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Senza guardia. Dalla strada alle Olimpiadi con la vita in pugno
La distanza tra Marcianise e Londra, tra la palestra Excelsior e le Olimpiadi, non si misura in chilometri, ma in incontri vinti, ed è una strada che Vincenzo Mangiacapre è intenzionato a percorrere già dal suo primo match, a quattordici anni, a cui arriva dopo una serie di incontri iniziati quando di anni ne aveva solo nove, per le strade del paese. Questi combattimenti non valgono per nessuna qualificazione, ma per lui sì, perché c'è una sola regola nella terra dei fuochi: farsi rispettare. Non con la posizione sociale, ma con l'unica lingua conosciuta nella zona, quella della violenza. Vincenzo la parla benissimo, tanto da guadagnarsi la fiducia e l'ammirazione dei capi clan, pericolosi personaggi della criminalità locale, finendo invischiato in vicende che gli costano l'arresto, ancora diciassettenne. Finisce al tappeto. Quando si rialza, scontata la pena, ha imparato che i colpi vanno dati, ma anche schivati, soprattutto quelli più pericolosi, a costo di sparire. Dalla strada, a cui preferisce la palestra, e sul ring, dove Patrizio Oliva lo ribattezza «il Matrix del pugilato», per la rapidità con cui scompare e riappare davanti all'avversario. Inizia così una nuova fase della sua vita: tra disciplina, talento, amori, delusioni, cose di tutti i giorni e traguardi eccezionali. Una storia che, in questo libro, non segue una suddivisione in capitoli ma in round: perché, per Vincenzo, la vita è come un incontro di boxe. Prefazione di Clemente Russo. -
Artico. Guardate con me il mondo che cambia
Omar Di Felice, dopo aver già realizzato alcune avventure estreme in ambiente artico (Canada e Capo Nord nel 2018, Alaska e Islanda nel 2019, deserto del Gobi nel 2020 ed Everest nel 2021), affronta ora un'impresa eccezionale: percorrerà, in sella alla sua bicicletta, oltre 4000 chilometri, a temperature sotto i -30 gradi, partendo dalla Kamchatka, passando attraverso la regione della Lapponia (Russia, Finlandia, Svezia e Norvegia), Isole Svalbard, e Islanda, e approdando infine in Groenlandia, Canada e Alaska, spingendosi fin oltre la linea di demarcazione del Circolo Polare Artico, tra scenari spettacolari e orsi polari. Non si tratta solo di un'avventura sportiva e umana di grande complessità: questo viaggio, che fa parte del progetto Bike to 1.5°C, lanciato in occasione della COP26, la celebre conferenza sul clima che si tiene a Glasgow, ha come obiettivo quello di rendere l'Artico più vicino, più accessibile, per poterne sondare le fragilità e sensibilizzare tutti sul problema della crisi ambientale. Confrontandosi con climatologi, scienziati, esperti di sostenibilità e green economy, Omar Di Felice racconta cosa sta accadendo al Polo Nord, tra l'aumento incessante delle temperature, la fusione dei ghiacciai, la perdita di biodiversità, il peso dell'impatto umano - sociale, economico, politico e anche turistico - sulla natura incontaminata. Del resto, quale luogo migliore per comprendere da vicino come sta cambiando il nostro pianeta? E quale mezzo migliore della bicicletta, simbolo ormai di un modo di muoversi - ma anche di vivere - lento, rispettoso, sostenibile? -
Gender libera tutt*. Storie vere per amare, capire e fare la rivoluzione
«La mia battaglia per i diritti delle persone transgender è iniziata da una maglietta rosa con un unicorno: mia figlia la voleva indossare e io proprio non capivo perché un maschio non potesse farlo. Cercare di difendere questo suo diritto mi ha fatto iniziare a studiare e capire che cosa sia davvero l'identità di genere. Ma la cosa che mi ha aiutato di più in questo viaggio è stata conoscere tante persone transgender, di ogni età e di ogni nazionalità. Ognuna con la propria storia e le proprie peculiarità esattamente come chiunque: persone però che vivono in una società che non solo non le prevede, ma che ad oggi ancora pare non avere alcuna intenzione di prevederle. Basti pensare alle infinite discussioni per l'inserimento dell'espressione ""identità di genere"""" all'interno del DDL Zan e a quel vergognoso applauso quando è stato affossato.» Camilla Vivian, creatrice di """"Mio figlio in rosa"""", in cui racconta la sua esperienza di madre di una persona transgender, ha iniziato il suo percorso di attivista nel 2016. Da allora si è sempre scontrata, come chiunque porti avanti questa battaglia per i diritti, con una barriera di ignoranza e pregiudizio che finisce per sembrare insormontabile. Dall'uso del giusto pronome al riconoscimento giuridico, dalle terapie ormonali alla transizione chirurgica: le vicissitudini cui vanno incontro le persone transgender sono tante, dolorose e spiazzanti. Questo libro vuole essere un modo per cambiare le cose: attraverso le straordinarie testimonianze di 33 persone transgender di ogni età e provenienza, si racconta non solo la vera realtà della questione transgender in Italia, ma si affronta anche un problema politico e sociale che esige di essere risolto, affinché nessun diritto venga più negato e si inizi a costruire un mondo migliore."" -
Filosofia della carta. Natura, metamorfosi e ibridazioni
Carta e natura, riciclo e circolarità. Il filosofo Massimo Donà si propone di riflettere intorno alla materia di cui questo stesso libro è fatto: la carta. Lo fa ripercorrendone anzitutto le origini: la carta nasce in Oriente, proprio in virtù di un'ibridazione. La natura è per essenza circolare; i suoi dinamismi mostrano che andare avanti è per essa sempre un tornare indietro. Da cui un ricominciare perpetuo. In natura i processi circolari rendono palese che tutto, tornando ogni volta all'inizio, si fa nuovo. Che nulla è mai rigidamente ancorato a quel che sembra esser diventato. Tutto è in perenne metamorfosi. Tutto diviene. Dunque, far riferimento alla metamorfosi significa alludere a ciò che, della natura, ci mostra costantemente l'insostenibilità di qualsivoglia pensiero dell'immutabile, dell'eterno e del permanente. Comprendere che invece le cose sono sempre nuove, ossia che indicano sempre diverse possibili significazioni, vuol dire capire che alla base delle cose naturali v'è la «fantasia», e non l'astratta razionalità fatta propria da un certo tipo di scientificità. Buona parte dei disastri ecologici che rendono sempre più fragile il nostro pianeta, e sempre più a rischio la nostra permanenza sulla sua superficie, sono stati prodotti da una forma di pensiero lineare, produttivistico e fondato sul mito della «crescita». Su un'idea rigida di razionalità che, delle cose del mondo, ha visto solo l'essenziale sfruttabilità, utile a rendere sempre più potente il dominio dell'essere umano. Ma la natura ci insegna che in principio era il due, e non l'uno. Che tutto funge da risultato di un'originaria ibridazione; e che è folle credere che le cose siano «pure», univocamente significanti, e soprattutto che talune cose siano buone e altre cattive, alcune belle e altre brutte. Ed è così che possiamo tornare a riflettere sul fatto che la carta nasce in virtù di un'operazione di riciclo; e che solo in virtù di tale operazione può rivendicare una fortissima valenza simbolica. Ogni unità naturale è infatti in se stessa molteplice. Anche la cellulosa è una complexio; è un polimero, un aggregato. Solo se comprendiamo la strutturale complessità di ogni forma d'esistenza, possiamo capire in che senso ogni fenomeno naturale parli di una complessità strutturale che deve renderci particolarmente attenti a intervenire rompendo relazioni, e ferendo l'unità che tutto tiene insieme. Solo comprendendo questa verità, possiamo capire che in natura tutto è ibrido, complesso, e dunque correlato a ogni altra cosa; che nulla può vivere isolato, illudendosi di potersi confinare in una zona protetta e dunque non costretta a lasciarsi contaminare dall'altro, dal diverso, da quello che, in realtà, più propriamente ci riguarda. Prefazione di Carlo Petrini. -
Gli alberi del Nord
Il commissario Pietro Gastaldi si sente già in pensione quando vengono scoperte tre donne africane impiccate a un ontano in riva al Po, vicino a Piacenza, in una mattinata di nebbia. Una delle tre, giovanissima, è ancora viva, aggrappata ai cadaveri delle altre. Le indagini imboccano la pista del regolamento di conti fra bande che sfruttano la prostituzione. Eppure Gastaldi non è convinto. C'è un eccesso di ferocia in quel delitto che oltrepassa la razionalità criminale. «Gli alberi del Nord portano strani frutti», la versione deformata di una canzone resa celebre da Billie Holiday, sui linciaggi degli afroamericani negli Stati Uniti del Sud, risuona nella mente del commissario. Ora sono gli alberi del Norditalia a essere carichi dei frutti del razzismo. E il commissario Gastaldi ha raccolto uno di quei frutti che ancora respira. Purtroppo la superstite non è in grado di testimoniare, neppure quando riprende conoscenza, perché parla una lingua ignota, che appartiene a un gruppo etnico estinto. Stavolta Gastaldi, che per gran parte della sua carriera è riuscito a tenersi alla larga da inchieste pericolose, non può sottrarsi alla responsabilità di dare giustizia alla ragazza sopravvissuta, intrappolata in una lingua che nessuno capisce. Vorrebbe tanto fare il nonno, dedicarsi a coltivare l'intelligenza precoce del nipote Ettore, ristrutturare la casa di suo padre sulle Alpi e starsene lontano dalla Pianura Padana il più possibile. Invece si trova ad affrontare l'indagine più complicata della sua vita professionale, a un passo dalla pensione. Con ""Gli alberi del Nord"""" Marco Bosonetto si cimenta per la prima volta nel genere poliziesco rispettandone tutti i vincoli, ma senza rinunciare alla sua cifra stilistica: una lingua tagliente e perturbante, complessa. Un giallo in cui non solo gli uomini sono protagonisti, ma anche il fiume Po, un sottile nastro di wilderness nel cuore di una delle aree più industrializzate del pianeta."" -
Sotto lo sguardo della luna
In Toscana per il suo ottantesimo compleanno, Uliviero Daccorsi trova i ricordi di una vita ad attenderlo. A Villa Redenta, con tutta la sua famiglia, Uliviero riflette sul passato, sugli episodi che lo hanno segnato e fatto crescere. Nato in Puglia e portato rocambolescamente oltreoceano, negli Stati Uniti, all'interno di un ulivo - da cui il suo nome - Uliviero troverà in Amerigo un affettuoso padre adottivo, finché il caso non lo metterà sulla stessa strada dei suoi genitori biologici, Nennella e Baldovino. E, solo troppo tardi, scoprirà che quella donna bellissima e malinconica era sua madre. In un continuo intreccio di storie famigliari, amori, passioni, affermazioni professionali e rimpianti, la vita di Uliviero si snoda sotto i nostri occhi. Non c'è giorno che Uliviero e Mark, il suo compagno, non si trovino circondati dalla bellezza: arte, cultura, moda, cinema. Il lavoro di fotografo conduce Uliviero in giro per il mondo, i suoi scatti appaiono sulle riviste più famose e lui frequenta i circoli più esclusivi. Ma sotto questa superficie dorata, le radici italiane di Uliviero rimangono intatte; il suo stesso nome ne è vessillo ed emblema. La sua storia di uomo non può prescindere dal piccolo paese della Puglia in cui Nennella lo mise al mondo. ""Sotto lo sguardo della luna"""" ci porta in luoghi straordinari, ci fa incontrare donne e uomini che hanno fatto la storia dell'arte, della moda, del cinema, dove talento e grandi qualità alimentano fama e successo. Eppure, ciò di cui Uliviero non ha mai potuto fare a meno, è l'amore - di figlio, compagno, padre - in una favola che ha anche i suoi lati ombrosi, ma in cui le vere, e fondamentali, costanti sono gli affetti."" -
Non giudicarmi
È il 5 novembre del 1923. Il barone Jacques d'Adelsward Fersen sta tornando a casa, a Capri, nel suo buen retiro: Villa Lysis. Jacques è un uomo enigmatico e insoddisfatto: cocainomane, omosessuale, è un reietto, un diverso. La sua vita, benché luccicante e sofisticata, è una continua lotta contro i suoi demoni: gli mancava il talento per diventare lo scrittore che avrebbe voluto essere, ma è soprattutto la sua omosessualità ad avergli provocato un isolamento dalla famiglia, il carcere e una profonda malinconia. Ora, in quello che sembra a tutti gli effetti un simbolico ritorno al proprio io interiore, lo ritroviamo assieme ai suoi due amanti, Nino e Manfredo: il primo, compagno di una vita, è stato un ragazzo di strada, un manovale, e si prende cura di Jacques con compassione e affetto; il secondo, più capriccioso e volitivo, è un giovane talmente delicato da essersi guadagnato l'appellativo di ""fauno"""". Durante il viaggio non mancheranno gli incontri con amici del passato, ma anche con i fantasmi di un tempo che, alimentati dall'astinenza forzata dalla cocaina, tornano a tormentare il protagonista e provocano in lui allucinazioni, ossessioni negative, baratri emotivi. Una domanda assilla Jacques: è possibile riscattarsi almeno alla fine? Cosa può fare un uomo per sottrarsi alla condanna degli altri e alla sua stessa mediocrità? Un romanzo storico capace di restituire con esattezza e lirismo la vera voce di un personaggio realmente esistito e che tuttavia si dimostra in grado di travalicare il tempo: perché poco e niente sembra essere cambiato da quando Jacques Fersen, barone d'Adelsward, vagava per Capri sotto lo sguardo sdegnato della gente. Un libro feroce, commovente, raffinatissimo, che ci consente di decifrare un dolore che ci riguarda e ci appartiene ancora oggi."" -
Manhattan Transfer
Manhattan Transfer di John Dos Passos è un capolavoro della narrativa modernista, capace di creare un ritratto vivido e impressionista di una New York brulicante e sfaccettata. Attraverso le storie intrecciate dei protagonisti, la città a cavallo tra i Ruggenti anni Venti e la mitica Età del Jazz appare in fervente trasformazione, complicata, fuori controllo. Da Wall Street al lungomare, dalla Bowery al Village, dai grandi viali della città ai suoi vicoli grintosi, i suoi ricchi agenti di potere e i suoi immigrati in difficoltà, questo romanzo caleidoscopico trasmette l'energia inquieta della vita a Manhattan. Così le vite della bellissima e malinconica Ellen, dello sfortunato Stan, dell'imprevedibile Congo Jake, dell'acuto e sofferente Jimmy Herf, dell'avvocato rampante George Baldwin e di molti altri si scontrano e si mescolano in questa metropoli frenetica e smorta al tempo stesso, in cui sembra impossibile essere vivi e felici e in cui domina, su tutto, l'ossessione per il denaro e il successo. Pubblicato per la prima volta in Italia nel 1932, questo romanzo è poi stato a lungo ingiustamente dimenticato. Le innovative tecniche romanzesche utilizzate da Dos Passos - flashback, flusso di coscienza, inserzioni pubblicitarie e di notizie strillate dai giornali, per rendere la complessità dell'ambiente urbano - avrebbero ispirato una nuova scuola di scrittura. Quasi un secolo dopo, Manhattan Transfer rimane un tributo indelebile alle contraddizioni del sogno americano, un affresco brulicante di corruzione, di amore e di vitalità. -
L' oro di Mosca. La testimonianza di un protagonista
Questo libro, pubblicato per la prima volta nel 1993, racconta una pagina di storia quasi del tutto inedita: quella dei rapporti finanziari del PCI con il Partito Comunista dell'Unione Sovietica. Ne è autore Gianni Cervetti che delle vicende narrate non è stato soltanto testimone, ma protagonista. Fu a lui, infatti, che il segretario del PCI Enrico Berlinguer affidò, nelle forme caute e cifrate rispondenti alle necessità, il delicato compito di sganciare, finanziariamente parlando, il partito dall'orbita sovietica. Dal 1975 al 1978 Cervetti si dedicò alla non facile impresa e di quegli anni ""L'oro di Mosca"""" è la fedele cronaca in un susseguirsi di cifre, date, luoghi, ma anche decisioni, perplessità, travagli, mentre personaggi notissimi (da Luigi Longo a Berlinguer) compaiono accanto a uomini dei quali spesso finora erano noti, più che le identità, soltanto i nomi e a volte neppure quelli. Tuttavia il libro non si esaurisce nella pura rivelazione sull'oro di Mosca ma si dipana in altre direzioni: da quella che conduce alle considerazioni su denaro e ideologia a quella che porta verso i finanziamenti esteri di altre forze e di altri partiti, in particolare della DC, con la documentazione di parte italiana e di parte americana sui rapporti con la CIA e altre istituzioni statunitensi, fino ad arrivare alla vicenda Tangentopoli, che proprio nei primi anni Novanta scosse dalle fondamenta l'intero sistema partitico e politico del nostro Paese. """"Ai perplessi rispondevo che, se la verità non sempre è rivoluzionaria, in questo caso non avrebbe potuto che fare del bene. Anche oggi nel rileggerlo mi viene di continuare a pensarla allo stesso modo,"""" dice l'autore nella Prefazione a questo saggio, che viene ora riproposto nella sua versione originale. Un saggio che resiste alla prova del tempo non solo per i temi affrontati, ma per l'acuta e lungimirante analisi della condizione politica del nostro Paese, nel pieno di una crisi dei partiti, dimostrandosi un autorevole anticipatore del futuro che oggi viviamo e ci affanniamo a capire."" -
Strane cose, domani
Si può essere assassini e innocenti? Danio fa lo psicoterapeuta, è separato e ha un figlio, inquieto come tutti i ventenni. Ha anche una giovane fidanzata, e le pazienti che affollano il suo studio lo adorano. Fin troppo. Ma soprattutto Danio ha un segreto: è un assassino. Un assassino per caso. Nessuno lo sa tranne la sua ex moglie, l'enigmatica, magica Eliana. Il ritrovamento di un diario, abbandonato in un parco da una ragazzina, rompe il delicatissimo equilibrio che governa le sue giornate. Coinvolto in un odioso dramma famigliare, pressato dalla coscienza e seguito ovunque da un bizzarro e indimenticabile detective privato, Danio dovrà difendere se stesso e le persone che ama da una minaccia inattesa, fino a una resa dei conti rivelatrice per il senso stesso della sua esistenza. ""Strane cose, domani"""" è un romanzo ricco di sorprese e sottigliezze, una storia incalzante, lontana dai luoghi comuni, che racconta un amore indomabile per la vita. Ispirato a un fatto vero accaduto all'autore e uscito per la prima volta nel 2009, questo romanzo ha inaugurato il filone narrativo che la critica ha chiamato post noir. Storie piene di tensione ma libere di spaziare a fondo nella psicologia dei personaggi e delle loro relazioni."" -
Vite sospese
Dopo aver percorso i deserti del Niger lungo il cammino di chi tenta di arrivare al Mediterraneo, Francesca d'Aloja ed Edoardo Albinati hanno partecipato a nuove missioni dell'Agenzia ONU per i Rifugiati-UNHCR, stavolta percorrendo qualche tratto della famigerata ""rotta balcanica"""", che dal Medio Oriente conduce verso le nostre frontiere. È un percorso irto di pericoli, ma chi sta fuggendo dalla miseria e dalla guerra (il più delle volte, da entrambe) lo affronta come unica possibilità per conservare la vita o costruirsene una migliore. Su queste piste rischiose, attraverso foreste, fiumi e lande desolate, e confini spesso difesi in modo feroce, sono passati a centinaia di migliaia negli anni recenti, provenienti dalla Siria devastata, ma anche da Paesi molto più lontani: viaggi che durano mesi o anni, spesso costellati da sofferenze e umiliazioni, da trappole, inganni e brutalità che noi stentiamo a immaginare. Eppure, malgrado le ferite fisiche e morali inflitte loro lungo il cammino, i protagonisti di questo reportage rivelano sempre una sorprendente forza vitale e l'ostinazione di chi sta solo cercando di riconquistarsi un minimo di dignità. Dopo l'Africa narrata in Otto giorni in Niger, ritroviamo d'Aloja e Albinati alle frontiere che separano Macedonia del Nord, Serbia, Romania e Ungheria, Slovenia e Italia, e infine tra le montagne piemontesi, dove migranti e rifugiati diretti in Francia tentano forse l'ultimo passaggio. Senza alcun pietismo né partito preso gli autori hanno raccolto per noi le voci di chi ha tentato ripetutamente il """"game"""" - il gioco rischioso di attraversare frontiere ostili - e decine di volte sono stati respinti: racconti impressionanti da leggere oggi, quando quelle stesse frontiere europee si sono aperte per accogliere, calorosamente, i profughi della guerra in Ucraina. Ma dalle quinte di questo libro si affacciano anche altri personaggi, altrettanto ostinati: sono tutti coloro che si adoperano per soccorrere, accogliere, curare."" -
Come girare il mondo gratis. Un giornalista con la valigia
“Tre continenti, cinque capitali, venti traslochi e mai il tempo di annoiarsi. Enrico Franceschini riassume così quarant’anni come corrispondente di un grande giornale in giro per il mondo: dagli Stati Uniti alla Russia, dal Medio Oriente all’Europa, passando per Centroamerica, Afghanistan, Cina, Giappone e Nordafrica, per scrivere di elezioni e terremoti, di Olimpiadi e colpi di Stato, di Hollywood e terrorismo, di notti folli alla Trump Tower di Manhattan in compagnia di Federico Fellini e banchetti in frac a Buckingham Palace ospite della regina. Ma cosa significa cambiare per tutta la vita case (una ventina), città (New York, Washington, Mosca, Gerusalemme, Londra) e competenze? Com’è veramente, dietro le quinte, il mestiere di corrispondente dall’estero? E si può ancora sognare di farlo, nell’era del web, dei social media, della rivoluzione digitale? Raccontando la sua personale storia di reporter, in una galleria di personaggi che includono i grandi della terra, da Ronald Reagan a Mikhail Gorbaciov, da Shimon Peres a Yasser Arafat, da Tony Blair a Elisabetta II, dal primo uomo sulla luna, Neil Armstrong, all’uomo più veloce sul nostro pianeta, Usain Bolt, e molti grandi del giornalismo, a cominciare dal suo primo direttore Eugenio Scalfari, l’autore offre uno sguardo appassionato, ironico e istruttivo sulla grande avventura del giornalismo e sui Paesi in cui ha vissuto. Ci sarà sempre bisogno di giornalisti con la valigia pronta. Il prezzo è non fermarsi mai. Il premio è «girare il mondo gratis». -
Gauche caviar. Come salvare il socialismo con l'ironia
«Fra i molti sensi, molti uomini non sono riusciti a sviluppare quello del ridicolo. Forse è quello che è accaduto agli incidentali protagonisti di questa digressione storica e contemporanea che abbiamo narrato». -
L'Olimpo
Fino ad ora inedito, pochissimo conosciuto anche tra gli specialisti, L'Olimpo è il racconto delle passioni erotiche e drammatiche degli Dei olimpici.rnrn""Parlavamo di ogni cosa: letteratura, raramente cinema, aneddoti, ricordi, persone, misteri, dèmoni, religioni, vita, morte, persino gli dèi o Dio. Se parlava di libri, sembrava che nessuno vivesse, come lui, dentro un libro"""" - Pietro Citatirnrn""""È stato Fellini a spingermi verso il mio cinema. Ci sono pochi registi che hanno allargato il nostro modo di vedere e hanno completamente cambiato il modo in cui sperimentiamo questa forma d'arte. Fellini è uno di loro. Non basta chiamarlo regista, era un maestro"""". - Martin ScorsesernrnEccoli, uno dopo l'altro, gli """"attori"""" del mondo superiore: l'irresistibile, sensualissima Afrodite; Urano e il suo sanguinario figlio Crono; Dioniso, Pan, Selene immersa nell'incanto argenteo della notte; i Ciclopi, Poseidone, la fascinosa e perversa Pasifae che genera il Minotauro; l'orgiastico Minosse, nel cui seme nuotano millepiedi e scorpioni; Afrodite, suprema Ekberg celeste e marina. E con loro molti altri, ma su tutti Zeus, magnetico e volubile, onnipotente e capriccioso.rnIn un'atmosfera carica di tensione orgiastica, si muove la moltitudine delle divinità che dà vita a un umanissimo teatro dei caratteri, inaspettatamente vicino a quello che incontriamo nella vita di tutti i giorni, qui sulla nostra terra. In questo sorprendente """"romanzo degli Dei"""", Fellini ripercorre gli archetipi della nostra immaginazione - suo tratto artistico distintivo e magistrale - con la libertà fantastica e l'intelligenza critica del grande romanziere, onirico e pungente. L'invenzione inesauribile, la capacità unica di sorprendere propria di Fellini sfida qui l'impossibile, sceneggiando in un'opera totale di sensi, suoni, visioni e movimenti la metamorfosi incessante delle forme, propria della realtà come del sogno.rnConcepito come soggetto e trattamento cinematografico, ma anche come narrazione """"guida"""" per una serie televisiva, L'Olimpo fu elaborato dal Maestro dopo La città delle donne. Il film però non fu mai realizzato, né per il cinema, né per la televisione, e oggi rimane solo come testo scritto. Un inatteso capolavoro che testimonia, una volta di più, il genio inimitabile di Federico Fellini."" -
Formicae
Candidato al Premio Giorgio Scerbanenco 2017 per il miglior romanzo noir italianornrn""Mi chiamo Renzo Bruni e dirigo la seconda divisione dello Sco, il servizio centrale operativo della Polizia di Stato. Fare il poliziotto era quello che volevo. Il mio lavoro è applicare la legge e cerco di farlo nel migliore dei modi. Ho delle storie da raccontare perché ne ho vissute molte. E le ho sofferte tutte""""rnrnLa voce al telefono dice che Livio Jarussi, il bambino scomparso da due anni, è vivo e sta bene. Aspetta soltanto di essere riportato a casa, dai suoi genitori. Quando la polizia arriva nel luogo indicato dalla voce anonima, una discarica alla periferia di Foggia, trova una scena sconcertante. Qualcuno ha allestito un terribile quadro rituale. Sepolto malamente tra i rifiuti c'è il corpo di Livio. Sulla misera tomba, come un lugubre ornamento, si alza una croce di legno e ferro. Ciò che rimane di Livio, ormai mangiato dalla terra che lo ha nascosto per due anni, è quasi solo un brandello della felpa che indossava al momento della scomparsa, dove campeggia la scritta Zio Teddy. Una macabra firma.rnPer Renzo Bruni, alto funzionario del Servizio Centrale Operativo, il mitico SCO, l'unità investigativa della Polizia di Stato, questo ritrovamento significa tornare a occuparsi del caso che più di ogni altro l'ha tormentato, come poliziotto e come uomo. Per Zio Teddy invece è semplicemente la ripresa di una partita a due, giocata con gli strumenti del male. Ma in questa storia ad alta tensione emotiva, scritta da un maestro italiano del thriller, ciò che a prima vista sembra vero non è detto che lo sia fino in fondo. In questa storia le cose che accadono hanno sempre un lato sinistro. La partita inizia tra i due avversari, infatti, si apre presto a un terzo giocatore, il più feroce, il più sfuggente.rnAnche lui, come Bruni, ma per ragioni diverse e inaspettate, vuole che il mostro di Livio e di altri innocenti torni nell'inferno brulicante di formiche che lo ha generato."" -
Amici per paura
Finalista al Premio Strega 2017rnPresentato da Giorgio Ficara e Sergio Zavoli.rnrnrnRoma, 1943. Per Francesco la guerra è una cosa da eroi immortali. Nei pomeriggi in cortile con i suoi compagni di gioco, ridà vita agli epici scontri di cui racconta la chiassosa propaganda del regime. ""Quel che colpisce in Amici per paura, è la riduzione all'osso del racconto, probabilmente rivelatrice dell'urgenza di venire a patti con il proprio passato: una narrazione, semplice (dove semplicità è conquista), che sembra sgorgata naturalmente dalla profondità del ricordo infantile."""" - Paolo di stefano, Corriere della SerarnIl 19 luglio, però, la guerra, quella vera, giunge improvvisa e devastante nella capitale, a San Lorenzo. Niente può essere più come prima, né per i grandi, né per i bambini. Nessuno può dirsi immortale. Lo sventurato patriottismo degli italiani si volta in paura. La fame, le bombe, la miseria, l’occupazione nazista, gli sfollamenti, diventano per tutti la vita di ogni giorno. Anche per Francesco, adesso, il sangue limpido dell’infanzia comincia a mescolarsi con quello marcio della Storia."" -
Ogni città ha le sue nuvole
Finalista Premio John Fante Opera prima 2017Tommaso Avati scrive un romanzo di formazione luminoso come i cieli di Roma, in cui tratteggia la spensieratezza e le contraddizioni dell'adolescenza, e fa rivivere, attraverso odori, musiche e film, lo splendore di quei primi anni Ottanta.rnrnE' tutto un altro cielo quello sotto cui si ritrova Alessandro Campolungo, quando, nei primi anni Ottanta, con la madre e la sorella si trasferisce da Bologna a Roma. E' tutto un altro mondo e integrarsi, per un quattordicenne con la media dell'otto e il mito di ""Quark"""" e di Piero Angela, non è facile.rnTommaso Avati scrive un romanzo di formazione luminoso come i cieli di Roma, in cui tratteggia la spensieratezza e le contraddizioni dell'adolescenza, e fa rivivere, attraverso odori, musiche e film, lo splendore di quei primi anni Ottanta."" -
L'ultima dei Neanderthal
La storia inattesa di due donne separate da millenni.rnUn viaggio emozionante nell’evoluzionerndella razza umana.rnrnQuarantamila anni fa. L’ultimo gruppo famigliarerndella specie Neanderthal vaga sullarnTerra, in un ambiente sempre più ostile.rnDopo una stagione terribilmente difficile,rnsono rimasti in pochi. Tra loro c’è Girl, la figliarnpiù grande. E’ nella giusta età della riproduzionerne la sua famiglia è determinatarna recarsi nel luogo conosciuto per gli accoppiamenti:rnGirl deve trovare un compagnornper salvare la specie.rnDurante il cammino, però, le condizioni ambientalirnpeggiorano in modo drammatico e ilrngruppo si disperde. Girl viene abbandonata.rnCon lei c’è solo Runt, un trovatello accolto nelrngruppo qualche tempo prima.rnIn condizione di costante pericolo e con l’avvicinarsirndi un altro inverno glaciale, Girl sirnrende conto di avere una sola possibilità perrnsalvare il suo popolo, anche se questo significarnsacrificare se stessa.rnAi giorni nostri, l’archeologa RosamundrnGale vuole portare a termine l’importanterncampagna di scavo, dove ha lavorato neglirnultimi tempi, prima che nasca il suo bambino.rnMancano poche settimane al parto, marnportare alla luce nuovi reperti fossili dellarnspecie Neanderthal –il più emozionante tra irnmisteri dell’evoluzione umana– è per la dottoressarnGale un impegno esaltante.rnRosamund e Girl sono legate da un filo sottilerne allo stesso tempo molto forte attraversorni millenni. Tra preistoria e storia, le due donnernhanno vissuto la medesima esperienza dirnmaternità, condividendo in modo misteriosorne sorprendente la stessa passione per la vita.rnClaire Cameron, reduce dal successo internazionalerndel suo precedente libro, ha trattornispirazione per questo suo nuovo romanzorndalla recente scoperta archeologica chernha rilevato come molti esseri umani contemporaneirnpossiedono un patrimonio geneticornereditato dai Neanderthal. Un libro commoventerne ricco di suspance, intenso e incalzante,rnche porta il lettore a riconsiderare i terminirndella grande domanda: cosa significarnessere umano? -
La chimica dell'acqua
Un giallo elegante, questo primo libro di SararnKim Fattorini, dove si muovono personaggirncinici e insospettabili sullo sfondo di una Milanornbellissima e profondamente nera.rnrnIl corpo galleggiava a faccia in giù.rnI fari subacquei illuminavano la pelle,rnil riflesso delle piastrelle conferivarnal cadavere un colore azzurro pallido.rnL’acqua ingrandiva i lineamenti,rndeformandoli.rnIl corpo ondeggiava lento, pacato, come sernfosse immerso nel liquido amniotico, marnsenza una vita davanti.rnNon aveva mai visto un morto così darnvicino.rnIl silenzio di quella piscina era la lorornconversazione.rnrnrnL’avvocato Attilio Giorgetti vive e lavora nelrncuore di un mondo fatto di ricchezza e di ferocia.rnLa mattina in cui viene trovato cadaverernnella lussuosa piscina dove è solito nuotarernogni giorno, l’alta società milanese, opulentarnquanto discreta, influente e invisibile, aprernun nuovo, nerissimo quadro della sua scena.rnStretta dalle indagini della polizia, Adriana,rnla moglie del defunto, donna elegante e fascinosarnma turbata dai propri fantasmi e da unrnménage famigliare inquieto, decide di affidarernuna ‘contro’ indagine al detective GuglielmornCorna.rnUomo solido, dal carattere schivo, capace peròrndi risolvere i più intricati enigmi della cronaca,rnCorna ha sempre tenuto ben separate larnvita professionale e quella privata. Da qualcherntempo ha lasciato Milano e vive sul lago d’Orta,rnalla ricerca di consuetudini più tranquillerne genuine, deciso a tagliare i ponti con l’ambienternborghese in cui è cresciuto e che senternminato al fondo dall’ipocrisia. Il nuovo caso,rnperò, lo riporta indietro, a Milano.rnL’incarico si rivela ben presto più difficile delrnprevisto. I suoi metodi d’indagine, semprernorientati al buon senso e alla pacatezza, fannorni conti presto con la celebre teoria dei seirngradi di separazione: una spirale di avvincentirnrivelazioni lo costringerà, infatti, a interrogarsirnnon solo sul reale coinvolgimento dellarnvedova nell’omicidio dell’avvocato Giorgetti,rnma anche sul proprio… -
Tutte le ragazze con una certa cultura hanno almeno un poster di un quadro di Schiele appeso in camera
Vincitore del Premio Bagutta Opera Prima 2018rnFinalista al POP, Premio Opera Prima 2018rnLuca ha 30 anni, è un assistente universitario, corregge bozze e crede nell'amore, anche se le sue relazioni non sono mai entusiasmanti. È cresciuto guardando Bim Bum Bam, va in giro su una Fiat 500L del '71 e pensa che i quadri di Pollock siano il risultato dello starnuto di un pittore sbronzo pestato a sangue davanti a una tela bianca. Una sera conosce Silvia, con la quale fa subito sesso. Lei ostenta disincanto e cinismo ma, in fondo, ha solo una paura tremenda: apparire normale. Inaspettatamente, se la ritrova davanti all'università: Luca vorrebbe riavvicinarla, ma Silvia non sembra interessata. All'esame, per vendicarsi le rifila un 29, «il più insignificante tra i voti alti». Segue una specie di aggressione da parte della ragazza, che culmina in uno scambio di baci. Così inizia la loro storia, angosciante come le carni livide di Schiele o esplosiva e policroma come i rapidi colpi di spatola di Monet. Ciclotimici sì, ma anche meravigliosamente normali. Un viaggio divertito e dissacrante nelle inquietudini di una generazione perduta tra aperitivi, mostre d'arte ed etichette come ""radical chic"""", """"new normal"""", """"hygge"""" e """"hipster"""". Una coppia che si tormenta e si compiace di tormentarsi. Un amore che precipita nel vuoto cosmico di una generazione disillusa, ma sempre molto ironica. E, in quel vuoto, risuona l'eco dei miti del passato con cui si racconta.""