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Piero Bottoni a Mantova. L’urbanistica come opera corale, 1954-59
I primi cento piani regolatori redatti sulla base della legge urbanistica del 1942 e in virtù del decreto interministeriale n. 391 dell’11 maggio 1954, così come i pochi piani maturati tra la fine del secondo conflitto mondiale e la promulgazione del decreto stesso, rappresentano uno spaccato di particolare interesse sia per quanto attiene la cultura del progetto urbano e territoriale del secondo dopoguerra in Italia sia per quanto riguarda quella relativa al governo della città e del territorio. I contenuti del Piano regolatore di Mantova redatto sostanzialmente tra il 1954 e il 1956, ma entrato in vigore solo nel 1959, e le vicende connesse alla sua gestazione non fanno eccezione. Quella che va in scena nella città virgiliana negli anni Cinquanta del secolo scorso è la rappresentazione plastica del tentativo che l’Italia – la politica, la pubblica amministrazione, l’urbanistica e, in ultima analisi, la società – ha compiuto per dare alle città e al territorio del nostro Paese un assetto civile e razionale: uno sforzo immane, fondato su alcuni capisaldi legislativi, ma al tempo stesso costruito passo a passo definendo contenuti, approcci, procedure che saranno alla base della pianificazione urbanistica italiana negli anni del suo massimo sviluppo, quella che, di fatto, definirà gran parte dei tessuti urbani delle città in cui viviamo. -
Obiter dicta
Milano, marzo 2020, pandemia. Giacomo, iscritto al dottorato di ricerca in Diritto comparato presso l'Università Statale, fatica a elaborare il suo progetto di tesi. È in ritardo sul calendario e incerto sul da farsi. Il suo referente, Achille Briola, luminare nel campo e professore ormai in pensione, lo guida nell'elaborazione di un progetto innovativo, basato sulla riscoperta di alcuni appunti manoscritti di Gino Gorla (1906-92), da tempo dimenticati nell'omonimo fondo di Unidroit a Roma, ma tali da rivoluzionare potenzialmente interi ambiti della ricerca giuridica. Nella claustrofobica dimensione delle loro vite, i due intrattengono, nei mesi più duri del lockdown, un dialogo virtuale, intessuto di rimandi e dotte citazioni, al quale gli eventi imporranno un'improvvisa, drammatica svolta. -
Il sequestro del marò. Conversazione con Mario Capanna
Mario Capanna conversa con Massimiliano Latorre, uno dei due marò accusati di aver ucciso due pescatori indiani durante una missione sulla petroliera Enrica Lexie nel 2012. Era il 15 febbraio, al largo delle coste del Kerala, quando Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, fucilieri di Marina italiani in missione per proteggere la nave in acque a rischio di pirateria, sparano in direzione di un'imbarcazione indiana in atteggiamento di attacco. Da quel momento, inizia per loro un calvario conclusosi solo il 31 gennaio 2022, quando sono stati assolti dal gip di Roma. Per la prima volta in un libro, raccontata da uno dei suoi protagonisti, la vicenda che ha tenuto con il fiato sospeso l'Italia per dieci anni. -
Il gatto e il diavolo-I gatti di Copenhagen. Testo inglese a fronte
Tra i più grandi scrittori del XX secolo, James Joyce fu anche un narratore di brevi storie per il nipotino Stephen James Joyce, figlio di Giorgio, il suo primogenito. Il libro che presentiamo raccoglie proprio quelle due uniche storie per ragazzi scritte in forma di lettera: ""The Cat and the Devil"""" e """"The Cats of Copenhagen"""". In una lettera al nipote Stephen di quattro anni, datata 10 agosto 1936, James Joyce narra la leggenda del ponte del diavolo combinando humour irlandese ed elementi folcloristici di origine popolare francese; in poche pagine, lo scrittore costruisce la storia divertente di una beffa. [...] """"The Cat and the Devil"""" è stato pubblicato postumo per la prima volta in """"Letters of James Joyce"""" [...]. Joyce opera come sempre e fin da subito sul filo dell’associazione o, per meglio dire, di quello stream of consciousness che è la sua invenzione tecnica più nota: dal gatto pieno di dolci a un certo gatto di una certa Beaugency. La figura del “gatto” diventa il catalizzatore dell’affetto di Joyce per il nipote, creando un “ponte” simbolico che permette allo scrittore di superare la distanza geografica da Stevie. Età di lettura: da 6 anni."" -
Il pescatore e la sua anima. Testo inglese a fronte
Un pescatore che deve venire a patti con la propria anima per amore, un capriccioso bambino venuto dalle stelle che apprende un’importante lezione, un giovane erede al trono amante di tutto ciò che è bello, ma ottenuto a caro prezzo: riunendo in questo libro ""Il Pescatore e la sua Anima"""", """"Il Figlio delle Stelle"""" e """"Il giovane Re"""" si rende omaggio a quella sensibilità che guida Wilde nella scrittura di suggestivi racconti i cui personaggi, più o meno realistici, sono esempio o monito per il lettore. Scandagliando in profondità paure, desideri e sentimenti di chi, per raggiungere il proprio obiettivo, è disposto a sacrificare tutto, persino la propria anima, si arriva all’inevitabile, spesso drammatico epilogo."" -
Ascolto il tuo cuore, città
In Ascolto il tuo cuore, città Savinio «rievoca» i ricordi che il dramma della guerra ha lasciato dietro di sé, mentre passeggia per Milano, una città che è per lui «dotta e meditativa: la più romantica delle città italiane». In questo girovagare, l'autore è accompagnato dalla sua tipica ironia, intesa come «maniera sottile di insinuarsi nel segreto delle cose», virtù tanto più necessaria a Milano, che si presenta come «città tutta pietra in apparenza e dura», mentre è «morbida di giardini ""interni""""»."" -
Commento storico a un carme satirico di Giacomo Leopardi
"'Commento storico a un carme satirico di Giacomo Leopardi', scritto nel 1933 da Benedetto Croce e pubblicato dall’editore Giuseppe Laterza e Figli di Bari, ebbe in seguito diverse ristampe. Croce volle arricchire il saggio con dieci vignette (miniature, stampe e disegni di autori vari) che ritraggono scorci di Napoli perché in esso contestava a Leopardi non solo i versi e il pensiero, ma anche la toponomastica della città e l’ubicazione di alcuni caffè di ritrovo degli intellettuali, come per esempio il Caffè d’Italia. Fece inserire anche la fotografia della copertina di un opuscolo satirico, In lode de’ maccheroni e de’ pomodori, perché nella poesia leopardiana 'I nuovi credenti', oggetto della sua critica, il recanatese irrideva gli intellettuali napoletani, più interessati alla bella vita e al buon cibo che alla filosofia."""" (dalla prefazione di Paolo Barbieri)" -
I versi aurei. Testo greco a fronte
I ""Versi Aurei"""" di Pitagora costituiscono i fondamenti, la summa degli insegnamenti del filosofo e della sua scuola di pensiero (fondata a Crotone). Dopo la morte del Sapiente di Samo, i suoi adepti si fecero portatori di questi precetti, tramandati attraverso linguaggi criptici, numeri e simboli, che li rendessero incomprensibili a chi non fosse un discepolo. In essi non solo è racchiusa la dottrina morale del filosofo – ispirata al principio di moderazione –, ma anche una serie di regole (alcune piuttosto rigide) sui costumi, i consumi e il modo di relazionarsi agli altri."" -
Il crepuscolo delle fate. Testo francese a fronte
Un approccio spirituale, toccante e salvifico all’idea della morte passando per il suo opposto, la rinuncia a tutto ciò che è umano e caduco: questa è la scelta che hanno dovuto compiere le fate protagoniste del racconto di George Sand, esseri un tempo donne che hanno abbandonato i propri istinti primari – fame, freddo e fatica – per vivere di saggezza e rispetto della natura come creature immortali. Ma ciò implica anche la rinuncia alla maternità, componente femminile considerata imprescindibile nelle antiche società matriarcali. E allora la morte appare sotto una nuova luce: una benedizione, una speranza, il passaggio verso una rigenerazione sacra che non è fine, ma nuovo inizio. -
Isabella d’Egitto. Primo amore di Carlo V. Testo tedesco a fronte
Il folle e sconsiderato amore del giovanissimo Carlo V, il futuro sovrano dell’impero sul quale non calava mai il sole, per l’eccentrica principessa zingara Isabella in una favola magica e romantica, capolavoro della letteratura tedesca dell’inizio dell’800. Pubblicato per la prima volta nel 1812, ""Isabella d’Egitto"""" di Achim von Arnim spicca per la dovizia e il fascino dei particolari narrativi. Tema centrale del racconto, che può essere considerato un’interessante espressione del romanticismo tedesco, è l’amore giovanile di Carlo V per Isabella d’Egitto. Un amore legato ad antiche leggende della tradizione fantastica popolare, che vede Isabella avvicinare Carlo V grazie a un rituale magico e a Cornelio Nepote, il nano mandragola del quale il sovrano si servirà per potersi garantire tesori e ricchezze."" -
Sa'ar ha gemul
L’opera corrisponde all’ultimo capitolo del Sefer Torat Adam, o “Libro della legge dell’uomo”, un testo che si occupa delle norme relative alla sepoltura e ai riti funebri. Il capitolo, intitolato Ša’ar ha gemul, o “Porta della ricompensa”, tratta del giudizio divino, sia in terra che dopo la morte; delle punizioni e delle ricompense a giusti e iniqui in questo e nel mondo a venire; dello stato delle anime dopo la morte e della resurrezione dei corpi. Naḥmanide cerca di mettere ordine nelle fonti rabbiniche riguardo all’Aldilà e di costruire un sistema coerente, per molti versi simile a quello cristiano, in cui trova posto anche una riflessione sulla sofferenza del giusto. -
Il demone sottile. Scienza e mito dell’intelligenza diabolica
La storia di un’idea che ha attraversato i secoli, dal mondo pagano e poi cristiano fino alle soglie dell’età contemporanea, passando per il lungo millennio medievale: l’intelligenza del diavolo, che si manifesta nella preveggenza e in capacità cognitive fuori dal comune. Ma qual è la natura di questo potere? Com’è possibile che Lucifero, principe degli angeli e sommamente sapiente, abbia peccato? E ciò significa che l’intelligenza è intrinsecamente demoniaca? Conoscenza e bontà possono convivere, si può essere al contempo intelligenti e malvagi, o addirittura malvagi perché intelligenti? Tutti interrogativi che si raccolgono attorno alla figura teologica del diavolo e al suo “scandaloso” potere cognitivo. Una questione che si muove tra filosofia, teologia, letteratura, scienza e mito, tessendo le fila di una storia intellettuale che vede spesso come protagonisti autori e testi poco noti, ma capaci di raccogliere il testimone di auctoritas come Agostino d’Ippona e Anselmo d’Aosta, Dante e Tommaso d’Aquino, Cartesio e Voltaire. -
Vita dei fantasmi: Les chants de la mi-mort-Delle cose notturne-Vita dei fantasmi-La morte di Niobe
Pubblicato una sola volta nel 1962, Alberto Savinio apre ""Vita dei fantasmi"""" con un poemetto francese in prosa (""""Les chants de la mimort"""") ripreso in realtà da """"Hermaphrodito"""", altro suo capolavoro pubblicato nel 1916. A seguire, """"Delle cose notturne"""", un racconto privo di dialoghi in cui l’autore espone una serie di meditazioni e speculazioni filosofiche sul sonno e sull’attività onirica degli esseri umani. Tema centrale delle ultime due storie (""""Vita dei fantasmi"""" e """"La morte di Niobe"""") è infine la mitologia greca, presentata sotto forma di testi teatrali nella consueta e bizzarra interpretazione saviniana."" -
Viottoli e lune. Narrazioni poetiche e poesie
"Quanti viottoli hanno percorso e quante lune invocato Benvenuta, Gabrina, Franchetta, Antonia... amiche per sempre per le quali """"ho dovuto"""", oltre che voluto, scrivere qualcosa che diventasse ricordo affettuoso e memoria, ricerca della verità e incitamento all'indignazione per chi legge. Queste amiche, per cui si fatica a trovare una ragione che giustifichi torture e roghi inflitti da dotti inquisitori cattolici, luterani, calvinisti, anglicani e laici, sono anche faticosamente collocabili nel tempo, in quanto per le streghe il tempo non esiste perché scandito e dilatato dalle fasi di processi interminabili e demenziali che, fin dall'inizio, minano in modo irreversibile la dignità umana nei suoi molteplici aspetti [...] sino a quando non venne abrogato il crimine di stregoneria nel 1700. Per fortuna, e pare strano affermarlo, il Diavolo ha messo lo zampino in tanti archivi del nostro Belpaese, facendo in modo che non tutti i documenti andassero perduti o bruciati. Così la voce di tante donne è arrivata sino a noi, spesso con accenti disperatamente poetici, anche quando costrette a confessare cose inenarrabili."""" (l'autrice)" -
Asimmetrie & sghembi. Ideali matricole
"In questo libro di poesie, la disposizione grafica è importante. In alto un’iscrizione, un numero di matricola; appena sotto, una descrizione rapida delle caratteristiche del personaggio, come se si trattasse di una foto segnaletica; infine, il testo poetico. L’insieme ricorda un cippo o un piccolo monumento. Non siamo, però, in un cimitero: i protagonisti maschili e femminili di questa galleria di ritratti sono detenuti in diverse carceri italiane. [...] Chiantia seleziona in modo attento i diversi tipi di reato, evitando il più possibile le ripetizioni, tranne nei casi in cui non può farne a meno, per esempio quelli di mafia e i reati sessuali, che hanno una tale varietà da risultare diversamente emblematici. [...] Chi scrive conosce bene chi ha di fronte, ma in alcuni casi sembra proprio di udire la voce del detenuto, che è riuscito a spostarsi dalla propria condizione in senso stretto e a restituirla a se stesso in forma simbolica. [...] In altri casi, invece, la voce in cattività è afona e allora è quella scrivente a prestare la propria, in un tentativo di restituire qualcosa a una vita perduta da tempo."""" (Dalla prefazione di Franco Romanò)" -
Epifanie. Un romanzo familiare
«La struttura di queste Epifanie, a ben vedere, ha radici antiche, e necessarie, il che la dice lunga sul “genere” qui adottato. Il desiderio della “lettera” da inviare è tutta interna, per esempio, a Familiares di Petrarca. Da quel punto parte, come in Seneca, l’esigenza di un modello “autobiografico”, realizzato, si intende, in linea lirica. Forse Plinio tende, più degli altri due, a storicizzare i “particolari”, in senso prosastico, voglio dire, storiografico. Un conterraneo di Formenti, Luigi Santucci, un raffinato romanziere purtroppo dimenticato, è su tale registro. Serviva l’antefatto. A questo aggiungo che l’autore mi inviava, di volta in volta, le sue bozze. Tutte scritte in verticale, ovvero come, in genere, si scrive tipograficamente un testo poetico. Ma ogni volta che ero costretto a “leggere in altezza”, avvertivo che il respiro di Formenti era narrativo. Orizzontale. Lo stimolai a ribaltare la geometria, la base anziché l’altezza, ricordandogli come Montale osservasse che «la poesia si nasconde in quel grande semenzaio che è la prosa». Angelo obbedì, non perché lo avessi stimolato in tal senso, ma perché il suo libro, questo libro, era ed è in queste corde, fluviale e allungato. [...]» (dalla prefazione di Guido Garufi) -
Per la bellezza accesa
«Un’antologia poetica composita, eclettica, che procede in sapiente crescendo. Una sorta di crescendo rossiniano, se si può azzardare il paragone con la musica, temperato da una feconda malinconia, da uno sguardo che va lontano, al passato che ha costruito l’essere che si è, agli orizzonti, nonostante il rotolare inesorabile dei giorni, del futuro. Non inganni l’estrema diversità delle sezioni che compongono quest’ultima fatica letteraria di Giacomo Graziani, faber di lungo corso, possessore di strumenti formali in sommo grado, maestro del ritmo, piano e disteso, e, non infrequentemente, padrone di eleganti endecasillabi: Per la bellezza accesa, Corrispondenze, Spiagge lontane, Tempo sospeso, Possedimenti della memoria. È il viaggio di una vita, sul filo dei ricordi che dipingono ancora e sempre i cieli interiori, in una felice ansia creativa, fra rielaborazioni, catarsi e inevitabili bilanci. [...]» (dalla prefazione di A. Figliolia) -
Peso di oro
«Per scrivere una poesia breve, posso impiegare pure sei mesi», così diceva Ungaretti e metteva l’ipocentro dello scrivere su un dettaglio: il tempo. La creazione artistica – poetica e non solo – avviene in un tempo dato e contemporaneamente in un ambito di sospensione temporale. In questa raccolta di poesie emerge, tra le faglie interiori, il tempo della riflessione, del silenzio, del fuori dal tempo; il tempo lineare, ma anche quello circolare; l’essenza dell’esperienza temporale della poesia consiste nell’imparare a sostare, e in questo caso imparare ad ascoltare; l’ascolto del fluire delle cose, di un dolore, di un amore vicino o passato, della fatica del quotidiano oppure anche della meraviglia, tra le pieghe del tempo. Ma emerge anche il tempo storico, quello che è realtà e anche conflitto; e della storia che entra nella nostra vita: la guerra, la violenza, davanti a cui si prova sdegno e ribellione: «la lama ha tagliato/ la falce ha tagliato/ rugginoso rauco/ il mio pianto animale ». Imparare ad ascoltare, ma anche a “toccare”. La poesia incardinata ai cancelli del tempo è ascolto e anche esperienza, sentire ma anche toccare, come si posa la mano su un tessuto provando piacere dalla scabra superficie o dal fruscio che se ne ricava, è esperienza tattile e musicale nello stesso istante: «ascolta i silenzi muti o profondi/ tocca i ruvidi velluti del mondo». Prefazione di Massimiliano Aquilino. -
A proposito di Jackie
Il romanzo, scritto a più mani nella sezione femminile della casa circondariale di San Vittore, nasce dalla voglia di dispiegare le ali della fantasia e di mostrare un aspetto inusuale della condizione delle donne in carcere. Attraversando le pagine di questo giallo-rosa il lettore potrà gustare una parodia del mondo del crimine e incontrare personaggi che concorrono, ciascuno con il proprio stile, a comporre una variopinta tavolozza di umanità. A partire da Jackie, una bella ereditiera appartenente al jet set della grande mela, che la lotteria della fortuna ha premiato con un surplus di denaro, avvenenza e sex appeal. Fino a quando qualcosa di inspiegabile turba la sua dorata esistenza. Ed è proprio una combutta di curiose coincidenze che porterà la frivola femme fatale a diventare una smaliziata detective e a sfoderare le sue armi migliori: intuito e autoironia. Speriamo che, tra le righe, il lettore possa sentire l’eco delle voci e delle risate, colonna sonora delle numerose sedute letterarie, e trovare verità e leggerezza, risorse essenziali per ogni essere umano. -
Omaggio a Erik Satie 1998. Ediz. illustrata
«Il pennino. Di quelli che si usavano a scuola negli anni Quaranta del secolo scorso. Un lavorio di insetti che, nel silenzio della classe, graffiavano impercettibilmente le pagine di quaderni con la copertina nera e le coste rosse. Sarà un caso, ma le due parti in cui il pennino è bipartito si chiamano ali (o rebbi). E perché l’inchiostro scorra e si depositi sulla carta nella quantità e nel modo voluti va trovata la giusta pressione per aprire e chiudere quelle ali. Il pennino ti educa alla misura, e non solo. Scrivere e, ancor più, disegnare a penna hanno elementi in comune con l’uso di uno strumento musicale, per un verso, e con il volo, per un altro. Se lo sai assecondare, il pennino ti può portare sulle sue ali. Se poi ti risuona dentro una musica come quella di Erik Satie, il volo può beneficiare di correnti d’aria ascensionali, come accade per gli alianti. È quello che è accaduto nell’esecuzione dei 29 disegni qui riprodotti, nati d’impeto il 2 giugno 1998 sulle pagine di un quadernetto, in vista del compleanno, il giorno dopo, della donna amata. A un certo punto, a dare stabilità al volo, sull’inchiostro di china color seppia, sono intervenuti tocchi di pennello intinto in un acquerello rosa o semplicemente nell’acqua.» (G.C.)