorpresi dalla nuova condizione, dalla liberazione delle terga da certi gravami, e terrorizzati dall'idea di tornare schiavi, loro e le terga, si sono lasciati andare a diffidenza e a vittimismo, e si sono disuniti. Allora il potere ha ripreso le redini e i poveracci hanno ripreso a prenderlo nel culo, scoprendo così quanto può essere efficace e dolorosa la forza dell'abitudine.""""rnrn«La notte del primo marzo 1860 quattro uomini salparono da Palermo alla volta di Caprera per rapire la donna di Giuseppe Garibaldi. Nessuno di loro aveva progettato il viaggio, né scelto liberamente di prendervi parte: il loro coinvolgimento fu una conseguenza del bizzarro dipanarsi degli eventi. L'ideatore del viaggio si chiamava Francesco Landi, aveva l'appellativo di """"Generale"""", ed era uno dei massimi rappresentanti del potere borbonico in Sicilia. In cambio della liberazione della donna, sosteneva, avrebbero costretto Garibaldi a rinunciare all'impresa dei mille. Questo in teoria. Le cose andarono diversamente. Garibaldi sbarcò a Marsala con mille uomini e conquistò tutta la Sicilia, poi attraversò lo stretto e conquistò il restante regno di Francesco I di Borbone, passando alla storia. I quattro uomini salpati alla volta di Caprera invece non passarono alla storia. Della loro esistenza non v'è traccia da nessuna parte e non esiste un solo libro che accenni in qualche modo alla loro missione, a parte poche pagine del diario di viaggio di uno di loro, il soldato semplice Salvatore Paradiso. Eppure, ai loro tempi erano famosissimi. Le loro gesta ispirarono una canzone che fu un grande successo in tutta la nascente nazione per quindici anni e più, prima di cadere nel dimenticatoio. Evento ancora più bizzarro: la canzone fu scritta prima ancora che i fatti raccontati fossero effettivamente avvenuti. Come se si trattasse del canto di un antico veggente. Quella canzone l'ho scritta io. Facevo il cantastorie, poi sono morto.»"" -
Sentimi
Cento voci, una storiarnPerciò ho voluto raccontartela la mia storia, perché finisse scritta in mezzo a queste storie di donne, perché è vero che qui si è principalmente raccontata la storia di Rosa che partorì la bastarda di Tano e fu ammazzata da suo marito, Rosario, che poi ebbe per tutta la vita il pensiero folle di ammazzare anche Adele, la bambina, e di togliere per sempre i suoi capelli rossi, il segno del tradimento, dalla vista del paese. Ma è pure vero che ci siamo raccontate noi, non è così?rn«Tea Ranno sa evocare fantasmi che si rendono reali.» – La Repubblicarn«Una galleria di parole, di verbi, di espressioni, di metafore, peculiari della struttura linguistica siciliana. Una lingua che si fa nel romanzo musica, colore e ritmo.» – Lorenzo Marotta, La Siciliarn«Sentimi è una discesa agli inferi, la catabasi profonda dell'autrice nel senso stesso della letteratura.» – Il FogliornrnDurante una notte surreale, e nello stesso tempo fin troppo reale, una donna, una scrittrice, tornata nel paese siciliano dove è nata, nella piazza dove passeggiava bambina, ascolta decine di voci che giungono da un altrove indistinto, che si fanno strada in una nebbia strana, inquietante. Sono voci di donne morte, che vogliono, devono, raccontare le loro storie perché la scrittrice le trascini fuori dall'oblio al quale sono destinate. Sono storie quasi sempre dolorose, a volte tragiche, che hanno una caratteristica in comune: l'umanità delle protagoniste, la loro complessità emotiva e intellettuale, i loro sentimenti, le loro vite vere, insomma, tutto viene sempre e inesorabilmente annullato nella dicotomia maschile della donna «santa o buttana». Ma non solo per raccontarsi, i fantasmi di queste donne parlano all'autrice: c'è anche un'altra storia, che tutte le coinvolge, e che vogliono si sappia. La storia di Adele, figlia di Rosa, ma non del suo legittimo marito, Rosario. E la colpa più grave di Adele è quella di avere i capelli rossi, come il suo vero padre, segno inequivocabile del tradimento, della colpa, delle corna. Per questo Rosario passerà il resto della sua vita nel tentativo di uccidere la bambina, poi ragazza. E per questo le donne del paese, le stesse donne che si raccontano, faranno di tutto per salvarla. Perché levare almeno la piccola Adele dai meccanismi mentali malati di questi maschi brutali, ancestrali e irredimibili, vorrebbe dire aver salvato tutte loro. -
Infomocracy. Un sistema perfetto
La fantascienza si fonde con il thriller politico in un romanzo visionario e appassionante che affronta il futuro della democrazia nell'era digitale, uno dei temi più attuali e importanti della nostra contemporaneità. rnrn«In certi casi la fantascienza, più che anticipare, descrive. E noi stiamo già vivendo dentro Infomocracy, anche se non ne siamo consapevoli» - The Huffington Postrnrn«Vent'anni fa, di comune accordo, la popolazione mondiale decise di tentare un passo senza precedenti, lo scopo era formare un nuovo ordine internazionale. A partire dalla prima elezione planetaria, i conflitti fra le giurisdizioni coinvolte nel voto sono stati sradicati, e il benessere e il commercio si sono diffusi a macchia d'olio.»rnrnrnrnrn Alla fine del XXI secolo, la terra è abitata ormai da dieci miliardi di persone, e l'introduzione dell'Informazione, un sistema di connessione globale, ha cambiato radicalmente l'assetto politico. Gli stati-nazione non esistono più, sostituiti da micro-comunità, che attraverso il voto in rete danno vita a una Supermaggioranza. Alla vigilia delle elezioni che dovranno stabilire quale sarà la nuova maggioranza che governerà il mondo, tre personaggi si muovono sulla scena planetaria, coinvolti a vario titolo nelle dinamiche politiche. Per Ken, queste elezioni sono la grande occasione di farsi spazio all'interno di Policy1st, il partito idealista al quale appartiene, e riuscire finalmente a raggiungere soldi e potere. Per Domaine, esponente di spicco di un movimento anarchico che si oppone strenuamente all'Informazione, le elezioni rappresentano un momento decisivo della sua battaglia politica, un'opportunità imperdibile di svelare la dimensione silenziosamente totalitaria del sistema, e le menzogne e le ingiustizie che si nascondono dietro la cosiddetta pax democratica. A Mishima, un'agente segreto al servizio dell'Informazione, è stato affidato il compito di tenere la situazione sotto controllo, e di fare in modo che lo sviluppo del più grande esperimento politico di tutti i tempi prosegua senza intoppi. Ma quando sono così tanti quelli che si muovono nell'ombra, le cose si complicano molto. Come sempre, quando «il sistema è perfetto», è la variabile umana che può cambiare tutto. -
Strani eroi
Questo è un romanzo in cui si narra di fatti realmente accaduti, di altri che non sono accaduti e di altri ancora che sarebbero potuti accadere; in cui si incontrano persone che c'erano, persone che non c'erano e persone che avrebbero potuto esserci.rnrn«Scerbanenco sarebbe stato felice di questo autore milanese, dalla scrittura veloce e serrata. E il lettore? Non ha scampo: solo il tempo di voltare le pagine.» - Corriere della SerarnrnRicordati: puoi morire da uomo libero o vivere da persona intelligente. A te la scelta.rnrnL'Italia è ormai da molti anni dilaniata dalla violenza terrorista, che il 16 marzo 1978 raggiunge il suo culmine in una strada secondaria di Roma, via Fani, dove un commando delle Brigate Rosse rapisce il presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, e massacra i cinque uomini della sua scorta. È l'episodio più drammatico della storia dell'Italia repubblicana. Sono momenti terribili. Passa perciò in secondo piano quello che accade due giorni dopo, il 18 marzo, a Milano, ossia l'assassinio di due ragazzi, Fausto Tinelli e Lorenzo «Iaio» Iannucci, uccisi a colpi di pistola vicino al centro sociale Leoncavallo. I due ragazzi stavano andando a casa di Tinelli, lì vicino, al numero 9 di via Monte Nevoso. Nessuno sa che dall'altra parte di via Monte Nevoso, a sette metri di distanza dalla camera di Fausto, al civico 8, c'è un covo delle Brigate Rosse. Forse, però, sarebbe meglio dire quasi nessuno. Uno scenario drammatico e oscuro, in cui si muovono i protagonisti di questo noir serrato, spietato, a tratti travolgente. Il colonnello dei carabinieri Antonio Ruiu è un sardo silenzioso, efficiente e cattivo, caratteristiche che lo hanno fatto diventare persona di fiducia del ministro dell'Interno Cossiga. Cinzia è la protetta di un potente faccendiere, un maniaco del controllo che ha costruito la sua carriera spiando dalla serratura. E per ottenere informazioni riservate non c'è niente di meglio di una donna bellissima, sensuale e senza scrupoli. Carlo Peres, invece, le informazioni le cerca perché fa il giornalista a Milano, e si trova coinvolto nell'inchiesta sull'omicidio di Fausto e Iaio. E Peres è un bastardo vero, uno che le verità di comodo le sente puzzare da molto lontano. Ma questo, in quegli anni, non è detto che sia un vantaggio. Eccoli, gli «strani eroi» protagonisti di questo romanzo, tre personaggi pieni di passione e desiderio, di contraddizioni e paure, i cui destini finiranno per intrecciarsi nel grande, tragico imbroglio che è l'Italia degli anni Settanta, dove niente è mai quello che sembra. -
Lunissanti
Si può scrivere un romanzo sull'amore, sui suoi molteplici e irrazionali volti, senza trasformarlo in un banale romanzo d'amore? rn«Una trama fitta e convincente di emozioni e vicende, che nei personaggi di Ada e Lauretta (di cui il lettore non potrà mai più dimenticarsi) trova le sue creature più tormentate e belle.» - Cristian Mannurn«I romanzi di Anna Melis nascono dichiaratamente dal bisogno di dar forma ""a quel particolare sentimento del vivere"""" che l'autrice non ha trovato in altri luoghi se non in Sardegna, la sua terra.» - la Repubblicarnrn «Perché l'amore non si poteva spiegare. Non si poteva dire. Non se si avevano dieci anni appena.» Si può scrivere un romanzo sull'amore, sui suoi molteplici e irrazionali volti, senza trasformarlo in un banale romanzo d'amore? Si può ambientare una storia in una Sardegna del primo Novecento senza cadere in abusati cliché e ambientazioni già note? Anna Melis ci prova con questa sua terza opera, che dalla suggestiva rocca di Castelsardo e dalla festa di Lunissanti si origina e muove. E lo fa con maestria e pazienza, nodo dopo nodo, senza cercare mai di affrettare la posa delle sue parole. Lo fa con il suo incedere preciso, luminoso e avvolgente. Lo fa scavando nell'animo dei suoi personaggi, soprattutto quelli femminili, ascoltandone desideri e paure, intercettandone e disegnandone fantasie e ansie, con una sensibilità che va oltre la parola scritta. Il risultato è una trama fitta e convincente di emozioni e vicende, che nei personaggi di Ada e Lauretta (di cui il lettore non potrà mai più dimenticarsi) trova le sue creature più tormentate e belle. Cristian Mannu"" -
La seconda vita
Un romanzo che, attraverso una trama sapientemente costruita e ricca di colpi di scena, ci restituisce l'immagine vivida degli ultimi decenni del Novecento, quando i giovani occidentali erano animati da passioni politiche oggi inimmaginabili.rn«Un tempo i terroristi sparavano ai computer. Poi hanno capito che sono più micidiali di un mitra. Enrico Pedemonte coniuga violenza, politica e tecnologia in un thriller profumato dalla città malinconica dove le BR si nascondevano in cattedra all'università: Genova.» - Gianni Riottarn«Una trama sorprendente, densa di colpi di scena. Che diventa fotografia di un mondo che si vorrebbe consegnato al passato, gli ultimi decenni del Novecento, e che invece finisce per incidere sul futuro dei protagonisti.» - Massimo Minella, la Repubblicarn""Ricordati che non c'è una parte giusta della storia, solo chi vince sta dalla parte giusta.""""rnrn""""La seconda vita"""" si svolge nello spazio di sette giorni e si sviluppa su due binari paralleli. Da una parte c'è Pietro Lamberti, genovese, brillante scienziato, emigrato negli Stati Uniti all'inizio degli anni Settanta e presto finito a Los Alamos a progettare bombe atomiche, ora rifugiato in un piccolo appartamento di New York per scrivere al figlio John e raccontargli i molti lati oscuri della sua vita. Dall'altra c'è proprio John che, giornalista e attento osservatore, tornato a Genova per indagare su uno strano traffico di materiali radioattivi, si trova improvvisamente coinvolto in una situazione inaspettata e grave: mentre avverte un clima di pericolo intorno a sé, vede emergere tracce inquietanti e ambigue della vita del padre e dei suoi amici di un tempo, Nicola, Antonio e Luca. Quattro ragazzi inseparabili, che si erano incontrati nel pieno degli anni Sessanta, quando il mondo era rigidamente diviso tra «rossi e neri, comunisti e capitalisti, URSS e USA», e avevano fondato un'organizzazione segreta che identificava negli Stati Uniti il nemico da abbattere: una scelta che avrebbe condizionato profondamente la vita dei quattro, fino alle estreme conseguenze. Ed è proprio questo che Pietro – dal suo rifugio newyorchese – continua a raccontare al figlio: la sua vita ambigua e contraddittoria, il contrasto lacerante tra gli ideali della giovinezza e le esperienze della vita, e il difficile rapporto con gli amici di allora. Pagina dopo pagina, la consapevolezza che il tempo sta per scadere rende la lettera di Pietro al figlio non solo un racconto avvincente, ma anche uno struggente congedo."" -
La paura nell'anima
Valerio Varesi tratteggia un affresco profondo e acuto della nostra società, delle ombre che si nascondono nel nostro quotidiano, dei cambiamenti della nostra psicologia sociale.rnrn«Valerio Varesi è il Simenon italiano.» – Le Figarornrn«Non so dove sia nata l’insicurezza, forse è solo suggestione. Alla tua assicurazione ti propongono una polizza contro gli atti vandalici, un tuo collega mette le inferriate. Poi esce una legge che ti obbliga a installare un sistema d’allarme. CI abbiamo pensato a lungo io e mio marito e ogni volta che dicevamo no ci prendeva uno strano senso di colpa, una sensazione di incoscienza di fronte al pericolo.»rn«Credo che non ci sia nessun pericolo», scosse la testa Soneri. «Non è necessario che ci sia per davvero. È più insidioso ciò che sta dentro di noi di quello che c’è fuori.»rnrnrnIl commissario Soneri non vedeva l'ora di lasciare l'afa agostana di Parma, e fuggire insieme ad Angela a Montepiano, sul suo amato Appennino. Troppo bello per essere vero. Infatti non è vero: pochi giorni dopo il loro arrivo, la quiete notturna del paesino viene squarciata da un grido proveniente dal bosco. Sarà il primo di una lunga serie. È stato un uomo del paese, a gridare, dopo aver ricevuto un colpo di pistola a una gamba. Ma non ricorda nulla. Né chi gli ha sparato, né per quale motivo. Soneri cerca di tenersi fuori, di salvare la sua vacanza, ma in cuor suo sa che è inutile. Anche perché nei giorni seguenti il paese viene invaso dai carabinieri. È proprio in quei boschi, infatti, che si è nascosto il criminale più ricercato d'Italia, il serbo Vladimir, macchiatosi di rapine e omicidi e poi datosi alla macchia. Ma i carabinieri, questa volta, sono convinti di averlo in pugno. L'unica cosa che lo spiegamento di forze dedicato alla caccia all'uomo riesce a ottenere è tuttavia il diffondersi della paura nel paese, tra gli abitanti, nell'animo dello stesso Soneri, stravolgendo la vita di Montepiano, le abitudini, i rapporti umani. Il serbo comincia ad apparire agli occhi della popolazione come una figura quasi leggendaria: tanto spietato, quanto apparentemente inafferrabile, capace addirittura di prendersi gioco di polizia e carabinieri con beffardi messaggi sui social network. Insomma, un criminale perfetto. Un po' troppo perfetto, comincia a pensare Soneri. Anche ne La paura nell'anima, il commissario Soneri, come ha scritto «La Repubblica», ""non si accontenta di scoprire il colpevole, interroga se stesso e una comunità, scava nelle contraddizioni di un'epoca"""", e Valerio Varesi tratteggia un affresco profondo e acuto della nostra società, delle ombre che si nascondono nel nostro quotidiano, dei cambiamenti della nostra psicologia sociale."" -
Il ponte d'argilla
Dopo 12 anni di silenzio, il 9 ottobre 2018, in contemporanea mondiale, torna Markus Zusak, l'autore di Storia di una ladra di libri, con il suo nuovo, attesissimo romanzo, Il ponte d'argilla.rnrnSono seduto, e penso, e batto. Batto sui tasti. Scrivere non è mai facile, ma diventa più semplice se hai qualcosa da dire. Lasciare che vi parli di nostro fratello. Il quarto dei ragazzi di Dunbar, Clay. Perché quello che sto per raccontarvi accadde a lui. E, tramite Clay, cambiammo anche noi. TuttirnrnC'erano stati anche un nonno con la passione per i miti greci, una nonna e la sua macchina da scrivere, un pianoforte consegnato nel posto sbagliato, una ragazza con le lentiggini che amava le corse dei cavalli, e un padre che, dopo la morte della moglie, aveva abbandonato i suoi cinque figli: Matthew, Rory, Henry, Clay e Tommy. I fratelli Dunbar. Costretti a vivere soli, e a definire da soli le regole della propria esistenza. E quando il padre tornerà sarà Clay l'unico dei fratelli che accetterà di aiutarlo e costruire con lui un ponte, concreto e metaforico nello stesso tempo: lo farà per la sua famiglia, per il loro passato, per il loro futuro, per espiare le colpe, per affrontare il dolore. Lo farà perché lui è l'unico che conosce tutta la storia, e per questo è obbligato a sperare. Ma fino a che punto Clay potrà portare avanti la più difficile di tutte le sue corse? Quanti degli ostacoli che la vita gli ha posto davanti riuscirà a superare? Quanta sofferenza può sopportare un ragazzo? Dodici anni dopo Storia di una ladra di libri, Markus Zusak torna con un romanzo di lancinante bellezza, che non ha paura di commuovere e che lo conferma come uno dei più importanti autori della scena letteraria mondiale: la storia di Clay, dei suoi fratelli e della sua famiglia è di quelle destinate a incidere a lungo nell'immaginario collettivo, per la densità di vita e sentimenti, per il racconto travolgente, per la voce acuta, calda e suggestiva. -
Il fuoco e la polvere
Era il bandito più famoso di quelle terre. Lo avrebbero seguito tutti all'inferno. Perché la libertà si paga con la vita.«Mauro Garofalo affida a un Robin Hood risorgimentale una vicenda di briganti contro i soprusi di un banchiere politicante nella profonda Maremma del 1862. Con tutti gli elementi del romanzo popolare» - La Letturarn«Quando ero giovane credevo in tre cose. Il marxismo, il potere redentore del cinema e la dinamite. Oggi credo solo nella dinamite» - Sergio Leonern1862, tempi duri in Maremma. Mentre la guerra civile impazza e le giubbe rosse di Garibaldi sbarcano al centro e al sud, il Capitano Bosco aiuta i mezzadri in lotta contro i padroni. Per molti è un eroe. Ma per l'uomo con la bombetta è un pericoloso avversario, il potente politico sta infatti cacciando i contadini dalle terre per costruire la ferrovia, mascherando i suoi loschi affari in nome dell'Unità d'Italia. Forte dell'appoggio del nuovo Stato voluto dai Savoia, rapisce la bella Elena, giovane donna di cui è innamorato il Capitano Bosco, e scatena contro di lui un esercito di militari e la ferocia del sanguinario criminale Enrico Stoppa. Tra inseguimenti nelle foreste a picco sul mare, Bosco trova sulla sua strada un'improbabile banda di compagni d'avventure: un ex schiavo proveniente dalle colonie eritree; un esperto di esplosivi; un misterioso samurai arrivato in Occidente con il circo; un anziano colonnello tiratore scelto e un ragazzino scampato al massacro della sua famiglia. Insieme a loro, Bosco darà l'assalto finale al potere che vuole distruggere le sue terre selvagge. -
Il cielo non è per tutti
Ai giardini ci sono solo loro due. Si fronteggiano da due panchine distanti. Poi la bambina si alza, e si muove decisa verso il ragazzino. ""Ciao. Sono Alida"""". rn«Siamo stati tutti bambini, solo che molti hanno abbandonato l'infanzia nel garage degli attrezzi dimenticati, tra la polvere e la vernice seccata dentro bidoni di plastica, e non ricordano nulla, nemmeno di avere ricordi» - Barbara Garlaschellirnrn«Alida è rabbia e silenzio. Regina cammina dentro un'ombra. Giacomo scappa, verso cosa non sa. Un uomo muore senza colpa. Due bambini diventano grandi. E intorno tutto il mondo» - Nicoletta Valloranirnrn«Raccontare i ragazzini è la cosa più difficile del mondo: perché li abbiamo dimenticati da qualche parte dentro di noi o perché non lo siamo mai stati. Barbara Garlaschelli riesce a farlo senza retorica illuminando mondi sommersi» - Daniele LosinirnrnrnLe città della pianura padana, in estate, quando l'afa invade le strade deserte, hanno qualcosa di allucinato, immobili come sono sotto il loro cielo ingannevole. Silenziose, con quell'eco lontana di campagna che nessuno più riconosce. Desolate e vuote, salvo i pochi abitanti rimasti per forza: chi non è potuto partire, qualche anziano, le donne straniere che se ne prendono cura e certi ragazzini sperduti nella loro solitudine infantile. Come Giacomo, arrivato ai giardini a bordo della sua inseparabile bicicletta rossa. E come Alida, in compagnia dell'immancabile cellulare. Lui scappa da un funerale, quello del nonno terribile che nessuno amava e che ora tutti compiangono. Lei fugge dalle ossessioni di una madre che vorrebbe controllarle anche il respiro perché non subisca le sue stesse ferite del corpo e dell'anima. Lui è convinto di essere un assassino. Lei di essere la responsabile dell'infelicità materna. E con quella sintonia istintiva e naturale, che solo i bambini sono capaci di provare, decidono di andarsene insieme. La loro scomparsa, e la disperata ricerca che subito inizia, costringerà la famiglia di Giacomo e la madre di Alida a fare i conti con i fantasmi del loro passato, con le loro colpe e i loro errori. Li costringerà a essere adulti.""