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Il boia
Una storia strana e semplice. In un ristorante di Yin-Yang, città incantata della Cina, un giovane scrittore occidentale è in cerca di spunti curiosi. Viene ammaliato dal racconto d’un vecchio medico del luogo che narra di un boia alquanto bizzarro, Chong. Nato in una rispettata famiglia di boia, Chong, dopo l’abbandono della professione e una fuga decennale, viene spinto da una visione a tornare all’antico mestiere per compiere una sacra “missione”…rnAnche in questo disturbante ma appassionante racconto, la perfida ironia di Boulle riesce solo in parte ad attenuare l’angoscia che deriva dalla irriconoscibilità della linea di confine tra il bene e il male, e in definitiva dalla nostra incapacità a fare una distinzione assoluta tra di essi. -
Il mondo secondo Gabriel. Mistero di natale
Con ""Le Monde selon Gabriel"""", scritto nel 2007 e rappresentato per la prima volta nel maggio 2009 ad Amsterdam, Andreï Makine trasferisce dalla narrativa al teatro il suo affondo sulla inquietante drammaticità del vivere. Una compagnia di attori “telediretti” da un misterioso Grande Imaginifico attraverso un telefonino cellulare si esibisce in una serie di tableaux-vivants (il sonoro verrà confezionato successivamente) videotrasmessi a un pubblico universale di nove miliardi di persone. La realtà non appartiene più agli esseri umani ma solo a spettatori; realtà non più scandita da emozioni individuali bensì da allestimenti scenici, da istallazioni, e la parola esiste solo a servizio di stereotipe litanie collettive. Ma non del tutto morta è la speranza per i disperati teatranti di destarsi dal loro coma morale e valicare il minaccioso muro che avanza scricchiolante sulla scena. Al di là di esso, forse, può esserci davvero quel che Gabriel, il pericoloso scrittore ora lì prigioniero in catene, aveva preconizzato nel suo infame libro."" -
Costituzione francese (1791). Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. Ediz. multilingue
La prima Carta costituzionale francese ebbe, come sappiamo, vita brevissima, trascinata verso il nulla dalla tempesta della Rivoluzione, ma ha fissato in caratteri indelebili principî essenziali di ogni regime che oggi chiamiamo democrazia: l’esistenza di diritti fondamentali dei cittadini, la rigidità della Costituzione e dunque la necessità di una garanzia della stessa, la separazione dei poteri. [Si è parlato] a tal proposito di monarchia repubblicana. L’espressione è felice e condensa il nodo contraddittorio sul quale inciamperà subito la Carta del ’91.rnMa la sua lunga ombra ha accompagnato con le sue virtù e le sue conquiste, e anche con i suoi limiti, tutto il lavoro costituente degli ultimi due secoli dello jus publicum europaeum. - (Dall’Introduzione di Pasquale Pasquino) -
The petition of right (1628). Ediz. multilingue
Con l’approvazione della Petition of Right il Parlamento, nel contrastare la politica autoritaria di Carlo I, si opponeva a qualsiasi forma di sovranità illimitata che potesse minacciare i principî informatori dell’ordine costituzionale e, innanzitutto, il “dominio della legge”, con ciò riaffermando le libertà fondamentali. […] Nel denunciare i fatti che all’epoca costituivano veri e propri attentati allo statuto delle libertà dei sudditi (e che configuravano altrettante violazioni delle disposizioni della Magna Carta e, in ultima analisi, della law of the land, della lex terrae), la ""Petition"""" si appellava alle antiche leggi e consuetudini, ribadendo l’autorità del Parlamento [...]. Essa dunque non fu soltanto un richiamo alle antiche leggi del paese, ma una chiara manifestazione di uno spirito di libertà la cui sottovalutazione avrebbe portato Carlo I, vent’anni più tardi, sul patibolo. Vi si affermava un modello di legalità “senza Stato”, fondato sul common consent e sulla supremazia della legge (rule of law) che limitava il sovrano attraverso un diritto non statuale, ossia la common law. - (Dall’Introduzione di Salvatore Bonfiglio)"" -
La libertà della scuola
La scuola non si fonda sullo Stato, ma sulla libertà. In Italia, però, non c'è la ""scuola libera"""" perché l'istruzione è solo statale. Anche le scuole impropriamente dette private sono statali, cioè paritarie: sono riconosciute dallo Stato e così legittimate a rilasciare titoli legali di studio. L'unica vera riforma dell'istruzione è quella indicata da Luigi Einaudi prima e da Salvatore Valitutti poi: l'abolizione o svalutazione del valore legale dei titoli di studio. Solo se l'ordine degli studi verrà svincolato dal monopolio pubblico del sapere e dell'educazione si potrà avere il sistema della """"scuola libera"""".rnGli scritti di Einaudi e di Valitutti, illustrati dal saggio introduttivo di Giancristiano Desiderio, sono la guida intellettuale e morale più sicura per realizzare l'indilazionabile emancipazione della scuola dagli indottrinamenti e dalle certificazioni di Stato."" -
La ricchezza della nazione
Pubblicato a Stoccolma nel 1765, undici anni prima della ""Wealth of Nations"""" di Adam Smith, """"Den Nationnale Winsten"""" di Anders Chydenius scolpisce con esemplare agilità e chiarezza i principî base su cui si fonda la prosperità di un Paese. Le sue proposte anticipano la visione del “sistema della libertà naturale” caro al grande scozzese. Per Chydenius, affinché un’economia possa fiorire è necessario non intralciare attraverso leggi e regolamenti lo spirito di intrapresa, occorre limitare al minimo l’ingerenza dello Stato, abbattere ogni barriera protezionistica, abolire privative, premi, privilegi, agevolazioni, incentivi poiché distorcono i mercati, generano favoritismi e si risolvono in un utilizzo antieconomico di risorse umane e finanziarie. Chydenius insegna che è assurdo presumere che qualsivoglia governante possegga le conoscenze sufficienti per prevedere, programmare e quindi intervenire utilmente sul mercato, il quale invece è (per dirla con Hayek) la risultante inintenzionale delle preferenze e delle scelte intenzionali di un numero grandissimo di individui. In questa fase di isteria antimercatista, alla familiare saggezza dei Cantillon, Gournay, Turgot, Quesnay, Smith, inaspettatamente si aggiunge una voce scandinava che ci induce a riflettere."" -
Geografia e drammi
«Noi devoti leggiamo la pagina steiniana avendo accettato la sospensione del significato, e navighiamo a vista in una dimensione di assenza del senso, avendo oltrepassato le colonne d'Ercole del bisogno di assegnare a ogni significante il suo significato, verso il mare aperto di un'avventura in cui la lingua è una sorpresa.» - (Dall'Introduzione di Nadia Fusini)rnrn""Geografia e Drammi"""" rappresenta uno snodo importante nella produzione di Gertrude Stein. Pubblicato nel 1922, è il libro nel quale Gertrude affida a una scrittura vertiginosa e spericolata i momenti più significativi della sua avventura umana e letteraria. In esso si alternano riflessioni sulla propria figura di intellettuale americana espatriata in Europa, sui contatti con i grandi artisti di quegli anni, sui viaggi in Spagna, in Italia e in Inghilterra, sulla sua convivenza scandalosa con Alice Toklas."" -
Libertarismo
"Libertarianism, A primer"""" (1997) di David Boaz è uno dei più persuasivi manifesti del pensiero libertario degli ultimi vent’anni, ma anche una fra le più limpide analisi di quali siano le forze ideologiche e politiche che a tale pensiero impediscono di tradursi adeguatamente in realtà. Nel pieno riflusso statal-social-dirigistico prodotto dalla bolla finanziaria, l’Autore ci richiama all’insostituibile valore dei diritti individuali sempre più minacciati dalla invasività dello Stato, e ai danni incalcolabili a cui conducono inevitabilmente, anche per gli stessi “assistiti”, le politiche assistenzialiste." -
Opere ultime e drammi
Si tratta della prima edizione italiana integrale di Last Operas and Plays, che raccoglie le più scintillanti ed esasperate opere teatrali concepite da Gertrude Stein tra il 1917 e il 1946. Un abbandono al divertissement culminante con «Quattro santi in tre atti», «Dottor Faust, luce alle luci», «La madre di tutti noi»: un modo per avvicinarci a leggere Stein con sorpresa e meraviglia.rn rn«... ma lei era sempre altrove ... Stein è errante. Anche noi erriamo, accanto a lei; in entrambi i sensi. E quando ci mettiamo seduti, pronti quasi come in preghiera, con l’animo assorto, ci sentiamo più suore che scrittori; proviamo nelle membra quel senso di spossamento, dopo le lunghe sessioni a cui ti costringe il suo testo (con lei non si può dire: “Traduco un’oretta e poi stacco”; lei ti richiede una giornata tutta per sé, almeno): spalle con spasmo, muscoli dolenti, tendini che si tendono, polpastrelli in rincorsa, senso che vacilla, mente che distilla, scelta che oscilla, sudore che fa rumore, palpito del batticuore, battuta che si cancella, testa che s’arrovella, alta tensione per tutto il corpo, colpo d’inventiva, pronta l’invettiva ... Il travaglio del traduttore è migliore se viene condiviso. In questa edizione, i traduttori sono quattro, e gli stili si possono riconoscere tutti, nelle loro differenze; questo è un buon segno.»rn - (Dall’Introduzione di Marina Morbiducci) -
Elogio della singolarità. Saggio sulla modernità tardiva
Per evitare il ritorno di certezze oppressive, la modernità tardiva genera un individuo vuoto e malleabile. Il paradosso vuole così che l'individuo contemporaneo finisca per somigliare a quello che obbediva ai totalitarismi per mancanza di coscienza. Cosa ha lasciato la crisi delle ideologie? Cosa ha imparato l'uomo dall'esperienza della spersonalizzazione avvenuta nel XX secolo? Come recuperare davvero la dignità dell'essere umano, calpestata ieri e sbandierata oggi? Questi gli interrogativi a cui l'autrice cerca di rispondere. «Questo libro è stato scritto al volgere del secolo, tra la caduta del muro di Berlino e il massacro dell'11 settembre. Esso cerca di descrivere i primi passi di un'epoca nuova. Non ho voluto chiamare quest'epoca ""post-modernità"""", in quanto trattasi di un'espressione troppo sfruttata dalle filosofie della decostruzione. Ho proposto di chiamarla """"modernità tardiva"""", in ricordo dell'""""antichità tardiva"""", intesa come la vecchiaia di un mondo.» (Chantal Delsol, dalla Prefazione all'edizione italiana). Chantal Delsol (Parigi 1947) è uno dei filosofi più attivi nel panorama culturale francese. Editorialista del «Figaro», docente di filosofia a Parigi, è membro della Académie des Sciences morales et politiques."" -
La democrazia nel XXI secolo
La democrazia nel XXI secolo, scritto nel 1997, è un denso pamphlet in cui Vittorio Frosini consegna alle generazioni future le speranze per il nuovo millennio. L’Autore prende in esame gli aspetti problematici e le prospettive nascenti dalle rivoluzioni tecnologiche nel campo della comunicazione, dell’informatica, dell’ingegneria genetica che vanno a incrociarsi con nuovi percorsi delle libertà dei giovani, delle donne, dei deboli e dei diversi. Di qui il profilarsi di una nuova democrazia di massa in cui «si realizza con apparente paradosso una nuova forma di libertà individuale, un accrescimento della socialità umana che si è allargata sull’ampio orizzonte del nuovo circuito delle informazioni, un potenziamento, dunque, dell’energia intellettuale ed operativa del singolo vivente nella comunità». -
End the fed. Abolire la banca centrale
«La Fed dovrebbe essere abolita perché è immorale, incostituzionale, priva di senso, perché promuove cattiva economia e mina la libertà.»rnrnÈ questo il definitivo giudizio di Ron Paul sulla Fed. Tenace propugnatore sul terreno politico del pensiero di von Mises, di von Hayek e di Rothbard, Ron Paul sollecita da anni l’abolizione della banca centrale: lo strumento di cui i governi si servono per spendere senza limiti, creare bolle devastanti, salvare attività parassitarie e fallimentari, finanziare guerre attraverso l’inflazione. Questa “sovversiva” proposta è coerente con il suo programma politico – trasversale, libertario e conservatore dei valori originari dell’Unione.rnRon Paul combatte, più in generale, l’invasività dei poteri presidenziali, del governo federale, della Corte suprema, del fisco. È contro gli interventi militari all’estero e invoca il pieno ripristino dell’habeas corpus, gravemente calpestato dopo l’11 settembre. Persegue la liberazione dell’economia dalle distorsioni che i governi provocano attraverso dazi, sussidi, esenzioni, protezionismo, inflazione monetaria. Nel respingere ogni ipotesi di Stato etico rivendica il diritto per ciascuno a istruire i propri figli in famiglia, ed è decisamente antiproibizionista in materia di droghe. -
Sollevante pancia
«Attualmente la pancia sembra aver perso il diritto d’esistenza, se la si intende come entità anatomica, salvo poi ad essa per paradosso attribuire assoluta autorità quando le si conferisce il magico potere di prendere il posto del pensiero, lèggi cervello, nella sua capacità di afferrare la verità. Pancia pensante, dunque? Magari è proprio questa la prima lezione che Stein c’impartisce [...] Lifting Belly non mancherà di apparire anche come un rito, una consacrazione, una preghiera, persino un canto mistico, a tratti; oltre a ciò, il testo rappresenterà anche una rivelazione, la rilevazione di un passaggio sollev(i)ante (“lift”), la presenza di una forma iniziatica verso l’inclusione dell’amore sacro e profano, le cui forme più intime si congiungono beatamente, nella copula, realizzando quella pienezza sessuale di cui Stein ha scoperto il segreto, che ora non vuole più bandire, bensì im-bandire al desco della poesia.» - (Dall’Introduzione di Marina Morbiducci) -
La via dell'acqua
Quarantatré tavole e una poesia introducono il lettore nel mondo lirico e onirico di Negrin. Una grande metafora sul destino, il racconto per immagini di un viaggio: un’andata verso la vita e un ritorno verso la propria origine. Tra immaginazione e ironia scorre il mare che qui è femmina, come la libertà. -
La mente liberal
Questo saggio, pubblicato la prima volta nel 1963 a Londra, e poi in America nel 2001, resta una delle più acute analisi della deriva del liberalismo classico verso un utopismo welfaristico compassionevole e statalista. Una forma di liberalismo, quello liberal, che consegnando ai governi sempre più poteri ha finito per produrre una società fatta di individui sempre meno responsabili e meno liberi, o, per dirlo con le parole che Kenneth Minogue usa nella sua prefazione a questa prima edizione italiana, ""La mente liberal"""" «è una una forma di idealismo sentimentale che incoraggia la dipendenza dal governo e promuove l’autocommiserazione e l’obbedienza, piuttosto che virtù come la fiducia in se stessi»."" -
La dottrina del Padrino. Un'allegoria di politica estera
Il Padrino, capolavoro di Francis Ford Coppola, diviene in questo saggio l’espediente per una suggestiva analisi della situazione geopolitica degli Stati Uniti dopo l’11 settembre. rnrnSe la morte di Don Vito Corleone è il simbolo del declino della potenza americana, le differenti posizioni assunte dai suoi eredi nel governo della famiglia rappresentano le tre scuole di pensiero della politica estera statunitense che oggi competono per il controllo dell’ordine mondiale: il liberal institutionalism, il neoconservatorismo e il realismo. Tom, liberal institutionalist, crede nella validità delle vecchie regole e nella negoziazione, Sonny incarna il neoconservatore dell’era Bush, che “prima spara e poi pensa”, rivelandosi un facile bersaglio per i nemici politici. Solo Michael, il realista, possiede le qualità per affrontare il mondo che cambia, riconoscendo la necessità di combinare in modo flessibile potere forte e potere mite, per mantenere unita la famiglia e per conservarne influenza e sicurezza. L’obiettivo strategico di Michael è in fondo lo stesso degli Stati Uniti: preservare la propria posizione in un mondo pericoloso. -
Sui libri malvagi
La potenza di fuoco dei libri è altissima ed è capace, rendendo possibile la conoscenza e il confronto d’idee, di modificare inveterate convinzioni, sovvertire istituzioni politiche e religiose, ed anche sbaragliare eserciti. Per questo, in ogni epoca, tutti i governanti hanno esercitato severe forme di controllo sulla pubblicazione e diffusione dei libri. Oggi, censura e intolleranza vengono praticate, oltreché – in forma violenta – da alcuni Stati islamici, anche, e paradossalmente, da Stati cristiani “democratici, pluralistici e laici” d’Occidente: ciò a dispetto del diritto alla libertà di pensiero e di espressione proclamato solennemente in tutte le Carte costituzionali dei nostri giorni. Infatti, con la medesima logica con cui i vecchi regimi reprimevano le idee ad essi ostili, oggi gli ordinamenti nazionali e comunitari reprimono la manifestazione di idee malvagie adottando e applicando norme che perseguono il “reato d’opinione”. Questo libello raccoglie alcuni esempi di tale percorso storico, il quale evidenzia nuove in-concepibili contraddizioni del tempo presente e nuovi-vecchi pericoli che dovrebbero non solo farci riflettere, ma metterci in allarme. -
L' uomo dalle orecchie a punta è diventato buono
Età di lettura: da 5 anni. -
Regole semplici per un mondo complesso
La complicazione dei sistemi giuridici contemporanei sembra la risposta ineluttabile alla complessità delle relazioni sociali odierne. Ma l'intricato groviglio di regole, tessuto per far funzionare la nostra società, ha finito invece per ingessarla fino a renderla un vero e proprio campo minato. In questo lavoro Epstein propone una ricetta di semplificazione estrema nella sua linearità e convincente nella sua audacia: non c'è altro modo di regolare un mondo complesso se non adottando veramente poche regole semplici. Esse si contano sul palmo di una mano: autonomia, proprietà, libertà contrattuale, stato di necessità e risarcimento del danno contrattuale o extracontrattuale. L'autore esamina queste regole attraverso l'analisi di una ricca casistica giurisprudenziale che ha fatto scuola nel mondo. -
Arcipelago liberale. Una teoria della diversità e della libertà
"Arcipelago liberale"""", tra le opere di filosofia politica degli ultimi decenni, è quella sicuramente più innovativa e in controtendenza rispetto a gran parte degli esiti consolidatisi dopo gli autorevoli contributi di John Rawls e Will Kymlicka. In questo lavoro Kukathas conduce all'estrema coerenza il principio della tolleranza, al punto da contestare la pretesa di voler individuare un'unica, condivisa concezione di giustizia, giungendo a ridimensionare il valore della coesione sociale e rifiutare l'eguaglianza come ideale primario della politica. Una società multiculturale che riconosca il pluralismo non può non accettare al proprio interno la presenza di comunità illiberali e il diritto di dissociazione-secessione come conseguenze logiche ma al tempo stesso originali del liberalismo politico. L'autore disegna l'affascinante prospettiva di una società fino in fondo liberale, indicando le condizioni in cui modi diversi di vita possano coesistere, e non quelle in cui essi debbano essere sintonici; tolleranza dell'intolleranza e possibilità di dissociazione-secessione."