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Segnali di vita. La biografia de «La voce del padrone» di Franco Battiato
Il 21 settembre 1981 è una data scolpita nella Storia della musica italiana: quel giorno Franco Battiato pubblica il suo undicesimo album, La voce del padrone. È il più pop e al tempo stesso il più difficile, infatti che cosa vorrà mai dire «cerco un centro di gravità permanente»? E un’atmosfera così festosa, i testi quasi incomprensibili ma che rimango- no subito in mente, le musiche coinvolgenti ma spiazzanti, che cosa significano? Questo disco non è meno raffinato dei precedenti, anzi, però ha qualcosa che agli altri mancava: una volontà di comunicazione, di stupire sin dal primo ascolto, e il proposito, quasi folle, di arrivare all’immaginario collettivo pur nella complessità di riferimenti, giochi di parole, ermetismo. In ogni caso, Battiato ci riesce: La voce del padrone diventa il disco più venduto di sempre in Italia (oltre un milione di copie). E oggi è ancora venerato: appena set- te tracce, mezz’ora di melodie perfette impresse nella me- moria di intere generazioni. Per l’eternità, come capita solo ai capolavori. Segnali di vita, scritto da uno dei massimi esegeti del Maestro siciliano, ripercorre la genesi dell’opera: gli ante- fatti, la creazione di un personaggio scostante e irresistibile, le ragioni di un record così clamoroso, il contesto sociale e musicale nell’Italia di quegli anni, la voglia del Nostro di non ripetersi mai, il suo desiderio di sbancare le classifiche ma di continuare le sue ricerche senza clamori, lo studio dettagliato del metodo compositivo, delle registrazioni, della copertina, delle singole canzoni, l’impatto sul pubblico. Soprattutto su un ragazzino di 13 anni che, grazie a questo album, imparerà ad amare visceralmente la musica e si porrà molte domande su ciò che Battiato voleva comunicare e su quanto ci fosse da imparare grazie a lui. Fino a rendersi conto che La voce del padrone sarebbe diventato il disco che più di ogni altro gli avrebbe cambiato la vita. A lui, come a tantissimi altri. -
La vita insegna. Dalla Sicilia al Ministero, il viaggio di una donna che alla scuola deve tutto
Questo libro è la storia di tanti che vivono di sacrifici e partono con una valigia di cartone senza sapere se torneranno. È la storia di una donna che ama la scuola e che alla scuola deve tutto.«Non c'è dubbio che la migliore risposta ai detrattori è quella della serietà, dell'impegno, della competenza, dello spirito di servizio e di riforma» – dalla prefazione di Liliana SegreDonna, giovane, siciliana e col rossetto rosso. Sincera, fino a risultare scomoda in una politica che preferisce di gran lunga i silenzi. Lucia Azzolina racconta il viaggio che la porta dalla provincia di Siracusa fino al ministero di viale Trastevere, sempre zaino in spalla. È la scuola a tenere uniti i suoi due mondi: la precaria, poi passata di ruolo, con due lauree che attraversa l'Italia per andare a insegnare e la ministra che governa la scuola nel primo anno dell'emergenza. L'infanzia povera, l'amore per i libri. Siracusa e Catania, le siringhe sotto casa. I maestri che l'hanno cresciuta (un buon insegnante può cambiarti la vita). E poi la rapida, faticosa, entusiasmante ascesa politica. La battaglia per riportare a scuola i suoi studenti, perché i ragazzi in classe ""sorridono anche con la mascherina"""". I concorsi per avere docenti formati e selezionati. Le polemiche, le minacce, la vita sotto scorta. Il sessismo della politica, la solitudine, la dittatura dei click. Il primo giorno in Parlamento si fa una promessa: la sua vita intorno potrà cambiare, Lucia no. Determinata, mai zitta e buona. Orgogliosa di non aver rinunciato alle proprie convinzioni anche quando avrebbe fatto comodo girarsi dall'altra parte. Per Lucia Azzolina scuola è prima di tutto il modo in cui ha scelto di vivere: impegno, merito, rispetto delle regole, fiducia nei giovani. Questo libro è la storia di tanti che vivono di sacrifici e partono con una valigia di cartone senza sapere se torneranno. È la storia di una donna che ama la scuola e che alla scuola deve tutto."" -
Linus. Speciale Battiato (2021)
Linus è una storica rivista italiana mensile di fumetti, fondata da Giovanni Gandini e pubblicata inizialmente dalla casa editrice Figure nell'aprile del 1965. Numero speciale dedicato a Franco Battiato. -
Giuditta e il Monsù
Libro candidato da Franco Di Mare al Premio Strega 2022Dopo Donnafugata, Costanza DiQuattro invita a sfogliare un nuovo album di famiglia, fatto di segreti inconfessabili, redenzioni agrodolci, e tanta, infinita dolcezza.Ibla, 1884. A Palazzo Chiaramonte, una notte di maggio porta con sé due nascite anziché una soltanto. Fortunato, abbandonato davanti al portone, e Giuditta, l'ultima fimmina di quattro sorelle. Figlia del marchese Romualdo, tutto silenzi, assenze e donne che non si contano più, e di sua moglie Ottavia, dall'aria patibolare e la flemma altera, è proprio lei a segnare l'inizio di questa storia. Lambendo cortili assolati e stanze in penombra, cucine vissute ed estati indolenti, ricette tramandate e passioni ostinate, il romanzo si spinge fin dove il secolo volge, quando i genitori invecchiano e le picciridde crescono. C'è chi va in sposa a un parente e chi a Gesù Cristo, ma c'è pure chi l'amore, di quello che soffia sui cuori giovani, lo troverà lì dov'è sempre stato: a casa. Dopo Donnafugata, Costanza DiQuattro invita a sfogliare un nuovo album di famiglia, fatto di segreti inconfessabili, redenzioni agrodolci, e tanta, infinita dolcezza.Proposto da Franco Di Mare al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:«Giuditta e il monsù è un romanzo corale e introspettivo che racconta di un amore impossibile in una Sicilia bruciata dal caldo e dalle passioni. Decadenza e futuro si incontrano e scontrano nella verità di un libro tenero e crudele al contempo. È una fotografia non troppo ingiallita di una certa nobiltà siciliana, ancorata a rigide tradizioni e dilaniata da scomode verità. È una storia dentro la storia in cui l'amore diventa un pretesto capace di raccontare l'ineluttabilità del destino. Con una scrittura che sembra aderire più ad una sceneggiatura da nouvelle vague francese, tra Truffaut e Bunuel, Costanza DiQuattro usa la penna come se fosse una macchina da presa che sfonda le quinte teatrali e arriva, attraverso una potentissima vis teatrale, a fare vivere al lettore ambienti, odori, emozioni e sentimenti attraverso un linguaggio unico e singolare. C'è tutto dentro la scrittura di DiQuattro; c'è la musicalità di un dialetto arabo e greco, francese e spagnolo fatto di accenti forti e di lunghe distese, di dialoghi serrati e intime riflessioni in cui poesia e prosa sembrano confondersi e cedersi il passo continuamente. C'è il cinema dei campi larghi dei fratelli Taviani e quello della folla perfettamente sincronizzata di Tornatore. C'è il teatro, tanto teatro, di quello popolare che unisce, in un'unica campata, Scarpetta e Pirandello. Un continuo susseguirsi di colpi di scena che la sapiente ""drammaturgia"""" del romanzo rivela pagina dopo pagina fino a un finale inaspettato ed epico, degno di un epilogo da tragedia greca.»"" -
Parole d'aMorgan
"Prestatemi dunque l'orecchio ed il cuore perché le parole son vane e smarrite se dall'uno nell'altro di nessun amore lasciano traccia e non vengono capite. Alcuni ascoltano le cose che dico se non le hanno seguite e le lodano pure è come se neanche avesser sentito e le mie parole disperse ed oscure spirate nel vento per cui sono giunte non trovano sosta né casa o convento ritornano affrante al vagare distante se ad afferrarle non è il cuore pronto. Ma se nel tragitto udito è capace che orecchio conduca quel che ha introdotto allora le afferra e fa giunger la voce al cuore che la sa trattenere nel petto. Chi vorrà capire l'orecchio dovrà prestarmi e il suo cuore mettere al mio favorevole perché io qui intendo parlare d'amore e di sogni e menzogne, ma anche fantasmi"""". Poesie commentate in versi da Pasquale Panella." -
Atlante Mourinho. Frammenti di un discorso amoroso sull'allenatore più iconico del calcio
Amato, detestato. Idolatrato, contestato. Da più di vent'anni professa una sola religione: la sua. Chi lo ama lo segua. Ma chi non lo ama non può rimanere indifferente. Condottiero, visionario, grande seduttore, artista della provocazione, icona del football 2.0. C'è un solo allenatore al mondo che riassume su di sé il fascino del calcio moderno. Si chiama José Mourinho. Non è solo un nome, ma un marchio. Le virtù, i vizi, i trionfi e le sconfitte. Gli amici, i nemici. La luce della gloria, l'ombra del fallimento. Niente di tutto ciò che ha vissuto è banale, tutto è ammantato dall'epica. Come se ci fosse un destino che a lui solo appartiene, i frammenti di questo nostro discorso amoroso si allineano alla stregua di pianeti e consegnano a chi guarda l'immagine di un uomo speciale, unico e irripetibile. Tormentato, ma vero. Complesso, ma trasparente. E no, non è un pirla. Dopo qualche stagione di inciampi e incomprensioni, l'allenatore per cui «l'eccellenza è un'abitudine» sta affrontando la sfida più importante della sua carriera. Undici anni dopo il Triplete nerazzurro è tornato in Italia a miracol mostrare. Con il colpo di mercato più clamoroso degli ultimi tempi, è diventato il nuovo allenatore della Roma. Per tornare a vincere. Per alimentare il mito che lo circonda. Per dimostrare che di José Mourinho ce n'è uno solo. Questa è la sua storia. -
Come sinfonia
Ci sono vite straordinarie che recano dal principio un inconfondibile segno artistico. Sono romanzi già prima di essere scritti. La vita di Pino Donaggio, antidivo per eccellenza, genio senza sregolatezza, discreto e misurato, musicista completo, violinista, compositore e cantautore allergico ai musicarelli, inguaribile ""ultimo romantico"""", non assomiglia a nessun'altra. Nato nella Laguna veneziana, a Burano, e cresciuto nei pressi di Rialto, Pino Donaggio coltiva la passione per la musica sin da subito e, dimostrando uno straordinario e precoce talento, entra nel Conservatorio di Venezia. Il suo destino, come lui stesso ammette, era quello di diventare violinista. Da Venezia passa a Milano, si perfeziona, cresce, ma al tempo stesso matura anche l'ambizione di scrivere canzoni. Lo fa e segna un'epoca, emozionando ragazzi e ragazze calcando il palco del Festival di Sanremo dieci volte: da Come sinfonia, di cui si festeggia quest'anno il sessantesimo anniversario, a Io per amore, passando per i brani più rock'n'roll come Il cane di stoffa e Giovane giovane, fino ad arrivare all'indimenticabile Io che non vivo (senza te), che fa innamorare chi la ascolta e che, cantata da Dusty Springfield ed Elvis Presley, col titolo You Don't Have to Say You Love Me fa il giro del mondo, vende 80 milioni di copie ed entra nella storia delle canzoni più celebri (e più belle) che siano mai state scritte. Arrivato al successo, Pino Donaggio matura a sorpresa un altro cambio di rotta e, un po' per caso un po' per destino, inizia a comporre colonne sonore per il cinema e le sue musiche sono tra le più apprezzate da pubblico e addetti ai lavori, premiate, fanno scuola: da Hollywood alla RAI, famosissima è la sua storica collaborazione con Brian De Palma, ma anche con la fiction italiana per eccellenza: Don Matteo. In questo libro, intimo e spassionato, il maestro Donaggio racconta e si fa raccontare per la prima volta con i tempi e i modi ampi e armoniosi della sinfonia: tra ricordi, salti temporali, aneddoti sugli amici, gli incontri insoliti, le avventure di chi ha vissuto dall'interno il mondo fascinoso e inaccessibile del palcoscenico, ci restituisce non solo la storia di una passione inestinguibile per la musica, ma anche il ritratto affabulante di un uomo che ha sempre preferito la semplicità, la schiettezza e la libertà alle luci della ribalta. Prefazione di Terence Hill."" -
70 volte Vasco. Storia di una rockstar
Vasco Rossi, il più amato e carismatico tra i nostri rocker il 7 febbraio 2022 compie 70 anni. Il libro è un excursus sulla sua straordinaria carriera realizzato attraverso 70 date particolarmente significative. Come quando, appena tredicenne, vinse il suo primo concorso (L'usignolo d'oro, al Teatro Comunale di Modena). O il giorno in cui ebbero inizio le trasmissioni della mitica Punto Radio. Ovviamente non mancano le date di uscita di tutti i suoi album, compreso l'ultimo «Siamo qui», né gli appuntamenti dal vivo più importanti, dal primo concerto ufficiale in Piazza Maggiore a Bologna il 26 maggio 1979 a quello che ne ha consolidato il mito davanti a oltre 200.000 spettatori entusiasti a Modena Park il 1° luglio 2017. Il tutto arricchito da retroscena e gustosi aneddoti, raccontati da due giornalisti che sono tra i massimi conoscitori della strabiliante storia di un personaggio che ha compiuto l'impresa di spalancare le porte al rock in Italia in anni in cui questo genere era considerato appannaggio esclusivo di musicisti anglo-americani. -
Una melodia infinita. Ritratto del nostro tempo migliore
La musica ha sempre fatto parte del mondo di Giancarlo Lucariello, sin da quando era bambino, ma è stato solo in seguito a un grave incidente che ha preso la decisione di farla diventare il suo mestiere. Con incredibile anticipo sui tempi, dopo aver ottenuto un posto come assistente alla direzione presso un'importante etichetta discografica milanese, Lucariello rischia il tutto per tutto pur di seguire il suo progetto: fare il produttore artistico. E, nello specifico, il produttore dei Pooh, che allora attraversavano un lungo periodo di crisi e incertezze. Il risultato raggiunto da Lucariello è straordinario: i cinque album da lui prodotti - Opera prima, Alessandra, Parsifal, Un po' del nostro tempo migliore e Forse ancora poesia - non solo hanno dato nuova linfa al gruppo, ma hanno anche fatto scuola nel panorama della musica leggera, dove per la prima volta si sono sentiti gli echi della musica sinfonica e delle grandi arie dell'opera, grazie alla visione coraggiosa e fuori dagli schemi di un produttore che voleva fare musica e non solo canzoni di successo (per quanto il successo non mancherà: basti pensare a canzoni senza tempo come Pensiero, Tanta voglia di lei, la stessa suite di Parsifal...) Ora Giancarlo Lucariello ricorda, come in una sorta di memoir al tempo stesso personale e collettivo, la storia di questa avventura, ripercorrendo le scelte - musicali e non - che hanno portato alla nascita di questi storici album che hanno fatto cantare e innamorare intere generazioni; racconta il grande lavoro che c'è stato dietro, i retroscena di una creatività eccezionale e di un progetto controcorrente, le ore passate negli studi di registrazione: il risultato è un libro unico e ricco (di immagini, testi da leggere e canzoni da ascoltare) e assolutamente da non perdere non solo per chi ama i Pooh, ma anche per tutti quelli che di musica vivono. -
Almamatto. Un matto al giorno. 365 tipi strani (+1) che hanno cambiato il mondo
I matti ci incuriosiscono, ci costringono a riflettere, ci cambiano lo sguardo, ci mettono davanti ai nostri fantasmi, non ci lasciano mai indifferenti. La storia dell'uomo è costellata di individui eccentrici, bizzarri, anticonformisti, visionari, in molti casi con disturbi psichici gravi, ma altamente creativi in campo letterario, artistico, scientifico. Partendo da queste considerazioni, è nata l'idea di una sorta di calendario che racconti, al posto del santo del giorno, il matto del giorno. Un almanacco originale, piacevole e utile per riconoscere quel pizzico di follia che c'è in ognuno di noi e che dà sale alla nostra vita. Il libro di un illustre psicoterapeuta, in collaborazione con un gruppo di colleghi e professionisti della comunicazione, che ci fa capire come i diversi gradi di sofferenza psichica abbiano per comune denominatore l'amore variamente declinato: come mancanza di amore, insufficienza di amore, richiesta di amore, eccesso di amore, desiderio di amore. Tutti i proventi delle vendite dell'Almamatto saranno destinati alla raccolta fondi per realizzare a Milano il progetto del Centro Crisi di Lighea Eos Impresa Sociale. -
Pazzo per l'Inter
Questo libro di Peppino Prisco, scritto nel 1993 e diventato presto un piccolo culto per i tifosi interisti, arricchito oggi dalle nuove prefazioni di Fabrizio Biasin e del figlio Luigi, rappresenta un'occasione unica per ricordare (o per conoscere) – a cent'anni dalla sua nascita e a venti dalla sua scomparsa – uno dei più grandi e indimenticabili protagonisti del calcio italiano, in un anno che lo avrebbe fatto felice, quello della vittoria dello scudetto della sua squadra tanto amata.Nei momenti di difficoltà, quando la squadra sembra sulle ginocchia e dalla tribuna partono i soliti fischi impazienti, i veri tifosi interisti guardano il cielo e chiedono il solito favore a Peppino. «Peppino Prisco facci un gol...» è uno dei cori più frequenti e affettuosi di uno stadio e di un pubblico che dal 2001 soffre di una nostalgia incredibile per il suo più grande, ironico e geniale dirigente. Principe del Foro di Milano, medaglia d'argento al valore militare per essere stato uno dei tre ufficiali reduci della divisione Julia, tragicamente decimata sul fronte russo, vicepresidente dell'Inter dal 1963, Prisco ha vissuto tre vite in una e in tutte ha saputo riversare la sua straordinaria capacità di comunicare la sua arguzia. Adorato dai suoi e irresistibilmente simpatico anche ai nemici di sempre (milanisti e juventini), l'alpino interista Giuseppe Prisco ha saputo più di ogni altro incarnare lo spirito vincente e umano della Grande Inter morattiana, mai spento nemmeno negli anni più bui, quelli in cui non gli è mancato il coraggio di caricarsi la squadra sulle spalle e di mettere la faccia anche dove e quando il suo ruolo era solo di rappresentanza. -
Il Mereghetti. Dizionario dei film 2021
Torna, per la tredicesima volta, il Dizionario dei film: enciclopedico nel rigore e nella quantità di dati, efficace, divertente e rapido nella lettura, l'opera di Mereghetti è arricchita di oltre 4.000 nuove schede. Il dizionario dei film 2021 si candida come l'unico vero strumento per chi segue il cinema e ne ama le curiosità e le sottili storie nascoste nelle vite dei suoi protagonisti, scoprendo percorsi di lettura e di visione straordinari. Anche in questa edizione si aggiungono numerosi percorsi tematici, come quello riservato alla saga di Guerre Stellari, che per la prima volta avrà uno spazio dedicato. -
La musica è cambiata?! Dite la vostra che io ho detto la mia
L'autrice analizza che cosa è cambiato negli ultimi dieci anni nel nostro panorama musicale e chi ha contribuito a questo cambiamento (da J-Ax a Fedez, da Fabri Fibra a Marracash, da Gué Pequeno a Blanco, da Achille Lauro a Salmo) confrontandosi con chi alla musica ha dedicato tanto - da Arbore a Baglioni, dalla Caselli a Cocciante, da Morandi a Renato Zero, da Paolo Conte a Mogol e molti altri - e l'ha resa grande come, forse, «non ritornerà mai più».Mimma Gaspari, verso la fine del '59, inizia la sua carriera come paroliera, chiamata da Teddy Reno. Un colpo di fortuna, ma anche un lavoro fortemente voluto, dentro al mondo della musica, che segnerà profondamente la sua vita portandola a ricoprire ruoli di grande e delicata sensibilità. Dalle Messaggerie Musicali, a Milano, fondate dal geniale imprenditore Ladislao Sugar, alla RCA Italiana di Ennio Melis a Roma, per circa un trentennio Mimma Gaspari si è occupata dei percorsi promozionali dei cantanti contribuendo alla nascita e al successo di quel fenomeno che furono i cantautori. Moltissimi sono i nomi con cui ha lavorato, tra cui Patty Pravo, Nada, Renato Zero, Enzo Jannacci, Gabriella Ferri, Lucio Dalla, Gianni Morandi, Paolo Conte, conoscendo anche artisti stranieri come Frank e Nancy Sinatra, Sammy Davis, Gene Pitney, Maurice Chevalier e Connie Francis. Il mondo che ha raccontato in Penso che un «mondo» così non ritorni mai più (uscito nel 2009 per Baldini+Castoldi) è certamente sopravvissuto, e potrete rileggerlo in queste pagine. Ma la rivoluzione digitale, l'hip-hop e un'intera armata di nuovi eroi, agguerriti, creativi e irriverenti, si sono affacciati sulla scena musicale italiana, cambiandola. Si è voltato pagina. E come succede in questi casi, tutto quello che fino a ieri sembrava normale, contemporaneo, oggi suona improvvisamente antico. -
Florence
Romanzo storico ambientato tra il Chianti e Firenze scossa dai venti della Prima Guerra Mondiale, Florence è un grande feuilleton che unisce grandi temi come passione, guerra e ideali a una ricostruzione storica e ambientale di grande impatto.Ludovico Aldisi, un ambizioso giornalista della «Nazione», conosciuto per le aperte simpatie interventiste, vede nella guerra appena dichiarata un'occasione di prestigio e ascesa sociale. È un uomo affascinante, che ha come amante Claudia, la bella moglie di un ricco avvocato, cui non esita a chiedere soldi e favori. La sua esistenza subisce una svolta quando, durante una manifestazione pacifista, rivede Dante, amico e compagno di università. In quell'occasione conosce anche Irene, una ragazza francese, figlia di un suo ex professore universitario. La giovane lo impressiona per la verve intellettuale e la libertà di pensiero, oltre che per la fede pacifista. L'amicizia tra i due non attecchisce subito. L'uomo, infatti, si reca sulla Marna come inviato di guerra e qui si unisce a un battaglione scozzese. Conoscerà da vicino l'orrore delle battaglie, e questi eventi lo cambieranno profondamente. Al ritorno, Ludovico non è più il giornalista spregiudicato di quando era partito, ma un uomo confuso e tormentato. Mentre il rapporto con Claudia comincia a sfaldarsi, l'unico a dargli una mano è Dante, che lo invita nella sua tenuta nel Chianti, la Torricella. Lì c'è anche Irene. Tra i due si crea un legame che aiuterà Ludovico a far chiarezza dentro di sé e a comprendere cosa ha davvero perduto, proprio quando anche su Firenze e sull'Italia cominciano ad allungarsi le ombre minacciose della prima guerra mondiale. -
Uomo a tutto campo. Storie vincenti di un gestore di campioni
In questa autobiografia coach Scariolo mette in fila le vittorie più belle, le sconfitte più dure, i racconti dello spogliatoio, i ricordi, il passato, il presente e il futuro di questo sport, perché come ripete spesso: «Questo gioco è generoso, con chi lo rispetta…». E lui lo rispetta da quarant’anni. Ricambiato.Sergio Scariolo incarna l'ideale dello sportivo vincente: scudetti e coppe in Italia e Spagna, campione del mondo con la nazionale iberica, con la quale ha vinto anche tre Campionati europei (più un bronzo) e due medaglie olimpiche. Svariati premi da allenatore dell'anno e, giovanissimo, un Mondiale militare alla guida della nazionale italiana. Nel 2019 vince il titolo NBA, da assistente allenatore, con i Toronto Raptors e ora, di ritorno in Italia, siede sulla panchina della Virtus Bologna. (Ha già iniziato vincendo anche qui...) Oggi Scariolo ha deciso di raccontare la pro- pria storia, in campo e fuori, di narrare come sia riuscito a vincere in Italia, in Europa e persino nel- l'NBA; di spiegare la sua capacità di restare per de- cenni ai vertici di questo sport, comprendendo e gestendo i cambiamenti epocali che lo hanno caratterizzato tecnicamente e tatticamente. E di cose da raccontare ne ha tante, poiché pochissimi allenatori vantano la sua esperienza internazionale, sempre ad altissimi livelli -
L' orizzonte rosato del tempo
«Quando scrivo poesia mi sento simile alle stelle che vagabondano nel cielo con la loro luce intermittente. La mia poesia vive di segni e di simboli, con la mia parola poetica annuncio eventi. Abito l'immaginazione, vi soggiorno, amo sedurre con le parole e i simboli per rendere sopportabile il mondo che incatena le nostre vite. Mi inabisso fino ai fondali del mondo e più in là nell'infinito, per scrutarne il mistero. Io scrivo poesia per salvarmi dalla mia dannazione, dal mio destino.» Lillo di Mauro, poeta dalla sensibilità rara e sconfinata, torna con una raccolta di poesie cruda e potente, in cui il ricordo, sempre vivo, di un'infanzia turbata e compromessa si lega alla malinconia e allo stupore per un presente che si dimostra sempre segnato, irrimediabilmente, dal rimpianto. Nelle quattro sezioni che compongono questa silloge ritroviamo i temi della giovinezza, dell'amore e delle prime esperienze omosessuali vissute nelle periferie e nel segreto di Roma, grande teatro in cui si gioca la partita del proibito, ma dove matura anche il bisogno ribelle di uscire dall'ombra e, finalmente, di dire: è la parola, infatti, e la poesia ancora più di tutto, a diventare vero e forse unico strumento di redenzione e ordine in un universo distorto dalla nostalgia, dalla mancanza, dal tormento delle possibilità non esplorate. E solo la poesia può, con la forza liberatoria che le appartiene, opporsi al disfacimento del corpo e del tempo. In queste poesie - in cui si avverte, come avverte l'autore, l'eco delle letture che hanno accompagnato la sua fioritura poetica: da Rilke a Wilde, da Saba a Rimbaud, da Dickinson a Pasolini e Sandro Penna - il verso libero, le abbondanti e ordite metafore, i richiami alla natura, al suo fogliame, ai suoni e ai colori di un paesaggio altro trasportano il lettore in una dimensione onirica, dove è possibile dichiarare la propria identità, nero su bianco, senza celare nulla di sé. -
Greenlights. Il diario. Il tuo viaggio, la tua storia
Questo diario è un luogo per le vostre storie. Le persone, i posti, i consigli, le poesie, le preghiere e gli adesivi della vostra vita. Siate onesti, divertitevi, fate domande, date delle risposte. Non abbiate paura di vedere le vostre contraddizioni come parte della strampalata natura del paradosso. Attaccate qualche foto o frase che vi esalta, scarabocchiate, scribacchiate, disegnate. Modificate, ma senza cancellare. Trovate la vostra frequenza. Indagate. Smascheratevi. Provate a conoscere la sola persona con cui siete costretti a vivere per il resto della vostra vita: voi stessi. Questo è il vostro diario. Questa è la vostra storia. Scrivetela. Just keep livin'.L'attore premio Oscar, il marito e padre di famiglia, e ora anche l'autore bestseller Matthew McConaughey distilla in questa sua intima agenda oltre tre decenni di esperienza di scrittura per aiutarci a riflettere, cercare chiarezza, e forgiare il nostro percorso nel lungo viaggio della vita. Matthew tiene un'agenda da quando aveva quindici anni. Le sue avventure lo hanno portato dal Texas all'Australia, dal Mali al Perù, passando per l'Italia, e non c'è esperienza (dolorosa o divertente) che non abbia trasferito su carta. In questo diario autentico e anticonvenzionale, i suggerimenti incoraggiano ad andare in profondità «dentro noi stessi»: ricordare, riflettere, e meditare; ma ci spingono anche ad andare «fuori», a uscire e sperimentare: vivere l'avventura, correre rischi e sognare in grande. Chi più di lui potrebbe essere una guida migliore per gli esploratori che iniziano il viaggio per comprendere le loro vite dentro e fuori, fra passato, presente e futuro? -
Rosanero
Nel centro storico di Palermo, qualcuno spara a Calogero Mancuso, aspirante capomafia giovane e belloccio. Proprio in quel momento Rosellina Restivo, di nove anni, cade dall'altalena e perde conoscenza. Entrambi vengono portati nello stesso ospedale. Quando la bambina si sveglia è strana, violenta e dice un sacco di parolacce, ma nessuno, neanche lei, riesce a capire cosa le sia successo. Sente solo la voce di un uomo uscire dalla sua bocca che non la smette di imprecare. La verità è che Calogero è entrato in lei e riesce a usare il suo corpo come può fare un ventriloquo con un pupazzo. Giorno dopo giorno, i due impareranno a convivere, ritrovandosi ad affrontare le proprie battaglie insieme: Rosellina a scuola e in famiglia, e Calogero - all'interno della sua cosca mafiosa - la guerra che si è scatenata per la sua successione. Grazie a Rosellina scoprirà cosa significa vivere dall'altra parte della barricata, con l'incubo del pizzo, a cui deve sottostare il padre di Rosellina, e toccherà con mano il valore della lealtà, del coraggio e della tenerezza. Ma soprattutto capirà l'angoscia del tradimento e affronterà un segreto che riemerge dalle pieghe del suo passato. Un romanzo un po' rosa e un po' nero, che mescola il sapore del dialetto siciliano all'italiano, l'innocenza di una bambina all'anima nera della mafia. La realtà nuda e cruda di una città problematica e magica come Palermo si intreccia con una storia in cui tutto può accadere. E accade. -
Mordi e fuggi. Il romanzo delle BR
Libro incluso tra i dodici candidati al Premio Strega 2022In una metropoli nebbiosa, violenta e indimenticabile, Alessandro Bertante dà vita a una vicenda umana tumultuosa e vibrante, nella quale, intrecciando fiction e cronaca, vediamo scorrere i fatti cruciali che innescheranno la tragica stagione degli anni di piombo. Un romanzo duro e avvincente, dal ritmo serrato e incalzante, che non cerca facili risposte ma che apre nuove domande su uno dei periodi più drammatici della recente storia italiana.Milano, 1969. Università occupate, cortei, tensioni nelle fabbriche. Il 12 dicembre la strage di piazza Fontana. Alberto Boscolo ha vent'anni, viene da una famiglia normale, né ricca né povera, è iscritto alla Statale ma vuole di più. Vuole realizzare un proprio progetto politico. Deluso dall'inconcludenza del Movimento Studentesco, si avvicina a quello che di lì a poco sarà il nucleo delle Brigate Rosse. I mesi passano, Alberto partecipa alle azioni dimostrative, alle rapine di autofinanziamento e al primo attentato incendiario, ma il suo senso di insoddisfazione non si placa. Vuole agire sul serio. Il gruppo organizza il sequestro lampo di Idalgo Macchiarini, un dirigente della Sit-Siemens, e lo sottopone al primo processo proletario. «Mordi e fuggi », scrivono i brigatisti. La stampa batte la notizia; nei bar degli operai non si parla d'altro, le Brigate Rosse sono pronte ad alzare il livello dello scontro.Proposto da Luca Doninelli al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:«Mi permetto di consigliare alla vostra attenzione il romanzo Mordi e fuggi. Il romanzo delle BR di Alessandro Bertante (Baldini+Castoldi). Gli anni di piombo costituiscono, per l'Italia e per il mondo, una ferita ancora aperta. Parlare di quell'epoca, mettere insieme i pezzi di un puzzle così complicato (dalla Resistenza ai Servizi segreti, dalla passione ideologica alla delinquenza comune) è difficile per uno storico, e ancor più lo è per quei pochi, coraggiosi narratori che, a questi elementi generali, hanno voluto aggiungere quel fattore umano indispensabile per non ridurre la Storia a semplice teorema. Speranze, passioni, rancori, illusioni attraversano questo impetuoso e ben documentato romanzo di Alessandro Bertante, che racconta l'emergere di un partito armato dentro la selva dello scontento giovanile tra il 1969, anno della strage fascista di Piazza Fontana, e il 1972, anno in cui il protagonista, Alberto, abbandona la lotta armata e torna a nascondersi nei meandri inquieti di una società che, in seguito, cercherà soprattutto di dimenticare il passato. Inizierà così l'età di quella che Pasolini chiamò l'omologazione culturale. Il primo pregio del romanzo di Bertante è quello di ricostruire il clima umano di quel tempo, inserire i discorsi, gli slogan, le priorità di quel tempo e di quel mondo nelle giornate e nei pensieri di un giovane di quel tempo: l'ideologia intesa non solo come passione politica ma anche come fattore unificante per biografie che la vita borghese concepiva come sempre più frammentate (famiglia, lavoro, interessi, hobby ecc.). Ma nel libro c'è dell'altro. La scena si apre con il terribile autunno del 1969, quando, e non è una banale coincidenza, lo stesso Bertante venne al mondo.... -
Naufragi e nuovi approdi. Dal disastro della nave Concordia al futuro della Protezione civile
Una riflessione lucida e necessaria su un tema oggi più che mai attuale, quello della gestione delle emergenze nel nostro Paese e del ruolo della Protezione civile, che riporta l'attenzione su uno scenario destinato, nonostante la politica delle buone intenzioni, a ripetersi in forme sempre uguali e poco attente all'interesse della comunità.Il 13 gennaio 2012 la Costa Concordia naufragava al largo dell'Isola del Giglio, causando 32 vittime e provocando una situazione emergenziale del tutto inedita nella storia del nostro Paese e non solo. A coordinare le complesse operazioni di salvataggio e recupero del relitto fu Franco Gabrielli, all'epoca capo del dipartimento della Protezione civile, per l'occasione nominato commissario delegato dal governo. Ora Gabrielli racconta quello che avvenne in quei trenta mesi: dalle prime settimane, quando la corsa contro il tempo per cercare i dispersi andava in parallelo con la messa in sicurezza della nave, alle difficoltà e alle preoccupazioni legate al rischio ambientale, alla manovra rischiosissima del parbuckling e al successivo rigalleggiamento della Concordia fino all'approdo nel porto di Genova. Un'operazione non priva di rischi, risolta grazie all'eccellente lavoro di squadra di centinaia di operatori, tra settore pubblico e privato, competenti, coscienziosi e pronti a mettersi in gioco; ma la vicenda della Concordia non è solo un esempio di straordinaria intraprendenza e genio ingegneristico, è anche una storia di frizioni e contraddizioni, accordi faticosamente raggiunti, delicati equilibri politici, ostacoli burocratici, mancanza di fondi: frutti, questi, di una visione spesso miope della cosa pubblica che evidenzia i limiti e i parossismi di un sistema in cui prendersi le responsabilità non è più un atto civile, ma un azzardo.