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Racconti
Nove racconti che ogni assennato pedagogo vieterebbe ai suoi discepoli. Nove racconti molto poco edificanti che possono far perdere anche al più disincantato lettore adulto ogni residua speranza che nella natura degli esseri umani prevalga il bene. Solo il feroce candore della narrazione condotta funambolicamente - e cinicamente - sull'incerto confine tra il plausibile e l'assurdo riesce ad esorcizzare la disperante incomprensibilità della vita. -
Donogoo
Quando il sipario si apre, Donogoo è un nome di fantasia segnato a caso sulla carta geografica, quando si chiude è una vera città. In mezzo c’è un vivace film d’azione, come scrive Goffredo Fofi, «in cui convergono lo spirito d’impresa e lo spirito d’avventura, il calcolo e il caso». Con questa commedia, scritta da Jules Romains nel 1930, entrata nel repertorio della Comédie-Française e portata al successo da Louis Jouvet, lo spettatore assiste al trionfo di una truffa colossale, ordita da tre personaggi senza scrupoli. Il banchiere Margajat che fiuta affari d’oro e il professor Le Trouhadec, che manipola la verità pur di essere eletto all’Accademia di Francia, raggiungono i loro scopi grazie all’intraprendente Lamendin. Questi, da aspirante suicida si ritrova dapprima regista per caso del grande bluff geografico-finanziario, poi addirittura padrone assoluto del nuovo regno, fondato una sera da un gruppetto di poveri diavoli in cerca di una città inesistente. «D’altra parte» scrive Romains «tra la verità e l’errore scientifici non c’è mai stato altro che una differenza di data». E tutti vissero felici e contenti perché, conclude Fofi, «Non ci sono vittime, … ma solo complici: anzitutto banchieri e finanzieri, poi scienziati e giornalisti e altri “uomini di cultura”, e di seguito gli avventurieri, che sono i poveri che smaniano di arricchire». -
Quant'erano belle le mie guerre!
«Caro Félix, caro Phuoc, caro Amokrane, io provo, quando paragono la mia sorte alla vostra, un profondo sentimento d’ingiustizia nei vostri confronti, nel vedere come la morte, impaziente con voi, sia paziente con me. […] La morte è per me un’amica, non un ghoul come lo fu per voi. Mi ha tenuto compagnia durante la Seconda guerra mondiale e poi nel corso della Guerra d’Algeria, e più tardi ancora, ma ha rispettato la mia indipendenza. Essa sa che un giorno ci ritroveremo, e mi fa credito.» È questa forse la più intensa e toccante opera di Jacques Vergès, nella quale l’irriducibile, destabilizzante Difensore dei “Già Dannati dal Grande Tribunale d’Occidente” (e, proprio per questo, della dignità di ogni essere umano), in sequenze play-back solo tessute dalla libera associazione della memoria si rivolge agli amici caduti nelle guerre contro la tirannia e l’oppressione. Ma ideali interlocutori di Maître Vergès sono anche alcuni celebri personaggi storici, crudeli dittatori, fanatici rivoluzionari, criminali di guerra, terroristi, e criminali comuni. Un palcoscenico affollato da carnefici e vittime, da vincitori e vinti, da accusatori e accusati, da giudici e rei. E in questo drammatico copione, qual è dunque lo spazio che resta al Difensore? «Se egli riesce a far capire quanto di pericoloso c’è nell’uomo, se fa ammettere al giudice e ai giurati che anche in loro esiste tale minaccia, essi non tratteranno il criminale come qualcuno venuto da un altro mondo, come un marziano, come un essere nocivo: lo tratteranno come un loro simile passato agli estremi.» -
Disquisizione sul governo
"Disquisizione sul governo"""" (A Disquisition on Government , 1850) è un gioiello della scienza politica e il prodotto più sofisticato scaturito dall'esperienza della repubblica americana dopo i suoi primi sessant'anni di vita. In questo saggio, nel quale gli insegnamenti del modello americano vengono analizzati a beneficio del mondo intero, John C. Calhoun individua negli effetti del principio maggioritario semplice una vera piaga, destinata a minare ogni società democratica. E indica anche una soluzione: il principio della maggioranza concorrente, secondo il quale la ricerca del consenso sulle questioni cruciali deve tener conto dei grandi interessi del Paese. L'autore avanza anche una teoria liberale della lotta di classe: la fonte dei privilegi ingiustificati va ricercata nei meccanismi del potere politico e non nel modo di produzione della ricchezza. I veri padroni sono coloro che dominano non i mezzi di produzione, ma l'apparato governativo. Dopo oltre un secolo e mezzo, la critica calhouniana al concetto di maggioranza semplice e la sua contrapposizione fra produttori e consumatori di tasse si presentano sorprendentemente attuali. I problemi derivanti dall'applicazione del principio della """"sovranità popolare"""" e il fenomeno del parassitismo politico - che assillano oggi tutte le società libere - erano già stati messi a nudo durante la prima infanzia delle istituzioni democratiche." -
Il mito virtuista e la letteratura immorale
Mentre attendeva nell'""eremo"""" di Céligny alla sua opera più ponderosa e sistematica, il """"Trattato di sociologia generale"""", Pareto metteva mano al """"trattatello"""" """"Le mythe vertuïste et la littérature immorale"""" (Paris 1911), che fu tradotto con notevoli integrazioni e pubblicato in Italia nel 1914. Questa incalzante analisi condensa l'anima profondamente liberale e libertaria di Pareto, e mette a nudo le tante ipocrisie che si nascondono dietro ogni moralismo proibizionista che, oggi come un secolo fa - in nome di una presunta igiene fisica e morale collettiva -, pretende di vietare irrinunciabili diritti personali dell'individuo. Introduzione di Franco Debenedetti."" -
Il peccato. La sua storia nel mondo giudaico-cristiano
Che cosa è il peccato nella tradizione giudaico-cristiana? In che modo i suoi effetti perdurano e possono estinguersi attraverso il tempo? Come è possibile espiare le azioni peccaminose? In questa acutissima e brillante analisi storico-filologica dei testi biblici l’Autore documenta il processo attraverso cui il peccato, concepito negli strati più antichi della Bibbia come un fardello caricato sulle spalle di chi ha commesso una colpa, o una macchia sulle sue mani, si modifica significativamente a partire dal periodo del Secondo Tempio e via via fino al II secolo a.C. Il peccato assumerà nel Nuovo Testamento, in tutta la letteratura rabbinica e nella cristianità aramaica, la metafora commerciale-finanziaria del debito che deve essere ripagato. L’idea della macchia resterà, ma a quella del fardello si sostituirà l’idea che nel gran libro contabile di Dio, nella banca celeste, verrà registrato un debito: il peccatore diviene il debitore che potrà estinguere il suo debito con la pratica costante dell’elemosina. L’uomo virtuoso e caritatevole diventa invece un creditore il quale accumula un tesoro in cielo che frutterà interessi. Una nuova concezione che subì un tormentato ripensamento all’insorgere della Riforma protestante. -
Costituzione egiziana 1923
«Lungi dal rappresentare una mera curiosità di “antiquariato istituzionale”, la Costituzione egiziana del 1923 appare come uno snodo fondamentale nella storia del rapporto tra autorità e libertà nei paesi arabi. Rileggerla oggi, cercando di collocarla nel suo contesto storico e insieme in una prospettiva di lungo periodo, significa non soltanto proporre una opportuna investigazione sull’esperienza storica del liberalismo egiziano, ma anche porre le basi per una più ampia riflessione sul costituzionalismo nei paesi arabo-musulmani. […] Nella sua genesi e nella sua formulazione, come nella storia delle sue concrete modalità di funzionamento, la Costituzione del 1923 rappresenta in realtà un documento-simbolo delle speranze e dei limiti di quella che è stata definita “l’età liberale” in Egitto e nel mondo arabo-musulmano. Un’età troppo spesso sottovalutata in sede storiografica fino ad anni recenti.»rn(Dall’Introduzione di Giuseppe Cecere) -
Pensieri sulla libertà civile
Nell’anno 1759 il ventisettenne Peter Forsskål pubblica a Stoccolma Pensieri sulla libertà civile. Un pamphlet che, nella Svezia ancien régime di Adolfo Federico, doveva apparire sedizioso perché contestava la sacralità dei sovrani, i privilegi di classe, ed esaltava la libertà di pensiero e di espressione.rn rnIl libello, tirato in 500 copie, subì i fulmini dell’Autorità, che ne ordinò il sequestro. E toccò proprio al grande Linneo, di cui Forsskål era discepolo, l’ingrato compito di recuperare il corpo del reato. Impresa che riuscì solo in minima parte poiché l’autore, con mossa tempestiva, aveva provveduto a ritirare tutti gli esemplari dallo stampatore.rnE poiché, come sappiamo, prima o poi le idee agiscono sulla realtà politica, sociale e giuridica dei popoli, a distanza di soltanto sette anni, nel 1766, anche grazie a questo coraggioso scritto, la Svezia, prima fra le nazioni d’Europa, ebbe la sua legge sulla libertà di stampa. Legge che visse effimera vita ma che rappresentò una miccia d’innesco per future esplosive conquiste. -
Il golpe bianco di Edgardo Sogno
Nel cuore degli Anni di piombo capitò pure che un partigiano liberale, eroe e medaglia d'oro al valor militare della Resistenza, antifascista e anticomunista, fosse incriminato per cospirazione politica da un magistrato, poi deputato del Pci, Pds, Ds, Pd. È la vicenda politica, processuale, umana del leggendario ""Comandante Franchi"""", Edgardo Sogno, e del giudice che lo inquisì, Luciano Violante, poi assurto a presidente della Camera dei deputati. Processo penale e processo politico, accusa e difesa, inquisito e inquisitore si intrecciarono in un coacervo di fatti che fu molto più di un errore giudiziario. Violante mandò in carcere Sogno per cospirazione politica mediante associazione e Sogno denunciò Violante per falso ideologico, un processo, questo, collegato ma poco noto, sebbene il primo si capisca meglio leggendo la sentenza del secondo. Sotto essenziali aspetti, il caso Sogno fu il nostro affaire Dreyfus."" -
Non giudicate. Conversazioni con i veterani del garantismo
«Quando ci siamo conosciuti, Vitiello mi ha fatto una proposta a un angolo di strada, sulla via del caffè: parlo con quattro grandi garantisti, vecchi d’età e a dominante meridionale, e ne riferisco in altrettante pagine di giornale. È un talento assoluto, mi sono detto pensando all’età degli interlocutori che aveva scelto, ai Verri e Beccaria dell’Italia di giù, compassata e filosofica ma incazzata, all’inattualità e alla stranezza perfetta del tutto. Non ho più cambiato idea. Lo stile di Guido Vitiello è fresco, principesco, qualunque testo scriva viene come deve venire una cosa bella quando nasce da una buona scuola dell’esistenza.» - (Dall’Introduzione di Giuliano Ferrara) -
La resa dell'usignolo
La bellezza giace nuda, ha le formiche negli occhi e il corpo avvelenato. Tutto è ignoto – vittima, movente, omicida – come ignoto è il cammino che dovrà compiere Michele, un uomo di scienza e di tecnica che fino alla scoperta apparentemente casuale del cadavere vive «una vita sferica, priva di spigoli, scivolante, senza scosse, ogni oggi verso ogni domani»; egli si troverà a cercare la verità assoluta guidato da un usignolo (reale o immaginato?) in un mondo dove giocano a rincorrersi scienza e magia, il terrestre e il celeste e dove ciò che inizialmente appare dominio del raziocinio si sgretola di fronte a un indefinito nulla. Un racconto poetico e psico-onirico, sospeso, che vuole essere metafora di un’epoca priva di stelle polari. -
La musica medievale e l'arte della memoria
È un'audace sfida alla visione tradizionale della musica medievale quella lanciata in questo libro: l'immagine di una cultura puramente alfabetizzata scolora a favore di una visione più complessa in cui scrittura e oralità interagiscono. Interrogandosi su questioni fondamentali, come ad esempio in quale modo i cantori riuscissero a memorizzare una così grande quantità di musica, e in quale modo la musica composta mentalmente anziché sulla pergamena informasse lo stile musicale, Anna Maria Busse Berger indaga l'impatto dell'arte della memoria sulla composizione e sulla trasmissione della musica medievale. Il suo studio innovativo mostra che l'avvento della scrittura non solo non soppiantò la consuetudine dei compositori di elaborare i brani a mente, ma - al contrario - offrì addirittura nuovi strumenti mnemonici. Gli studiosi hanno creduto per lungo tempo che la musica medievale fosse composta e trasmessa in forma scritta semplicemente perché dal XII secolo buona parte della produzione polifonica fu fissata sulla pergamena. La musica medievale e l'arte della memoria, invece, dimostra con chiarezza che, anche se un brano fu messo per iscritto, non necessariamente fu concepito e tramandato attraverso la scrittura. Il nuovo modello proposto dalla Busse Berger esalta l'interazione fra scrittura e oralità nella composizione e nella trasmissione, approfondendo e arricchendo l'odierna concezione della musica medievale, e aprendo altresì la strada a nuove interpretazioni. -
Armonia e condotta delle voci. Quaderno di esercizi. Vol. 2
Questo quaderno di esercizi, insieme a quelli presenti nel manuale, dovrebbe fornire materiale più che a sufficienza per i compiti da svolgere a casa, le esercitazioni in classe e i ripassi periodici. Inoltre, offre anche un'ampia selezione di passi tratti dalla letteratura per i compiti di analisi. Il loro proposito è quello di portare lo studente, il più rapidamente possibile, alla padronanza delle scale, delle armature di chiave, degli intervalli e degli accordi. -
La piramide
C'è stato un tempo in cui le spiagge erano un luogo di riposo. Nell'era del turismo estremo e dei cambiamenti climatici i viaggiatori hanno però bisogno di altre emozioni. A Kukulcan, in Messico, si innalzano ormai hotel fantasma, costruzioni fatiscenti, infestate da piante e topi, battute da una pioggia pressoché incessante. In questa atmosfera di devastazione e agonia, Mario Müller inventa un'ultima, visionaria possibilità di guadagno, il piacere della paura, e nell'hotel che dirige, La Piramide, offre ai propri ospiti pericoli controllati, per trasformare le loro ansie in realtà collaudata: simulazioni di sequestri, ragni velenosi, finte guerriglie. Ma, come sempre accade, non tutto va per il verso giusto e un giorno qualcuno muore. -
Il testamento dei fiumi
Situato alla confluenza dei fiumi Ebro e Segre, Mequinensa, paese un tempo fulcro di un importante bacino minerario e di un vivace traffico fluviale, conosce già il proprio destino: essere inghiottito dalle acque a causa dell'imminente costruzione di una grande diga sul fiume Ebro. Condannata all'inevitabile scomparsa, la memoria del villaggio s'infiamma e un secolo di storia rivive attraverso i ricordi dei suoi abitanti; minatori, marinai, ricchi borghesi, nobili decaduti, personaggi ora stravaganti ora ordinari intrecciano le loro voci per dar vita a un racconto polifonico e rievocare un passato mai dimenticato di lotte sociali e guerra civile, di eroismi e tradimenti, mettendo in luce la fitta trama delle ipocrisie e delle passioni che regolano i rapporti umani. Unanimemente riconosciuto come un classico della letteratura catalana contemporanea, fortemente iscritto nella memoria collettiva e ad oggi tradotto in quindici lingue, ""Il testamento dei fiumi"""" è un magistrale affresco narrativo in cui confluiscono realtà e mito, ironia e tenerezza, nostalgia e impeto letterario."" -
Il dono della menzogna
Galilea è un vecchio e decadente latifondo situato nel sertão, una regione del Brasile settentrionale arida e poverissima, dove il boom economico degli anni Duemila tarda ad arrivare e i bambini continuano a vendersi per pochi soldi nelle rare stazioni di servizio. Da qui, chiunque ne abbia la possibilità scappa per studiare o cercare fortuna altrove, sulla costa, negli Stati Uniti o in Europa. E così hanno fatto anche i numerosi discendenti di Raimundo Caetano, dispotico patriarca di Galilea e rigido osservatore delle Sacre Scritture, da anni gravemente malato. Ma ora che le sue condizioni appaiono disperate, tre dei suoi nipoti ritornano nella fazenda per salutare un'ultima volta il nonno morente. L'incontro con il resto della famiglia, con lo spazio e la geografia brasiliani innesca nei tre un flusso inarrestabile di ricordi, una memoria individuale che si fa collettiva ma che risulta inesorabilmente compromessa, frammentaria, mutevole, ""perché quando ci allontaniamo dalle nostre origini, l'incontro con il passato è doloroso, quasi impossibile"""". """"Il dono della menzogna"""" è una saga famigliare, un romanzo di viaggio dagli echi biblici, una riflessione sul Brasile del biodiesel e dei viados, un intimo omaggio alla saudade."" -
Whisky e chicchi di caffè
In una famiglia libertaria nella Valencia degli anni Sessanta, due stravaganti e quanto mai antitetici zii e un nonno fanno da genitori a una coppia di fratelli rimasti orfani. Ferran, il narratore, e Pepin, il minore, diventano adolescenti prima e adulti poi in un'epoca segnata da rigide convenzioni sociali e morali, da una scuola repressiva e dalla presenza massiccia e invadente della chiesa e delle forze dell'ordine. Ma gli zii anticonvenzionali faranno conoscere loro un'altra realtà, fatta di cinema, di bar rumorosi ed eccitanti bordelli. Una Valencia notturna di quartieri periferici dove si muove una galleria agrodolce di personaggi diviene così l'altra protagonista di questo romanzo autobiografico pieno di ironia e tenerezza. Con un linguaggio colorito ed espressivo, Ferran Torrent ci regala l'affresco evocativo di una città e di un tempo in cui (quasi) tutto era possibile. -
Tierras. Tredici racconti dal Messico
Il cadavere di un architetto che galleggia nella piscina della sua lussuosa villa, la strana e inquietante scoperta di un entomologo, le grottesche vicende di un giornalista di cronaca nera alle prese con la corruzione del suo paese, il crudele destino di un viandante che col suo eterno peregrinare diviene simbolo della tragica condizione dei messicani migranti... immaginare il Messico e le sue storie è immergersi in una trama quasi mitica fatta di sangue, disperazione, narcotraffico, crisi perdurante, ma anche di atti di eroismo, solidarietà e una buona dose di sarcasmo di fronte una realtà sempre più surreale. Una schiera di scrittori, tra i più rappresentativi, premiati e apprezzati del loro Paese, ci offre attraverso tredici racconti una panoramica sulla narrativa messicana contemporanea, culla di miti e contraddizioni. Dai caotici spazi urbani agli aridi territori di frontiera, dalla violenza nei suoi molteplici registri a sprazzi di amore e ossessività, questi racconti propongono al lettore un mix intenso e dissacrante di grande letteratura. -
Niente da dire
Dopo aver scoperto casualmente il tradimento di Paulo, il compagno di una vita, con un'amica di vent'anni più giovane, la narratrice senza nome del romanzo inizia un'analisi minuziosa della sua vita di coppia. Il triangolo fugace ed effimero che la vede suo malgrado coinvolta diviene così il motivo scatenante delle sue riflessioni. Nulla sfugge al suo sguardo distaccato e alla sua ossessione per i dettagli, mentre ricostruisce gli eventi di un'intera esistenza, in un esercizio spietato, benché necessario, di scoperta e rivelazione. Ma il flusso di coscienza della protagonista, le parole sorte dalla sua voce ferita non sfociano tanto in un inventario dei danni e delle perdite che il resoconto di un adulterio porta con sé, quanto in un'indagine sulle motivazioni dei personaggi coinvolti, sulla libertà, la scelta e l'autoinganno, alla ricerca di quella che è, forse, l'unica possibilità di recupero. Narrato in prima persona in tono lucido e umorismo caustico da una delle più importanti scrittrici brasiliane contemporanee, ""Niente da dire"""" è un contundente ritratto di coppia e una riflessione indiretta sulle possibilità di comprensione reciproca nel nuovo millennio."" -
La sfilata dell'amore
Messico 1942. Il Paese ha da poco dichiarato guerra alla Germania e una strana e variegata folla di personaggi invade la capitale: comunisti tedeschi, repubblicani spagnoli, agenti dei più svariati servizi segreti, ricchi finanzieri ebrei. Molti di questi animano il salotto dell'ambiziosa Delfina Uribe, la cui casa è considerata un pericoloso focolaio di corruzione rivoluzionaria. Ma quando una sera il giovane rifugiato austriaco Erich Maria Pistauer viene ucciso uscendo da una festa che si svolgeva nel lussuoso Palazzo Minerva, Delfina sostiene di non averlo mai conosciuto. Miguel Del Solar, all'epoca solo un bambino, conserva nella memoria quell'omicidio insoluto, e ormai adulto, e dopo diversi anni passati all'estero, ritorna in Messico deciso a scoprire la verità, ormai diventata storia. S'immerge così in un labirinto di ipotesi, in una galleria di stravaganti personaggi ognuno dei quali ricorda di aver visto o sentito una storia diversa. ""La sfilata dell'amore"""" è un viaggio nel Messico pittoresco e cosmopolita degli anni Quaranta, un'insolita detective story, una divertente commedia degli equivoci che conferma Sergio Pitol come uno dei più importanti scrittori latinoamericani.""