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Capire la mafia. Dal feudo alla finanza
Le interpretazioni sulla mafia sono state sviluppate in molti libri e nelle sentenze dei tribunali, quello che continua a difettare è la genesi delle cause. Ci vengono offerti ragionamenti irti di nomi, strategie, traffici internazionali, guerre fra cosche vincenti e perdenti, sempre dentro scenari recenti e con protagonisti feroci finché si vuole, il cui potere però non si spiega senza chiarire le circostanze che lo hanno reso possibile. Forse si teme che la strada da fare a ritroso nel tempo porti lontano, smarrendosi in contrade dove gli indizi diventano vaghi e i contrasti poco definiti. Ma tentare di ricostruire come il sistema mafioso si è radicato nel tempo lungo della storia, così duttile da mimetizzarsi e poi rispuntare esibendo nuove vitalità, serve a comprendere il nostro frastornato presente. -
Chiesa madre, ma cattiva maestra? Sulla «bolla» di Andrea Camilleri
In un saggio, Andrea Camilleri individua una delle cause della corruzione in Sicilia nella Bolla di componenda, «un incredibile tariffario, emesso ufficialmente dal clero con le percentuali da pagare alla Chiesa per i reati commessi». Ma è questa la verità? Perché l'accusa nasce all'indomani dell'unificazione italiana da parte di una borghesia, che vuole celebrare la sua conquistata egemonia? Don Francesco Michele Stabile, sulla base di documenti e di argomentazioni logiche, ritiene che questa volta la fantasia del romanziere abbia fuorviato la penna dello storico e lo abbia indotto, suo malgrado, a una prestazione da ""cattivo maestro""""."" -
L' altro casalese. Domenico Noviello, il dovere della denuncia
Ci sono storie che vanno raccontate. Per senso della memoria, perché rappresentano un pezzo importante della nostra storia. Vanno narrate anche quando accadono a Casal di Principe o a Castel Volturno. È terra del clan dei casalesi che, in un capovolgimento semantico e culturale, ha scippato il nome ad una comunità. Ma questi sono luoghi in cui vivono soprattutto tante persone perbene. Domenico Noviello era una di queste. Uno degli ""altri Casalesi"""". Uno dei veri Casalesi. In questo volume, Paolo Miggiano ne ripercorre l'impegno antiracket e la rettitudine morale, testimoniata oggi dai figli, che mostrano, con fragile fierezza, il loro dolore di sopravvissuti all'immane tragedia. L'altro Casalese è un libro sulla camorra e l'anticamorra, ma restituisce dignità narrativa a una persona che non si è chinata alle imposizioni dei clan. Quella di Domenico Noviello è una storia importante. Una storia non proprio troppo comune, ma che può ripetersi e accadere ovunque. La sua è la storia di un uomo che non voleva affatto diventare un eroe, ma essere solo un uomo normale. Noviello fu ucciso perché lasciato solo. Per la sua morte ci dobbiamo sentire tutti un po' vittime, ma anche un po' carnefici. Per questo la sua è una storia che dobbiamo conoscere."" -
L' arte di essere maschi libera/mente. La gabbia del patriarcato
Quando il pregiudizio è più importante del giudizio Gli atti di violenza contro le donne costituiscono la spia rossa di un retroterra culturale e sociale più ampio: il sistema patriarcale, maschilista, in cui gli uomini godono di posizioni privilegiate rispetto all'altra ""metà del cielo"""". Lavorare per equilibrare diritti e doveri fra i due generi è interesse delle donne, ma anche dei maschi. In un mondo in cui il modello maschile è unico (l'uomo duro, combattivo, produttivo, cacciatore, dominatore...), essi rinunciano alla ricchezza di tante potenzialità intellettive, affettive, sessuali. Ecco perché in Italia è nato il movimento """"Maschile plurale"""": gruppi di uomini che si riuniscono periodicamente, in varie città, per incontri di autocoscienza e per progettare interventi formativi nel sociale. In queste pagine, per la prima volta, a raccontare la propria esperienza sono maschi meridionali."" -
Salvatore Giuliano. Una biografia storica
Francesco Renda prende come punto di riferimento il 1961, anno in cui viene realizzato il film di Rosi su Salvatore Giuliano, e scrive quella che più volte definisce ""una biografia storica"""" analizzando le fonti con l'obiettivo di proporre al lettore la verità storicamente determinata sul bandito di Montelepre. Intorno a Salvatore Giuliano trasformato in mito tornano ad addensarsi le nebbie sentimentali che lo promuovono a bandito sociale, una sorta di Robin Hood siciliano. Renda lo riporta invece nel quadro temporale della Sicilia del secondo dopoguerra, e bastano i numeri a tracciarne il profilo perché, come scrive lo storico, """"i morti ufficialmente attribuiti a Giuliano assommano alla cifra impressionante di 430, per lo più povera gente, contadini innocenti, battaglieri sindacalisti, carabinieri e poliziotti"""". Questo saggio, proposto nel 2020 in cui cadono i 70 anni dall'uccisione di Salvatore Giuliano, è arricchito da un contributo di Francesco Giuffrida e dalla postfazione di Rosario Mangiameli."" -
I pazzi di Corleone. I compaesani di Liggio, Riina e Provenzano, testimoni minacciati dalla mafia e abbandonati dallo Stato
Luciano Liggio, Salvatore Riina e Bernardo Provenzano sono stati gli artefici di una stagione di violenza mafiosa che ha segnato con stragi ed omicidi la storia contemporanea della Sicilia e dell'Italia. A loro si devono i delitti di numerosi rappresentati delle istituzioni e l'eredità di un indelebile marchio di omertà attribuito a Corleone. Negli anni di ascesa criminale dei liggiani, numerosi corleonesi invece diedero prova di credere nella forza della denuncia, affidando allo Stato la speranza di potersi affrancare dalle logiche di un potere vessatorio e sanguinario. Il loro tentativo fallì perché quello Stato non fu capace di tutelare e valorizzare il loro contributo, vanificando così la possibilità di stroncare sul nascere la violenza dei liggiani. Costretti dai mafiosi a ritrattare le loro accuse, alcuni di questi testimoni furono addirittura indotti a simulare la follia. Ancor oggi, i protagonisti dimenticati di quella tradita capacità di opposizione alla regola dell'omertà vengono da pochi ricordati come ""i pazzi di Corleone"""". Come scrive Umberto Santino nella sua prefazione, l'Autore «con queste pagine ha voluto tornare indietro e riscoprire vecchi documenti raccolti a suo tempo dalla Commissione antimafia. Ed è bastato leggere quelle carte per scalzare luoghi comuni e inveterati stereotipi...»."" -
La terra degli dèi. Miti e divinità siciliani
I miti nascono quale bisogno intrinseco dell'uomo di credere in qualcosa di superiore in grado di operare prodigi, primo tra tutti quello della prosecuzione della vita oltre la morte. Come tali si riscontrano in ogni parte del mondo. I miti autoctoni della Sicilia, nella quasi totalità, sono stati oggetto di fusione con quelli delle tante razze che, a diverso titolo, hanno abitato l'Isola. La peregrinazione dei popoli genera mescolanza di razze, usi, costumi, credenze e religioni. La terra degli dèi di Sara Favarò tenta di fare chiarezza, restituendo alla Sicilia le sue originarie confessioni mitologiche. -
Stranieri. Figure dell'altro nella Grecia antica
Alcune questioni di scottante attualità si affrontano con più consapevolezza alla luce dell'indagine storica. La divisione del mondo in 'Noi' e 'gli Altri' e i connessi modi di pensare lo straniero, i rapporti tra il primo gruppo e il secondo (con particolare attenzione alle esperienze di gestione nonviolenta delle incomprensioni), il diritto di cittadinanza e, più in generale, la convivenza in una società multiculturale: come si sono comportati i greci antichi? Osservare le pratiche di accoglienza, meticciamento, respingimento o marginalizzazione in un tempo lontano da quello odierno può farci comprendere, comparativamente, come il nostro atteggiamento nei confronti degli stranieri abbia a che fare sia con determinazioni socio-economiche sia con le politiche dell'identità che, implicitamente o esplicitamente, adottiamo. -
La giostra. Racconti siciliani
Il romanzo di formazione di uno dei più grandi sceneggiatori del cinema mondiale. Il diario di quindici anni di vita trapanese fra ricordi, incontri ed emozioni. I giochi, la scuola, gli amici, la famiglia, le strade e le piazze, i primi amori, la guerra. L'affresco epico di una città rimasta indelebile nelle suggestioni della nostalgia e della commozione. Uno straordinario amarcord sul filo della memoria di un esule che ha sempre portato nel cuore le sue radici. Un bagaglio reso immortale dalla scrittura per il cinema. Lo spirito del racconto scolpito nei volti e nella memoria delle sue origini. Un giro di giostra contromano. Perché «non c'è cosa più bella che viaggiare verso il passato». Prefazione Giacomo Pilati. -
La giacca del padre
Una piccola comunità di pescatori siciliani stretta da un destino comune di sopravvivenza e piccoli sogni. E un uomo, Pietro, alla ricerca di ""altri doveri"""". Un corto circuito improvviso che non muterà le sorti del villaggio ma segnerà profondamente la storia del protagonista, sedotto da incontri e pensieri che muteranno per sempre la sua vita. Una parabola senza riscatto; un estenuante braccio di ferro con gli eventi del piccolo paesino sul mare e i suoi abitanti; una storia d'amore dai risvolti imprevedibili, un romanzo di formazione tardivo ma ineludibile."" -
Cronache dal Trumpistan. Diario di un teologo italiano in America
Questo «Libro delle Cronache» rivela le ragioni e i sentimenti di uno storico del cristianesimo italiano, catapultato con famiglia negli Stati Uniti di Donald Trump, dove è affiorata in lui una nuova identità di teologo parzialmente americanizzato. Le «Cronache» sono state la sua rubrica esistenziale e politica, pubblicata a scadenza bisettimanale sulla rivista Adista, e coprono quasi tutto il primo quadriennio dell'attuale Presidente, dall'inaugurazione (gennaio 2017) sino all'esplosione del Covid-19 e al predominio di Joe Biden nelle elezioni primarie democratiche (luglio 2020). Rappresentano una testimonianza diretta e spassionata, sempre ironica e spesso dolorosa, di come si vive e talora si muoia, di come si spera e ci si disperi, fra guerre combattute da terzi e crisi di migranti, nell'America del III millennio, in un periodo segnato da contraddizioni e trasformazioni profonde, le cui conseguenze hanno effetti planetari. Il teologo italo-americano si augura di non dover proseguire la scrittura delle Cronache dal Trumpistan oltre le elezioni del 2020. -
Piccole virtù e adorabili vizi
"Cosa c'è di più serio di una risata? Cosa c'è di più necessario di uno sguardo disincantato su ciò che non siamo, ciò che non vogliamo? Carlotta Gualtieri indossa i suoi occhiali speciali e fa una cosa rivoluzionaria: si guarda intorno e si fa una risata. Piccole virtù e adorabili vizi raccoglie aneddoti e massime, consigli improbabili e profonde verità"""". Dalla prefazione di Sara Scarafia." -
Né principi né cenerentole. Le relazioni di «genere» nella società del futuro
La società contemporanea, pur con innegabili progressi nel rapporto fra uomini e donne, soffre tuttora di squilibri di opportunità fra i due sessi. Né si può pretendere che gli adulti vivano bene le relazioni di genere se nessuno si preoccupa di educarli sin da ragazzi. Questo libretto - che nasce da varie esperienze nelle scuole e nelle associazioni - vuole servire, appunto, da strumento di riflessione critica per quei giovani disposti a prepararsi consapevolmente a superare i pregiudizi e i luoghi comuni di un sistema ancora troppo patriarcale, maschilista. Come il testo già edito per gli educatori (L'arte di essere maschi libera/mente. La gabbia del patriarcato), anche questo, per ragazzi e ragazze, è stato elaborato dal gruppo ""Noi uomini a Palermo contro la violenza sulle donne"""" che opera all'interno del più ampio movimento nazionale """"Maschile plurale""""."" -
Dante parla ancora? Il messaggio della «Commedia» alle donne e agli uomini del terzo millennio
Questo lavoro è stato pensato per favorire un approccio alla Commedia agile e capace di suscitare interrogativi, quando non veri e propri percorsi meditativi, su temi esistenziali particolarmente caldi, quali amore, odio, desiderio, crudeltà, libertà, responsabilità, coraggio, essenzialità ed altro ancora. Il poema dantesco entra in dialogo con intellettuali di primissimo piano quali Bauman, Morin, Galimberti, Savater, Recalcati, Giorello, ma anche con artisti quali Doré, Dalì, Blake o cantautori come Battiato, Dalla, De André o Vecchioni, e questa incessante conversazione culturale che attraversa le epoche ha lo scopo di coinvolgere non solo gli insegnanti che desiderino rendere quanto più possibile formativo, trasversale, e soprattutto per nulla nozionistico, lo studio del capolavoro dantesco, ma anche tutti coloro che, pur avendo studiato Dante da giovani, vogliono recuperarne tutta la freschezza e l'attualità. -
La mafia in casa mia
Questo libro è insieme la storia di vita di una donna divisa tra un marito mafioso e un figlio schierato radicalmente contro la mafia e un punto di svolta nel percorso che ha portato a fare giustizia di un delitto di mafia camuffato da attentato terroristico. Il racconto di Felicia è la rappresentazione di una tragedia quotidiana, in cui lo scontro tra padre e figlio, al di là del conflitto generazionale, diventa prologo di una guerra di liberazione, tanto più difficile e traumatica quanto più è legata a vincoli di sangue. Di questa guerra Felicia è protagonista e narratrice, acuta e instancabile, tenera e impietosa, e la sua volontà di tenere aperta la porta di casa, dopo la sua morte, è la predizione di una storia che continua. -
Sono siciliano ma poteva andarmi peggio
I siciliani comprendono tipi umani molto differenti che sfuggono ad ogni etichettatura generica e smentiscono i luoghi comuni accumulatisi nei secoli. In questo volumetto vengono presentati, in forma organica, dei flash (leggibili anche separatamente) su aspetti della vita in Sicilia riguardanti costumi curiosi, atteggiamenti discutibili, vizi gradevoli e virtù insopportabili. Vicende e personaggi raccontati appartengono alla storia recente e alla cronaca contemporanea: sostenere, dunque, che ogni riferimento a fatti accaduti e a persone realmente esistenti sia del tutto casuale sarebbe una bugia. -
Rosario Livatino. Un laico a tutto tondo
Rosario Livatino, il giudice appena trentottenne assassinato nel 1990 dai mafiosi di Agrigento, ha offerto una splendida testimonianza di laicità in molti sensi: come credente, come magistrato e come eroe 'borghese'. La sua imminente proclamazione di ""beato"""" da parte della Chiesa cattolica è perciò un'occasione per riscoprire la sua storia umana e professionale: illuminante non solo per il mondo cattolico (troppo spesso ignavo o complice nei confronti del dominio politico-mafioso), ma anche per la società italiana nel suo complesso (nella quale pochi sono tuttora i model- li di riferimento 'credibili' di un'etica civile appassionante e contagiosa)."" -
Rosario Livatino. La lezione del giudice ragazzino
Due ragazzi in un piccolo paese della Sicilia fanno i conti con loro stessi e la realtà che li circonda. Grazie a un progetto scolastico si mettono sui passi del giudice Rosario Livatino. Un personaggio normale, che non ha nulla di eroico, ucciso in maniera brutale da una mafia ribelle, ma la cui conoscenza li porterà a scoprire un drammatico segreto e ad affrontare la sfida di crescere scegliendo da che parte stare. Con materiali per l'approfondimento e ""Pagine per te"""". Con un messaggio di Papa Francesco ai ragazzi e alle ragazze. Età di lettura: da 6 anni."" -
Natale dal verso giusto. Ediz. illustrata
Una storia delicata e speziata di fantasia, per raccontare dal verso giusto il Natale attraverso le ""voci"""" degli animali del presepe e commentare con un pizzico di poesia i versetti dei Vangeli della Natività. Età di lettura: da 3 anni."" -
Diecimila miglia intorno all'Africa. Il lungo viaggio di Elpis verso il Madagascar
Il ""Progetto Nave ospedale"""" nasce molti anni prima della partenza della nave Elpis e affonda le sue radici nelle esperienze raccolte durante tanti anni di missioni sanitarie in Africa e soprattutto in Madagascar. Attraverso lo studio e l'analisi delle esperienze vissute durante queste missioni si è pensato di dotarsi di un mezzo che potesse meglio superare gli ostacoli e i limiti imposti dalle barriere geografiche e dalle difficoltà di comunicazione e locomozione, provvisto delle strutture sanitarie utili a continuare e potenziare il lavoro intrapreso molti anni prima. Nel 2009, avendo ricevuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali l'attribuzione di un vecchio rimorchiatore russo posto in disuso, è stata allestita, nel corso dei successivi 5 anni, la nave ospedale Elpis, che fu poi trasferita in Madagascar per realizzare l'obiettivo primario che ha animato da sempre il progetto.""