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Bandiere nere. La nascita dell'Isis
Vincitore del Premio Pulitzer 2016 – categoria General NonfictionQuando, nel 1999, il Governo della Giordania concesse l'amnistia a un gruppo di prigionieri politici detenuti in un carcere di massima sicurezza in mezzo al deserto, non aveva la minima idea che tra di essi ci fosse anche Abu Musab al-Zarqawi, un terrorista capace di diventare in pochi anni l'architetto del movimento più pericoloso del Medio Oriente prima, e del mondo intero poi. ""Bandiere nere"""" di Joby Warrick mostra come la determinazione di un solo uomo e gli errori strategici dei presidenti americani George Bush e Barack Obama abbiano permesso che le bandiere dell'ISIS si issassero sull'Iraq e la Siria, prima di spargere sangue in tutto il mondo. Sulla base di informazioni ad altri inaccessibili, ottenute sia da fonti giordane che della CIA, Warrick tesse una dettagliata cronaca - attimo dopo attimo, fatto dopo fatto - della nascita e crescita di un mostro che ha adepti in tutto il mondo, e che sta colpendo tanto l'Europa e gli Stati Uniti, quanto l'area mediorientale e oltre. Una storia raccontata dal punto di vista di spie, diplomatici, agenti dei servizi segreti, generali e capi di stato, molti dei quali compresero in anticipo la minaccia, ne intravidero la maggiore pericolosità rispetto a quella di al-Qaida, cercarono di arrestarne in tempo la violenza, ma non vennero ascoltati. """"Bandiere nere"""" rivela il lungo arco di vicende che ha portato alla costituzione della trama terroristica più pericolosa che l'Occidente abbia mai conosciuto."" -
Con rabbia
Penny è un'adolescente nel cuore della rivoluzione politica e morale del dopoguerra. Insieme alla sorella gemella Baby, attraverso la ribellione, la rabbia e le esagerazioni della loro età, scopre e non comprende il mondo. La sua sete d'amore e purezza è assoluta, come lo è il rifiuto per l'ipocrisia delle convenzioni sociali. Penny e Baby sono scosse da un passato e da una rabbia ancora troppo vicini: sono le uniche sopravvissute allo sterminio della famiglia dello zio Robert, che le aveva adottate, per mano dei nazisti. ""Con rabbia"""", pubblicato nel 1963, è il secondo episodio della """"biografia per tappe"""" di Lorenza Mazzetti, iniziata con """"Il cielo cade"""" e proseguita poi con """"Uccidi il padre e la madre"""" (che la La nave di Teseo pubblica in un'edizione, corretta e riveduta, dal titolo """"Mi può prestare la sua pistola per favore?""""). Un racconto che è anche biografia del dolore e della sua elaborazione: dal desiderio di vendetta al senso di colpa di voler dimenticare per continuare a vivere, fino alla rivendicazione di una giustizia che coinciderà con una nuova libertà interiore."" -
La città interiore
Finalista Premio Campiello 2017.Un ""romanzo di formazione"""" tra le pieghe della città di Trieste, dalla memoria del padre nel 1945 a un attentato del 1972.«Mauro Covacich è uno scrittore lucidamente inquieto, consapevole che il suo mestiere è una continua ricerca, una perenne salita verso quote di perfezione oltre le quali non c'è comunque la pace dei traguardi raggiunti, ma solo altra faticosa strada da affrontare.» - Sergio Pent, TuttoLibri La Stampa«Per godere in pieno de """"La città interiore"""", bisogna lasciarla depositare. Ci vogliono due giorni di riposo. Allora le immagini diventano tridimensionali.» - Cristina Battocletti, Domenica - Il sole 24 oreÈ il 4 aprile 1945. Quel bambino sta trasportando una sedia tra le macerie della città liberata dai nazifascisti ed è diretto al comando alleato, dove lo attende suo padre - dal cognome vagamente sospetto, Covacich - sottoposto i un interrogatorio. E quella sedia potrebbe scagionarlo. Sempre Trieste, 5 agosto 1972. I terroristi di Settembre Vero hanno fatto saltare due cisterne di petrolio. Un bambino, Vlauro Covacich, tra le gambe di suo padre (il bambino che trascinava la sedia ventisette anni prima nella Trieste liberata), contemplando le colonne di fumo dalle alture carsiche sopra la città, chiede: """"Papà, sento in guera?"""" Mauro Covacich torna nella sua Trieste, con un libro dal ritmo incalzante, avventuroso romanzo della propria formazione, scritto con la precisione chirurgica di un analista di guerra e animato dalla curiosità di un reporter. """"La città interiore"""" è la cartografia del cuore di uno scrittore inguaribilmente triestino; è il compiuto labirinto di una città, di un uomo, della Storia, che il lettore percorre con lo stesso senso di inquieta meraviglia che accompagnava quel bambino del 1945 e quello del 1972; un labirinto di deviazioni e ritorni inaspettati, da cui si esce con il desiderio di rientrarci."" -
I baci sono definitivi
Ogni giorno Pietrangelo Buttafuoco - col suo zaino da pendolare, con il suo ufficio sulle spalle - lascia la luce e scende nel buio della metropolitana. Entra nel vagone e si ritrova dentro un incantesimo. Ruba le storie della vita dei pendolari e ne fa ""cunto"""". Tutte le mattine il viaggio sotterraneo gli regala una nota per il suo quaderno: incontri straordinari, storie d'innamorati, struggenti malìe, canzoni, dediche ed epiche vissute tra i sedili, i corrimani, le scale mobili e i nodi delle stazioni della metropolitana. Reticoli che si dipanano poi nel groviglio seducente di transiti ferroviari, navigazioni, viaggi in automobile o passeggiate lungo strade di un mondo svelato agli occhi dell'immaginazione. Esercizi di osservazione destinati al taccuino, messe in scena che diventano preghiere, realtà strappate alle quotidianità per svelare la verità della poesia. Tutto si mostra in un solo istante per durare poi un'eternità."" -
La rondine sul termosifone
Dall'orrore dei Lager all'amore per il marito Nelo Risi: le passioni di una vita distillate in racconto autobiografico.rnrn«L'amoroso racconto di una malattia, di una coppia che l'affronta insieme tenendosi fino all'ultimo per mano.» - Paolo Conti, Sette, Corriere della SeraProtagonista del libro è il poeta Nelo Risi, terzo marito della scrittrice, scomparso nel settembre 2015. Edith Bruck le è stata accanto sino alla fine, trascorrendo con lui, accanto a lui, gli anni della progressiva demenza, che lo ha allontanato dal mondo, dai suoi ricordi, dagli affetti, dal lavoro. Ne emerge non solo il ritratto di un grande poeta, ma quello di una donna straordinaria che, memore del dolore subito dai nazisti, ha deciso di rimanere al fianco dell'uomo amato. Così che il ritratto di un amore diventa l'occasione per fare un bilancio della propria vita e del proprio rapporto con l'amore e con gli uomini. -
L' incantesimo
Una storia divertente e struggente, capace di viaggiarernper epoche e continenti; un romanzo sulla fragilità dellarnvita, sulla separazione, la perdita e la forza dei desiderirnche, come per incantesimo, possono diventare realtà.«La Shoah, nel romanzo di Emanuel Bergmann, è l'era del miracolo che va in pezzi in pochi anni, dell'umanità che diventa adulta con una sassata, e inventa trucchi senza crederci.» - Andrea Bajani, il Venerdì di Repubblica“Queste due persone sono fatternl’una per l’altra. Le loro animernsono unite per l’eternità anchernse le avversità della vita voglionorndividerle. Il loro amore non sirnestinguerà mai! Si appartengonorndall’inizio dei tempi!”rnrnUn ragazzino che crede a tutto e un anziano mago chernnon crede più a nulla. Cosa potrebbe unirli se non il corsorndella storia e un’incredibile avventura?rnPraga, 1934: Mosche Goldenhirsch, figlio quindicennerndel vecchio rabbino, perde la testa per un leggendariornmago del circo, conosciuto come l’Uomo Mezzaluna,rne per la sua graziosa assistente. Mosche scappa di casarne si unisce alla loro carovana, lentamente in viaggio versornla Germania. Riesce a sfuggire alla furia omicida deirncampi di sterminio e diventa un illusionista di successo,rnnegli Stati Uniti, con il nome d’arte di Grande Zabbatini.rnLos Angeles, 2007: Max Cohn, dieci anni, scapparndalla finestra della sua cameretta per andare a trovarernil Grande Zabbatini, ormai stufo e anziano. Il ragazzinornè convinto che solo la sua magia e i suoi incantesimirnpossano far tornare insieme i genitori prima che il divorziornvenga firmato. -
Un mondo raro. Vita e incanto di Chavela Vargas
Una vita fra musica, alcool, passioni impossibili e magia: Chavela Vargas è stata una delle voci più importanti dell'America Latina. rn""Vargas, mi chiamo Chavela Vargas. Poi girandosi verso Infante Si era parlato di Tequila, O sbaglio?""""rnUna Edith Piaf messicana, amante di Frida Kahlo, musa di Almodóvar, che ha infranto gli schemi e attraversato la storia di un intero secolo. Una carriera iniziata negli anni '40 e arrestatasi misteriosamente; la rinascita, come una fenice, dopo un oblio durato vent'anni; il ritorno sulle scene mondiali e la conquista definitiva di un'immortalità artistica che l'ha consacrata tra le icone della musica sudamericana. Romanzo con il passo, la voce e l'emozione di un canto """"ranchero"""", """"Un mondo raro"""", nato dal viaggio di due amici cantautori e dalla loro passione per le canzoni di Chavela Vargas, ne insegue l'avventura: dall'infanzia dolorosa in Costa Rica alla scoperta ubriacante del Messico, dai concerti nelle bettole al pubblico dell'Olympia di Parigi. Una storia di euforia e solitudine, di incontri folgoranti e struggenti addii, tra iniziazioni sciamaniche e amori travolgenti, infiammati da litri di tequila."" -
Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida. Con Poster
"In un’epoca di pazzia credersi immuni alla pazzia è una forma di pazzia. Quindi non prendete per oro colato che le cose che avete appena letto"""".rnrnrnCrisi delle ideologie, crisi dei partiti, individualismo sfrenato... Questo è l'ambiente - ben noto - in cui ci muoviamo: una società liquida, dove non sempre è facile trovare una stella polare (anche se è facile trovare tante stelle e stellette). Di questa società troviamo qui i volti più familiari: le maschere della politica, le ossessioni mediatiche di visibilità che tutti (o quasi) sembriamo condividere, la vita simbiotica coi nostri telefonini, la mala educazione. E naturalmente molto altro, che Umberto Eco ha raccontato regolarmente nelle sue Bustine di Minerva. È una società, la società liquida, in cui il non senso sembra talora prendere il sopravvento sulla razionalità, con irripetibili effetti comici certo, ma con conseguenze non propriamente rassicuranti. Confusione, sconnessione, profluvi di parole, spesso troppo tangenti ai luoghi comuni. """"Pape Satàn, pape Satàn aleppe"""", diceva Dante nell'""""Inferno""""(VII, 1), tra meraviglia, dolore, ira, minaccia, e forse ironia." -
Care figlie vi scrivo
Mie care figlie, vi raccontornquello che non sapete di me,rnla mia vita all’infuori di voi,rni miei segreti.rnrnQuando si evoca la famiglia Bruni Tedeschi, si pensa subitorna Carla, modella, cantante, già première dame, e a sua sorellarnmaggiore Valeria, attrice e regista.rnMarisa Bruni Tedeschi non è semplicemente la loro madre.rnPianista, appassionata d’opera, ha sempre vissuto una vitarnda artista. Una donna libera, che ha attraversato la storiarne le frontiere senza conformarsi alle regole borghesi. In questornlibro si confessa per la prima volta: la giovinezza nell’Italiarnfascista, la morte precoce del padre e la tenerezza del rapportorncon la madre, l’incontro nel 1952 con suo marito Alberto,rnindustriale, compositore d’opera e collezionista d’arte, il lorornesilio in Francia per sfuggire alla stagione dei rapimenti, le suerngrandi storie d’amore e la passione mai tradita per il pianoforte. -
La musa
Quel quadro ha innescatornuna serie di bombe a orologeriarnche, con il passare del tempo,rnsono esplose: a volte con delicatezza,rna volte con una forza sconvolgente.«Jessie Burton ha scritto un romanzo per combattere il razzismo sempre strisciante, per ricordare le vittime del fascismo spagnolo, per riscattare il ruolo della donna, ma soprattutto per ribadire il fascino dell'arte e della grande pittura in particolare. Non c'è lieto fine perché la solitudine è un destino degli umani a cui nessuno sfugge mai del tutto, nemmeno gli scrittori che creano uomini di carta.» - Paolo Mauri, Robinson - La Repubblicarn“ Se avete amato Il miniaturista, La musa è il librorngiusto per voi: amore, guerra, desiderio e arte.rnÈ tutto qui.” - Ellern“ Una tela ricchissima di idee ed emozioni.rnQuesto romanzo esplora meravigliosamenternil senso stesso della scrittura.” - The Independentrn“Una storia emozionante e sorprendente sulla libertà,rnla ricerca della propria vocazione e la possibilitàrndi salvarsi attraverso l’arte.” - Publishers WeeklyrnrnIn una calda mattina di luglio, Odelle Bastien sale gli scalini di pietra della Skelton Gallery di Londra, consapevole che il suo mondo sta per cambiare per sempre. Odelle ha combattuto per trovare il suo posto nella città sin dal suo arrivo da Trinidad, cinque anni prima, lavorando inizialmente come commessa in un negozio di scarpe. Da Skelton inizia come dattilografa alle dipendenze dell'affascinante ed enigmatica Marjorie Quick. Odelle, timida e affascinante, attrae con la sua ritrosia un ragazzo che porta in visione alla galleria Skelton un quadro di proprietà della sua famiglia. Marjorie Quick, nel vedere il dipinto ha in sussulto e fugge via. Anche il proprietario della galleria rimane enormemente scosso e tenta maldestramente di dissimulare il suo disagio. La chiave per svelare il mistero di questo dipinto è nascosta nel 1936, in una grande casa nella campagna spagnola, dove si nasconde la chiave dei misteri che rischiava di travolgere la quieta galleria d'arte Skelton e la stessa Odelle. -
Yoro
H si fa chiamare con una lettera muta, come mute sono le vittime della storia, la stessa lettera che nella tavola periodica indica l'idrogeno, l'elemento alla base della bomba atomica. La sua storia comincia proprio il 6 agosto del 1945, quando il lancio di ""Little Boy"""" su Hiroshima la colpisce ancora bambina e la sfigura nel profondo, lì dove risiede la storia di un corpo e la promessa di una maternità. Da quel giorno, di cui H ha minuziosamente ricostruito dati, orari e numeri per colmare il vuoto dei pochi e assurdi ricordi, inizia il suo racconto: una lettera urgente e totale, un'eterna dichiarazione d'amore e di colpevolezza. H, ormai donna cresciuta e sanata nel corpo, vive a New York ed è qui che negli anni '60 incontra Jim, un marine sopravvissuto agli orrori della guerra, e a cui, solo per pochi anni, era stata affidata Yoro, un'orfana giapponese appena nata alla fine del conflitto. Nell'incontro fra Jim e H, la ricerca di Yoro - la figlia perduta e quella mai avuta - diviene il fondamento di un legame indistruttibile e l'inizio di un viaggio negli anni, dall'America al Giappone, dalla Namibia al Congo, fino alle radici della colpa e alla scoperta di una verità impossibile e semplicissima, che solo l'amore più grande può racchiudere."" -
Le carte della Signorina Puttermesser
Strabordante di immaginazione di vibrante umorismo, Le carte della Signorina Puttermesser è un vero e proprio luna-park letterario, scritto da una delle autrici più visionarie del nostro tempo.rnrn""Considero Cynthia Ozick, Cormac McCarthy e Don De Lillo i migliori scrittori viventi” - rnDavid Foster Wallacern rnCon una scrittura affascinante, originale, che canta come un intero coro di sirene, Cynthia Ozick dà vita al suo personaggio e alla sua storia più coinvolgente. Ruth Puttermesser vive a New York. La sua cultura è monumentale. La sua vita amorosa minima (preferisce versare lacrime per Platone che divertirsi con Morris Rappoport, sposato). Le sue fantasie, invece, rivelano una sconcertante tendenza ad avverarsi – con conseguenze disastrose per ciò che, comicamente, definiamo realtà. rnLa Signorina Puttermesser vorrebbe tanto una figlia, e prontamente ne crea una, senza aiuto, nella forma del primo golem femmina di cui si abbia memoria. Mentre si dà da fare nelle pieghe polverose del servizio civile, sogna di cambiare la città – ed ecco che riesce a diventarne il sindaco. La Signorina Puttermesser riflette sull’aldilà e vi si butta a capofitto, solo per scoprire che trovare un paradiso significa anche perderlo. Strabordante di immaginazione di vibrante umorismo, Le carte della Signorina Puttermesser è un vero e proprio luna-park letterario, scritto da una delle autrici più visionarie del nostro tempo."" -
La vita sconosciuta
"Ognuno ha una percentuale di vitarnsconosciuta alla propria compagna.rnLo spicchio è di varia grandezzarnma il mio era ampio e irreversibilerncome un pozzo senza fondo.""""rnrnMilano, primi anni Duemila. Ernesto, cinquantennerndisoccupato, reduce da un incontro sessuale con unrngigolò arabo, rincasa nel cuore della notte e scoprernla moglie Agata riversa senza vita sul divano. Il tragicornevento è preceduto alcune ore prima dall’ennesimarndisputa coniugale perché Agata – costretta a lavorarerncome domestica per salvare il bilancio familiare –rnrimprovera al marito una colpevole rassegnazione.rnIl lutto improvviso esaspera i sensi di colpa dirnErnesto. Da anni conduce una doppia vita costellatarnda menzogne e tradimenti. Agata, siciliana dal caratterernribelle, ignora che il marito la tradisce con prostitutirnnel degrado di parchi pubblici e toilette di stazionirnferroviarie. Così com’è all’oscuro del terribile segretornche Ernesto custodisce, risalente al loro comune passatorndi rivoluzionari negli anni Settanta.rnScandito da capitoli che si accumulano come istantaneerncapaci di illuminare il nostro passato prossimo grazierna un particolare, un dettaglio, un’emozione, il romanzornattraversa la memoria intima e pubblica di un uomornche si mette a nudo in una confessione senza sconti.rnCrocifisso Dentello, alla sua seconda prova, raccontarndue vite perdute, un marito e una moglie offesi dallarnStoria e dai sentimenti negati." -
Vita di Nullo
Vita di Nullo è il romanzo della provincia italiana,rnuna ballata intensa cantata da eroi troppo grandirnper le piazze in cui abitano. rnrn""Nullo, vieni a prendercirne portaci ancora con te.""""rnrnIl palcoscenico è un barrnche ha la sacralità di una chiesa e un sacerdoternindiscusso, Nullo, che regna su un popolo dirnrivoluzionari, come Belaghega l’inventore di parole,rnPatecia il collezionista di tristezze e Scandul,rnbarrelliere per mestiere e pescatore per vocazione.rnDa quando Nullo è sparito nessuno più sorride al bar,rnperché lui era l’anima dell’intero paese. Sovrappesorne sognatore fin da bambino, vittima sacrificalerndei coetanei eppure insostituibile animatore di ognirnserata, Nullo è uno di quei lucidi folli che fiorisconornnella provincia italiana. Ha idee strampalate, geniali,rnè lo zimbello del gruppo ma riempie la vita di tutti.rnÈ vittima e carnefice dei larghi vuoti della pianurarnpadana. Ora Nullo ha finalmente l’occasione dellarnvita per uscire dalla provincia e conquistare la platearndel mondo. Lascerà la sua opera incompiuta?"" -
Non smettere di trasmettere
Non smettere di trasmettere raccoglie le vere e proprie lettere - non semplici post - che Claudio Baglioni scrive alle centinaia di migliaia di persone che lo seguono sul suo profilo Facebook. Lettere personali nel linguaggio e nella forza delle riflessioni.rnrnEsiste un modo non impersonale di vivere i social? È possibile ridurre e non aumentare le distanze? Stabilire contatti ""reali"""", anche se spesso la conoscenza è e resta soltanto """"virtuale""""? Si può rimanere se stessi, senza stravolgere la propria identità, né lasciarsi trascinare nel gioco, non sempre divertente o innocente, della finzione? Ci si può incontrare su un piano di autenticità e onestà intellettuale, evitando """"post-verità"""" e """"hate speech""""? C'è posto per pensieri veri, parole vere, sentimenti ed emozioni vere? Ci possono essere profondità senza pesantezza, leggerezza senza banalità, dialettica senza polemica e confronto senza offesa? Claudio Baglioni ci dimostra di sì: tutto questo è possibile. E lo fa, utilizzando la forma antica e romantica della lettera, nell'universo veloce e distratto dei social, recuperando e dando fiato e tempo a quei pensieri e a quelle parole che il mondo social cerca, ma raramente è in grado di offrire. Non smettere di trasmettere raccoglie le vere e proprie lettere - non semplici post - che Baglioni scrive alle centinaia di migliaia di persone (800mila, attualmente) che lo seguono sul suo profilo Facebook. Lettere personali nel linguaggio e nella forza delle riflessioni, ma anche nei destinatari, dal momento che non sono indirizzate a una platea informe e anonima, ma pensate come un """"da me a te"""" diretto, intimo e vero, frutto della sensibilità, della profondità, e della capacità di emozionare e appassionare che solo un grande artista ha."" -
La guida scandinava per vivere 10 anni di più. Dieci semplici consigli per una vita più sana e felice
Il medico svedese Bertil Marklund ha scritto una guida completa alle piccole scelte quotidiane che possiamo fare per migliorare la qualità della nostra vita: dal sonno all'alimentazione, dall'esercizio fisico al rapporto con gli altri... «Un po' di sport, buona tavola e tante abitudini piacevoli. Ecco il decalogo scandinavo per rinviare l'invecchiamento: ""Quanto stiamo al mondo dipende al 75% da noi"""".» - Elvira Serra, Corriere della SerarnrnI manuali sullo stile di vita e le diete sonorndi gran moda, ma di solito prescrivono regolernrigide e difficili da seguire. Oppure sono troppornlunghi: chi ha il tempo di leggere 300 paginernsulla disciplina e i cambiamenti radicalirnda imporre alla propria vita?rnI 10 semplici consigli che questo libro raccoglie,rnispirati al salutare stile di vita scandinavo,rnallungheranno la vostra vita di 10 anni in pocornpiù di 150 pagine.rnBertil Marklund racconta in questa guidarnle piccole scelte quotidiane che possiamo farernper migliorare la qualità della nostra vita: dalrngiusto riposo all’alimentazione, dall’eserciziornfisico al rapporto con gli altri.rnTutti possiamo facilmente mettere in praticarnalmeno qualcuno dei cambiamenti suggeritirnin questo libro senza dover stravolgere le nostrernabitudini. Grazie ai suoi consigli semplici marnefficaci, il dottor Marklund – ormai una starrnin tutta Europa – diventerà il vostro migliorernamico, e un alleato prezioso per la vostra salute."" -
Mia madre, la mia bambina
La storia della malattia di Lalla Fatma, madre di Tahar, colpita dall'Alzheimer.rnrnIl ritratto di una donna dalla forte personalità che si dissolve sotto gli occhi del figlio. Lalla Fatma non esce mai dalla sua casa di Tangeri, la lascerà solo per andare nella tomba, come dice lei. Ma dal suo letto rivisita gli anni della giovinezza a Fès, rivive i suoi tre matrimoni, riceve al capezzale il padre morto di Tahar; fa morire e resuscita i propri figli. Nella sua testa si mescola tutto. A nulla servono le medicine, amiche ingannevoli che scombussolano ciò che non curano; né le premure delle due domestiche, che la sua mente trasforma in potenziali nemiche, pronte ad approfittare della situazione. Dio ha voluto così, e non si può che rimettersi a lui. Così Tahar assiste impotente a questa bufera di allucinazioni e ricordi, al tentativo straziante e continuo di cercare un ordine che ormai sfugge, di rivendicare una lucidità perduta, di salvaguardare la dignità. E in silenzio raccoglie le reminescenze stralunate della madre e le ricompone in un racconto pacato che è forse un modo per dire un'ultima volta il proprio amore di figlio. -
Le pareti della solitudine
Momo, il protagonista di questo romanzo, è unrnimmigrato nordafricano “inventato” dall’autore per farsirnportatore di una lucida denuncia del razzismo, in un’operarnletteraria dal grande respiro poetico.rnrnArrivato a Parigi negli anni ’70, Ben Jelloun ha lavoratorncome psicologo in un centro per le malattie psicosomatiche:rnqui ha incontrato e ascoltato per anni un centinaio dirnpazienti nordafricani, entrando così in quel mondo emotivornsegreto che gli immigrati custodiscono, spesso ignoratirndal resto della società. Cosa sognano? Cosa soffrono?rnCome sopportano la mancanza, la solitudine, il desiderio,rnle privazioni fisiche? Per Ben Jelloun nessun approcciornscientifico o saggistico può davvero raccontare la verità dirnqueste esperienze, solo la letteratura può tentare di farlo.rnCosì nasce Momo, il protagonista di questo romanzo, unrnimmigrato nordafricano “inventato” dall’autore per farsirnportatore di una lucida denuncia del razzismo, in un’operarnletteraria dal grande respiro poetico. -
Il principio della carezza
Finalista del Premio Scrivere per Amore, 2017rnUna donna, un uomo, una città deserta, una finestra che separa mondi e unisce solitudini. Con questi semplici elementi, Sergio Claudio Perroni costruisce una storia che racchiude due vite. Lei, scrittrice disincantata, e lui, lavavetri sognatore, non potrebbero essere più diversi, ma hanno due cose in comune: un passato da rimarginare, un presente che intreccia amarezza e amore. ""Il principio della carezza"""" è la storia del loro incontro, dunque del loro destino."" -
Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida
Crisi delle ideologie, crisi dei partiti, individualismo sfrenato... Questo è l'ambiente - ben noto - in cui ci muoviamo: una società liquida, dove non sempre è facile trovare una stella polare (anche se è facile trovare tante stelle e stellette). Di questa società troviamo qui i volti più familiari: le maschere della politica, le ossessioni mediatiche di visibilità che tutti (o quasi) sembriamo condividere, la vita simbiotica coi nostri telefonini, la mala educazione. E naturalmente molto altro, che Umberto Eco ha raccontato regolarmente nelle sue Bustine di Minerva. È una società, la società liquida, in cui il non senso sembra talora prendere il sopravvento sulla razionalità, con irripetibili effetti comici certo, ma con conseguenze non propriamente rassicuranti. Confusione, sconnessione, profluvi di parole, spesso troppo tangenti ai luoghi comuni. ""Pape Satàn, pape Satàn aleppe"""", diceva Dante nell'Inferno (VII, 1), tra meraviglia, dolore, ira, minaccia, e forse ironia.""