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Il caso Moro. Memorie e narrazioni
Come annoterebbe Magritte, questo non è un libro su Aldo Moro. Con gli interventi che lo compongono studiosi di varia formazione e collocazione hanno voluto interrogarsi non sui puri fatti, sui dati storici, sulle verità giudiziarie o nascoste, ma sulle opere di diversi scrittori, sceneggiatori e registi, e in parte anche sulle dinamiche di comunicazione di quegli autori col proprio pubblico e il proprio tempo. Tema di questo libro è pertanto il linguaggio; e prima ancora, lo sguardo. Il campo entro il quale sono state condotte le indagini è delimitato dallo studio dei processi di codificazione narrativa della memoria, del trauma, delle identità collettive e generazionali, su cui si fondano molteplici modalità di rappresentazione, di riscrittura e di emplotment. A partire dai pamphlet di Leonardo Sciascia, ""L'affaire Moro"""", e Alberto Arbasino, """"In questo Stato"""", scritti entrambi nel 1978: due testi che, nei contrastanti registri della satira e della tragedia, hanno tracciato un solco lungo il quale si sono mossi tutti gli autori qui studiati. Saggi di Leonardo Casalino, Andrea Cedola, Fabrizio Cilento, Daniele Fioretti, Sciltian Gastaldi, Cecilia Ghidotti, Monica Jansen, Stefano Magni, Ugo Perolino, Istvan Puskas, Maria Bonaria Urban su testi, tra gli altri, di Alberto Arbasino, Marco Baliani, Stefano Benni, Francesca Melandri, Pier Paolo Pasolini, Francesco Piccolo, Piero Pieri, Leonardo Sciascia, Paolo Volponi, Giorgio Vasta."" -
Identità e desiderio. La teoria mimetica e la letteratura italiana
«Identità» e «desiderio», insegna Girard, sono i due poli attraverso cui ciascun autore, e ciascuno di noi, cerca di costruire il percorso esistenziale dei propri personaggi e di sé stesso. Questo volume rappresenta il primo tentativo in Italia di richiamare l'attenzione su un paradigma critico poco frequentato dall'analisi corrente: la letteratura italiana rimane una delle letterature più feconde per descrivere le figure del desiderio imitativo, o i meccanismi sociali e storici di carattere persecutorio, nonché i residui del sacro nella cultura moderna. In questo senso, la teoria mimetica, intesa come paradigma non riduttivo di critica letteraria, ci consente di riconsiderare, con nuovi argomenti, la centralità e l'importanza della nostra tradizione nel più ampio contesto della letteratura Occidentale. Molti autori canonici della nostra tradizione, anche quelli di cui si può pensare che “tutto” sia stato ormai detto – Dante, Boccaccio, Machiavelli, Tasso, Manzoni, Svevo e Pasolini – trovano qui, rivisitati alla luce della teoria mimetica, una nuova e stimolante definizione esegetica. Un libro che non mancherà di essere adottato presso i dipartimenti di Lettere e le scuole superiori. -
La corda sensibile
Lei si chiama Anna ed è sposata con Alberto. Lui la ama. Le ricorda che è sua, che ha bisogno di lui: se solo lasciasse la presa Anna si sbriciolerebbe sull'asfalto dei suoi fallimenti. Lui sa come metterla di fronte alle sue paure, ai suoi segreti inconfessabili, alle sue ansie strutturali. Lo fa per lei. È bravo in questo e lei è brava a sua volta. Anna è laureata in psicologia, ma ha un lavoro precario in un call center. Suo padre glielo rinfaccia sempre. Che quella laurea non le è servita a niente. Al lavoro ci va volentieri. Se non ha lividi sulla faccia. Il più delle volte Alberto la risparmia e la prende a calci nello stomaco. L'importante per lei è che non si veda niente. Non è abituata a condividere il suo segreto nemmeno per nasconderlo. Nessuno deve immaginare la sua colpa, la sua vergogna. -
L' isola incantata. Nuovi racconti sull'Italia
L'isola incantata è un esperimento postmoderno. Il romanzo-biografia dell'isola, arricchito di stratificazioni culturali e storiche, si fonde con il genere della letteratura di viaggio e con la memorialistica. La linea di demarcazione tra un testo e l'altro è data da una variegata sequenza di personaggi: dal filologo-misantropo, che nel racconto-allusione di Astvacaturov riunisce in un unico intreccio la narrazione dei sogni, i frammenti dei ricordi d'infanzia e i rimandi ai classici; a Limonv e al suo incontro con i fantasmi di Gor'kij e Nietzsche; e, ancora, al ""viaggiatore distratto"""" del poeta e editore Maksim Amelin, capace invece di entrare in risonanza soltanto con il paesaggio che lo circonda."" -
Avventure di un teppista
Nei primi anni Sessanta la Bassaromagna sembra una terra di frontiera: il boom edilizio continua ad avanzare, ovunque vi sono cantieri, macchine scavatrici, grida e odore di asfalto. In una delle nuove villette costruite a tempo di record, a prezzo di grandi sacrifici, gioca, sogna, si arrabbia Toni, l'eroe bambino di questo romanzo. Abbandonato a se stesso perché i genitori non fanno altro che lavorare, esplora il paese di Mezzaluna, fa nuove conoscenze, talvolta equivoche, che lo introducono in ambienti pericolosi. Diventa un teppista, forse per noia, forse per rabbia, o per curiosità. Lo seguiamo nelle sue avventure con stupore, partecipi, facciamo conoscenza coi personaggi favolosi e paradossali del suo mondo, scivoliamo nei misteri di un tempo perduto dove tutte le infanzie, tutte le giovinezze si assomigliano, e lo salutiamo mentre arrivano, potenti, gli echi dell'adolescenza e delle contestazioni studentesche. -
Altrove. Racconti dalla Nuova Pangea
"Altrove"""" raccoglie le voci dello spaesamento nell'epoca del mercato globale. Come in una """"Nuova Pangea"""", viviamo oggi in un supercontinente dove gli uomini si incontrano e si scontrano provocando criticità e opportunità mai riscontrate prima. La sensazione di sentirsi stranieri nel paese in cui si è approdati e ormai estranei al proprio luogo natale, è ciò che accomuna i personaggi di questo mosaico. Che si emigri per amore, per bisogno economico o per motivi artistici, a volte resta nel profondo un senso di disorientamento e di perdita. Così i protagonisti di questi racconti indagano sé stessi in una sorta di flusso di coscienza che li porta a ricostruire la propria vita a spezzoni e flash-back: i ricordi arrivano a ondate a Chamila, una donna cingalese venuta in Italia per fare la colf, che durante una notte in ospedale ripensa agli affetti lontani e mette sotto esame le sue scelte, in un colloquio muto col figlio in fin di vita. Ma su un piano diverso è anche un famoso musicista americano, reso cieco dalle percosse di uno scippatore, a meditare a voce alta sul proprio presente di buio come sul suo passato luminoso. E se un ragazzo tunisino fuggito in Italia durante la Primavera araba racconta per lettera alla sua amata le proprie vicissitudini, si torna al fluire dei ricordi con un'italiana emigrata in Francia, divisa tra il grigio della banlieu parigina e i colori del suo paesino d'origine. Il bandolo che tiene insieme le cinque tessere di """"Altrove"""" è però unico..." -
Cinema, letteratura e pittura: differenze della percezione
Una delle fonti dalle quali hanno sempre attinto registi e sceneggiatori cinematografici è stata senza dubbio quella letteraria. In altre parole, molti film sono stati tratti da libri. Nel corso dei decenni, se questa modalità operativa da un lato ha consentito di materializzare personaggi e situazioni che fino a quel momento erano presenti solo nella creatività dello scrittore o nella fantasia del lettore, dall'altro ha anche avuto la caratteristica di determinare momenti di insoddisfazione o di delusione vera e propria: il fruitore dell'opera letteraria si era creato un suo personale universo immaginativo e quindi, in un certo senso, si era girato il suo personale film e aveva fatta propria l'opera dello scrittore. Nell'analisi compiuta in questo testo, si cerca dunque di spiegare quali sono le differenze di prospettiva da analizzare in base allo specifico dei differenti tipi di espressione artistica. -
Contare le parole
Questa è una raccolta dove il confronto con il passato e i suoi echi, con gli amori finiti, con i luoghi si fa più forte nella distanza che porta alla riflessione e ad una nuova visione di sé. È una distanza minima ma necessaria per potersi percepire in una forma nuova, ma evoluzione di quella vecchia, in un continuum. Non ci sono strappi, ma la vita si percepisce in una presente assenza, o in una presenza (luoghi, persone, voci) assente. Forse si parla di fantasmi che costellano il presente con i loro echi. E le parole ( e la ricerca di quelle ""giuste"""") diventa metro dell'esistenza e, come i minuti che passano, scandiscono gli istanti che diventano terreno di appercezione (il sentire di sentire)."" -
La grande mappa
"Se alle liriche de La grande mappa volessimo cercare un'equivalenza, questa sarebbe forse la nostra precarietà presente - la condizione liquida e febbrile di questi anni insensati. Non tanto perché il mercato del lavoro è l'argomento esplicito di alcuni testi della raccolta; soprattutto perché chi parla si sente e scrive come un individuo senza padri né fratelli, abituato a divorare e a divorarsi, con il corpo esposto alla violenza latente di una quotidianità che mescola i vivi e i dissepolti, """"i desideri e il loro esatto contrario"""" - e che non sa più immaginare un altrove. Arcaico come una necropoli e dispersivo come un ipermercato, questo mondo ha digerito l'ingiustizia e l'ha completamente assimilata, portandola dalla sfera pubblica al cuore stesso di tutti i rapporti umani: """"Esseri che mangiano ed esseri che chiedono di essere mangiati"""""""". (Gianluigi Simonetti)" -
Questa è la casetta Chalet Stella
Un intreccio di storie, “vere non fiction” come annuncia la voce narrante onnisciente; vere come sono vere senz'altro le parole evangeliche nel Discorso della montagna o le immagini dei nostri sogni. Storie dei Due Pellegrini che compiono un lungo viaggio verso il mare e il loro destino; del Maestro che vive nella dimensione dell'attesa e contempla il mondo col suo sguardo sospeso; di Concetta che, ridotta a cosa orrenda dalla malattia, è accolta come manifestazione del sacro; del Nonno Putativo, per scelta operaio del più basso livello, fedele per sempre alla beatrice della sua giovinezza. E poi lo scenario delle Alpi - la loro geologia e i loro paesaggi - e un racconto di Aimee Bender e quadri di Monet, Pisanello, Gottlak, Van Gogh e forse Edward Hopper. -
Immagino tu sia già andato in buca
Un testo estremo, arrabbiato e caustico, in pieno stile Irvine Welsh.rnJinks e Docksey rapiscono Dex e lo rinchiudono in uno studio di registrazione abbandonato: è l’inizio di una storia di vendetta in cui il linguaggio della violenza e la violenza del linguaggio di Welsh raggiungono la perfezione terribile della lama.rnMentre Jinks tortura Dex, il compare Docksey si insinua nell’appartamento della fidanzata di Dex e, inaspettatamente, se ne innamora.rnLa cinica rappresentazione della società e dei rapporti umani è squarciata dall’umorismo solito di Welsh, ma vibra anche di un inedito tono dolente.rnColpa e crudeltà, delitto e castigo si intrecciano senza trovare una sintesi, mostrandoci un Irvine Welsh un po’ diverso da quello più smaccatamente pop e giovanilistico. -
Epilogo inatteso
Con il pretesto di descriverci personaggi abbastanza singolari, Giorgio Jellici abborda alcuni temi di base come l'arte (Montparnasse 17), il rapporto con la natura (La couleuvre), la professione e l'amicizia (Lo scavapozzi), i luoghi amati (Amapolas), l'Obra della Shoah (Epilogo inatteso), la caducità della vita (L'Andé e Emile Delaunay), l'esistenza di Dio (Augustì). Il racconto corre dalla Boemia alla Francia profonda, dal Trentino a Barcellona, ma non è un racconto di viaggi, né di avventure. Il tema di Jellici, in fondo, è sempre lo stesso: l'uomo e i suoi sentimenti. -
Crema di vetro. Metodo e stile nella prosa di Antonio Moresco
Questo libro si concentra sui tre maggiori romanzi di Antonio Moresco, uno degli scrittori italiani più amati e discussi degli ultimi anni: Gli esordi, Canti del caos, Gli increati. I volumi compongono un’unica, vasta, ambiziosa narrazione: Luca Cristiano la legge alla luce delle dichiarazioni programmatiche di Lettere a nessuno e, insieme, ci fa capire come essa erediti e trasformi le forme della tradizione. -
Le meraviglie del Duemila
Due uomini, grazie a una strana pianta esotica che sospende le funzioni vitali, riescono a viaggiare nel tempo, dal 1903 al 2003. Scopriranno un mondo popolato da macchine volanti, treni sotterranei e velocissimi, città sottomarine e molte altre meraviglie tecnologiche. Salgari prevede anche che il ritmo di vita in cento anni sia accelerato a un tale grado di frenesia che i protagonisti finiscono per essere ricoverati in un manicomio poiché non riusciranno a sopportare un simile ritmo di vita. L'autore suggerirà la domanda spontanea: ne è valsa la pena di soddisfare la propria curiosità di conoscere il futuro per terminare i propri giorni in un manicomio? Molte le intuizioni profetiche: dall'inquinamento al terrorismo, dalla guerra fredda alla televisione (nel libro il giornale viene trasmesso così), alla scoperta della plastica... -
Covering Islam. Come i media e gli esperti determinano la nostra visione del resto del mondo
L'assunto di Said è presto detto: l'imperialismo economico americano ed europeo (Francia e Gran Bretagna) necessita, per mantenere il suo dominio, di una costruzione simbolica del nemico. L'Islam, il ""diverso"""", l'Altro diventano l'oggetto artificiale su cui riversare le inquietudini di un Occidente in preda al panico. Said studia la cronaca giornaliera dei maggiori quotidiani americana, pesa ciascuna parola proferita nei dibattito televisivi, smonta con una pratica critica impareggiabile le asserzioni interessate degli esperti di geopolitica: ne esce un quadro a tinte fosche delle distorsioni ideologiche praticate dai """"media"""", con una chiara strategia militare e politica."" -
Qualcuno ha lasciato la luna nel bagno accesa soltanto a metà
I racconti di questa raccolta, sempre sospesi tra il fantastico e il reale, tra la leggerezza di un nuovo incontro e il fardello di un ingombrante passato che ritorna, si dipanano sullo sfondo di un'Australia che l'autore ha cercato, trovato, e poi di nuovo perso; una terra che per tanti giovani rappresenta la promessa di una vita felice, ma che tra queste pagine è lo spettro un mondo umanissimo e impalpabile che affonda nel sogno, l'ultima frontiera di un orizzonte interiore che viene sondato dall'autore attraverso l'innocenza, le speranze, le paure dei protagonisti. L'Australia come simbolo di un viaggio che non risolve nulla, di un cambiamento sempre accarezzato ma mai realmente stretto, di un eterno ritorno che insegna come tutti noi siamo lungo una strada che non smettiamo mai di percorrere, e che la vera avventura è solo dentro di noi. -
L'inquisitore e i portatori di luce
Nel 1341, nei Pirenei ha luogo un massacro di eretici catari. Il giovane domenicano Eymerich vi assiste. Resta impressionato dall’uccisione di una bambina, e dalla bambola di questa, che brucia nell’erba. Il suo maestro, l’inquisitore Dalmau, lo esorta all’impassibilità. Ventun anni dopo, nel 1362, Eymerich ha rinunciato alle proprie funzioni e si è ritirato nel convento domenicano di Gerona. Viene richiamato in servizio da un messaggio del papa. Deve indagare sull’assassinio di alcuni inquisitori avvenuto a Cahors, nelle regioni della Francia occupate dagli inglesi. -
Montagne russe
A Forte dei Marmi possono succedere tante cose. Per esempio che un architetto cagliaritano col pallino del teatro trovi una coppia di russi, lui nel giro mafioso dell'alluminio, lei, vecchia credente, aspirante attrice, disponibile a comprargli per trentamila euro una sua commedia. A patto che scompaia il suo nome come autore. Dopo l'intesa iniziale, l'architetto diventa sempre più insofferente al rispetto dell'accordo, mentre il mafioso accresce la propria ferocia. Poi, durante una finta gita di piacere a Stazzema, il russo lo minaccia di morte: incredulo e testardo, l'architetto escogita un sistema di rimandi nel testo che sbugiardi i russi il giorno della ""prima"""", inviandone la chiave a un giornalista australiano esperto di teatro. In questo modo firma, però, la sua condanna a morte. La vicenda suscita l'interesse di importanti uomini dello spettacolo e della narrativa, tra i quali John Cusack ed Emmanuel Carrére: nell'epilogo, all'architetto pare arridere almeno una fortuna postuma."" -
Un secolo di febbre. Poesie 2006-2009
Una narrazione per immagini, in cinque sezioni, in cui la poesia è casa. Acquea e terrestre, vicina e lontana, luogo della parola e del tempo che da essa e con essa scorre. La libertà triste di una natura invernale, di una dimora d’acqua. Una memoria abitata, un luogo che ospita la perdita, ne disegna la conseguenza e dispone lutti antichi “attorno ad altri soldatini”. Animali e piante vi appaiono o vi alloggiano come segnali, numi tutelari. La dimora per essi designata è la parola poetica, dove sono possibili movimenti a ritroso, scambi, giochi di strofe e personaggi. Racchiusa “in una fodera, in un guscio”, la poesia diventa lista di intenti, messaggio, viva nella casa (dell’autrice) come pane e sale. -
Storia di Mario. Mario Rigoni Stern e il suo mondo
In queste pagine una delle ultime e più intense testimonianze del grande scrittore di Asiago. L'omaggio a uno dei ""cuori pensanti"""" della letteratura italiana del secondo dopoguerra prende qui le forme di un inedito dialogo ad ampio raggio su tutti i temi cari al compianto scrittore. Dalla viva voce di Rigoni, gli esordi con Einaudi e il rapporto con Vittorini e Calvino, il """"sistema delle lettere"""" in Italia dal '70 a oggi l'amicizia con Primo Levi, Emilio Lussu e Nuto Revelli, la ritirata di Russia e le conseguenze dell'11 settembre sulla scena politica e militare mondiale, il """"caso Berlusconi"""" e il precedente di Mussolini, il significato della parola """"patria"""" per uno scrittore, i compiti dello scrittore e le responsabilità dell'uomo verso la natura che lo circonda. Una """"breve storia del nostro futuro"""" struggente e a tratti quasi profetica.""