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Immortali
«Né passato, né futuro. Era questo il patto. Nessun dolore, nessun amore, niente da fare o da volere: solo il presente, il giorno dopo il giorno». A Santa Maria. Paese senza morte e malati, racchiuso in una muraglia, assediato dall'esercito, dove si uccide per sentire di nuovo un po' di fragilità. A Santa Maria, dove il benessere è una ruota che picchia nell'acqua e il domani sono «queste strade senza quasi più asfalto», «rottami di auto ferme nelle piazze, ai lati di qualche via, nei prati». Dove il patto non era quello e la benedizione è inspiegabile quanto la condanna. Qui, con tutta la sua corte di corrotti e appassionati, spietati e decadenti, disperati e accomodati, sopravvissuti. Qui, dove i prodigi della vita, di un'altra vita, possono ancora capitare. Dove qualcuno, in una cucina, può ancora cantare La stagione del tuo amore di De Andrè. E qualcun altro, a una ragazza, dire un'ultima parola: «Corri». -
Un tè nel bosco
Vivere nel bosco e tenerlo in ordine, trovare una lettera smarrita (davvero?), raggiungerne il destinatario attraversando un mondo straniato, chiassoso, di bipedi complicati, abitato da cani, autobus, retini cretini, dove però ci sono anche i biscotti, e un gesto gentile. Allora, come si scopre in questo fumetto, ci si può smarrire come un verbo in un periodo lungo o una creatura in una selva di edifici e semafori, cercando il fabile nell'ineffabile, il respiro nel cemento, il sonno in un cartone, aiutando un micio a guadare un manto di zebra. E così giungere a una casa quasi rimpiattata in quella selva: ora, là dove c'era il grigio c'è una festa d'alberi, e una casetta piccola così, dove -?da perduti?- ritrovarsi. Guardarsi. Poi no, non è uno specchio: è un invito. Per un tè, in un altro bosco. (con uno scritto di Fabio Magnasciutti) -
Dietro le palpebre. Quattro racconti
«Si rese conto che quel primo incontro con la popolazione del Paese dei Ciechi metteva alla prova i suoi nervi e la sua pazienza più di quanto non avrebbe immaginato. Da vicino il luogo gli apparve più ampio, l'intonaco delle case ancora più bizzarro. Una folla di bambini, uomini e donne (alcune delle donne e delle ragazze, notò con piacere, avevano volti molto dolci, benché gli occhi fossero chiusi e infossati) li circondò e gli si attaccò, toccandolo con mani morbide, sensibili, odorandolo e dando ascolto a ogni parola che diceva. Tra le fanciulle e i bambini, però, v'era chi stava alla larga, come se per paura, e in effetti la sua voce appariva rozza e dura in confronto alle intonazioni più morbide modulate dalle loro bocche». Quattro racconti «di tenebra» dell'autore della «Macchina del tempo». -
Varchi. Sette racconti
«Fulminato. Un pezzo di legno. Fisicamente sentì il suo mondo interiore liquefarsi in un gorgo buio, come l'acqua sporca nel buco del lavandino. L'universo là fuori, un immenso involucro accartocciato. Ripartì inebetito, sbandando per via. Dovette fermarsi, vomitare. Un mese d'inferno. E tutte le mattine, passando in treno, ora nemmeno guardava più a quella finestra, la mano a difendere gli occhi da tanto oltraggio. Di continuo sull'orlo dell'abisso. Vacillava». Con i racconti «Ho indagato», «Der Wein», «Fuga immortale», «Il fiume», «Così parlò Mezzavista», «Paesaggio con finestra», «Salmo anonimo». Sette prove di un narratore di vaglia, ispirate, divertite, commoventi, sempre riuscite. -
Piccolo corpo. Ediz. illustrata
«Guardo le cime degli alberi, in lontananza. Gli abeti dritti e severi, che non possono tremare. I boschi che conoscono le risposte. Boschi di pietra con le labbra serrate. Nostro padre adorava guardare la neve, ricordi? Ma dopo, dopo tutto quel tempo, nostro padre era diventato solo mio. Avevamo smesso di condividerlo, mi ero caricata sulle spalle tutto il peso della sua persona. Essere amata, essere molto amata, non conta neanche un attimo se non puoi avere l'amore di chi vuoi tu. Io e Ambra aspettavamo di sentirlo tornare, domandandoci sempre se avesse un regalo per noi. Minuscoli giocattoli componibili, opuscoli colorati rubati dalle sale d'attesa degli uffici». Si dice che si debba superare ogni dolore, andare avanti. Invece no. Ci sono dolori che a volte sono tutto quello che ci rimane di qualcuno; e vanno tenuti con sé, come in questa che Massimo Gramellini ha definito ""una narrazione fiabesca ed evocativa""""."" -
L' estate che risolse ogni cosa
«Rivedo ancora la foto di Jacopo bambino che sorride, nel suo bel completo Principe di Galles. Un calzino bianco gli era sceso dal polpaccio e giaceva sornione e pieno di pieghe sulla caviglia. I suoi occhi brillavano e ridevano con lui in un moto di felicità. Era fra me e suo padre [...]. Io non ho saputo arginare l'orrore, contenere la sofferenza causata ai miei figli da mio marito e poi dal mio compagno attuale, non ho saputo fare quello che è il compito di una madre, offrire loro un avvenire sereno e radioso e cercare di proteggerli dal male. E il male adesso era dentro di lui, lo stava divorando. Lui stava pagando le conseguenze della nostra insensatezza. Non era giusto». -
Il rumore bianco
Un ragazzo autistico cammina nel bosco, trova una morta, il suo cellulare. Chi è, chi l’ha uccisa, come, quando? Tessera dopo tessera, i classici quesiti del «giallo» sfilano in questo racconto fino a comporre un puzzle preciso, fuori e dentro gli occhi del protagonista, del suo candore, delle sue furie, delle sue paure, delle sue passioni. -
Artiste. Vite vissute e ritratti immaginati
«Le donne devono essere nude per entrare al Metropolitan Museum?»: questo si chiedevano, più di 30 anni fa, le Guerrilla Girls, notando che «meno del 5% degli artisti sono donne, ma l'85% dei nudi sono femminili». E oggi? Sapreste nominare 5 artiste del passato? Così è nato ""Artiste"""", frutto di anni di ricerche, di tante menti, mani, cuori: un dialogo tra le artiste moderne, le 15 fumettiste che si sono cimentate qui, e le 15 artiste del passato di cui qui si può imparare (sarebbe bello dire: rileggere) qualcosa. Anche se qui troverete la vera storia da cui è nata La Bella e la Bestia, """"Artiste"""" non è un volume per bambine/i, perché abbiamo voluto raccontare le storie di queste donne straordinarie in tutta la loro pienezza, senza censure, la violenza, la passione, la pazzia e l'amore che hanno ricevuto, trovato, cercato nelle loro vite e nelle loro opere. Le artiste: La prima artista della preistoria, La vasaia di Leningrado, Claricia, Caterina Vigri, Properzia de' Rossi, Plautilla Nelli, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Artemisia Gentileschi, Judith Leyster, Elisabetta Sirani, Maria Sibylla Merian, Rosalba Carriera, Anna Morandi Manzolini, Angelica Kauffmann."" -
Le foglie di Gianni
Un tempo, non tanto tempo fa, Gianni Rodari mise nel mondo tante storie per giocare: novelle fatte a macchina e favole al telefono, filastrocche in cielo e in terra, e poi Cipollini e palazzi di gelato, nasi della festa e chili di luna, robot sonnolenti e omini della pioggia, motivi d'arcobaleno e bambine senza cappuccetto. Gianni mise nel mondo tantissime storie, e lo cambiò. E poi? E poi ci lasciò e tutti vivemmo infelici e scontenti. Poche storie (troppo poche!): regole, si dovevano seguire le regole. Certe cose non si potevano! Ah. E poi? E poi, c'era due volte una fogliolina... Età di lettura: da 4 anni. -
Cancheràs
«Mio papà quando aveva quarantasette anni, era forse aprile del duemila, non ricordo bene, ha iniziato a lamentarsi perché gli faceva male il culo. Per un po' abbiamo pensato, anche lui lo pensava, che questo suo mal di culo fosse un mal di culo psicosomatico, perché non ce l'aveva sempre. Quando suonava, per esempio, mio papà suonava insieme a un gruppo, scrivevano canzoni rock così e così, e quando suonava, con la bandana rossa come Santana che gli copriva la pelata, quando suonava mio papà saltava sul palco e sembrava proprio che stesse bene. Dopo invece si è saputo che invece non stava bene già da un po', solo che nessuno se n'era accorto che gli era venuto il cancro. L'avremmo saputo solo a giugno, o giù di lì. Non sono brava con le date». Luca Ralli porta negli spazi bianchi del fumetto, del tempo, del ricordo, del momento in cui tutto deve ancora cominciare il racconto della morte del padre scritto da Barbara Monti. E una storia che fa così male, senza smettere di far male nemmeno per un attimo - ci si soprende a scoprire, leggendola, rileggendola inseguendo le connessioni - fa anche bene. Molto. -
La prima legge di Aguirre
«Il passeggero continuò a mangiare: ripulì il piatto e buttò al cane l'ultimo pezzo di pane. Poi finì la birra con una lunga sorsata. Si nettò la bocca sulla manica della giubba e tirò indietro la sedia per alzarsi. ""Ormai qualcuno l'avrà avvertito, quell'Adolf"""", disse una voce alle sue spalle. L'uomo si girò di tre quarti in direzione della schiena del tizio che stava seduto al tavolo vicino: """"Aupa, Aguirre"""", salutò, """"è mezz'ora che mi sto domandando se sei davvero tu dietro quella barba: non avrei mai pensato di vederti vestito da frate. Ma non dovevi aspettarmi a Graz?"""". """"Aupa, Nuvola"""", rispose l'altro senza voltarsi. """"Ti fai ancora chiamare così dagli amici?""""». Un romanzo breve con il coprotagonista di """"L'uomo che doveva uccidere il diavolo"""", il partigiano Nuvola. Sullo sfondo, il 1945 e il massacro di Bleiburg."" -
Una breve estate lontano dalla polvere
Perché Settembrini, giovanissimo vice commissario aggiunto, viene spedito dai suoi superiori in un paesino della Valcamonica, luogo di ricerche minerarie di un reparto nazista? Pare trattarsi solo di un incarico spinoso: indagare sulla sparizione di una bella e indipendente archeologa, con legami importanti, il cui passaporto è stato ritrovato in circostanze singolari. È l’agosto del 1942 e l’Italia è a fianco del Reich in una guerra mondiale che inizia a farsi complicata per le forze dell’Asse. Le città subiscono bombardamenti e i generi alimentari sono razionati quasi ovunque. Ma in quel paesino «lontano dalla polvere», «un luogo protetto dove rimettere insieme i pezzi della propria vita», di quel che accade nel resto della nazione soffiano solo gli echi. Qui anche la morte pare giocare a nascondersi: dietro il tempo passato e i rapporti consolidati nel sospetto, annidandosi fra i segreti delle valli, lungo le incisioni rupestri risalenti a migliaia di anni prima la cui presenza sembra influenzare ancora le persone. E se «nessuna morte ha senso», nonostante i colpevoli individuati e le bugie soffocate, la vita invece sì. A volte basta sciogliere una treccia. -
La malaintesa
Cresciuta in una famiglia avvolgente e innamorata, una brillante avvocata è pronta a tenere l'arringa. Sa cosa dire per convincere Corte e giurati. La sua voce è ferma, dosa alla perfezione parole e silenzi. L'aula è il suo regno. Una paziente è stesa su un letto d'ospedale. Ha fratture multiple, costole incrinate, ferite sulla testa. Sotto morfina, è incapace di ricordare cosa le sia successo. Suo marito sostiene che è inciampata su un tavolino del soggiorno. Che è alcolizzata, che spesso urta i mobili, cade. Come collegare queste due scene, queste due donne? «Eppure sono proprio la stessa persona, sono io, a pochi giorni di distanza». Soffocata nelle spire della violenza coniugale, Cécilia oscilla tra negazione e desiderio di salvare il matrimonio, angoscia e sensi di colpa per gli eccessi dell'uomo che ama e teme. Cerca di sottrarsi alla presa che esercita su di lei il marito, il padre delle loro bambine. Ma lo ha amato così tanto, il suo carattere deciso, il suo corpo magro: come può stare senza di lui? Come non dargli un'ultima possibilità? -
Fino a 21
All'interno della prolifica, straordinaria e debordante produzione artistica di Henri de Toulouse-Lautrec c'era una storia. Ogni quadro, schizzo, manifesto e disegno ha iniziato a spostarsi e a allearsi con altri. Si sono formati dei gruppi che avevano lo stesso linguaggio, lo stesso tratto, lo stesso suono. I suoi protagonisti hanno iniziato a parlare e a dialogare l'uno con l'altro, ma soprattutto hanno cominciato subito a desiderare. Ed ecco che tra acrobate, clown, ballerine, fantini, prostitute, cantanti, scommettitori e bari sono apparsi Pier e Nanà. Due anime abbandonate che si trovano, si amano e si promettono di cercare la propria strada, con la voglia e la volontà di essere di più. Questo fumetto è stato realizzato, completamente ed esclusivamente, assemblando le opere di Henri de Toulouse-Lautrec, la cui cifra stilistica dimostra qui tutta la sua modernità, usando la tecnica che nel cinema è chiamata mash-up e che utilizza immagini cinematografiche tratte da archivi, collezioni e repertori, al fine di creare una narrazione autonoma, attraverso il montaggio e il trattamento operato sui frammenti scelti. Un oltraggio? No, un atto d'amore. -
Archeology
Questa antologia raccoglie tutta una serie di cose incomplete, inedite o viste poco, riesumate, rispolverate, restaurate e assemblate a formare il grande fregio che raffigura il percorso di uno dei numi tutelari dell'underground nel mondo delle storie disegnate. Come afferma Andrea Voglino in Parti molli, Stefano Zattera è riuscito a far sua la lezione del fumetto italiano circa 1977 traghettandola in una direzione inedita. Non solo, come avveniva su «Cannibale» e «Frigidaire», citazioni dall'illustrazione e dai più classici comics a stelle e strisce, ma anche abbondanti contaminazioni tra linguaggi, dalla fantascienza al noir, all'underground, dal punk alla new wave. E se Tamburini, Pazienza e Scòzzari godevano a mettere su carta la fondamentale vacuità degli umani schizoidi del XXI secolo, Zattera conserva qualche barlume di speranza. Trame e personaggi - è ancora Voglino a parlare - che fanno il possibile per dimostrarsi crudi, immorali o feroci, alla fin fine mostrano l'umanità, la fragilità e il fondamentale ottimismo di chi le ha sognate, scritte e fissate su carta. Scintille preziose ancora in grado di illuminare lo sguardo, da rileggere o scoprire assolutamente. -
Buffo come? Perché buffo?
«""Com'è che ti sei messo nel giro, Joe?"""", mi chiese Ralphie Baccalieri, dopo dieci minuti buoni di silenzio durante i quali aveva spippolato sulle manopole della cummare. No, ma che avete capito? Non intendevo i capezzoli della sua amante. Coi ragazzi chiamavamo cummare anche la cassaforte, come in quel film italiano, I soliti ignoti. """"Che vuoi dire? Quando ho deciso che non sarei mai andato a lavorare?"""", risposi spegnendo la sigaretta sul bracciolo della poltrona di vera pelle. Ralph sospese per un attimo il lavoro e si girò a guardarmi. «Esatto. Com'è che hai cominciato? Come sei entrato nella famiglia?». «È una storia lunga, Ralphie boy», risposi, «sicuro che abbiamo tempo?». «Questa stronza è frigida come un governante tedesca», disse, «ci vorranno ancora un bel po' di preliminari per farla venire». Mi alzai e andai alla finestra. Vista da lassù Manhattan sembrava un enorme albero di Natale con tutte quelle luci che brillavano nella notte». Nove racconti neri, divertentemente violenti, sanguinosamente spiazzanti, di un bravo ragazzo più bravo di quei bravi ragazzi. Bravissimo, merdasecca!"" -
Tormento presenta: Pasolini speciale. Segni senza compromessi
Pier Paolo Pasolini, nato nel 1922 e ucciso nel 1975, è stato una figura di spicco del Novecento. Quanto, della sua opera, della sua vita ancora ci interroga, disturba, commuove? Spano e DayDreaming Project immaginano, chiedono: ad alcuni artisti/fumettisti/grafici vari racconti per un volume e una mostra. E Ralli spinge tutto più in là, propone: se imbastissimo un «Pasolini speciale» di una Rivista-che-non-c'è? Ecco il gioco serissimo, gli omaggi (a cominciare dal nome della rivista: tutti oggi portiamo Pazienza), il camouflage della splendida decana tra le riviste a fumetti italiane e di alcuni dei maggiori autori di strisce al mondo, il ponte di ogni prova d'autore di Zattera, Gardums & Ki, Corona, Manenti, Prisney + Alemannuska, Andromalis. Scrive Trabacchini che PPP «ha detto, con la voce o con la penna, troppo e mai abbastanza, articolando contraddizioni, registrando catastrofi, spargendo poesie come fossero comizi, romanzi come teoremi, saggi come preghiere. [...] Nelle pagine di questa rivista immaginaria, invece, insieme al dire, di PPP c'è anche il guardare. Perché ci sono i disegni, ovvio, e i fumetti, vale a dire l'arte in cui i silenzi e le parole si confondono». -
Un inverno in versi
Otto temi affrotati attraverso i capolavori della letteratura: l'amicizia, i silenzi, la città, l'amore, il viaggio, l'omosessualità, la poesia civile e la notte. -
Omeopatia. Guida medica ai rimedi omeopatici
Il principio fondamentale dell'omeopatia, medicina naturale che cura il paziente attraverso la somministrazione di dosi infinitesimali di farmaci rendendoli atossici, stabilisce che ""il simile si cura con il simile"""", vale a dire che la malattia va curata con lo stesso elemento che in un individuo sano scatena il male. In questo manuale, Tommaso De Chirico descrive, in base al repertorio di Kent, tutte le patologie più comuni che affliggono l'uomo moderno e i rimedi omeopatici più efficaci tanto per i disturbi fisici quanto per quelli psichici. In un momento come quello attuale in cui il dibattito sulla medicina alternativa suscita curiosità e al tempo stesso diffidenza, l'autore colma con il suo saggio un vuoto d'informazione, avvicinando all'omeopatia quelle persone che non intendono """"inquinare"""" ulteriormente l'organismo con i farmaci tradizionali e vogliono salvaguardare la propria salute."" -
Scritti in festa per Eugenio Buonaccorsi
Eugenio Buonaccorsi, professore ordinario presso l'Università di Genova di Storia del teatro e dello spettacolo, ha creato nell'ateneo ligure i corsi di laurea in Dams e in Scienze dello spettacolo, di cui ha assunto la guida come presidente. Ha tenuto lezioni alle università di Amsterdam, Lugano e Friburgo. È autore di libri, articoli e saggi su vari momenti e figure della storia dello spettacolo, in particolare sul ""Grande Attore"""" dell'800, la scena futurista, il teatro di Brecht in Italia, Govi e la drammaturgia in Liguria. Ha fondato la casa editrice Costa & Nolan, assumendo anche l'incarico di direttore editoriale. Ha fondato il Teatro dell'Archivolto, di cui è stato per qualche anno direttore artistico. Per un decennio ha svolto il ruolo di presidente del Museo-Biblioteca dell'Attore.""